Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 09/03/2006 @ 14:41:38, in Europa, visitato 1948 volte)
Novità e riflessioni dal blog di Aleksandra, che ancora una volta combina le cronache dalla Mahalla di Prokuplje con lo sguardo agli sviluppi dell'area. (al solito, linkando il titolo, leggete tutto l'articolo e potete vedere le immagini) 03-03-2006 - 20:48 CHE BELLO DORMIRE IN UN LETTO... Finalmente, un vero letto per Fatima e i suoi fratellini; ora l'ambiente è caldo e confortevole, anche il pavimento è stato isolato e le pareti imbiancate. Ma il tetto... 03-03-2006 - 20:55 GRAZIE !!!!!! Questa è la lettera di ringraziamento che Senada, mamma di Fatima, indirizza a tutti coloro che stanno aiutando la sua famiglia. Scrive in italiano... 04-03-2006 - 08:29 RIFUGIATI Drammatica la situazione dei rom, per lo più kosovari, rifugiati in vari paesi europei che saranno "rimpatriati" in Serbia. Anche la famiglia di Fatima... 05-03-2006 - 14:50 GIORNI MIGLIORI PER I ROM (?) Da “Politika” del 5 marzo 2006: GIORNI MIGLIORI PER I ROM: “l’Europa dovrebbe liberarsi dei pregiudizi nei confronti dei Rom e mostrare maggiore comprensione verso questo popolo, perseguitato nel corso dei secoli”. E’ una citazione tratta dal più recente documento emanato dall... 09-03-2006 - 13:04 "RITORNARE" DOVE ?????? Da Osservatorio Balcani (http://www.osservatoriobalcani.org/article/articleview/5082/1/45/) riportiamo questo articolo perché drammaticamente attuale. Ci chiediamo dove saranno mandati i rom kosovari che l’Europa si sta prepar...
Di Fabrizio (del 09/03/2006 @ 22:54:26, in media, visitato 1946 volte)
Di Dalila Gómez Baos, la candidata kalì al senato colombiano, ne ho scritto abbondantemente qui. Le elezioni saranno il prossimo 12 marzo, e non farò a tempo a tradurre l'articolo che è apparso su NEW AMERICA MEDIA, chi vuole può leggerlo in inglese o in spagnolo (tranquilli, si capisce agevolmente, e se lo dico io...)
¡Henorabuena!
A proposito, sul clima elettorale, che potrebbe essere pesantuccio, un recente rapporto di Amnesty International (in italiano, stavolta).
Gentile Prefetto,
ci spiace disturbarLa di nuovo, ma non possiamo farne a meno davanti ai brutali fatti di queste ultime settimane.
Da diverso tempo, infatti, nella provincia di Napoli assistiamo a una drammatica sequela di sgomberi forzati di baraccopoli rom (Rumeni o ex-Jugoslavi). Ultimo in ordine di tempo, lo sgombero di Caivano, fraz. Pascarola (in data 07/03/06), dove 18 famiglie musulmane montenegrine (del sottogruppo Crna Gorja) sono state buttate sulla strada, dopo aver assistito alla demolizione delle loro baracche. Queste famiglie, in parte, si sono disperse sul territorio napoletano, in parte sono rimaste all’addiaccio, avendo avute dal giudice misure di detenzione alternativa (ed essendo dunque impossibilitate a lasciare il luogo dove tale misure erano previste, il campo rom di Pascarola). L’assurdità di tutto questo consiste nel fatto che si demoliscono le baracche e si cancellano i campi senza avere prima preventivato soluzioni di accoglienza alternativa. Questo è disumano, è immorale e non è degno di una nazione che si dice civile.
