Di Fabrizio (del 03/12/2010 @ 09:22:48, in Italia, visitato 2140 volte)
Sino al 23 dicembre - Via dei Bruzi 11/C (zona San Lorenzo) - Roma - Tel.
3471580818
Associazione Insieme Zajedno NATALE SOLIDALE 2010
dal 1 al 23 dicembre 2010
apertura straordinaria
tutti i giorni dalle 10 alle 18.30
- 8 dicembre e tutti i sabato e domenica assaggi della cucina tradizionale
bosniaca -
Vieni a trovarci per i tuoi regali solidali potrai scegliere tra gonne della tradizione
zingara, borse, sciarpe, vestitini da bambino, cappellini di lana, tovaglie, set
da tavola, asciugamani, canovacci, portamonete, portagioielli, collane, pizzi,
bigliettini d’auguri in stoffa … … e tanti altri manufatti originali ed unici
per la casa e l’abbigliamento
Di Sucar Drom (del 03/12/2010 @ 09:41:35, in Italia, visitato 2579 volte)
Piacere di conoscervi!
Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o cattiveria ci chiamano "zingari"
o "nomadi".
Viviamo in mezzo a voi da circa seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono
veramente.
Probabilmente avete letto sui giornali che siamo sporchi, ladri, accattoni… ma
non è così. Certo alcuni di noi sono molto poveri e alcuni hanno commesso degli
sbagli. Ma non siamo tutti uguali anche se siamo tutti presi di mira da
discriminazioni e in alcuni casi da razzismo vero e proprio.
In Europa siamo in dodici milioni, in Italia molto meno, circa 100.000. In
maggioranza siamo Cittadini italiani dal 1871 ma alcuni di noi vengono dalla ex
Yugoslavia e dalla Romania: scappati dalla guerra o dalla miseria.
Provate ad immaginare di non poter avere documenti (anche se i vostri e genitori
sono nati in Italia), di non poter chiedere lavoro o continuare a studiare per
questo motivo, di dover aspirare al massimo a vivere in un container o in una
roulotte… di essere allontanati se entrate in un bar, di essere oggetto di
battute e scherno… che vita sarebbe? La vita di molti di noi al momento.
Noi siamo i Rom e Sinti e come ogni altra minoranza abbiamo una lunga memoria
storica, valori, costumi, tradizioni, arti, talenti, musica e bellezza. Abbiamo
i colori di una civiltà millenaria che non hai mai preso parte ad una guerra.
Tutto questo tuttavia resta confinato troppe volte negli angusti spazi che
occupiamo alle periferie delle città, in ghetti che chiamano "campi nomadi".
La campagna DOSTA ("Basta" nella lingua romanes), promossa dall’UNAR, può
rappresentare la possibilità di superare quel muro del pregiudizio che circonda
la nostra gente.
Noi vi tendiamo una mano, metteremo in piazza frammenti della nostra cultura, vi
sorprenderemo con il calore della nostra musica, le emozioni delle nostre danze
e lo faremo in una serie di eventi che si snoderanno per tutta Italia,
accompagnati da seminari e conferenze, mostre fotografiche e proiezioni video,
momenti di riflessione in cui ci racconteremo a voi. Venite a conoscerci. Vi aspettiamo a Venezia:
Giovedì 9 dicembre 2010, ore 21:00 Casa dei Beni Comuni "Morion", Salizada San
Francesco della Vigna - Castello
PROIEZIONE DEL FILM: "Io, la mia famiglia rom e Woody Allen" di Laura Halilovic,
a cura di: Studenti del Master in Diritti Umani e Democratizzazione (E.MA), del
Centro Europeo Inter-Universitario (EIUC)
Venerdì 10 dicembre 2010, ore 21.00 Casa dei Beni Comuni "Morion", Salizada San
Francesco della Vigna - Castello CONCERTO: Django's Clan. Nel centenario della nascita di Django Reinhardt, genio
sinto della musica jazz europea, un concerto che ne ripercorre l'arte e la
tecnica.
