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Di Fabrizio (del 11/08/2005 @ 11:53:30, in Regole, visitato 2459 volte)
Cafébabel, come fece già qualche mese, ha dedicato un trittico di articoli ai Rom in Europa. Tra i tre, scelgo di segnalare questo:
Definiti dal punto di vista legale come una minoranza in Europa, i Rom beneficiano di particolari protezioni. Ma l’applicazione delle leggi non è sempre uguale all’interno dell’Unione.

Chiamarli “Rom” è più politically correct. La comunità internazionale ha adottato questo termine negli anni novanta, periodo di proliferazione di iniziative legislative volte alla protezione di questa minoranza.
La questione Rom ha sempre riguardato l’europa sin dal medioevo. Gente perennemente in viaggio, nomade perché non lo si lascia insediare da nessuna parte, i Rom subiscono in pieno le politiche europee di sedentarizzazione della popolazione, di creazione degli ordini di circolazione, di istituzione di liste di spostamento. Fuori legge anche per lo stesso loro modo di vivere la propria esistenza, i Rom sono stati ben presto messi al bando dalla società.

I criteri di Copenhagen

Se il problema si ripropone oggi, è senza dubbio grazie al Consiglio d’Europa e dei sacrosanti criteri di Copenhagen, definiti nel 1993 in tale sede. Essi stabilivano i parametri politici minimi che gli stati candidati dovevano soddisfare: democrazia, Stato di diritto, rispetto dei diritti umani e protezione delle minoranze. I paesi candidati dell’Europa centrale e orientale sono dunque stati obbligati a sviluppare politiche specifiche, spesso intinte di buona volontà. I casi emblematici della Slovacchia e dell’Ungheria illustrano queste evoluzioni. Nel 1993, l’appena nata Repubblica Slovacca prevede nella costruzione della sua identità nazionale e tra i nuovi criteri di buon governo, i principi della salvaguardia delle minoranze. La costituzione slovacca si conforma alla fondamentalità delle regole internazionali in materia, ma i politici si rendono col tempo conto della necessità di una politica specifica che oltrepassi il solo principio della non discriminazione. I Rom si dimostrano raggiunti solo marginalmente da queste migliorie, permangono un tasso di disoccupazione vicino al 100%, l’impossibilità di fare studi superiori nella propria lingua e la mancanza di fondi.
Il problema si è posto diversamente in Ungheria. Campione della multinazionalità, la patria magiara è la prima al mondo a riconoscere il diritto collettivo delle minoranze. Il Consiglio d’Europa vi si è ispirato. In effetti, la Costituzione Ungherese riconosce dodici minoranze ufficiali, le quali godono di diritti collettivi tra i più estesi in tutta Europa: accesso all’insegnamento, rappresentanza nei consigli comunali, integrazione nelle strutture politiche internazionali, organizzazione delle manifestazioni culturali, creazione di un posto di commissariato alle minoranze, giurisprudenza della corte costituzionale in favore della discriminazione positiva nel quadro della legge elettorale...
Se l’Ungheria ha sviluppato un tale arsenale giuridico e politico in favore delle sue minoranze, è anche per assicurare un trattamento paritario e reciproco della sua diaspora. Ma i Rom non hanno stato, e non hanno paese. Rimangono pur sempre i parenti poveri di queste belle misure. Là come altrove, sono più vittime della violenza della polizia, beneficiano di minori politiche sociali e non godono della stessa rispettabilità delle altre popolazioni, né delle altre minoranze.

La sufficienza occidentale

Cosa succede in Europa Occidentale? In Francia i Rom sono accantonati sotto la categoria di “gens du voyage” (“gente viaggiatrice”). A partire della legge del 5 luglio 2000 relativa all’accoglienza e all’habitat di questa gente, la situazione dei Rom avrebbe dovuto migliorarsi al livello delle condizioni di accoglienza da parte dei comuni o delle scuole. Purtroppo però i nomadi non godono delle politiche sociale legate all’alloggio nè di tutto quello che ne consegue. Capitolo chiuso.
Nei paesi dell’Ovest dell’Unione, i Rom costituiscono ugualmente una minoranza mal rappresentata e poco protetta. Qualche organo consultivo è stato istituito qua e là, come in Austria e in Belgio. In Danimarca e in Svezia, la protezione dei Rom dipende da un mediatore dal momento che è presa in carica direttamente da un ministero dei Paesi Bassi. La Finlandia Ha da poco lanciato l’idea di un forum consultivo europeo dei Rom che permetterebbe loro di assumere una visibilità transeuropea, quadrando innanzitutto la con la difesa dei loro interessi.

