Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
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NEW YORK SALUTA IL PRIMO GYPSY FEST
Una dozzina di bande, DJ Set e gruppi di ballo in 8 giorni di
spettacolo dal 29 ottobre al 6 novembre 2005 La città che è
universalmente considerata il punto d'incontro di tutte le culture,
presenterà una larga selezione di talenti nazionali e internazionali. Informazioni
e richieste:
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Di Fabrizio (del 30/09/2005 @ 02:37:56, in Italia, visitato 2778 volte)
da La Provincia PAVESE del 29/09/05 - pag. 13
La conferenza di Emergency, Soleterre Fuori luogo IL CASO
PAVIA. L'argomento dei Rom e dei campi nomadi a Pavia continua a infervorare gli animi. Che si tratti di un tema caldo e controverso se ne è avuta la conferma durante l'incontro dell'altra sera in Santa Maria Gualtieri, organizzato da Emergency, Sole-terre e il comitato «Fuori Luogo»: il dibattito sulla «Presenza di Rom e Sinti sul territorio», a cui erano presenti come relatori Giorgio Bezzecchi e Maurizio Pagani di «Opera nomadi», si è inevitabilmente trasformato in una sollecitazione all'amministrazione locale a intervenire diversamente da come fatto finora sulla questione.
«Si tratta di superare una visione emergenziale - ha spiegato Francesca Vaccina del comitato «Fuori Luogo» - «soprattutto per quello che riguarda la presenza dei Rom. Per i Sinti invece bisogna chiedersi perché queste comunità, pur essendo maggiormente integrate nel territorio, sono guardate con sospetto, diffidenza e fastidio. Quali sono le prospettive future per un loro pieno inserimento?».
A questa domanda ha cercato di rispondere Pagani di «Opera nomadi», che ha tratteggiato un quadro inedito della presenza dei Sinti a Pavia e ha ribadito la necessità di una battaglia culturale. «Si tratta della città con il maggior numero di comunità Sinti in tutta la regione. Sono circa 500 persone, quasi tutte di cittadinanza italiana, dalle caratteristiche molto diverse dai Rom rumeni e dislocate in due punti nevralgici dellacittà: corso Europa e Viale Bramante. Pavia sta diventando il simbolo del rapporto non risolto tra comunità Rom e territorio. Un contesto fortemente regressivo, dove l'unico atteggiamento è quello di allontanare il problema, salvo poi rendersene conto quando subentrano interessi sui luoghi che i Rom occupano. Si ripulisce la facciata della città, ma intanto sorgono delle vere e proprie bidonville in periferia».
Bezzecchi, segretario nazionale dell'associazione ed egli stesso Rom, ha ricostruito storicamente provenienza e spostamenti delle comunità Rom in Europa e la persecuzione degli zingari durante il nazismo. «Sono nato a Pavia, figlio e nipote di deportati uccisi nei campi di concentramento», ha dichiarato. Bezzecchi si è soffermato sulle difficoltà di scolarizzazione dei bimbi rom come una conseguenza della cultura prevalentemente orale. Ad occuparsi dell'alfabetizzazione dei bimbi Rom è l'associazione «Soleterre», che mette a disposizione materiale scolastico: «A Pavia abbiamo tentato l'inserimento di 10 bambini», ha spiegato Damiano Rizzi, rappresentante dell'associazione, «ma manca ancora in città una cultura amministrativa che possa difendere il diritto di ogni bambino all'istruzione». Pronta la replica di Irene Campari, presidente della commissione affari sociali: «L'amministrazione ha sempre mostrato attenzione alla questione, ma la faccenda è complessa. Non èsolo una battaglia culturale, bisogna anche fare in modo che la cittadinanza possa partecipare ed essere coinvolta nelle decisioni future».
