Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ricevo da Marta Pistocchi
Serata di muzike balcaniche e gypsy
MUZIKANTI di BALVAL
a La Casa 139 VIA RIPAMONTI 139 Milano (mappa)
venerdì 30 ottobre 2009 alle ore 22.00
ritmi dispari, melodie zingare, danze sensuali
Jovica Jovic Balval: fisarmonica superstar
Marta Pistocchi: violino
Camilla Barbarito: voce
Christopher Martinez: chitarra
Giorgio Bonfanti: contrabbasso
Alessio Russo: cajon, darbouka
MUZIKANTI Violino, fisarmonica, voce, chitarra, contrabbasso, batteria Una
piccola orkestra balcanica, eterogenea, multiforme ed in continua evoluzione,
che raccoglie in sé musicisti di diverse origini e bagagli culturali di lontane
provenienze. Fonte d’ispirazione primaria del loro genere è la musica Rom,
espressione artistica di un popolo che sa riunire in una voce sola i diversi
caratteri dell’Europa balcanica. I Muzikanti sono la realizzazione di un
autentico incontro di culture, che si esprime in un linguaggio musicale
originale, fantasioso, libero, vitale. Ritmi incalzanti, intervalli
orientaleggianti e virtuosismi si alternano a melodie struggenti dal potere
evocativo, in una combinazione di esotismo ed energia che emoziona ogni tipo di
pubblico. Per carattere nomade e spirito libero amano le esibizioni a stretto
contatto col pubblico, e sanno animare manifestazioni ed occasioni di festa.
Hanno viaggiato in Italia e all'estero, si sono esibiti in numerosi festival di
artisti di strada; svolgono regolare attività concertistica in locali pubblici,
circoli culturali, centri sociali. Hanno collaborato con il gruppo teatrale
“Poetica” insieme al quale hanno scritto e realizzato uno spettacolo sul tema
del commercio equo & solidale, dal titolo “Caffè Corretto”, già presentato in
diverse città italiane. Di particolare interesse ricordiamo la partecipazione al
festival Cento popoli un mondo alla Cascina Monluè, la Notte Bianca 2006 di
Bergamo, la mostra d'arte-concerto Dintorni Rhom a Rho, il capodanno serbo 2007
allo Cheval di Milano e la collaborazione con l'attrice rom Dijana Pavlovic
insieme alla quale hanno realizzato lo spettacolo Rom Cabaret.
www.myspace.com/muzikanti
www.sanarecords.it
www.lacasa139.com
Di Fabrizio (del 28/10/2009 @ 17:29:18, in Europa, visitato 2084 volte)
Da
Czech_Roma
Praga, 23.10.2009, 18:06
La Corte Costituzionale ha rigettato il ricorso compilato da Helena
Ferenčíková, la donna rom che aveva accusato l'ospedale di Vítkov di averla
sterilizzata contro la sua volontà, vicenda che si era conclusa con le pubbliche
scuse ma senza alcun indennizzo finanziario. Un tribunale aveva giudicato il suo
diritto ad un indennizzo come soggetto ad uno statuto di limitazioni che era
scaduto. ČTK riporta che ora la Corte Costituzionale ha sostenuto questo
verdetto. Nel 2005 il primo caso era stato portato in tribunale da una donna rom
sterilizzata senza il suo assenso.
Sia il Tribunale Regionale di Ostrava che l'Alta Corte di Olomouc avevano
entrambe stabilito che i dottori avevano commesso un atto illegale con la
sterilizzazione senza consenso esplicito della signora Ferenčíková, cheall'epoca
aveva 19 anni. Le loro azioni violavano tanto la sua integrità fisica che la sua
privacy. Però i tribunali avevano aggiunto che il diritto ad un indennizzo
finanziario è soggetto ad uno statuto triennale di limitazioni, scaduto
nell'ottobre 2004. Il ricorso della Ferenčíková era stato presentato al
Tribunale Regionale solo nel 2005.
Nel reclamo costituzionale, l'avvocato di Ferenčíková ha sottolineato la
gravità della violazione dei diritti umani che ne consegue, reclamando che
"l'applicazione dello statuto generale delle limitazioni ha privato la
querelante della protezione dei suoi diritti fondamentali e della dignità". Il
reclamo dimostra che c'è stata violazione delle buone morali nel negare un
indennizzo con la scusa che lo statuto delle limitazioni era scaduto. L'avvocato
ha anche ricordato che col tempo, i verdetti riguardanti queste limitazioni si
erano volti ad una maggiore flessibilità.
Però i giudici hanno trovato senza sostanza le obiezioni di Ferenčíková. "La
Corte Costituzionale trova che i tribunali giudicanti hanno deciso sul caso
correttamente, spassionatamente ed in pieno accordo con la legge," riporta
Justice Vlasta Formánková nella motivazione della decisione. Justice
Formánková ha anche notato che nel 2008 le variazioni dei precedenti verdetti
riguardanti casi simili, sono state unificate dalla Camera Grande della Corte
Suprema, perché fossero rimesse in linea con la precedente decisione nel caso Ferenčíková.