Lunedì 13 dicembre 2010, ore 21.00 Teatro Aurora - Marghera SPETTACOLO TEATRALE: "Rom Cabaret" di e con Dijana Pavlovic.
Lunedì 20 dicembre 2010, ore 18:30 Scoletta dei Calegheri, Campo S. Toma Venezia WORKSHOP: "io non discrimino – l’esperienza degli osservatori contro le
discriminazioni razziali". Intervengono: Massimilano Monnanni – Direttore UNAR
(Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), Gianfranco Bettin – Assessore
Politiche Giovanili e Pace, Carlo Berini – Federazione Rom e Sinti Insieme,
Alessandra Sciurba – Associazione SOS Diritti
Tutti gli eventi sono ad INGRESSO GRATUITO
Gli eventi sono organizzati dalla Federazione Rom e Sinti Insieme e dalla Rete
Tuttiidirittiumanipertutti di Venezia, in collaborazione con il Centro Pace del
Comune di Venezia e l'UNAR.
Il Festival Dosta si inserisce nella manifestazione DIRITTI PER TUTTI – IO NON
DISCRIMINO, organizzata dalla Rete Tuttiidirittiumanipertutti di Venezia e
comprende anche i seguenti eventi:
Sabato 4 dicembre 2010, dalle ore 16.00 alle 22.00 e Domenica 5 dicembre 2010
dalle ore 12.00 alle 20.00, Ca Foscari Auditorium, Campo Santa Margherita "Building bridges: connecting through diversity". Una serie di dibattiti e
proiezioni di Corti e Lungometraggi organizzato dagli Studenti del Master in
Diritti Umani e Democratizzazione (E.MA), del Centro Europeo Inter-Universitario
(EIUC) con sede al Lido, in collaborazione con l’ Università Cà Foscari e il
Circuito Off Venice Internation Short Film Festival.
Martedì 7 dicembre 2010, ore 19.30 Campiello delle erbe, S. Polo 2003 "L'asilo negato di fronte alle mura della fortezza Europa" a cura
dell’Associazione Metricubi.
Intervengono: Marco Ferrero, avvocato, membro dell'Associazione di studi
giuridici sull'immigrazione (ASGI) e Nicola Grigion, progetto Melting Pot
Europa.
Giovedì 9 dicembre, ore 17.15 Teatro dei Frari Venezia IO DECIDO. Primo incontro per l’avvio di un percorso di democrazia partecipativa
nel Comune di Venezia. Vieni anche tu a decidere il futuro della nostra Città.
Venerdì 10 dicembre 2010 È il giorno in cui ricorre l'anniversario della firma della dichiarazione
universale dei diritti umani avvenuta a Parigi il 10 dicembre 1948 ma è anche il
giorno in cui Zaher, ragazzo afgano è morto qui a Venezia proprio il 10 dicembre
di due anni fa. Zaher è morto perchè i diritti umani ancora oggi nelle nostre
Città, nel nostro paese non sono riconosciuti. Sabato 11 ore 12.00 nel piazzale antistante il Porto la rete
Tuttiidirittiumanipertutti invita la cittadinanza a ricordare la morte di Zaher.
LA CAMPAGNA DOSTA!
L’UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, nell’ambito delle sue
attività istituzionali ed in collaborazione con le principali associazioni rom e
sinte, ha lanciato per l’anno 2010 la Campagna DOSTA, una grande iniziativa di
sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle comunità rom in Italia.
La Campagna DOSTA ("Basta" in lingua romanes) è stata già promossa dal Consiglio
d’Europa e dalla Commissione Europea nell’ambito del terzo programma congiunto "Equal
Rights and Treatment for Roma". La campagna DOSTA è stata già realizzata con
successo in cinque paesi dell’Europa dell’Est: Albania, Bosnia e Herzegovina,
Montenegro, Serbia, Slovenia ed Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, mentre è
di prossima presentazione la campagna in Francia e Bulgaria.
