Rom e Sinti da tutto il mondo

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Richiediamo chiarezza. Di Rom si parla poco e male, anche quando il tema delle notizie non è "apertamente" razzista o pietista, le notizie sono piene di errori sui nomi e sulle località

La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 31/05/2005 @ 17:16:33, in casa, visitato 3316 volte)

Informa Romani Baxt che settimana scorsa (24 maggio) un piccolo di 13 mesi è morto per un incendio che si è sviluppato nell suo appartamento, nel quartire di Fakulteta a Sofia. Il quartiere ha sempre contato una forte presenza di popolazione Rom.

La famiglia aveva ricevuto ultimamente una bolletta dell'elettricità di 428,81 leva (circa 200.00 €u), quando di solito le altre bollette erano sui 20-25 leva. La famiglia non poteva pagare il conto, e all'inizio di aprile il comune aveva interrotto la fornitura di energia. Molte case nel quartiere si sono trovate in situazioni simili durante l'ultimo anno.

Una candela accesa ha attaccato il fuoco alle tende e poi all'appartamento. Il fuoco si è sviluppato rapidissimo. Il padre del bambino, Dimitar Metodiev (22 anni), ha provato a salvarlo, senza riuscirci e rimanendo lui gravemente ustionato. Attualmente, è ricoverato in pericolo di vita.


fonte: http://it.groups.yahoo.com/group/Bulgarian_Roma

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Di Fabrizio (del 31/05/2005 @ 17:43:33, in Europa, visitato 3118 volte)

Da: The Slovak Spectator - http://www.slovakspectator.sk/

AMNESTY International ha criticato il comportamento della polizia tenuto contro i Rom, durante i disordini dell'anno scorso nella Slovacchia Orientale.

Secondo l'organizzazione umanitaria, la polizia avrebbe nascosto la notizia degli arresti ai parenti dei fermati e degli incarcerati. Inoltre avrebbe malmenato i Rom in stato di fermo o arresto e si sarebbe introdotta senza mandato nelle loro case.

Afferma il portavoce Martin Korch, che la polizia slovacca avrebbe agito secondo la legge.

L'incaricata plenipotenziaria per la comunità Rom, Klára Orgovánová, ha chiesto a Vladimír Palko, Ministro degli Interni, di assurmersi la responsabilità dell'affermazione del portavoce. "Ha confermato che i poliziotti hanno agito secondo la legge" comunica Orgovánová.

Il rapporto [Amnesty International] menziona anche altri casi riguardanti i Rom, come il ritrovamento del cadavere di Radoslav Puký, trovato nel fiume Ondava. L'ultima volta che fu visto da vivo, stava scappando inseguito da alcuni poliziotti.

Amnesty International nel rapporto ricorda anche che i letti di contenzione ancorausati nelle clincihe psichiatriche.

Compiled by Martina Jurianová from press reports

The Slovak Spectator cannot vouch for the accuracy of the information presented in its Flash News postings.

[5/26/2005 9:37:12 AM]


fonte: http://groups.yahoo.com/group/Slovak_Roma_News/

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Di Fabrizio (del 31/05/2005 @ 17:44:30, in blog, visitato 2824 volte)

Da quelle parti stiamo discutendo (tra l'altro) se Piergianni sia razzista, DILO (un pirla) o un OGM che mischia le due cose.

La soluzione non è facile : - P. Dateci una mano (o portate da bere alla Kumpanija)

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Di Fabrizio (del 01/06/2005 @ 06:21:13, in Regole, visitato 2089 volte)

La notizia arriva da DZENO, e sembra che per stavolta non c'entrino i giochi a premi televisivi, tantomeno una qualche iniziativa di marketing turistico telefonico.


Il 27 maggio scorso un Rom bulgaro ha vinto una causa contro l'Accademia delle Scienze. L'Accademia è proprietaria di un albergo, dove il Rom (attivista di Romany Baht), ha tentato invano di prenotare una stanza per poter partecipare a un seminario.

