Rom e Sinti da tutto il mondo

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Richiediamo chiarezza. Di Rom si parla poco e male, anche quando il tema delle notizie non è "apertamente" razzista o pietista, le notizie sono piene di errori sui nomi e sulle località

La redazione
-

\\ Mahalla : VAI : Kumpanija (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 06/11/2005 @ 15:55:38, in Kumpanija, visitato 2280 volte)

Mittwoch, 2. November 2005
VADIAN.NET, St.Gallen

I Nomadi: Rom, Sinti e Jenische - Berna: Col termine Nomadi si intendono dal Medio Evo quanti non siano popoli stanziali. I principali gruppi nomadici oggi in Europa sono i Rom, i Sinti e gli Jenisch. Da tempo vengono comunemente denominati "Zingari".

I Rom sono migrati dal V secolo dall'India. In Europa vivono oggi tra gli 8 e i 10 milioni di Rom. Parlano una lingua comune, il romani o romanes. Comunità a loro apparentate sono i "Sinti", i "Manusch" o in Spagna i "Gitanos". Nel tardo Medio Evo appaiono in  Europa altri gruppi erranti, di lingua differente. Il gruppo principale è quello degli Jenisch.. In Europa ve ne sono circa 100.000, in Svizzera, Germania e Austria. Sono chiamati anche "Zingari bianchi" o, nella Svizzera interna "Fecker".

Parlano lo jenisch, una lingua che si basa sulla grammatica tedesca e contiene parole tratte dallo jiddisch, dal romanes e persino dall'antico gaelico.

Nomadi in Svizzera - In Svizzera vivono secondo  l'Ufficio Federale per la Cultura circa 30.000 Nomadi, la maggior parte sono Jenisch. La maggior parte è diventata stanziale, tra i 3.000 e i 5.000 mantengono uno stile di vita semi-nomade (risiedono in case durante l'inverno e si spostano in estate). Circa 2.500 sino "di fatto nomadi attivi". Gli stati nazionali moderni, è dal XIX secolo, che perseguono l'assimilazione dei Nomadi alle comunità stanziali. Gli Jenisch vennero inglobati nei Cantoni dal 1850, a seguito dell'istituzione dello stato federale, come riportano gli atlanti di storia. Tra il 1926 e il 1973 oltre 600 bambini Jenisch vennero tolti ai loro genitori dalla "Associazione Caritatevole per i Bambini di Strada" Pro-Juventute, e rinchiusi in orfanotrofi o cliniche psichiatriche. Durante la II guerra mondiale, testimonia la Commissione Cantonale, i Nomadi vennero sottoposti  discriminazioni e limitazioni anche in Svizzera.

Gruppi autosufficienti: Nel 1975, gli Jenisch si sono uniti nella cooperativa "Ruota della Strada". Assieme ad altri gruppi chiedono un risarcimento per i torti subiti in passato e sostengono i loro diritti attuali. Anche la fondazione federale "Avvenire per i Nomadi Svizzeri" dal 1997 rivendica un miglioramento delle condizioni degli Jenisch. Gli Kenisch, a differenza degli altri gruppi linguistici, non sono riconosciti dalla Costituzione federale. La loro condizione giuridica varia a seconda delle legge cantonali, anche se gli accordi ONU sulla protezione delle minoranze, sottoscritti dalla Svizzera, assicurano loro una certa protezione in tutta la federazione. Sono invece riconosciuti come gruppo autonomo dal 1975 nel cantone di Berna.

 
Di Fabrizio (del 09/11/2005 @ 03:21:37, in Kumpanija, visitato 2180 volte)
Qui sotto trovate una notizia molto triste giunta da George Wilson, che annuncia la morte dell'amico e collega Charles Smith.

Di seguito anche l'annuncio della Press Association e commenti di Trevor Philips e Thomas Acton.

Spero che la conferenza di Londra del 15/11/2005 voglia recare un doveroso contributo alla memoria di Charlie

Andrew Ryder - romanistan@yahoo.com
The Gypsy and Traveller Law Reform Coalition


Cari amici,

E' con grande tristezza che debbo informarvi che Charlie ha definitivamente perso la sua battaglia per la vita questa mattina alle 2.00 AM.

Naturalmente vi terrò informati sulla data dei funerali. E nel contempo ringrazio quanti hanno inviato messaggi di condoglianze.

Vi chiedo cortesemente di informare quanti inavvertitamente posso aver dimenticato.

