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\\ Mahalla : VAI : Regole (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 18/12/2005 @ 14:53:13, in Regole, visitato 1787 volte)
Raga, quando volete liberare un posto in treno, spruzzatelo col disinfettante, lasciate stare i cazzotti.
pidocchio
Nella foto (lapelle.it): altri passeggeri fastidiosi
 
Di Fabrizio (del 16/12/2005 @ 05:47:45, in Regole, visitato 1898 volte)
doc-30520
Articolo precedente:

"Gens du voyage": Esclusi ma tassati
 
Parigi, lunedì 5 dicembre. La "gens du voyage" ha manifestato da Place de la Republique alla Bastiglia, contro l'emendamento adottato dall'Assemblea Nazionale il 22 novembre 2005, che ha istituito una tassa del valore di 75 Euro a mq per chi abita in una casa mobile, che si traduce in grossomodo 1.000 euro se è un caravan di medie dimensioni. L'emendamento, che dovrà essere nuovamente poratto in commissione, potrebbe portare a una mobilitazione nazionale.

"Latche drom" in lingua zigana significa "buon viaggio". La nozione di nomadismo fa parte integrante della cultura o dei bisogni delle popolazioni gitane e zigane raggruppate sotto il nome di "gens du voyage". Il nomadismo non significa movimento perpetuo o viaggio senza sosta, e anche i non sedentari hanno bisogno di scuole, servizi sanitari e lavoro. Etichettati come SDF (senza fissa dimora) sulla carta d'identità e sul libretto di circolazione, da far vistare ogni mese dalla gendarmerie, la gens du voyage si ritrova in una empasse sociale dove naviga tra legalità e illegalità per aprofittare di quei diritti elementari a cui tutti i cittadini hanno accesso (sanità, scuola alloggio). Un emendamento votato dall'Assemblea Nazionale settimana scorsa, li obbliga a una tassa d'abitazione di 75 Euro a mq, che per una carovana di medie dimensioni può quindi essere compresa tra i 750 e i 1.000 euro, sotto forma di bollo, somma da versare ai comuni che hanno previsto l'approntamento di aree di sosta specifiche.

La legge Besson del 5 luglio 2000 chiede ai comuni con più di 5.000 abitanti definiti secondo uno schema dipartimentale, a prevedere ed attrezzare aree di sosta di lunga durata e aree di passaggio "valutando preventivamente bisogni ed offerta esistenti, annotando frequenze e durata del soggiorno, possibilità di scolarizzazione dei bambini, accesso alle cure ed esercizio di attività economiche", questo entro due anni dalla pubblicazione dello schema dipartimentale, e ottenendo in questo tempo le autorizzazioni prefettizie per l'acquisizione dei terreni e il realizzo delle aree d sosta a nome e per conto del comune.

Col solito immobilismo, la data attuativa è stata continuamente rinviata e nessuna sanzione è stata richiesta. Per favorire la creazione di queste aree, il governo finanzia il 70% dei lavori, di una somma spesso considerata inferiore al vero. Ulteriori aiuti per finanziamenti, investimenti e gesione arrivano dal Consiglio Generale, e altre facilitazioni per la presenza di minori. Come contropartita, la legge Besson permette ai comuni che abbiano realizzato aree di sosta, di proibire la sosta alla gens du voyage sul resto del territorio, ricorrendo alle forze dell'ordine per espellere i contravventori e verbalizzare l'infrazione della legge Sarkozi 2004. Questa legge considera l'istallazione illecita di una casa mobile, come passibile di 6 mesi di carcere, 3.750 euri di multa, confisca del mezzo e sopensione della patente per 3 anni.

