sabato 23 ottobre · 19.00 - 23.30
presso: Affabulazione - Piazza Marco - Vipsanio Agrippa 7h - Ostia Lido, Roma INGRESSO LIBERO
In occasione della quinta edizione del Dialog Festival a cura dell'Ass.ne Le
Sirene, l'Ass. Cult. Affabulazione e Amnesty International Municipio XIII, in
collaborazione con il Centro giovanile Lo Spazio, presentano per il secondo anno
consecutivo FESTA ROM.
Programma Ore 19:00 * Mostra fotografica sul campo rom di Acilia Sud a cura di Amnesty
International
Ore 20:00 * cena a sottoscrizione con piatti tipici rom a cura di Dragan e
Michela
Ore 21:00 * Spettacolo teatrale “Volisma?” con Sara Aprile : CantaStorie –
Autrice e Francesca Romana Fioravanti : Violino.
"Volisma" in romanì significa: “mi vuoi bene?” questa è solo una delle tante
cose che ho appreso dai Rom…incontrandoli, conoscendoli da vicino, cuore a
cuore… “Volisma” non è uno spettacolo rom-antico né sdolcinato, è un racconto
nato da mille racconti, è un modo per incontrare un popolo che vive accanto a
noi ma che spesso non vediamo…o non vogliamo vedere…. Ma c’è! Attraverso i
racconti di donne, Donne Rom, si abbattono pregiudizi, si comprende la storia…la
vita, nelle piccole cose, in quelle belle e in quelle brutte, buffe o
strane…dure, magiche o vere… e si crea una via… nuova! Raccontare storie è da
sempre, per ogni popolo una via per tramandare… per ricordare, per non
dimenticare...
24/09/ 2010 - Connect-R è l'ultimo fenomeno ad uscire sulla scena Hip-Hop
rumena. Il suo ultimo singolo "Still" è un grande successo, al numero uno nelle
classifiche rumene. Cantautore, ballerino, attore e produttore, Connect-R è
eclettico, mescolando rap, hip-hop, soul, R'n'B e reggae.
Ha detto ad Euronews: "Il mio nome è il mio obiettivo; collegare persone,
musica, stati mentali; questo è stato il mio punto di partenza. Non ho mai
studiato musica, ma suono il piano e canto senza preparazione formale, senza
sforzo. Senza dubbio è qualcosa con cui sono nato, ed è un gran vantaggio,
penso. Ma sono cresciuto con attorno a me un tipo di musica completamente
differente: Chuck Berry, Aretha Franklin, Elvis Presley, molto rock and roll,
blues e jazz. Penso che ciò che sto facendo adesso è il risultato di una fusine,
tra il talento naturale di base della mia nazione e l'educazione musicale datami
da mio padre."
La sua fusion è molto commerciale, e non se ne vergogna. E' parte del suo
progetto.
Ma non lo ferma dal lanciare un messaggio, come quando "Burning Love"
recentemente è stata nominata Canzone Rumena dell'Anno.
La notte delle premiazioni Connect-R l'ha detto forte: è uno zingaro, e ne è
fiero!
"E' necessario coraggio, perché in Romania ci sono un sacco di pregiudizi
contro di noi. Mi sono detto, -questo è il momento ideale per dire che uno
zingaro che non si conforma agli stereotipi esiste, accidenti-. Ho voluto
mostrare al mondo che non ha senso usare la parola -zingaro- come un insulto, e
mostrare alla gente come me che possiamo agire differentemente."
"Mi ha colpito così spesso questo muro di pregiudizio," dice. "Guardo su
YouTube e vedo migliaia di commenti, forse milioni, come, - Sì, è una bella
canzone, canta bene, le parole sono buone, il messaggio vale, balla bene...
peccato sia uno zingaro-. Bene, IO SONO uno zingaro."
Meccanico prima di sfondare con la musica, Connect-R non fa la vittima quando
si tratta di parlare degli altri membri della sua comunità. Quando gli venne
chiesto sulla controversia attorno all'espulsione dalla Francia dei Rom, ha
espresso il suo disgusto non sull'atteggiamento francese, ma su quello dei
deportati.