Per ora, l’Europa dell’est resta dunque la più attiva. All’inizio di febbraio i rappresentanti degli otto Stati dell’Europa Centrale e Orientale si sono riuniti a Sofia per impegnarsi seriamente e mutualmente in vista della non discriminazione dei Rom. Avrebbero dovuto invitare la vecchia Europa. Non avrebbe fatto loro male. Perché da noi a causa dei criteri di Copenhagen, la Commissione non si piega veramente sulla questione del trattamento dei Rom. Tant’è che l’ultimo rapporto del PNUD il più importante mai realizzato sulla situazione dei Rom, non ha tenuto conto del trattamento che le è stato riservato in Europa orientale. È increscioso. In quanto nella vecchia Europa, i Rom tante volte non sono che degli zingari prima che d’essere degli uomini.
Alice Desthuillers - Paris - 18.4.2005 | Traduzione: Andrea Bassi
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Di Fabrizio (del 10/08/2005 @ 13:49:17, in Kumpanija, visitato 3534 volte)
Continua, anche se ferragosto è alle porte, il corso di giornalismo di Tikla. Che ormai sta diventando una specie di telenovela.

Aggiornamento: lo zio Kalderosh non è più agli arresti domiciliari. Stamattina è sparito! : - o
Prima di affermare che lo zio abbia scoperto il significato della parola "latitante", vorrei far presente che assieme a lui è sparita anche una carabiniera (si dice così?) che lo piantonava. Come spiegavo la volta scorsa, ad agosto lo zio diventa particolarmente "iperattivo" e davvero non so come spiegare ai carabinieri rimasti, che forse non si tratta di rapimento, ma di fuga d'amore, rispettosa della tradizione. : - \

Prometto che, se non mi viene un esaurimento nervoso, vi terrò aggiornati.

Quanto a Tikla e al suo corso di giornalismo, mi ha detto che oggi non aveva notizie da commentare (tranne questa, forse), ma se volevo aveva un'altra storia da raccontare.

Tikla dice che la verità è come una donna, così come è stata fatta. Mettile un po' di rossetto, un po' di fondotinta, è non è più verità, ma qualcosa di diverso. L'ho fermato, per paura che si facesse prendere da qualche discorso antifemminista, ma lui ha continuato. Se la verità può diventare così facilmente una bugia, è per un istinto di "comunicare" (ha usato proprio questa parola) e di sopravvivere. Come ha fatto lui col diavolo, come facciamo tutti.

TIKLA IL GUARITORE

"Non riesco a capire" mi fece un giorno il Diavolo "Come mai sei così scaltro che riesci ad ingannare anche me e sei sempre così povero"

"E' che il denaro mi sfugge tra le mani. La vita è dura e la gente ci caccia da un posto all'altro. Così, quando sono riuscito a risparmiare qualcosa, dobbiamo ripartire. Finisce che perdiamo giornate intere a far nulla. I bambini piangono, mia moglie mi da del buono a nulla..."

Il Diavolo, quel mio caro amico, mi ascoltava, ma sapevo che il suo ruolo non era di aiutare i poveracci come me, piuttosto il contrario. Poi, mi fece:

"Ti aiuterò a guadagnare dei soldi, tanti soldi, se vorrai. Ma dovrai obbedirmi"

"Non dovrò per caso ammazzare qualcuno?"

"Per quello, basto io. Voglio solo che tu mi obbedisca ciecamente e senza fare obiezioni!"

Inutile dire, che mi feci molto diffidente. Quello continuò. S'informò su mia moglie che prediceva l'avvenire. Su quanto si poteva guadagnare in questo modo. Poi arrivò la sua proposta:

"Resta inteso che questa proposta è solo per te, non per tua moglie. Avrai il dono di guarire gli ammalati, così guadagnerai abbastanza per vivere bene. Ma dovrai stare attento. Quando ti chiameranno per curare qualcuno, io sarò visibile solo a te. Se mi vedrai accanto alla testa dell'ammalato, sappi che guarirà, qualunque sia la sua malattia. Se, al contrario, mi vedrai ai suoi piedi, sappi che quella persona sarà prossima alla morte. Non dovrai insistere. Accontentati di consolare la famiglia"

E secondo voi, ho accettato o no? Mi sa che dovrete aspettare domani per conoscere il seguito. ; - )

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Di Fabrizio (del 09/08/2005 @ 23:14:26, in media, visitato 2168 volte)

Ho sempre pensato che la lingua inglese fosse più sintetica di quella italiana. Non sempre è così: propongo un confronto all'americana della stessa notizia (e stessa agenzia).

