Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 03/05/2009 @ 09:40:33, in scuola, visitato 1434 volte)
Da
Czech_Roma
12/4/2009 - Venerdì il Tribunale Cittadino di Praga ha rigettato il reclamo del
Rom ceco Jaroslav Suchy, che aveva chiesto 500.000 corone al Ministero
dell'Istruzione, accusando la repubblica di averlo deprivato di un'istruzione
adeguata. Suchy, 31 anni, dichiara di essere stato spedito in una scuola
elementare per bambini con difficoltà di apprendimento nel 1985, soltanto a
causa della sua origine etnica e sociale. Il tribunale ha concluso che Suchy non
ha provato la sua accusa. D'altra parte, Suchy può appellarsi al verdetto. Il
ministero ha puntualizzato che le performance di Suchy nella scuola per
bambini "lenti" mostrano che non sarebbe stato in grado di studiare in una
scuola standard.
Ma Suchy ha obiettato che lo staff del pensionato infantile dove è cresciuto
gli dava dei sedativi, aggiungendo che a quel tempo era una pratica
istituzionale usuale per calmare i bambini iperattivi. Gli alunni delle
cosiddette "scuole speciali" erano generalmente considerati ritardati mentali ed
era molto difficile per loro ricevere istruzione secondaria.
Scrive Pravo che nel 1999, Suchy passò un corso per completare le elementari
e nel 2005 fece gli esami per la scuola superiore alla scuola secondaria romanì
di Kolin, nella Boemia centrale. Suchy dice di aver deciso di compilare un
reclamo dopo che la Corte Europea dei Diritti Umani a Strasburgo, nel 2007,
parteggiò per 18 Rom cechi che avevano fatto causa per essere stati mandati in
una scuola elementare per alunni con difficoltà di apprendimento ad Ostrava,
nord della Moravia.
© The Prague Daily Monitor
Di Fabrizio (del 30/04/2009 @ 09:50:37, in scuola, visitato 1958 volte)
Da
Romanian_Roma
Divers.ro
27/04/2009 - I bambini rom possono andare in asili speciali a partire da
questo autunno, dice un comunicato stampa di "Amare Rromentza".
Harlau, Grajduri e Dolhesti delle contee di Iasi, Valea Seaca e Darmanesti di
Bacau, due quartieri di Buzau si Calaras partiranno il 13 settembre, ognuno con
un gruppo asilo bilingue romanes-rumeno.
Il Centro Rom "Amare Rromentza", iniziatore del progetto
"Istruzione di Qualità - un passo verso l'uguaglianza" è andato nelle
comunità rom del paese per stabilire dove ci fosse bisogno di creare asili
simili.
"Abbiamo fatto un sondaggio tra le comunità rom e siamo compiaciuti di aver
trovato una grande apertura," ha dichiarato Delia Grigore, presidente del Centro
Rom.
Un altro problema della squadra è stato trovare insegnanti e mediatori."Dato
che conoscere il romanes è obbligatorio e gli standard per gli insegnanti
d'asilo sono molto alti, è difficile trovare personale. Per esempio, abbiamo
trovato insegnanti che conoscevano il romanes, ma non erano qualificati come
insegnanti d'asilo, e quindi percepivano salari più bassi," dice Mihai Neacsu,
direttore del Centro Rom.
L'idea è nata a Delia Grigore, che ha visitato alcune scuole negli
USA. "C'è un tipo di istruzione bilingue che permette l'apprendimento della
lingua madre in parallelo col rumeno ed anche di coltivare le tradizioni rom",
ha spiegato Delia Grigore.
Il programma di questi asili è approvato dal Ministero dell'Istruzione ed
adattato per quanti insegnano in lingua rumena. Il progetto è sostenuto
finanziariamente dal Fondo Sociale Europeo.
Di Fabrizio (del 28/04/2009 @ 09:01:32, in scuola, visitato 2282 volte)
Da
Roma_Daily_News (I
Lyuli - o Luli
- sono una storica comunità discendente dalla migrazione rom verso occidente,
dislocati nelle ex repubbliche sovietiche asiatiche. Ndr)
by
Hamid Toursunof - 23 aprile 2009
Barriere linguistiche e scarsi investimenti, l'unica scuola del
Kirghizistan per i Lyuli riflette le limitate opportunità della piccola comunità
OSH, Kirghizistan | "Voglio diventare dottore," dichiara Nafisa, all'ottavo
grado presso la scuola Nr. 105 nella periferia della seconda più grande città
del Kirghizistan. "La mia amica Aziza vuole fare la maestra."
Ma il commento successivo di Nafisa rivela la distanza tra ambizione e realtà
in questa scuola frequentata interamente dalla piccola minoranza lyuli del
Kirghizistan: "Vorrei avessimo una biblioteca."
Una giovane scolara studia kirghizo alla scuola Nr.
105. Gli studenti non ricevono alcuna istruzione nella loro lingua nativa, che
assomiglia di più al tagico.
