Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Macedonian Information Agency
Skopje,
6 aprile (MIA) - Vorrei che ognuno vedesse la Macedonia attraverso i miei
occhi, perché la mia visione è cosmopolitana. Lasciate vivere per sempre questo
piccolo, ma bellissimo paese, ha detto la cantante
Esma Redzepova-Teodosievska,
decorata martedì dal presidente
Gjorge Ivanov con
l'Ordine di Merito della Macedonia.
"Attraverso la sua autenticità e la perfetta performance vocale, Esma ha
promosso in tutto il mondo la musica rom e macedo[]//ne, diventando un
impressionante nome internazionale nella musica", ha detto il presidente Ivanov.
Secondo lui, l'ordine è stato concesso a Redzepova-Teodosievska per
l'affermazione della Macedonia, la sua grandezza musicale e il lavoro di
beneficienza.
"La cerimonia di oggi si tiene solo due giorni prima dell'8 aprile, Giornata
Mondiale dei Rom. La comunità rom è una parte integrale della società macedone.
Esma ne è una figura di spicco per i suoi sforzi per il miglioramento della
situazione sociale ed economica dei Rom. Esma è un esempio del rovesciamento
delle barriere che arriva dal talento, dalla volontà e dalla perseveranza", ha
sottolineato Ivanov.
Definita da molti come la "Regina Rom", Esma Redzepova-Teodosievska ha detto
che quell'ordine appartiene alla sua gente, perché non avrebbe ottenuto il
successo se non fosse stato per loro.
"Questo è un riconoscimento per tutti i cittadini, di tutte le nazionalità
che vivono nella Repubblica di Macedonia", ha aggiunto.
Esma Redzepova-Teodosievska è nata a Skopje nel 1943. Ha ottenuto i primi
successi ad un concorso canoro di Radio Skopje quando aveva 11 anni. In seguito,
iniziò a cantare con l'orchestra di Stevo Teodosievski, collaborazione durata
per circa 30 anni.
A seguito del loro matrimonio, Ema e Stevo adottarono 47 bambini e tennero
oltre 2.000 concerti umanitari. Esma e l'ensemble Teodosievski incisero 108
singoli, 20 album, 15 CD ecc. Nel 1976, all'edizione inaugurale del "Festival
della Musica e delle Canzoni Rom" a Chandigarh, India, venne ufficialmente
proclamata regina della musica rom. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti.
ik/fd/13:33
Ultimamente sono fissato con le poesie di Paul Polansky
ESMA
Nessun altra sessantenne
vestita con informi pantaloni rossi
ed una informe camicetta rossa
che sembra una danzatrice del ventre in pensione
di duecento libbre
avrebbe potuto farcela -
lamentando nella sua canzone
di essere stata
una vergine di quattordici anni
venduta
ad un vecchio
che già aveva una moglie.
Ma Esma, scialle nero
a coprirle testa e viso,
non solo gridava la sua canzone,
ma faceva anche piangere
tutti gli uomini del pubblico.
Come un vecchio pugile.
Esma ha perso le gambe,
ma non il pugno.
venerdì 9 aprile 2010 dalle ore 20.00
in Casa Loca
Viale
Sarca 183 Milano La sesta edizione della
Grande Festa Balcanica vuole superare tutte le
precedenti edizioni e stupirvi ancora di più!
dalle 20 abbondante cena a buffet alla cifra più che popolare di 5 euro (!!)
cucinata dalle esperte mani di Angelina e del suo entourage della Kafana Sevdah
Marinkovic
la serata si surriscalda dalle 22 con il Trio Mirkovic e i Muzikanti di Balval
sul palco per farvi ballare e cantare tutta la notte!
e per finire la grande jam session alla quale tutti sono invitati a partecipare
se sei già fan della festa sai che non puoi perdertela
se è la prima volta che partecipi...tieniti forte e preparati al meglio!