Sappiamo che negli ultimi mesi alcuni altri sgomberi sono stati effettuati, oltre a quello gravissimo di Pascarola, come quelli di Rom Rumeni al Parco Verde di Caivano, quello di Granturco e di Poggioreale. Sono, inoltre, previsti a breve altri sgomberi di questo tipo, come a Torre del Greco, V. de’ Monaci (80 Rom rumeni già sgomberati in modo orribile da V. Lufrano, Casoria, lo scorso 3 Novembre), a Crispano (alcune famiglie rumene), e sempre a Poggioreale (dietro il cimitero, circa 300 persone rom rumene di Calarasi).
Riteniamo che tali misure repressive, essendo perfettamente inutili da un punto di vista pratico (i Rom, rilasciati di solito con fogli di via, riformano le baraccopoli poco più in là, perché il ritorno in Romania o nella ex-Jugoslavia è del tutto impossibile), e comportando in aggiunta un enorme dispendio di denaro pubblico, rispondono unicamente a logiche di consenso elettorale che si giocano sulla pelle degli ultimi della nostra società. Non è un caso, infatti, che questi sgomberi (o minacce di sgombero), avvengano proprio in questo periodo pre-elettorale.
Troviamo tutto questo a dir poco scandaloso, ma soprattutto disumano. Nessun rapporto dell’ASL e nessuna denuncia di privati cittadini può mai giustificare la barbarie delle ruspe che abbattono i luoghi abitativi , che per loro sono un diritto fondamentale.
ignor Prefetto, ci permetta di ripeterLe che tali azioni si vedono solo in posti del sud del mondo come Korogocho (Kenya). In certa misura, questi sgomberi napoletani sono anche peggiori, perché si usano metodi di terrorismo psicologico, per fare scappare le persone prima delle demolizioni, non garantendo loro quei diritti minimi previsti persino dalla legge Bossi-Fini.
In conseguenza di tutto ciò, chiediamo una moratoria a tempo indeterminato di tutti gli sgomberi di campi rom. Chiediamo, inoltre, che Lei si faccia promotore di un incontro con il neo-nato Comitato cittadino per i diritti del popolo rom a Napoli, coinvolgendo rappresentanti dei Comuni interessati, della Provincia e della Regione. Gli esempi positivi, come quelli del villaggio attrezzato dei Montenegrini di Caivano o la ex-Scuola Deledda a Napoli per i Rom rumeni dimostrano che, laddove si interviene accogliendo e concedendo diritti elementari a queste persone, esse sono in grado di integrarsi nella nostra società esattamente come tutti gli altri immigrati. Altre situazioni di accoglienza (come quella del villaggio di Giugliano o quello del Cantariello a Casoria) sono in via di definizione e se ne sollecita l’attuazione. Ogni ritardo della burocrazia, infatti, si paga in termini di vite umane perse e di drammi immensi.
Il suddetto Comitato Civico, nato da alcune settimane sulla scia dei fatti di via Lufrano (Casoria) dello scorso 3 novembre, si propone appunto come obiettivo di mobilitare l’opinione pubblica su questo tema, che sembra non tocchi le corde dei partiti e dei politici.
Siamo sicuri che vorrà incontrarci di nuovo, per un confronto sereno e costruttivo sull’argomento, con all’ordine del giorno la fine delle persecuzioni e della repressione e l’attivazione di serie politiche di accoglienza nei confronti del popolo rom, da sempre oggetto di gravi persecuzioni e discriminazioni di natura razziale.
Con ossequio,
Comitato cittadino per i diritti del popolo rom a Napoli
Alex Zanotelli, padre comboniano
Marco Nieli, Opera Nomadi di Napoli
Katiuscia Orabona, Opera Nomadi di Giugliano
Felicetta Parisi
Di Fabrizio (del 10/03/2006 @ 10:19:31, in media, visitato 1796 volte)
“La discriminazione diventa più sottile”
Pubblicato: Giovedì, 2 marzo, 2006
LE PROTESTE globali seguite alla pubblicazione delle vignette sul profeta Maometto, hanno riportato il dibattito sulla libertà d'espressione e su come convivere rispettandosi l'un l'altro.