La mancanza di una biblioteca può essere l'ultimo dei problemi per i 230
studenti dell'insediamento Jangi-Kyshtak (NuovoVillaggio), che ospita circa
3.300 Lyuli nel distretto Kara-suu della provincia di Osh. La misera costruzione
ad un piano non ha riscaldamento, gli scolari indossano cappotti e cappelli a
novembre e dicembre, ed hanno vacanza obbligatoria da gennaio a marzo. La
mobilia consumata è vecchia di decadi, e cartelloni dell'era sovietica decorano
le pareti. Gli insegnanti usano ramoscelli invece degli indicatori. Alla scuola Nr. 105, il tempo sembra essersi fermato agli anni '70.
In questa scuola solo-per-Lyuli gli insegnanti non sono di origine lyuli. Non
ci sono insegnanti di inglese o russo. Non ci sono libri di testo o altro
materiale nella loro lingua, che Fatima Toichieva, la direttrice, descrive come
"Tagico mischiato con un vocabolario specifico usato solo dalla comunità."
Per la maggior parte degli studenti, questa è l'unica istruzione disponibile.
L'insediamento non ha una scuola superiore, e l'isolamento sociale e linguistico
lasciano gli alunni della scuola Nr. 105 inadatti a proseguire gli studi con i
loro compagni Kirghizi e Uzbechi. Come i loro genitori e nonni, sono destinati
alla segregazione a Jangi-Kyshtak.
Studenti ed insegnanti col gioco da tavolo kirghizo del
toguz korgool. Il sistema di riscaldamento inadeguato li obbliga a coprirsi
quando il tempo si fa freddo.
PASSATO INCERTO, FUTURO INCERTO
La storia dei Lyuli rimane una questione aperta. Sono spesso collegati
etnicamente ai Rom - molti studiosi dicono che condividono radici similari con
l'India - ma a differenza della maggioranza dei Rom europei, praticano l'Islam.
Abdurashid Urinov, leader della comunità di Jangi-Kyshtak, sostiene che i Lyuli
sono di origine persiana, più vicini ai moderni Tagichi.
Sulle origini del loro ghetto, non ci sono dubbi.
"Le autorità sovietiche destinarono delle aree alla periferia di Osh alle
prime 20 famiglie Lyuli di 25 che erano, alla fine degli anni '50, e li
obbligarono a vivere lì," dice Adyljan Obidov, esperto di istruzione ed analista
per il Centro di Appoggio Iniziative Civiche, una OnG di Osh. "Tutte le scuole
primarie in quella parte della città erano di lingua uzbeca, così la classe
prima per i bambini lyuli fu aperta pressa la scuola uzbeca più vicina. Da
allora l'insegnamento è stato in lingua uzbeca."
Tradizionalmente una società chiusa e strutturata a clan, i Lyuli hanno
mantenuto il loro isolamento durante l'era sovietica. Arsen Ambaryan, capo
dell'associazione di Osh, Nashi Prava (I Nostri Diritti), che ha compiuto gli
studi più estesi sulla comunità, la caratterizza come "una situazione né di
guerra né di pace - tu non mi tocchi e io non ti tocco."
"Questa situazione esisteva nell'era sovietica, e da quando il Kirghizistan
ha ottenuto l'indipendenza negli anni '90, non è cambiato niente," dice. "C'è
poca comprensione che l'istruzione segregata basata sull'etnia è una
reminescenza sovietica, ed una delle ragioni per cui non c'è un processo di
integrazione nella società kirghiza."
Anche oggi, i Lyuli raramente si avventurano fuori da Jangi-Kyshtak, e la
gente delle aree lì intorno raramente vi entrano, considerandola un focolaio di
mendicanti e piccoli criminali. La disoccupazione nell'insediamento è vicina al
90%, secondo un rapporto del 2005 di Nashi Prava, e circa la metà dei bambini
non ha i certificati di nascita, così che non possono richiedere i benefici
governativi.
"Né le autorità o la società kirghiza vogliono seccature rispondendo alle
nostre richieste. Viviamo qui come se non esistessimo," dice amaramente Urinov.
"I membri della nostra comunità non hanno una buona istruzione, così non
possiamo trovare lavori qualificati. E senza un buon lavoro, non possiamo
fornire buona istruzione ai nostri figli, non possiamo mandarli a scuole
migliori. Ed inoltre, l'istruzione superiore non è più gratuita. C'è poco che
possiamo fare per cambiare la situazione."
La direttrice della scuola Nr. 105, Toichieva, che è di origine uzbeka, dice
che i genitori a Jangi-Kyshtak "hanno iniziato a capire che una buona
istruzione aprirà le porte ai loro bambini per diventare bravi cittadini," ma
gli steccati sono alti.
"Non ci sono insegnanti o dottori Lyuli, traduttori o ingegneri. Io voglio
fare l'insegnante, ma non sono sicura che i miei genitori possano permettersi di
pagarmi gli studi all'università," dice Nafisa. "I miei genitori hanno lavori
temporanei, che permettono appena di sopravvivere."
