Dichiarazioni anti rom, imbarazzo nel centrodestra: Lombardi convocata dai
probiviri del Pdl. Solo la Lega la difende a spada tratta
Il Pdl prova a correre ai ripari sul caso creatosi attorno alle dichiarazioni
anti-rom e convoca per domani Clarissa Lombardi (leggi
QUI ndr) per valutare eventuali provvedimenti da prendere. Lo annuncia
il vice-coordinatore vicario del Popolo della Libertà, Filippo Bernocchi:
"Incontrerò Lombardi per decidere il da farsi, al momento però mi sembrano
quasi incredibili le dichiarazioni riportate". Anche Riccardo Mazzoni,
coordinatore provinciale del Pdl prende le distanze: "La xenofobia è un male che
va estirpato dalla nostra società – commenta in una nota –. Frasi xenofobe come
quelle scritte su Facebook da un nostro consigliere di circoscrizione non
appartengono dunque né alla nostra storia politica né alla nostra cultura e
costituiscono un gravissimo danno all’immagine del partito". A deliberare su
Clarissa Lombardi saranno direttamente i probiviri nazionali. Nel frattempo il
centrodestra si divide facendo affiorare l’esistenza di due anime quasi
inconciliabili circa il comportamento da tenere nei confronti dei rom con
pulsioni xenofobe pronte ad essere sprigionate. La Lega Nord così nella versione
del suo segretario comunale Leonardo Soldi sta dalla parte della consigliera di
circoscrizione. "Capisco perfettamente la sua rabbia – afferma –. Noto che la
questione dei rom non è ormai sentita solo dalla Lega, ma anche dagli elementi
meno moderati del Pdl. In un periodo di crisi certe agevolazioni, che i comuni
sono obbligati a concedere ai rom stridono ancora maggiormente rispetto al
passato. Mi riferisco in particolar modo alla situazione dei campi nomadi. Non
avendo per nulla una cultura della pulizia e del vivere civile, come invece
abbiamo noi, se ne fregano di rispettare certi standard. Oggettivamente Lombardi
ha sbagliato in un solo punto, si è dimenticata di includere nelle sue
dichiarazioni un riferimento ai sinti". Decisamente di carattere opposto le
dichiarazioni del capogruppo in consiglio comunale di Futuro e Libertà, Federico
Lorusso che ne approfitta per riaprire un contenzioso politico con il Pdl. "Mazzoni
ci ha appellati come inutili idioti, bene adesso dovrebbe guardare in casa
propria gli idioti che ha. Questa gente dovrebbe dimettersi immediatamente senza
attendere un minuto di più. Chi è nelle istituzioni ha il dovere di pensare
prima di parlare, questo purtroppo non sta avvenendo da troppo tempo all’interno
del partito di Mazzoni". Il suo collega di partito, Maurizio Bernocchi
consigliere della circoscrizione sud allarga il campo della stigmatizzazione:
"Sono rimasto delusissimo da Bonny Marras (che su Facebook ha parlato di rom
come "razzaccia che sa solo rubare", ndr). Voglio prendere le distanze dalle sue
parole da queste parole e mi meraviglio che una consigliera eletta possa fare
delle dichiarazioni simili. Questa non è politica, ma solo razzismo. Brava, ha
messo in difficoltà la maggioranza". Dalla circoscrizione Est, istituzione dove
è eletta la protagonista delle esternazioni contro i rom, trapela un fortissimo
imbarazzo. Il presidente Alessandro Ciardi si è preso 24 ore di tempo per
riflettere prima di rilasciare qualsiasi tipo di dichiarazione. L’unico disposto
a parlare è Andrea Bonacchi, presidente della commissione lavori pubblici della
Est, che prova a minimizzare. "Le dichiarazioni di Clarissa Lombardi – dice -non
sono un comunicato ufficiale, ma semplicemente delle iperboli. Premesso questo
il problema rom non si risolve né cacciandoli né con la compassione: le
baraccopoli sono un problema sociale e d’integrazione". Su quest’ultimo versante
si inserisce la considerazione del capogruppo in consiglio comunale dell’Udc,
Antonio Longo. "Si fanno queste sparate a caso per fomentare odio, ma nel
frattempo si lavora. Abbiamo già trovato degli accordi con gli assessori Silli e
Mondanelli per la sistemazione dei rom già spostati da Santa Lucia in viale
Marconi. Le dichiarazioni di Lombardi pertanto appaiono prive di logica e di
senso esattamente come capitato a Padova".