La Campagna è stata pensata e condivisa con le principali reti di associazioni
rom e sinte in Italia: la Federazione Rom e Sinti Insieme, la Federazione
Romanì, UNIRSI. Le associazioni operano all’interno di un Tavolo di
coordinamento ROM istituito e coordinato dall’UNAR e collaborano alla
pianificazione della campagna e alla progettazione e realizzazione degli eventi
previsti, in collaborazione con le istituzioni locali coinvolte dalle
iniziative.
Obiettivo generale della Campagna è quello di favorire la rimozione degli
stereotipi e pregiudizi nei confronti delle comunità rom e sinte attraverso una
strategia globale di confronto e conoscenza reciproca.
Obiettivi specifici della Campagna sono quelli di:
- favorire una migliore conoscenza della cultura Rom e del suo contributo nella
storia europea attraverso mostre e spettacoli, premi, seminari e conferenze,
eventi pubblici e campagne sui media;
- promuovere un confronto diretto con la realtà rom ed i rischi di
discriminazione ed esclusione sociale attraverso percorsi formativi per il mondo
del giornalismo e gli enti locali, tavoli di lavoro e occasioni pubbliche di
dibattito
Di Fabrizio (del 04/12/2010 @ 09:06:20, in Europa, visitato 1516 volte)
Segnalazione di Alberto Panaro
Lo scorso luglio il governo Sarkozy stabiliva la possibilità per le autorità
francesi di espellere i rom non su base individuale ma sulla base della loro
etnia. Il governo d'Oltralpe aveva deciso nello specifico di chiudere 300 campi
rom ed espellere dal Paese i loro abitanti. La Commissione Europea aveva
accusato l'esecutivo francese di violazione della normativa europea sui migranti
nelle leggi nazionali; per tanto aveva dato a Parigi un ultimatum per
modificare il provvedimento in linea con le normative comunitarie, pena
l'apertura ufficiale della procedura d'infrazione e le conseguenti sanzioni
pecuniarie. L'ultimatum europeo è scaduto lo scorso 15 ottobre. Com'è andata a
finire? La Francia ha risposto nell'ultimo giorno a disposizione, assicurando di
voler cambiare la legge in questione, in modo conforme alla direttiva europea
2004/38, sulla libera circolazione dei cittadini del'Unione europea, oggetto del
contendere secondo la Commissione Ue. Quindi la Francia avrebbe sostanzialmente
ammesso di aver autorizzato delle espulsioni illegali. La Commissione europea,
quindi, ha dichiarato che non aprirà nessun procedimento penale contro la
Francia, esprimendo soddisfazione per la retromarcia del governo Sarkozy e per
il progetto francese per l'applicazione della direttiva europea. Viviane Reding,
vicepresidente dell'esecutivo Ue, ha comunque ribadito che la Commissione
intende esaminare come gli stati membri impiegano i fondi comunitari stanziati
ad hoc per l'integrazione dei cittadini di etnia rom. E proprio pochi giorni
dopo, il 20 ottobre, il Consiglio d'Europa è tornato nuovamente ad occuparsi
della questione, votando una risoluzione contro le discriminazioni ai danni
delle minoranze, nella quale è stato stralciato il riferimento al ‘caso'
francese. In Europa vivono infatti tra i 10 e i 12 milioni di rom e sinti e la
questione della loro integrazione e del rispetto dei loro diritti non riguarda
solo Parigi. Thomas Hammarberg, commissario dei diritti umani del Consiglio
d'Europa ha nuovamente ricordato le violazioni del nostro Paese: «l'Italia ha
arrestato ed espulso un numero notevole di rom romeni in questi ultimi anni». Ma
mentre continuano a siglarsi testi e risoluzioni che inneggiano genericamente al
rispetto dei diritti del popolo rom, è evidente come i Paesi membri continuino
ad essere restii ad applicare puntualmente le normative europee e i leader ad
abbandonare le loro strategie di propaganda xenofoba e razzista. Tutto ciò
mentre sta per concludersi il 2010, anno in cui si celebrano i 60 anni della
Convenzione europea dei diritti dell'uomo e a poche settimane dal 2011, Anno
europeo delle attività di volontariato che promuovono la cittadinanza attiva.
