Richiediamo chiarezza. Di Rom si parla poco e male, anche quando il tema delle notizie non è "apertamente" razzista o pietista, le notizie sono piene di errori sui nomi e sulle località
Giovedì 20 novembre 2008 - Ore 10.00 Provincia di Viterbo
Palazzo Gentili - Sala Conferenze
Via Aurelio Saffi, 49 Viterbo (VT) www.24marzo.it
COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Principi Fondamentali - Art. 3: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla
legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,
che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il
pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i
lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
RAZZA = RAZZISMO Riflessioni a settant’anni dalle leggi razziali
Daniela Santucci, ricercatrice dell’Istituto Superiore di Sanità "La biologia delle razze animali"
Marcello Gentili, avvocato penalista "La legislazione razzista italiana del 1938"
Vera Vigevani Jarach, scrittrice e Madre di Piazza di Maggio "La via dell'emigrazione degli ebrei in Argentina"
Giulia Spizzichino, della Comunità ebraica di Roma "La vita nel ghetto di Roma: dalle persecuzioni, alle deportazioni, alle Fosse
Ardeatine"
Giorgio Bezzecchi, Presidente Vicario Nazionale dell'Opera Nomadi "Le persecuzioni dei zingari italiani: dalle schedature ad Auschwitz"
Maurizio Pagani, Presidente della Opera Nomadi di Milano "Le politiche pubbliche verso le minoranze zingare"
L' associazione culturale Thèm Romanò organizza, nell'ambito della stagione
teatrale 2008-2009 del Comune di Lanciano, in collaborazione con l'
Istituzione Deputazione Teatrale a partire dalle ore 21.30 di sabato 15
novembre a Lanciano presso il Teatro Fedele Fenaroli la quindicesima edizione
del...
Uno dei ragazzini aveva subito un furto in casa e ha dato la colpa ai
circensi
I luoghi comuni, gli stereotipi sono difficili da cambiare. Un ragazzino di 16
anni giorni fa aveva subito un furto in casa. Con un’ardita associazione mentale
ha pensato immediatamente agli zingari. E quando ha visto il cartello
pubblicitario di un circo ha dato subito la colpa a loro. E, insieme ad un
amico, ha subito escogitato una vendetta: lanciare una molotov contro il
tendone.
E’ questa l’assurda motivazione data per “giustificare” una cosa tanto grave.
Poteva essere una strage, ma per fortuna non è andata così. Dopo la paura, i
lavoratori del circo parlano tranquillamente con i cronisti. «Non abbiamo avuto
problemi con nessuno, la gente del posto ci saluta con cordialità, i nostri
bambini da una settimana frequentano le scuole della città. Non è la prima volta
che veniamo a Sarzana è una città accogliente dove ci siamo sempre trovati bene
- racconta una giovane donna con l’aria spaventata che ben interpreta lo stato
d’animo dei circensi che poi continua - Questa bravata poteva costare davvero
cara: se la bomba fosse stata lanciata di notte avremo potuto bruciare tutti
quanti, insieme ai nostri bambini».
«Il nostro è un circo grande, una cittadella recintata - dice Francesca Karoli,
contitolare del circo - Quel gesto poteva distruggere le nostre vite, il nostro
lavoro di anni di sudore. Giriamo l’Italia da anni e anche i paesi vicini, non
ci è mai accaduta una cosa tanto grave. Siamo sconvolti!». Dopo il lancio delle
molotov nel recinto dei cavalli tra la gente del circo Karoli si respira un’aria
di paura. L’ ordigno è stato gettato poco prima dello spettacolo pomeridiano che
ospitava un gran numero di bambini e le loro famiglie. Solo per un caso la bomba
non è esplosa: nella stalla, poco distante il tendone già gremito di persone, si
trovavano una trentina di cavalli ed è facile immaginare che se i quadrupedi si
fossero spaventati per lo scoppio dell’ordigno, all’interno dell’area del circo
sarebbe stato il caos.