Carlandrea Adam Poli
Segnalo sull'argomento:
La Risposta di Rom alla Consigliera Pdl Clarissa Lombardi:
I Rom si occuperanno del risanamento dell'ambiente nelle Province di La
Spezia e Massa Carrara
Per la Consigliera del Pdl Clarissa Lombardi i Rom sono "zingari,
ladri, bastardi da rimandare a casa" a lei i Rom "fanno vomitare".
Queste le pesantissime parole usate dalla Consigliera Pdl Lombardi.
Opera Nomadi Toscana e tutta la comunità Rom esprime la sua forte denuncia per
le gravissime affermazioni di stampo apertamente Razzista e Xenofobo usate da un
rappresentante delle Istituzioni pratesi.
Non sono le prime affermazioni di questo tenore usate da rappresentanti del Pdl
e della Lega Nord.
Il 9 settembre a Monza, la Lega Nord ha presentato un ordine del giorno alla
Provincia di Monza e della Brianza: "Espulsione dei Rom dalla Provincia di Monza
e dalla Brianza"
Opera Nomadi Toscana ha già denunciato nella riunione tenutasi il 16 Novembre a
Roma, c/o la Commissione Straordinaria dei Diritti Umani – Senato della
Repubblica presieduta dal Presidente Pietro Marcenaro , dal rappresentante
dell'Osce Andrej Mirga e dalla Consulente per la Coesione Sociale – Presidenza
della Repubblica Giovanna Zinconi la campagna di Discriminazione Razziale che il
Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il Ministro degli Interni Roberto
Maroni, il Pdl e la Lega Nord stanno conducendo da mesi contro il Popolo Rom.
La denuncia è stata da tempo inoltrata alla Commissione diritti umani –
Consiglio d'Europa a Strasburgo (Miss. Viviane Reding) ed all'Osservatorio sulle
discriminazioni Razziali della Camera Presieduto dal Presidente On. Gianfranco
Fini
Lo stesso Andrei Mirga, nel corso del suo intervento sottolineava che la
Politica del confinamento dei Rom all'interno dei Campi Nomadi, veri e propri
campi di esclusione e segregazione razziale e
Prassi unicamente italiana. L'Advisor/Senior dell'Osce ha affermato inoltre che
in nessun altro paese Europeo esistono i Campi Nomadi, anche se le
discriminazioni sono presenti in tutti i paesi con gradi ed accezioni diverse.
La risposta concreta che Opera Nomadi Toscana e le comunità Rom danno a
questa campagna apertamente razzista e xenofoba e la volontà di occuparsi della
ricostruzione del paese.
Nella zona delle Province di La Spezia e Massa Carrara, in una zona fortemente
segnata da dissesti idro-geologici i Rom andranno a lavorare, attraverso la
costruzione di auto-imprese nella cura del territorio: dragaggio del fiume
Magra, sistemazione degli argini, cura del Patrimonio boschivo, ripulitura delle
spiagge.
E' quanto afferma Ulderico Fusani, dirigente della Provincia di La
Spezia, nel settore delle Politiche Economiche, Sociali e del Lavoro: «E' più
che un'idea da vagliare, siamo a un punto successivo. Ci stiamo lavorando, e
l'ipotesi di dare questa alternativa a questa gente, potrebbe, sottolineo il
potrebbe, realizzarsi davvero» (fonte: Corriere della Sera – Fiorentino
06.12.2010) nell'intervista che Marco Bezzecchi ha realizzato nell'ambito di una
inchiesta giornalistica condotta sul Campo Rom di Quaracchi.
Di fronte ad un paese, che sta letteralmente crollando a pezzi, tra esondazioni,
allagamenti, frane
La volontà dei Rom e quella di lavorare e trovare una occasione di "Riscatto
Sociale" dopo le guerre e l'esclusione di cui sono sempre stati vittime.
La volontà dei Rom è quella di essere protagonisti di un possibile
rinascimento per iniziare una nuova fase della vita di questo paese. Politiche
sociali improntate all'inclusione sociale per tutti: case, scuole e lavoro
premesse indispensabili per la vita di una vera democrazia.
Le affermazioni della Consigliera Lombardi saranno oggetto di una denuncia che
Opera Nomadi Toscana promuoverà c/o l'Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni
Razziali – Presidenza del Consiglio dei Ministri (Unar).
Nel chiedere le immediate dimissioni della Consigliera Lombardi, invitiamo tutti
i cittadini a partecipare alla Manifestazione dell'11 Dicembre a Roma.
