Rom e Sinti da tutto il mondo

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La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 05/08/2005 @ 19:19:31, in Europa, visitato 1674 volte)
Caso segnalato da Kruno Jost su Oneworld.net

Vrsaljka Matijevic, Commissario Speciale per l'Infanzia Croata, ha chiesto ai servizi sociali di indagare sui casi di sfruttamento minorile, che coinvolgerebbero bambini tra i sette e i dieci anni di età.

Secondo quanto riferito dai mezzi di informazione, i bambini dell'insediamento Rom vicino alla città di Orehovica, sarebbero adoperati nella raccolta delle patate nei campi limitrofi, con paghe minime e condizioni di lavoro inumane. Il primo caso emerse quando uno di questi bambini era annegato nel lago di Orehovica, dove i ragazzi erano scappati per rinfrescarsi dalla calura.

Il Codice Penale prescrive da uno a tre anni di prigione per "genitori, genitori adottivi o chi ne abbia procura, quando usino minori, connsenzienti o meno, per attività inadatte alla loro età, per procurarsi guadagno o coinvolgerli in attività illecite".
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Di Fabrizio (del 05/08/2005 @ 12:48:24, in media, visitato 4054 volte)

Ad agosto, si sa, a parte gli sgomberi non succede molto. Così capita che un giornale che ha sede da queste parti, rispolveri un'idea di un anno fa dell'assessore all'Urbanistica Davide Boni. In parole povere, vorrebbe sostituire i campi sosta periferici con parcheggi e giardini.

In mancanza di notizie interessanti, accontentavi di questa "avventura" metropolitana.

Dovete sapere, che invece zio Kalderosh ad agosto è iperattivo: stamattina stava leggendo quell'articolo con troppa attenzione, per i miei gusti, almeno. Difatti, subito dopo è sparito, con un'idea precisa in testa. Ha pensato: visto che in periferia non ci vogliono, è la volta buona che mi sistemo in centro. Si è recato dall'assessore (sempre il Davide Boni) per dirgli che a lui, Kalderosh, non sarebbe dispiaciuto il Castello Sforzesco: c'è quel tanto di verde che gli piace, lo spazio per tutta la famiglia, e guardando i vecchi progetti del 1600, ci sarebbero anche una stalla e una piccola officina da riadattare. Per quello, ha aggiunto cercando di farsi amico l'assessore "Nema problema, fasso mi e non vi costerà niente".

Purtroppo, a sentirsi fare quel discorso, l'assessore da verde è diventato tutto rosso e ha chiamato (nel mucchio) i commessi regionali, il direttore del Giornale e pure Borghezio, che in quei casi non si nega mai. Poi, dev'essere volata qualche parola di troppo e forse, qualche grappino - perché poco dopo è partita per le vie di Milano una manifestazione spontanea contro gli Zingari e contro la targa che il Comune vorrebbe apporre in memoria di Craxi. A capo della manifestazione, sottobraccio al nipote (quello che fa il ministro per la Repubblica Italiana)... zio Kalderosh, perché se a Craxi (che è morto) gli danno una targa, lui che è vivo e altrettanto onesto, reclama almeno una Panda (anche senza targa, dice lui).

Sembra (qui le testimonianze divergono) che il corteo si sia interrotto perché, mentre il nipote ministro e l'onorevole Di Pietro tentavano di spiegare allo zio il significato della parola "latitante", lui stesse corrompendo alcuni funzionari della Digos, perché non fermassero onorevole e ministro per manifestazione non autorizzata.

Morale: di tutto il gruppo, lo zio è il solo che si è preso i domiciliari. Se nel frattempo non ha capito cosa significa "latitante". Comunque, qui al campo ci sono i carabinieri a tenerlo d'occhio. Sarà per questo motivo, che Tikla ha deciso di non farsi vivo. Comunque, vi augura BUONE FERIE!

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Di Fabrizio (del 05/08/2005 @ 02:18:51, in media, visitato 2693 volte)


La radio non è mai stata uno dei principali mezzi di comunicazione tra i Rom in Italia e in Spagna, ma le cose stanno cambiando. In Spagna, a Caceres, alle 13.00 andrà in onda il primo programma radiofonico interamente diretto e organizzato dai Rom nella provincia di Aldea Moret.