E' servito inoltre come forte sottolineatura sul potere dei mezzi d'informazione nel determinare i movimenti d'opinione – con le immagini che riflettono l'amaro conflitto delle vite che si perdono nei differenti angoli del globo.
I disordini accaduti a Birmingham l'anno scorso, mostrano anche quanto possano essere potenti i media, quando alcune stazioni radio furono rimproverate per aver infiammato l'odio tra due comunità – anche il quel caso ci furono perdite di vite, ma stavolta sulle nostre strade.
Al tempo della Campagna per l'Eguaglianza Razziale (CRE), abbiamo ricevuto infinite lamentele dalle comunità di Nomadi e Viaggianti, vittime di un assedio mediatico di una campagna stampa incentrata sugli insediamenti nella greenbelt e sugli accampamenti illegali in tutto il paese. I reclami variavano dall'afflizione dei genitori, al bullismo verso i bambini a scuola, sino alle vere e proprie violenze contro persone e cose. Ma sono apparse anche storie positive di come i media hanno contribuito a creare integrazione tra comunità vicinali, ad esempio: prima delle elezioni locali, controbattendo i messaggi dell'estrema destra, o indicando una faccia umana su quanti cercano asilo nelle nostre città per sfuggire alle guerre nei loro paesi.
Questo sarà un anno chiave per la CRE, concomitante col 30° anniversario dell'Atto sulle Relazioni Razziali, una legge che ha contribuito ad affrontare in profondità l'evidente razzismo che incrostava la Gran Bretagna.
Ma la discriminazione è diventata più sottile. Se diamo un'occhiata alla situazione della Gran Bretagna di oggi, la popolazione sta diventando più -e non meno -segregata per etnia.
Una ricerca della CRE mostra che il 95% dei britannici “bianchi”, ha amicizie solo tra persone dello stesso colore. Tra le minoranze britanniche questa percentuale è del 37%.
Le minoranze etniche tuttora affrontano discriminazione in tutte le sfere, comprese quelle della scolarità, dell'impiego e della politica. Non si tratta soltanto di cambiare leggi e norme; si tratta di mentalità e attitudini. Ed il ruolo dei mezzi d'informazione in questo difficile compito diventa sempre più importante.
Il Premia ai Media di CRE (RIMA) – giunto al 14° anno – ha dato il suo contributo in questo senso. Per fortuna, sono finiti i tempi in cui andava assegnato perché in una soap opera era presente anche una famiglia di colore (Fleet Street). Abbiamo anche molti commentatori di colore nei media, una donna musulmana scrive sulle colonne di The Sun.
Quanto alla semplice cronaca, si è passati da una situazione in cui i crimini a sfondo razziale erano semplicemente ignorati, oppure riportati solo da chi si interessava già a questioni etniche, a una copertura mediatica più bilanciata ed obiettiva.
Tenendo a mente quanto sopra, una condanna generalizzata dei media non sarebbe utile e neanche appropriata. Nel linguaggio adoperato si è passati dall'uso di termini offensivi o scorretti, all'uso di espressioni più accurate.
Anche i tabloid dell'estrema destra mantengono un linguaggio più equilibrato e meno prevedibile di quanto si potrebbe pensare. E' stato il Daily Mail che ha titolato “Assassini” riguardo agli accusati dell'omicidio di Stephen Lawrence (cfr BBC News ndr.) - che ha segnato un cambio radicale nella campagna che ne è seguita. Il Mail on Sunday ha parecchio attenuato il suo linguaggio nei confronti di Nomadi e Vaggianti.
Rimane ancora molto da fare per l'industria dei media, tanto nella copertura delle notizie che nella formazione/aggiornamento di chi si incarica della copertura.