A tutto il 2005, la quasi totalità degli schemi dipartimentali è stata pubblicata, restano da creare 1.460 area di sosta e da ristrutturarne 260, mancano 360 area di passaggio e ci sono 7.000 piazzola su 30.000 previste. In alcuni comuni terreni semi attrezzati sono in corso di completamento, ma ci sono anche quelli che non hanno applicato la legge ed espellono sistematicamente i nomadi dopo due giorni di sosta. La legge su sicurezza e sanità pubblica li autorizza ad usare le forze dell'ordine per sloggiare i nomadi dai terreni insalubri che [le autorità stesse] lasciano a loro disposizione, relegati lontano dagli agglomerati ai margini delle autostrade o nei pressi di discariche. La limitazione della durata della sosta comporta difficoltà d'inserimento nel lavoro, la scolarizzazione, l'accesso a cure intensive. Nelle aree attrezzate la durata della sosta è di massimo due mesi, inframmezzati da almeno un mese di assenza e il numero dei posti è limitato. I campeggi municipali o privati in genere sono loro esclusi, quindi la soluzione adottata è di sistemarsi su terreni lontani, spesso inondati o insalubri, o cambiare dipartimento ogni due mesi. Ma il nomadismo non significa essere erranti, perché queste persone hanno un lavoro, stagionali, commercianti ambulanti, artigiani... La scolarizzazione dei figli, spesso relegati in fondo alle aule, avviene in un contesto di cambio incessante di residenza scolare che demotiva i genitori, e priva gli scolari di un adeguato percorso scolastico. Il caravan,oggi considerato come abitazione da tassare, non costituisce un indirizzo valido per lapertura di un'impresa, così chi sulla carta d'identità e sul libretto di circolazione figura come ambulante, da artigiano deve trasformarsi in dipendente di un'impresa terza. Le compagnie assicurative chiudono le loro porte o annullano i contratti. L'accesso al credito per finanziare l'acquisto del caravan è possibile solo con l'intermediazione privata, che ha tassi due volte superiori a quelli bancari.

Nella lotta contro la discriminazione, ingaggiata dal governo e confermata dal capo di stato all'indomani dlle violenze urbane, l'integrazione della Gens du voyage è al di là della popolazione delle banlieues. Dopo sette secoli di stigmatizzazione passiva tramite l'esclusione e l'etichettatura etnica, oggi proibita dalla legge, il governo applica la nozione di discriminazione positiva, ma applicata solo alle finanze statali.

Segnalazione da Roma_Francais (traduzione mia)
Le foto sono tratte da Indymedia Paris - Ile de France

doc-30518
 
Di Sucar Drom (del 13/12/2005 @ 19:22:14, in Regole, visitato 1780 volte)

Sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, Serie generale, n. 286 del 9 dicembre 2005 - sezione Atti amministrativi, è stato pubblicato un Avviso per la presentazione di progetti di analisi dei fattori, dei processi e delle buone prassi connesse con la discriminazione su base etnica e razziale, rivolto alle associazioni e fondazioni senza fini di lucro.

L’iniziativa, che si inserisce nell’ambito delle attività istituzionali dell’UNAR – così come individuate nel Quadro generale di riferimento - finalizzate alla promozione di azioni positive e volte ad eliminare situazioni di svantaggio dovute alla razza o all’origine etnica, si rivolge ad associazioni e fondazioni senza fini di lucro che svolgono la loro attività nel campo della lotta alla discriminazione.

Le associazioni o fondazioni, che possono partecipare sia come soggetti proponenti sia come partner, dovranno sviluppare proposte progettuali nell’ambito dei seguenti assi di intervento:

- Asse I Strumenti e pratiche di contrasto alla discriminazione razziale nel mondo del lavoro pubblico e privato.

- Asse II Strumenti e pratiche di contrasto alla discriminazione nell’accesso all’assistenza sanitaria e all’alloggio

- Asse III Tutela dei diritti fondamentali e contrasto alla discriminazione delle comunità Rom e Sinti

- Asse IV Pratiche per l’effettività degli strumenti di tutela delle vittime di discriminazione nell’accesso al sistema di giustizia.


Il termine per la presentazione dei progetti, che dovrà avvenire secondo le modalità previste nell’Avviso e nei relativi allegati A (Domanda di Candidatura) e B (Scheda di Presentazione del Progetto), scade il 7 febbraio 2006.

