Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

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Non un altro blog - giornale o chissacosa ma: 1. raccogliere notizie direttamente dalle fonti; 2. far conoscere come la pensano i diretti interessati.

La redazione
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Sucar Drom (del 29/04/2009 @ 11:06:51, in blog, visitato 1963 volte)

Ue, il razzismo è un fenomeno dilagante ma sconosciuto
Sareste stati vittime di 5 episodi di discriminazione negli ultimi 12 mesi, specialmente nella ricerca di un lavoro o facendo shopping o vedendovi negato il servizio in un ristorante, café o bar. Non avreste riferito di questi incidenti ad alcuna organizzazione, perché, seco...

Ginevra, Human Rights Watch: "Italia devi aderire al documento finale"
Ha preso il via a Ginevra la terza giornata di lavori della Conferenza dell'Onu sul razzismo (Durban 2) dopo l'approvazione per acclamazione - ieri con tre giorni di anticipo - del documento finale per ribadire la lotta a tutte le forme di intolleranza con un richiamo al piano delineato dalle Nazioni Unite otto anni fa a Durban...

Il Ministro Frattini è un bugiardo
"L'Italia non è un Paese razzista". E' quanto premette il ministro degli Esteri, Franco Frattini con una faccia tosta che ha dell’inverosimile rispondendo nell'aula di Montecitorio, nel corso del 'question time', all'interrogazione rivolta da Italia dei valori sui rilievi mossi dal comitato di esperti dell'Ilo e dal Consiglio d'Eur...

Rom e Sinti, il Governo italiano calpesta i nostri diritti
Il governo italiano ''sta calpestando i diritti dei rom fallendo tutte le politiche di integrazione per i Rom e SinTi''. E' questa la principale posizione emersa dal primo congresso nazionale della federazione “Rom Sinti Ins...

Rom e Sinti, chiuso il primo Congresso nazionale
Riconoscimento dello status di minoranza storico linguistica per Rom e Sinti, immediato abbandono della politica fallimentare dei campi nomadi, abbandono delle politiche differenziate per Rom e Sinti e processi di formazione per una partecipazione attiva...

Roma, l'ultima ordinaria aggressione istituzionale
Alcuni poliziotti e numerosi militari della Folgore si sono presentati questa mattina presso il campo rom situato tra via Centocelle e via Togliatti [Municipio VII], a Roma, minacciando le famiglie ...

Roma, Opera Nomadi e Miur hanno firmato l'ennesimo accordo inconcludente?
Questa mattina presso il Ministero dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, è stato firmato il protocollo d'intesa con l'Opera Nomadi per la tutela dei minori rom, sinti e camminanti, volto a favorire la scolarizzazione dei mino...

Milano, una brutta storia è utilizzata per istigare all'odio razziale
Da alcuni giorni tutti i quotidiani italiani parlano di una ragazza rom, ventenne di origine bosniaca che l’anno scorso è scappata dalla propria famiglia, dove veniva maltrattata e molestata. Ieri la polizia ha fatto irru...

L'uomo delinquente
"Sono l'imagine viva di una razza intera di delinquenti, e ne riproducono tutte le passioni ed i vizi. Hanno in orrore (.) tutto ciò che richiede il minimo grado di applicazione; sopportano la fame e la miseria piuttosto che sotto...

Genova, Bagansco: il campo nomadi non può essere una sistemazione permanente
Il “campo nomadi” della Valbisagno, per i suoi abitanti, «non può essere una sistemazione permanente»: lo ha affermato l’arcivescovo di Genova e presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, ...

Il Rapporto del Consiglio d'Europa sull'Italia
Rapporto di Thomas Hammarberg, Commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, sulla sua visita in Italia 13-15 gennaio 2009, Strasburgo, 16 febbraio 2009, Riservato Comm DH (2009), ...

Mediazione, alcuni territori sono all’avanguardia
Una rete tra Regioni per gli scambi di professionisti nel campo dell’inclusione sociale e della gestione dei conflitti: è stata creata il 24 aprile a Bolzano con la firma del protocollo d’intesa tra Provincia di Bolzano, Trentino, Campania, Calabria, Lazio,...

Praga, presentata la nuova Piattaforma europea per l'inclusione dei Rom
“Nell’attuale crisi economica cresce il rischio che i rom, già spesso ai margini della società, siano completamente esclusi”: Vladimir Spidla (in foto), commissario Ue per l’occupazione e gli affari sociali, ha presentato ieri a Praga la nuova Piattaforma europea per l’inclusione dei rom...