Opera Nomadi Toscana e le comunità Rom aderiscono alla Manifestazione promossa
dal Pd chiamando le associazioni, i sindacati, i partiti, i singoli cittadini ad
unirsi alla Nazione Rom
Nella lotta contro il Porrajmos (la Shoa dei Rom) che non è ancora, ad oggi
terminato ed alla difesa della vita umana, del Rispetto e della Convivenza
Pacifica tra tutti i cittadini della Repubblica Italiana. La lotta contro il
Razziamo e per una Società dell'Inclusione Sociale è premessa della lotta per
l'Affermazione della Legalità e sconfitta di Mafie, Camorre ed Illegalità.
Opera Nomadi Toscana
Marcello Zuinisi
Presidente Opera Nomadi Toscana
Via XXV Aprile 61, Ameglia (Sp)
Tel 320 9489950 – 328 1962409
L'indicazione più efficiente per individuare Quaracchi non è tanto il
navigatore satellitare, quanto gli aerei che, decollando da Peretola, vi passano
sopra. Poi ci si imbatte nell'ultima frontiera della disperazione, il campo dei
nomadi e dei senzatetto accanto alla ferrovia
Quaracchi è uno dei borghi, forse il più piccolo, in cui si suddivide la
periferia di Firenze tra Peretola e via Pistoiese. All'assemblea dei Cento
luoghi, pur in concomitanza con quelle di Brozzi e Peretola-Petriolo, a
discutere si sono presentate ben 160 persone. Viene da domandarsi dove siano, di
giorno, perché si notano soprattutto i campi incolti e spelacchiati, le strade
fangose e il loro complicato intreccio. L'indicazione più efficiente per
individuare Quaracchi non è tanto il navigatore satellitare, quanto gli aerei
che, decollando da Peretola, vi passano proprio sopra. Seguendo questo
tracciante, ci si imbatte nell'ultima frontiera della disperazione, il campo dei
nomadi e dei senzatetto in via di San Pietro, accanto alla ferrovia. Persino al
confronto dell'Olmatello e di altri insediamenti del genere, il campo di
Quaracchi supera gli ultimi confini dell'igiene e della vivibilità. Non c'è
corrente, non c'è illuminazione, non c'è niente, se non fango e informi
baracche.
Più o meno, ci vivono 100 persone, tutte etichettate, dalla popolazione
circostante come “rom”. Tra di loro, vi è Stefano (così ha italianizzato il suo
nome), che ogni pomeriggio, verso le 16, parte a piedi da lì per andare a
prendere la figlia, che fa la seconda elementare. Un quarto d'ora a piedi. A
detta dei ragazzi del campo di Quaracchi, vanno tutti a scuola alla Manzoni, che
è a Novoli, in realtà, e la indicano appena dall'altra parte della strada. C'è
però da credere ai più adulti, quando raccontano di essere in Italia chi da 5,
chi da 10 anni e di aver lavorato a lungo in nero, per lo più come muratori,
operatori di gru e gommisti. Difficile che il “rom” racconti con precisione come
sia finito a Quaracchi: “finito” viene interpretato come “disperato”, “giunto
alla fine”. Come siete finiti a Quaracchi? «Ora stiamo male, non c'è caldo nelle
baracche». E fuori dal campo? «Non c'è lavoro». Siete qua perché nomadi? «Siamo
qua perché poveri». Vi accusano di rubare, lo sapete? «Noi qua, tutti bravi».
Una versione che non convince gli abitanti della zona di via Pistoiese,
anche se i toni sono tutt'altro che esasperati. «Sicuramente alcuni di loro si
arrangiano in maniera poco trasparente», commenta una mamma, mentre va a
prendere la figlia all'uscita da scuola. Questi discorsi scivolano sulle spalle
di Stefano, mentre tiene per mano sua figlia. Appena la piccola si sgancia dal
padre, si mette a correre in cerchio, assieme a un bimbo cinese, un marocchino e
un italiano. La scuola elementare è l'epicentro delle micro realtà che ruotano
intorno a via Pistoiese e via Pratese. Che si venga da Brozzi, da Le Piagge o da
Quaracchi non conta più. «Si figuri se conta la provenienza dall'Asia o dai
Balcani», aggiunge una maestra, mentre la sua collega, della 2A, parlotta con
Stefano. «Nella mia classe abbiamo due cinesi, due marocchini, due rumeni e la
piccola, che è, se non sbaglio, la prima rom di questa scuola». Di fronte alla
scena, davvero triste, del padre e della figlia che se ne tornano al campo
fangoso, vengono giù molte barriere, ma resta il problema di quel centinaio di
persone.
