L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.
Di Sucar Drom (del 09/08/2006 @ 11:21:44, in Kumpanija, visitato 1693 volte)
Sono ormai undici anni che sono Socio di un’associazione di volontariato, l’Opera Nomadi Sezione di Mantova e sono ventitre anni che vivo molto tempo della mia giornata con appartenenti alla società maggioritaria, in senso numerico.
Oggi posso provare a fare qualche semplice riflessione su come mi sono trovato e su come ho fatto ad interagire per così tanti anni con persone che hanno una cultura diversa dalla mia....
Di Fabrizio (del 01/08/2006 @ 10:01:21, in Kumpanija, visitato 1667 volte)
28 luglio 2006 - BRUXELLES - Venerdì scorso, circa 250 Rom
si sono riuniti sull'autostrada E40 Groot-Bijgaarden, per onorare la morte di un
capostipite.
Tutti erano parte della famiglia Modest, uno delle più numerose
nel Belgio. E' un gruppo che vive in Belgio da secoli.
Erano circa 60 carovane, che per tre giorni hanno onorato la
morte di Jean Baudain, giovedì scorso.
"Quando muore un anziano, è normale che tutta la sua
famiglia si ritrova assieme e si aspettano persone importanti degli altri clan,"
spiega l'attivista Wolf
Bruggen. ha
La polizia di Dilbeek ha ricevuto lamentele riguardo
l'assembramento, ma nessun caravan è stato situato nelle dirette vicinanze
dell'area di parcheggio.
Jean Baudain aveva 12 figli, 100 nipoti e 50 bis-nipoti. Era un
commerciante di macchine e materiali ferrosi, e ha lasciato diverse proprietà
nel suotestamento.
Di Fabrizio (del 30/07/2006 @ 09:07:45, in Kumpanija, visitato 2421 volte)
Ricevo e porto a conoscenza (dato che si tratta di invito ad un forum di
discussione, il testo rimane in lingua originale, insomma: per chi mastica
inglese):
Dear All
those among you who are willing to discuss the issues related to the Roma Youth,
please, feel free to join
the discussion forum on
http://www.idebate.org/discussion/view_topic.php?id=554&forum_id=54.
The registration for the site is free and open to everyone. And if you have any
questions related to subscribing,
please, do not hesitate to ask me at nov_val@zahav.net.il.
Di Fabrizio (del 20/07/2006 @ 10:19:56, in Kumpanija, visitato 1760 volte)
da Valery Novoselsky: Oggi (ieri: 19-7-06 ndr) è il 7° anniversario
di
Roma Virtual Network, che iniziò la propria attività il 19 luglio 1999.
Praticamente apparso dal nulla come segno della maturità dei Rom nel far
valere la loro voce a livello internazionale, nell'esprimere le proprie
opinioni, nel fornire il proprio punto di vista su cosa accade nel mondo, una
voce che ragiona!
Il numero 7 ha risvolti profondi e spirituali. E' il numero che denota
saggezza, perfezione e totalità. Si riferisce allo sviluppo spirituale. Il
numero 7 è stato il simbolo del mistero nei libri sacri, ad indicare forza
spirituale. Significa la benedizione, il regalo dello spirito.
Come redattore di Roma Virtual Network sono felice di confermare che tutte
queste qualità sono parte del lavoro svolto che dal millennio scorso arriva a
questo settimo giubileo!!!
Grazie a tutti per il vostro supporto.
Spero con la vostra partecipazione di continuare ed estendere quest'attività
online, a fronte delle sfide del XXI secolo.
OPRE ROMA! - ALZATEVI ROM!
Saluti, Valery Novoselsky. Editor of Roma Virtual Network.
Galilee, Holy Land
P.S. Mentre scrivo queste righe, continua la battaglia ai confini tra Israele e
Libano, e quanti non hanno abbandonato la regione vivono nei rifugi, con
l'orecchio alle esplosioni e ai colpi. Ma la volontà del popolo Rom nel cercare
diritti umani ed uguaglianza in questo mondo è così forte, che questo spirito mi
ha impedito di nascondermi in un rifugio, ma invece di stare a casa e scrivervi,
miei carissimi amici!!!
Di Fabrizio (del 19/07/2006 @ 11:31:10, in Kumpanija, visitato 1602 volte)
Ho bisogno di aiuto per:
selezionare i 7 eventi più importanti (come conferenze, seminari ecc.) tenutisi negli anni 2005 -2006 (sinora);
individuare 50 figure (di etnia Rom oppure no) che hanno contribuito alla causa del movimento e della cultura Romani nella sua storia. Avrei anche bisogno della loro data di nascita e del loro domicilio, oltre che la loro sfera di attività.
Ho bisogno di queste informazioni per aggiungerle al mio libro "The Mystery of the Baltic Roma", che sto traducendo dal russo in inglese.