I mediatori interculturali sono riconosciuti
La Conferenza delle Regioni e delle Provincie, tenuta a Roma l'8 aprile 2009, ha approvato un documento sul Riconoscimento della figura professionale del Mediatore interculturale. Lo annuncia una n...

Dijana Pavlovic è candidata alle europee
Dijana Pavlovic è candidata alle europee nella Lista anticapitalista e comunista, formata da Rifondazione Comunista, il Pdci, Socialismo 2000 di Cesare Salvi e i Consumatori uniti, che nasce in occasione ...

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Di Fabrizio (del 29/04/2009 @ 09:40:08, in Europa, visitato 1998 volte)

Da Roma_Francais

DRANCY 1944 E DRANCY 2009 (nota: Drancy è una cittadina alla periferia di Parigi. Durante la II guerra mondiale, gli Ebrei venivano deportati dalla stazione ferroviaria della città verso i campi di sterminio)

Chi non conosce da dove viene, non sa dove va.

Ma, conoscere da dove vieni, ricordare la storia, è abbastanza per migliorare il presente e il futuro?

Quattro giorni fa, il 22 aprile 2009, circa 200 Rrom della Romania sono stati espulsi manu militari dal posto dove vivevano, nelle immediate vicinanze di quella stazione, diventata giustamente un luogo di memoria collettiva.

Nessuna considerazione per la signora E.C., incinta, spintonata dalla polizia e dagli incaricati, venuti a sequestrare la sua roulotte. Dopo aver fatto presente la sua situazione, le è stato risposto "Non m'importa, non sei incinta di me". Nessuna ulteriore considerazione per la signora E.B., sotto dialisi, anche la sua roulotte è stata rimossa. Tutto questo per "ripulire" [l'area] per questa commemorazione.

Abbiamo dimenticato il significato della parola "pulizia"? Se sì, non è bene per il dovere della memoria che stiamo esercitando oggi.

Ci siamo dimenticati che ad Auschwitz, gli Ebrei deportati da questa stazione ferroviaria perché nati Ebrei, si incontrarono con Rrom perché nati Rrom? Se è così, questo esercizio di memoria perde molto del suo scopo.

NON DIMENTICHIAMO MAI! La deumanizzazione degli esseri umani porta dritto al muro!

La voix des Rroms - Centre Aver contre le racisme - Centre culturel gitan - Rromani Baxt - Ternikano Berno - Réseau solidarités roms

Association "La voix des Rroms"
50, rue des Tournelles
75003 PARIS
tél. & fax: 01.80.60.06. 58
http://www.lavoixdesrroms.org

Sosteneteci utilizzando un motore di ricerca solidale:
http://www.hooseek.com/?recommande_ong=279999

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Di Fabrizio (del 29/04/2009 @ 09:26:27, in casa, visitato 1820 volte)

Da reterom

a cura di Elise Melot

Savorengo Ker è una casa che è stata costruita durante l'estate 2008 al campo rom Casilino 900. Savorengo Ker è la storia dell'incontro tra i Rom del campo e un gruppo di architetti dell'università Roma Tre e dell'associazione Stalker, che insieme l'hanno costruita. Questa storia è raccontata qui. Ascolta il reportage

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Di Fabrizio (del 28/04/2009 @ 09:01:32, in scuola, visitato 2282 volte)

Da Roma_Daily_News (I Lyuli - o Luli - sono una storica comunità discendente dalla migrazione rom verso occidente, dislocati nelle ex repubbliche sovietiche asiatiche. Ndr)

by Hamid Toursunof - 23 aprile 2009

Barriere linguistiche e scarsi investimenti, l'unica scuola del Kirghizistan per i Lyuli riflette le limitate opportunità della piccola comunità

OSH, Kirghizistan | "Voglio diventare dottore," dichiara Nafisa, all'ottavo grado presso la scuola Nr. 105 nella periferia della seconda più grande città del Kirghizistan. "La mia amica Aziza vuole fare la maestra."

Ma il commento successivo di Nafisa rivela la distanza tra ambizione e realtà in questa scuola frequentata interamente dalla piccola minoranza lyuli del Kirghizistan: "Vorrei avessimo una biblioteca."

Una giovane scolara studia kirghizo alla scuola Nr. 105. Gli studenti non ricevono alcuna istruzione nella loro lingua nativa, che assomiglia di più al tagico.

