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Gli Zingari fanno ancora paura?

La redazione
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 09/01/2007 @ 09:50:32, in media, visitato 1881 volte)

Da l'Espresso online, la parola ai diretti interessati

La commozione di Marinko Costantin Ventila, leader del Triboniano e ortodosso
Il capo dei nomadi in Duomo "Ora ci sentiamo cittadini veri"
Luigi Bolognini

Non sa, la signora impellicciata di leopardo che scambia segni di pace, che sta stringendo la mano al capo di quelli che forse le danno paure e angosce ogni volta che li vede nei tigì, nella vita di tutti i giorni e negli incubi notturni. I rom. Anzi, gli zingari: come Marinko Costantin Ventila, il leader del campo di via Triboniano che, anche se di religione ortodossa, ha voluto andare in Duomo a sentire di persona il discorso del cardinal Tettamanzi. E che, alla fine, è uscito con gli occhi gonfi dalla commozione.
Due ore filate in piedi, giusto la schiena ogni tanto appoggiata a una transenna, in una navata laterale del Duomo, mischiato tra il pubblico ad ascoltare litanie in ucraino, giapponese, coreano e congolese e a vedere balli dello Sri Lanka, al freddo. Messa così, sembrerebbe una specie di tortura. «E invece è un momento splendido, lo aspettavo da tanto. Adesso mi sento davvero e finalmente globalizzato. Perché le parole del cardinale arrivano subito dopo che siamo diventati ufficialmente cittadini dell´Unione Europea, mentre il Comune, la Provincia, le associazioni di volontariato e quelle diocesane hanno dato una risposta eccezionale all´incendio, una risposta che potrebbe essere la sistemazione definitiva per tanti di noi. L´anno si era chiuso davvero malissimo, con le fiamme che hanno bruciato una gran parte del campo. Sembrava la fine. E invece è stato un nuovo inizio, tutto è cambiato all´improvviso».
Ma la strada è ancora lunga, quasi come quella che ha fatto questo 52enne geometra dal 1991, l´anno in cui decise di abbandonare la sua Romania per cercare fortuna: «Tettamanzi parla di disagi, umiliazioni, fragilità dei migranti, e sono tutte cose che abbiamo davvero vissuto, giorno dopo giorno. Abbiamo girato davvero tutta l´Europa fino al 1995, quando siamo arrivati in Italia. Eravamo in 12, i primi rom della nuova immigrazione a Milano. Abbiamo dormito per mesi nei treni fermi nei depositi della Stazione Centrale, poi a Porta Garibaldi. In via Triboniano siamo dal 1998». Da allora Ventila ha cambiato alcuni lavori: «Il permesso di soggiorno è in regola, ma poi succede che scoprono che vivo in quel campo e finisce sempre allo stesso modo. Temo che perderò anche il posto che ho adesso, con tutta la pubblicità che mi è piombata addosso da quando c´è stato l´incendio del 31 dicembre. I pregiudizi sono più forti di ogni cosa».
Per questo quando Tettamanzi chiede «una città capace di risposte concrete, di risposte date nel segno molteplice e armonico della legalità, della sicurezza, dell´accoglienza, del rispetto dei diritti fondamentali della persona, in un clima di autentica socialità», annuisce soddisfatto. E quando il cardinale dice di volere rom «non semplici destinatari dei nostri interventi, ma protagonisti coinvolti attivamente e con la responsabilità dei loro diritti e doveri nella costruzione comune di una convivenza giusta, libera e solidale» apprezza, ma non si nasconde. «È vero, abbiamo dei diritti, ma anche dei doveri. E sappiamo bene che dobbiamo ancora lavorare su noi stessi. Abbiamo delle colpe: qualcuno di noi, non moltissimi ma sempre troppi, ruba o chiede l´elemosina agli angoli delle strade. E così ben presto gli italiani hanno paura o rispondono con violenza e intolleranza. Ma se succede che cerchiamo soldi in questo modo è perché non troviamo nessun lavoro. Dappertutto siamo odiati, i più odiati di tutti. Basta dire "zingari" che tutti reagiscono. Non è un problema solo italiano. Non è questione di Lega o non Lega».
Ma la speranza viene proprio da quello che è successo in questi giorni. Lo dice anche l´assessore Mariolina Moioli, unico politico presente in Duomo: «L´arcivescovo ci ha confermato che la strada dell´integrazione e della legalità è quella giusta». È della stessa idea Marinko Ventila: «Milano ce la può fare, Tettamanzi ha ragione. Abbiamo trovato tantissima gente che ci ha trattato bene, che non si è fermata ai pregiudizi, ma che ha saputo dialogare. Don Colmegna, certo. E anche l´Opera Nomadi. E poi tante persone comuni. Noi andiamo d´accordo con tutti. Anche con gli abitanti della via, che però prima fanno gli amici e cercano il dialogo e poi parlano male di noi alle nostre spalle. Ma noi non abbiamo problemi con loro, e vorremmo che anche loro non ne avessero con noi. Non siamo poi così cattivi, vogliamo solo vivere in pace». Proprio quella pace di cui scambia abbondanti segni in Duomo.

