Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
L'Umbria Jazz Winter (edizione invernale dell'Umbria Jazz Festival) ha deciso di celebrare la figura del chitarrista sinto Django Reinhardt. Un genio. Il chitarrista Django Reinhardt (1910-1953), è stato il sinto più famoso del Novecento. E’ stato il musicista simbolo per la generazione degli zazou, i talebani dello swing, gli intellettuali parigini che si riunivano come carboneria nelle cave,...
di Snezana Lupevska
Questo articolo è stato scritto all'interno di un'inchiesta avviata dall'Istituto Media per le diversità con sede a Londra e l'Agenzia di notizie Beta, intitolata "guardando i Rom senza pregiudizio" parte del decennio dell'inclusione dei Rom. Gli altri articoli sono disponibili anche su Media Diversity.
Pochi si stupiranno se i Rom che vivono in Macedonia dividevano il tempo in due periodi: prima di Esma Redzepova Teodosijevska, la cantante Rom di fama internazionale, e il periodo che venne dopo. Redzepova è orgogliosa della sua eredità etnica e non è solo un'artista di rilievo, ma anche una persona che ha passato la sua vita cercando di rendere migliore il mondo attorno a sé, lottando contro l'intolleranza e l'odio etnico.
All'inizio della sua carriera Redzepova viveva nell'insediamento Rom di Sutka vicino Skopje, in Macedonia. "Già allora era difficile per te dichiararti Rom," dice.
"Molti di noi passavano ad altre nazionalità. Devo ammettere che la gente si vergognava di dire che era Rom e invece si dichiaravano macedoni, turchi o albanesi. Io non ho provato mai vergogna e credevo che tutti dovessero lottare per il loro posto nella società."
E' nata a Skopje nel 1943 in una famiglia dove la musica Rom, il canto e la danza erano un avvenimento e una tradizione quotidiani. Redzepova aveva 11 anni quando vinse il primo posto ad una gara amatoriale per cantanti che fu trasmessa alla radio nella capitale macedone. Ecco quando iniziò a lavorare con Steva Teodosijevski, il suo futuro marito e mentore.
Ha composto 108 singoli, 20 album, 32 cassette audio, 15 CD e 6 film. Al festival di musica Rom in India nel 1976, fu incoronata regina della musica Rom. Redzepova ha ricevuto fino ad oggi 15 premi, è stata proposta due volte per il premio Nobel per la pace, e l'organizzazione internazionale dei Rom l'elesse ministro della cultura romanì nel 2004.
Oltre che essere un'artista, ha un lato altruistico. Lei e Teodosijevski hanno adottato 47 bambini abbandonati di nazionalità rom e macedone. Redzepova è tornata a Skopje dopo la morte del marito.
Tutto il suo canto è in puro romanes e Redzepova crede che oggi i Rom che vivono in Macedonia sono in una condizione migliore per conservare la loro eredità culturale e la lingua.
"È molto più facile essere Rom oggi. I bambini Rom hanno più facilitazioni. Vanno a scuola e all'università, le cui condizioni ora sono permesse. Ho mandato a scuola dozzine di bambini (pagando le loro tasse scolastiche) e anche la Macedonia dà loro una possibilità. La Macedonia è un paese che ha fatto molto per i Rom."
"Proprio adesso la Macedonia è il posto più bello per vivere per i Rom e ciò perché i Rom non sono stati assimilati come in altri paesi," dice Redzepova, aggiungendo che la minoranza Rom è riconosciuta anche dalla costituzione.
Restano ancora degli stereotipi e i Rom sono spesso considerati appartenenti a due gruppi: i Rom "buoni", cioè i musicisti, e i Rom cattivi, ladri e truffatori.
Redzepova ammette che anche i suoi compatrioti hanno una responsabilità quando viene alla loro posizione nel paese e alla loro affermazione sociale.
"Noi dobbiamo combattere per ciò che ci appartiene, dobbiamo ricordare alle autorità che noi viviamo qui, non possiamo soltanto osservare il problema in silenzio," dice Redzepova.
Ricorda come la gente la prese in giro quando chiese alle autorità locali di asfaltare le strade di Sutka dopo il ritorno da Belgrado. "La signora è appena tornata da Belgrado e non vuole camminare nel fango," mi dicevano. Io dicevo che non lo chiedevo per me, ma per i Rom che vivevano lì. Ero determinata e alla fine asfaltarono le strade."
