Dopo il racconto di domenica (spero non siate superstiziosi, altrimenti voltate pagina), qualcosa ancora sul funerale tra i Rom. La testimonianza (di 10 anni fa) è di Stefano (Stevi) Braidic, quando era redattore del bollettino "Il Vento e il Cuore". Volendo, si può rileggere anche il racconto di Marco Nieli del novembre scorso.
Il funerale è una cerimonia molto sentita, vissuta da tutta la comunità. Non esiste un rito comune a tutti i Rom, ogni gruppo ha le sue usanze. In alcuni casi, come l'anno scorso (1995 ndr) quando bruciarono dei bambini Khorakhané in via Corelli, il funerale coinvolge tutti i gruppi, al di là delle loro differenze.
Quando muore qualcuno tra i Rom Bulgari, il giorno o la sera stessi si raggruppano gli amici e i conoscenti. C'è l'usanza di "DARE NELLA MANO AI BAMBINI": ai bambini presenti alla veglia vengono offerte frutta e te, questo serve per far contenta l'anima del morto. Per la stessa ragione, si offrono alcolici agli adulti. La nottata passa in piedi per gli adulti, le donne preparano il caffé. La veglia del corpo, lasciato all'aperto tra le tende, dura tre giorni. Alcuni Rom Bulgari sono di religione cattolica, altri ortodossa e altri ancora evangelici. Dopo i tre giorni di veglia si svolge il rito religioso secondo la credenza del defunto.
Tra alcuni Rom Harvati sopravvive la tradizione di bruciare la roulotte e i vestiti del morto. I suoi oggetti invece erano messi accanto a lui. Durante il corteo funebre, la strada viene cosparsa di fiori. In testa vengono portate le corone di fiori, segue la bara ed infine il corteo. Gli amici del morto contribuiscono alle spese del funerale ed il morto viene accompagnato anche dalla banda funebre. Quando poi si va a visitare la tomba, gli si porta qualcosa che gli piaceva in vita da lasciargli. Si va a trovare il morto solo la mattina: il pomeriggio non va bene.
Tra i Rom Khorakhané è molto importante il rito della vestizione del morto, che dev'essere posto nella bara pulito, profumato e con un vestito nuovo. Il rito religioso è musulmano. Il corpo del defunto di solito veniva rimpatriato per la sepoltura (i Khorakhané sono di origine bosniaca), ultimamente questo è diventato quasi impossibile (nel 1996 si era nel pieno della crisi bosniaca ndr). Tra loro sopravvive l'usanza della "POMANA": la veglia funebre, che è convocata subito dopo la sepoltura e a cui partecipano amici, parenti, conoscenti. Si mangia, si beve, si consolano i vivi. La POMANA viene ripetuta dopo tre giorni e poi dopo altri quaranta giorni. Questa veglia avviene ancora dopo sei mesi e dopo un anno, seguendo gli spostamenti del gruppo. Per tre anni viene sacrificata una volta all'anno una pecora.
Per tutti i Rom ci sono poi norme che indicano come e per quanto va tenuto il lutto per il defunto: durante questo periodo non ci si deve fare la barba, o lavarsi col sapone, non si ascolta musica...
Questa è solo una ricostruzione parziale dei molti riti che sopravvivono tra i Rom. Invitiamo i lettori a segnalarcene ancora.
nella foto tratta da Flickr, la tomba di una "regina dei Rom" morta in Alabama nel 1915 e tuttora venerata