I responsabili del gravissimo gesto, sono due ragazzini di 16 anni uno residente
a Sarzana e l’altro a Vezzano. Entrambi sono subito stati individuati dai
carabinieri che li hanno fermati e denunciati al Tribunale dei minori di Genova.
La cronaca della terribile giornata ha avuto inizio poco prima delle ore 17,
quando i due con gli scooter, si erano fermati in via Silea, proprio dietro il
grosso parcheggio della variante Aurelia (ex “area Gerardo”) dove in questi
giorni fa tappa il circo Karoli. Uno dei due, acceso l’innesco di una bottiglia
incendiaria, l’ha lanciata nell’area delle scuderie, dove si trovavano una
trentina di cavalli.
Poi sono fuggiti a tutta velocità. L’azione però è stata vista da un testimone
che è riuscito ad annotare – seppur in maniera parziale e confusa entrambe le
targhe. Per un caso fortuito la bottiglia, rimbalzata sul tetto della stalla e
caduta sul cortile, proprio in mezzo ai cavalli, non s’è rotta e quindi la
benzina contenuta non è esplosa.
Uno degli stallieri, vista la fiammata, è subito accorso e ha prontamente spento
l’ordigno. Immediata la chiamata al 112. Diramate le ricerche, i due ciclomotori
sono stati presto trovati. Infatti, due mezzi corrispondenti alla descrizione e
con le targhe compatibili a quelle parziali riportate dal testimone, erano
parcheggiati, col motore ancora caldo, uno a fianco all’altro nel parcheggio di
Porta Romana. I giovani proprietari erano poco distante, come nulla fosse, a
chiacchierare con alcuni amici presso il monumento di piazza Garibaldi, in pieno
centro a Sarzana.
Accompagnati in caserma, i ragazzini hanno subito confessato, permettendo anche
di ritrovare il panno usato per l’innesco e l’accendino che, insieme alla
bottiglia e ai due motorini, sono stati sequestrati. In caserma sono arrivati
anche i genitori dei giovani: non volevano credere a quello che avevano fatto i
loro figli. I due sedicenni sono accusati di fabbricazione, detenzione e porto
materiale esplosivo e tentato incendio doloso.
Di Fabrizio (del 10/11/2008 @ 11:08:54, in Italia, visitato 1762 volte)
Ricevo da Tommaso Vitale
Il Coordinamento Rom (ACLI; Arci; Associazione Liberi; Associazione Nocetum; Associazione Oltre il Campo; Aven Amenza; Caritas Ambrosiana; CGIL
Milano; Comitato per le libertà e i diritti sociali; Comitato Rom e Sinti
Insieme; Comunità S.Egidio; Fondazione Casa della Carità; Gruppo Abele; Naga;
Opera Nomadi; Padri Somaschi) organizza un
Incontro con le associazioni e con gli operatori del diritto su: Combattere la discriminazione strutturale contro i ROM: cause
strategiche e ruolo della società civile
con
Lilla Farkas Avvocato esperto in tutela dei diritti umani,
Componente del Network of Independent Experts in the Non-discrimination Field
della Commissione Europea e dell’ Hungarian Equal Treatment Authority
e
Mariana Berbec Rostas Associate Legal Officer for Legal Capacity
Development Program, Legal Aid and Community Empowerment Clinics della Open
Society Justice Initiative
Camera del Lavoro di Milano
corso di Porta Vittoria 43
Sala De Carlini 12 novembre 2008 Ore 19.30
L’incontro sarà l’occasione per riprendere la discussione sulla
costituzione a Milano di un Osservatorio sui diritti fondamentali, sui possano
aderire operatori del diritto, docenti ed esperti che intendono far valere gli
strumenti legali di lotta alla xenofobia, al razzismo e alle discriminazioni e
di tutela dei diritti fondamentali.