Di Fabrizio (del 04/12/2010 @ 09:14:53, in sport, visitato 1629 volte)
Segnalazione di Bogdan Kwappik
cliccare sul logo per vedere il filmato
Il calcio come mezzo di riscatto sociale. Con questo obiettivo nel 2001 nasce
in Sudafrica la “Homeless world cup” (Hwc), il mondiale di calcio dei
senzatetto. Un progetto che ogni anno coinvolge circa 25mila giocatori: uomini e
donne sopra i 16 anni che nell’anno precedente al mondiale hanno vissuto da
‘homeless’. Tra le vivaci e coloratissime immagini dell’edizione 2009, che ha
portato a Milano circa 500 giocatori provenienti da 48 nazioni, il filmato
ripercorre la storia della Hwc con un testimone d’eccezione, il presidente e
fondatore Mel Young. Un occasione per osservare da vicino un torneo che negli
ultimi anni ha aiutato il 70% dei partecipanti a cambiare vita, liberandosi
dalla dipendenza da droga o alcool e trovando una casa dove vivere.
di Cecilia Lulli e Matteo Tommaso Mombelli Categoria: TV Durata: 14’ 21” Trasmesso su: Inedita
Di Fabrizio (del 05/12/2010 @ 09:07:33, in Regole, visitato 1619 volte)
di Alessandro Capriccioli
Intervista a Piercamillo Falasca, vicepresidente di Libertiamo, l'associazione
di cultura politica vicina a Benedetto Della Vedova e a Futuro e Libertà.
Allora, Piercamillo, a quanto pare c'è una bella magagna da svelare, o sbaglio?
In effetti sì: due parlamentari del PDL, Barbara Saltamartini e Vincenzo Piso,
hanno presentato un emendamento al Decreto Sicurezza, con cui chiedono di
estendere le misure preventive di polizia ai mendicanti.
Ah. E l'alzata d'ingegno gli è venuta così oppure...
Oppure. Pare che si siano mossi su suggerimento del sindaco Alemanno.
Ok, mettiamo ordine. Stiamo parlando di tutti i mendicanti?
Non proprio: il testo recita "alle persone che, in modo ripugnante, arrecano
disturbo ai passanti".
E scusami, che si intende per “disturbo” e "modo ripugnante"?
Vuol dire, e leggo, "o avvalendosi dell'ausilio di animali, ovvero simulando
deformità o malattie, o adoperando altri mezzi fraudolento per destare l'altrui
pietà". Si tratta praticamente della cosiddetta "mendicità invasiva".
Ho capito: ma nella sostanza cosa rischierebbero questi poveracci?
Conseguenze pesanti: foglio di via obbligatorio, sorveglianza speciale, obbligo
di soggiorno.
Mi pare agghiacciante...
Direi di sì: questa disposizione farebbe rientrare dalla finestra quel reato di
mendicità che era uscito dalla porta del nostro ordinamento penale con
l'abrogazione del 1999, ma in precedenza era già stato parzialmente cassato
dalla Corte Costituzionale.
In effetti, a occhio e croce, era una legge un tantino illiberale...
No, di più: era una delle norme più esemplificative della concezione fascista
del diritto penale, legato alla criminalizzazione di modi di essere e stili di
vita piuttosto che di fatti lesivi di beni giuridici degni di tutela.
E quando l'approverebbero, questo capolavoro?
Domani inizia la discussione del Decreto Sicurezza alla Camera... ...
e quando finisce non si sa...