LINGUA DI APPRENDIMENTO
I soldi non sono l'unico ostacolo. Obidov, l'esperto di istruzione, dice che
né le autorità sovietiche né i successori kirghizi hanno fatto alcuno sforzo
serio di fornire istruzione in tagiko, la lingua più vicina al dialetto lyuli.
"Sino a poco tempo fa, l'unica lingua di insegnamento [nella scuola] era
l'uzbeko. Recentemente abbiamo aperto un gruppo pilota in cui si insegna la
lingua [kirghiza] statale," dice l'insegnante Gulnara Abylova. Come risultato,
dice "I bambini lyuli trovano difficoltà nell'apprendere le lezioni. Devono
tradurre dal kirghizo e dall'uzbeko per capire questo o quel materiale
d'insegnamento."
"Non ho mai visto un singolo libro nella nostra lingua," dice Aziza
che frequenta l'ottavo grado. "A casa non abbiamo libri scolastici eccetto
quelli in uzbeko e kirghizo." I libri per gli studenti universitari sono
frequentemente in russo, "e noi non parliamo o leggiamo il russo per niente,"
aggiunge.
Toicheva dice che gli studenti hanno grandi difficoltà a trasferirsi nelle
principali scuole superiori, sia a causa delle barriere linguistiche e dello
stigma collegato alla loro etnia e alla scarsa istruzione di base.
Cartelloni dell'era sovietica tuttora allineati sulle
pareti della scuola Nr. 105
"I nostri bambini, quando lasciano la scuola, non vogliono andare alle
superiori uzbeke o kirghize, dove sono trattati male e spesso picchiati dagli
altri ragazzi," dice. "Abbiamo bisogno di una scuola superiore appropriata.
D'altra parte, come possono i bambini della nostra scuola diventare dottori,
maestri o giudici se sono deprivati di un'istruzione adeguata?"
La direttrice ricorda una visita alla scuola due anni fa del difensore
civico Tursunbai Bakir uulu, che regalò 10 computer alla scuola. In seguito si
rivolse ai responsabili per l'istruzione per l'apertura di una scuola superiore
per Lyuli, ma la richiesta fu ignorata. Dopo due anni, i computer rimangono
inutilizzati. Toicheva dice che la scuola manca di un docente con sufficiente
capacità IT per formare gli studenti.
Il capo istruzione di Kara-suu, Rakhmon Nazarov, ha detto che il distretto
ha intenzione di costruire altre scuole locali ma "cercheremo di ottenere i
fondi per la costruzione di una scuola superiore per la comunità lyuli nel
2011." Nel frattempo, ha detto che i Lyuli che vogliono continuare gli studi
dopo l'ottavo grado possono studiare presso la vicina scuola di lingua uzbeka.
Nazarov cita segni di progresso nella scolarizzazione dei Lyuli, come il
programma per l'istruzione in kirghizo, che dice ha incontrato il favore dei
genitori della comunità. Ha aggiunto che tre studenti lyuli "sono stati formati
al Collegio Pedagogico di Osh, e speriamo che tornino alla loro scuola come
insegnanti."
Ma un simile ottimismo non sembra essere ancora filtrato sino alla scuola Nr.
105.
"Tutte le mie compagne di scuola sono Lyuli come me. Non ci sono Uzbeki,
Russi o Kirghizi nel nostro quartiere o a scuola," dice Aziza. "Credo che non
abbiamo abbastanza conoscenze e non potremo passare gli esami se vorremo andare
all'università... Così, non so se avrò mai la possibilità di diventare dottore o
infermiera. Il tempo lo dirà."
Hamid Toursunof is a TOL correspondent in Kyrgyzstan. Photos by Hamid Toursunof.
Di Fabrizio (del 25/04/2009 @ 09:56:13, in scuola, visitato 1613 volte)
CARI AMICI,
sono Barbara Bello, una dottoranda di ricerca dell'Università Statale a Milano e
trainer giovanile. Ho ricevuto la richiesta di diffondere l'informazione di una
seminario internazionale per giovani Rom e Sinti o per giovani trainer e leaders
che lavorano con giovani Rom e Sinti. Il Seminario, organizzato
dall'associazione tedesca Amaro Drom, rientra nel quadro "Gioventù per
l'Europa". L'età dei partecipanti dovrebbe essere tra i 20 e 25 anni. Visto che
lo scopo di questo seminario consiste nel promuovere futuri progetti, sarebbe
veramente importante che i partecipanti siano ragazzi attivi.
Vi sarei grata se poteste diffondere l'informazione.
Resto a vostra disposizione per ulteriori approfondimenti.
Vi auguro una buona giornata,
Barbara Bello <BGBELLO@libero.it>
Di Fabrizio (del 23/04/2009 @ 09:51:52, in scuola, visitato 1949 volte)
Da
Nordic_Roma
HELSINGIN SANOMAT By Kristiina Markkanen
"Laalo, blaato, dzjelto (rosso, blu, giallo), i bambini rom leggono ad alta
voce in una stanzetta del centro diurno Viherlaakso di Lahti.