La trasmissione fa parte del "Progetto per il Software Libero e la Letteratura Tecnologica" organizzato dal governo locale dell'Estremadura, coordinato dall'Associazione Regionale delle Università Popolari, in collaborazione con la Fondazione Segetariado Gitano. Si vogliono condividere la cultura, la lingua e le tradizioni dei Rom attraverso tecnologie altrimenti di difficile accesso ai Rom. Dato che la radio è un media completamente orale, si addice particolarmente ai Rom, che hanno scarsi testi, nìma una lunga tradizione nel tramandare oralmente storie e cronache.

La nuova trasmissione può contare sull'esempio positivo di Radio Onda d'Urto a Brescia in Italia, che ogni sabato alle 14.00 da diversi anni manda in onda un programma diretto da Bajram Osmani, intitolato "Romano Krlo", la Voce dei Rom. Il programma si può seguire anche in tutta l'area metropolitana milanese. Inoltre Bajram Osmani adopera le onde radio per promuovere la cultura del popolo Rom, che in Italia è assolutamente sottorappresentata nelle programmazioni pubbliche e private. Osmani collabora anche con la redazione della radio nel raccogliere le opinioni dei Rom su fatti come, ad esempio, i documenti e le leggi sull'immigrazione in Italia.

Da qualche anno, Dzeno opera con una propria radio, Radio Rota, che trasmette in lingua Ceca, Romanès, Inglese e Tedesca. Ha iniziato le trasmissioni quattro anni fa, aggregando giornalisti di origine Rom. L'intenzione del direttore Ivan Veselý è di farne un mezzo di trasmissione sia orale che visiva e dal sito sono scaricabili anche video. [...]

(Dzeno Association)

Radio Onda d'Urto
Radio Rota (Prague - CZ) Radio Onda d'Urto (Brescia - IT)

Segnalazione:

Circa due anni fa, la rivista Millecanali aveva chiesto informazioni a diversi gruppi di discussione Rom, per svolgere un'inchiesta sulle televisioni e le trasmissioni europee gestite da "Zingari". L'inchiesta è stata pubblicata e potete leggerla. Qualche imprecisione, ma nel complesso molto interessante http://www.sivola.net/download/millecanali.pdf

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Di Fabrizio (del 04/08/2005 @ 14:02:25, in Italia, visitato 3534 volte)

Due estati fa, non sapevo neanche cosa fossero i blog. C'era questa pagina. Mi aveva contattato una ragazza, che da un po' di tempo faceva volontariato in un campo sosta e sul mio sito aveva letto qualcosa di interessante avvenuto 10 anni prima..

Ci incontrammo qualche volta, improvvisando un corso di formazione per animatori. Le feci conoscere un po' di persone che avrebbero potuto darle una mano. Poi, dovette cavarsela con le sue gambe.

In tutto questo tempo la voglia di lasciare è stata forte, ma Marta (questo il suo nome), deve avere una bella testa dura, e puntualmente riprende la sua attività al campo. Ci sentiamo spesso, e se fate attenzione, qualche volta trovate qualche sua cronaca da Milano.

Estate 2005, che passerò in città (e neanche un prete per chiacchierar). Anche i volontari nei campi a volte vanno in ferie. Ho telefonato a Marta e le ho chiesto se per agosto ci fosse bisogno di qualcuno. Mi sarebbe servito anche per avere il polso della situazione.

D'accordo, avrò forse qualche anno e qualche dolore di troppo, ma la volontà è quella di quando avevo iniziato, e l'esperienza non è qualcosa che si inventa... Mi son sentito più giovane di 15 anni!

Non è cambiato niente: arrivi e vieni sommerso da una torma di bambini e ragazzi, tra i 3 e i 15 anni, che vogliono giocare, toccarti, conoscerti e sono gelosi l'uno dell'altro, poi c'è la processione delle madri, che elencano tutti i loro problemi sperando che tu possa aiutarle. Si inizia sempre così, e far giocare o far studiare i bambini, significa distrarli dal picchiarsi tra di loro, quando vogliono attirare la tua attenzione.