Grazie da parte mia e, naturalmente da parte di Charles

George

l'immagine è tratta dal sito della BBC

Charles Smith
MUORE UN ATTIVISTA DEI DIRITTI DI NOMADI E VIAGGIANTI

By Caroline Gammell, PA Deputy Chief Reporter

Veniamo oggi a conoscenza che è mancato un attivista che aveva difeso per oltre tre decadi i diritti di Nomadi e Viaggianti.

Charles Smith, è stato il primo commissario Zingaro nella Commissione per l'Uguaglianza Razziale (CRE) e presidente del Gypsy council. Si era fatto conoscere per le sue battaglie per i diritti delle comunità dei Nomadi e Viaggianti.

Aveva 49 anni, è morto la notte scorsa nella sua casa di Thundersley, nell'Essex, dopo una battaglia decennale contro il cancro.

Trevor Phillips, presidente del CRE, ha detto: "Sin dal suo ingresso come commissario nel CRE dell'aprile 2004, il suo contributo e la sua visione in tutte le sfere del nostro lavoro è stata incalcolabile".

"In particolare, ha ricongiunto il CRE con le comunità di Nomadi e Viaggianti"

"Ci mancherà sicuramente e i nostri pensieri in questi tristi momenti vanno a George, alla sua famiglia e ai suoi amici".

E' morto oggi Charlie Smith, Presidente del Gypsy Council, [...] Figlio di un sarto famoso tra i Romanichal per i suo abiti di foggia zingaresca e che aveva sposato una Zingara. 

Charlie crebbe in una comunità stanziale nel Southend, patì la discriminazione razziale a scuola, che lasciò per darsi agli affari. Sviluppò un fiorente commercio di antichità, vendendo manufatti in avorio della Cina nelle fiere, cosa che lo rese famoso e rispettato nelle altre comunità nel mondo.

Nei primi anni '80 si unì al Gypsy Council , dopo che mi aveva chiesto di indagare sui libri che parlassero del suo popolo. Partecipò a due riunioni senza aprire bocca, e alla fine estrasse dalla tasca una manciata di fatture: sul retro aveva scritto a matita la sua autobiografia. Parte di quel lavoro fu pubblicato in "TRAVELLER EDUCATION as "S! elling China at Stow Fair".

In seguito pubblicò due volumi di poesie, presidente del Gypsy Council, sindaco (Laburista) di Castle Point e commissario nella  Commissione per l'Uguaglianza Razziale.

Affrontò poi negli ultimi anni la malattia con grande coraggio, proseguendo il suo lavoro sino alla fine, nonostante le interruzioni dovute alla chemioterapia.

My deari Duvvel, who jins sor mushes' meriben, to muk lesti to sutti shukarly 'dre His tan opre!
Thomas Acton

08/11/05 - http://groups.yahoo.com/group/British_Roma
 
Di Fabrizio (del 19/11/2005 @ 22:04:34, in Kumpanija, visitato 2127 volte)
da Ahmed_Alhasanya-Almezayen-Al-Nawar-Rom-Dom via Romanian Roma

Gli Zingari Europei si definiscono Rom e la loro lingua romanès o romanì. La comunità che arrivò nel Medio Oriente rimase fedele al proprio nome originario dell'India: Dom (uomo). Oggi sono di religione musulmana e di lingua araba.
[...]
Alcuni Rom sono reimmigrati in Medio Oriente, specialmente in Egitto, e si sono mescolati agli altri Dom, creando un nuovo ceppo misto egiaziano-europeo.
Spero che i Rom in Europa e nel Nuovo Mondo non dimentichino i loro parenti in Medio Oriente e quelli dell'Asia Centrale, conosciuti come Lom, e che assieme si possano restabilire relazioni con la nostra origine indiana.

Ahmed Rom-Dom
 
Di Fabrizio (del 25/11/2005 @ 08:02:41, in Kumpanija, visitato 1879 volte)
da Mundo_Gitano
Gitanos! Romale!
Ho creato una pagina web sulle personalità internazionali Gitane o di origine gitana:
http://www.imninalu.net/famousgypsies.htm
Se ne conoscete altre, fatemelo sapere:

Devlesa,
Avraham Sándor
 
Di Fabrizio (del 28/11/2005 @ 10:12:03, in Kumpanija, visitato 2107 volte)
Si è tenuta lo scorso mercoledì 23 novembre un'udienza pubblica sulla condizione delle donne Rom in Europa. [...]