Temi come l'Islamofobia, la lotta al terrorismo, i conflitti interreligiosi, l'immigrazione e la crescita dell'estrema destra presentano sfide sempre nuove. C'è chi sceglie il silenzio piuttosto che affrontare argomenti che rischiano di offendere qualcuno. Sono tutti temi che necessitano discussione e il ruolo dei media è cruciale nell'impostare il tono del dibattito.
Rimane da affrontare la questione della sotto-rappresentazione delle minoranze etniche nell'industria dei media.
La ricerca NUJ (National Union of Journalists ndr.) del 2004 ha provato che i gruppi delle minoranze etniche compongono una percentuale troppo piccola nelle statistiche per permettere analisi oneste. Sul numero totale di indagini il 95% provenivano da giornalisti “bianchi” e il rimanente da giornalisti appartenenti a gruppi etnici minoritari.
Così, un'indagine sulle minoranze etniche nel sistema dell'informazione radiofonica, mostra che il loro ruolo sarebbe quello di pulire i pavimenti dei cinema dai popcorn.
I mezzi di stampa sono ancora più indietro di quelli radiofonici. Un editore di Fleet Street mi ha confessato un paio di anni fa, che praticamente le uniche facce abbronzate che entravano nel suo ufficio, appartenevano al personale di pulizia. In quel periodo stava prendendo misure per rimediare alla situazione. Parte del problema, è che l'accesso all'impiego nel sistema dell'informazione stampata, tuttora dipende più dalla rete di conoscenze che dall'effettiva capacità. Le nuove reclute sono quanti sono già nell'intorno di chi dirige il sistema, quindi persone che si assomigliano o si replicano.
Nel tentativo di superare le transenne della segregazione e le barriere razziali, CRE ha istituito una sorta di “agenda dell'integrazione”. Società integrata è quella dove ognuno condivide dei valori comuni in cui identificarsi. La frammentazione sociale per razza ed etnia è un tema che riguarda tutti.
Raccontando la nostra storia nazionale, la stampa britannica può incoraggiare la partecipazione e l'interazione, appoggiando contemporaneamente la spinta all'eguaglianza. I media sono nella posizione di contribuire a rendere reale l'integrazione nella nostra società. Qualsiasi cambiamento, non avviene per caso. Succede, perché molta gente s'è impegnata perché le cose potessero cambiare. RIMA esiste per celebrare queste persone e queste organizzazioni. Ci sono molti che si impegnano e questo mi rende ottimista, nell'intravedere i cambiamenti che ci saranno nei prossimi 30 anni.
RIMA website
Di Fabrizio (del 10/03/2006 @ 10:53:58, in Europa, visitato 1808 volte)
Il secondo Forum Mondiale sui Diritti Umani si terrà presso il Nantes Métropole International Convention Centre dal 10 al 13 luglio 2006 (in ricorrenza del 40° anniversario dell'Adozione della Convenzione Internazionale sui Diritti Civili, Politici, Economici, Sociali e Culturali, da parte dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite). Come nell'edizione del 2004, gli argomenti topici relativi ai Diritti Umani saranno dibattuti da rappresentanti politici (dello stato, delle istanze locali e dei parlamenti) di tutto il mondo, assieme ai componenti delle organizzazioni internazionali, del mondo universitario e della società civile.