Settimana scorsa, è saltato fuori un pallone da calcio, che rischiava di distruggere quel poco di equilibrio creatosi tra i gruppi. Invece, per una volta siamo riusciti a superare l'individualismo estremo che sino a quel momento mandava in vacca ogni attività. Quella banda scatenata, d'improvviso ha scoperto che era una squadra, con noiosi esercizi e mimando gli allenamenti. Ad un certo punto, prima di passare all'esercizio successivo, abbiamo messo ai voti se i più piccoli potessero ripetere i tiri che avevano sbagliato. Incredibile, ma i grandi hanno votato sì. E, nelle pause, seduti nel prato, raccontavo la storia di una squadra di calcio che è nata lì e vola in giro a vincere tornei per l'Europa. Con i dodicenni che ascoltavano a bocca aperta.

Ne ho poi parlato con Filippo Podestà, che ha scritto un libro su quella squadra nata in un campo nomadi e che vi ha raccontato le cronache dal torneo di Edimburgo. Ora che quella squadra è cresciuta, che raccoglie immigrati di ogni nazionalità, che ha vinto, hanno la necessità di riprendere i progetti che li hanno riuniti, ad esempio creare una nuova squadra di pulcini e tornare in quel campo che li ha visti nascere. La persona adatta per allenare, c'è, un argentino grande, grosso e che coi ragazzi saprebbe farci.

Restano, i soliti problemi irrisolti: trovare uno straccio di campetto per allenarsi, ad esempio. O ancora, essere tornati in Italia, con un'altra coppa tra le mani, e la sensazione che anche per i CAMPIONI non sia cambiato niente: le discussioni e le gelosie con i soci, le ditte che licenziano, i permessi di soggiorno da rinnovare, i figli che stanno per nascere...

Sperando, come tante altre volte, di compiere, assieme, un altro miracolo milanese.

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Di Fabrizio (del 04/08/2005 @ 02:38:39, in Europa, visitato 1880 volte)
The Local Sweden's News in English


Published: 1st August 2005 12:35 CET

Rom svedesi allontanati dai campeggi

Un'inchiesta condotta dal programma radio" Ekot", rivela che i Rom di cittadinanza svedese sono discriminati nei campeggi della nazione. Su 20 camping intervistati da Ekor, 10 non accettanno Rom.

"Non li accettiamo," dice un direttrice di camping.

"L'esperienza mi suggerisce che gli diremmo di no," ha aggiunto.

Il programam aveva prima chiamato un paio di campeggi, per sapere se ci fossero posti liberi. Avuta risposta affermativa, dieci minuti dopo i produttori avevano mandato una famiglia Rom all'ingresso. In entrambe i casi è stata rifiutata loro l'ammissione.

Un altro proprietario ha ammesso che si erano riuniti a discutere su quest'argomento, e tra loro erano circolate email in cui ci si ammoniva distare in guardia.

Secondo la legge antidiscriminazione, introdotta in Svezia nel 2003, "nessuno dovrà essere trattato differentemente o inegualmente [sulla base dell'origine etnica] quando deve acquistare beni, case o servizi".

L'Ombudsman Svedese contro la Discriminazione Etnica (DO) ha identificato le persone di origine Rom come obiettivo comune di discriminazione nella società e sta investigando su 5 dei casi riportati riguardo ai campeggi.

"Ciò mi rende triste e preoccupato" dice Keith Palmroth, lui stesso di origine Rom, dell'ufficio anti-discriminazione di Goteborg.

Palmroth continua chiedendo che quanto scoperto da Ekot sia riportato al DO e abbia un seguito. Ma, come comemnta un intervistato, la discriminazione non risiede nell'ignoranza della legge.