Di Daniele (del 18/07/2006 @ 12:30:23, in Kumpanija, visitato 1856 volte)
L’AQUILA. Si terrà dal 17 al 23 luglio presso il salone polifunzionale del Complesso di Collemaggio, a L’Aquila, la mostra “Differenti identità”, percorsi di conoscenza della cultura Romanì.
Fortemente voluta dall’assessore provinciale alle Politiche sociali della Provincia dell’Aquila, Teresa Nannarone, in collaborazione con l’Associazione “Them Romanò, l’iniziativa, inserita nell’ambito di “Provincia in festival”, è stata presentata questa mattina nel corso di una conferenza stampa dall’assessore Nannarone e da Alexian Santino Spinelli, curatore della mostra, docente di cultura Rom e musicologo. Erano presenti anche il consigliere provinciale, Gabriele Perilli, in rappresentanza della Commissione consiliare Affari Sociali e il prof. Walter Tortoreto, presidente del Comitato tecnico del Forum delle Attività Culturali.
La mostra, itinerante, farà tappa anche a Sulmona, dal 24 al 30 luglio, presso Palazzo della Provincia, in via Mazara. Toccherà Castel di Sangro, dal 7 al 13 agosto, presso la scuola elementare e si concluderà ad Avezzano, dove sarà allestita dal 21 al 27 agosto, presso la Scuola Media Statale “Camillo Corradini”. Composta da diverse sezioni, l’iniziativa ripercorre la storia del popolo Rom. Dal suo insediamento in Italia, ai primi del 1300, si passa al bando della Chiesa, nel 1557, che inflisse dure restrizioni e alle strategie di sopravvivenza, messe in atto dal popolo Rom. Una sezione a parte è dedicata all’Olocausto, che colpì più di mezzo milione di Rom. Grande attenzione è rivolta alla sartoria romanì e all’abbigliamento femminile e alla musica rom, da cui attinsero diversi musicisti, Schubert, Liszt, Stravinskij, Cajkovskij e oggi Goran Bregovic. In esposizione anche oggetti di rame e ferro, diapositive e proiezione di video. Nell’ultima sala del centro Polifunzionale di Collemaggio è stato interamente ricostruito un accampamento rom dei primi del ‘900. Attualmente sono 12 milioni i Rom nel mondo, 8 milioni in Europa, 120 mila in Italia.
«Si tratta di una delle iniziativa più interessanti di Provincia in Festival- ha commentato Teresa Nannarone- tesa a far conoscere la cultura romanì e a lanciare un messaggio di tolleranza e di pace. Il popolo Rom, infatti è uno dei pochi, che non ha mai posseduto un esercito e di non ha mai avviato guerre». «Insieme per vincere il pregiudizio nei confronti di una cultura, da sempre messa ai margini, ma da cui hanno attinto musicisti e artisti vari», ha aggiunto Alexian Spinelli.
Il 21 luglio a L’Aquila è previsto anche un concerto dell’Alexian Group al Parco della Transumanza, a Collemaggio, sulla musica romanì, che verrà replicato anche il 28 luglio a Sulmona (cortile interno SS Annunziata), l’11 agosto a Castel di Sangro ( Piazza Plebiscito), il 26 agosto ad Avezzano (Piazza S. Giovanni).
Di Fabrizio (del 18/07/2006 @ 10:48:47, in Kumpanija, visitato 5632 volte)
Dopo il racconto di domenica(spero non siate superstiziosi, altrimenti voltate pagina), qualcosa ancora sul funerale tra i Rom. La testimonianza (di 10 anni fa) è di Stefano (Stevi) Braidic, quando era redattore del bollettino "Il Vento e il Cuore". Volendo, si può rileggere anche il racconto di Marco Nieli del novembre scorso.
Il funerale è una cerimonia molto sentita, vissuta da tutta la comunità. Non esiste un rito comune a tutti i Rom, ogni gruppo ha le sue usanze. In alcuni casi, come l'anno scorso (1995 ndr) quando bruciarono dei bambini Khorakhané in via Corelli, il funerale coinvolge tutti i gruppi, al di là delle loro differenze.
Quando muore qualcuno tra i Rom Bulgari, il giorno o la sera stessi si raggruppano gli amici e i conoscenti. C'è l'usanza di "DARE NELLA MANO AI BAMBINI": ai bambini presenti alla veglia vengono offerte frutta e te, questo serve per far contenta l'anima del morto. Per la stessa ragione, si offrono alcolici agli adulti. La nottata passa in piedi per gli adulti, le donne preparano il caffé. La veglia del corpo, lasciato all'aperto tra le tende, dura tre giorni. Alcuni Rom Bulgari sono di religione cattolica, altri ortodossa e altri ancora evangelici. Dopo i tre giorni di veglia si svolge il rito religioso secondo la credenza del defunto.