"Quando hanno successo, alcuni Rom amano dimenticare che sono Rom. Sfortunatamente, molti di loro non vogliono più parlare romanì in casa. Quando vediamo uno di loro diciamo che "si comporta come un turco, ma è più nero di me." Li prendiamo in giro e li evitiamo. Comunque, lentamente le cose stanno cambiando e molti Rom di successo stanno tornando alle loro radici," dice.
Redzepova rifiuta il luogo comune che i Rom siano geneticamente predisposti per la musica e hanno talenti che popoli di altre nazioni non hanno. "Non è una questione di geni. Prima, il popolo cantava per dimenticare i problemi. Oggi, se osservate la scena della musica macedone, vedrete che ci sono pochi cantanti Rom. Le nuove generazioni Rom sono intellettuali, medici, affaristi."
Esma Redzepova ha composto la maggior parte delle canzoni che canta. "Non ho alcuna vecchia, tradizionale canzone Rom. Le mie sono tutte composizioni nuove. Io e Steva Teodosijevski abbiamo scritto le canzoni. Siamo stati i pionieri della musica Rom ed ecco perché oggi mi chiamano la Regina della musica Rom. Anche prima c'erano cantanti che cantavano in romanì, ma era romanì mischiato con l'ungherese e il russo. Le mie canzoni sono sempre puro romanì."
"Penso che il mio arrivo in Macedonia sia stato una spinta per i Rom qui. Ho dato loro la forza di lottare per i loro diritti e ai giovani l'opportunità di mettersi alla prova. La mia casa era una casa per molti, ma era anche il posto nel quale molte decisioni, anche quelle politiche, venivano prese dai Rom."
Alla domanda se i 47 bambini che ha allevato siano Rom, Redzepova risponde: "Il mio maestro e marito non era Rom ma un macedone che era interessato alla cultura e alla musica Rom. Non dovreste distinguere i popoli per il loro background etnico."
"Io non divido i popoli in Rom e non Rom," aggiunge.
(BETA/MDI)
Rif: Il suo sito con altre notizie, foto e brani musicali in MP3
DIRITTO D'ASILO: AMNESTY INTERNATIONAL PUBBLICA IL NUOVO RAPPORTO 'LAMPEDUSA: INGRESSO VIETATO' (EGA EDITORE) Da ottobre del 2004 a ottobre del 2005, almeno 2.778 migranti - ma probabilmente molti di piu' - sono stati rimandati in Libia poche ore dopo il loro arrivo a Lampedusa, senza avere avuto accesso a metodi appropriati di identificazione nè alla procedura di asilo, e dopo essere stati scelti in tutta fretta sulla base della loro nazionalita' presunta. In un nuovo rapporto 'Lampedusa: ingresso vietato' (EGA Editore, 88 pagine, eu. 8,00, con una prefazione di Giovanni Maria Bellu), la Sezione Italiana di Amnesty International sintetizza l'ultimo anno di mobilitazione contro queste deportazioni e contro le gravi violazioni del principio di non-refoulement (non-respingimento) dei rifugiati e richiedenti asilo, contro cui hanno preso posizione molte altre organizzazioni non governative, l'Alto commissariato Onu per i rifugiati e il Parlamento europeo. Nel rapporto, Amnesty International denuncia gli accordi fra l'Italia e Libia, risalenti al 2000, il cui contenuto è tuttora segreto, e la preoccupante situazione dei diritti umani nel paese nordafricano. Il rapporto - inviato al ministro dell'Interno, Giuseppe Pisanu, e a tutti i parlamentari - ricorda anche l'allarmante situazione dei Centri di permanenza temporanea, la mancata assistenza legale e le condizioni di detenzione inadeguate dei cittadini stranieri che arrivano alla frontiera marittima italiana. La pubblicazione puo' essere ordinata a fronte di un contributo spese di 10,20 eu. La richiesta dovra' essere inviata a: Amnesty International Settore Pubblicazioni, via G. B. De Rossi 10, 00161 Roma. I richiedenti dovranno specificare in modo chiaro e leggibile nome e cognome, indirizzo, cap, citta' e provincia e allegare la ricevuta di un versamento sul ccp 70691001 intestato ad Amnesty International, Sezione Italiana, via G. B. De Rossi 10, 00161 Roma, specificando sulla causale 'rapporto Lampedusa' Roma, 20 dicembre 2005
Il gruppo gypsy-punk di cui ho scritto l'11 dicembre, è arrivato sul sito della BBC
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Gipsy Punk dall'Ucraina al palcoscenico mondiale |
By Kateryna Khinkulova BBC Ukrainian Service |
I britannici amanti della musica hanno l'occasione di assaggiare un nuovo genere - il tour dei gypsy punk Gogol Bordello, una band con sede a New York, che sabato raggiungerà Londra.