"La legge la conosco" dice "e non possiamo eliminarli [i Rom]. Ma non ci fa piacere che vengano qui, e tentiamo di non permetterglielo"

Fonte: SR


Segnalazione dall'Italia: Apartheid a Mantova

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Di Fabrizio (del 04/08/2005 @ 01:38:21, in casa, visitato 2423 volte)
Segnalazione precedente

Aggiornamenti
By Grattan Puxon
Lo sgombero sarebbe dovuto avvenire il 31 luglio scorso. I servizi sociali avevano avvertito i residenti di mettere in salvo bambini ed infermi. Ma al momento, la situazione rimane di stallo e le ruspe non si sono ancora presentate. Nel contempo, i residenti di Dale Farm, spalleggiati da attivisti Rom e da altri volontari (tra cui un nutrito numero della comunità ebrea britannica) sono in occupazione permanente (vedi foto).

Tramite il presidente di Ustiben, Grattan Puxon , gli occupanti hanno richiesto al governo centrale di porre una moratoria allo sfratto. Da parte sua, Londra ha parzialmente risposto richiedendo nuovamente al comune di Basildon di individuare un'area alternativa per i residenti e di provvedere ad attrezzarla come campo sosta, altrimenti il governo centrale non intende partecipare alle spese comunali per lo sgombero.

Spese che potrebbero lievitare ben oltre la cifra prevista di tre milioni di sterline, non solo per le cause che attualmente i residenti hanno in atto contro il comune. Il giorno 26 luglio, ad esempio, alcune ruspe della compagnia incaricata dello sgombero si sono presentate senza preavviso in un appezzamento limitrofo, proprietà privata, danneggiandone la recinzione e parte dei fabbricati.

Ulteriori informazioni:
(anche per chi volesse controllare in loco - c'è possibilità di essere ospitati)
CM11 2YH - Oak Lane, off Oak Road, Crays Hill, Basildon, Essex. Reached on the A127 or by train out of Liverpool to Wickford (call Richard for lift from station: 07747417711)
by GOOGLE MAP
Sono possibili blocchi da parte della polizia, è consigliabile accordarsi prima per telefono
Grattan: 01206 523 528
o Dale Farm dale.farm@ntlworld.com
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Di Fabrizio (del 03/08/2005 @ 10:03:57, in conflitti, visitato 3899 volte)

[English Text]

Riprendo un appello del 10 luglio scorso, per evitare il rimpatrio forzato di una famiglia di profughi kossovari richiedenti asilo in Gran Bretagna e con gravi problemi di salute. La UK Association of Gypsy Women ha promosso una raccolta di firme in tutta Europa per far pressione sul governo perché a questa famiglia di profughi sia permesso di rimanere in Gran Bretagna, sia per i motivi di salute che per la situazione di permanente insicurezza personale che perdura in Kossovo (e se leggerete l'appello, noterete che le due cose sono strettamente collegate). So che le sole firme non cambiano l'operato dei governi e che agosto non è il mese ideale per appelli di questo genere. Ma il rimpatrio potrebbe avvenire in qualsiasi momento. Per questo è necessario l'impegno e la mobilitazione di tutti. GRAZIE


Da: Rachel Francis - UK Association of Gypsy Women

Llire Xhama. Home Office Ref: X1032702

Llire Xhama dopo una vita di persecuzioni lasciò la sua casa in Serbia. Come Rom, musulmana e portavoce della comunità albanese, ha dovuto subire violenze e umiliazioni sia dai Serbi che dai Kossovari.

Una notte di tre anni fa, casa sua fu circondata da uomini armati e data alle fiamme. Durante la fuga, Llire e suo marito furono malmenati. Llire era incinta. Suo marito morì per le percosse e lei rimase con sua figlia di quattro anni, testimone anche lei delle atrocità passate.

[Arrivati in Gran Bretagna] sia Llire che sua figlia mostrarono disordini mentali ed emotivi, conseguenze delle violenze subite. Qui è nato il secondo figlio, pochi mesi dopo il loro arrivo e nonostante tutto, hanno tentato di ricostruirsi una vita. Entrambe i bambini parlano inglese come lingua madre, frequentano la scuola, hanno amici e conducono una vita "normale".

Ora il Ministero degli Interni ha stabilito che per loro è giunto il tempo di fare ritorno da dove sono scappate traumatizzate e dove il bambino più piccolo non ha mai vissuto.