La mancanza di una biblioteca può essere l'ultimo dei problemi per i 230 studenti dell'insediamento Jangi-Kyshtak (NuovoVillaggio), che ospita circa 3.300 Lyuli nel distretto Kara-suu della provincia di Osh. La misera costruzione ad un piano non ha riscaldamento, gli scolari indossano cappotti e cappelli a novembre e dicembre, ed hanno vacanza obbligatoria da gennaio a marzo. La mobilia consumata è vecchia di decadi, e cartelloni dell'era sovietica decorano le pareti. Gli insegnanti usano ramoscelli invece degli indicatori. Alla scuola Nr. 105, il tempo sembra essersi fermato agli anni '70.

In questa scuola solo-per-Lyuli gli insegnanti non sono di origine lyuli. Non ci sono insegnanti di inglese o russo. Non ci sono libri di testo o altro materiale nella loro lingua, che Fatima Toichieva, la direttrice, descrive come "Tagico mischiato con un vocabolario specifico usato solo dalla comunità."

Per la maggior parte degli studenti, questa è l'unica istruzione disponibile. L'insediamento non ha una scuola superiore, e l'isolamento sociale e linguistico lasciano gli alunni della scuola Nr. 105 inadatti a proseguire gli studi con i loro compagni Kirghizi e Uzbechi. Come i loro genitori e nonni, sono destinati alla segregazione a Jangi-Kyshtak.

Studenti ed insegnanti col gioco da tavolo kirghizo del toguz korgool. Il sistema di riscaldamento inadeguato li obbliga a coprirsi quando il tempo si fa freddo.

PASSATO INCERTO, FUTURO INCERTO

La storia dei Lyuli rimane una questione aperta. Sono spesso collegati etnicamente ai Rom - molti studiosi dicono che condividono radici similari con l'India - ma a differenza della maggioranza dei Rom europei, praticano l'Islam. Abdurashid Urinov, leader della comunità di Jangi-Kyshtak, sostiene che i Lyuli sono di origine persiana, più vicini ai moderni Tagichi.

Sulle origini del loro ghetto, non ci sono dubbi.

"Le autorità sovietiche destinarono delle aree alla periferia di Osh alle prime 20 famiglie Lyuli di 25 che erano, alla fine degli anni '50, e li obbligarono a vivere lì," dice Adyljan Obidov, esperto di istruzione ed analista per il Centro di Appoggio Iniziative Civiche, una OnG di Osh. "Tutte le scuole primarie in quella parte della città erano di lingua uzbeca, così la classe prima per i bambini lyuli fu aperta pressa la scuola uzbeca più vicina. Da allora l'insegnamento è stato in lingua uzbeca."

Tradizionalmente una società chiusa e strutturata a clan, i Lyuli hanno mantenuto il loro isolamento durante l'era sovietica. Arsen Ambaryan, capo dell'associazione di Osh, Nashi Prava (I Nostri Diritti), che ha compiuto gli studi più estesi sulla comunità, la caratterizza come "una situazione né di guerra né di pace - tu non mi tocchi e io non ti tocco."

"Questa situazione esisteva nell'era sovietica, e da quando il Kirghizistan ha ottenuto l'indipendenza negli anni '90, non è cambiato niente," dice. "C'è poca comprensione che l'istruzione segregata basata sull'etnia è una reminescenza sovietica, ed una delle ragioni per cui non c'è un processo di integrazione nella società kirghiza."

Anche oggi, i Lyuli raramente si avventurano fuori da Jangi-Kyshtak, e la gente delle aree lì intorno raramente vi entrano, considerandola un focolaio di mendicanti e piccoli criminali. La disoccupazione nell'insediamento è vicina al 90%, secondo un rapporto del 2005 di Nashi Prava, e circa la metà dei bambini non ha i certificati di nascita, così che non possono richiedere i benefici governativi.

"Né le autorità o la società kirghiza vogliono seccature rispondendo alle nostre richieste. Viviamo qui come se non esistessimo," dice amaramente Urinov. "I membri della nostra comunità non hanno una buona istruzione, così non possiamo trovare lavori qualificati. E senza un buon lavoro, non possiamo fornire buona istruzione ai nostri figli, non possiamo mandarli a scuole migliori. Ed inoltre, l'istruzione superiore non è più gratuita. C'è poco che possiamo fare per cambiare la situazione."

La direttrice della scuola Nr. 105, Toichieva, che è di origine uzbeka, dice che i genitori a Jangi-Kyshtak "hanno iniziato a capire che una buona istruzione aprirà le porte ai loro bambini per diventare bravi cittadini," ma gli steccati sono alti.