Stanno avendo una lezione in kàlo-finnico-romanes, il nome ufficiale della
lingua della minoranza finnica rom. Le sorelle Teresa e Maritsa Borg stanno
colorando dei palloni mentre imparano il nome dei colori in romanes.
Le ragazze sono state fortunate: l'insegnante Marianne Florin lavora nello
stesso centro diurno come sovvenzionata, in altre parole come assistente, il cui
salario arriva parzialmente dal budget del Ministero dell'Impiego e
dell'Economia.
Marianne Florin ha esperienza in questi circoli linguistici, anche se il suo
livello di competenza del romanes non è molto alto.
D'altra parte, una lezione a settimana non è sufficiente per consentire a
Maritsa e Teresa di parlare fluentemente il romanes. Sfortunatamente, non
avranno l'opportunità di continuare i loro studi in romanes alla scuola.
La situazione a Lahti è tipica.
Soltanto pochissimi bambini rom di Finlandia hanno imparato la propria lingua
madre - dipende dall'anno, circa 150 bambini apprendono il romanes al centro
diurno o a scuola.
Si tratta del 5-10% dei bambini rom di Finlandia. Oggigiorno, non molti
imparano la lingua a casa.
Il Tavolo Nazionale Finnico dell'Istruzione (FNBE) ha provato ad
incoraggiare l'insegnamento del kàlo-finnico-romanes nelle scuole e nel 2009, i
crediti dedicati sono stati raddoppiati.
Nei fatti, sono stati lanciati in Finlandia alcuni progetti per appoggiare i
bambini rom ed i loro genitori riguardo la lingua romanes.
"Il prossimo autunno introdurremo i gruppi d'immersione nella lingua, i
cosiddetti nidi linguistici, tanto per adulti che bambini che imparano il
romanes. Abbiamo anche intenzione di organizzare due campi estivi linguistici",
dice Leena Nissilä, Consigliera Anziana del FNBE.
Ci sono numerose ragioni sulla scarsità di insegnamenti in romanes.
I comuni non sono obbligati a fornire questa lingua, né sono interessati
nell'organizzare questo insegnamento, c'è scarsità di insegnanti qualificati,
oppure i Rom stessi mancano di comprensione o coraggio per chiedere
l'insegnamento in romanes ai loro figli.
Elämä ja Valo è un'associazione a Lahti dei Rom di Finlandia.
Qualche anno fa l'associazione segnalò il fatto che la lingua romanes sarebbe
stata a rischio di estinzione in Finlandia entro un decennio.
Cos'hanno da dire i ricercatori? La lingua romanes cesserà di esistere
in Finlandia?
"Il numero di quanti attualmente usano la lingua nella comunicazione di tutti
i giorni non può essere molto alto", dice il professore Matti Leiwo
dell'Università di
Jyväskylä con un profondo sospiro.
Secondo lui la lingua dei Rom finnici è in pericolo, su questo non c'è
dubbio.
Il ricercatore Kimmo Grönfors dell'Università di Helsinki dice che il kàlo-finnico-romanes
è come minimo in serio pericolo.
Non esistono statistiche sull'abilità nella lingua romanes, ma secondo le
ultime stime, ci sono almeno 10.000 Rom in Finlandia, di cui forse la metà
conosce la lingua bene o in modo soddisfacente.
"Siamo circa il 50% a parlare bene il romanes, ma non i nostri figli",
dice l'insegnante di romanes Tuula Åkerlund di Romano Missio, un'organizzazione
di servizio sociale del popolo rom che si prende cura dei bambini.
"Semplicemente quando i bambini sono piccoli non capiamo che potremmo
insegnare loro due lingue", dice Åkerlund con rammarico.
Tuula Åkerlund puntualizza anche che la generazione più anziana non vuole che
la lingua sia insegnata agli estranei. Il linguaggio è stato l'unica ricchezza
del povero popolo viaggiante.
"La generazione che ha provato l'oppressione ed il disprezzo è ancora viva.
Dal linguaggio ha ottenuto comfort, è per questo che lo vogliono mantenere solo
nel circolo famigliare", spiega Åkerlund.
[...]
Buongiorno! - Tsihko diives! La Finlandia appoggia
l'allargamento EU - Fintiko themmesko dzinta EU: sko bohliboske.
Ti amo! - Me kamlavaa tuut! Un Finnico che appartiene alla
popolazione maggioritaria - Fintiko komunis Un Caucasico, una persona
di origine europea - gaajo Helsinki (la capitale) - Baro fooros Finlandia -
Finitiko them o Fintiko them Università - Apruno skoola
Night caffè - rassako kaljakiero Pace - Freediba Numeri: 1 =
iek, 2 = dui, 3 = triin, 4 = staar, 5 = pangh, 6 =
hou, 7 = efta, 8
= ohta, 9 = enja, 10 = deh
Nota: L'8 aprile era il Giorno Internazionale dei Rom, per celebrare
la cultura rom e far crescere la consapevolezza sulle questioni affrontate dal
popolo rom. L'11 febbraio il Museo Cittadino di Helsinki ha inaugurato una
mostra internazionale intitolata Attenzione, Zingari! La Storia di un
Fraintendimento, sul passato e il presente dei Rom d'Europa. La mostra sarà
aperta sino al 30 agosto da mercoledì a domenica dalle 11 alle 17 - giovedì sino
alle 19. Entrata libera. Indirizzo: Hakasalmi Villa,
Mannerheimintie 13 D (accanto al Finlandia Hall).