Testimonianze raccolte dalle Nazioni Unite, da Amnesty International e da altri esprimono "grave e profonda preoccupazione" sul futuro dei Rom (in particolare in quella parte d'Europa).

L'Ombudsman in Kossovo ha scritto ai governi europei per ammonire sui rischi che i rifugiati all'estero corrono ritornando in patria.

[...]

Llire and her Family Must Stay!

c/o NCADC

109 Parliament Road

Middlesbrough

TS1 4JE.

Tel/Fax: 01642 226260

INVIA

Cliccando su "INVIA" il messaggio "LLIRE AND HER FAMILY MUST STAY" verrà inoltrato alle seguenti mail del Governo Inglese e del Parlamento Europeo:

* bob.last@fco.gov.uk
* c.clarke@parliament.gov.uk
* indpublicenquiry@ind.homeoffice.gsi.gov.uk
* ashokkumarmp@parliament.uk
* dorispack@aol.com
* swoboda@europarl.eu.int
* sludford@europarl.eu.int
* ljaroka@europarl.eu.int
* vmohacsi@europarl.eu.int
* klevai@europarl.eu.int
* edegroen@europarl.eu.int
* cmoraese@europarl.eu.int
* alvaro.gil-robles@coe.int
* john.dalhuisen@coe.int
(secretary)

e una copia per conoscenza alla UK Association of Gypsy Women. Il campo testo è in bianco e potete (eventualmente) aggiungere un vostro messaggio


We the UK Association of Gypsy Women in partnership with our sisters of the International Roma Womens Network seek to register our protest in the strongest possible terms against the inhuman decision by the Home Office to deport this young Mother and her very young Children back to Kosovo against her will.

Llire and children pose no threat to the National Security of the United Kingdom, Indeed Llire's dearest wish is to be allowed to remain in the UK and raise her little family in peace and safety.

We therefore make our appeal in the hope you will use your good office to influence reconsideration of Llire's case.
Faithfully
UK Association of Gypsy Women



Llire and Her Family Must Stay!

Llire Xhama is a widow with two young children. She is a Roma from Kosovo where she and her family suffered physical assaults, racist abuse and discrimination because of their ethnicity.

Llire and her daughter fled to the UK after witnessing the brutal murder of Llire's husband, an experience that has left Llire so traumatised that she suffers severe mental ill health. At the time of this atrocity Llire was pregnant. Her little boy was later born in the North East of England, where the family now lives.

Llire's application for asylum has been refused, but she is terrified at the prospect of being returned to the 'hell' from which she escaped and fears for the future of her children.

As an Albanian speaking Muslim woman, alone with children, Llire will be at risk if she returns to Kosovo. She has no home or family to return to and no one to help her.

Today the situation for Roma people remains dangerous. In May this year, the UN's Economic and Social Council expressed 'deep' concern about ethnically motivated attacks against the Roma. It said it was "gravely concerned" about the absence of basic medical facilities and schools for the Roma.

This year Amnesty International stated its concern over "continuing discrimination against the Roma, especially Kosovo RomaŠ."

On May 18th 2004, Mr. Marek Antoni Nowicki, the Ombudsperson in Kosovo, sent a letter of concern to government authorities in Belgium, Denmark, Germany, Netherlands, Norway and Sweden, strongly advising against the return of Roma asylum seekers to Kosovo stressing that they face "considerable risks to their personal safety" and affirming that such action would violate international human rights standards.

Llire has tremendous support amongst her local community, who are appalled that the Home Office should consider the forced removal of such a vulnerable family.

Llire's children both speak English, as their first language and the family have become a valued part of their community in the North East.

Llire has won the affection and admiration of her friends with her devotion as a mother and with her courage in the face of emotional and mental devastation.

Llire's only hope of safety and recovery is to be allowed to remain in the UK with her family.

What you can do to help
Lucien with friends and supporters have set up a campaign to try and persuade Tony McNulty, Minister for Immigration to allow Llire and her Family to remain in the UK. The campaign has drawn up a petition and model letter attached, which they are asking everyone to print off, fill them in and get as many other people as possible to do the same, and return them to the campaign office. When they have collected enough signatures, the campaign will present them to the Minister.