(07 gennaio 2007)

 
Di Fabrizio (del 09/01/2007 @ 09:17:41, in media, visitato 2116 volte)

Continuo con la saga del Giornale di ieri, con l'intervista a Dijana Pavlovic

"Le paure degli italiani non vanno fomentate. In questi giorni si sono moltiplicate voci su un'ipotetica invasione di neocomunitari bulgari e romeni portatori di criminalità. La paura è legata soprattutto ai rom. Dipenderà molto da come il Comune gestirà la politica sociale". Dijana Pavlovic, una bella e giovane rom che da otto anni vive a Milano. Attrice di teatro e stimata mediatrice culturale, collabora con l'Associazione Opera Nomadi. Nel 2006 si è candidata al Consiglio comunale nella lista Uniti con Dario Fo per Milano: "Non sono stata eletta - sostiene - ma è stata una bella sfida". Lei non rappresenta esattamente l'immagine che si ha dei rom: è elegante, colta, impegnata.

"Fin da piccola dovevo dimostrare di valere. Sono nata nel 1976 a Vrnjacka Banja, un paese al centro della Serbia. Mia madre appartiene all'antico gruppo etnico dei kalderas, noti per la lavorazione del ferro; mio padre è un tipico rom serbo stanziale da generazioni. Lui faceva il magazziniere e lei l'operaia nonostante una laurea in elettronica. Ai tempi di Tito tutti avevano il diritto allo studio. Io ero l'unica rom della scuola. Sono venuta a conoscenza della mia origine grazie a una compagna di classe che mi ha detto "Oggi tu hai avuto il voto più alto, ma resti una zingara". Ne fui turbata ma mia madre mi rassicurò: "C'è una cosa peggiore di esser zingari: essere maleducati Dopo il liceo scientifico mi sono laureata all'Accademia di Arte drammatica a Belgrado".

  • Cosa ricorda di quel periodo?

"Erano gli anni subito dopo la dissoluzione della ex Jugoslavia. Militavo nel partito democratico contro Milosevic. Era un periodo terribile: i bombardamenti a Belgrado nel '99, mio padre chiamato al fronte e un senso d'impotenza. A quei tempi ero già in Italia. Nel '97 avevo conosciuto un attore milanese durante un festival in Montenegro. Ci siamo sposati nel '99 e l'ho seguito a Milano. Un sogno ma anche molta amarezza".

  • Perché

"Ero lacerato tra la preoccupazione per la mia famiglia e la volontà di rimanere in Italia. Ho superato prima l'ostacolo della lingua per poter lavorare come attrice. Ho recitato per la Rai nella fiction "La squadra" e in varie produzioni teatrali, tra cui all'Elfo e al Parenti. Senza abbandonare l'impegno sociale".

  • A proposito del campo Triboniano?

In seguito all'incendio del 2006 c'è stato l'ennesimo dibattito. Non era difficile prevedere quali conseguenze avrebbe provocato raggruppare nei 3000 metri quadri di un parcheggio 500 persone con solo 8 bagni chimici, senza luce, acqua e gas, per poi abbandonarle per mesi dicendo che si trattava di una soluzione temporanea e aspettando che scoppiasse qualche altro incendio o fatto di cronaca nera per riparlarne".

  • Quali sarebbero le soluzioni?