Riferimenti: Ufficio Nazionale Anti Discriminazioni Razziali

_2330446

 
Di Fabrizio (del 02/12/2005 @ 03:26:04, in Regole, visitato 6265 volte)
Noi, capifamiglia della comunità Rom di via Idro 62,
in merito ad alcune notizie apparse sulla stampa nazionale
PRECISIAMO
  • Non è avvenuto alcun arresto o alcun fermo nel campo comunale di via Idro, che è sempre stato abitato da cittadini italiani di etnia Rom Harvati.
  • I carabinieri e la polizia sanno chi sono i residenti del campo, tramite un controllo costante dei gruppi famigliari. Sono anche a conoscenza di tutti gli insediamenti provvisori di Rom e cittadini stranieri, che si sono sviluppati attorno al nostro campo.
  • Alcuni di questi insediamenti sono tollerati come “soluzione provvisoria” da parte dello stesso comune, che da un verso procede agli sgomberi e dall’altro deve trovare luoghi lontano dalla città, dove far sostare gli sgomberati.
  • Le forze di sicurezza e le autorità sono a conoscenza che in una simile situazione di tensione e di miseria, che coinvolge TUTTE le comunità Rom, siamo noi i primi a non poter tollerare insediamenti di persone e famiglie di altri gruppi. Tra cui, possono esserci sia persone oneste che criminali.

Ribadiamo: siamo cittadini italiani, residenti in questa zona da oltre 30 anni. Nessuno di noi si è mai macchiato di crimini come quelli commessi nel Lecchese, che sono quanto di più lontano dalla nostra tradizione e dai nostri comportamenti.

Comportamenti che sono distanti da qualsiasi ipotesi di convivenza civile. PER QUESTO RITENIAMO MOLTO GRAVE aver coinvolto la nostra comunità in fatti a cui siamo assolutamente estranei. Mettetevi nei panni di quanti di noi lavorano e devono tener nascosto di essere Rom o di abitare in questo campo: com’è possibile per noi ottenere il rispetto o impegnarci per aver un rapporto col quartiere dove viviamo e dove molti di noi sono nati e sono andati a scuola?

Vi invitiamo, serenamente, a verificare le notizie prima di scriverle, con noi i diretti interessati, perché ogni vostra parola è importante per una convivenza civile.

Per questo, vi invitiamo presso il nostro campo di via Idro 62 – MILANO ad una conferenza stampa, venerdì 2 novembre 2005 alle ore 15.30

Le famiglie della comunità Rom di via Idro
 
Di Fabrizio (del 30/11/2005 @ 10:08:56, in Regole, visitato 3201 volte)
Minority Rights Group International

COMUNICATO STAMPA 17 Novembre 2005 (estratto)

La Bosnia 10 anni dopo: La nuova Constituzione deve incorporare i diritti delle minoranze per superare le divisioni etniche

All'alba del decimo annivesario degli accordi di pace di Dayton, i negoziati sulla nuova Costituzione di Bosnia ed Herzegovina devono stabilire definitivamente i diritti delle minoranze e riformare il sistema elettorale che discriminando favorisce le divisioni etniche. Minority Rights Group International (MRG) vuole che sia intrapresa un'azione [...] dove tutte le minoranze esistenti possano partecipare alla vita pubblica.

Le strutture politiche disegnate secondo linee erniche dalla Costituzione post-Dayton 10 anni fa, hanno ricevuto riprovazione per aver aumentato le divisioni etniche. Inoltre, MRG sottolinea che i diritti delle minoranze sono stati largamente misconosciuti, e sono stati implementati nel contesto di una struttura stabilita con la fine della guerra. MRG suggerisce [...] di adottare gli standards internazionali come previsto nella Convenzione Quadro del Consiglio d'Europa per la Protezione delle Minoranze Nazionali (FNCM), come soluzione che offra stabilità, eguaglianza e per costruire la fiducia tra tutti i gruppi etnici. Secondo MRG l'enfasi verso i diritti individuali deve accompagnarsi [...] alla protezione di tutti i gruppi più vulnerabili e marginalizzati. Occorre riformare un sistema elettorale segregazionista, [...] per arrivare ad un processo di coesione sociale e politica.

MRG, con la partnership della Benjamin N. Cardozo School of Law e di European Roma Rights Center (ERRC), sta impegnandosi per cambiare il sistema elettorale, che viola i diritti di molti cittadini a partecipare su basi paritaria alla vita pubblica ed istituzionalizza la politica dei confini etnici. Solo i tre "popoli costituenti" - Bosniaci, Croati e Serbi, possono partecipare alla Camera dei Popoli o alle elezion presidenziali, escludndo così le minoranze come i Rom o gli Ebrei. Inoltre, la possibilità di voto è ristretta all'etnicità: soltanto un Serbo può essere eletto dalla Republika Srpska o soltanto un Bosniaco o un Croato dalla Federazione. Queste restrizioni escludono di fatto quanti di etnia mista rifiutino di scegliere tra un'identità etnica costituente e l'altra. Ciò in violazione del diritto di scegliere se essere trattato o no come minoranza nazionale, pena una situazione di trattamento svantaggioso (FNCM art. 3).