Questo gruppo è già conosciuto dai patiti del cinema - per aver recitato in Ogni Cosa è Illuminata (Everything Is Illuminated), un film basato sul best-seller di Jonathan Safran Foer.
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Il protagonista Eugene Hutz (d) assieme a Elijah Wood in Ogni Cosa è Illuminata
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Il leader dei Gogol Bordello, Eugene Hutz, che ne è anche il fondatore e capo spirituale, nel film è opposto all'attore del Signore degli Anelli, Elijah Wood.
Inizialmente chiamato a comporre la colonna sonora del film, ad Eugene, la cui esuberante personalità sfocia in uno stile personalissimo, fu chiesto di interpretare il ruolo di Alex.
"Si stava parlando di musica, e mi chiesero se avessi potuto, in caso, anche recitare... Per me è stato naturale, dato che la mia carriera musicale è comunque un misto tra musica e recitazione"
Originario di Kiev, Ucraina, con radici familiari nella Transcarpazia, Eugene Hutz ha vissuto a New York dal 1998.
Cosmopolitani
La sua banda, che ha iniziato a suonare nei bar bulgari di New York, è diventata parte integrale del panorama artistico e dell'intrattenimento cittadino da diversi anni, ma resta relativamente sconosciuta a un pubblico più vasto.
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Con l'uscita di Ogni Cosa è Illuminata, la popolarità dei Gogol Bordello è in ascesa: Eugene non si sorprende. Cita Lenin, che diceva che il cinema è il mezzo per raggiungere la platea più vasta. |
"Sono Ucraino, ma ho anche sangue rom e voglio fare qualcosa per questa gente"
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Nel contempo, Eugene Hutz è convinto che il successo della banda, giunta al terzo album, non è un fuco di paglia.
"Abbiamo lavorato duro... Ma quel che mi piace, è che faccio quello che sento: suono la musica che voglio con chi mi piace dove scelgo io. Questa è la cosa più importante."
Gogol Bordello è una banda dove il concetto di cosmopolitano è interpretato all'estremo - Lo zingaro ucraino Eugene viene raggiunto sul palco dai suoi colleghi israeliani, thailandesi, americani e cino-scozzesi .
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Gypsy punk, un termine inventato dallo stesso Eugene, è il risultato di di diverse radici familiari: da bambino ha passato molto tempo nella Transcarpazia, dove le influenze ucraine, ungheresi, slovacche e rom si mescolano in un'unica tradizione culturale.
"I Rom e tutta la cultura zingara è parte di ciò che sono e che amo," dice Eugene.
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Gogol Bordello traggono ispirazione da un mix di culture
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D'altra parte, non può essere compreso senza l'influenza della moderna musica occidentale - dice di avere ascoltato dalla nascita i giganti del rock americano e britannico.
"Ho sempre cercato ciò che volevo esprimere con la mia musica, ma adesso, con l'uscita del terzo album, è tutto più chiaro, si è cristallizzato - questo mix tra la mia eredità culturale ed esperienza personale."
Mission
Una delle canzoni dei Gogol Bordello's più vecchie e conosciute è "Start Wearing Purple".
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"E' una delle poche canzoni che ho scritto per una ragazza. Mi ero trasferito con la mia girlfriend a New York. Avevamo una vicina: un'anziana signora sempre vestita di viola dalla testa ai piedi. Era chiaramente flippata. Così, tutte le volete che si litigava, e lei cominciava a gridare,le dicevo: ecco, ora puoi cominciare a vestirti di viola." |
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Start wearing purple, wearing purple Start wearing purple for me now All your sanity and wits, they will all vanish It's just the matter of time
"
Lyrics from Start wearing purple
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Eugene Hutz dice che la musica e comporre canzoni rimarranno il suo obiettivo, non intende continuare la carriera di attore.