Con la testardaggine di alcuni operatori sociali, come Marcello Zuinisi,
qualcosa di buono si intravede all'orizzonte. L'idea, paventata nove mesi fa,
quando all'ordine del giorno era lo sgombero dell'ex Osmatex, di far lavorare in
Liguria gli uomini che sono ora a Quaracchi, sta prendendo realtà. La conferma
arriva da Ulderico Fusani, dirigente della Provincia di La Spezia, nel settore
delle Politiche Economiche, Sociali e del Lavoro: «E' più che un'idea da
vagliare, siamo a un punto successivo. Ci stiamo lavorando, e l'ipotesi di dare
questa alternativa a questa gente, potrebbe, sottolineo il potrebbe, realizzarsi
davvero». Agli accampati di Quaracchi, dunque, si profilerebbe la possibilità di
intervenire, in un progetto di inclusione sociale, allo studio anche degli enti
locali toscani, sulle spiagge e le foreste colpite dal maltempo. Dal dragaggio
dei fiumi alla pulizia delle spiagge, sarebbe l'occasione per dimostrare quanto
davvero queste persone hanno il desiderio e la convinzione di riscattarsi.
Di Fabrizio (del 07/12/2010 @ 13:23:36, in Italia, visitato 1904 volte)
9 dicembre. In occasione del 52°esimo anniversario della Dichiarazione
Universale dei Diritti Umani (10 dicembre 1948) il gruppo Amnesty International
di Verona intende organizzare una conferenza sui diritti dei Rom e dei Sinti,
volta a sensibilizzare la popolazione veronese sul tema degli insediamenti
abitativi precari, all'interno della Campagna (((IO PRETENDO DIGNITA'))).
La conferenza "L'altra verità: quello che non vi dicono sui campi nomadi" si
terrà giovedì 9 dicembre alle ore 17.45 nell'aula 2.1 della Facoltà di Lettere e
Filosofia (via S. Francesco, 22 – Verona) dell'Università degli Studi di Verona.
Alla conferenza parteciperanno, in qualità di relatori:
- Prof. Leonardo Piasere, antropologo e professore dell'Università degli Studi
di Verona;
- Dott.ssa Barbara Cei, referente del progetto "per l'integrazione della
Comunità Rom rumena di Verona" per conto della Cooperativa Sociale Azalea
(2009);
- Sig.ra Cerasela Barbu, membro della comunità Rom rumena di Verona;
- Dott. Fernando Vasco Chironda, Coordinatore Campagne dell'Ufficio Campagne e
Ricerca di Amnesty International Sezione Italiana.
Modererà Gabriele Colleoni, giornalista de L'Arena.
Per ulteriori informazioni, contattare le organizzatrici della conferenza: Albanese Gemma (vice responsabile gruppo Italia 029):
g.albanese@amnesty.it -
340 4683791 Scola Vera (referente Pena di morte, gruppo Italia 029):
v.scola@amnesty.it –
348 7501973
Federazione Rom&Sinti Insieme
Associazione Upre Roma COMUNICATO STAMPA
L'arte unisce, il pregiudizio divide
Concerto conclusivo della campagna "DOSTA!" a Milano Giovedì 9 dicembre Auditorium San Fedele
Giovedì 9 dicembre alle ore 21 all'Auditorium San Fedele, in via Hoepli 3/b la
campagna "Dosta!" di Milano si conclude con il concerto organizzato dalla
Federazione Rom&Sinti insieme e l'Associazione UPRE ROMA in collaborazione con
la Fondazione Fabrizio De André e Radio Popolare.
La campagna "DOSTA!" ("basta" in lingua romanes) promossa dalla Comunità
europea è coordinata e finanziata dall'UNAR (Ufficio Nazionale
Antidiscriminazioni Razziali) in collaborazione con il Consiglio d'Europa e con
le principali federazioni rom e sinte per promuovere in Italia una maggiore
conoscenza della cultura dei Rom e dei Sinti, la più grande minoranza etnica
d'Europa, e per sconfiggere con la conoscenza gli stereotipi che hanno sempre
accompagnato questo popolo.
Il concerto si aprirà con un omaggio a Django Reinhardt, in occasione
del centenario della sua nascita. Il grande musicista manouche che influenzò la
musica jazz con le sue composizioni e il suo grande virtuosismo verrà celebrato
dalla Delirium Jazz Band.