Maria Fiore
Di Fabrizio (del 29/09/2005 @ 23:55:36, in Regole, visitato 2793 volte)
Associazione Thèm Romanó ONLUS COMUNICATO STAMPA:
Al via la XII edizione del Festival Internazionale di Musica Romaní
I conduttori RAI Lorena Bianchetti e Gianni De Berardinis presenteranno l'evento
Lanciano (Chieti), 28 settembre 2005
A Lanciano presso il Teatro Fedele Fenaroli avrà luogo la 12° edizione dellla Manifestazione Princkarang, Conosciamoci - Incontro con la Cultura Romaní nata per la valorizzazione della cultura del popolo Rom attraverso il Concorso artistico internazionale "Amico Rom" ed il Festival Internazionale di Musica Romaní - "Alexian and International friends". Quest’anno sono 1.108 i lavori - letteratura, arti figurative, video — inviati da autori Rom e non Rom di 34 Paesi i premi, oltre cinquanta, saranno consegnati nel pomeriggio di sabato 8 ottobre nel corso di una cerimonia al Teatro Fenaroli di Lanciano, dove la sera (ore 21.30) si concluderà il festival musicale, inteso come testimonianza del viaggio millenario della musica rom dal Rajasthan alla Spagna, attraverso i Balcani e l'Italia. L'organizzazione dell'evento è curata dal presidente dell’associazione "Them Romanò" Onlus (Centro culturale romanò), il musicista Santino Spinelli, in arte Alexian, ambasciatore dell'arte e della Cultura Romaní nel mondo, fondatore dell’Alexian Group, docente all’Università di Trieste e direttore artistico del Festival. Presenteranno l'evento i conduttori Rai Lorena Bianchetti (Al Posto Tuo - Rai 2) e Gianni De Berardinis. Per l’edizione 2005 il Premio Presidente della Repubblica Italiana del Concorso "Amico Rom" è stato assegnato a Marius Vernescu (Romania), primo classificato nella categoria "Musica" . Il Premio alla Carriera, istituito per un Rom, Sinto o Kaló distintosi per l’intensa attività culturale, pedagogica e politica a favore del suo popolo, è andato Bajram Haliti (Jugoslavia), il Premio Phralipé è stato assegnato a Roberta Sangiorgi (Bologna) e a Federica Zanetti (Lanciano), per la loro disinteressata attività in favore del popolo Rom. L’intera manifestazione è organizzata dall’Associazione Them Romanò con la Commissione delle Comunità Europee, la Presidenza della Repubblica Italiana, la Regione Abruzzo, la Provincia di Chieti, il Comune di Lanciano, il Ministero della Pubblica Istruzione, la Croce Rossa, l'Arci e la Coop. Arkè, oltre a numerosissime associazioni operanti nel settore a livello nazionale ed Internazionale. Maggiori dettagli ed informazioni sul sito ufficiale dell'evento http://www.concorsoamicorom.it infoline 0872 714760 / 340 6278489
Di Fabrizio (del 28/09/2005 @ 17:09:38, in Europa, visitato 2451 volte)
E' uscito il numero di settembre.
Contiene informazioni su notizie e sviluppi politici riguardanti i diritti sociali fondamentali dei migranti privi di documenti in Europa. La newsletter è attualmente disponibile in formato Word e scaricabile dal sito internet di PICUM (www.picum.org) nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese. Vi invitiamo a diffondere ampiamente questa newsletter.