"Mi sono tenuto molto vicino alle mie radici, faccio ancora poco, ma solo un
poco, oggi quando confronto il passato a ciò che sta accadendo adesso. Prima i
Rom avevano tante attività differenti in tutte le arti, nella poesia, ma gli
zingari di oggi sono cambiati. E' doloroso, molto doloroso da vedere. Stanno nei
sobborghi delle grandi città europee e ci fanno vergognare di loro. Pochi anni
fa Sarkozy appoggiò l'entrata della Romania nella UE, così non penso che quanto
stia facendo ora sia premeditato. A rischio di deludere i miei compagni,
appoggio quel che sta facendo, è un'eccellente iniziativa."
L'unica risposta ai problemi di oggi, insiste Connect-R, è l'istruzione. O la
musica:
"C'è una leggenda che dice che Dio consegnò a tutti la propria carriera:
artigiani, pittori e decoratori, dottori ed ingegneri - condivise tutto.
L'ultimo in coda era lo zingaro, con le piume tra i capelli, fresco di pollaio,
perché al solito era stato pigro, e chiese a Dio -cosa mi darai?-. Dio rispose
-Non ho lasciato niente, sei arrivato troppo tardi!- Così lo zingaro iniziò ad
andarsene, ma visto che Dio è buono, lo richiamò dicendogli: -aspetta un
secondo, ho qualcosa per te-, e gli diede un violino. Dovrebbe essere come una
legge. La musica è una delle nostre più grandi qualità, e dobbiamo lavorarci."
DOMENICA 26 SETTEMBRE Festa per la comunità aeroportuale e per tutti i lavoratori stranieri
CRAL Aeroporto di Linate - MILANO
ORE 15.30 INTRATTENIMENTI PER BAMBINI
(GIOCO, MOVIMENTO, MUSICA, BENESSERE con Elena Pillan "Scuola di Maria Fux")
ORE 17.30 NUTELLA PARTY
ORE 18.00 PRESENTAZIONE DEI CORSI PER I SOCI (2010-2011) Attività:
(Tango project dimostrazione dei maestri Ivano Magni ed Emanuela Fantini)
(Laboratorio di movimento per adulti di Elena Pillan)
ORE 19.30 SI MANGIA
ORE 20.30 MUSICA BALCANICA con la fisarmonica di Jovica Jovic ed il gruppo
dei Muzikanti
COSA SI MANGIA PANINO, SALSICCIA, CRAUTI E BICCHIERE DI VINO O BIBITA___4 EURO
COUS COUS DI VERDURA BICCHIERE DI VINO O BIBITA___3 EURO
CONSERVANDO IL BIGLIETTO DELLA CONSUMAZIONE, SARA' POSSIBILE PARTECIPARE A FINE
SERATA, ALL'ESTRAZIONE DI ALCUNI INTERESSANTISSIMI PREMI.
"MA QUANTE SONO LE MENTI UMANE CAPACI DI RESISTERE ALLA LENTA, FEROCE,
INCESSANTE, IMPERCETTIBILE FORZA DI PENETRAZIONE DEI LUOGHI COMUNI?" (PRIMO
LEVI, "LA TREGUA")
Ci sono pagine di Storia dimenticate, come quella del Porrajmos, il genocidio
nazista del Popolo Rom.
Matteo, Angela e Nazifa Bebé seguono le tracce lasciate da nonno Gabriel, che
portano fino a Lodz e all'Obóz Cygański, il "lager degli zingari"...
Mondadori Junior Oro In libreria: da oggi
Anteprima
Dal Capitolo 11
Rupa che non aveva ali
(...) - Beh, cosa aspetti?
Seduta su una delle assi di poppa del barcone, il cui fondo era ancora umido per
la pioggia del giorno prima, Angela attendeva impaziente che cominciassi a
leggere il seguito della storia di Nanosh. Ma io continuai per qualche istante a
fissare il panorama che si scorgeva oltre la sponda opposta del fiume, un campo
incolto costellato da radi cespugli e, più in là, il solito groviglio di strisce
d'asfalto soffocate dal traffico e la distesa di palazzi grigi e anonimi che si
smarriva a perdita d'occhio.
Quando poco prima avevamo superato il boschetto di aceri, alcuni piccoli
gabbiani erano scesi in picchiata sulle acque dell'Aniene, prima di impennarsi
di nuovo verso l'alto e di scomparire alla nostra vista. E all'improvviso ero
stato colto da una strana sensazione. Quella di trovarmi in un posto
lontanissimo e sperduto, una terra straniera e di nessuno dove fino a pochi
giorni prima non mi sarei mai sognato di posare i piedi.