Già. Sai cosa? Saltamartini e Piso scommettono in modo propagandistico sul
fastidio che i mendicanti producono all'occhio e alla pancia dei cittadini
comuni. Mi piacerebbe sapere cosa ne pensino di questa schifezza, e come
voteranno, quanti nel PDL si autoproclamano difensori dei valori cristiani.
Insomma, a quanto pare siamo alle solite...
Purtroppo sì. Questa maggioranza continua ad essere garantista con i potenti e
giustizialista con i pezzenti.
Di Fabrizio (del 05/12/2010 @ 09:58:46, in Italia, visitato 2078 volte)
Ricevo da Maria Gabriella De Luca
Catanzaro 12 dicembre ore 18.30
"Il caffè delle Arti" - Centro Polivalente per i Giovani - via Fontana
Vecchia
Proiezione del docufilm "Romnì tajsa - donne rom ieri e domani" verranno letti brani o poesie di scrittrici e poetesse romnì.
Il lavoro di "Terra di Confine" va avanti in maniera sempre più spedita e si
arricchisce ogni giorno di nuove esperienze e di nuovi stimoli, tutti supportati
dalla convinzione che il superamento dei pregiudizi nei confronti del popolo rom
si potrà attuare solo attraverso una vera conoscenza della loro cultura.
L’associazione per festeggiare i 10 anni di vita, che cadono per l’esattezza
giorno 10 dicembre, organizza un momento di riflessione sulle romnì (le donne
rom), perché convinte che in condizioni di marginalità non solo economica ma
soprattutto culturale, sono le donne quelle che pagano il prezzo più alto.
Di Fabrizio (del 06/12/2010 @ 09:09:22, in Italia, visitato 1488 volte)
NTR24.tvLi
hanno offerti i sindaci di Fragneto Monforte, Paolisi e Cautano
Tre progetti per favorire l'inclusione sociale e culturale e per la
prevenzione sanitaria in favore dei rom. Domani (3 dicembre ndr), alle
ore 11, il prefetto di Napoli, Andrea De Martino, in qualità di commissario
delegato per l'emergenza degli insediamenti delle comunità nomadi, sottoscriverà
un accordo con il commissario del comitato provinciale della Cri e tre
sindaci sanniti per la concessione in comodato d'uso e la gestione di tre
poliambulatori mobili da utilizzare per prestazioni sanitarie in favore dei rom
nella provincia di Napoli. I camper, pluriattrezzati, verranno affidati, si
legge in una nota, a personale della Cri che, unitamente a medici specialistici
volontari, si recherà nei campi nomadi più disagiati dal punto di vista
sanitario per visitare in loco i rom, con benefici non solo in termini di
contrasto alle malattie ma anche di sviluppo di rapporti di fiducia con il
medico, essenziali per una corretta educazione sanitaria. Ad offrire i camper,
acquistati con un progetto del Pon Sicurezza ormai concluso, sono i sindaci di
Fragneto Monforte, Paolisi e Cautano; alla sottoscrizione prenderà parte il
prefetto di Benevento "che ha svolto un'importante opera di mediazione con i
sindaci del suo territorio". I camper saranno consegnati contestualmente alla
firma del contratto e verranno presentati in piazza del Plebiscito.
24/11/2010 -
Catherine Twigg
[Direttrice alla Comunicazione,
The European Roma
Rights Centre]: "In un insediamento romanì in Slovacchia, ad un ragazzo che
frequentava la scuola tradizionale era stata assegnata una piccola borsa di
studio per le sue capacità. Sognava crescendo di diventare un meccanico d'auto.