Cassazione: si a espulsioni motivate

Accolto ricorso prefetto Milano, aveva espulso 15 rom
(ANSA) - ROMA, 8 AGO - La Cassazione da il via libera alle espulsioni collettive degli extracomunitari privi del permesso di soggiorno motivate. Il provvedimento espulsivo deve avere una motivazione, anche identica, nei confronti di ogni singola persona priva dei documenti in regola. La Suprema Corte ha accolto il ricorso della prefettura di Milano contro il decreto del Tribunale di Milano che, lo scorso agosto, aveva annullato i decreti di espulsione di 15 rumeni di etnia rom.

 


 La stessa tradotta in inglese (e da me ritradotta in italiano) diventa così:

Cassazione: sì a espulsioni di massa
Da considerare i casi individuali
(ANSA) - ROMA, 8 AGO - Deportazioni collettive di migranti irregolari sono accettabili a determinate condizioni, così si è espressa lunedì la Corte di Cassazione.

La Corte ha stabilito che le autorità possono espellere gruppi amplii di stranieri con la medesima motivazione, anche se ogni singolo caso va valutato.

La decisione ha ribaltato quella del TRibunale di Milano, che aveva giudicato l'espulsione di 15 migranti Rom non in regola coi permessi di soggiorno, come in violazione della Convenzione Europea sui Diritti Umani - Protocollo 4, Articolo, che proibisce "le espulsioni collettive di stranieri".

La Cassazione ha stabilito che questo non si debba applicare in Italia, quando ci siano sufficienti rassicurazioni che la richiesta di espulsione sia stata esaminata su basi individuali, anche se la stessa si applichi a più persone.

La Cassazione ha deciso che il fatto che diverse persone siano espulse per la stessa ragione, sia "irrilevante" ai fine della Convenzione.

Sottolinea come ai migranti sia stata fornita adeguata protezione e il diritto all'assistenza legale, perché potessero rimanere in Italia.

Laura Boldrini, portavoce per l'Italia dell'Agenzia dei Rifugiati delle Nazioni Unite, ha giudicato positiva la decisione, nonostante il suo tono generale.

"La Corte ha sottolineato l'importanza di verificare i casi individuali, come pure la salvaguardia dovuta ad ogni immigrato che staper essere espulso," ha detto.

Boldrini si è poi riferita alla recente decisione dei ministeri degli interni di cinque paesi dell'Unione Europea, dilavorare congiuntamente per deportare immigrati della medesima nazionalità. Ha descritto il piano - secondo cui i migranti espulsi da Italia, Francia, Germania, UK e Spagna siano trasportati col medesimo volo - come un tipo di espulsione collettiva.

Queste deportazioni collettive sono state ripetutamente nei titoli di testa delle notizie italiane l'anno scorso, con particolare enfasi sulle espulsione verso la Libia.

Si ritiene che oltre un migliaio di migranti siano stati trasportati in aereo in Libia e circa altri 200 abbiano incontrato lo stesso destino a marzo.

La decisione aveva sollevato ampie critiche da parte dei membri delle opposizioni, delle organizzazioni umanitarie, dell'Agenzia per i Rifugiati dell'ONU e della Corte Europea sui Diritti Umani.

In aprile il Parlamento Europeo aveva votato una risoluzione che condannava le espulsioni, mentre Amnesty International aveva pubblicato una serie di riserve, in quanto le deportazioni collettive sono proibite dalle leggi internazionali.

I gruppi umanitari paventano che le deportazioni collettive violino le regole internazionali sui rifugiati, e che i casi individuali non siano esaminati adeguatamente.

Il governo italiano, che ha fatto della lotta all'immigrazione illegale una sua priorità già dal 2001, ha difeso le deportazioni collettive, rimarcando che ogni richiesta di asilo è esaminata caso per caso.