Clive Baldwin, per conto dell'Ufficio Legale Internazionale di MRG, afferma: "I diritti delle minoranze godono di cattiva fama in Bosnia, [...] mentre altrove, lungi dal creare divisioni, si sono mostrati una delle più efficaci misure nella prevenzione dei conflitti e per un sviluppo equilibrato. Ora la Bosnia sta iniziando il processo di transizione da un governo straniero a uno bosniaco, e la comunità internazionale deve assistere e supportare questo obiettio, anche attraverso un pieno processo consultivo costituzionale".

[...]

MRG
 
Di Fabrizio (del 28/11/2005 @ 06:33:50, in Regole, visitato 2011 volte)

da Roma_Francais

Tassa sul nomadismo?

24 novembre 2005: Nel contesto psico-socio-politico post-violenze urbane, dove "l’altro" fa paura o è da eliminare, il deputato Jérôme Chartier (UMP) ha modificato il bilancio 2006 per istituire una tassa annuale "simbolica" sui caravan di più 4m2 (1).

Una misura che riguarda direttamente le gens du voyage poiché il suo ricavato, stimato in 50 milioni di euro, sarà incassato dai sindaci del luogo di sosta, e "permetterà di finanziare la costruzione ed il funzionamento delle di parcheggio di sosta finora evidentemente insufficienti" (2).

Poiché i deputati s’immaginano che i gitani sono tutti molto ricchi, la tassa è stato fissata a 75 euro per metro quadro. Questa tassa proibitiva ha causato ieri la rabbia delle associazioni vicine alle gens du voyage.

A Ca se passe comme ca, non si è contrari all'idea di tassare i caravan gitani. Ma ridiamo di fronte a tanta demagogia buona appena a fornire una manciata di euro. Sembra che il legislatore - sempre più staccato della Francia reale - non abbia mai messo piede in un campo per ipotizzare misure tanto inapplicabili! Infatti, creare una tassa è facile, incassarla è cosa diversa. Chi andrà sul posto (preferibilmente prima che il "contribuente" sia già partito) a realizzare recuperi che si immaginano così massicci ? Il segretario del sindaco ? Il piccolo agente del tesoro ?

Ah ma no! certamente, se ne incaricheranno i CRS (3) dove si aveva la testa?!

Articolo originale e forum commenti

(1) fonte : Les Echos, n° 19547, 24/11/2005.

(2) Si segnala un "contro-emendamento" del deputato Augustin Bonrepaux (PS) per limitare queste entrate ai soli sindaci che rispettino i loro obblighi in materia. Quindi i comuni che non hanno istituito aree di sosta o non intendono non potrebbero usufruire del gettito di questa tassa applicata solo su una parte della popolazione.

(3) Così dopo i Crs nell'Île-de-France, avremo Crs-agenti esattori, il Crs-vigile di supermercato, Crs-del DGCCRF, ecc.. ?

 
Di Fabrizio (del 27/11/2005 @ 08:05:37, in Regole, visitato 2238 volte)
StramieriInItalia
La sentenza
È romeno? Non può essere espulso
Giudice di pace di Torino annulla decreto d'espulsione. "La Romania entrerà nell'Ue, non si applica il Testo Unico"

Non ha il permesso di soggiorno, ma dal momento che è un cittadino romeno e il suo Paese entrerà a far parte dell'Unione Europea, non può essere espulso.

Ai più il ragionamento suonerà nuovo, probabilmente forzato. Eppure è quello seguito qualche giorno fa dal giudice di pace di Torino Francesco Sibilla per annullare un decreto d'espulsione a carico di Costantin Nechifor.