vi aspettiamo tanti, energetici e colorati
ps. diventa fan della
pagina facebook GrandeFestaBalcanica e rimani aggiornato
Giovedì 8 aprile - h. 20.30
Teatro Carcano, corso di Porta Romana MILANO
IL PRIMO MARZO® degli immigrati continua
tutti i giorni
Promotori della serata: Dario Fo e Franca Rame
Ospiti della serata:
Pap Khouma, scrittore senegalese
Ahmed Ba, attore, musicista senegalese
Rufin Doh, attore e musicista ivoriano
Dijana Pavlovic, attrice serba, con i Muzikanti
Mavis, ballerina cubana e Juan Romero, percussionista
Offerta a partire da € 10,00
L'incasso della serata è destinato a sostenere il Movimento immigrati PRIMOMARZO®
Per informazioni: primomarzoitalia@gmail.com Tel. 327-59.41.988
@ltroMolise.it 2010-03-29 02:09:39 (Altre notizie su
Paul Polansky e su
Lety, ndr)
di LAURA CAROSELLA - Paul Polansky, poeta e romanziere americano di origini
cecoslovacche, ha tenuto un recital di poesia presso il Teatro Italo Argentino
di Agnone il giorno 26 marzo, durante il quale ha illustrato la sua esperienza
di poeta e giornalista a contatto con le popolazioni Rom della Repubblica Ceca e
del Kosovo.
Dallo sterminio durante la seconda guerra mondiale, all’avvelenamento da piombo
nei campi Rom del Kosovo che ancora causa morti, Polansky fa denunce serissime e
attraverso le sue poesie narra le storie di chi non ha voce.
Cos’è che ha suscitato in lei un interesse così profondo verso le popolazioni
Rom ed in particolare verso i campi di concentramento durante la seconda guerra
mondiale? Stava cercando di risalire alle sue origini cecoslovacche eppure ha
provato interesse per qualcosa di completamente diverso. Vuole raccontarci come
è andata?
"Sì, stavo cercando le mie origini negli archivi della Cecoslovacchia nel 1991 e
reperii un numero notevole di documenti che gli archivi raccoglievano sui campi
di concentramento Rom presenti a Lety durante la Seconda Guerra Mondiale. Il
direttore dell’archivio disse che nessuno avrebbe potuto consultarli per 15
anni, quindi cominciai a pressare il Governo e tramite alcune amicizie influenti
sono riuscito ad avere accesso agli archivi.
Non esisteva un inventario e c’erano numerosi scatoloni pieni di documenti, così
per ogni scatola e per ogni documento feci un inventario accurato e trovai
moltissime informazioni attraverso le quali capii che si trattava di un campo di
sterminio gestito dai cechi e non dai tedeschi. Trovai molte foto ed in
particolare quella di una giovane ragazza che un Natale cercò di fuggire dal
campo, dopodiché non c’erano altre informazioni su di lei così presunsi fosse
stata uccisa come molti altri che cercarono di fuggire.
Attraverso delle ricerche su tutti i nomi delle persone che trovai trascritti su
quei documenti (tra i quali c’erano anche 95 guardie), venni a sapere che non
c’erano persone ancora in vita e pensai subito che fosse molto strano,
impossibile oserei dire.
Conobbi poi uno zingaro che era stato un conducente di Taxi a New York per 8
anni e che parlava inglese molto bene , inoltre era parecchio conosciuto nella
comunità Rom, così lo "assunsi" per cercare informazioni su eventuali
sopravvissuti.
Girammo tutta la Cecoslovacchia chiedendo ai Rom se qualcuno conoscesse
sopravvissuti della seconda guerra mondiale che provenissero da Lety: ne trovai
più di un centinaio e ovviamente avevano delle storie terribili da raccontarmi,
ancora peggiori di quelle raccontate dai sopravvissuti di Auschwitz. Non avevano
mai narrato queste storie prima di allora, neppure ai loro figli, perché i Rom
hanno un loro "codice del silenzio" e queste storie per loro costituivano quasi
un marchio di disonore, ma io mi trovai nel momento giusto al posto giusto,
poiché i sopravvissuti erano tutti molto anziani e capirono di non voler portare
quel segreto nella tomba , volevano che la gente sapesse cosa avevano subito.