- Hai mai pensato che è come se noi e Nazifa Bebé vivessimo in due città
diverse – chiesi ad Angela – anche se tra Ponte Mammolo e le nostre case ci sono
solo poche centinaia di metri di distanza?
Lei scosse la testa. Poi sussurrò: - Però ho pensato che anche oggi, intorno
ai rom, sono state costruite delle barriere impenetrabili. Solo che queste
barriere non somigliano a quelle cinte dal filo spinato di Litzmannstadt o di
Auschwitz, ma sono dentro ciascuno di noi e si chiamano paura e pregiudizio.
Per qualche istante riflettei sulle sue parole. Poi le passai il quaderno che
Mariam ci aveva consegnato e lasciai che fosse lei a leggere a voce alta il
secondo capitolo del racconto di nonno Gabriel.
- Quando i soldati dalle facce di lupo fecero scendere dai camion Nanosh e la
sua gente – cominciò – la notte si stava stingendo in un'alba nebbiosa e livida.
Fu poco dopo che il piccolo rom vide da vicino, e per la prima volta nella sua
vita, la ciminiera sbuffante di una locomotiva a vapore.
Per tutto il tempo in cui Angela continuò a leggere, io rimasi in assoluto
silenzio, con le ginocchia sollevate sul petto e le braccia allacciate intorno
alle gambe.
Nanosh e la sua kumpanìa erano stati portati in una stazione ferroviaria,
dove ad attenderli c'erano altri soldati con le divise nere, che li avevano
obbligati a salire sul primo vagone di un lunghissimo treno merci. I portelloni
non erano stati chiusi subito e il bambino, stretto con sua sorella Mirsada tra
suo padre e sua madre, aveva potuto vedere centinaia e centinaia di altri rom
che incolonnati in lunghe file venivano fatti salire sul treno, mentre l'aria si
riempiva delle grida assordanti dei soldati e dei gemiti disperati dei vecchi e
dei bambini.
Faceva un freddo cattivo.
Ma Nanosh, che aveva messo Nùvero al riparo sotto la sua giacca, non riusciva
a capire se era per quello che Mirsada e Keja erano scosse da lunghi brividi, o
se era perché i beng, i diavoli, avevano deciso di uscire dalle pieghe più
oscure della terra per inghiottire i rom, il "Popolo degli Uomini".
Quando ormai quasi tutti erano stati fatti salire sul convoglio, davanti ai
vagoni era comparsa un'ultima colonna di prigionieri, formata quasi
esclusivamente da bambini e da donne. Nanosh aveva riconosciuto una di loro, la
più anziana di tutte, che aveva la pelle del viso scura come un pezzo di cuoio e
lunghe trecce bianche che le ricadevano sul petto magro. Si chiamava Rupa ed era
una paramisaris, una narratrice di swatura e di paramitsha, le antiche storie e
fiabe dei rom Lovara.
Qualche mese prima la kumpanìa di Nanosh e quella di Rupa si erano accampate
insieme, vicino a un campo di trifoglio. E quella notte la vecchia, seduta
sull'erba davanti al fuoco, aveva fumato la pipa con gli altri anziani e aveva
raccontato ai bambini la leggenda di Vadni Rasa, l'oca selvatica che, come i
rom, non stava mai ferma nello stesso posto, perché inseguiva il respiro del
vento ovunque esso andasse a posarsi.
Nanosh aveva pensato che se Rupa avesse posseduto le stesse ali di Vadni
Rasa, di certo si sarebbe librata in volo e sarebbe fuggita lontano. Ma Rupa,
come tutti loro, non aveva ali. E quando uno degli ufficiali l'aveva brutalmente
spintonata, si era voltata verso di lui e l'aveva colpito sul viso,
maledicendolo a gran voce. Era stato allora che Konstant aveva coperto con
entrambe le mani gli occhi di Mirsada, perché non vedesse quello che stava per
succedere.
L'ufficiale aveva afferrato l'anziana donna per una delle lunghe trecce, e
mentre lei continuava a dibattersi e a gridare l'aveva costretta a mettersi in
ginocchio. Poi aveva estratto una pistola dalla fondina e gliel'aveva puntata
sulla sua fronte.