"Non ci sono insegnanti o dottori Lyuli, traduttori o ingegneri. Io voglio fare l'insegnante, ma non sono sicura che i miei genitori possano permettersi di pagarmi gli studi all'università," dice Nafisa. "I miei genitori hanno lavori temporanei, che permettono appena di sopravvivere."

LINGUA DI APPRENDIMENTO

I soldi non sono l'unico ostacolo. Obidov, l'esperto di istruzione, dice che né le autorità sovietiche né i successori kirghizi hanno fatto alcuno sforzo serio di fornire istruzione in tagiko, la lingua più vicina al dialetto lyuli.

"Sino a poco tempo fa, l'unica lingua di insegnamento [nella scuola] era l'uzbeko. Recentemente abbiamo aperto un gruppo pilota in cui si insegna la lingua [kirghiza] statale," dice l'insegnante Gulnara Abylova. Come risultato, dice "I bambini lyuli trovano difficoltà nell'apprendere le lezioni. Devono tradurre dal kirghizo e dall'uzbeko per capire questo o quel materiale d'insegnamento."

"Non ho mai visto un singolo  libro nella nostra lingua," dice Aziza che  frequenta l'ottavo grado. "A casa non abbiamo libri scolastici eccetto quelli in uzbeko e kirghizo." I libri per gli studenti universitari sono frequentemente in russo, "e noi non parliamo o leggiamo il russo per niente," aggiunge.

Toicheva dice che gli studenti hanno grandi difficoltà a trasferirsi nelle principali scuole superiori, sia a causa delle barriere linguistiche e dello stigma collegato alla loro etnia e alla scarsa istruzione di base.

Cartelloni dell'era sovietica tuttora allineati sulle pareti della scuola Nr. 105

"I nostri bambini, quando lasciano la scuola, non vogliono andare alle superiori uzbeke o kirghize, dove sono trattati male e spesso picchiati dagli altri ragazzi," dice. "Abbiamo bisogno di una scuola superiore appropriata. D'altra parte, come possono i bambini della nostra scuola diventare dottori, maestri o giudici se sono deprivati di un'istruzione adeguata?"

La direttrice ricorda una visita alla scuola due anni fa del difensore civico Tursunbai Bakir uulu, che regalò 10 computer alla scuola. In seguito si rivolse ai responsabili per l'istruzione per l'apertura di una scuola superiore per Lyuli, ma la richiesta fu ignorata. Dopo due anni, i computer rimangono inutilizzati. Toicheva dice che la scuola manca di un docente con sufficiente capacità IT per formare gli studenti.

Il capo istruzione di Kara-suu, Rakhmon Nazarov, ha detto che il distretto ha intenzione di costruire altre scuole locali ma "cercheremo di ottenere i fondi per la costruzione di una scuola superiore per la comunità lyuli nel 2011." Nel frattempo, ha detto che i Lyuli che vogliono continuare gli studi dopo l'ottavo grado possono studiare presso la vicina scuola di lingua uzbeka.

Nazarov cita segni di progresso nella scolarizzazione dei Lyuli, come il programma per l'istruzione in kirghizo, che dice ha incontrato il favore dei genitori della comunità. Ha aggiunto che tre studenti lyuli "sono stati formati al Collegio Pedagogico di Osh, e speriamo che tornino alla loro scuola come insegnanti."

Ma un simile ottimismo non sembra essere ancora filtrato sino alla scuola Nr. 105.

"Tutte le mie compagne di scuola sono Lyuli come me. Non ci sono Uzbeki, Russi o Kirghizi nel nostro quartiere o a scuola," dice Aziza. "Credo che non abbiamo abbastanza conoscenze e non potremo passare gli esami se vorremo andare all'università... Così, non so se avrò mai la possibilità di diventare dottore o infermiera. Il tempo lo dirà."

Hamid Toursunof is a TOL correspondent in Kyrgyzstan. Photos by Hamid Toursunof.

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Di Fabrizio (del 28/04/2009 @ 08:53:27, in Regole, visitato 1856 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

25 aprile 2009 - Fonte: Beta

BELGRADO - La polizia serba (MUP) ha annunciato di aver arrestato cinque minori, sospettati di aver pianificato un attacco all'insediamento rom di Nuova  Belgrado.

I ragazzi, nati tra il 1991 e il 1994, sono stati identificati con le sole iniziali. La polizia ha detto di aver trovato in loro possesso al momento dell'arresto sbarre di metallo ed esplosivi.