A seguire artisti rom incroceranno le loro voci e i loro strumenti con
artisti gagi, creando originali ed insolite band promiscue: Tonino Carotone e la Banda del villaggio solidale
i Perturbazione e il maestro George Moldoveanu e il suo violino
la Banda Osiris e i Muzikanti di Balval, con il maestro Jovica
Jovic alla fisarmonica e le danze di Melissa Mattiussi.
Nel corso del concerto si alterneranno immagini e testi con Dijana
Pavlovic, Alessio Lega e ospiti a sorpresa
La serata sarà condotto da Davide Facchini di Radio Popolare.
In questa occasione la Federazione Rom&Sinti insieme e l'associazione UPRE
ROMA ringraziano la Fondazione Culturale San Fedele, la Casa della Cultura, la
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, la Fondazione Fabrizio De André per il
contributo e il sostegno dato a tutta la campagna milanese.
21/11/2010 - "Assimilazione" è un termine con una accezione negativa. Significa
che in una società NON si perdono completamente le proprie caratteristiche
culturali e il proprio stile di vita.
"Integrazione" è un termine usato soprattutto in relazione al processo di
adattamento delle minoranze e degli immigrati in Europa. Significa che una
minoranza si adatta ai principi portanti della società senza esserne assimilata.
E' un fatto che noi rom non siamo né assimilati né integrati nelle società
europee. In ogni caso pensiamo che nessuno debba pensare di poter assimilare
il nostro popolo. D'altro canto, non siamo nemmeno integrati in modo
soddisfacente nelle società nelle quali viviamo. Sentiamo sempre le autorità
parlare delle difficoltà di integrazione dei rom. Il problema del perché i rom
non siano assimilati è sempre stato affrontato dai media, dai bollettini delle
ONG e dai rapporti pubblicati dagli accademici.
****
La maggior parte di coloro che si domandano "Perché i rom non sono integrati?"
crede che i rom stessi non vogliano l'integrazione, anche se non lo hanno mai
affermato apertamente. Secondo loro, noi rom siamo contenti di vivere in
condizioni difficili. Nella serie di articoli che ci stiamo preparando a
pubblicare, vogliamo mostrare quanto questa convinzione (che i rom non vogliano
integrarsi), condivisa da troppe persone, sia errata.
E' un dato di fatto che i rom vogliano essere integrati in qualsiasi posto
vivano. Vogliamo vivere nelle stesse condizioni delle classi medie e alte, così
come i nostri antenati. Siamo cresciuti nella povertà e nella miseria. Non vi è
nulla a proposito della nostra volontà di essere integrati. I nostri lettori
vedranno che la questione principale è se le autorità delle società nelle quali
viviamo vogliano la nostra integrazione, dopo che avranno letto questa serie di
articoli. Per il momento parleremo soltanto delle questioni principali. A
partire dai prossimi articoli inizieremo la discussione sugli ostacoli che
incontrano i rom che vogliono essere integrati. Nell'ultimo degli articoli che
pubblicheremo, avremo alcune raccomandazioni per le autorità e per i
rappresentanti delle organizzazioni dei rom.
****
E' qui che stanno le domande che ci mostrano se i rom non possono essere
integrati nella società oppure se non lo desiderano. Diremo di più a proposito
di delle risposte a tali domande in questo articolo.
Per diverse centinaia (ndr: nell'originale è scritto migliaia, ma mi sembra
improbabile) di anni, la fonte principale di sussistenza per le persone che
costituivano la Nazione Universale dei rom, è stato il nomadismo commerciale. I
rom ottenevano prodotti alimentari da agricoltori stanziali e da pastori nomadi,
in cambio di prodotti del loro artigianato e della fornitura di servizi. Perché
i rom scelsero questo modo di sostentarsi che li forzava a elemosinare per un
tozzo di pane? (ndr: mi sembra in contraddizione con quanto appena sopra
detto) Perché non provvedevano da soli al proprio sostentamento attraverso
l'agricoltura o l'allevamento di bestiame? Era una scelta o una costrizione?
Cosa successe all'inizio, alle tribù che appartenevano alla Nazione Universale
dei rom, tentarono di coltivare terre o di allevare bestiame, come mezzo di
sopravvivenza nella loro storia successiva?Questa autonomia dei rom
venne osteggiata dai gagé, in qualche modo?