Un attimo dopo, mentre il fischio della locomotiva annunciava che da lì a
poco i portelloni dei vagoni sarebbero stati chiusi e che il treno si sarebbe
mosso, il fragore dello sparo si era spento sotto i tetti delle pensiline e Rupa
si era rovesciata a terra senza più voce e senza più vita. (...)
23/08/2010 - Kateri Combs, Romanì nata in Romania e cresciuta con la sua
famiglia adottiva negli USA, è stata recentemente premiata con una borsa di
studio con musicisti romanì in Romania.
Il Consiglio Artistico dell'Utah è rimasto così dal talento di Kateri Combs
da averle conferito questo riconoscimento. Lei è molto orgogliosa delle sue
origini ed è interessata nel saper descrivere la sua cultura attraverso la
musica.
Kateri fa spettacoli con i Klezbros, un gruppo che interpreta sia musica klezmer
che zingara. Inoltre lavora col suo accompagnatore Steve Keen e con il gruppo
Tango Project.
Spera di incontrare Nicolae e Nicoletta Guta, ed anche altri musicisti in
Romania. Arriverà a Bucarest il 1 settembre e sarà in Romania per 3 settimana.
Negli ultimi sei anni ha passato ogni estate un mese in Romania con la sua
famiglia d'origine, ed è molto emozionata per l'opportunità di lavorare con
altri musicisti romanì quest'anno.
In un'atmosfera tesa, dopo persistenti richieste da parte di un piccolo
numero di locali pubblici a Nis ed in Serba, è stato creato un monumento
dell'artista rom Saban Bajramovic (leggi
QUI ndr) e messo in un posto magnifico nel parco, di fronte
all'assemblea cittadina.
Illuminato dal sole, Saban appare meglio che mai, ed anche Nis sembra più
bella che negli anni precedenti. Forse perché oggi a Nis è il primo giorno del
Festival Jazz. Il monumento di Saban sta cantando. La voce di Saban è
profondamente dentro di noi. In ogni essere umano, che è un UMANO.
U napetoj atmosveri, posle upornih zahteva malog dela domace javnosti u
Nisu I Srbiji, spomenik romskom umetniku Sabanu Barjamovicu, postavljen je
na predivnom mestu u parku preko puta skupstine grada.
Obasjan suncem, Saban izgleda lepse nego ikad I Nis izgleda lepse no
poslednjih godina . Mozda I zato sto danas u Nisu, pocinje medjunarodni jazz
festival. Sabanov spomenik peva. Sabanov glas je tu duboko u nama. U svakom
coveku koji COVEK.
Sarà una vera e propria "notte dei gitani", con acceso il grande fuoco della
festa. Kalerom è lo spettacolo che combina le musiche delle province zingare
d`Italia degli Acquaragia Drom, gruppo storico della musica popolare italiana, e
le melodie d'amore - dall'Oltenia rumena - dei Taraf da Metropulitana,
trascinante ensemble di musicisti zingari.
Una sarabanda sonora, condita da balli e da gag, da musiche passionali e ritmi
frenetici, che partono dalla Transilvania e dai Carpazi per arrivare alle
melodie popolari italiane e ai successi internazionali eseguiti alla maniera
"zingara".
I protagonisti, lasciano i loro strumenti per portare il pubblico nel cuore di
una cerimonia tradizionale, di un matrimonio, di una animata festa gitana
intorno ad un grande fuoco da campo: ritmi incalzanti e passionali, melodie
struggenti e racconti di storie inverosimili con protagonisti tragicomici di cui
si può ridere o commuoversi. Uno spettacolo “Kalerom. Il grande fuoco della
festa”, di sicuro effetto dove la scena è anche del pubblico.
Storie di Fisarmoniche 1 "Il Maestro Jovica Jovic". Rho (Milano), Campo Comunale di Via Sesia. Il Maestro Jovica Jovic, Rom di origine Serba, vanta importanti
collaborazioni artistiche avendo suonato, tra gli altri, con Piero Pelù, Goran
Bregovic, Vinicio Capossela, Dario Fo, Moni Ovadia, Dijana Pavlovic, ed è il
leader, indiscusso, dei Muzikanti, una piccola orchestra multietnica. A marzo,
raccontano le cronache, è stato ricevuto dal Ministro dell'Interno (il bieco
Bobo Maroni), ricevendo dalle sue mani un "permesso di soggiorno provvisorio",
con la promessa di una rapida regolarizzazione della sua condizione di Wop (With
Out Passaport: così come venivano chiamati i migranti Italiani nell'America
degli anni ‘50). "Per meriti artistici" disse il Ministro, intrattenendosi
cordialmente con Jovica, al quale raccontò dei suoi trascorsi musicali. Oggi il
campo di Via Sesia, nonostante la piccola Chiesa costruita dallo stesso Jovica,
consacrata e benedetta da Sacerdoti cattolici ed ortodossi, rischia di sparire
per sempre. Al suo posto una discarica e l'incertezza che accompagna il futuro
delle Famiglie che lì vivevano e pregavano.