Nella nativa Kiev è ancora ricordato dalla scena musicale e da DJ come "Zheka" che lo affiancò in diverse serate alla fine degli anni '90. Dice che non gli spiacerebbe tornare a casa con un tour, ma di avere anche una missione: girare un documentario sui Rom ucraini e far conoscere al mondo le loro condizioni di vita.
"Certo, sono Ucraino, ma ho anche sangue rom e voglio fare qualcosa per questa gente"
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Più di 500.000 Sinti e Rom sono stati uccisi nei campi di sterminio nazisti. Una storia dimenticata. Una storia non ancora scritta. Raccontarla è un atto dovuto.
"Nei vari processi contro i nazisti responsabili di crimini contro l'umanità, primo fra tutti quello di Norimberga, mai nessuno si preoccupò di sentire la testimonianza di uno zingaro. Al processo di Gerusalemme, nonostante Eichmann si fosse dimostrato consapevole delle pratiche di deportazione degli zingari, il capo d'imputazione che riguardava questo argomento venne annullato. Nessun responsabile fu chiamato a rendere conto dello sterminio degli zingari."
Pino Petruzzelli, dopo i reportages in forma di spettacolo dedicati al Marocco, all'Albania, al G8 di Genova e al Messico sta preparando una nuova serie di Portraits teatrali dedicati alla cultura Rom e Sinta e da oltre un anno è in viaggio per l'Europa sulle orme di queste Minoranze Etniche Linguistiche Europee attraverso Italia, Bulgaria, Albania, Francia, paesi dell'ex Yugoslavia e Turchia.
Il primo appuntamento è dedicato al genocidio dei Rom e dei Sinti durante il nazismo. Un genocidio che nasce dal pregiudizio e dal razzismo imperanti nella Germania degli anni trenta. A Berlino il dottor Robert Ritter, direttore del Centro di Ricerche per l'Igiene e la Razza dichiara che "gli Zingari risultano come un miscuglio pericoloso di razze deteriorate" e che "la question zingara potrà considerarsi risolta solo quando il grosso di questi asociali e fannulloni sarà sterilizzato". La dottoressa Eva Justin rivela al modo accademico nazista, nella sua applaudita tesi di laurea, la presenza nel sangue dei Sinti e dei Rom di un gene molto, ma molto pericoloso: il gene dell'istinto al nomadismo, il terribile wandertrieb. Lo spettacolo vuole essere un viaggio nella memoria alla scoperta di una pagina di storia che inspiegabilmente non trova spazio nei testi scolastici. Un genocidio dimenticato, così come dimenticati sono stati i risarcimenti dovuti a queste popolazioni perseguitate durante il nazismo. Uno spettacolo carico di umanità e di amore per etnie, quelle Rom e Sinte, che nel corso degli anni più che essere sconosciute sono state misconosciute.