Il direttore ha chiesto se al seminario avrebbero partecipato dei Rom. Alla risposta positiva, il direttore ha cancellato la prenotazione, insistendo che non poteva "rischiare l'immagine dell'albergo ospitando dei Rom".
E' la prima sentenza di questo genere in Bulgaria. Il tribunale ha stabilito che il Rom dovrà essere indennizzato con 50 Leva (che comunque non sono abbastanza per per pagare un pernottamento nell'hotel).


fonte: http://groups.yahoo.com/group/Czech_Roma/

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Di Fabrizio (del 01/06/2005 @ 18:31:56, in sport, visitato 21678 volte)

E' uscito in libreria "CAMPIONI SENZA DIMORA. La favolosa storia di Multietnica, la squadra di immigrati campione del mondo", con testi e foto di Filippo Podestà.

E' la storia di una squadra di calcio nata nel campo rom di via Barzaghi a Milano, la favela più grande d'Italia, per sfidare la giunta comunale di Milano ed evitare lo sgombero.

Vinsero la partita al Vigorelli senza riuscire ad evitare le ruspe, ma Bogdan Kwappik, il coach polacco, capi' che il calcio sapeva veicolare in modo straordinario solidarieta', desiderio di riscatto e di giustizia per gli stranieri. Di torneo in torneo, Multietnica2001 ha vinto la coppa di campione del mondo al campionato di calcetto per senza dimora di Gotheborg nel 2004.

    • Filippo Podestà è fotografo. Si occupa in particolare di fotografia sociale e in particolare della questione dei migranti in Europa e nel mondo.
    • MultiEtnica 2001 parteciperà dal 20 al 24 luglio alla Homeless world cup di Edimburgo. L'evento sarà patrocinato dall'Onu e avrà il supporto della Uefa e di diversi club. Sono attese 32 squadre da tutto il mondo.
    • Il libro è stato realizzato con il contributo di Arci Milano e Uisp
    • Quando il calcio si fa strumento di giustizia. Dall'occupazione di una baraccopoli al titolo di campioni del mondo alla Homeless world cup 2004 di Gotheborg, il campionato mondiale di calcetto riservato alle persone senza casa. L'incredibile storia di "Multietnica2001", la squadra nata nel campo rom di via Barzaghi dalla passione sportiva di Bogdan Kwappik, il suo coach polacco. Una storia d'amore per lo sport e il gioco di squadra, ma ancora prima di promozione dei diritti degli immigrati. Per una volta riscattati e vincenti.

Il libro contiene una sezione fotografica che documenta le condizioni della baraccopoli di via Barzaghi, i giorni dello sgombero e quelli delle partite.

Se non trovate il libro nelle librerie non vi scoraggiate e soprattutto chiedete al libraio di ordinarlo per poterlo sfogliare, guardare etc.

In questo modo le librerie sono invitate a richiedere i volumi dandone risalto sugli scaffali, altrimenti prendono unicamente i libri delle grandi case editrici che hanno imponenti uffici promozionali.

Il libro costa 10 Euro.

Dove si trova:

  • Nelle migliori librerie (feltrinelli, libraccio e altre...)
  • Dai venditori di strada di Terre di mezzo
  • Nelle botteghe del mercato equo
  • Presso l'associazione MultiEtnica2001

Sostenete la MultiEtnica!

Se acquistate il libro direttamente dalla associazione parte del ricavato della vendita va a sostenere la Multietnica per finanziare la partecipazione alla terza edizione del campionato del mondo che si disputerà a Edimburgo nel luglio prossimo.

contatti:

Come andare in Svezia e vincere una coppa mondiale

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Di Fabrizio (del 01/06/2005 @ 19:22:35, in Europa, visitato 4700 volte)

Institut War Peace Reporter

http://www.iwpr.net

Nazionalismi e gioventù bulgara Le generazioni più giovani sembrano più suscettibili al nazionalismo di quelle cresciute sotto il socialismo, 

reports ALBENA SHKODROVA. I bulgari più giovani stanno cadendo preda di un nuovo tipo di nazionalismo, molto più viscerale e intollerante di quello a cui furono esposti quanti crebbero al tempo del comunismo. Influenzati dai media e dai testi scolastici che pretendono di essere liberali ma spesso lo sono soltanto a parole, nuovi sentimenti nazionalisti si fanno strada nella gioventù.