La popolazione rom affrontò un lungo periodo di crisi dopo l'industrializzazione
e perse i propri lavori tradizionali. I rom dovettero svolgere lavori che altri
non volevano fare, con scarsi guadagni e senza un'assicurazione sociale.
Quando questi lavori cominciarono a divenire più popolari, i non-rom iniziarono
a mostrare interesse per questi e da ciò nacque un conflitto. Tale conflitto,
nato in condizioni di pace, avrebbe potuto raggiungere un livello tale di
discriminazione, tanto da indurli a usare la violenza? I rom ritornarono a
svolgere lavori con paghe molto basse?
I rom furono ostacolati nello stabilirsi in zone centrali delle città e nelle
aree urbane, in determinati periodi storici? I gruppi rom che non potevano
stabilirsi nelle aree centrali delle città, dovettero spostarsi in zone desolate
e disagiate? I rom furono cacciati dalle città dopo che queste aree furono
bonificate ed il centro delle città si ingrandì?
Le risposte alle domande sopra ci mostreranno perché i rom non sono integrati
nelle società nelle quali vivono; perché non condividere le stesse condizioni di
vita con i gruppi che vivevano meglio? Lo scopo principale di questo articolo è
quello di mostrare a coloro che pensano che i rom siano i soli responsabili
della vita che fanno, che i rom NON sono i soli responsabili del disastro che
devono affrontare.
Anche se noi sappiamo che chi vuole capire i rom non ha bisogno di molte
spiegazioni...
24/11/2010 -
Catherine Twigg
[Direttrice alla Comunicazione,
The European Roma
Rights Centre]: "In un insediamento romanì in Slovacchia, ad un ragazzo che
frequentava la scuola tradizionale era stata assegnata una piccola borsa di
studio per le sue capacità. Sognava crescendo di diventare un meccanico d'auto.
In seguito, per una disputa con un insegnante, venne messo in una classe
speciale per alunni con disabilità mentale, frequentata solo da bambini rom,
come misura punitiva. Nessuna valutazione psicologica precedette la
decisione e né lui né i suoi genitori furono informati o tantomeno venne loro
richiesto l'assenso per questa misura. Questa decisione influenzò la sua
carriera scolastica, le sue prospettive e le opportunità di accesso ad
un'occupazione dignitosa. La promozione finale dalla scuola speciale non gli
permise di frequentare la scuola tecnica per diventare meccanico. Dalle sue
stesse parole: -Loro [la scuola] mi hanno portato via il sogno. Mi hanno reso
stupido.-"
Disgraziatamente, questa è una storia comune in Europa. Il più alto tribunale
europeo sui diritti umani si è pronunciato tre volte su questo tema; ogni
giudizio espressamente condanna le pratiche discriminatorie nell'istruzione
contro i bambini rom. La natura e le giustificazioni della segregazione
differisce nei casi. Nel 2007 il Tribunale Europeo sui Diritti Umani ha emesso
una sentenza storica in
D.H. and Others
v. The Czech Republic, che equiparava il collocamento dei bambini romanì in
scuole speciali per alunni con disabilità mentali, alla discriminazione
illegale. L'anno successivo, in
Sampanis and Others v. Greece, la Corte ha ritenuto all'unanimità che ci
fosse stata una violazione dell'art. 14, in combinato disposto con l'art. 2 del
Protocollo n. 1 della Convenzione Europea sui Diritti Umani [.pdf],
ovvero il fallimento dello Stato nel garantire la scolarizzazione dei bambini
richiedenti e la loro susseguente collocazione in classi separate a causa della
loro origine rom. Più recentemente, in
Oršuš and Others v. Croatia,
la Camera Grande del Tribunale è andata oltre ed ha annullato una decisione
della Camera, dichiarando che le difficoltà linguistiche non possono essere
utilizzate come un pretesto per segregare i bambini romanì.
Nonostante questi progressi, rimangono la norma per molti bambini rom in
Europa problemi di segregazione, disuguaglianza e curriculum inferiori, e
l'attuazione di queste sentenze nei rispettivi paesi è stata praticamente
inesistente. Nella Repubblica Ceca continua il
monitoraggio rapido dei bambini rom in scuole speciali per alunni con lievi
disabilità mentali. Per esempio in alcune regioni gli studenti rom, oggi, hanno
27 volte più probabilità di essere piazzati in una scuola speciale rispetto ai
non-rom. In tribunale sono stati presentati nuovi casi contro la Grecia. Una
ricerca del 2010 di European Roma Rights Centre e Greek Helsinki Monitor
rivelava che in 21 delle 50 comunità visitate, i bambini rom non vanno del tutto
a scuola. Dove frequentano la scuola, sono spesso collocati in strutture
separate. In Croazia sono ancora segregati in base a fattori linguistici.