Dopo una consultazione col Tribunale Minorile Distrettuale, la MUP ha deciso di rilasciare i sospetti, ma anche di archiviare le accuse a loro carico.

Le accuse si baseranno sulla presunta violazione di due leggi riguardanti armi, munizioni e dispositivi esplosivi.

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Di Fabrizio (del 28/04/2009 @ 00:30:40, in Italia, visitato 5121 volte)

I link AudioVideo del Congresso della Federazione Rom e Sinti Insieme (attenzione, dopo 3 settimane i file cessano di essere scaricabili) registrato da Radio Radicale.

QUI (da Rom Sinti @ Politica) le reazioni della stampa. Sempre su Rom Sinti @ Politica, il testo in italiano del Rapporto 2009 del Commissario del Consiglio d'Europa Thomas Hammarberg.

Commento e fotografie di Eugenio Viceconte (Alcuni diritti riservati)

E' stata una manifestazione densa di contenuti e di fermenti democratici.

Sono particolarmente contento e fiero di aver seguito i lavori del congresso.

I miei complimenti al lavoro fatto dalla Federazione.

La volontà e la capacità di far convergere posizioni politiche e esigenze sociali anche distanti in una posizione unitaria che nasce non dal compromesso ma da una visione alta della politica come condivisione di valori e rispetto delle diversità è un esempio democratico veramente encomiabile.

Mi ha piacevolmente colpito la qualità e lo spessore e la concretezza degli interventi non solo degli esponenti del direttivo ma dei rappresentati di tutte le realtà locali.

[...]

Piacevolissima l'atmosfera e ed amichevoli gli incontri. Finalmente ho stretto la mano a Yuri ed a Carlo, che ha fatto un intervento particolarmente significativo.

Non ultimo davvero buono il catering delle ragazze belle e gentili di Romano hape

Le foto su Flickr (riportate in formato ridotto, fare clic QUI per accedere all'album e vederle in dimensione originale)

Congresso della Federazione Rom e Sinti Insieme

Il messaggio di Thomas Hammarberg

Santino Spinelli, Alexian musicista, docente universitario, leader dei diritti dei Rom, abruzzese

Bruno Morelli, pittore ed intellettuale, abruzzese, rom

Massimiliano Monnanni, direttore generale dell'UNAR

Marco Perduca, senatore (PD - Radicali)

Luca Cefisi, Sinistra e Libertà

Demir Mustafa è nato a Skopje (Macedonia) nel 1960 da una famiglia di rom dzambasa (allevatori di cavalli) in Italia dal 1989. Scrittore e poeta, lavora per l'Arci in progetti finalizzati all'inserimento sociale di Rom e Sinti. Presidente dell'associazione Amalipe Romanó e vicepresidente della federazione Rom e Sinti insieme.

Anna Pizzo, consigliere della Regione Lazio

Dijana Pavlovic

Dijana Pavlovic

Nazzareno Guarnieri. E' il carismatico presidente della Federazione Rom e Sinti Insieme

Dijana Pavlovic, serba naturalizzata italiana, è una attrice ed una donna passionale prestata alla politica. Eva Rizzin, italiana, dottore in geopolitica e geostrategia. Dijana è rom, Eva è sinti, ed insieme si battono contro il pregiudizio e contro antiziganismo, per superare la discriminazione della minoranza più perseguitata d'Europa.

Giulio Russo - Casa dei diritti sociali. Presidente dei Centri di Servizio per il Volontariato CESV (Centri di Servizio per il Volontariato) e SPES (Associazione Promozione e Solidarietà)

Roberto Ermanni, responsabile nazionale delle Politiche della Comunità Rom, Sinti e Camminanti

Letizia De Torre, deputato (PD)

Massimo Mapelli, Casa della Carità

Vojislav Stojanovic, consulente del Consiglio regionale del Piemonte, è membro del consiglio direttivo della federazione Rom e Sinti Insieme

Pietro Soldini, CGIL

Giuseppe Casucci, UIL

Eva Rizzin

Piero Colacicchi, rappresentante di Osservazione

Federico Schiavon, sacerdote, Responsabile per la Pastorale della Chiesa Italiana per i Rom e i Sinti

Federico Schiavon

Carlo Berini, promotore dell'Istituto di Cultura Sinti e della associazione Sucar Drom, dell'Opera Nomadi di Mantova

Valentina Halilovic, studentessa dell'istituto alberghiero, discriminata a scuola perché rom