Il regime di Todor Zhikhov a suo tempo aveva coniugato il socialismo internazionalista con il sentimento nazionalista. Così aveva espulso 300.000 Turchi e Slavi musulmani (conosciuti come Pomaks) segregato i Rom e soffocato tutte le espressioni di diversità etnica. Ma sotto la superficie, altri processi formavano l'atteggiamento bulgaro (cfr. 14/09/04 NdR). Rifiutando il totalitarismo di regime, molti si opponevano alla propaganda nazionalista. Vivere sotto il comunismo [...] aveva attutito le tensioni finanziarie, sociali e anche tra le minoranze.

Soltanto con la caduta del regime negli anni '90, la gente comune ha cominciato a vedere le minoranze come un peso. Le divisioni tra i gruppi sono cresciute, mentre la gente non aveva più timore di esibire credo religiosi e origini etniche che il vecchio regime [credeva] fossero dimenticate. I mezzi di informazione hanno iniziato ad attaccare le minoranze, alla stesso modo per cui dietro la libertà di parola ritorna l'antisemitismo.

I valori liberali si stanno avvantaggiando molto lentamente della libertà e degli sviluppi sociali. Sono occorsi dieci anni perché i libri di testo fossero "ripuliti" dagli slogan del nazionalismo più radicale e prima che i media iniziassero a moderare i toni.

Nel contempo, è cresciuta una nuova generazione che [...] più dei predecessori mostra atteggiamenti negativi ed aggressivi verso le minoranze etniche. 

Una recente ricerca del ricercatore politico Petar-Emil Mitev rivela sentimenti negativi, in particolare contro i Rom:

  • circa l'86% li definisce come pigri e irresponsabili, mentre il 92% afferma che è una minoranza di tendenza criminale;
  • circa il 62% del campione intervistato, ritiene anche che i concittadini di origine turca siano fanatici religiosi.

Convinzioni simili sono palesi nei siti internet e nelle chat, dove i forum rigurgitano di odio verso le minoranze, in particolare i Rom. Dietro l'anonimato, molti giovani usano questi spazi per mostrare il loro disgusto, in stile tipicamente neonazista. Nel web si trovano slogan sugli zingari da trasformare in saponette o da rinchiudere in miniera. Un esempio viene da un forum internet sui Rom. Durante una recente discussione, s'è verificato un "bombardamento" di commenti negativi:

  • Faresti meglio a sparire e portare con te tutta la tua tribù...
  • Tornatevene nel vostro ghetto...
  • Lo sanno tutti che non avete stato o cultura, e che voi zingari siete sporchi, pigri, bugiardi...

Mentre in rete fioriscono appelli e commenti simili, i giovani nazionalisti tendono a nascondere le loro convinzioni, quando devono confrontarsi direttamente. "Molti giovani di mia conoscenza esprimono atteggiamenti negativi" ha detto Boryana Yordanova, studentessa all'università di Sofia, "ma la maggior parte di loro non lo ammetterebbe mai pubblicamente".

Zornitsa Lateva, anche lei studentessa, dice di mostrarsi tollerante nei confronti delle minoranze, ma insiste che gli zingari hanno una bassa qualità di vita, per loro colpa. "E' radicato nel loro differente sistema di vita" aggiunge "non vogliono studiare, si sposano a 13 o 14 anni e non lavorano".

Altri studenti sono d'accordo. "Non ci importerebbe di loro se accettassero la nostra cultura e non fossero ladri e bugiardi".

Maria Neykova, professoressa della facoltà di giornalismo, conferma che molti dei suoi studenti disprezzino i Rom, spesso anche i Turchi. Dice che è colpa del ritardo della società nel sviluppare valori liberali.