L'iniziativa è stata organizzata in vista del rapporto che la deputata Lívia Járóka (EPP-ED, HU) presenterà a maggio 2006. Il rapporto affronterà temi scottanti come la segregazione scolastica, l'accesso ai servizi sanitari, la posizione marginale delle donne Rom nel mercato del lavoro, l'esclusione sociale, l'antiziganismo basato sul pregiudizio la sterilizzazione forzata e le diverse forme di discriminazione, con l'intento che "Tutte le istituzioni diano priorità alle donne Rom nelle loro agende".

  • Anna Záborská (EPP-ED, SK), presidente della Commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere, afferma: "Dopo l'allargamento a dieci nuovi Stati Membri, i Rom sono diventati la minoranza più numerosa nell'Unione Europea".
  • Zita Gurmai (PSE, HU): "Dobbiamo contrastare senza indugi il gap esistente".
  • Karin Resetarits (ALDE, AT): "Occorre una grande campagna specifica".

Luisella Pavan-Woolfe, della Commissione Europea, ha sottolineato l'importante ruolo dell'EU nel completare gli sforzi compiuti ai vari livelli locali, regionali e nazionali.

Miranda Vuolasranta (Consiglio d'Europa) ha chiesto una discussione urgente da parte del Comitato. Ha citato come esempio un caso accaduto in Romania: una bambina Rom di 10 anni è morta durante un incendio. L'opinione pubblica si è limitata ad accusare la madre (che è di etnia non Rom) di scarsa attenzione. "Se la situazione fosse stata invertita, avremmo avuto un pogrom anti Rom".

Herta Toth (Open Society Institute, HU) ha ricordato che nel suo paese il 40% Rom il ha perso il lavoro dopo la caduta del comunismo e che l'integrazione fosse allora sicuramente migliore. Ha poi notato che la maggior parte delle ricerche non tengono conto della differenza di genere e che mancano quasi completamente i dati sulle donne Rom. "Il problema è che questo popolo è invisibile, assente dall'agenda e dai programmi dello stato".

Molti tra gli intervenuti hanno sottolineato la doppia discriminazione: etnica e di genere. E la necessità e l'urgenza di misure che affrontino questo tema.

Contatti:
Martina IOVCHEVA
Press Room
Tel. : +32 2 28 40764

Lena KRAFT
Press Room
Tel. : +32 2 28 43 411

e-mail : femm-press@europarl.eu.int

 
Di Fabrizio (del 01/12/2005 @ 04:20:09, in Kumpanija, visitato 2456 volte)

PRIMER CONGRESO DEL PUEBLO ROM (GITANO) DE LAS AMÉRICAS

San Luis de Potosi- Mexico - Noviembre 22, 23, 24 y 25 de 2005

DICHIARAZIONE DEL POPOLO ROM (GITANO) DELLE AMERICHE

Le sottoscritte organizzazioni e kumpaniyi Rom, riunite a San Luis Potosí (Messico) dal 22 al 25 novembre 2005, dichiarano quanto segue:

  • Distinte kumpaniyi e gruppi familiari Rom vivono in vari paesi delle Americhe sin dall'epoca coloniale e questo rende fondante la nostra presenza come popolo, anche come preesistente alla formazione di molte delle attuali Repubbliche.
  • Che collettivamente il popolo Rom non è di recente arrivo o comunque alieno o straniero, ma vanta una lunga storia e presenza in quasi tutti i paesi del continente americano.
  • Che abbiamo fornito un apporto incommensurabile e mai riconosciuto dalla società gadyi (non Rom) ai processi di formazione nazionale dei distinti paesi del continente.
  • Che mai il popolo Rom ha preteso di dominare altri popoli o di imporre la propria cultura, contrariamente si è sempre caratterizzato per il rispetto della diversità e della pluralità.
  • Che la popolazione Rom nelle Americhe oltrepassa la cifra di tre milioni di persone, ma a fronte di questa significativa presenza demografica, vive sommerso in un'invisibilità obbligata.
  • Che attraverso la storia, tanto di ieri come di oggi, il nostro popolo è stato la vittima privilegiata di pratiche e procedure razziste, discriminatorie, xenofobe ed intolleranti, che hanno portato gli altri popoli e culture a considerarci con i peggiori e appellativi.
  • Che riferendosi alla diversità dei popoli e delle culture del continente americano, sistematicamente si omette e cala il silenzio sull'esistenza del popolo Rom.
  • Che siamo un popolo millenario, con storia, tradizioni e idioma nostri propri, quindi nel pieno diritto all'esercizio dell'autodeterminazione.
  • Che rifiutiamo la qualifica di "minoranza etnica", in quanto pur garantendoci alcuni strumenti internazionali, non rispecchia la nostra situazione di popolo in situazione di dominazione.
  • Che richiediamo e rivendichiamo per il Popolo Rom il riconoscimento pieno ed integrale dei diritti collettivi, reiteratamente negati ed infranti, e