Ma le questioni della segregazione e dell'istruzione inferiore vanno oltre la
Repubblica Ceca, Grecia e Croazia. E' un problema esteso a tutto il continente.
Per esempio, secondo un sondaggio del 2009 in Slovacchia, almeno tre studenti su
quattro che frequentano scuole speciali per bambini con disabilità mentale sono
romanì; in tutto il paese, l'85% dei bambini nelle classi sono rom (Roma Education Fund, "School as
Ghetto," Budapest 2009, p. 23). In Ungheria, l'ERRC si è unito alla Fondazione
Chance For Children nel depositare casi nei tribunali nazionali riguardo bambini
romanì inseriti nelle scuole speciali in base a prove di valutazione viziate. A
febbraio 2010 l'Ufficio dell'Ombudsman macedone
ha
pubblicato un rapporto che conferma in diverse località la
sovrarappresentazione dei bambini romanì in scuole speciali per bambini con
disabilità mentale. Problemi simili di segregazione o di sovrarappresentazione
nelle scuole o nelle classi speciali esistono in
Serbia e Romania.
Nell'Unione Europea ed in diversi paesi candidati UE, pratiche persistenti
separano i bambini romanì dai non-rom. Che semplicemente non vengano iscritti,
siano posti in scuole o classi speciali per studenti con disabilità mentali, o
ancora segregati per presunte difficoltà linguistiche, i bambini romanì sono
segregati perché sono rom. Simili politiche e/o pratiche continuano a condannare
generazioni di Europei ad una vita di povertà, privati del diritto alla pari ed
inclusiva istruzione, lasciandoli con poche o nessuna possibilità di trovare
un'occupazione di qualità. Soprattutto, il fallimento dei governi nel cambiare
le loro pratiche e le loro politiche, nega a generazioni di Rom la possibilità
di perseguire i propri sogni.
Le opinioni espresse in JURIST's Hotline sono di esclusiva responsabilità dei
loro autori e non riflettono necessariamente le opinioni dei redattori di JURIST,
collaboratori, o dell'Università di Pittsburgh.
Di Fabrizio (del 06/12/2010 @ 09:09:22, in Italia, visitato 1487 volte)
NTR24.tvLi
hanno offerti i sindaci di Fragneto Monforte, Paolisi e Cautano
Tre progetti per favorire l'inclusione sociale e culturale e per la
prevenzione sanitaria in favore dei rom. Domani (3 dicembre ndr), alle
ore 11, il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, in qualità di commissario
delegato per l'emergenza degli insediamenti delle comunità nomadi, sottoscriverà
un accordo con il commissario del comitato provinciale della Cri e tre
sindaci sanniti per la concessione in comodato d'uso e la gestione di tre
poliambulatori mobili da utilizzare per prestazioni sanitarie in favore dei rom
nella provincia di Napoli. I camper, pluriattrezzati, verranno affidati, si
legge in una nota, a personale della Cri che, unitamente a medici specialistici
volontari, si recherà nei campi nomadi più disagiati dal punto di vista
sanitario per visitare in loco i rom, con benefici non solo in termini di
contrasto alle malattie ma anche di sviluppo di rapporti di fiducia con il
medico, essenziali per una corretta educazione sanitaria. Ad offrire i camper,
acquistati con un progetto del Pon Sicurezza ormai concluso, sono i sindaci di
Fragneto Monforte, Paolisi e Cautano; alla sottoscrizione prenderà parte il
prefetto di Benevento "che ha svolto un'importante opera di mediazione con i
sindaci del suo territorio". I camper saranno consegnati contestualmente alla
firma del contratto e verranno presentati in piazza del Plebiscito.
Di Fabrizio (del 05/12/2010 @ 09:58:46, in Italia, visitato 2077 volte)
Ricevo da Maria Gabriella De Luca
Catanzaro 12 dicembre ore 18.30
"Il caffè delle Arti" - Centro Polivalente per i Giovani - via Fontana
Vecchia
Proiezione del docufilm "Romnì tajsa - donne rom ieri e domani" verranno letti brani o poesie di scrittrici e poetesse romnì.