I mezzi di informazione e i libri scolastici sono lontani del descrivere correttamente le istanze delle minoranze. Quest'anno, i media hanno siglato un codice di comportamento, che impone di non divulgare particolari sull'appartenza razziale, etnica o sull'orientamento sessuale delle persone. In pratica,la polemica si va spostando dalle persone alle idee.

Molti canali via cavo trasmettono programmi nazionalisti. Tra questi è noto Ataka, su SKAT TV, dove Volen Siderov, una presenza fissa, denuncia quotidianamente i programmi in lingua turca ospitati dai canali nazionali.

Una ricerca effettuata da Marker Test sul periodo 2001-2002, mostra la regressione nei mezzi d'informazione dagli anni '90, quando gli argomenti razzisti non erano così comune. Inoltre, mostra che il 60% delle cronache sui Rom riguardano problemi sociali e crimini, sull'onda degli stereotipi negativi del pubblico.

Secondo Maria Neykova, nonostante il codice di comportamento, i media continuano a citare l'origine etnica,anche quando questa non ha rilevanza con la notizia. Anche i libri scolastici, aggiunge, sono pieni di riferimenti a miti storici per incontrare il favore del pubblico, già sotto Zhivkov l'attività principale degli intellettuali era riscrivere la storia patria, oltre che in funzione del comunismo, anche per negare l'arretratezza della società e propugnare la sua superiorità sugli altri popoli balcanici e sui rivali dell'occidente.

Per giustificare la mancata crescita tra il XV e IL XX secolo, sotto il dominio ottomano, oggi i libri sono carichi di propaganda anti-turca. [...] Mentre a scuola sono adottati testi del XIX secolo, che demonizzavano o ridicolizzavano i musulmani. Gli studenti imparano la cosiddetta storia, piena di ideologia apertamente nazionalista e dove il pathos patriottico mette in ombra le riflessioni obiettive sul ruolo e i benefici del periodo ottomano, come ha scritto recentemente lo studioso Evgeniy Daynov [...]

In realtà, si potrà discutere del "problema nazionalismo", quando i politici ne ammetteranno l'esistenza. Una soluzione sarebbe lavorare sull'idea di nazione, che si basi su radici civiche piuttosto che etniche. Ma al momento è ancora un'aspettativa irrealistica, finché i politici avranno il loro interesse a coltivare la crescita dei nazionalismi.


Albena Shkodrova  è direttrice di Balkans Investigative Reporting Network, un progetto locale IWPR. Questo articolo è apparso in originale su  Balkan Crisis Report, prodotto da Institute for War and Peace Reporting)



fonte: http://groups.yahoo.com/group/Bulgarian_Roma/

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Di Fabrizio (del 01/06/2005 @ 19:36:05, in conflitti, visitato 3112 volte)
Da Karin Waringo

Salve!

Vi allego un articolo sulla tensione tra le comunità Rom e Musulmana a Perpignan, Francia. Un retroscena sicuramente complesso, su cui l'articolo sviluppa alcune riflessioni, di parte, ma utili ad avere un quadro più completo della situazione.

 

Pubblicato da: Morocco TIMES.com © Copyright

Vivere all'estero – Francia 

8 feriti dopo l'assassinio di un Marocchino

By Houda Filali-Ansary
5/30/2005 | 4:07 pm GMT

Otto feriti la notte scorsa a Perpignan, in nuovi scontri tra le comunità dei Nordafricani e degli Zingari, a seguito dell'uccisione di un Nordafricano, il secondo in meno di 10 giorni.

Centinaia di giovani Nordafricani hanno manifestato dopo l'assassinio di un franco-marocchino. L'uomo, il cui cognome è ancora sconosciuto, è stato colpito quattro volte fuori dalla sua casa, nel quartiere di Saint-Mathieu alle 19.30 circa. 

Il 43 enne Driss è il secondo Nordafricano ucciso in città nell'ultima settimana. Domenica scorsa, Mohamed Bey-Bachir, franco-algerino di 28 anni, era stato malmenato a morte da cinque Zingari in un parcheggio. L'omicidio aveva dato la stura a violenze e disordini tra le due comunità, durate per tutta la settimana.
L'uccisione della notte scorsa è avvenuta proprio mentre gli animi stavano calmandosi. Nei disordini che ne sono seguiti, otto persone sono rimaste ferite e 37 sono gli arrestati, secondo le fonti poliziesche. Due sono stati feriti con colpi di arma da fuoco, gli altri sono stati feriti con coltelli e bottiglie rotte.