Di Fabrizio (del 16/04/2009 @ 09:01:53, in scuola, visitato 1773 volte)
Da
Czech_Roma
Prague Daily Monitor 10 Aprile 2009 - di Veronika Rodriguez
Un quarto delle scuole eliminano i bambini rom quando li trovano
difficili
Piuttosto che lottare con i giovani rom, gli insegnanti li trasferiscono in
scuole speciali.
Questa è la situazione in un quarto delle scuole ceche. I maestri spesso
resistono a lavorare con bambini problematici, siano bambini con handicap o
bambini romanì. I bambini nelle scuole sono ancora divisi in categorie: "bianchi
e sani" e gli "altri".
Classe ideale - solo bambini bianchi
Questo è quanto mostra un'estesa ricerca dell'agenzia GAC e di "Persone in
difficoltà". La ricerca condotta da "Persone in difficoltà" si basa su oltre 500
ore di interviste in 104 scuole in otto regioni del paese. Si focalizza su aree
con un'alta [percentuale di] popolazione rom. "Persone in difficoltà" ha
parlato con bambini, genitori, insegnanti e assistenti.
"Le scuole e i loro insegnanti ancora non si avvicinano in maniera paritaria
ai bambini con certi svantaggi," ha detto Zdeněk Svoboda di "Persone in
difficoltà".
La ricerca mostra che anche se alcune scuole stanno provando a lavorare con i
bambini romanì, altre tentano ancora di limitare il numero di bambini che
potrebbero richiedere attenzioni e cure maggiori. Bambini con handicap fisici o
mentali, stranieri e la soprattutto Rom cercano con difficoltà un posto nelle
scuole normali.
Inoltre l'alto numero di studenti nelle classi obbliga le scuole ad
introdurre limitazioni. A causa di ciò è impossibile offrire sufficiente
attenzione a quei bambini che ne hanno bisogno.
"Circa un terzo delle scuole è adatta ad accettare un'ampia gamma di
studenti con speciali esigenze educative. Abbiamo registrato una tendenza ad
eliminare i bambini che richiedono assistenza speciale o quelli che sono
difficili da gestire," ha detto Svoboda.
Un terzo dei bambini rom non frequenta la scuola normale
Più grandi d'età e di livello, meno bambini rom nelle classi. "La
possibilità di un bambino rom di rimanere nella classe che ha iniziato a
frequentare è del 50%" riporta lo studio della GAC.
I giovani rom lasciano i loro compagni di scuola soprattutto nel terzo e nel
quinto grado. Perciò molti genitori scelgono di iscrivere i loro figli
immediatamente in una scuola speciale. Su di un campione di 10, due ragazze e
tre ragazzi rom lasciano le scuole normali. Così un terzo di loro frequenta
altro delle scuole normali.
Superiori alla media ma vogliono essere cuochi
"Un quinto dei bambini romanì che hanno preso parte alla ricerca sono stati
ritenuti sopra la media dai loro insegnanti," ha notato il sociologo Ivan Gabal.
Sono spesso bambini che provengono da famiglie che parlano il ceco con uno
standard sopra la media.
Tuttavia, quasi nessuno di loro vuole essere dottore o avvocato. Quando il
sociologo ha chiesto ai bambini sui loro piani futuri, molti volevano diventare
cuoco. "Quella è la professione a cui la maggior parte è esposta nel suo
ambiente," ha detto Gabal.
Soltanto il 20% dei bambini rom nominano una professione che richiede
un'alta istruzione scolastica, e solo l'8% vorrebbe studiare all'università.
Il Ministero: è una corsa a lunga distanza
Le scuole non sono molto preparate ad accettare questi studenti. Solo il 35%
delle scuole assumono almeno un pedagogo speciale. Se c'è qualche problema, le
scuole tendono a rivolgersi alla polizia piuttosto che tentare di cooperare con
la famiglia.
"I Rom sono spesso percepiti come senza interesse nell'istruzione, che non
meritano fiducia e incapace di mantenere l'impegno. Gli intervistati vedono
queste caratteristiche come innate," ha detto Zdeněk Svoboda.
Nonostante tutto ciò, non rimprovera solamente gli insegnanti. "C'è bisogno
di interconnessione tra un numero di settori. I Ministeri dell'Istruzione, del
Lavoro e degli Affari Sociali dovrebbero lavorare assieme al cambiamento. Si
dovrebbero stabilire condizioni differenti," ha detto.
Il Ministro dell'Istruzione Ondřej Liška, vuole cambiare la situazione.