"La questione non va affrontata né con il razzismo né con un buonismo inconcludente. No va poi fomentato il panico tra i cittadini al fine di mantenere i propri voti. Ovunque ci siano stati tentativi seri di integrazione la risposta è stata positiva. E' accaduto con le Cooperative rom che lavorano e pagano le tasse e con il progetto di mediazione culturale nelle scuole elementari (18 mediatrici rom) che ha fatto triplicare il numero dei bambini che vanno a scuola (500). Questa è la strada da seguire. Lasciando che le forze dell'ordine svolgano il loro lavoro con i delinquenti rom esattamente come con i delinquenti di ogni razza, fede e colore".

di Marina Gersony

 
Di Fabrizio (del 02/01/2007 @ 14:20:44, in media, visitato 2043 volte)

CAPODANNO: CAMPO NOMADI A FUOCO A MILANO
(AGI) - Milano, 1 gen. - E' stato quasi completamente distrutto dal fuoco il campo nomadi di via Triboniano a Milano. Le fiamme si sono sprigionate ieri pomeriggio verso le 16 e 30 e sono state domate solo cinque ore dopo. I vigili del fuoco stanno ora accertando le cause che da una prima analisi sembrerebbero accidentali. Gli stessi rom hanno riferito che le fiamme si sarebbero sprigionate da una stufetta elettrica. Nessun ferito grave fra gli occupanti. L'unico intervento delle auto mediche ha riguardato due bambini sotto shock trasportati all'ospedale Sacco per una visita. Gli sfollati sono un centinaio, trasportati con l'aiuto della protezione civile in diverse strutture di ricovero della citta', fra cui il dormitorio per clochard di via Barzaghi. Le operazioni di soccorso sono state seguite dall'assessore ai servizi sociali Mariolina Moioli presente sul posto. Dieci roulotte e trenta baracche bruciate e' il bilancio definitivo dei danni provocati dall'incendio. Gli occupanti del campo che erano stati fatti sfollare sono tornati nel campo trovando alloggio nelle baracche di parenti. Intanto in prefettura e' in corso il Comitato per l'ordine e la sicurezza che fara' il punto della situazione del campo nomadi di via Triboniano. Presenti oltre al prefetto Gianvalerio Lombardi, il questore di Milano Vincenzo Indolfi, il colonnello Enzo Bernardini, comandante provinciale dei Carabinieri, il sindaco Letizia Moratti. (AGI) -
011515 GEN 07 COPYRIGHTS 2002-2006 AGI S.p.A.

CAMPO NOMADI A FUOCO A MILANO: ISTITUITA TASK FORCE SICUREZZA
(AGI) - Milano, 1 gen. - Il campo nomadi di via Triboniano a Milano avra' un presidio permanente che ne garantira' la sicurezza. E' questa la decisione emersa oggi al termine della riunione del Comitato per l'ordine e la sicurezza in prefettura. "Garantiremo la presenza di una task force mista - ha detto il prefetto Gianvalerio Lombardi - per dare ai cittadini una concreta percezione di sicurezza". Il comitato e' stato convocato in seguito all'incendio divampato ieri pomeriggio nel campo nomadi che ospita piu' di 500 rom. Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, che in mattinata si e' recata sul posto, fa sapere che la task force sara' formata dalle forze del Comune, dalle forze dell'ordine e dalle forze sociali. Sempre per la sicurezza del campo di via Triboniano e' in programma un piano per suddividerlo in quattro sottostrutture. Il sindaco fa sapere che ne parlera' con le famiglie e annuncia: "Vogliamo siglare un patto di legalita' e solidarieta' con i capi famiglia in modo che vengano rispettate le condizioni di vivibilita' della struttura, sia per la sicurezza del campo, che dei cittadini residenti nelle zone adiacenti". Sulla questione legalita' daccordo don Virgilio Colmegna, direttore della Casa della carita', che ha partecipato al tavolo. "Insistiamo anche noi sul rispetto della legalita' - ha detto don Colmegna - e sul fatto che venga denunciata qualsiasi azione o situazione illegale del campo". Intanto nei prossimi giorni arriveranno 25 container, che verranno posizionati in una zona gia' bonificata del campo. Qui troveranno alloggio le famiglie rimaste senza dimora in seguito all'incendio. (AGI) -
011517 GEN 07 COPYRIGHTS 2002-2006 AGI S.p.A.

 
Di Fabrizio (del 04/12/2006 @ 10:02:17, in media, visitato 1879 volte)

L'unica radio rom di Belgrado, RTV Khrlo E Romengo, la Voce dei Rom, ha ricevuto il 27 novembre la decisione dell'Agenzia Trasmissioni Radio (RBA) di dover chiudere entro 8 giorni.

Questo significa che 105.000 Rom potrebbero perdere l'unica risorsa informativa su loro stessi. La Repubblica Serba non ha finanziato questo media ed ora le autoritò intendono chiuderla.

Aiutateci a risolvere questo problema con la RBA, a neutralizzare questa decisione e a continuare il nostro lavoro. Se volete supportarci, scrivete una mail all'indirizzo rra @ eunet.yu dandola vostra opinione su questo problema.