Di Fabrizio (del 27/09/2005 @ 21:17:14, in Europa, visitato 2788 volte)
Di Fabrizio (del 26/09/2005 @ 15:55:42, in scuola, visitato 3246 volte)
da: Alberto Flores D'Arcais, La Repubblica 4 dicembre 2004La Costituzione dell´Alabama è la più lunga di tutti gli States, con i suoi settecento "emendamenti" fatti apposta per rendere più "flessibile" - e magari annacquare - le troppe libertà volute dagli yankees del nord. Il referendum era stato fatto proprio per eliminare un paio di frasi che sarebbe difficile non definire razziste. Come quella dove si dice che «è dovere del legislatore istituire scuole separate per i bambini bianchi e quelli di colore» o l´altra dove si precisa che «nessuno studente di una delle due razze verrà autorizzato a frequentare una scuola dell´altra razza». Frasi fuori dal tempo ma che sono ancora impresse nero su bianco in questa Carta scritta nel lontano 1901; quarant´anni dopo che l´Alabama divenne a tutti gli effetti uno degli States e in cui oltre all´obbligo di creare, con i fondi pubblici, scuole "separate" viene anche istituita una poll tax fatta apposta per evitare che i neri (e i bianchi poveri) potessero andare a votare, cambiando così gli "equilibri" razziali (razzisti) che la guerra civile solo in teoria aveva cancellato. Una Costituzione rimasta in vigore in modo del tutto anacronistico, decenni dopo la desegregazione, proprio nello Stato che è per l´intera America il simbolo del razzismo e delle lotte al razzismo. La storia dell´Alabama è storia di sangue e violenza, di bianchi che impiccavano i neri per uno sguardo o una parola sbagliata, degli "incappucciati" del Ku Klux Klan che qui fondarono la loro "patria", delle bombe alle chiese e di George Wallace, il governatore (democratico) che si oppose a John Kennedy e Lyndon Johnson per difendere la "supremazia razziale" dei bianchi e che nel 1963 impedì di persona l´ingresso all´Università statale ai primi cinque studenti neri. Ma l´Alabama è anche lo Stato di Rosa Parks, la combattiva donna di Montgomery che un giorno di dicembre del 1955 decise che era troppo stanca per restare in piedi su un autobus e andò a sedersi davanti, nei posti riservati ai bianchi; rifiutò di alzarsi quando un uomo bianco glielo ordinò, per questo affronto venne arrestata ma il suo gesto diede il via alla lotta per rendere i mezzi pubblici un posto civile. È lo Stato di un pastore che accompagnò Rosa sull´autobus dopo che i neri avevano boicottato per tredici mesi tutti i trasporti pubblici e che sarebbe diventato il più grande leader dei diritti civili del suo popolo, Martin Luther King jr.; e nelle vicinanze di Birmingham è nata Condi Rice, il nuovo segretario di Stato di George W. Bush, anche lei una "negra" che ha ancora negli occhi il sorriso di una sua compagna di scuola, saltata per aria dentro a una chiesa insieme ad altre tre bambine quando il "Klan" decise che bisognava dare una lezione a quegli uomini che i razzisti consideravano meno che bestie.
da www.redattoresociale.it del 23/9/05 NOMADI - Una scuola per soli zingari A Villanova Marchesana (Rovigo), è stata aperta la prima scuola per soli Rom. I genitori dei ragazzini italiani hanno deciso, con il pretesto che gli alunni stranieri impedirebbero il regolare svolgimento dell’attività didattica, di iscrivere i propri figli nelle scuole dei comuni vicini.
La notizia al momento è anche ripresa da La Padania online e dal TG5.itSono letteralmente sconvolto (non è una parola che uso spesso) e non riesco a scrivere altre cose che abbiano un senso. In Yugoslavia 15 anni fa e in Germania negli anni '30, questo fu l'inizio.
Di Fabrizio (del 26/09/2005 @ 01:31:22, in Regole, visitato 2046 volte)
Martedì, 20 settembre 2005 L'Europa rimanda a casa ai rifugiati dalla guerra
La Germania mostra i muscoli ad Afgani, Iraqeni e Kossovari By Isabelle de Pommereau | Correspondent of The Christian Science Monitor
FRANCOFORTE: Aferdite Hasanaj assomiglia alle sue compagne di scuola. Ma c'è una differenza. Da 13 anni, da quando la sua famiglia è fuggita dal Kossovo all'inizio del conflitto che avrebbe smembrato la Yugoslavia, ogni 3 mesi deve rinnovare il permesso per restare in Germania.
