da La Provincia PAVESE del 29/09/05 - pag. 13
La conferenza di Emergency, Soleterre Fuori luogo
IL CASO
PAVIA. L'argomento dei Rom e dei campi nomadi a Pavia continua a infervorare gli animi. Che si tratti di un tema caldo e controverso se ne è avuta la conferma durante l'incontro dell'altra sera in Santa Maria Gualtieri, organizzato da Emergency, Sole-terre e il comitato «Fuori Luogo»: il dibattito sulla «Presenza di Rom e Sinti sul territorio», a cui erano presenti come relatori Giorgio Bezzecchi e Maurizio Pagani di «Opera nomadi», si è inevitabilmente trasformato in una sollecitazione all'amministrazione locale a intervenire diversamente da come fatto finora sulla questione.
«Si tratta di superare una visione emergenziale - ha spiegato Francesca Vaccina del comitato «Fuori Luogo» - «soprattutto per quello che riguarda la presenza dei Rom. Per i Sinti invece bisogna chiedersi perché queste comunità, pur essendo maggiormente integrate nel territorio, sono guardate con sospetto, diffidenza e fastidio. Quali sono le prospettive future per un loro pieno inserimento?».
A questa domanda ha cercato di rispondere Pagani di «Opera nomadi», che ha tratteggiato un quadro inedito della presenza dei Sinti a Pavia e ha ribadito la necessità di una battaglia culturale. «Si tratta della città con il maggior numero di comunità Sinti in tutta la regione. Sono circa 500 persone, quasi tutte di cittadinanza italiana, dalle caratteristiche molto diverse dai Rom rumeni e dislocate in due punti nevralgici dellacittà: corso Europa e Viale Bramante. Pavia sta diventando il simbolo del rapporto non risolto tra comunità Rom e territorio. Un contesto fortemente regressivo, dove l'unico atteggiamento è quello di allontanare il problema, salvo poi rendersene conto quando subentrano interessi sui luoghi che i Rom occupano. Si ripulisce la facciata della città, ma intanto sorgono delle vere e proprie bidonville in periferia».
Bezzecchi, segretario nazionale dell'associazione ed egli stesso Rom, ha ricostruito storicamente provenienza e spostamenti delle comunità Rom in Europa e la persecuzione degli zingari durante il nazismo. «Sono nato a Pavia, figlio e nipote di deportati uccisi nei campi di concentramento», ha dichiarato. Bezzecchi si è soffermato sulle difficoltà di scolarizzazione dei bimbi rom come una conseguenza della cultura prevalentemente orale. Ad occuparsi dell'alfabetizzazione dei bimbi Rom è l'associazione «Soleterre», che mette a disposizione materiale scolastico: «A Pavia abbiamo tentato l'inserimento di 10 bambini», ha spiegato Damiano Rizzi, rappresentante dell'associazione, «ma manca ancora in città una cultura amministrativa che possa difendere il diritto di ogni bambino all'istruzione». Pronta la replica di Irene Campari, presidente della commissione affari sociali: «L'amministrazione ha sempre mostrato attenzione alla questione, ma la faccenda è complessa. Non èsolo una battaglia culturale, bisogna anche fare in modo che la cittadinanza possa partecipare ed essere coinvolta nelle decisioni future».
Maria Fiore