L'idea "buona" di
schedare i Senza Dimora l'aveva già avuta Alemanno ad
agosto. Adesso rispunta dal cappello della Lega insieme a un'impressionante
cocktail di porcherie e ieri sera è stata inserita nel "pacchetto
sicurezza", in votazione martedì. Questo il testo dell'emendamento:
Dopo il comma 3 dell'articolo 2 della legge 24 dicembre 1954, n. 1228 è
aggiunto il seguente:
"3-bis. 1. E' comunque istituito presso il
Ministero dell'interno un apposito registro delle persone che non hanno
fissa dimora. 2. Con decreto del Ministro dell'interno, da adottarsi nel
termine di 180 giorni dall'entrata in vigore della presente legge, sono
stabilite le modalità di funzionamento del registro di cui al comma 1
attraverso l'utilizzo del sistema INA-SAIA.".
Il vizietto di schedare le persone anziché occuparsi dei loro problemi resta. Il
problema in questione è la residenza. La mancanza di residenza
anagrafica impedisce ai senza dimora di accedere ai propri diritti, perché li
rende invisibili rispetto alla burocrazia. In molti comuni si è provveduto, in
molti altri no: se si vuole fare qualcosa si parta da questo.
La sicurezza è prima di tutto un diritto delle persone più fragili. Spero che
qualcuno se lo ricordi, prima o poi.
L'Espresso- Repubblica di Sandro Mortari: Basta raduni dei sinti al
Migliaretto Il Comune ha destinato l’area solo a manifestazioni sportive!
Basta mega raduni al Migliaretto con tanto di tendone sotto il quale si radunano
centinaia di persone, come ogni anno succede, sul finire dell’estate, con i
sinti evangelici. Porte sbarrate anche per i turisti che arrivando a Mantova in
camper decidessero di occupare le piazzole attrezzate con luce e acqua corrente.
D’ora in poi quell’area attigua ai campi di calcio, rugby, atletica e agli
impianti di tiro a segno e per il motocross avrà un uso esclusivamente sportivo.
L’unica eccezione sarà fatta per le roulottes e gli autocaravan degli esercenti
che installeranno le loro giostre, bancarelle e attrazioni varie al luna park
del Te, in occasione della fiera di Sant’Anselmo. Ma solo per quanto riguarda
l’occupazione dell’area attrezzata.
Tutto il resto dell’area (ad eccezione del sedime recintato, considerato
ancora aeroporto dall’Ente nazionale per l’aviazione civile) sarà off limits. O
meglio, potrà essere utilizzato solo in funzione delle manifestazioni sportive
che verranno organizzate dalle società che gestiscono gli impianti sportivi
nella zona.
Il giro di vite è stato deciso dalla giunta comunale dopo che il raduno della
missione evangelica zigana dello scorso settembre aveva costretto i dirigenti
del rugby Mantova e Viadana ad annullare il tradizionale torneo dei due fiumi.
La decisione da parte delle due società sportive era stata presa perché 200
camper e più di 400 persone arrivati da tutt’Italia per il raduno annuale degli
evangelici sinti avevano ridotto di molto gli spazi attorno agli impianti
sportivi, abitualmente utilizzati da chi li frequenta. Inoltre, vari
sopralluoghi della Polizia comunale avevano accertato la pericolosità per la
circolazione pedonale e veicolare. Una situazione che solitamente si prolunga
per due settimane, da metà a fine settembre. «Era un atto dovuto - dice
l’assessore allo sport Fabio Aldini -. Le esigenze delle società sportive
andavano salvaguardate. Se l’assemblea della missione evangelica zigana chiederà
di venire a Mantova anche l’anno prossimo troveremo un’altra area».