CENTRO TEATRO IPOTESI in collaborazione con TEATRO STABILE di GENOVA e CENTRO CULTURALE "PRIMO LEVI"
ZINGARI: L'OLOCAUSTO DIMENTICATO
interpretazione, testo e regia PINO PETRUZZELLI
Così la critica: "... se è atroce quello che è accaduto, ancora più atroce sarebbe dimenticare: bisogna rammentare e far conoscere che nei lager accanto ai triangoli gialli di sei milioni di ebrei c'erano quelli rosa degli omosessuali, quelli rossi degli oppositori politici e quelli neri degli 'arianissimi' zingari che hanno pagato con più di mezzo milione di vittime il loro essere zingari. Pino Petruzzelli dà vita a un canto civile e disperato contro una delle più orribili malattie dell'anima: il razzismo." (Magda Poli - Il Corriere della sera)
"E' una storia meno nota del genocidio ebraico, per il carattere orale della cultura zingara e per la collocazione sociale molto subalterna; ma le tappe e i protagonisti sono più o meno gli stessi e l'ordine di grandezza della strage è sempre imponente, circa 500.000 vittime. Lo racconta lo spettacolo di Pino Petruzzelli interpretato dall'autore stesso. In questa sorta di orazione civile non vi sono scene né personaggi di finzione: Pino Petruzzelli ricostruisce davanti ad un leggio le vicissitudini dei Rom, dalla progressiva emarginazione medievale agli orribili esperimenti 'medici' subiti nei lager nazisti, alla beffa dei mancati risarcimenti dopo la guerra. Si esce scossi, desolati, indignati. Ma, forse, con meno pregiudizi" (Ugo Volli - La Repubblica)
"Una sola apertura all'ironia, nell'interrogativo sul perché di torture, cavie umane, camere a gas riservate ai Rom, di cui mai si riferisce né si chiede ragione alla giustizia umana: che il revisionismo storico - chiede con garbo Petruzzelli a metà spettacolo - consista proprio nel voler completare la documentazione e la presa di coscienza dell'Olocausto aggiungendo quel che da mezzo secolo si tace? Per il resto la chiave di lettura, interpretazione e regia, rifugge dall'effettismo; tende soltanto, con partecipe, stupefatto e teso narrare, a rappezzare, almeno con un ricordo teatrale, lo squilibrio e l'oblio di un genocidio." (Margherita Rubino - La Repubblica)
"... Zingari: l'olocausto dimenticato è uno spettacolo asciutto, rigoroso, solo parole... eppure coinvolgente, di intensa drammaticità. Un sasso nello stagno della nostra apatia esistenziale." (Pier Antonio Zannoni - RAI 3 e RAI 2)
per informazioni Paola Piacentini Centro Teatro IPOTESI via Piaggio, 28 - 16136 Genova telefono 010.2721194 - cellulare 348 5723604 e-mail: teatroipotesi@tiscali.it |
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Cari compagni e amici,vi invio il programma della serata di venerdì 16 a Officina, siamo stati invitati al dibattito su rom e periferia, accorrete in massa che dopo c'è il concerto dei Mescla. Ore 20: film di C. Luglio, Sotto la stessa lunaOre 22: dibattito con Soccorso legale Napoli, Opera Nomadi, Collettivo NoBorder, Chi Rom e chi no, Figli del Bronx.Ore 23,30: concerto dei Mescla. Ciao e a presto,Marco.c.s.o.a. officina 99 - via Gianturco, 101 (adiac. metro) - napoli - info@officina99.org
con RadioLina in diretta: streaming su www.radiolina.info in etere a napoli su 104.95 Mhz con insu^tv in diretta: in etere a napoli su canale 68 UHF ? canale S19 VHF (banda III) - www.insutv.it
A fine settembre si è accennato alla musica zigana che affonda le radici nel
jazz e nella tradizione europea (1
- 2).
Per quanto questo filone musicale sia poco conosciuto, fa parte della tradizione
musicale dei Sinti da almeno 90 anni.
Ecco invece un gruppo che fa della contaminazione etnica e musicale la sua
bandiera.
Dalla California il punk dei Clash mischiato con suoni rom: i Gogol
Bordello
Qui
potete scaricare alcuni mp3. Hanno anche un blog
Scrive Yvonne Slee dall'Australia (ve la ricordate?)Ho terminato di scrivere un nuovo libriccino: Read About Gypsies. Molto sinteticamente è un'introduzione all'universo Romani, riporta informazioni, foto, poesie e articoli sui Rom, Sinti Kalé di tutto il mondo, con accenni alla loro storia, cultura, cucina, linguaggio ecc. Ci sono anche un paio di pagine dedicate ai Sinti e ai Rom che morirono durante l'Olocausto, inoltre una foto dell' Holocaust Memorial, a cui è dedicata un'ulteriore sezione (ndr vedi). Termino con le parole che mi lasciò mia nonna, Sinti: "Potranno toglierci tutto, ma non il nostro orgoglio", che descrivono pienamente i Rom e i Sinti che attraversarono la II guerra mondiale. Altre informazioni le potete trovare visitando il mio sito (libro e sito in inglese ndr.)
Yvonne Slee
da sucar drom
Vi segnaliamo due iniziative culturali a margine del Seminario Nazionale dell'Opera Nomadi del 6 e 7 dicembre 2005.