per quanto il nostro popolo non si identifichi nel cammino della civiltà che sfocia in un progetto statuale definito, ciò non deve essere d'impedimento ad essere appropriatamente rappresentati nelle istanze internazionali e nel sistema delle Nazioni Unite.

In merito a quanto su esposto, come organizzazioni e kumpaniyi Rom delle Americhe esprimiamo il nostro fermo impegno militante a lavorare attivamente sui seguenti principi:

RICHIESTE:

  1. Che gli Stati e i Governi delle Americhe riconoscano il diritto all'autodeterminazione del Popolo Rom.
  2. Che gli Stati e i Governi del continente riconoscano, promuovano e garantiscano i diritti collettivi del Popolo Rom.
  3. Difendere, recuperare e valorizzare la storia e le tradizioni etniche e culturali del nostro popolo, come anche proteggere i diritti patrimoniali e/o il patrimonio culturale e intellettuale del Popolo Rom.
  4. Evitare qualsiasi forma di discriminazione negativa, di razzismo, di xenofobia, di intolleranza e di esclusione verso il Popolo Rom.
  5. Promuovere e difendere di fronte alla società gadye le conoscenze e i saperi tradizionali del Popolo Rom, al pari dei suoi valori etnici e culturali.
  6. Che gli Stati e i Governi delle Americhe applichino rigorosamente le norme giuridiche internazionali che in tutte le forme proteggono i diritti del Popolo Rom.
  7. Lottare per l'ampliamento degli spazi di autonomia e autogoverno del Popolo Rom, mirando al riconoscimento delle sue proprie autorità e validando l'esistenza e il campo d'intervento della giurisdizione speciale o Kriss.
  8. Favorire l'apertura dei necessari spazi interculturali per garantire lo sviluppo autonomo dell'opzione civilizzante propria del Popolo Rom nelle Americhe.
  9. Che gli Stati e i Governi del continente americano consultino in maniera adeguata il Popolo Rom, tramite le sue organizzazioni rappresentative, prima di elaborare Piani di Sviluppo, specialmente per quanto riguarda vita, cultura, identità, necessità fondamentali, e perché si approntino le misure necessarie al pieno sviluppo delle sue istituzioni, cultura, autonomia e scolarizzazione.
  10. Che gli Stati e i Governi regionali garantiscano appropriati programmi di educazione bilingue ed interculturale, come anche l'accesso dei giovani e delle donne alla scolarizzazione media e superiore, in condizioni favorevoli e che venga garantita la loro permanenza.
  11. Che gli Stati e i Governi delle Americhe sviluppino modelli alternativi di attenzione alla salute per il Popolo Rom, che garantiscano un accesso adeguato ai servizi della salute, che dovranno essere opportuni, compatibili, autosostenibili, efficaci, efficienti, mantenere la qualità e l'igiene, le cui azioni si orientino a rafforzare la promozione, prevenzione, trattamento e riabilitazione della salute.
  12. Agire di modo che i piani e programmi statali per la salute tengano conto delle diverse conoscenze, pratiche e usi diagnostici e di trattamento del Popolo Rom.
  13. Che gli Stati e i Governi promuovano e garantiscano la sicurezza alimentare e il miglioramento sostanziale della qualità di vita del Popolo Rom.
  14. Che gli Stati e i Governi garantiscano la libera autoconsultazione del Popolo Rom, attraverso le sue proprie autorità e istituzioni rappresentative, ogni volta che si prevedano progetti di sviluppo, soluzioni legislative o amministrative che lo riguardi direttamente.
  15. Che il Popolo Rom abbia un approccio paritario, permanente ed appropriato ai media di comunicazione sociale di massa.
  16. Che i rappresentanti del Popolo Rom abbiano accesso alle diverse istanze di partecipazione create dalle istituzioni governative e dai poteri pubblici.
  17. Contribuire alla creazione e al consolidamento delle istituzioni e istanze che permettano al Popolo Rom di progredire nel processo di riconoscimento dei suoi diritti collettivi.
  18. Accelerare i meccanismi e le istanze necessarie a stabilire contatti, relazioni ed interscambi fluidi e permanenti tra i Rom nelle Americhe e il resto della comunità Rom internazionale.
  19. Garantire che le forme di vita nomade ed itineranti, mantenute da molti gruppi familiari Rom nelle Americhe, continuino ad essere praticabili nel tempo, quindi che gli Stati e i Governi approntino luoghi speciali atti all'accampamento e e norme che facilitino il libero transito attraverso le frontiere continentali ed internazionali.
  20. Che gli Stati e i Governi della regione riconoscano lo status di asilanti ai membri del Popolo Rom che per ragioni politiche, sociali, culturali, etniche, religiose, siano rifugiati o immigrati nel continente americano, e che siano predisposti piani politici, programmi ed azioni adeguate.