La delibera della giunta comunale parla chiaro: dopo aver stabilito «la
vocazione prevalentemente di natura sportiva e ricreativa» del Migliaretto,
viene vietato l’utilizzo di quell’area «per qualsiasi manifestazione che non
abbia carattere sportivo, ad eccezione dell’area attrezzata per la sosta dei
caravan e delle roulottes utilizzate dagli operatori esercenti lo spettacolo
viaggiante». (02 novembre 2008)
Actualité Boulogne - 07.11.2008, 04:58 - La Voix du Nord
Annullato dal tribunale amministrativo a febbraio, l'arresto anti-mendicità
deciso dal sindaco di Boulogne, ha nuovamente occupato la giustizia. Il 30
ottobre, gli avvocati del comune e quelli della Lega dei Diritti dell'Uomo si
sono nuovamente scambiati i loro argomenti a Lille.
Nel febbraio 2008, il tribunale amministrativo aveva condannato il sindaco di
Boulogne ed annullato l'arresto anti-mendicità preso nel 2007.
La Lega dei Diritti dell'Uomo, a fianco dei Rom sin dal loro arrivo due anni
fa, aveva fatto un reclamo ed aveva anche ottenuto una vittoria contro il
sindaco di Wimeureux... che aveva deciso di non ricorrere in appello.
Frédéric Cuvillier invece ha contrattaccato. E' stata la corte d'appello
amministrativa che ha ripreso il dossier evocato il 30 ottobre scorso. "Ho
deposto le stesse conclusioni della prima istanza", spiega la signora Calonne,
avvocato della Lega, vale a dire che stima che le misure erano senza dubbio
sproporzionate nei confronti del rischio incorso: il famoso disturbo all'ordine
pubblico. In attesa della decisione della corte, che potrebbe arrivare molto
presto, nessun arresto proibisce più la mendicità. Il sindaco stima che "ormai
ci siano meno" mendicanti in città.
Di Fabrizio (del 09/11/2008 @ 09:32:43, in sport, visitato 1812 volte)
"Effettivamente, se stasera bruciassero le tende degli zingari, domani
potremmo vincere la partita di calcio… Se brucia anche la casa di Andrei, che è
fortissimo, domani non verrà a scuola".
Questo pensavo ieri sera, dopo aver origliato le discussioni da grandi che mio
padre faceva nella tavernetta con i suoi amici. Mi aveva detto: "Andrea, vai in
camera tua che dobbiamo fare discorsi da grandi!" Ero già molto agitato perché
oggi si doveva giocare ancora, a scuola, una partita del torneo di calcetto.
Ieri pomeriggio mio padre aveva occupato il telefono per più di due ore. Appena
metteva giù la cornetta, il telefono squillava di nuovo e papà urlava: "Adünansa…
ci troviamo da me, prima di cena, vedi di trovare anche Giuanin il Viscunt e il
Vunsc, Magher, Ratt, Tigher, Diaul, Busciun, Quader, Esercent, tucc!".
Tra tutti i sopranomi che avevano gli amici di papà Esercent era quello che mi
piaceva di più. Sembrava il nome di un rapper d’oltreoceano. Gli amici
chiamavano mio padre Parabula, forse perché ogni volta che iniziava un discorso
diceva: "Par esempi…". Invece la mamma diceva che lo chiamavano così perché era
un po’ la sua storia di impegno politico. E mia madre chiamava Parabula anche lo
zio, il fratello del papà, che è nel sindacato. Ieri sera erano tutti lì, tranne
lo zio, nella tavernetta di sotto, e Giuanin diceva: "Dobbiamo mandarli via quei
baluba. Quelli che rubano nelle case e rubano i bambini e ammazzano la gente…
zingari comunisti mangiabambini…"
Il mio sogno è quello di fare il calciatore. E sogno di fare gol come Mutu. Lo
avevo visto quando ero andato allo stadio con il nonno, a San Siro. Il nonno
m’aveva detto: "Si va allo stadio, Andrea. Per vedere il bel calcio e fare
festa".