Ci sono stati anche 100 principi d'incendio e 50 auto sono state date alle fiamme, prima dell'intervento della polizia per evitare che le comunità venissero in contatto.

Sono state chiamate di rinforzo squadre di polizia anti-rivolta dalle città di Tolosa, Marsiglia e Bordeaux.

Anche se l'identità dell'assassino del giovane marocchino è ancora sconosciuto, i sospetti sono subito caduti sulla comunità zingara, a seguito degli incidenti della settimana scorsa. 

Domenica scorsa si è tenuta una manifestazione pacifica in memoria di Bey-Bachir, e in diversi hanno protestato contro la polizia locale per non aver disarmato gli Zingari: "Domenica scorsa abbiamo mostrato che sappiamo manifestare civilmente, e invece ci uccidono!" hanno urlato.

Prima dell'uccisione di Bey-Bachir, le due comunità avevano sempre convissuto in pace. In una settimana la situazione è totalmente cambiata, con le autorità che ammettono di essere incapaci ad affrontare la situazione: "Possiamo fare in modo di evitare gli incidenti più grossi, ma siamo impotenti se le due comunità rifiutano di [...] negoziare per una coabitazione pacifica" ha detto stamattina Henri Castets, capo della sicurezza pubblica locale.

Ma la situazione preoccupa perché rischia di spostarsi dallo scontro tra comunità etniche a guerra di religione. "Siamo cristiani evangelici, non abbiamo niente a che fare con tutto ciò" ha affermato un capo della comunità zingara.

"Questa tragedia ha rotto i ponti che si erano stabiliti tra le due comunità. Ma la nostra città ha fatto tutto il necessario per sviluppare il dialogo interreligioso, e ricostruiremo [questi ponti] sulle stesse basi", recita un comunicato del sindaco.

Gli ultimi eventi chiariranno se quella frase del comunicato è stata solo un lapsus, o se si tratta di un altro capitolo della discriminazione contro i Nordafricani in Francia.

 


fonte: http://groups.yahoo.com/group/Roma_Francais/
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Di Fabrizio (del 01/06/2005 @ 20:36:55, in Europa, visitato 1964 volte)

E' uscito l'aggiornamento di maggio 2005 di PICUM.org con le notizie e l'evoluzione politica riguardanti i diritti sociali fondamentali degli immigranti non documentati in Europa. Disponibile nel formato Word nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese.

 

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Di Fabrizio (del 02/06/2005 @ 00:22:23, in Europa, visitato 1809 volte)
L'associazione Thumende Valea-Jiului ha commemorato il 31 maggio scorso il 63° anniversario della deportazione dei Rom rumeni nella regione della Transnistria. La decisione fu presa dal governo collaborazionista rumeno durante l'occupazione nazista e costò ai Rom 11.000 morti, mai riconosciuti da nessuna autorità nazionale o internazionale.

Asociatia "Thumende" Valea Jiului
Str. Lucas Jeno Tiberiu, Bl. 1B, Ap. 10
Petrosani, cod 2675
Hunedoara
Romania
Tel. 004 0721 34 26 72
Tv parang Tel. 0245 543 676

Rif: Gli eredi delle vittime chiedono giustizia
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Di Fabrizio (del 03/06/2005 @ 00:17:11, in lavoro, visitato 4171 volte)

Da: emilia.net

Tra Bologna e Piacenza 19.000 ore di formazione per giovani zingari sinti e rom. E arrivano 35 contratti. I lavori più gettonati? Meccanico, barista e parrucchiera