Let your friends know about the 'Llire and her Family Must Stay! Campaign'

Llire and her Family Must Stay!

For further details/information contact the campaign at:
Llire and her Family Must Stay!
c/o NCADC
109 Parliament Road
Middlesbrough
TS1 4JE.
Tel/Fax: 01642 226260


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Llire and her Family Must Stay!

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* dorispack@aol.com
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* edegroen@europarl.eu.int
* cmoraese@europarl.eu.int
* alvaro.gil-robles@coe.int
* john.dalhuisen@coe.int
(secretary)

and CC to UK Association of Gypsy Women. Feel free to write your own opinion

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Di Fabrizio (del 03/08/2005 @ 01:24:47, in media, visitato 2220 volte)
...e volontario, esteso ai 4 angoli della terra:

Mailing list

 

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Di Fabrizio (del 02/08/2005 @ 23:33:31, in Kumpanija, visitato 2343 volte)

Da: Lee Fuhler Romani Association Australia

Jewish Holocaust Museum & Research Centre

Carissimi,

Dopo "L'Albero delle Anime", lo Jewish Holocaust Museum & Research Centre di Melbourne ospita una nuova scultura nella sezione dedicata al ricordo dell'Olocausto dei Rom.

Voglio personalmente ringraziare il Centro Ebraico e il suo staff per l'opportunità unica e per voler ricordare il sacrificio del popolo Rom. L'opera è stata commissionata alla scultrice Sarah Saaroni, lei stessa una sopravissuta. Il Centro viene visitato da 30.000 persone ogni anno molti di loro sono studenti e il Centro ospita anche giornate educative.

Jewish Holocaust Museum & Research Centre

"L'Albero delle Anime" di Zoe Amor, dedicata alla Porrajmos (l'Olocausto dei Rom)

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Di Fabrizio (del 01/08/2005 @ 16:20:13, in conflitti, visitato 11253 volte)
61 anni fa, il giorno 2 agosto 1944, le truppe sovietiche liberarono Auschwitz. La "sezione Rom" del campo era stata smantellata e in una notte vennero gasati circa 3000 Rom, uomini, donne e bambini. I prigionieri fecero una resistenza, attaccarono le SS, ma fu tutto inutile.
Un articolo sulla memoria di questi 61 anni.


Note a margine per una Storia dell'Olocausto

By Karin WARINGO, in: Index on Censorship 2 2005

I pregiudizi persistenti usati per disconoscere l'Olocausto Rom

A Francoforte, Braubachstrasse è una piccola strada quasi insignificante, che congiunge i due principali assi di comunicazione nel centro della città. Le decine di migliaia di turisti la percorrono inconsapevoli, per raggiungere la Paulskirche, la culla della democrazia tedesca, o il Römer, pseudo-romantica ricostruzione del municipio. Tre volte all'anno quella strada è palcoscenico di uno strano pellegrinaggio: una folla di Rom e di simpatizzanti si raduna si fronte a un grigio edificio sul lato sinistro della strada. Qui dopo tanti anni c'è ancora la sede del Dipartimento di Salute Pubblica, dove lavorarono il biologo nazista Robert Ritter e la sua assistente Eva Justin. Anche quest'anno la folla ricorderà la liberazione di Auschwitz, la liquidazione del cosiddetto "campo Zingaro" ad Auschwitz-Birkenau ed il decreto che stabiliva la deportazione di Rom e Sinti.

Le ricerche di Robert Ritter su quelle che considerava le caratteristiche razziali dei Rom, fornirono le basi alle teorie pseudo- scientifiche della soluzione finale. Vennero distinti i Rom puri dai mezzosangue. Stabilito che erano discendenti, per quanto primitivi, di una casta indiana, ma nel contempo geneticamente proni al crimine e alla devianza sociale.

Ne lui ne la sua assistente furono mai condannati e nel dopoguerra furono usati anche come esperti nel giudicare le cause legali intentate dai Rom. Toccò alla Frankfurt Roma Union richiedere per molto tempo al comune di porre sull'edificio una targa che ricordasse le responsabilità della scienza nel genocidio dei Rom.