© Copyright ANSA Tutti i diritti riservati

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Di Fabrizio (del 08/08/2005 @ 23:01:23, in media, visitato 1650 volte)
Fonte: Romano Liloro mailing list

TV BTR Nacional
STR. "Lazar Licenovski" 31-b
1000 Skopje, Macedonia
Tel: + 389 2 311 - 0356; + 389 2 311 - 2240
Fax: + 389 2 321 - 6000
tvbtr@mt.net.mk

Novembre 2005: Si terrà a Skopje, in Macedonia, il Terzo Festival Rom della Radio e della Televisione

Ruota Dorata

La manifestazione durerà quattro giorni, dedicati a presentare produzioni video (films, documentari, sceneggiati) e programmi radio di tutto il mondo. Possono partecipare produttori, giornalisti, registi.

I lavori devono essere presentati entro il 20 ottobre 2005.

Gli argomenti di quest'anno, nello spirito del Decennio dell'Inclusione dei Rom (2005-2015), il terzo Festival Ruota Dorata vuole porre attenzione ai temi: alloggio, economia, salute e scolarizzazione.

Durante la durata del festival si sussegueranno anche audizioni di temi filmici e colonne sonore. Inoltre verranno organizzati incontri e dibattiti aperti a tutti partecipanti alla manifestazione, allo scopodi condividere esperienze, raccogliere critiche e suggerimenti, discutere più in generale sull'attenzione che i media rivolgono ai Rom e favorire ogni possibile forma di collaborazione.

La manifestazione terminerà con la premiazione dei lavori presentati.

Sul Decennio dell'Inclusione dei Rom:
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Di Fabrizio (del 07/08/2005 @ 14:25:46, in casa, visitato 1863 volte)
Da: Oneworld.net

Settimana prossima partiranno i lavori di bonifica della Mahalla di Mitrovica Sud, su richiesta delle autorità municipali, col supporto di UNMIK, KFOR e del Kosovo Protection Corps. L'area ripulita verrà usata per la ricostruzione del quartiere e per permettere il ritorno dei Rom alle loro case.

Il portavoce dell'UNMIK, Georgy Kakuk, ha annunciato che i lavori partiranno lunedì 8 [agosto] alle 16.00, con la demolizione di quattro case danneggiate, usando esplosivi da edilizia. Kakuk ha rifiutato di commentare sulle implicazioni politiche del progetto.

Membri del KPC e del KPS assicureranno la sorveglianza nei 200 metri attorno alla zona, perché nessuno si avvicini alla zona dei lavori.

Riferimenti:
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Di Alessandro (del 07/08/2005 @ 10:24:18, in blog, visitato 1913 volte)
Fateci caso si incontrano sempre le persone giuste al momento giusto (forse), e nel posto sbagliato (sempre).
Vi ho presi o prese in giro tutti: non ero in vacanza... ero in ospedale per un tagliandino del quale non vi dico le coordinate salvo che non devolviate un obolo congruo ai primi dieci barboni (avete mai pensato a quanto costano 4 rasoi bilama gillete? 4,60€, hai voglia a diventar barbone).
Ed allora alla stanza 1 letto 10 prima del mio ho fatto la conoscenza di uno spirito libero, intraprendente, coraggioso, traduttore, teatrante, viaggiatore a rischio, filosofo, giramondo, affabulatore (vere le storie?), capobranco di una mandria di figli velocissimamente attorno al suo letto pur affrontando traversate oceaniche, prendere quattro treni in Sardegna per coincidere col traghetto, telefonate in russo, in brasiliano, esperto di politica italiana, curriculae urbe et orbi, conoscitore del corano, di imperscrutabili fumatori doganieri turchish, autisti levantini, ospitali nomadi baktiari purché disponibile a bere sangue dal collo di una capra viva, un uomo che pur di portare in Italia un gatto cadutogli in braccio da un mango, si è fatto 40 ore di aereo per far verificare, in una scatolina con ghiaccio secco, dall'istituto sieroterapico italiano che il gatto, tenero cuore, fosse sano e potesse accomodarsi in economica sull'aereo, che ha visitato incuneandosi per 13 piani sotto terra la ormai distrutta città millenaria di fango di Bahn, potrei parlare di un Indiana Jones nostrano ma di qualità, con capacità di vivere di espedienti spacciandosi per dervisho nelle bettole di Istanbul e che avrebbe dovuto imbarcarsi tra poco per Manaus, così, per girare un po' di amazzonia prima fare un salto in Chiapas per un calumet col subcomandante Marcos e poi a Mexico City per vedere la madonna di Guadalupe.
Quest'uomo pochi giorni fa, e se non fosse stato così non ci saremmo mai conosciuti - ha avuto un piccolo problema, e si è ricoverato, e mentre passavamo queste interminabili giornate a parlare (anch'io ne avevo da raccontare, come rincorrere una stronza gallina che non voleva saperne di diventare brodo), è stato preso da un'allergia tipica da ospedale: cioè nessuno ne sa niente, eccheccavolo ci stanno a fare tutti questi medici? diventando rosso tra le donne d'ogni porto tatuate, cominciando e non terminando mai, di grattarsi, spugne fredde, antistaminici, ben ultimo un siringone di cortisone, senza perdere per un attimo la sua verve gesticolando come un tarantolato salentino, insomma, io oggi sono venuto via e lui restava sino a bo...? ma son sicuro che un passaggio un un cargo battente bandiera liberiana lo troverà.
Scusate, sono stanco per l'intervento, le medicine ecc. dimenticavo: l'amico Giorgio ha ottant'anni, un metro e novanta, senza un filo di grasso, con ancora dei bei capelli (alla Alain Delon) grigi e affascinante per me... figuriamoci per una donna. E non storcete il naso donne, uomini così, raramente si incontrano.
Alessandro