Nechifor era entrato in Italia per motivi turistici e quindi, in base agli accordi tra Ue e Romania, non aveva dovuto chiedere alcun visto alle nostre autorità consolari. Giunto nel capoluogo piemontese, non si era presentato in Questura per farsi rilasciare un permesso di soggiorno per turismo e aveva trovato un impiego in nero come operaio specializzato.

La sua avventura da sans papier è durata poco: all'inizio di ottobre è stato fermato dalle forze dell'ordine, che gli hanno rifilato un decreto d'espulsione. Prima di prendere la via del ritorno, Nechifor si è però rivolto ad un avvocato e ha presentato ricorso. Una mossa che si è rivelata vincente.

"Citando alcuni precedenti, - spiega l'avv. Davide De Bartolo - ho sostenuto che la disciplina sull'immigrazione, e quindi anche l' espulsione, non può applicarsi ai cittadini degli Stati candidati ad entrare nell'Ue. Non dimentichiamo che per la Romania è stata fissata una data certa e che il Paese ha già sottoscritto una regolamentazione sulla libera circolazione"

Una tesi condivisa dal giudice di pace Francesco Sibilla. "La Romania - si legge nella sentenza - farà parte dell'Unione europea al giorno 1.1.2007 ed ha già stipulato con gli altri partner europei un regolamento che contiene anche le norme sulla libera circolazione delle persone, senza menzionare poi i dettami della nuova carta costituzionale europea firmata dai 25 paesi membri dell'Ue ed anche dai paesi candidati fra i quali la Romania"

Secondo il giudice Sibilla "la normativa del d.lgv. 286/98 [il testo unico sull'immigrazione, n.d.r.] non si dovrebbe applicare ai cittadini candidati dell'unione Europa così come non si applica ai cittadini già membri dell'Ue". Di qui l'annullamento del decreto di espulsione.

Per l'avv. De Bartolo, ovviamente, la sentenza "è ottima", ma è meglio non fomentare false illusioni: "Questa è l'interpretazione di un giudice di pace di Torino. Per chi ha la sfortuna di finire dinanzi ad altri che la pensano diversamente non andrà così…". Forse però vale la pena provarci: la fortuna aiuta gli audaci.

Ecco la sentenza: Leggi   Scarica

(25 novembre 2005)

Elvio Pasca



     
 
Di Fabrizio (del 24/11/2005 @ 12:33:41, in Regole, visitato 7264 volte)
Anti_Discrimination

La Commissione Europea Network of Legal Experts in non-discrimination ha pubblicato un'analisi comparata delle leggi antidiscriminatorie nei 25 Stati Membri - dedicando un documento ad ogni paese. Il rapporto inoltre confronta similitudini e contrasti tra le differenti leggi nazionali, identifica sviluppi ed aspetti comuni. [...]

Il rapporto è disponibile in lingua inglese, francese e tedesca.

Rimedi e sanzioni nelle leggi non discriminatorie

Il network di esperti ha poi pubblicato un nuovo rapporto esaminando il concetto di "sanzioni effettive, proporzionate e dissuasive" - con quanto comportano nello sviluppo di Direttive sull'Uguaglianza Razziale e nell'Impiego. Sullo sfondo, il rapporto affronta lo sviluppo e il significato del concetto in Europa di legge sull'uguaglianza dei sessi (comprese le sue origini storiche) e sulla legislazione europea in generale. Di seguito affronta gli standard legislativi del diritto internazionale; per terminare coi rimedi e le sanzioni previste nel quadro specifico delle direttive EU, con i relativi conguagli e risarcimenti.

Attualmente questa parte è disponibile in inglese. A breve seguiranno le versioni in francese e tedesco.

Tommaso Vitale e Daniele segnalano anche questo articolo di Repubblica

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Lo sgombero di un campo
nomadi in Italia

Il rapporto integrale è scaricabile qui:

Il resoconto annuale indica i nomadi e gli ex cittadini sovietici
come le popolazioni più soggette a violenza ed emarginazione
Razzismo, il rapporto della Ue
"I Rom sono i più discriminati"
di CRISTINA NADOTTI

ROMA - Sono i Rom la popolazione più discriminata in Europa, subito dietro a loro i cittadini dell'ex Unione Sovietica. Il rapporto annuale dell'European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia, l'organismo dell'Unione Europea che ha il compito di fornire agli stati membri informazioni e dati sul razzismo, la xenofobia, l'islamofobia e l'antisemitismo, e di formulare piani di intervento per contrastarli, denuncia oggi che i Rom, che il rapporto indica come zingari, sono il gruppo etnico che deve affrontare maggiori discriminazioni nel lavoro, nell'alloggio e nell'istruzione. I Rom, scrive il rapporto, sono vittime di continue violenze razziste.