In seguito, per una disputa con un insegnante, venne messo in una classe
speciale per alunni con disabilità mentale, frequentata solo da bambini rom,
come misura punitiva. Nessuna valutazione psicologica precedette la
decisione e né lui né i suoi genitori furono informati o tantomeno venne loro
richiesto l'assenso per questa misura. Questa decisione influenzò la sua
carriera scolastica, le sue prospettive e le opportunità di accesso ad
un'occupazione dignitosa. La promozione finale dalla scuola speciale non gli
permise di frequentare la scuola tecnica per diventare meccanico. Dalle sue
stesse parole: -Loro [la scuola] mi hanno portato via il sogno. Mi hanno reso
stupido.-"
Disgraziatamente, questa è una storia comune in Europa. Il più alto tribunale
europeo sui diritti umani si è pronunciato tre volte su questo tema; ogni
giudizio espressamente condanna le pratiche discriminatorie nell'istruzione
contro i bambini rom. La natura e le giustificazioni della segregazione
differisce nei casi. Nel 2007 il Tribunale Europeo sui Diritti Umani ha emesso
una sentenza storica in
D.H. and Others
v. The Czech Republic, che equiparava il collocamento dei bambini romanì in
scuole speciali per alunni con disabilità mentali, alla discriminazione
illegale. L'anno successivo, in
Sampanis and Others v. Greece, la Corte ha ritenuto all'unanimità che ci
fosse stata una violazione dell'art. 14, in combinato disposto con l'art. 2 del
Protocollo n. 1 della Convenzione Europea sui Diritti Umani [.pdf],
ovvero il fallimento dello Stato nel garantire la scolarizzazione dei bambini
richiedenti e la loro susseguente collocazione in classi separate a causa della
loro origine rom. Più recentemente, in
Oršuš and Others v. Croatia,
la Camera Grande del Tribunale è andata oltre ed ha annullato una decisione
della Camera, dichiarando che le difficoltà linguistiche non possono essere
utilizzate come un pretesto per segregare i bambini romanì.
Nonostante questi progressi, rimangono la norma per molti bambini rom in
Europa problemi di segregazione, disuguaglianza e curriculum inferiori, e
l'attuazione di queste sentenze nei rispettivi paesi è stata praticamente
inesistente. Nella Repubblica Ceca continua il
monitoraggio rapido dei bambini rom in scuole speciali per alunni con lievi
disabilità mentali. Per esempio in alcune regioni gli studenti rom, oggi, hanno
27 volte più probabilità di essere piazzati in una scuola speciale rispetto ai
non-rom. In tribunale sono stati presentati nuovi casi contro la Grecia. Una
ricerca del 2010 di European Roma Rights Centre e Greek Helsinki Monitor
rivelava che in 21 delle 50 comunità visitate, i bambini rom non vanno del tutto
a scuola. Dove frequentano la scuola, sono spesso collocati in strutture
separate. In Croazia sono ancora segregati in base a fattori linguistici.
Ma le questioni della segregazione e dell'istruzione inferiore vanno oltre la
Repubblica Ceca, Grecia e Croazia. E' un problema esteso a tutto il continente.
Per esempio, secondo un sondaggio del 2009 in Slovacchia, almeno tre studenti su
quattro che frequentano scuole speciali per bambini con disabilità mentale sono
romanì; in tutto il paese, l'85% dei bambini nelle classi sono rom (Roma Education Fund, "School as
Ghetto," Budapest 2009, p. 23). In Ungheria, l'ERRC si è unito alla Fondazione
Chance For Children nel depositare casi nei tribunali nazionali riguardo bambini
romanì inseriti nelle scuole speciali in base a prove di valutazione viziate. A
febbraio 2010 l'Ufficio dell'Ombudsman macedone
ha
pubblicato un rapporto che conferma in diverse località la
sovrarappresentazione dei bambini romanì in scuole speciali per bambini con
disabilità mentale. Problemi simili di segregazione o di sovrarappresentazione
nelle scuole o nelle classi speciali esistono in
Serbia e Romania.