Oggi invece, a scuola, si doveva giocare contro quelli della sezione B,
fortissimi. E sono diventati ancor più forti da quando è arrivato Andrei, “il
rom”. Io invidio Sergio, il mio amico d’infanzia, non mi vergogno e gliel’ho
detto in faccia. Sergio è il mio vicino di casa e siamo stati compagni di classe
fino all’anno scorso. Poi Sergio ha cambiato sezione da quando mio padre aveva
detto, alla riunione coi genitori, che la sezione A doveva rimanere degli
italiani e non si dovevano inserire ragazzi stranieri. "E nemmeno terroni…"
aveva aggiunto papà a denti stretti mentre si sedeva. Ma ormai gli altri
genitori l’avevano sentito ed il padre di Sergio ha deciso di spostare suo
figlio in un’altra classe.
Sergio fa le vacanze estive dai nonni a Palermo. Nella sezione B ha in classe un
cinese, un marocchino, due filippini, un romeno e due zingari “rom”. "I rom non
sono romeni", dice Sergio. Glielo ha spiegato Gabriel, il compagno romeno. Ma
Andrei e Sergiu, i due rom, vengono dalla Romania. Giocano benissimo a pallone.
Arrivano ogni giorno a scuola con un pulmino. Vivono in un campo nomadi in delle
“tende provvisorie”. Li hanno mandati via dalle baracche di un altro campo.
"Sono un po’ vivaci, come noi" dice Sergio. E sono anche fortissimi nella corsa
e nel calcio.
Sotto, nella tavernetta, mio padre stava urlando parolacce, ieri sera.
E domenica gioca il Milan, andremo allo stadio… Anche lì papà dice le parolacce…
Ieri sera papà ha tirato fuori la maglietta con la scritta: Tegn dur contro il
sud magrebino. "Non si sa mai", ha detto alla mamma.
Quella maglietta papà l’ha comprata qualche anno fa, a una festa dove erano
tutti vestiti di verde, come dei marziani o come la squadra dell’Irlanda. C’era
un rito dell’acqua e tutti che gridavano: "Fuori i terroni dall’Italia, fuori
l’Italia dalla Padania, fuori la Padania dall’Italia, e fuori l’Italia
dall’Europa…". Poi col tempo hanno cambiato, gridano lo stesso, ma cose tipo: "Fuori gli zingari dall’Italia” e
"Tutti i baluba a casa loro".
Ricordo che c’era quella volta un uomo col fazzoletto verde che urlava al
microfono: "Noi quella gente non la vogliamo, padroni a casa nostra, stiamo bene
da soli…".
Io pensavo che è triste vivere da soli. Si era agitato per un’ora quel signore
col microfono. E tutti si agitavano con le bandiere quando lui alzava la voce,
diciamo ogni due minuti circa. Aveva sbagliato qualche congiuntivo il signore
col fazzoletto, ma ho capito che non era il momento per farglielo notare a mio
padre.
Papà era impegnato a urlare, con bandiera verde legata al collo e con il volto
rosso carminio: "Se-ces-siò-ne, Se-ces-siò-ne, Se-ces-siò-ne".
C’erano tutti a urlare e agitare bandiere: Giuanin il Viscunt, il Vunsc, Magher,
Ratt, Tigher, Diaul, Busciun, Quader, Esercent. Col ritmo un po’ rap. "Se-ces-siò-ne,
Se-ces-siò-ne, Se-ces-siò-ne". Il via alle urla l’aveva dato ancora l’uomo col
microfono. Quello con la voce rauca, quello che poi mio padre aveva messo sul
desktop del computer, a casa. La foto di quell’uomo vestito da Zio Sam con la
scritta: "Mì te voeuri!"