"Intendo creare le condizioni che potrebbero permettere di costruire una buona
scuola per tutti. Significa una scuola, in cui agli insegnanti siano offerte
buone condizioni per il loro lavoro e dove i bambini abbiano una buona
istruzione senza differenza di origine etnica," ha detto.
Translated with permission by the Prague Daily Monitor.
Di Fabrizio (del 07/04/2009 @ 09:47:14, in scuola, visitato 1815 volte)
Da
Romanian_Roma
by
Sinziana Demian -30 marzo 2009
Un programma scolastico da agli studenti romanì ambiziosi la possibilità
di ottenere la professione curativa.
CLUJ-NAPOCA, Romania - Guardando suo fratello più grande ricoverato dopo un
serio incidente d'auto qualche anno fa, Alina Calin allora ragazzina, comprese
gradualmente di non volere nient'altro che diventare dottore. Non solo decise
che voleva salvare vite, considerò anche questo una buona strada per aiutare a
combattere la discriminazione etnica, dice che da allora ha testimoniato nel
sistema sanitario rumeno.
Sorella di altri quattro figli di una famiglia povera di Podu Iloaiei,
piccola città vicino al confine orientale con la Moldavia, da allora Calin ha
fatto molta strada. Adesso è una studentessa al terzo anno di medicina generale
nella città nordorientale di Iasi, ed un modello per la sorella Mariana, che
l'ha seguita iscrivendosi alla stessa università. Le due sono tra le prime
destinatarie delle borse di studio per gli allievi romanì che cercano la laurea
in medicina e farmacologia.
Attraverso un programma congiunto dell'Istituto Open Society di George Soros
(vedi
QUI ndr) e del noprofit regionale Fondo Istruzione Rom, la Romania è
diventato il primo paese nell'Europa centrale ed orientale ad offrire queste
borse di studio, come parte della più amplia iniziativa del Decennio
dell'Inclusione Rom. La prossima sarà la Bulgaria, che ha iniziato quest'anno a
sviluppare il programma.
"Ora sono più motivata che mai a fare bene e meritarmi realmente tutto ciò"
ha detto Alina Calin. "E' per noi un incentivo incredibile a dare tutto ciò che
abbiamo e lavorare per diventare professionisti responsabili."
Le borse di studio coprono le tasse scolastiche delle scuole accreditate
dallo stato e delle scuole riconosciute ad indirizzo medico, come pure le spese
vive. Basate sui risultati accademici, motivazione professionale, e capacità
direzionali, 35 studenti non laureati e residenti di ogni angolo del paese sono
stati selezionati l'autunno scorso per ricevere borse di studio sino a $ 6.000
all'anno. Gli studenti possono ricevere fondi supplementari partecipando a
conferenze professionali o scegliendo studi di lingue incertificati come l'ESOL
di Cambridge in inglese o lo Sprachdiplom in tedesco.
Il programma scolastico è sinora il più solido sforzo finanziario a sostenere
l'avanzamento romanì nel settore sanitario rumeno. Programmi precedenti
includevano la formazione di mediatori sanitari romanì e la creazione di posti
speciali detassati per gli studenti romanì in diverse università mediche nel
paese.
A parte la componente finanziaria, la borsa di studio comprende un campus di
formazione giuridica di una settimana a settembre, proprio prima dell'inizio
scolastico. Gli studenti apprendono sui differenti problemi con cui i Rom si
confrontano e su come posizionarsi per portare avanti il cambiamento.
"Prima di tutto abbiamo provato ad aiutarli a ripensare il modo in cui
pensano di essere parte della minoranza romanì," ha detto Daniel Radulescu,
formatore del campus e presidente della filiale di Bucarest di Sastipen (vedi
QUI ndr), un programma europeo volto a migliorare la salute dei Rom.
"Quando siamo partiti con questo campus, diversi studenti avevano una bassa
autostima e si lamentavano di essere ripetutamente vittime di attitudini e
pratiche discriminatorie. Altri confessavano che facevano di tutto per
nascondere la loro etnia. Abbiamo cercato invece di motivarli e di far vedere
questa come una sfida straordinaria. Hanno una grande opportunità di diventare
leader e aiutare a rompere le vecchie barriere e pregiudizi."
A seguito di un laboratorio teorico di sei giorni, gli studenti poi vanno in
diverse comunità romanì remote e sottosviluppate, per osservare di prima mano la
critica situazione pratica. Alcuni, cresciuti in aree urbane o etnicamente
miste,hanno ammesso di essere rimasti shoccati da ciò che hanno visto.
"Sapevo che stavano male, ma non capivo potesse essere così male," ha detto
Aurelia Dulreghu, al terzo anno di balneo-fisioterapia e studentessa a Bucarest.
"Vedere quelle condizioni di vita precarie mi ha frustrato enormemente, ma mi ha
dato anche forza. Sono lieta che tra poco sarò in una posizione in grado di
aiutarli io stessa."