da:
Fanciullozzo
Giovedi 4 Agosto 2005 ore 17:11:29
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Di Fabrizio (del 07/08/2005 @ 07:51:49, in Europa, visitato 1928 volte)
Fosse per me, e anche a beneficio dei pochi lettori che sudano in città, dedicherei agosto alla visione di Novella2000 e del Sudoku. Insomma, ogni tanto è necessario per tutti tirare il fiato.

Agosto, dalle mie parti, è anche il mese il mese degli sgomberi, quelli che si fanno di nascosto. Finisce che con le buone o le cattive, anche noi si andrebbe in campagna...

A volte, dalla calura e dalla pigrizia che mi stanno avvolgendo, emergono notizie che non saprei classificare


potrei immaginarmi uno sgombero agostano in grande stile, o la solita cattiva coscienza che emerge in questo periodo o... insomma, io non abito a Londra e non mi sono trovato con la metropolitana in fiamme...
Diciamo: mi manca qualche dato fondamentale per giudicare sui fatti e non in base all'ideologia.

Non sono un suddito di Her Majesty, quindi qualche dubbio rimane:
  • sono misure efficaci o gli attentatori (speriamo di no) si faranno beffe di questi cambiamenti?
  • la recente campagna elettorale inglese si è giocata tra conservatori (che volevano limitare lo Human Right Act) e laburisti che lo volevano mantenere. Insomma, alla faccia del "Non cambieranno il nostro stile di vita", mi sa che i due erano d'accordo a cambiarlo alla prima occasione buona.


Ci sarebbe qualche altra domanda che mi frulla in capo, ma sono certo che non avrà risposta e non cambierà niente.
Allora, miei scarsi e accaldati lettori, concentriamoci su preoccupazioni più pratiche:
E' vero o no, secondo la vostra esperienza, che in casi simili, c'è sempre qualche innocente che ne fa le spese?

si parla di un rimpatrio forzato (che sarà operativo a giorni), di una famiglia che col terrorismo non c'entra niente (anzi, arrivata in Gran Bretagna per sfuggire al terrorismo), famiglia integrata nella società, con madre e una figlia con gravi problemi di salute e un altro bambino che in Inghilterra è nato ed è sempre vissuto (a proposito, rileggete Odissee italiane).

Se prima riuscire ad evitare il rimpatrio era un'impresa difficile, ora è quasi disperata. La UK Association of Gypsy Women, chiede una firma per PROVARE. Anche se le firme possono fare poco. Anche se è agosto. Perché no?
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Di Fabrizio (del 06/08/2005 @ 04:16:52, in Italia, visitato 2886 volte)


Neveresa Hamidovic arrivò in Italia da Sarajevo che aveva 13 anni. Faceva parte di un gruppo di 44 famiglie di immigrati, tutte di Rom, e furono sistemate nell "campo nomadi" di via Salvini a Roma. Qui crebbe e sposò suo marito Mammud in municipio. Entrambi hanno vissuto più della metà della loro vita in Italia ma ora, assieme ailoro quattro figli, devono affrontare il ritorno in Bosnia.