Informazioni e iscrizioni
Di Fabrizio (del 10/03/2006 @ 12:41:11, in Italia, visitato 2879 volte)
Sulla situazione conseguente l'incendio di due giorni fa, ricevo ora questa nota da Maurizio Pagani, vicepresidente Opera Nomadi Milano: In mattinata sono stati espulsi c.ca 80 rom, prelevati a gruppetti dal campo e reimpatriati in aereo a Bucarest. Durante la prima notte, quella dell'incendio, una trentina di donne e bambini rom, in regola con il permesso di soggiorno, si sono rivolti alla protezione civile comunale di via Barzaghi dove sono stati ospitati in un refettorio con solo alcune coperte. Non corrisponde al vero anzi, è una palese e sfacciata menzogna, che vi fosse la possibiltà di accogliere quanti si fossero rivolti per chiedere un riparo. Tutti i 150 posti letto erano infatti occupati e, in v.le Ortles, i rom sarebbero stati accolti nel corridoio. Questa sera (9 marzo ndr) il tutto si è ripetuto. Solo 7 o 8 persone, compresi alcuni bambini, hanno potuto occupare un letto in camerata, mentre per tutti gli altri vi era tutt'al più disponibile il solito refettorio, dove non è possibile nemmeno sdraiarsi. Ho visto alcune donne e bambini distesi per terra, lungo il muro di cinta, sepolti da un mucchio di coperte, tra disagi di ogni genere e topi, tanti topi. Molti sono quelli che passano la notte in macchina, con il motore che ogni tanto viene riacceso per attivare il riscaldamento. All'interno del campo vi è una processione continua di gente da una roulotte all'altra, dove le persone si stipano silenziosamente per passare la notte. Vi sono anche alcune roulotte piene solo di bambini che dormono uno accanto all'altro. In una c'era, partendo da sinistra un neonato, e poi, proseguendo verso destra, altri 4 che dormivano, con età e dimensioni diverse tra loro fino ad arrivare a una ragazzina tredicenne. Altri adulti ancora semplicemente non dormono da oltre 30 ore, passando la notte attorno ad un fuocherello. Neonati, bambini di pochi mesi, bambini malati sono senza alcuna forma minima di assistenza, oppure, là dove è possibile, sono stati accolti temporaneamente in giro per Milano dagli altri amici e parenti. Il Comune ha oggi ribadito che non intende occuparsi di questa situazione. Tra breve darà inizio alle operazioni di pulizia dell'area esterna al campo per trasferirvi i soli rom autorizzati a rimanere nel campo comunale. Con ciò si intende quindi escludere non solo gli "irregolari", ma anche quelli in regola, che tuttavia non hanno avuto l'assegnazione di una piazzuola. Inoltre, le persone che hanno perso ogni cosa nell'incendio, compresa la roulotte, dovranno provvedere ad acquistarsela nuovamente se non vogliono passare le proprie notti all'addiaccio. Oggi, dei circa 60 bambini che frequentano le scuole di via Console Marcello e via De Rossi, solo 5 erano presenti. Oltre la metà dei 60 bambini è rimasta priva di un domicilio e un riparo.
Di Fabrizio (del 11/03/2006 @ 10:07:44, in Italia, visitato 2011 volte)
Ieri le agenzie stampa non credevano ai loro tasti: avevano di seguito due notizie serie sui Rom. La prima riguardava un incendio che aveva lasciato 400 persone per strada (peccato che ancora non si capisca come va a finire). La seconda che il senatore Livio Togni, per contestare la sua mancata ricandidatura, porterà 50 zingari (sic) a manifestare in Senato. Da parte sua, il senatore ha già trovato ospitalità nelle liste del Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo. "Basta con i simboli patinati della trasgressione come la signora Luxuria. Bertinotti faccia il comunista vero e si occupi una volta tanto dei diversi e dei diseredati"Dopo aver difeso a suo tempo la battaglia del senatore, se posso dirlo, la sua motivazione non mi convince. Se tra qualche anno qualcuno/a saltasse fuori con "Meglio fascisti che zingari"?
Di Fabrizio (del 11/03/2006 @ 10:17:00, in media, visitato 2756 volte)
Pubblicato su Roma_Media
Da: Rokker Radio
BBC Local Radio in Inghilterra ha appena commissionato un programma di due ore settimanali per i 300.000 Romanichals e Viaggianti della Gran Bretagna. Il programma si chiamerà Rokker (Parlare) e andrà in onda domenica dalle 17.00 alle 19.00. Sarà trasmesso in FM nell'Inghilterra orientale e in AM nel resto del paese e tramite world wide web.