In ragione di queste legittime richieste:

RICHIEDIAMO ALLE NAZIONI UNITE - ONU, CHE:

  1. Si dia inizio a un ampio e profondo processo di democratizzazione di tutta la struttura delle Nazioni Unite, perché le sue istanze più significative non vengano controllate da un numero ridotto degli Stati più potenti, che nella maggiora parte dei casi assumono decisioni controverse e senza il consenso della comunità internazionale.
  2. Vengono progettate istanze, meccanismi e procedimenti che rendano possibile la partecipazione del Popolo Rom al sistema delle Nazioni Unite, in condizione di eguaglianza con gli altri Stati. Come primo passo proponiamo un "Foro Permanente per il Popolo Rom", che ai livelli più alti possibile, con una composizione mista e ampio mandato includa i diritti civili, politici, economici, sociali, culturali, ambientali, sanitari, educativi, linguistici, di genere, di sviluppo, prevenzione dei conflitti... ecc., faciliti il dialogo tra gli Stati membri, il Popolo Rom e le agenzie e le organizzazioni specializzate sui temi e interessi che riguardano direttamente il nostro popolo.
  3. Inizi un processo di partecipazione ampia e paritetica dei delegati del nostro popolo, perché venga redatta, discussa ed approvata una "Dichiarazione delle Nazioni Unite per i Diritti del Popolo Rom", che sia uno strumento internazionale che garantisca, con standards accettabili, tutti i diritti del nostro popolo.
  4. Venga riconosciuto dall'ONU e dagli Stati Membri il giorno 8 aprile come "Giornata Internazionale del Popolo Rom", a memoria del "Primo Congresso della Unione Romani Internazionale" tenutosi a Londra tra il 7 e il 9 aprile, che segnò l'inizio del movimento associativo odierno del nostro popolo.
  5. Come parte delle riunioni e attività preparatorie alla "Conferenza Mondiale Contro il Razzismo, la Discriminazione Razziale, la Xenofobia e Altre Forme di Intolleranza", l'Ufficio dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani, propizi e faciliti un "Incontro Continentale del Popolo Rom delle Americhe", in cui si possano unificare criteri, costruire consensi e disegnare strategie a partire dalle distinte realtà del nostro popolo che si presentano nel continente.
  6. Che termini l'occultamento del Popolo Rom delle Americhe nei differenti processi ed istanze del sistema delle Nazioni Unite, e viceversa che venga coinvolto attivamente nelle riflessioni e discussioni sui temi che direttamente o indirettamente lo riguardano.

ALL'ORGANIZZAZIONE DEGLI STATI AMERICANI - OSA:

  1. La costituzione di un'istanza permanente che incorpori l'esistenza del Popolo Rom delle Americhe e mantenga relazioni su basi egualitarie col nostro popolo.

  2. Un coinvolgimento attivo del Popolo Rom delle Americhe in tutto il processo riguardante la riflessione e discussione del "Progetto della Dichiarazione InterAmericana dei Diritti dei Popoli Indigeni", come anche che le disposizioni legali contenute nell'art. 1 di detta Dichiarazione , siano estese al Popolo Rom, per le sue condizioni di popolazione tribale.

  3. Tramite un'adeguata partecipazione del Popolo Rom, si realizzi uno studio esaustivo sulla situazione attuale in materia di diritti umani, civili e collettivi.