Nell'Unione Europea ed in diversi paesi candidati UE, pratiche persistenti
separano i bambini romanì dai non-rom. Che semplicemente non vengano iscritti,
siano posti in scuole o classi speciali per studenti con disabilità mentali, o
ancora segregati per presunte difficoltà linguistiche, i bambini romanì sono
segregati perché sono rom. Simili politiche e/o pratiche continuano a condannare
generazioni di Europei ad una vita di povertà, privati del diritto alla pari ed
inclusiva istruzione, lasciandoli con poche o nessuna possibilità di trovare
un'occupazione di qualità. Soprattutto, il fallimento dei governi nel cambiare
le loro pratiche e le loro politiche, nega a generazioni di Rom la possibilità
di perseguire i propri sogni.
Le opinioni espresse in JURIST's Hotline sono di esclusiva responsabilità dei
loro autori e non riflettono necessariamente le opinioni dei redattori di JURIST,
collaboratori, o dell'Università di Pittsburgh.
21/11/2010 - "Assimilazione" è un termine con una accezione negativa. Significa
che in una società NON si perdono completamente le proprie caratteristiche
culturali e il proprio stile di vita.
"Integrazione" è un termine usato soprattutto in relazione al processo di
adattamento delle minoranze e degli immigrati in Europa. Significa che una
minoranza si adatta ai principi portanti della società senza esserne assimilata.
E' un fatto che noi rom non siamo né assimilati né integrati nelle società
europee. In ogni caso pensiamo che nessuno debba pensare di poter assimilare
il nostro popolo. D'altro canto, non siamo nemmeno integrati in modo
soddisfacente nelle società nelle quali viviamo. Sentiamo sempre le autorità
parlare delle difficoltà di integrazione dei rom. Il problema del perché i rom
non siano assimilati è sempre stato affrontato dai media, dai bollettini delle
ONG e dai rapporti pubblicati dagli accademici.
****
La maggior parte di coloro che si domandano "Perché i rom non sono integrati?"
crede che i rom stessi non vogliano l'integrazione, anche se non lo hanno mai
affermato apertamente. Secondo loro, noi rom siamo contenti di vivere in
condizioni difficili. Nella serie di articoli che ci stiamo preparando a
pubblicare, vogliamo mostrare quanto questa convinzione (che i rom non vogliano
integrarsi), condivisa da troppe persone, sia errata.
E' un dato di fatto che i rom vogliano essere integrati in qualsiasi posto
vivano. Vogliamo vivere nelle stesse condizioni delle classi medie e alte, così
come i nostri antenati. Siamo cresciuti nella povertà e nella miseria. Non vi è
nulla a proposito della nostra volontà di essere integrati. I nostri lettori
vedranno che la questione principale è se le autorità delle società nelle quali
viviamo vogliano la nostra integrazione, dopo che avranno letto questa serie di
articoli. Per il momento parleremo soltanto delle questioni principali. A
partire dai prossimi articoli inizieremo la discussione sugli ostacoli che
incontrano i rom che vogliono essere integrati. Nell'ultimo degli articoli che
pubblicheremo, avremo alcune raccomandazioni per le autorità e per i
rappresentanti delle organizzazioni dei rom.
****
E' qui che stanno le domande che ci mostrano se i rom non possono essere
integrati nella società oppure se non lo desiderano. Diremo di più a proposito
di delle risposte a tali domande in questo articolo.
Per diverse centinaia (ndr: nell'originale è scritto migliaia, ma mi sembra
improbabile) di anni, la fonte principale di sussistenza per le persone che
costituivano la Nazione Universale dei rom, è stato il nomadismo commerciale. I
rom ottenevano prodotti alimentari da agricoltori stanziali e da pastori nomadi,
in cambio di prodotti del loro artigianato e della fornitura di servizi. Perché
i rom scelsero questo modo di sostentarsi che li forzava a elemosinare per un
tozzo di pane? (ndr: mi sembra in contraddizione con quanto appena sopra
detto) Perché non provvedevano da soli al proprio sostentamento attraverso
l'agricoltura o l'allevamento di bestiame? Era una scelta o una costrizione?
Cosa successe all'inizio, alle tribù che appartenevano alla Nazione Universale
dei rom, tentarono di coltivare terre o di allevare bestiame, come mezzo di
sopravvivenza nella loro storia successiva?Questa autonomia dei rom
venne osteggiata dai gagé, in qualche modo?