Dulgheru, assieme ad altri due studenti romanì di Bucarest, si è già offerta
come volontaria presso un nuovo centro medico che fornisce diagnosi gratuite in
un quartiere della capitale a predominanza rom. Radulescu stima il loro impegno
ma nel contempo sottolinea un "principio vitale" per tutti i futuri
professionisti romanì della sanità: non dovranno offrire trattamento speciale ai
pazienti rom.
NELLA COMUNITA'
"Una simile tendenza sfiderebbe l'intero scopo di che cosa stiamo provando a
fare," ha detto Radulescu. "Non dobbiamo arrivare al punto dove i Rumeni
discrimino i Rom o viceversa. Porterebbe in definitiva ad uno stato nello stato.
La nostra unica possibilità ora è di adottare nuove pratiche ed imparare
realmente cosa significhino mutuo rispetto e lavoro di squadra."
Nessuno sa quanti dottori romanì praticano in Romania, ma Radulescu ha detto
che molti cercano di mantenere segreta la loro etnia. Anche se concede che le
polarizzazioni sono difficili da cambiare in una società che vede pochi valori
nell'etnicità romanì, ha detto che questo programma scolastico è un piccolo ma
significativo passo nel dimostrare che i Rom possono avere successo. E' convinto
che i dottori romanì possano ottenere credibilità e rispetto.
"Alla fine si sceglierà chi può trattarti meglio," dice. "Qualsiasi paziente
preferirà il miglior dottore disponibile, e non posso credere che ci sarebbero
problemi se il dottore fosse rom o di altra etnia. Non c'è differenza con altre
professione dove i Rom sono attivi. Se sono bravi in quel che fanno, allora la
gente chiede i loro servizi e diffonde attorno buone parole."
Il programma prova a costruire un regolare dialogo interculturale assegnando
delle guide a tutti gli studenti romanì. Tipicamente i dottori nelle città dove
gli studenti continuano i loro studenti, li assistono con consigli pratici ed
oltre.
"Sto passando loro delle informazioni di quando mi stavo laureando," ha detto
Cristina Agavriloaiei, che assiste le sorelle Calin ed un altra studentessa di
Iasi. "Parliamo anche di personale medico, e tento di essere un amica per quanto
posso. Rispetto le ragazze, e non penso mai che siano differenti da me e dagli
altri colleghi."
Eugen Varga, studente al quinto anno di medicina generale nella città
occidentale di Oradea, ricorda il primo incontro con la sua guida.
"La prima volta che abbiamo parlato assieme mi sono sentito importante. E'
stato tutto improvvisamente differente, quando un dottore rumeno mi ha seguito
realmente ed ha provato ad assicurarsi che stessi facendo tutto bene. Mi ha
aiutato con dei libri e mi ha preso assieme quando era in esercizio. Tutto
questo per me è stato senza prezzo."
Sulle fondamenta del successo 2008-2009, è stata lanciata una seconda
edizione del programma. Come l'anno scorso, quando erano disponibili 60 borse di
studio per solo 53 richiedenti. Robert Matei, coordinatore nazionale del
programma con sede a Cluj, ritiene che questa volta la partecipazione sarà più
sostanziosa, dato che gli studenti sono meglio informati ed hanno più tempo per
preparare le loro richieste. Quanti hanno avuto una borsa di studio per l'anno
in corso possono fare una nuova richiesta, purché ne abbiano i requisiti - il
più importante, di aver passato tutti gli esami. Possono anche fare richiesta i
cittadini moldavi di etnia romanì che studino in Romania.
Il Ministero della Sanità, ha bene accolto il programma. In una conferenza
stampa di presentazione della seconda tranche di borse di studio, il
sottosegretario Raed Arafat ha detto: "Dobbiamo appoggiare questi giovani
ragazzi e ragazze, che stanno per ottenere grandi cose."
Sinziana Demian is a writer for Formula AS magazine in Bucharest. Photo by
Ernstl.
Di Fabrizio (del 02/04/2009 @ 09:07:24, in scuola, visitato 2145 volte)
Segnalazione di
Tom Welschen
LeLuminarie.it 30 Marzo 2009
Direzione Didattica “Alcide De Gasperi“
P.zza Papa Giovanni Paolo II, 24 – 90146 – Palermo - Tel 091 513992 – Fax 091
6702949
E-mail: paee013002@istruzione.it -
elemdegasperi@libero.it
Questa mattina la zona compresa tra il campo Rom, Stadio e Piazza G. Paolo II
(ex P.zza A. De Gasperi), è stata tappezzata da manifesti razzisti,firmati da
Forza Nuova e da altre sigle, nei confronti dei Rom del campo nomadi della
Favorita e degli immigrati in genere.
Il contenuto offende la nostra sensibilità di persone, cittadini ed educatori.
Di fronte a questa esplosione di manifesta intolleranza non possiamo rimanere a
guardare in silenzio.
La nostra scuola, che accoglie da 15 anni i bambini Rom e di nazionalità non
italiana, intende dare una risposta di accoglienza, serenità, umanità al
tentativo di diffondere paura, terrore e conseguente avversione nei confronti
della comunità Rom e di tutti gli immigrati.