Ogni volta che accendevo il pc mi ritrovavo la faccia di quell’uomo, con il
cilindretto, il frac e il dito puntato minaccioso: "Mì te voeuri!". Altro che
uomo nero. L’uomo verde ad ogni accensione del computer: "Mì te voeuri… mì te
voeuri!" Era diventato l’incubo dello schermo, il tormento del monitor. "Mì te
voeuri…?" In qualche modo l’uomo verde se l’era preso, mio padre. Infatti papà
ogni tanto tornava la sera in garage vestito di salopette, come un imbianchino,
sporco di vernice bianca e verde. E sentivo che diceva alla mamma che lo
aspettava con il vin brulé: "Che ciulada sul cavalcavia!".
Scriveva sui muri di cemento cose tipo "Padania libera, Padania ai padani" e
altri slogan sentiti al rito dell’acqua. Lo zio sindacalista, prendendolo in
giro, le chiamava "installazioni artistiche".
Non penso che lo chiameranno mai alla Biennale di Venezia per una scritta da
cavalcavia tipo "romaladrona, padaniastato"…
Per il compleanno il papà aveva regalato alla mamma, tempo fa, un "elegante set
cucina sale pepe serigrafato con sole delle alpi", ordinato su Internet. La
mamma aveva detto: "Adesso anche i miei regali sono diventati sovvenzioni per il
partito". E ha messo il suo regalo nella tavernetta, per le riunioni degli amici
di papà. Che a volte giocano al Risik Padan. E bevono grappa "Va’ Pensiero".
Papà dice che il comunismo ha fatto tante vittime e che non bisogna falsificare
la storia. Lo zio gli risponde che forse è vero ma neanche bisogna dimenticare
quando noi andavamo in America. Il papà dice che lo zio andrà all’inferno per
quel "forse" e che noi però non eravamo "con le toppe al culo". Lo zio risponde:
"Allora per chi fate la “toppa Sole delle Alpi”?".
Mio padre sotto la doccia canta: "Va’ pensierooo…". Che poi lo zio gli dice: "A
furia di lavà el penser… ghe n’è pù… l’è andaa…". La mamma a volte fa dei lunghi
sospiri e dice che quei due, fratelli, prima o poi si prenderanno a botte.
Lo zio ha sposato una pugliese. Papà chiama anche lei, quando non c’è la zia,
baluba. "Maschile o femminile, sempre baluba è" mi disse papà quando gli chiesi
se anche mio cugino fosse un “balubo”.
Il papà dice: "Ognuno a casa sua". Che tristezza, ognuno a casa sua! E ieri sera
dicevano, nella tavernetta, gli amici di papà: "Organizziamoci, difendiamo il
nostro… fratelli sul libero suol, meniamo i baluba… contro i baluba… uniamoci!".
E poi sono usciti tutti insieme, ringraziando mia madre per la torta. E mia
madre scuoteva la testa, preoccupata.
Allora, se Andrei non si fosse presentato a scuola per il torneo noi avremmo
sicuramente vinto… Andrei gioca scalzo ed è fortissimo. Sogna di fare gol come
Inzaghi. Un giorno, all’intervallo, quando Sergio me lo ha presentato, gli ho
detto: "Ciao, sono Andrea, quasi come Andrei. Ma tu, se giocasse Italia contro
la Romania, chi tiferesti?". Andrei mi aveva risposto "la Romania", anche se
dicono che lui è rom. Però viene dalla Romania. E aveva aggiunto: "Ma comunque
deve vincere il migliore. E se nessuno migliore va bene anche uguale".
"Uguale?" ho chiesto io perché non capivo. "Sì, uguale, cioè pareggio", m’aveva
risposto Andrei. Ma oggi non si è giocata la partita del torneo, a scuola.
Andrei è arrivato tardi a scuola, lo hanno portato, col solito pulmino, delle
persone grandi, preoccupate. Anche le prof erano preoccupate.