BOLOGNA (31 mag. 2005) - Centoventiquattro giovani sinti e rom coinvolti, di cui 76 hanno svolto percorsi formativi, 48 hanno avuto proposte di lavoro e 35 hanno firmato un contratto lavorativo.
Sono i risultati del progetto dell'Iniziativa Comunitaria Equal di riqualificazione e recupero professionale delle popolazioni zingare: "A kistè ki braval an u lambsko drom - A cavallo del vento verso il lungo cammino", che verranno presentati oggi in un seminario presso il Teatro Testoni di Bologna.
Il progetto, primo e finora unico in Italia, si è concluso a maggio 2005 dopo tre anni di sperimentazione ed è stato realizzato con il contributo di una partnership costituita da enti locali, enti di formazione, scuole, università, associazioni imprenditoriali e sindacali, associazioni di volontariato.
Le comunità Sinti/Rom interessate sono state 10, situate a Bologna (Ada Negri, Pianazze, Trebbo, quartieri Navile e Borgo Panigale), in provincia di Bologna (Casalecchio e Malalbergo) e a Piacenza (campo Le Mose).
L'esperienza ha visto inizialmente coinvolti 124 zingari di età compresa tra i 15 e i 30 anni. Di questi 99 sono di Bologna, 25 di Piacenza; 88 sono sinti e 36 rom. Tra i 124 ragazzi e ragazze, ben 76 sono stati protagonisti di percorsi di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro. Dei 76 zingari "formati" 40 sono sinti italiani e rom abruzzesi, mentre 36 sono rom slavi; 40 sono donne e 36 uomini. Oltre al recupero della scolarità e all'insegnamento della lingua italiana, i corsisti hanno seguito lezioni per alcune professioni specifiche: ciclo-motoriparatore, barista, parrucchiere, elettricista, carrozziere, muratore, igiene e sicurezza ristorazione, assistente al trasporto scolastico, addetto preparazione pasti. In tutto sono state svolte oltre 19.000 ore di formazione (30% in aula, 70% in stage).
Dopo la formazione, per alcuni zingari l'esperienza è proseguita con l'avviamento e la ricerca attiva di un posto di lavoro. Sono arrivate 48 proposte di lavoro di cui 35 si sono concretizzate in contratti, mentre 13 non sono state accettate dai sinti e dai rom per diversi motivi. Dei 35 contratti di lavoro 3 sono a tempo indeterminato, 18 a tempo determinato, 5 apprendistati e 7 contratti a progetto o collaborazioni. I lavori più "gettonati" sono stati meccanico, barista e parrucchiera. Inoltre durante il periodo del progetto un rom abruzzese ha creato un'impresa individuale nel settore del commercio.
Per facilitare i rapporti e creare un clima di fiducia tra i sinti/rom e gli operatori della formazione, ci si è avvalsi nelle azioni del progetto di 11 "facilitatori" (1 rom slavo e dieci sinti, di cui 3 donne) che hanno effettuato azioni di collegamento, garantendo ad esempio il trasporto e l'accompagnamento presso le sedi formative, soprattutto alle donne,
"Al di là dei risultati – ha affermato Cecilia Vicentini, responsabile del progetto - la sensibilizzazione delle comunità sinte e rom e le significative esperienze di formazione e di inserimento lavorativo del progetto hanno permesso l'avvicinamento di queste popolazioni al mondo della formazione e del lavoro. Ciò ha portato anche alla mobilitazione di sinti e rom non direttamente coinvolti come destinatari del progetto, i quali hanno richiesto di partecipare a corsi di formazione o si sono attivati per la ricerca attiva del lavoro. Questo risultato indotto testimonia che i beneficiari del progetto non sono stati solo i destinatari diretti, ma le comunità sinte e rom nel loro complesso".
Inoltre le azioni di sensibilizzazione sulle problematiche dei sinti e dei rom rivolte al mondo della formazione, del volontariato e delle imprese hanno aumentato la consapevolezza di queste realtà circa la necessità di intervenire con azioni mirate a sostegno dell'inclusione sociale di queste popolazioni. L'esito è stato una serie di proposte progettuali scaturite da reti di partner di Bologna e Piacenza, ma anche di Parma, Modena e Reggio Emilia.

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