Naio Adzovic, portavoce del campo rom Casilino 900

Romano hape

Romano hape

Romano hape

Romano hape

Romano hape

Romano hape

Il consiglio direttivo della Federazione Rom e Sinti Insieme

Il consiglio direttivo della Federazione Rom e Sinti Insieme

Radames Gabrielli, promotore dell'associazione Nevo Drom di Bolzano, membro del consiglio direttivo della federazione Rom e Sinti Insieme

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Di Fabrizio (del 27/04/2009 @ 09:43:57, in lavoro, visitato 1948 volte)

Segnalazione di Eugenio Viceconte

Coinvolti 30 giovani romeni di etnia rom, tra i 18 e i 35 anni, in corsi di formazione. Selezionati i rom dei campi di Candone (XV municipio) e Salone (VIII municipio) di Sabina Cuccaro - 26/04/2009

"Siamo alla vigilia del varo del piano nomadi: i passaggi burocratici sono stati risolti e siamo in grado di partire con le gare d'appalto". Presto, insomma, ci saranno nuovi campi rom attrezzati. Ad annunciarlo è stato il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, aggiungendo che "entro 15 giorni ci sarà una conferenza stampa con il Ministro e il Prefetto durante la quale presenteremo sia i campi autorizzati sia i nuovi, destinati ad accogliere coloro che adesso si trovano in campi tollerati".

L’assessore capitolino alle Politiche Sociali, Sveva Belviso, da parte sua ha assicurato che prima dell’estate saranno aperti i cantieri di lavoro. Il sindaco ha, poi, tenuto a precisare che i campi nomadi non saranno solo strutture di permanenza ma "posti nei quali chi vuole, e io credo saranno tanti, potrà trovare integrazione nel rispetto delle nostre leggi".

Non solo. "I nomadi stessi lavoreranno insieme alle imprese per realizzare i nuovi campi". Esperienza di formazione e lavoro, dunque, come base dell’integrazione da parte di un’etnia ancora poco amata dai romani. Il comune si sta impegnando in questo senso con numerosi progetti per l’inserimento. il 24 aprile 2009 è stato presentato, a questo proposito, il progetto ‘La fabbrica dei mestieri’, realizzato dall’Assessorato capitolino alle Politiche Sociali, in accordo con il Ministero del Lavoro e in collaborazione con l’associazione Programma Integra.

"L’accordo tra comune e Ministero prevedeva il reinserimento dei rom nel sociale – ha spiegato l’assessore Belviso-. Noi abbiamo proposto la professionalizzazione perché siamo convinti che ci sia integrazione solo con strumenti specifici, a partire dalla capacità lavorativa". Il progetto vede coinvolti 30 giovani romeni di etnia rom, di età compresa tra i 18 e i 35 anni, in corsi di formazione professionale. "Sono stati selezionati i rom dei campi di Candone (XV Municipio) e Salone (VIII Municipio) in base alla conoscenza della lingua, esperienze precedenti ed alle motivazioni personali", ha continuato la Belviso. Nello specifico i corsi, composti da 10 allievi l’uno, sono tre: edilizia, idraulica e impiantistica elettrica. È prevista una fase iniziale con moduli teorici e pratici per una durata complessiva di 300 ore. Grazie ad un accordo tra comune, imprese e cooperative sociali ci sarà, poi, un tirocinio formativo di 200 ore nei mesi estivi (da maggio a luglio) presso le imprese operanti nei tre settori di riferimento.

Alla fine i giovani romeni riceveranno un attestato di qualifica professionale: "Avere uno strumento effettivo che testimoni ciò che una persona può dare e fare è l’unico valore aggiunto che un’amministrazione può fornire", ha concluso l’assessore Belviso assicurando, inoltre, che si impegnerà personalmente per seguire l’inserimento lavorativo dei ragazzi. Alemanno ha definito il progetto "un segnale di speranza verso i tanti giovani nomadi che vogliono trovare lavoro, il vero motore dell’integrazione".

Giovani come Alin, un romeno di 18 anni (in Italia da 6) che sta seguendo il corso di impiantistica elettrica. Spera di trovare un lavoro da elettricista.
Da Libero 25.04.2009

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Di Fabrizio (del 27/04/2009 @ 09:41:02, in Italia, visitato 1446 volte)

Scrive Francesco Piastra

Nel giorno 24/04/09 (Venerdì) alcuni agenti della polizia di stato insieme a militari dell'esercito hanno fatto "visita" all'insediamento ROM di Via di Centocelle e senza mezzi termini hanno comunicato ai residenti che il giorno 29/04/09 (Mercoledì prossimo) provvederanno a demolire l'insediamento. Hanno inoltre minacciato che chi ancora non avesse provveduto da solo allo sgombero del luogo, gli sarebbero stati tolti i propri figli minori ed affidati, quindi, ai servizi sociali.