Il lavoro di "Terra di Confine" va avanti in maniera sempre più spedita e si
arricchisce ogni giorno di nuove esperienze e di nuovi stimoli, tutti supportati
dalla convinzione che il superamento dei pregiudizi nei confronti del popolo rom
si potrà attuare solo attraverso una vera conoscenza della loro cultura.
L’associazione per festeggiare i 10 anni di vita, che cadono per l’esattezza
giorno 10 dicembre, organizza un momento di riflessione sulle romnì (le donne
rom), perché convinte che in condizioni di marginalità non solo economica ma
soprattutto culturale, sono le donne quelle che pagano il prezzo più alto.
Di Fabrizio (del 05/12/2010 @ 09:07:33, in Regole, visitato 1618 volte)
di Alessandro Capriccioli
Intervista a Piercamillo Falasca, vicepresidente di Libertiamo, l'associazione
di cultura politica vicina a Benedetto Della Vedova e a Futuro e Libertà.
Allora, Piercamillo, a quanto pare c'è una bella magagna da svelare, o sbaglio?
In effetti sì: due parlamentari del PDL, Barbara Saltamartini e Vincenzo Piso,
hanno presentato un emendamento al Decreto Sicurezza, con cui chiedono di
estendere le misure preventive di polizia ai mendicanti.
Ah. E l'alzata d'ingegno gli è venuta così oppure...
Oppure. Pare che si siano mossi su suggerimento del sindaco Alemanno.
Ok, mettiamo ordine. Stiamo parlando di tutti i mendicanti?
Non proprio: il testo recita "alle persone che, in modo ripugnante, arrecano
disturbo ai passanti".
E scusami, che si intende per “disturbo” e "modo ripugnante"?
Vuol dire, e leggo, "o avvalendosi dell'ausilio di animali, ovvero simulando
deformità o malattie, o adoperando altri mezzi fraudolento per destare l'altrui
pietà". Si tratta praticamente della cosiddetta "mendicità invasiva".
Ho capito: ma nella sostanza cosa rischierebbero questi poveracci?
Conseguenze pesanti: foglio di via obbligatorio, sorveglianza speciale, obbligo
di soggiorno.
Mi pare agghiacciante...
Direi di sì: questa disposizione farebbe rientrare dalla finestra quel reato di
mendicità che era uscito dalla porta del nostro ordinamento penale con
l'abrogazione del 1999, ma in precedenza era già stato parzialmente cassato
dalla Corte Costituzionale.
In effetti, a occhio e croce, era una legge un tantino illiberale...
No, di più: era una delle norme più esemplificative della concezione fascista
del diritto penale, legato alla criminalizzazione di modi di essere e stili di
vita piuttosto che di fatti lesivi di beni giuridici degni di tutela.
E quando l'approverebbero, questo capolavoro?
Domani inizia la discussione del Decreto Sicurezza alla Camera... ...
e quando finisce non si sa...
Già. Sai cosa? Saltamartini e Piso scommettono in modo propagandistico sul
fastidio che i mendicanti producono all'occhio e alla pancia dei cittadini
comuni. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensino di questa schifezza, e come
voteranno, quanti nel PDL si autoproclamano difensori dei valori cristiani.
Insomma, a quanto pare siamo alle solite...
Purtroppo sì. Questa maggioranza continua ad essere garantista con i potenti e
giustizialista con i pezzenti.
Di Fabrizio (del 04/12/2010 @ 09:14:53, in sport, visitato 1628 volte)
Segnalazione di Bogdan Kwappik
cliccare sul logo per vedere il filmato
Il calcio come mezzo di riscatto sociale. Con questo obiettivo nel 2001 nasce
in Sudafrica la “Homeless world cup” (Hwc), il mondiale di calcio dei
senzatetto. Un progetto che ogni anno coinvolge circa 25mila giocatori: uomini e
donne sopra i 16 anni che nell’anno precedente al mondiale hanno vissuto da
‘homeless’. Tra le vivaci e coloratissime immagini dell’edizione 2009, che ha
portato a Milano circa 500 giocatori provenienti da 48 nazioni, il filmato
ripercorre la storia della Hwc con un testimone d’eccezione, il presidente e
fondatore Mel Young. Un occasione per osservare da vicino un torneo che negli
ultimi anni ha aiutato il 70% dei partecipanti a cambiare vita, liberandosi
dalla dipendenza da droga o alcool e trovando una casa dove vivere.
di Cecilia Lulli e Matteo Tommaso Mombelli Categoria: TV Durata: 14’ 21” Trasmesso su: Inedita
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