AGLI STATI E AI GOVERNI DELLE AMERICHE:

  1. Pieno riconoscimento della nostra esistenza come popolo e garanzia di esercitare i nostri diritti collettivi e civili. Causa la sua proiezione transnazionale e l'ampia mobilità geografica, il Popolo Rom dev'essere riconosciuto esplicitamente dai Governi e dagli Stati del continente, come popolo pienamente americano per tradizioni e presenza storica.

  2. Che si approntino, previo nostro libero e fondamentale consenso, strumenti legali e normativi che garantiscano i nostri diritti collettivi e civili, come pure l'integrità etnica e culturale.

  3. Ratifica del Convenuto 169/1989 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro "Sui Popoli Indigeni e Tribali nei Paesi Indipendenti" e applicazione estensiva delle sue disposizioni legali al nostro popolo.

  4. Garanzia di ampia ed adeguata partecipazione dei delegati del Popolo Rom alle iniziative che saranno predisposte (riunioni mondiali, regionali e continentali) a seguito della "Conferenza Mondiale Contro il Razzismo, la Discriminazione Razziale, la Xenofobia e Altre Forme di Intolleranza".

  5. Accoglienza solidale ai rifugiati Rom, fuggendo da persecuzioni e guerre, approdino sul continente americano in cerca di sicurezza e garanzie per rifarsi una vita.

ALLE ORGANIZZAZIONI NON-GOVERNATIVE E ALLE AGENZIE DI COOPERAZIONE:

  1. Nei propri progetti e programmi d'azione e intervento, tengano conto delle necessità e problematiche attuali del Popolo Rom delle Americhe.

  2. Si impegnino assieme alle organizzazioni Rom delle Americhe ad appoggiare con ricorsi tecnici e finanziari, le iniziative e progetti volti a concretizzare le principali richieste del nostro popolo.

AI POPOLI INDIGENI E AFRODISCENDENTI, COME PURE AGLI ALTRI POPOLI TRADIZIONALI CHE SI SONO STABILITI NEL CONTINENTE:

  1. Appoggio solidale e fraterno delle aspirazioni, richieste e rivendicazioni del nostro popolo, sul cammino per uscire dall'invisibilità in cui è stato sommerso e per il riconoscimento pieno ed integrale di tutti i suoi diritti collettivi.

  2. Azioni di mutua e reciproca conoscenza e "scoperta" perché il Popolo Rom delle Americhe sia riconosciuto come popolo, che non è nativo o originario di queste terre, ma la cui antica presenza e traiettoria ha portato a condividere strutturalmente gli stessi problemi che affrontano i Popoli Indigeni e afrodiscendenti.

  3. Riconoscimento del Popolo Rom come attore sociale nelle Americhe, che dalla sua invisibilità intende uscire per l'edificazione di una società diversa, pluralista e inclusiva, più democratica, libera e giusta.

  4. Il Popolo Rom da grande valore alle domande e rivendicazioni elaborate dai Popoli Indigeni e afrodiscendenti, come dagli altri popoli tradizionali che vivono nel continente, così come riconosce i sentieri da loro aperti e che oggi stiamo percorrendo. Per questo, il Popolo Rom si ritiene in qualche modo l'erede del lavoro organizzativo dispiegato da questi popoli e pertanto lo fa proprio.

Infine, alle organizzazioni presenti a Questo Congresso e kumpaniyi Rom delle Americhe del "Consiglio delle Organizzazioni e Kumpaniyi Rom delle Americhe", che tengono come missione fondamentale:

  1. Contribuire in modo decisivo a dar visibilità al Popolo Rom delle Americhe, come al riconoscimento dei suoi diritti collettivi.

  2. Consolidare maggiormente il movimento associativo del nostro popolo nel continente e in tutto il mondo, portando il processo di visibilità nel contesto della comunità internazionale.

  3. Consolidare organicamente e potenziare politicamente il Processo Organizzativo del Popolo Rom come organizzazione rappresentativa del nostro popolo in questo Continente.

  4. Ottenere la discussione sulla situazione attuale delle relazioni tra gli Stati e il Popolo Rom.

  5. Condividere esperienze con le organizzazioni Rom delle Americhe, per avanzare nel consolidamento delle istanze di coordinamento del nostro popolo.