I dottori sterilizzarono Ferenčíková alla nascita del suo secondogenito.
Obiettarono di aver agito nel suo interesse, dato che si trattava del suo
secondo parte cesareo. L'ospedale replica anche che lei concordò con
l'operazione, fu istruita sul suo significato e porta a testimonianza la sua
firma sulla documentazione. Ma Ferenčíková risponde che causa il parto in
corso, non capì esattamente cosa le stavano facendo firmare. Non voleva essere
sterilizzata, ma voleva avere altri bambini.
Gli attivisti dei diritti umani dicono che dozzine di donne rom sono state
sterilizzate in circostanze simili nella regione di Ostrava. Il problema iniziò
ad essere discusso nella Repubblica all'inizio dell'autunno 2004, quando l'European
Roma Rights Center pubblicò i propri sospetti sulle sterilizzazioni forzate. A
marzo di quest'anno la Corte Costituzionale aveva rigettato anche il ricorso
compilato da un'altra vittima rom di trattamenti simili, Iveta
Červeňáková, [...]
Secondo gli attivisti dei diritti umani, il caso più recente di una donna rom
sterilizzata contro la sua volontà nella Repubblica Ceca è successo nel 2007.
Quest'anno, Michael Kocáb, Ministro per i Diritti Umani e per le Minoranze, ha
portato la questione all'attenzione del gabinetto Fischer, dicendo che doveva
essere riaperto il fascicolo delle sterilizzazioni non volute delle donne rom.
ROMEA, ČTK, translated by Gwendolyn Albert
Di Sucar Drom (del 29/10/2009 @ 09:02:00, in blog, visitato 1805 volte)
Merano (BZ), il sogno delle micro-aree
Sinti, convivenza e prospettive della realtà dei “nomadi” sul nostro territorio:
protesta Unitalia per i camper a Sinigo, si lamenta Minniti del Pdl, iniziano la
raccolta firme al Rione Maria Assunta perchè il “campo” sotto la Mebo venga
spostato e smantellato. E nel coro si inseriscono anche loro, gli «zin...
Bolzano, sfregiata per la seconda volta la targa in ricordo dei Sinti vittime
del nazifascismo
Che cosa si può dire di questo secondo oltraggio da parte di persone senza
pudore e cuore, dopo questo secondo gesto io come sinto non so che cosa dire e
pensare, siamo nel 2009 quasi nel 2010 e ci sono ancora persone che commettono
simile bassezze. Non cre...
Tirana, Ticket to Rom
È una distesa di rifiuti in un grande campo, sul quale si notano baracche
costruite con assi e teloni. Qualche magra mucca pascola in questa zona. Le
persone invece ci vivono, a volte per qualche giorno, a volte per qualche mese.
Si presenta così il “campo rom” dietro alla stazione di Tirana. Non si sa quanti
abitanti abbia: non esiste un censimento dei rom, men...
Mestre (VE), il prefetto "accontenta" la Lega, le case dei Sinti saranno
ampliate
Chissà come la prenderanno quelli del Comitato contro il villaggio di via
Vallenari. Son lì da una vita a dire che loro non sono razzisti, che non
vogliono il ghetto, che le casette di 38 metri quadri di via Vallenari sono
troppo piccole e non rispettano le norme urbanistiche e ch...
Napoli, la scuola impossibile per i bambini rom
«Entro l´estate del 2010 la maggior parte degli interventi previsti dal piano
per l´emergenza rom, sarà realizzata o in fase di realizzazione avanzata».
Questa la promessa del prefetto Alessandro Pansa, commissario straordinario per
l´emergenza...
Facebook, consigli per il Ministro Maroni
Il Viminale usa giustamente la mano dura contro la pagina di facebook che
inneggia all’uccisione del Premier Silvio Berlusconi. Maroni ha dichiarato: “C'è
una massima attenzione delle forze dell'ordine che deriva da questi fatti”. E ha
aggiunto: "Non credo che in nessun Paese del mondo qualcuno possa scrivere su un
sito 'uccidiamo il premier'”...
Venezia, indagati i quattro leghisti che hanno picchiato due immigrati dopo il
raduno nazionale della Lega Nord
Qualcosa si muove… Ieri la Polizia ha eseguito quattro perquisizioni domiciliari
nei confronti dei presunti responsabili del pestaggio di due camerieri immigrati
del ristorante veneziano "La Bricola", episodio avvenuto in concomitanza del
raduno nazionale della Lega Nord dello scorso13 ...
Bari, nevo drom
Si svolgerà a Bari nei giorni 29, 30 e 31 ottobre, presso il Fortino di S.