All’intervallo Andrei raccontava a Sergio: "Oggi tenevo stretto per mano mio
papà… hanno bruciato le nostre tende… non si sa chi è stato. Papà dice che è
gente razzista… “razzista” sembra cattivo… se brucia le tende in cui dovevamo
abitare… forse lo è…"
"Era arrabbiato mio padre" - raccontava Andrei a Sergio - "voleva dire tante
cose ai giornalisti ma secondo me sbagliava qualche parola. Io imparo
l’italiano, non è facile ma papà dice di studiare che così avrò più fortuna di
lui nella vita e saprò anche difendermi con le parole e parlare bene coi
giornalisti".
Questo pensava Andrei oggi, nel giorno della partita del torneo a scuola. È
venuto lo stesso a scuola e ci ha detto che gli dispiaceva per la partita ma
anche perché ora sentiva dire che si doveva traslocare di nuovo, proprio sotto
Natale, come un anno fa, perché si diceva che la gente qui non li vuole. Proprio
ora che suo padre aveva trovato un lavoro e sua madre era contenta perché non si
doveva più andare in giro a chiedere la carità, come qualche mese fa.
E ci ha detto Andrei che ieri sera erano pure felici, era il compleanno di sua
sorella Adela, era venuto il Don, Massimone, Maria Grazia e tanti amici a
portare una torta ed una bambola. Per Adela era il primo vero compleanno. Ma
forse, diceva lei, non avrebbe potuto mai collezionare bambole. Traslocavano
troppo spesso.
Mi dispiaceva vedere Andrei così triste. Poi lui mi ha detto: "Se vuoi possiamo
giocare a pallone insieme qualche volta, se troviamo un luogo dove giocare…".
Avvertenze per i lettori: In quella scuola andavano anche Adela, Elena,
Elisabeta, Georgia ed erano compagne di Adele, Elena, Elisabetta, Giorgia.
La faccia di quel signore vestito da Zio Sam che punta il dito: "Mì te voeuri!"
esiste. E pure il Risik Padan. E se volete sapere di più delle ciulade padane
fatevi un giro in rete.
Avete fato un po’ fatica a districarvi tra Andrea e Andrei, tra Sergio e Sergiu?
Affari vostri. Quella piccola differenza nei nomi vi ha disturbato nella
lettura? Affari vostri.
Quella piccola differenza nei nomi racconta molte altre differenze nelle loro
vite. Ma non nei loro sogni da bambini. Che sono affari nostri, di tutti. Anzi,
ci riguardano.
Dedica:
Ai ragazzi che menano il balòn sul campo di calcetto in un parco di Milano.
Ai sognatori che hanno regalato loro il campo per giocare, i palloni e qualche
sogno in più.
A coloro che rendono i sogni dei bambini realtà.
Mihai Mircea Butcovan è nato nel 1969 in Transilvania, Romania. In
Italia dal 1991, vive a Sesto San Giovanni e lavora a Milano come educatore
professionale. Vincitore nel 2003 del premio "Voci e idee migranti", ha
pubblicato il romanzo "Allunaggio di un immigrato innamorato" (Lecce, Besa 2006)
e con la raccolta di poesie "Borgo Farfalla" (Eks&Tra 2006) ha vinto, nel 2006,
la XII edizione del Premio Eks&Tra. Collabora con vari giornali e riviste, tra
cui Internazionale.
Di Fabrizio (del 09/11/2008 @ 09:25:42, in Italia, visitato 2374 volte)
(AGO PRESS) "La Zingara rapitrice" è il tema di una conferenza stampa che si terrà lunedì 10 ottobre (alle 12.30 ndr) a Roma presso la sala Marconi della Radio Vaticana. Promossa dalla Fondazione Migrantes, sarà l'occasione per presentare una ricerca commissionata al Dipartimento di Psicologia e Antropologia Culturale dell’Università degli Studi di Verona sui presunti tentati rapimenti, addebitati ai rom nell’arco di tempo che va dal 1986 al 2007 in Italia. I casi sono stati individuati e analizzati partendo dalle notizie fornite dalla stampa nazionale e esaminati attraverso la consultazione dei fascicoli nei diversi tribunali italiani. Il risultato principale che emerge dalla ricerca è che "non esiste alcun caso in cui viene commesso un rapimento. Nessun esito, infatti, corrisponde ad una sottrazione dell’infante effettivamente avvenuta e provata oggettivamente. Anche laddove si apre un processo, il fatto contestato viene sempre qualificato come delitto tentato e non commesso, le cui circostanze aprono ad una complessa valutazione - all’interno della quale possono a volte far capolino le categorie del senso comune - dell’esistenza o meno della volontà dolosa".