Così cominciai a raccogliere tutte le loro storie. Non vollero però che io li
filmassi, fotografassi o che registrassi le loro parole, avevano paura che
subito dopo io sarei andato dalla polizia a denunciarli per farli riportare a Lety; erano passati tutti quegli anni eppure avevano ancora paura di essere
rinchiusi nuovamente in un campo di concentramento e questa è un’ulteriore prova
di che esperienza terribile fosse stata.
Trovai anche delle guardie sopravvissute e pressai il Governo ceco affinché
processasse uno di loro, perché avevo le prove che egli avesse ucciso tantissime
persone con le sue mani, soprattutto bambini. Diedi vita ad un caso che
all’epoca ebbe molta risonanza a livello mediatico in Cecoslovacchia, ma questa
guardia era ormai troppo anziana per essere processata, anche se tentò di
uccidermi quando io stesso andai a trovarlo! Quando conobbi la figlia e le
raccontai ciò che sapevo su suo padre mi disse che avevo appena distrutto tutti
i suoi sogni, mi disse "hai distrutto la mia vita e quella dei miei figli." Ecco
qual è la parte peggiore del fare un lavoro come il mio".
Ieri, durante l’incontro presso il Teatro Italo Argentino, lei ha detto di aver
vissuto per oltre 15 anni insieme alle popolazioni Rom come antropologo e
studioso. Questa esperienza che impatto ha avuto sulla sua vita?
"Ho vissuto per 5 anni con gli zingari della Repubblica Ceca e per ben 11 anni
con quelli del Kosovo come antropologo per l’appunto, raccogliendo le loro
storie, imparando le loro abitudini e i loro costumi, assimilando le loro
leggende e miti e tentando di trovare una differenza tra loro e me, per poi
capire sempre di più che non ce ne fosse nessuna. Poi, attraverso le storie che
mi raccontavano ho capito che le loro radici si trovavano in India, così sono
andato in India e ho scattato molte foto, quando sono tornato e ho mostrato loro
le foto scattate lì non credevano che io ci fossi stato davvero, uno di loro mi
disse "Sei sicuro di essere stato in India? Conosco la donna in questa foto ed
abita proprio nel villaggio qui accanto!" Non hanno mai creduto al fatto che
fossi stato in India eppure lì avevo trovato i loro "cugini"!
A parte questo, vivere con loro non significa solo "studiare" i loro usi e
costumi, ma soffrire con loro, subire gli stessi attacchi e gli stessi
pregiudizi che la gente ha nei loro confronti, per esempio la NBC si rifiuta di
parlare con me perché mi considera uno zingaro a tutti gli effetti, sono uno di
loro! Girava addirittura la voce che io facessi parte di un esercito di zingari
e molti, anche miei cari amici, erano curiosi di vederlo, questo mio grande
"esercito", quando invece si trattava solo di due sorelle Rom che erano le mie
interpreti. Eppure la NBC aveva messo in giro questo "rumor": "Paul Polansky
arruolato in un esercito gitano". Io sto semplicemente cercando di salvare tanti
bambini e tante persone che vivono nei campi contaminati dal piombo e la cosa
peggiore di questa esperienza è il constatare che nessuno vuole salvarli, questo
è il problema".
A proposito di questo, alla fine del video documentario "Gipsy Blood" che ieri
lei ha proiettato in sala, c’è una forte denuncia nei confronti dell’ONU per
quanto riguarda il problema dell’inquinamento da piombo nei campi Rom in Kosovo.
Perché tanta indifferenza da parte di una associazione che è nata per difendere
i diritti umani?