Il rapporto sottolinea che "La storia particolare e le caratteristiche della popolazione degli stati membri dell'Unione" sono tra le cause di questa avversione nei confronti di questo popolo e degli ex cittadini sovietici. Il rapporto include una valutazione generale in cinque aree di ricerca: la legislazione, l'occupazione, l'accoglienza, l'istruzione, la violenza e i crimini razziali. "Ci sono - si legge nella relazione - alcuni esempi di "buone pratiche" sia degli stati nucleo della Ue che dei nuovi membri, ma è chiaro che molti stati rimangono molto indietro".

I bambini Rom esclusi dall'istruzione. Sono la Repubblica Ceca, la Spagna e l'Ungheria i paesi che discriminano maggiormente i Rom, che in questi stati hanno maggiori difficoltà a essere accolti. Ma in molti paesi, sottolinea il rapporto, nelle scuole i bambini Rom sono concentrati in classi speciali, con la tendenza a bollarli come non adatti alla scolarizzazione o con difficoltà di apprendimento"

La nuova Ue e le etnie. Gli esperti europei sottolineano che con l'allargamento dell'Unione la composizione etnica dell'Europa è mutata, e con essa anche le vittime delle discriminazioni. Si fa distinzione tra i paesi occidentali, che hanno una lunga tradizione di migranti e di razzismo, xenofobia e discriminazione, e quelli orientali, dove c'è una maggiore omogeneità etnica. Questo spiega in parte il triste primato dei Rom, che hanno una lunga storia di migrazione ( e discriminazione) anche nei nuovi stati membri dell'Ue, quali la Repubblica Ceca, l'Ungheria e la Slovacchia.

"E' anche per questo che la maggior parte dei rapporti dei dieci nuovi stati dell'Ue si concentra principalmente o unicamente sulla questione dei Rom", scrive il resoconto e bisogna tenere in considerazione che la Commissione Europea ha imposto ai nuovi membri di migliorare i diritti e l'accoglienza delle minoranze Rom come requisito per entrare nella Ue".

(23 novembre 2005)


La segnalazione della REUTERS (in inglese)
 
Di Fabrizio (del 24/11/2005 @ 01:51:40, in Regole, visitato 1597 volte)
Pagina interessante (che riuscirei anche a tradurvi se avessi tempo e voglia, sorry ma mi mancano tutti e due..), con il resoconto del dibattito alla Camera dei Comuni sullla situazione di Nomadi e Viaggianti.

Molto "english" e civile il tono, forse troppo. Soprattutto stupisce che per ogni dibattito in corso il cittadino britannico può leggere gli interventi senza diventare matto e (addirittura!) commentare o contattare il proprio deputato.
 
Di Fabrizio (del 21/11/2005 @ 09:19:54, in Regole, visitato 2024 volte)

Dalla Gran Bretagna, un'intervista molto interessante su come affrontare i problemi, e di come l'autorità si ponga il problema delle "regole" in maniera proattiva e propositiva

Chester Chronicle

Pubblicato l'11 novembre 2005 su Chester Chronicle

Le notizie riguardanti Nomadi e Viaggianti, di settimana in settimana, riempiono le pagine dei giornali e il Chesire non fa eccezione.

Quello di cui sappiamo poco sono i compiti della polizia. Cosa succede se [la polizia] riceve una chiamata da un residente preoccupato perché una ventina di caravans si sono accampati nel campo di fronte a casa? Ci siamo informati.

PETE JONES è stato il nostro primo concittadino nell'Ufficio Relazioni Nomadi e Viaggianti (Gypsy Traveller Liaison Officer - GTLO). E' stato nella polizia per 12 anni e sino al giugno dell'anno scorso ha fatto parte del GTLO.

E' il principale punto di contatto tra i gruppi nomadi che si accampano nell'area occidentale, che comprende Chester, Ellesmere Port e Vale Royal, e spesso è il primo a doversi recare sul posto quando viene ricevuto un rapporto su un nuovo accampamento.