La sua richiesta d'asilo è stata rifiutata, ad aprile le è stato comunicato che "deve fare ritorno in Kossovo", infrangendo tutti i suoi sogni di frequentare il college a Francoforte. E' a rischio di espulsione da un giorno all'altro.
"Non sono mai stata in Kossovo, non parlo la lingua e non conosco la cultura del posto" dice la diciasettenne durante una manifestazione di protesta. "Non hanno il diritto di trattarmi a questo modo".
In Germania sono 220.000 i rifugiato a cui è stata negata la richiesta di asilo e che condividono il destino di Aferdite. Il governo tedesco intende accelerare i rimpatri, per motivi di politica interna, per il peso che i richiedenti asilo hanno sul bilancio sociale, ma anche per affrettare la soluzione politica in Kossovo.
"Come può uno stato espellere una ragazza che è qui da 13 anni, e che qui studia con profitto?" si chiede Volker Ludwig, del GRISP Theater di Berlino, che ha messo in scena il racconto della deportazione di una famiglia. "Questa pratica è unica in Europa, è offensiva" ( nel resto d'Europa il rimpatrio forzato può avvenire, vedi Bossi-Fini, al compimento della maggiore età ndr.)
Quest'estate, 16 ministri federali dell'interno hanno votato per accelerare il ritorno di centinaia di migliaia di rifugiati dal Kossovo, Iraq e Afghanistan.A maggio lo stato federale di Amburgo (Bassa Sassonia ndr.) ha iniziato a rimpatriare gli Afgani, ritenendo che la stabilità sia tornata nel paese.
Questa è una tendenza che sta attraversando tutta l'Europa, particolarmente quei paesi che sinora si erano distinti per politiche di accoglienza liberali, come Olanda, Norvegia, Danimarca e Inghilterra. [...]
"C'è un intensificarsi della corsa al rimpatrio" dice Karl Kopp, rappresentante europeo di Pro-Asyl, un gruppo di assistenza legale ai rifugiati con base a Francoforte.
"C'è un boom" continua "nella cosiddetta partenza assistita: cioè il richiedente asilo a cui è stato negato il permesso, viene invogliato a rimpatriare volontariamente, dietro l'offerta di soldi e alimenti. Nelle istituzioni si sta affermando la filosofia del: cosa posso fare se non posso espellerti?" ancora Kopp. "Quindi si fa in modo di rendere la vita più difficile - limitare la libertà di movimento a queste persone, finché non resta loro altra possibilità, se non quella di andarsene."
Rispondono le istituzioni che quanti si sono visti negare il permesso, sapevano dall'inizio a cosa sarebbero andati incontro. Agendo così, intendono "mandare un segnale a quanti vorrebbero stabilirsi permanentemente in Germania, tutto ciò che intendono fare è rinnovare a vita il loro permesso di soggiorno" dice Wilfried Schmäing, del Ministero degli Interni.
La regolamentazione tedesca sui richiedenti asilo è considerata una delle meno permissive d'Europa. Sino a pochi anni fa, soltanto le vittime di persecuzioni da parte dello stato potevano fare richiesta d'asilo. Le vittime delle guerre civili, come quella del Kossovo, avevano diritto a uno status di "tollerate", perché le persecuzioni da loro sofferte non venivano direttamente dallo stato. Il nuovo regolamento, entrato in vigore quest'anno, ha riconosciuto anche a questi ultimi lo status di rifugiati a tutti gli effetti. Nel contempo, la Germania ha iniziato a rimandare in patria quanti si erano visti negare il permesso.
"La questione si sta politicizzando" dice Patricia Coelho, dell'European Council on Refugees and Exiles di Londra. "I politici devono mostrare ai propri elettori di essere rigidi sul diritto d'asilo".
In Inghilterra, i richiedenti asilo "che non cooperano" [...] si vedono tagliare gli assegni sociali. In Olanda, il richiedente asilo a cui è stata rifiutata la richiesta, perde l'assistenza sociale dopo 28 giorni. La Norvegia ha mobilitato le squadre speciali per occuparsi dei rimpatri. [...]