Anche se le condizioni igienico sanitarie dell'insediamento sono a dir poco fatiscenti, lo sgombero che dovrà subire questa piccola comunità non è per garantirgli una situazione abitativa migliore ma solo per allontanare un "problema di ordine pubblico". Una volta sgomberati saranno costretti a dividersi e spostarsi in altri campi già sovraffollati con condizioni abitative ancora più umilianti e lontani dalle scuole fin'ora frequentate dai loro bambini. Infatti, quasi tutti i bambini della comunità sono regolarmente iscritti a scuola, i genitori stessi li portano tutti i giorni a scuola e li rivanno a prendere, e molti di essi ricevono borse di studio per l'alta frequenza; tutto ciò non sarà più possibile dopo lo sgombero, che condannerà anche queste nuove generazioni al non accesso alla cultura e quindi alla negazione del proprio futuro. Questa comunità sta facendo sforzi enormi per riscattare la propria condizione sociale, non merita di ricevere un tale trattamento.

Come cittadini non possiamo permettere a nessuno di trattare come un problema di ordine pubblico una comunità ridotta ormai da troppi decenni in una condizione di emarginazione ed infamia sociale. Non possiamo permettere che i bambini vengano strappati dall'affetto delle proprie famiglie; non possiamo ancora permettere che i bambini ROM non possano accedere all'istruzione; non possiamo permettere che siano ancora una volta i più deboli a pagare il prezzo più alto.

Per tutto questo è IMPORTANTE essere in TANTI:

MERCOLEDI' (29 Aprile) MATTINA PRESTO PER SCONGIURARE ED OPPORCI ALL'ENNESIMO ATTO DI INTOLLERANZA NEI CONFRONTI DI QUESTA COMUNITA'.

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Di Franco Bonalumi (del 27/04/2009 @ 09:09:41, in Europa, visitato 1943 volte)

Da Roma_Francais

Dal 2006, nel dipartimento Seine-Saint-Denis esiste qualcosa chiamato "villaggi d’inserimento per i Rom". Dietro a questa felice espressione si nascondono in realtà dei quasi campi di internamento. Nel nome del principio della libertà e della dignità umana, l’associazione "La voix des Rroms" (La voce dei Rom) denuncia questo tipo d’iniziative ed invita tutte le altre associazioni, soprattutto quelle che si occupano di Rom, a fare altrettanto. Per informare il pubblico sull’argomento, l’associazione ha creato un blog, http://villagedinsertion.blogspot.com, sul quale è disponibile, tra le altre cose, un breve rapporto sull’argomento inviato alle istituzioni europee che si occupano di Diritti Umani.

Nell’autunno 2006 è stato avviato nella città di Auberville un progetto privato di opera urbana e sociale (MOUS), a beneficio di alcune famiglie rom originarie della Romania. Consiste nell’installazione di alcuni bungalow nei quali collocare tali famiglie, che saranno seguite dal punto di vista sociale da alcune associazioni autorizzate dalla prefettura di Seine-Saint-Denis. Un progetto analogo viene attuato l’anno successivo a Saint-Denis, ed un terzo nel 2008 a Saint-Ouen.

Il tutto si svolge ogni volta secondo lo stesso copione: un’inchiesta sociale condotta da Pact Arim, una selezione secondo criteri annunciati dalla sotto-prefettura di Saint-Denis e mai realmente rispettati, e soprattutto il 90% circa degli intervistati che si vede recapitare l’ordine di abbandonare il territorio francese. Il 10% selezionato viene posto sotto sorveglianza in aree chiuse, controllare 24 ore su 24 ed alle quali non è consentito accedere a chiunque provenga dall’esterno, che si tratti di familiari, amici o persino i media.

C’è voluto qualche mese ai gestori di questi luoghi per trovare un nome alle loro "creature". Si è optato per "villaggio d’inserimento". Ma si può chiamare "villaggio" un luogo chiuso, dove un nonno non può ospitare il nipotino di un anno? Si può parlare di "inserimento" allorché la prefettura, che partecipa a questi progetti della durata prevista di tre anni, non consegna i permessi di soggiorno o le autorizzazioni al lavoro alle persone che pretende di "inserire"? Si può parlare di "inserimento" quando queste persone non hanno contatti con l’esterno?