Un'indicazione della mancanza di interesse su questi argomenti è l'assenza di dati precisi sui Rom morti sotto il nazismo. Gli attivisti Rom indicano una cifra tra 500.000 e 1,5 milioni di morti, altre stime più modeste danno una cifra di 100.000. Molte delle uccisioni avvennero lontano dai riflettori e non vennero documentate, altre vittime furono elencate come Ebree.

Da parte Rom, mancò un nucleo intellettuale e una diaspora recettiva, per raccontare la loro versione della storia (cfr. Pirori). Inoltre furono pochissimi i sopravvissuti, soltanto 13 Rom fecero ritorno dai campi di sterminio in Belgio [...]

L'etichetta di asociali affibbiata ai Rom dai nazisti e la persistenza degli stereotipi d'anteguerra ha seriamente inibito i pochi sopravissuti dal parlare pubblicamente delle persecuzioni subite, e questo stato un grave deterrente nel momento in cui si è aperta la possibilità di chiedere una compensazione per le sofferenze passate. Sono stati esclusi dalla Wiedergutmachung (la riparazione per i crimini di guerra) adducendo il fatto che non sarebbero stati perseguitati per motivi razziali, ma a causa della loro attitudine antisociale. [Alcuni] Ebrei negano che la persecuzione dei Rom si sia basata su radici razziali, rendendo l'Olocausto esclusivamente ebreo. E' diventato quasi impossibile convincere l'opinione pubblica che anche i Rom hanno sofferto un genocidio. Anche recentemente Yehuda Bauer, direttore dello Yad Vashem Memorial Centre, ha affermato che a differenza degli Ebrei, i Rom non erano un obiettivo centrale della soluzione finale, ma soltanto un "elemento di fastidio".

Lo stesso Tribunale di Norimberga non fece mai menzione sui Rom, e vennero poi classificati, come i popoli di pelle scura, come "razzialmente distinti" e di "sangue alieno". E' vero che sino al 1943, a differenza degli Ebrei, i Rom prestarono servizio militare nella Wehrmacht, da cui furono deportati direttamente ad Auschwitz, come ricorda il sopravvissuto Walter Stanoski Winter (cfr. "Sentivamo la stessa pena") nelle sue memorie.

La discriminazione in Europa nasce ben prima del nazionalsocialismo, e fu comune in tutto il continente. In Francia, un primo censimento per identificare Rom e girovaghi, venne fatto nel 1895.. Nel 1912, venne introdotto un carnet antropometrico per regolare la loro circolazione,completo difotografie e impronte digitali; rimase in vigore sino al 1972. Nel 1899 a Monaco di Baviera venne adottato un "Registro Centrale per la Lotta alla Piaga degli Zingari", che originò squadre speciali all'interno dei commissariati. Dal 1933, i Rom in Germania furono confinati in campi speciali, ripresi poi anche in Austria. Oggi sono sotto attacco aperto di politici che dovrebbero conoscerli meglio.

I ripetuti sforzi di alcuni titolati accademici Rom,come Ian Hancock, autore di "Risposte al Porrajmos: l'Olocausto dei Rom", di riportare il dibattito alla correttezza, poco hanno ottenuto nei confronti del pregiudizio popolare o per contrastare la pubblicazioni come "La persecuzione nazista degli Zingari" di Günter Lewy (Oxford University Press 2001 - edizione italiana Einaudi 2002). Questo testo riprende tutta una serie di vecchi stereotipi, che emergono nella società quando, si discute da annisull'opportunità o meno di erigere a Berlino un monumento che ricordi l'Olocausto dei Rom.

Il riconoscere il destino degli Ebrei europei ha reso coscienti sul percolo del latente antisemitismo e ha profondamente cambiato l'attitudine europea nel dopoguerra. Lo stesso non è accaduto per i Rom, tuttora prigionieri di vecchi stereotipi e di un impunito antiziganismo oggi vigoroso come nell'anteguerra.

Karin Waringo è giornalista indipendente e ricercatrice.

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