In fede
RTV Khrlo E Romengo, Voice of Roma.

 
Di Fabrizio (del 20/11/2006 @ 11:01:12, in media, visitato 2244 volte)

Un concorso aperto a giovani registi tra i 18 e i 30 anni, della Comunità Europea, Europa del Sud Est, Turchia e paesi del Caucaso. L'argomento deve riguardare l'argomento "Stile di sopravvivenza - Essere giovani in Europa - Un affare a rischio?" ed esprimere una visione personale sulla situazione dei giovani in Europa, come immaginano la loro futura situazione lavorativa, quanto la loro vita sia influenzata dalla mobilità e dalla migrazione in Europa.

Gli autori dei 30 migliori films selezionati saranno invitati a partecipare e presentare il loro film al Film Forum Gioventù Europea dal 12 al 18 marzo. Tutti i films devono essere recapitati entro il 15 dicembre 2006.

Informazioni dettagliate (moduli, lunghezza, formato ecc.) del concorso si possono trovare su http://nisimasa. imingo.net/ ?q=node/207

Il concorso è organizzato da NISI MASA (il Network Europeo del Cinema Giovane) col supporto del Consiglio d'Europa, per la campagna Tutti differenti, tutti uguali.

Buona fortuna

 
Di Fabrizio (del 07/11/2006 @ 10:10:25, in media, visitato 1968 volte)

PRAGA (30 Ottobre, 2006) - Un servizio pubblico che incoraggia i Cechi a controllare i propri pregiudizi, è stato messo in onda dal canale nazionale televPRAGUE [...] e nei cinema dallo scorso16 ottobre. Lo spot è stato creato dall'OnG Partners-Czech, per sfidare gli stereotipi sui Rom e sulle altre minoranze nazionali, ed è indirizzato verso gli adolescenti e i giovani adulti che ondeggiano nei pregiudizi sociali.

Lo spot di 30" comincia con un maschio non-Rom che è appena salito sul tram a Praga. Quando si accorge che gli è sparito il portafoglio, l'uomo incolpa una giovane Rom, immaginando che le abbia sfilato il portafoglio. Per terminare, un'altra giovane mostra all'uomo il suo portafoglio sul pavimento del tram e l'uomo capisce il suo errore. Nella sequenza finale, uno slogan ammonisce "Stai attento non solo alle tue proprietà, ma anche ai tuoi pregiudizi."

La campagna mediatica è parte del quadriennale Programma Integrazione dei Rom sviluppata da Partners for Democratic Change (Partners), Partners-Czech, Partners-Hungary e Partners-Slovakia. Partners-Czech ha prodotto lo spot con la collaborazione di Punk Film (www.punkflim.cz) e d.code (www.dcode.cz).

Inoltre [...] sono stati creati dei poster e un sito (www.predsudky.cz) per dare informazioni supplementari sulla campagna. I visitatori del sito possono scaricare video, immagini ed altro materiale (in lingua ceca ndr.).

Il Programma Integrazione dei Rom, attualmente all'anno finale, aumenta le opportunità politiche e sociali dei Rom e appoggia il dialogo interetnico e la cooperazione nella Repubblica Ceca, Ungheria e Slovacchia. Nelle tre comunità campione della Repubblica Ceca: Bruntál, Chomutov e Pardubice, Partners-Czech collabora con altre OnG e rappresentanti del settore privato per identificare i bisogni della comunità Rom e disegnare piani d'azione mirati. A livello nazionale, Partners-Czech promuove tavole rotonde, iniziative scolastiche e programmi per adottare sforzi nell'integrazione dei Rom. La United States Agency for International Development (USAID) ha finanziato le attività nei tre paesi con circa $ 2.8 milioni.

 
Di Fabrizio (del 27/10/2006 @ 10:16:55, in media, visitato 2728 volte)

Carissimi,

Vorrei annunciare che dalla scorsa settimana ho lanciato un'emissione TV da satellite con annunciatori/ospiti Rom. L'autore dei programmi è Asmet Elezovski, per la produzione Evropakiri Romani Televizija (TV SUTEL).

Me kamav te dav tumen informacija kaj kotar naklo kurko lija starto Tv emisija pe satelito e Romane misafiriencar.
O autori pe emisije si o Asmet Eleozovski, productija si pe Evropakiri Romani televizija (TV SUTEL).