Tra alcuni Rom Harvati sopravvive la tradizione di bruciare la roulotte e i vestiti del morto. I suoi oggetti invece erano messi accanto a lui. Durante il corteo funebre, la strada viene cosparsa di fiori. In testa vengono portate le corone di fiori, segue la bara ed infine il corteo. Gli amici del morto contribuiscono alle spese del funerale ed il morto viene accompagnato anche dalla banda funebre. Quando poi si va a visitare la tomba, gli si porta qualcosa che gli piaceva in vita da lasciargli. Si va a trovare il morto solo la mattina: il pomeriggio non va bene.
Tra i Rom Khorakhané è molto importante il rito della vestizione del morto, che dev'essere posto nella bara pulito, profumato e con un vestito nuovo. Il rito religioso è musulmano. Il corpo del defunto di solito veniva rimpatriato per la sepoltura (i Khorakhané sono di origine bosniaca), ultimamente questo è diventato quasi impossibile (nel 1996 si era nel pieno della crisi bosniaca ndr). Tra loro sopravvive l'usanza della "POMANA": la veglia funebre, che è convocata subito dopo la sepoltura e a cui partecipano amici, parenti, conoscenti. Si mangia, si beve, si consolano i vivi. La POMANA viene ripetuta dopo tre giorni e poi dopo altri quaranta giorni. Questa veglia avviene ancora dopo sei mesi e dopo un anno, seguendo gli spostamenti del gruppo. Per tre anni viene sacrificata una volta all'anno una pecora.
Per tutti i Rom ci sono poi norme che indicano come e per quanto va tenuto il lutto per il defunto: durante questo periodo non ci si deve fare la barba, o lavarsi col sapone, non si ascolta musica...
Questa è solo una ricostruzione parziale dei molti riti che sopravvivono tra i Rom. Invitiamo i lettori a segnalarcene ancora.
nella foto tratta da Flickr, la tomba di una "regina dei Rom" morta in Alabama nel 1915 e tuttora venerata
Di Fabrizio (del 17/07/2006 @ 10:07:48, in Kumpanija, visitato 3154 volte)
Un ricordo da Pirori, introduzione ad un altro post di domani:
Immaginate che al campo è morto un anziano. Dentro una baracca, grande ma abusiva, siamo seduti accanto alla stufa con ospiti venuti da lontano. All'angolo apposto, un grande televisore, che è spento. Ci sono norme molto complicate e rigide dopo i funerali e la televisione dovrà rimanere spenta per un pezzo. Anche i bambini sono tristi, ma nello stesso tempo i più piccoli sono curiosi di sentire quei vecchi che non hanno mai visto, arrivati per il funerale. La madre tenta di calmarli, dicendo loro che i "nonni" sono stanchi e si fermeranno per la notte. Ci sarà tempo per fare domande. Ma questi sono bambini cresciuti con la TV accesa tutte le sere, e anche i vecchi han voglia di ricordare quando il tempo libero trascorreva ascoltando i racconti. Parlano del lavoro di una volta:
Mate ...Quando veniva la primavera, verso la metà di marzo si prendevano le tende e si andava in montagna e sopra le balle di fieno ci facevamo come un letto. Si caricava la roba sopra i cavalli o gli asini. Per terra si mettevano le pelli di pecora e si portava tanto rame per lavorare un bel po' di tempo. Facevamo caldaie grandi di rame, alluminio o ferro. Chi teneva due cavalli o due asini era ricco.
Nasif ...Noi prima con i cavalli andavamo nei paesi, arrivavamo, mettevamo le tende, poi venivano i gagé, i turchi "ecco, il maestro è venuto". Noi tutti con i violini suonavamo, joj, che vita era quella. Ma ora vedi, in questo fango, batto su queste pentole, con il martello picchio questi vasi,per mangiare un panino. Che devo fare, fratello, devo vivere. Non posso tornare in Jugoslavia.
Bekrija ...Io quando sono venuto in Italia sono andato a Roma e lì sono rimasto un po' ditempo, ho preso il permesso di soggiorno, i documenti e tutto. Sono rimasto qualche anno, vendevo le pentole nelle campagne. I gagé compravano i paioli per fare la polenta. Sono stato a Torino 7 anni, ero lì al campo,ho lavorato due anni e mezzo al carcere minorile come maestro, ho i documenti che ho lavorato lì. E poi mi pagavano poco allora ho smesso di lavorare.
Ganzavuri Per il lavoro, si deve tagliare il rame da una lasta. Poi lo si scalda su un fuoco a legna, per modellarlo. Poi, a seconda di cosa si vuole ottenere, lo si appoggia per lavorarlo o sul palanchino, sulla piastra in ferro o sull'incudine. Lo batti col martello, il punteruolo e lo scalpellino. Alla fine, lo si lucida con sale e aceto. Se è un oggetto che servirà per mangiare, bisogna stagnarlo. Lo si scalda nuovamente e con uno straccio cosparso di stagno si passa la parte interna, due volte, ogni volta lasciando che si raffreddi. Alla fine, si pulisce con detersivo ed erba (per non raschiare la stagnatura) e lo si asciuga con la segatura.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
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