Lunedì 5 Dicembre 2005 ore 17e30 Sala TEATRO Municipio 3 in Via dei Sabelli 119 (San Lorenzo)
La casa nelle Comunità Rom in Serbia Mostra fotografica di Monika Bulaj e presentazione del libro "Le ha ma la ja” da un viaggio di parole e immagini tra i Rom della Serbia, il tratto di un popolo (Editrice Monti). Alla presentazione sarà presente l’autrice Marzia Ravazzini, Volontaria nei Villaggi Rom in Serbia. Coordina Massimo Converso Responsabile Progetto Biblioteca Romanì L'evento è organizzato da: Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma e dal Progetto Biblioteca Romanì, Biblioteche di Roma.
Gilì Romanì ando drom I° Concorso dei musicisti di strada Rom/Sinti Roma, Sala Teatro MUNICIPIO 3 - Via dei Sabelli 119 MARTEDI’ 6 dicembre 2005 ore 21.30
Esibizione dei gruppi musicali e di danza Rom Rumeni, Rom Lovara, Rom Rudari , Rom Lucani, Rom Khorakhanè Cergarija Vlasenicaqi e Shiftarija. La giuria composta da: Presidente - Sandro Portelli (Musicologo Circolo Gianni Bosio, Docente Università La Sapienza) Componenti - Felice Liperi ( Musicologo La Repubblica) , Guido Gaito (esperto in Etnomusicologia), Adriano Mordenti (Musicista klezmer). L'evento è organizzato da: Opera Nomadi, COOPERATIVE SOCIALI PHRALIPE’ – FRATERNITÀ e PIJATS ROMANO’, Assessorato Politiche Sociali del Comune di Roma. Con il Patrocinio dell’Amministrazione Provinciale di Roma.
da Roma_Italia
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COMUNICATO STAMPA Trionfo per il Gruppo Interetnico Lancianese di musica Romaní: Sabato 19 novembre nel prestigioso Teatro Ariston di San Remo si è svolta l'edizione 2005 di Jubilmusic International Festival of Christian Music
L'EVENTO SARÀ TRASMESSO DA RAI UNO IL 24 DICEMBRE PROSSIMO ALLE 09,30 DEL MATTINO
Scaricate l'album fotografico del festival sul sito http://www.jubilmusic.org
L'Alexian Group è stato tra i protagonisti a San Remo nell'ambito del Jubilmusic International Festival of Christian Music.
Alexian, subito dopo l'esibizione, è stato intervistato da Paola Saluzzi, la nota conduttrice Rai che ha presentato il Festival.
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Sul palco più prestigioso d'Italia Alexian e il suo gruppo hanno riscosso un eccezionale successo.
Numerose le proposte artistiche in Italia e all'estero giunte al gruppo interetnico lancianese di musica romaní: dalla realizzazione di un Cd religioso da parte di un'importante casa discografica americana, alla realizzazione di un video clip a diffusione internazionale, a numerose proposte di concerti. Una vera e propria rivelazione per gli addetti ai lavori rimasti ammaliati dalla qualità tecnica e musicale del gruppo lancianese composto da Alexian Santino Spinelli (fisarmonica), Andrea Castelfranato (chitarra), Angelo di Menno Di Bucchianico (percussioni), Luciano Pannese (contrabasso). Nell'ambito di questo festival di musica religiosa, considerato il più importante evento di christian music d'Italia e fra i più importanti d'Europa, si sono esibiti artisti provenienti da tutto il mondo a testimoniare le diverse religioni
Alexian ha presentato la nuova versione del Murdevele, il Padre Nosto in lingua romaní e ha rappresentato l'Italia insieme ad Ivana Spagna che si è esibita dopo di lui. Gli artisti di fama internazionale che hanno preso parte al Festival SUZAN LOPEZ (Brasile), GEORGES ELLYOTT (Guadalupa), NATHAN PRIME & ANNODOMINI (Gran Bretagna), LEADER VOCAL (Capo Verde - Francia), ABOU FALL (Senegal), TALAM (India), ValLimar JANSEN (Stati Uniti), STEVE ANGRISANO (Stati Uniti)
Per maggiori informazioni visitate il sito di Alexian Santino Spinelli http://www.alexian.it
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