La popolazione rom affrontò un lungo periodo di crisi dopo l'industrializzazione
e perse i propri lavori tradizionali. I rom dovettero svolgere lavori che altri
non volevano fare, con scarsi guadagni e senza un'assicurazione sociale.
Quando questi lavori cominciarono a divenire più popolari, i non-rom iniziarono
a mostrare interesse per questi e da ciò nacque un conflitto. Tale conflitto,
nato in condizioni di pace, avrebbe potuto raggiungere un livello tale di
discriminazione, tanto da indurli a usare la violenza? I rom ritornarono a
svolgere lavori con paghe molto basse?
I rom furono ostacolati nello stabilirsi in zone centrali delle città e nelle
aree urbane, in determinati periodi storici? I gruppi rom che non potevano
stabilirsi nelle aree centrali delle città, dovettero spostarsi in zone desolate
e disagiate? I rom furono cacciati dalle città dopo che queste aree furono
bonificate ed il centro delle città si ingrandì?
Le risposte alle domande sopra ci mostreranno perché i rom non sono integrati
nelle società nelle quali vivono; perché non condividere le stesse condizioni di
vita con i gruppi che vivevano meglio? Lo scopo principale di questo articolo è
quello di mostrare a coloro che pensano che i rom siano i soli responsabili
della vita che fanno, che i rom NON sono i soli responsabili del disastro che
devono affrontare.
Anche se noi sappiamo che chi vuole capire i rom non ha bisogno di molte
spiegazioni...
Federazione Rom&Sinti Insieme
Associazione Upre Roma COMUNICATO STAMPA
L'arte unisce, il pregiudizio divide
Concerto conclusivo della campagna "DOSTA!" a Milano Giovedì 9 dicembre Auditorium San Fedele
Giovedì 9 dicembre alle ore 21 all'Auditorium San Fedele, in via Hoepli 3/b la
campagna "Dosta!" di Milano si conclude con il concerto organizzato dalla
Federazione Rom&Sinti insieme e l'Associazione UPRE ROMA in collaborazione con
la Fondazione Fabrizio De André e Radio Popolare.
La campagna "DOSTA!" ("basta" in lingua romanes) promossa dalla Comunità
europea è coordinata e finanziata dall'UNAR (Ufficio Nazionale
Antidiscriminazioni Razziali) in collaborazione con il Consiglio d'Europa e con
le principali federazioni rom e sinte per promuovere in Italia una maggiore
conoscenza della cultura dei Rom e dei Sinti, la più grande minoranza etnica
d'Europa, e per sconfiggere con la conoscenza gli stereotipi che hanno sempre
accompagnato questo popolo.
Il concerto si aprirà con un omaggio a Django Reinhardt, in occasione
del centenario della sua nascita. Il grande musicista manouche che influenzò la
musica jazz con le sue composizioni e il suo grande virtuosismo verrà celebrato
dalla Delirium Jazz Band.
A seguire artisti rom incroceranno le loro voci e i loro strumenti con
artisti gagi, creando originali ed insolite band promiscue: Tonino Carotone e la Banda del villaggio solidale
i Perturbazione e il maestro George Moldoveanu e il suo violino
la Banda Osiris e i Muzikanti di Balval, con il maestro Jovica
Jovic alla fisarmonica e le danze di Melissa Mattiussi.
Nel corso del concerto si alterneranno immagini e testi con Dijana
Pavlovic, Alessio Lega e ospiti a sorpresa
La serata sarà condotto da Davide Facchini di Radio Popolare.
In questa occasione la Federazione Rom&Sinti insieme e l'associazione UPRE
ROMA ringraziano la Fondazione Culturale San Fedele, la Casa della Cultura, la
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, la Fondazione Fabrizio De André per il
contributo e il sostegno dato a tutta la campagna milanese.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
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