Potete visionare ogni settimana a partire dalle 20.00 il programma "AMEN E ROMA '" via satellite
Intel sat 10-20 1 w
Frek. 12607
Sim.rate. 10127
Fec 3/4

Tumen situmen saipe te diken i programa sako luine-ponedelnik- monday katar 8 h caso pe rach : AMEN E ROMA" ko sateliti
Intel sat 10-20 1 w
Frek. 12607
Sim.rate. 10127
Fec 3/4

I primi ospiti sono stati  Samir Mile da Parigi che ha parlato della storia dei Rom e Adam Andrasz dalla Polonia, precisamente dal Roma Muzei a Tarnow, sulla cultura romani

Avdive misfairi si o Samir Mile from Paris France thaj Adam Andrasz Poland. Pe nagluno kotor ka ovel intervju e Saimir Milesa
pe histoprija thaj cacimata vi chib. Pe dujto kotor ka ovel sikavimos pe historija thaj kultura katar o Muzejo kotar Poland Warsaw.

Vi informeremo sulle prossime trasmissioni e sui prossimi ospiti.
Pe vaver emisia ka das tumen informacija ko ka ovel misafiri, gosto.

Devlesa
Asmet Elezovski

 
Di Fabrizio (del 24/10/2006 @ 09:52:09, in media, visitato 1661 volte)
Siamo zingari, ma saliamo in cattedra a darvi una lezione

di Massimiliano Melilli
Faceva freddo quella notte, ad Auschwitz. Eppure era agosto. L’agosto del 1944. Freddo, a volte, significa terrore. In otto ore, fu compiuta una strage. Una delle tante, in verità. Ma questa è “speciale”. Fa parte di un altro Olocausto, dimenticato e nascosto. Quattromila zingari - il più piccolo aveva sette anni e si chiamava Jan Holomek - furono uccisi con il gas, quella notte. Cinquecento esecuzioni ogni ora, un record dell’orrore. A Jan, quella sera, dissero che lo portavano dai genitori. Il bambino non vide più mamma e papà. Non poteva sapere che un’ora prima, anche a loro, avevano detto la stessa cosa: vi portiamo da vostro figlio. A morire, tutti.

Seicentomila morti. Tante furono le vittime della ferocia nazista. Erano tutti zingari. Da sempre minoranza in ogni Paese che li ospita (spesso, malvolentieri) gli zingari sono ormai parte fondante di un vasto repertorio di qualunquismi e giustizialismi sempre più radicati nelle nostre società: “Mi sembri uno zingaro”; “Fai il bravo piccolino, altrimenti gli zingari ti portano via”; “Sono bravi a leggere la mano e a rubare nei supermercati”.

La crescente generalizzazione (con relativa colpevolizzazione) sugli zingari, in Italia e in Europa, nasce dalla non-conoscenza della cultura e della tormentata storia di questo popolo. Lucidissima l’analisi di Daniell Soustre de Condat, autrice di un saggio illuminante: Rom, una cultura negata (Palermo 1997). “Davanti a colui che vuole introdursi con forza nel mondo Rom, lo zingaro si occulta. Perché questa società perseguitata dalla notte dei tempi, - spiega la saggista - si è organizzata così affinché le sollecitazioni che vengono dall’esterno, siano controllate da lei stessa al fine di non intaccarne la coesione sociale”. E’ per questo motivo che gli zingari hanno un nome per i non-zingari, “Gagi Kano Nav” e uno per loro, “Romano Nav”

 
Di Fabrizio (del 23/10/2006 @ 10:27:31, in media, visitato 1854 volte)

Tue Oct 17, 2006 3:02 PM ET BERLIN (Reuters) - Un gruppo tedesco che rappresenta gli interessi dei Rom ha compilato martedì scorso una lettera di protesta contro una commedia che viene rappresentata in Germania in questi giorni.

"Lo accusiamo di diffamazione e incitamento alla violenza contro Sinti e Rom" dice Marko Knudsen, del Centro Europeo di Ricerche sull'Anti-Ziganismo. [...]

Il film "Borat: studio culturale sull'America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan" che andrà in onda il 2 novembre, il caratterista Ali G interpreta un giornalista televisivo del Kazakhstan in viaggio negli Stati Uniti.

Il film non solo mostra come accettabile la violenza e la discriminazione contro i Rom, ma se la prende anche con gli Ebrei, inoltre è misogino e omofobico.

[...]

© Reuters 2006. - Fonte Roma_und_Sinti

 
Di Fabrizio (del 11/10/2006 @ 10:06:38, in media, visitato 1733 volte)

Un video su di un gruppo di Rom rumeni, richiedenti asilo in Francia

QUI

Fonte: Roma (Gypsies) and Friends

 

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