Come riportato da diversi giornali, qualche giorno fa Nevresa e suo marito sono stati fermati dalla polizia italiana per un controllo di routine dei documenti. Nevresa ha un passaporto bosniaco regolare, ma il visto italiano è scaduto. Lei e suo marito hanno provato a spiegare la loro situazione, in particolare le difficoltà che ci sono con la burocrazia bosniaca data la confusione dopo la guerra. Hanno detto alla polizia di risiedere in Italia da oltre 20 anni, sposati dalle autorità italiane, con i figli (che non hanno mai vissuto in Bosnia) che frequentano qui le scuole. Lo stesso, Nevresa è stata messa in un centro di permanenza temporanea, o CPT, a Ponte Galeria a Roma. Secondo la legge in vigore, sarà detenuta lì per 60 giorni e poi rimpatriata forzatamente in Bosnia.

Secondo il giornale Il Manifesto, qyuello di Nevlesa è tuttaltro che un caso isolato. Pochi mesi fa a Pistoia, la polizia fermò un Rom senza documenti. Nato in Italia da genitori yugoslavi, l'uomo vive e ha famiglia in Italia, con quattro figli tutti nati qui. Non è mai stato in Serbia, ma verrà lo stesso rimpatriato nella terra dei suoi genitori dal CPT Vulpitta a Trapani. A differenza di Nevresa, l'uomo ha avuto la fortuna di essere assistito da un avvocato che sta facendo in modo di bloccare il suo ritorno in Serbia sulla base del suo stato di "apolide".

Questi casi sono indicativi della situazione di molti Rom in Italia senza status legale. Nei cosiddetti "campi nomadi", queste persone crescono e vivono nell'assoluta mancanza di legge e assistenza legale. Se il governo italiano tuttora non è in gradodifornire cifre e statistiche precise su questa popolazione, è chiaro che tra di loro ci sono anche molti apolidi.

Dato che la legge italiana non riconosce la cittadinanza per nascita, molti Rom sono considerati iimigrati anche se sono natiin Italia. E' quindi possibile espellerli per un semplice fraintendimento burocratico, come il visto scaduto per Nevresa. Questi Rom sono quindi parificati dallalegge sull'immigrazione (Bossi/Fini) a tutti gli altri immigrati di recente arrivo, e spesso inviati nei vari CPT in Italia.
(Dzeno Association)
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Di Fabrizio (del 05/08/2005 @ 19:50:51, in Italia, visitato 1837 volte)
JTA - Global News Service of the Jewish People

Il consiglio comunale questa settimana ha approvato all'unanimità l'approntamento di un'area di 3000 mq per edificare il museo. La sede, particolare significativo, sarà Villa Torlonia - già residenza di Mussolini. "Questo nuovo, fondamentale luogo della memoria si aggiungerà ad altri siti che ricordano gli anni più bui dellastoria romana e la terribile sofferenza inferta agli Ebrei romani" ha affermato il sindaco Walter Veltroni. Entro la fine dell'anno verrà formata una commissione, composta da rappresentanti cittadini e della comunità ebraica.

Riccardo Pacifici, portavoce della comunità, dice che il museo riporterà la storia di tutti quanti abbiano sofferto per mano dei nazisti e dei fascisti, quindi anche dei Rom, degli omosessuali e degli oppositori politici, non solo degli Ebrei.
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Di Fabrizio (del 05/08/2005 @ 19:19:31, in Europa, visitato 1674 volte)
Caso segnalato da Kruno Jost su Oneworld.net

Vrsaljka Matijevic, Commissario Speciale per l'Infanzia Croata, ha chiesto ai servizi sociali di indagare sui casi di sfruttamento minorile, che coinvolgerebbero bambini tra i sette e i dieci anni di età.

Secondo quanto riferito dai mezzi di informazione, i bambini dell'insediamento Rom vicino alla città di Orehovica, sarebbero adoperati nella raccolta delle patate nei campi limitrofi, con paghe minime e condizioni di lavoro inumane. Il primo caso emerse quando uno di questi bambini era annegato nel lago di Orehovica, dove i ragazzi erano scappati per rinfrescarsi dalla calura.

Il Codice Penale prescrive da uno a tre anni di prigione per "genitori, genitori adottivi o chi ne abbia procura, quando usino minori, connsenzienti o meno, per attività inadatte alla loro età, per procurarsi guadagno o coinvolgerli in attività illecite".
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