"C’è un atteggiamento innato di razzismo nei confronti degli zingari tra i
componenti dell’ONU e non solo in Kosovo, inoltre l’ONU cambia il suo staff ogni
6 mesi in Kosovo, per cui io in 11 anni ho assistito a ben 22 cambiamenti di
staff e tutte le persone che ho visto subentrare odiavano e odiano gli zingari.
Prima la stessa cosa accadeva per le persone di colore, ora invece abbiamo
persone di colore al governo, nelle istituzioni, insomma ricoprono posizioni di
grande rilievo e quasi più nessuno è intollerante nei loro confronti, più che
altro hanno capito che non si può essere razzisti nei loro confronti, mentre gli
zingari non sono conosciuti, non sono integrati con la società, non hanno
incarichi di nessun genere, sono considerati dei nomadi e questo alimenta il
pregiudizio e l’intolleranza e l’intolleranza, a sua volta , è alimentata
dall’ignoranza".
E’ quindi l’ignoranza il motivo per cui, dalla seconda guerra mondiale ad oggi,
continua a sussistere un atteggiamento xenofobo nei confronti delle popolazioni
Rom?
"Sì, diciamo che per conoscere le persone bisogna viverci insieme. Sia in
Spagna, che nella Repubblica Ceca, che nel Kosovo ho avuto modo di conoscere
persone che avevano dei Rom come vicini di casa ed ognuna di queste persone mi
ha detto "lo zingaro che abita accanto a me è un persona per bene, non ho nessun
problema nei suoi confronti e mi fido di lui, ma è lo zingaro che abita
dall’altra parte della città quello di cui non mi posso fidare. " Ecco vede, se
li si conosce, si vive insieme a loro, non ci sono problemi, se non li si
conosci e non si sa nulla di loro è lì che comincia l’intolleranza e la fobia".
Rispetto ad altri poeti di cui ho avuto modo di leggere i componimenti, ho
notato che le sue poesie rifuggono da qualsiasi artificio stilistico ed adottano
un linguaggio diretto e concreto riportando i fatti per come sono avvenuti,
oserei dire con uno stile quasi giornalistico. Si tratta di una scelta ben
precisa o del suo stile innato di scrittura?
"Quando ho cominciato la mia carriera giornalistica alle scuole superiori, la
mia insegnante diceva sempre che utilizzavo troppe parole , che ero molto
prolisso e che purtroppo il mio stile naturale di scrittura era quello. Il fatto
è che vivendo con i Rom e ascoltando le loro storie, devo utilizzare le loro
semplici parole per raccontarle a mia volta, devo essere necessariamente diretto
ed utilizzo il loro stile perché voglio mostrare a tutti chi essi siano davvero.
Questo è il modo in cui loro parlano, non usano molte parole per descrivere le
azioni , le loro storie di vita perché non hanno ovviamente il senso della
letteratura, ma solo quello della storia, quella che si narra di padre in figlio
di generazione in generazione. Ogni zingaro ha un’innata capacità narrativa
usando il proprio diretto, semplice ed essenziale modo di raccontare che ti
colpisce, arriva dritto alle ossa. Questo è il motivo per cui io adotto il loro
stile e ormai l’ho fatto mio, infatti lo utilizzo per qualsiasi cosa io scriva".
Oggi ha trascorso una giornata ricca di appuntamenti qui a Agnone, cito la
visita alle scuole superiori, alla struttura che un tempo fu adibita a campo di
concentramento e poi alla Fonderia delle Campane Marinelli. Che idea si è fatto
di Agnone e della sua storia?