Una tra le sue priorità è di assicurarsi che i problemi che si possano generare nella comunità dove Nomadi e no vivono fianco-a-fianco, siano affrontati senza differenza o discriminazione riguardo a chi sia coinvolto.

Dice Pete Jones: "Le aree residenziali dove convive gente di diverse culture, possono sperimentare problemi. Spesso, ciò avviene perché non si capisce o non si accetta la prospettiva dell'altro.

Nella maggior parte dei casi, queste differenze sono rapidamente rese evidenti, e affrontate tramite qualche forma di compromesso, che permetta alle parti di continuare avendo la percezione dell'altrui cultura e modi di vita."

La prima metà del 2005 è stata di eccezionale impegno per Pete Jones, causa l'alto numero di accampamenti verificatisi nella zona occidentale.

Il suo primo compito, è verificare dove si trovino i proprietari dell'area, e la loro reazione alla trasgressione. Quindi visita il sito e compie una prima valutazione.

Il primo giudizio varia sulla base del benessere e dell'informazione di quanti si sono accampati, come pure dal numero dei veicoli.

"Molti punti vengono affrontati nei primi contatti. Con i proprietari, si discute di come intendano reagire. Passeranno alle vie legali?

Allo stesso modo, con chi si è accampato, si parla di cosa li abbia portati lì, e di quanto intendano restare. Inoltre illustriamo a quel gruppo quali siano gli standards di comportamento accettabili e ne chiediamo il rispetto. Ci assicuriamo che queste informazioni siano divulgate a tutto il gruppo, e queste possono riguardare le cose, come gli animali da tenere sotto controllo o come limitare la sosta o il numero dei veicoli presenti" spiega Pete Jones.

La maggior parte dei proprietari sceglie di iniziare un'azione legale, quando il processo per ottenere un ordine di sgombero può impiegare tra una e tre settimane.

Continua Pete Jones: "Per fortuna, nella maggior parte dei casi questo periodo non rappresenta un problema, così nomadi e stanziali, continuano nelle loro attività, e nel rispetto della cultura altrui.

Mi spiace, che alcune percezioni sui nomadi siano del tutto inaccurate. La gente ha paura cella crescita del tasso di criminalità e sovente da loro la colpa per qualsiasi cosa succeda in quell'area.

Per la polizia, qualsiasi incidente che succeda negli accampamenti o lì attorno, è trattato nella stessa maniera di qualsiasi altro. Se viene commesso un crimine o un'irregolarità, noi investighiamo. Non dobbiamo imporci di dare ad una zona un'attenzione extra solo perché c'è una presenza di nomadi.

Allo stesso modo, interveniamo quando riceviamo informazioni su tematiche o problemi particolari che vanno subito affrontati. Lavoriamo a stretto contatto con le autorità locali e i consigli di contea, e abbiamo sviluppato un protocollo di azioni per gli accampamenti non autorizzati. Siamo costantemente impegnati per assicurarci che tutte le procedure siano valide ed aggiornate."

Pete Jones ha l'ufficio presso la Northwich Police Station e lavora nel dipartimento incaricato allo sviluppo delle relazioni trala comunità dei residenti, i gruppi minoritari, le agenzie e le autorità coinvolte.

L'ispettore Mark Watson guida questa squadra ed assieme a Pete Jones coordina i compiti della polizia con le attività delle agenzie, per assicurare risposta alle esigenze e alle preoccupazioni di chi convive in comunità condivise, perché le tensioni siano affrontate in maniera giusta e imparziale. Ci dice: "Credo che la cosa più importante perché si sviluppino relazioni rispettose, sia la sistemazione [dell'accampamento].

La mancanza di aree attrezzate per la vita famigliare, spinge questi gruppi alle occupazioni abusive.

Nel contempo, assistiamo a un circolo vizioso tra occupanti abusivi, proprietari che richiedono lo sgombero e azioni di polizia. Tutto ciò, rappresenta un carico di lavoro operativo e legale, non indifferente, e di questo non c'è consapevolezza tra la gente"

Informazione e responsabilità sono altre aree dove la polizia è in cerca di risultati.

 
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