  6. Dotare il Popolo Rom delle Americhe di una sede internazionale e creare il suo statuto.

En constancia se firma en San Luis Potosí (Mexico) a los 25 días del mes de noviembre de 2005 por los delegados de las organizaciones y kumpania Rom de las Américas presentes:

Shona Paramush, LOLO DIKLO (EE.UU)
Ana Dalila Gomez, PROCESO ORGANIZATIVO DEL PUEBLO ROM (GITANO) DE COLOMBIA, PROROM
Mario Ines Torres, WESTERN CANADIAN ROMANI ALLIANCE, WCRA
Alexandre Flores, PROCESO ORGANIZATIVO DEL PUEBLO ROM (GITANO) DE BRASIL, PROROM-BRASIL
Lorenzo Armendariz, LATCHO DROM, MEXICO


JUANCARLOS GAMBOA MARTÍNEZ
Móvil: (57-1) 315-2255905
Dirección Electrónica: juancarlosgamboamartínez@yahoo.es

"Se non faremo l'impossibile, dovremo affrontare l'inconcepibile".

 
Di Fabrizio (del 08/12/2005 @ 17:25:39, in Kumpanija, visitato 1681 volte)
Un album su Flickr, con le foto degli antenati in Punjab e in Rajastan.
Qui invece, raccolte di immagini da tutto il mondo.
 
Di Fabrizio (del 14/12/2005 @ 09:45:27, in Kumpanija, visitato 1872 volte)
Credo che lei si chiami Erica mc Donald. Non so se sia una fotografa professionista, o una fotoblogger come ce ne sono tante. I suo i ritratti però sono vivi, spiritosi, partecipi. Con gli sguardi in macchina che ci parlano.
 
Di Fabrizio (del 22/12/2005 @ 11:54:43, in Kumpanija, visitato 1852 volte)
Carissimi
Avrei alcune questioni per i Leaders delle Comunità Rom in Europa e nel Nuovo Mondo (USA & Canada ecc.)

1- Perché ignorino i loro Fratelli e Sorelle nel Medio Oriente?

2- Perché non ho trovato niente sulla condizione dei Dom-Rom in nessuna conferenza internazionale su i Rom? O solo pochissime righe? (alcune informazioni QUI ndr)

3- Perché i Rom d'Europa e del Nuovo Mondo (come USA & Canada) non fanno tentativi di contattare i Dom-Rom del Medio Oriente e trasferire le loro esperienze? So che i Dom-Rom nel Medio Oriente non sono organizzati, solo un paio di loro potrebbero realmente cooperare, ma questo perché nessumno li prende per mano e mostra loro come si fa. I Rom-Dom in diversi anni hanno accumulato grandi esperienze e hanno il Dovere di aiutare i loro fratelli, come fecero gli Ebrei d'Occidente con quelli d'Oriente.

I Rom-Dom di Europa e del Nuovo Mondo devono mobilitarsi il più in fretta possibile per aiutare i Dom-Rom del Medio Oriente, perché soffrono delle medesime persecuzioni [...] con la differenza che per loro la soluzione per sfuggirne è assimilarsi alle tradizioni arabe, cose che hanno fatto per generazioni. Credetemi, in Egitto c'è stato un Primo Ministro di origine Dom-Rom, e per quanto fosse stato anche un leader della lotta d'indipendenza contro la Gran Bretagna, lui, come del resto altri Dom-Rom intellettuali ed agiati, tra cui proprietari terrieri, scrittori e giudici, hanno sempre fatto di tutto per nascondere o misconoscere la loro origine.

Quindi il problema in Medio Oriente differisce da quello euuropeo: qui le migliori generazioni vengono totalmente assimilate e perdono la loro identità, diventano Arabi di successo; soltanto quelli più poveri e meno istruiti rivendicano la loro appartenenza ai Dom-Rom. Ultimamente, anche quelli di noi meno istruiti si qualificano come "Alti-Egiziani", perché il loro aspetto e la loro parlata differisce sostanzialmente dagli Egiziani del nord. Oppure si identificano come discendenti degli antichi Egizi, per spiegare come mai differiscano nei costumi e nei volti dagli Arabi.

Mi aspetto che vi adoperiate realmente per salvare l'identità dei vostri fratelli Dom-Rom, proma che il loro patrimonio culturale si dissolva nell'arabità e perda ogni importanza.

Ahmed Almezayen
human right activist, and jurnalist.
Bucuresti - Romania.