"Mi sono davvero innamorato di Agnone, sono sincero! E’ una cittadina favolosa
ed ho particolarmente apprezzato il suo centro storico: tutti i palazzi, i
portoni, le botteghe; amo molto questo genere di cose. Le persone sono molto
gentili per quello che ho potuto constatare e sono rimasto molto stupito dagli
studenti delle scuole superiori con cui questa mattina ho avuto un incontro
perché ho fatto molti convegni presso le università e questi ragazzi avevano
molte più domande da pormi rispetto agli studenti universitari, erano totalmente
coinvolti ed interessati alle mie parole, alle mie esperienze, a ciò che
raccontavo loro. Nonostante si trattasse di un argomento piuttosto difficile e
drammatico, avevo l’attenzione di ogni singolo studente. Ne sono rimasto
impressionato e mi sono entrati davvero nel cuore. I ragazzi dell’Istituto
Alberghiero, inoltre, mi hanno addirittura preparato, insieme ai loro
insegnanti, un ottimo pranzo che non dimenticherò di certo! Vorrei davvero
tornare in futuro, tornare a vedere la Fonderia (Marinelli n.d.r) che oggi mi ha
fatto uno splendido dono e magari, perché no, scrivere anche un libro di poesie
su questa bellissima città e sulla sua storia."
Martedì 6 aprile 2010 dalle 18.30 alle 22.00 circa
Tempio Valdese
Piazza Cavour, 32 - Roma
In occasione della GIORNATA MONDIALE DEI ROM (8 Aprile), il Circolo Gianni
Rodari, Arci Solidarietà, Associazione Thèm Romanò, Cooperativa Ermes,
Fabulafilm e la rivista Confronti (DIALOG-ARTI) presentano il 6 Aprile, in
anteprima assoluta, l’opera etnosinfonica di Santino Spinelli dedicata alla
memoria della persecuzione nazifascista dei Rom e Sinti italiani. Il concerto
sarà accompagnato dalla proiezione del film documentario "Tzigari. Una
Storia Rom", (regia di Paolo Santoni, produzione Fabulafilm), il primo
documentario italiano dedicato alle vicende delle persecuzioni dei Rom e Sinti
italiani durante la seconda guerra mondiale.
L’evento, che rientra all’interno del Progetto "La memoria della persecuzione
dei Rom e Sinti italiani" sostenuto dalla Comunità Europea all’interno del
Programma sulla cittadinanza attiva, avverrà sotto l’Alto Patronato della
Presidenza della Repubblica.
L'evento su
Facebook
venerdì 19 marzo 2010 alle ore 21.30
All'ARCI TOM in Piazza Tom Benetollo 1, Quartiere Borgochiesanuova (sopra
supermercato FAMILA) Mantova
Vedi mappa
Per la prima volta a Mantova il nuovo gruppo musicale sinto che, nel solco della
tradizione, offre un mix esplosivo tra le generazioni passate e quella presente.
La musica de The Gipsyes Vaganes fonde i ritmi del jazz manouche e del flamenco
gitano con la tradizione musicale dei sinti estrakaria.
The Gipsyes Vaganes saranno a Mantova per promuovere Yuri Del Bar, un Sinto in
Consiglio comunale.
A seguire il concerto dei Sine Frontera.
SOTTOSCRIZIONE 3 € + TESSERA ARCI
L'evento su
Facebook
In questi giorni così difficili abbiamo deciso di rendere più facile (e
gratuito) l'accesso al volume "Politiche possibili. Abitare le città con i rom e
i sinti" (Carocci, 2009, 300 p.).
Da oggi è disponibile per essere scaricato gratuitamente dal sito dell'editore.
E' sufficiente andare sul sito
www.carocci.it, schiacciare nel menu a sinistra il tasto "press on line",
registrarsi (senza costi) e scrivere nel menù di ricerca dei titoli "Politiche
possibili". Sarà possibile così scaricare il pdf dell'intero volume per una
agevole consultazione sul proprio computer o per stamparlo. Per chi ne avesse
l'esigenza rimane comunque possibile comprare la versione cartacea.
[...]
Desidero ringraziare sentitamente tutti gli autori che hanno contribuito con
passione civile e rigore analitico alla scrittura collettiva del volume, il dr.