Durante la conferenza stampa saranno presentati anche i dati di un’altra ricerca volta a verificare quanti bambini figli di rom e sinti siano stati dati in affidamento e/o adozione dai tribunali dei minori italiani a famiglie "gagè", non zingare.
Università degli Studi di Firenze - Facoltà di Giurisprudenza
Da qualche secolo la coesistenza con "zingari", "nomadi", "Rom" è un problema
irrisolto della società europea. Inconciliabile "diversità culturale"?
Irriducibile
pregiudizio e intolleranza? Qualunque prospettiva si adotti, è inevitabile
osservare come l'azione politica si trovi a ricorrere agli strumenti del
diritto, confrontandosi con i suoi vincoli e limiti.
In otto incontri, aperti a tutti, chi voglia comprendere cosa gli Stati hanno
fatto, e possono fare, rispetto alla "questione zingara", avrà a disposizione
un'occasione di confronto con persone che, da vari punti di osservazione, hanno
cercato di interpretare fatti e contesti.
Gli incontri si svolgono presso il Polo delle Scienze Sociali di Novoli,
palazzina D5, aula 0.10. Per informazioni:
Università degli Studi di Firenze
Dipartimento di Diritto Comparato
e Penale, via delle Pandette 35,
50127 Firenze
e-mail: francesca.mariani@unifi.it
LEZIONI APERTE Venerdì 14 novembre, ore 12.00, "Modernizzazione giuridica e 'questione
zingara' nella formazione degli ordinamenti europei", lezione introduttiva di
Alessandro Simoni.
Sabato 15 novembre, ore 9.00, "L'identità rom nella prospettiva dei
giuristi: esiste una specificità italiana?", lezione introduttiva di
Alessandro Simoni.
Giovedì 20 novembre, ore 12.00, "Una libertà ripugnante? Mendicità, Rom e
politiche di 'legalità urbana' in Italia, Inghilterra, Francia e Stati Uniti",
lezione-discussione con Alessandro Simoni.
Venerdì 21 novembre, ore 12.00, "Una pregiudiziale antizingara nella
cultura delle istituzioni?", lezione-discussione con Eva Rizzin,
OsservAzione. Centro di ricerca azione contro la discriminazione di Rom e Sinti.
Sabato 22 novembre, ore 9.00, "Le ordinanze 'emergenza nomadi': diritto,
anti-diritto o politica?", lezione-discussione con Nazzarena Zorzella,
avvocato in Bologna, e Costanza Hermanin, Ricercatrice, Istituto Universitario
Europeo.
Giovedì 27 novembre, ore 12.00, "La mitologia antizingara e la macchina
del diritto", lezione-discussione a partire dal volume di Sabrina Tosi
Cambini, La zingara rapitrice. Racconti, denunce, sentenze (19862007), Roma,
CISU, 2008. Partecipano l'autrice e Carlotta Saletti Salza, antropologa,
Università di Torino.
Venerdì 28 novembre, ore 12.00, "La costruzione del 'problema zingaro' e
la partecipazione politica di Rom e Sinti", lezione-discussione con Nando
Sigona, ricercatore presso il Refugee Studies Centre, University of Oxford .
Sabato 29 novembre, ore 9.00, "I Rom e lo Stato. Una prospettiva
storico-antropologica", lezione-discussione con Leonardo Piasere,
professore di antropologia culturale nell'Università di Verona.
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