VENERDI’ 3 APRILE ALLE ORE 18 INCONTRIAMOCI TUTTI NELLO SPAZIO VERDE ATTREZZATO
DI VIALE DEL FANTE, TRA LO STADIO DELLE PALME E IL CAMPO ROM, PER UN SIT-IN DI
PROTESTA CONTRO QUESTO TENTATIVO DI DISUMANIZZAZIONE DELLA SOCIETA’ E PER LA
DIFESA DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UOMO.
VI INVITIAMO A DIVULGARE L’INIZIATIVA E A PARTECIPARE NUMEROSI, COINVOLGENDO
SCUOLE, STUDENTI, FAMIGLIE, CITTADINI
(In allegato uno dei manifesti di Forza Nuova)
M.Giovanna Granata (Dirigente Scolastico) e i Docenti
Di Fabrizio (del 31/03/2009 @ 09:03:43, in scuola, visitato 2022 volte)
Da
British_Roma
Circa 50 teenager a
Dale Farm,
la comunità dei Viaggianti sotto assedio del consiglio di Basildon, che
attualmente non stanno frequentando la scuola, chiedono dei volontari che li
possano aiutare.
Dicono che stanno abbandonando le scuole locali a causa del crescente
razzismo anti-Zingari, aumento del bullismo, minacce anche con coltelli e
droghe.
I ragazzi dicono che l'istruzione primaria funziona bene, grazie agli sforzi
extra della Scuola Primaria Crays Hill. La frequentano oltre 80 bambini
Viaggianti e generalmente hanno un buon rendimento.
Il Servizio Istruzione per i Viaggianti dell'Essex per diversi anni ha
tentato di inserire i teenager nella scuola secondaria, con poco o nessun
successo. In particolare, i genitori delle ragazze hanno timore di affidare
le loro figlie alle scuole locali. Molti hanno firmato per l'istruzione a
domicilio, che significa che in pratica non riceveranno ulteriore assistenza
statale per l'istruzione.
"Siamo partiti con il
Club Giovanile Chaveys l'anno scorso," ha detto Jim. "Ed abbiamo avuto
alcune cose buone, come fotografia e pittura. Ma abbiamo bisogno di aiuto per
l'apprendimento. Giusto per continuare a leggere e scrivere come abbiamo
imparato a Crays Hill."
Questa settimana presso il centro comunitario san Cristoforo si è tenuta una
riunione di giovani, genitori e simpatizzanti e si è formato un gruppo per
mettere in piedi immediatamente uno schema educativo.
Un anziano residente, indicando le foto sui muri, ha parlato di mezzo secolo
di lotta per i diritti civili e sull'apertura delle due precedenti scuole
costruite a san Cristoforo. Ha detto che la cosa migliore che i genitori possono
fare oggi è di seguire quegli esempi.
"Stiamo partendo piano e ci espanderemo tanto più i volontari si
aggiungeranno," ha detto in seguito un portavoce. "Avremo bisogno di molto aiuto
per incontrare le richieste dei giovani di qui. Sono più che intelligenti."
SAN CRISTOFORO HA BISOGNO DI:
- Volontari (almeno mezza giornata)
- Materiale scolastico per i ragazzi
- Donazioni
Cheques to Dale Farm Housing Association, 1 John Harper St., Colchester C01 1RP,
UK.
Di Fabrizio (del 27/03/2009 @ 08:58:18, in scuola, visitato 1603 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
Workshop di DANZA e CANTO ZIGANO-ROM
Gio 2 - Ven 3 - Sab 4 - Dom 5 Aprile 2009 dalle 17.00 alle 21.00
Presso I.a.l.s. via C. Fracassini 60 - Roma (zona Flaminio)
condotto da Kali Cerchen e Gypsyliana
- Marian Balog: regista, drammaturgo, cantante, attore e danzatore del
Romathan Theatre di Kosice (Slovakia) e del trio vocale Rom Kali Cerchen.
- Milan Godla primo cantante e attore del Romathan Theatre di Kosice e del
trio vocale Rom Kali Cerchen.
- Jaroslav Godla cantante e danzatore del Romathan Theatre di Kosice.
Cantante e chitarrista del trio vocale Rom Kali Cerchen.
- Cristina Barzi in arte Gypsyliana, cantante e leader della banda
Officina Nomade. Attrice di teatro, tv, fiction, docente dell'Accademia
Corrado Pani di Roma.
MATERIE DI STUDIO:
- Preparazione di un repertorio danzato e cantato,
- Espressione della voce: esercizi di respirazione ed emissione,
- Tecnica vocale,
- Espressione voce/corpo: esercizi ed improvvisazioni individuali
finalizzati allo sviluppo delle potenzialità espressive
Per informazioni ed iscrizioni:
Tel. 06.3236396 - 06.3611926
www.ials.org -
promozione@ials.info
www.myspace.com/gypsyliana
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