Loris Caruso che mi ha aiutato nella revisione editoriale dei testi, Paola
Ciceri per la segreteria organizzativa dell'iniziativa (un po' faraonica, ma il
risultato ne valeva la pena), il dr. Aluigi alla Carocci per l'accompagnamento
editoriale sollecito, competente e puntuale, Laura di Martino, l'Arci Blob e
l'Arci di Milano per aver dato vita all'iniziativa seminariale da cui è partita
l'idea, e - last but not least - Maurizio Cabras per avermi coinvolto e spinto
nell'operazione e Luca Rodda per aver sempre creduto nell'iniziativa.
Un ringraziamento particolare va agli enti, organizzazioni sindacali,
cooperative e associazioni che hanno scommesso sulle ragioni e le modalità di
questa ricerca e la hanno resa possibile. La pubblicazione non sarebbe stata
possibile senza il contributo iniziale dell’Associazione dei Comuni per l’Adda e
il sostegno successivo di ARCIMilano, ARCIToscana, AUSERLombardia, Caritas
Ambrosiana, CGIL-Camera del Lavoro Metropolitana di Milano, Comune di Modena,
Forum del Terzo Settore della Lombardia, Opera Nomadi di Milano, Opera Nomadi di
Padova.
Con molta cordialità
Tommaso Vitale
Segnalazione di Orhan Tahir
Musica da Russia, Polonia, Serbia, Slovacchia, Romania, Ungheria
clicca sull'immagine per andare alla raccolta
Segnalazione di Marta Pistocchi
sabato 13 marzo al
LEONCAVALLO
"LA MAFIA NON ESISTE"
Fausto e Iaio son morti di vecchiaia
Dalle 21.30 dibattito pubblico con:
- Francesco Forgione, già Presidente della Commissione antimafia e autore del
libro "Mafia Export"
- Mario Portanova, giornalista
- Avv. Ilaria Ramoni, Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie di
Milano e provincia
- Mario Agostinelli, Consigliere regionale Lombardia
- Alberto Ibba, direttore editoriale della collana Verdenero di Ed. Ambiente
Dalle 23.00 concerto:
PARTO DELLE NUVOLE PESANTI E MUZIKANTI
(www.myspace.com/imuzikanti)
Nel corso della serata sarà possibile acquistare i prodotti della Cooperativa
"Lavoro e Non Solo", cooperativa sociale di Corleone che lavora sui terreni
confiscati .
Ingresso a sottoscrizione libera
L'appuntamento su
Facebook
Segnalazione di
Alberto Maria Melis
Jan Yoors Crossing. Diario di sopravvivenza e resistenza al
tempo della Seconda guerra mondiale
Editrice Irradiazioni
È il secondo libro di memorie di Jan Yoors, e la memoria riprende dove si era
arrestato il primo libro nel 1939 (Zingari, Irradiazioni, 2008). È il manuale di
sopravvivenza e resistenza di Jan e dei suoi rom lovara nell’Europa della
seconda guerra mondiale, che cercano di difendere la loro libertà. Si conclude
con le parole di Pulika: “…È solo la vita ad aver un senso”.
L'AUTORE
Jan Yoors (aprile 1922 - novembre 1977) artista fiammingo-americano, fotografo,
pittore, scultore, scrittore. Nato in Belgio, a 12 anni scappò con un gruppo di
rom e viaggiò a lungo con loro. Quando ritornò finalmente a casa, i genitori
che lo avevano molto cercato, invece di sgridarlo gli diedero il permesso di
passare una parte dell’anno con i suoi amici zingari. L’autore li prese in
parola e lo fece fino all’età di 18 anni. Più tardi nella vita scrisse il
bellissimo libro dal titolo The Gypsies, 1965 (Zingari, Irradiazioni, 2008),
considerato un documento unico sulla vita degli zingari. A Zingari segue nel
1971 Crossing.
ISBN: 978-88-7310-041-6
formato: 13,5x21 cm
allestimento: filo refe, copertina con bandelle
pp.: 304
edizione: 1
anno: 2009
Prezzo
€ 18,00
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