Il programma è la prima trasmissione mai prodotta dalla BBC per, da e su Romanichals e Viaggianti e sarà condotto dal giornalista Jake Bowers di Luton nel Bedforshire. Servirà le comunità Romanichal, Irish Traveller, Fairground e Rom in Inghilterra.
Stiamo cercando “corrispondenti dall'estero” nelle comunità sparse per il mondo di Rom e Travellers, che possano intervenire live in onda circa 10', raccontando cosa succede nel loro paese. Si richiede una minima conoscenza della lingua inglese.
Chi volesse contribuire, contatti questa MAIL
Devlesa,
Jake Bowers
Da internet:
Jake Bowers (Haslemere, Surrey, 28/5/1972)
Jake Bowers è un giornalista autodidatta nato in una famiglia Romanichel di 17 tra fratelli e sorelle.
Impegnato nei diritti sociali del suo popolo, ha fondato la Gypsy Media Company.
Ha collaborato con la BBC in radio e per la televisione,con i giornali the Guardian e the Independent, e molte altre pubblicazioni. Attualmente sta per partire il suo progetto su internet di una trasmissione Romani nel Regno Unito.
Di Fabrizio (del 11/03/2006 @ 10:19:31, in scuola, visitato 2126 volte)
Gli studenti delle classi sul folklore rom celebrano la
festa nazionale di Deyan
Kolev – Amalipe BG
Il 3 è [stata] la festa nazionale bulgara, in cui
viene celebrata la liberazione dal dominio turco e la restaurazione
dello stato bulgaro nel 1878. Purtroppo, il crescente nazionalismo
tenta di utilizzare questa festa nazionale come ulteriore occasione
di odio etnico e di intolleranza contro le minoranze rom e turche
[rispettivamente, il 5 e il 10% della popolazione ndr.].
Questo lo scopo dei raduni indetti dal partito ultranazionalista
Ataka [cfr. Mahalla
ndr.] a Sofia e in altre città.
Ciononostante, gli studenti di differenti origini etniche (rom,
turca, bulgara) che a scuola assieme studiano il folklore rom, sono
riusciti ad indicare che la differente origine etnica non è di
ostacolo alla convivenza e alla partecipazione alla vita del paese,
senza per questo rinnegare la propria specifica identità.
Questo ha dato luogo all'iniziativa comune del Centro Amalipe e
degli studenti di 12 scuole nel distretto di Veliko Turnovo.
L'iniziativa aveva carattere regionale ed hanno aderito molte scuole
di altri distretti. Gli allievi hanno preparato un puzzle di 2000
fogli che riproduceva la bandiera nazionale e l'hanno poi presentato
ai compagni di scuola, alle insegnanti, alle autorità
intervenute alla festa, che è continuata con uno spettacolo
musicale, chiuso dall'inno nazionale bulgaro e da quello rom “Gelem
Gelem”.
Si è voluto dimostrare che non esiste contraddizione
nell'essere contemporaneamente cittadini bulgari e rom, nel rispetto
dei simboli e delle tradizioni reciproche, e senza dover condividere
l'odio tra etnie. “Lo spirito nazionale della Bulgaria non è
nelle torce dei raduni ultranazionalisti, ma nella fiamma che brilla
negli occhi dei bambini di ogni differente etnia” (Teodora
Krumova – Centro Amalipe).
La prima moschea rom dei balcani da costruire nel sud della Serbia.Bujanovac. Il presidente della comunità religiosa islamica di Bujanovac, Preševo e Medveđa (Serbia del sud) mufti Nexhmedin Sacipi, ha dichiarato che una moschea rom si inizierà a costruire nella seconda metà dell'anno, il quotidiano serbo Danas scrive oggi (6 marzo ndr). Sacipi ha fatto notare che questa sarà la prima moschea rom nei balcani e costerà circa 500000 euro. Secondo lui circa 4000 rom vivono nella municipalità di Bujanovac, rimarca il quotidiano.
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