Quando nella lettera precedente ho scritto sui Dom-Rom del Medio Oriente, non l'ho fatto perché volevo aiuto personale e neanche perché cercassi informazioni, dato che io arrivo da lì e conosco bene la mia comunità.
Volevo spingervi all'azione, perché anche noi avessimo una voce, come in Europa. Voglio che ii Dom-Rom abbiano illoro posto nelle nostre organizzazioni internazionali. Questo il mio scopo e la mia speranza, per questo vi scrivo.

In Efgitto non esiste un'associazione Dom-Rom guidata da uno di loro, soltanto poche associazioni caritatevoli che dipendono da qualche chiesa: nessuna organizzazione culturale, o dei Diritti Umani o Unione presieduta da Dom-Rom, c'è una grande differenza dall'essere condotti da un Arabo o da un bianco.

Mi sono documentato sugli sforzi di Amoun Sleem a Gerusalemme (lei è Dom-Rom come me), purtroppo anche se (secondo alcune stime) in Egitto ci sarebbero più di un milione di Dom-Rom, la più estesa comunità del Medio Oriente, non abbiamo nessuna organizzazione.

Io spero di sentire in futuro la loro voce, e che siano fieri di ciò che sono, aiutarli a mantenerte la loro cultura e battersi per i loro diritti, senza dissolversi nella comunità araba. E non voglio che ci sia chi parla a nome loro, sia questo Europeo, Americano o Arabo.

[...]

Questo al momento sarà possibile solo con l'impegno dei leaders, delle organizzazioni e delle comunità Rom nel mondo, che espandano il loro ombrello anche a noi.

Grazie
Ahmed
 
Di Fabrizio (del 22/12/2005 @ 22:49:46, in Kumpanija, visitato 1817 volte)
Due segnalazioni da Tommaso Vitale:

Quaderni di Sociologia (36/2004): numero dedicato all'inserimento dei rom nella scuola.

N. 36/2004 anno XLVIII
I rom nella scuola italiana
resistenze, reinterpretazioni, successi
Sommario
  • Leonardo Piasere, Presentazione
  • Carlotta Saletti Salza, Non c'è proprio niente da ridere. Sulle strategie di gestione del quotidiano scolastico di alcuni alunni rom
  • Stefania Menchinelli, Il rapporto di una comunità di Rom kalderasha con la scuola
  • Stefania Pontrandolfo, Alla ricerca dei Rom di Melfi: i rom immaginati e l'archivio scolastico
  • Alessandro Vittorio Sorani, Gli insegnanti degli alunni rom e sinti. Un'indagine nazionale

The Sociological Review
Volume 53 Page 691 - November 2005
doi:10.1111/j.1467-954X.2005.00591.x
Volume 53 Issue 4

Giustizia Zingara opposta alla Legge Gagioreske: Interrelazioni delle Differenze

Judith Okely

Abstract

Risuonando degli echi di Frankenberg, questo articolo esplora il ruolo di straniero individuale/outsider. L'individuo o il sistema non-Zingaro (Gorgio) viene spesso chiamato a decidere sulle dispute di Nomadi-Zingari, anche se raramente assume un ruolo familiarmente benigno, come nello studio di Frankenberg. Il sistema "esterno", rappresentando secoli di sedentarizzazione e persecuzione razziale, può portare anche alla manipolazione. Mentre i giudizi orali rappresentano il sistema non scritto degli Zingari come isolato da potenziali evoluzioni, i rari studi sulla risoluzione dei conflitti tra gli Zingari hanno attirato l'attenzione di altre discipline, perché toccano questioni inerenti i controlli alternativi e la cooperazione locale nelle società post-industriali.

Più che focalizzarsi su confronto e contrasto, l'articolo dimostra le interrelazioni tra le differenze con l'enfasi posta sulle agenzie e le istituzioni come risorsa per il rafforzamento legislativo.. Questo materiale etnografico non emerge da sperdute ex-colonie, ma dal centri dell'Impero Britannico. Nomadi e Viaggianti godono anche di una relativa indipendenza, tale da gestire i conflitti al loro interno. Sinora materiale così dettagliato era considerato una testimonianza del passato. Può diventare rilevante.

http://www.blackwell-synergy.com/doi/abs/10.1111/j.1467-954X.2005.00591.x

(se qualcuno non può accedere, puoi chiedermi l'articolo in allegato)

un saluto cordiale

Tommaso Vitale
http://homepage.mac.com/tommaso.vitale/

Dipartimento di Sociologia e della Ricerca Sociale - Università di Milano Bicocca

via Bicocca degli Arcimboldi, 8 - 20126 Milano
 
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