"La voix des Rrom" ed altre associazioni rom di Francia hanno allertato il Commissario per i Diritti dell’Uomo presso il Consiglio d’Europa, l’Agenzia dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e la Commissione Europea, a cui queste associazioni hanno indirizzato una nota a proposito del trattamento riservato ai Rom in Francia attraverso le "aree d’accoglienza per le persone nomadi" ed i "villaggi d’inserimento per i Rom". Tali note, così come altri documenti scritti ed audiovisivi, sono disponibili sul sito http://villagedinsertion.blogspot.com .

"La voix des Rrom" lancia un appello alla società civile, ed in particolare alle associazioni che si occupano di Rom migranti, affinché si oppongano a quella che sembra essere proprio una bomba ad orologeria. In questi tempi di crisi, la pubblicità ingannevole di sedicenti "progetti d’integrazione dei Rom" rischia in effetti di dare vita a un’onda razzista come quella che da due anni a questa parte è possibile osservare in Italia. L’adagio "chi tace acconsente" esprime in questo caso il suo pieno significato.

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Di Fabrizio (del 26/04/2009 @ 09:49:30, in Italia, visitato 1640 volte)

Segnalazione di Elisabetta Michelini, dal blog del circolo Pasolini di Pavia

di Erasmo Formica - Associazione Sinti Italiani di Pavia

In questi giorni in cui sembra esser diventato sport nazionale "la caccia al rom", la cosa più intelligente l’ho letta sul nick di messenger del mio amico napoletano Piero: "Vittime sono tutti, perché ai rom è stata tolta la casa/baracca, ai cittadini la capacità di ragionare col proprio cervello". La guerra anti-rom scoppiata a Napoli, e diffusasi in altre città d’Italia, non è altro che l’ennesima goccia (e purtroppo non sarà l’ultima) che cade da un vaso già da parecchio traboccato e che ha come maggior responsabile un sistema politico e mediatico che, fondandosi su pregiudizi antichi e leggende popolari, ha deciso di identificare i rom e, più in generale, tutto ciò che è "diverso", come nemico da combattere. "Difendi il tuo simile… distruggi il resto" questo lo slogan stampato sulle magliette di tante vittime che hanno perso la capacità di ragionare col proprio cervello e che, riposti i propri pensieri e le proprie idee nella naftalina, hanno ceduto la propria abilità di discernere alle parole dei Tg o a quelle scritte sui maggiori quotidiani nazionali. Ma in fondo tutto diventa vero se a parlare è una fonte autorevole come la televisione, i giornali o, magari, un conoscente di un amico. Si parla solo di singoli reati commessi da rom, capaci di far sparire tutti gli altri crimini, di uguale efferatezza, commessi da altri. Sono loro il male della nostra amata Italia, è a causa loro che non possiamo uscire di casa, è stando contro di loro che si vincono le elezioni, tolleranza zero contro gli zingari e non contro camorra, mafia, usura, sfruttamento della prostituzione, spaccio, abusivismo, sfruttamento del lavoro

Festa del 12 Settembre 2008 sinti di Via Bramante, inaugurazione Associazione. Alcune persone per la prima volta sono venute nel nostro campo

E queste persone, che erano poi la maggioranza, le si riconosceva subito… Le vedevi per i primi tre minuti in un misto di paura e sorpresa, potevi leggere sui loro volti i pensieri che nel mentre gli scorrevano nella mente: ma questi Sinti sono come noi, mangiano, ridono, si divertono, sono gentili e dentro le loro Roulottes c’è un ordine ed una pulizia incredibile… i bambini ridono e abbracciano la mamma ed il papà… mi offrono da mangiare invece di puntare al mio portafoglio…

Una trasformazione per tanti. Scoprire che quel mondo terribile non esiste, scoprire nel "diverso" la sua bellezza, la sua accoglienza, la sua dignità. Riattivare, attraverso l’incontro ed il confronto con la realtà, il proprio cervello… C’è chi ci sta chiedendo di barricarci in casa protetti da inferiate e antifurti, ci impongono aver paura, ci dicono di pensare a noi stessi e che saranno loro a mostrarci cosa avviene all’esterno e perché abbiamo bisogno della loro sicurezza, ci fanno vedere il mondo attraverso i loro occhi, attraverso una scatola quadrata che ci offusca la mente con soubrette e delitti, creano mostri e con quelli ci minacciano affinché scegliamo noi stessi di delegare a loro le nostre esistenze.

Abbiamo deciso che vogliamo essere noi a scoprire cosa è reale e cosa non lo è.

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