Storie di Fisarmoniche 2 "Aurel torna a suonare" Napoli, dormitorio pubblico di Via Duomo. Ad Aurel Serban, Rom di origine Rumena, da cinque anni a Napoli, la
settimana passata avevano rubato la fisarmonica. Avevano rubato la vita e adesso
si vergognava a chiedere la carità. La Società San Vincenzo dei Paoli, si è
fatta carico del problema acquistando per lui una bellissima "Paolo Soprani",
una delle migliori fisarmoniche presenti sul mercato. Il sorriso è tornato sul
faccione buono di Aurel che ha subito imbracciato la fisarmonica, accarezzandola
come si fa con una fidanzata ritrovata, ed intonando un splendido valzer. Poche
note per riappacificarsi con il Mondo e riacquistare la sua dignità di vecchio
orchestrale per le vie di Napoli, indossando sempre gli stessi pantaloni da
palcoscenico dell'Orchestra Rumena di cui faceva parte, suonando e regalando
sorrisi ai passanti.
Storie di Fisarmoniche 3 "Petru e la fisarmonica rinchiusa" Paradiso dei Musicisti Rom. Petru Birladeanu, Rom di origine Rumena, non riesce a trovare pace. Non si
da pace per Mirela, Petronela e Ricardo che ha dovuto lasciare su questa terra e
che oggi vivono nell'incertezza del proprio futuro. Si rattrista anche nel
vedere la sua fisarmonica rinchiusa in una teca di cristallo, nella stazione di Montesanto
a Napoli, dove due anni addietro perse la vita, vittima di camorra. Ucciso da un
commando di otto aggressori, in sella a quattro scooter: "skizzati",
imbottiti di cocaina, dirà un collaboratore di giustizia. L'arresto di Enrico
Ricci (suo figlio Marco è stato rinviato a giudizio per aver preso parte
all'omicidio di Petru) sulla stampa venne salutato come un colpo eccellente:
secondo il Dda di Napoli avevano "preso" la testa di ponte del Clan dei Sarno
tra i vicoli della collina napoletana. Non è passato neanche un anno ed oggi
viene scarcerato "per decorrenza dei termini", libero per un difetto di forma,
un banale cavillo: gli avvisi di conclusione delle indagini ai due difensori non
vennero notificati correttamente, quanto basta a far decorrere i tempi fino alla
scarcerazione.
GOGOL BORDELLO(live) A seguire DAMA (Dj Set): it's not only Rock
'n' Roll Baby
martedì 13 luglio 2010 ore 21.30 Carroponte -
via Granelli 1di fianco al Centro Sarca, Sesto San Giovanni (MI)
Prezzo biglietto: 15 € (+ D.D.P)
Biglietti disponibili in Loco e sul circuito Vivaticket:
www.vivaticket.it
In procinto di suonare nei maggiori open air festival europei, i Gogol Bordello
saranno di nuovo a Milano per una data speciale, un live show atteso da chi è
rimasto fuori dalle porte dell'Alcatraz lo scorso 25 Maggio (sold out come la
data di Bolgona), un concerto che è unico al mondo, ecco come ne parla
Outune.net (recensione proprio del recente live act milanese): "ti lasci
portare da una marea di carne bagnata dove si è perso il senso del pudore,
magliette che volano reggiseni semi abbassati e corpi in estasi danzante… un
moderno baccanale ... Si suona, si balla e anche chi è on stage comincia a
sentire il caldo, Eugene a torso nudo, magro e muscoloso, ricorda quella
salamandra di Iggy. Il mustacchio si rende riconoscibile in mezzo alla baraonda,
tra tamburi e violini si consuma un rito orgiastico. Sul palco c’è il circo".
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
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