"E' una tendenza delle nazioni industrializzate a sviluppare politiche che inducano o costringano le persone a rimpatriare o a non ususfruire di alcun tipo di garanzia" continua Coelho. I richiedenti asilo, aggiunge "sono un segmento in crescita, di persone vulnerabili, povere e marginalizzate nelle società europee". Aggiunge che mentre diminuisce il numero dei richiedenti asilo in Europa, cresce anche il numero dei rifiuti.
A Francoforte, una delle città più multietniche d'Europa, le compagne di Aferdite sono al suo fianco. Aferdite potrebbe rimanere sino al complimento degli studi, dal momento che una famiglia tedesca si è detta disposta a fornirle supporto finanziario. Ma lo stesso, entro l'anno prossimo verrebbero espulse sua madre e sue due gemelle.
Di Fabrizio (del 26/09/2005 @ 00:11:00, in blog, visitato 2295 volte)
Segnala Juan José Heredia
un nuovo sito
dedicato a Gitani e Kalé. Lo scopo è promuovere mantenere lingua, cultura
e tradizioni che vanno sparendo.
Il portale (ancora sperimentale) ha pagine dedicate alla storia, alla cultura
e alla lingua di Gitani e Kalé (con una sezione grammaticale), una sezione
dedicata alle notizie, una chat, un guestbook, un forum di approfondimento, e
anche una webtv e un radioblog.
Un lavoro veramente notevole!
Di Fabrizio (del 25/09/2005 @ 23:52:25, in Europa, visitato 2341 volte)
Da: Kosovo_Roma_News
(Fonte: Governo della Ex Repubblica Yugoslava di Macedonia) 21-09-05
Discussione per un rapido ritorno dei rifugiati in Kossovo (vedi articolo
precedente)
L'agenzia MIA riferisce che Stevco Jakimovski, Ministro macedone del Lavoro e
delle Politiche Sociali e il suo collega Ibrahim Ramadani, hanno discusso
martedì scorso le tematiche di un rapido rientro dei rifugiati dal Kossovo
attualmente in Macedonia, e firmato un accordo di cooperazione.
"Abbiamo concordato che i rifugiati debbano ritornare in Kossovo, e che di
questo se ne faccia garante l'Alto Commissariato dei Rifugiati, fintanto che il
governo del Kossovo non disporrà della capacità finanziaria di provvedere in
proprio al ritorno di queste persone" ha affermato Jakimovski.
Ha poi aggiunto che i due governi si impegnano per il mutuo ritorno dei 2.400
rifugiati superstiti in Macedonia e dei 793 Macedoni che attualmente sono in
Kossovo.
Durante la discussione è stato affrontato anche l'argomento del sistema
sociale:
"Gli accordi e i patti in vigore al tempo dell'ex repubblica di
Yugoslavia riguardo le pensioni e l'assistenza sociale, [...] possono essere
estesi ai cittadini delle repubbliche di Kossovo e di Macedonia, su base
paritaria. Inoltre abbiamo siglato un accordo sulle politiche di adozione
dell'infanzia, cosa riveste un grande interesse soprattutto da parte dei
cittadini di nazionalità albanese" ha continuato Jakimovski.
A sua volta il Ministro Ramadani ha sottolineato che la partecipazione della
Macedonia nella Comunità Europea e nella NATO, avrebbe grande importanza per la
stabilizzazione del Kossovo e della regione.
PS: alcune note personali: recentemente discutevo con alcuni promotori
della mozione
contro i rimpatri forzati (forza, si può ancora firmare), e i più
scafati tra loro giustificavano la scarsa attenzione dei media e di molte
associazioni, col fatto che ora il "businness" in Kossovo è la
ricostruzione e la gestione dei rifugiati, più che le condizioni oggettive
che rendono possibile il loro rientro. L'impressione è che queste
dichiarazioni vadano in quel senso.
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