Antonio, il Convegno Nazionale “Nevo Drom: la Nuova Strada ” , promosso dalla
Coop. Soc. Progetto Città in collaborazione con la Coop. Artezian (composta da
lavoratori resi...
Birkenau, studenti romani a contatto con l'orrore
Hanno gli occhi sgranati sull'orrore, sui resti delle camera a gas del campo di
sterminio di Birkenau i 243 studenti romani giunti ieri in Polonia per il
'viaggio nella memoria' organizzato dal Comune e d...
Roma, arrestato lo zio che abusava del nipote tredicenne
Ha abusato del nipotino tredicenne nel parcheggio coperto di un centro
commerciale nella periferia sud della Capitale: sesso in cambio di denaro. La
squallida vicenda è avvenuta sotto gli occhi attoniti ...
Lecce, arrestato con l'accusa di abusi sessuali su bambini
La Procura di Lecce ha concluso le indagini preliminari a carico di Bruno
Damiano De Blasi (in foto), il 62enne di Campi Salentina attualmente detenuto
nel carcere di Foggia con l’accusa di aver abusato in più circostanze di alcuni
minorenni d...
Venezia, Gentilini condannato per istigazione all'odio razziale
Almeno, per tre anni ci saranno risparmiati i comizi razzisti del leghista
Giancarlo Gentilini, vicesindaco di Treviso. E’ stato condannato dal Tribunale
di Venezia per aver usato «parole troppo forti» contro gli immigrati, contro la
possibilità ...
Gentilini condannato, le prime reazioni politiche
«La condanna di Gentilini per istigazione al razzismo dovrebbe far riflettere
quanti nel Pdl si ostinano a ritenere indissolubile il legame con la Lega Nord.
Ricordo che l'ex sindaco e attualmente vicesindaco di Treviso è stato, da molti
suoi colleghi di partito, considerato un esem...
Venezia, è scontro tra Comune e Provincia sull'habitat delle famiglie sinte
«Potremmo ricorrere all'uso di generatori elettrici per aprire il villaggio
sinti, ma si tratta di una soluzione estrema a cui non vorremmo ricorrere».
Aprire il villaggio di via Vallen...
Mantova, maniFESTAzione: no al pacchetto INsicurezza
Trento, il futuro di un popolo antico
Vicenza, Sucar Drom contro la Procura della Repubblica sul caso dei divieti di
sosta ai "nomadi"
L’avvocato Enrico Varali, a nome di Sucar Drom, Opera Nomadi di Vicenza e delle
signore Adriana Levacovigh e Nicoletta Caris, ha presentato opposizione al gip
del Tribunale di Vicenza dopo la decisione del pm Marco Peraro che h...
Macska, la Principessa, era apprezzata anche da grandi artisti.
Nella foto, viene abbracciata dal M° George Moldoveanu, violinista di grande qualità, già dirigente d’uno dei più importanti complessi di musica popolare in Romania, l’Ansamblu Maria Tănase.
L’apprezzamento, in occasione del Natale 2004, era stato reciproco.
Anzi, generosamente, la Principessa, vincendo la naturale ritrosia e superando istintivamente d’un balzo ogni cerimoniale (Moldoveanu è nobile solo in quanto violinista), aveva preso l’iniziativa di saltare in braccio al Maestro.
Tra Principi, talvolta, ci s’intende. E, in quel caso, questo avvenne.
Quanto allo strumento, lei sapeva eseguire degli accordi, davanti ai quali lo stesso Moldoveanu, come si vede, era rimasto senza parole.
E senza strumento.
George Moldoveanu, che in patria dirigeva una famosa orchestra, con tournées eccetera, in Italia, dove ora è tornato, suona sul tram, spero raccogliendo più di Bell.
Gli amici si tengono nel cuore al caldo, e così ho pensato che forse sarebbe possibile attraverso Mahalla pubblicare un suo breve curriculum (scaricabile QUI), invitando quanti ne hanno l’occasione o la possibilità a promuoverlo.
n° di tel. 02 48 40 91 14, con segreteria, su cui lasciare un messaggio
Ernesto Rossi
Di Fabrizio (del 30/10/2009 @ 09:09:09, in Italia, visitato 2055 volte)
mercoledì 4 novembre 2009 dalle 17.00 - Aula Magna Facoltà di
Scienze Politiche, Viale S. Ignazio 78
CAGLIARI
Organizzatore: Sucania Bottega del Commercio Equo e Solidale
Gianfranco Bottazzi, docente di Sociologia Economica e Silvia Niccolai, docente
di Diritto Pubblico presentano il volume curato da Gianni Loy, docente di
Diritto del Lavoro e Roberto Cherchi, Ricercatore di Diritto Costituzionale.
La pubblicazione è stata realizzata con la collaborazione di Sucania Onlus e
Fondazione Anna Ruggiu.
Nell'ultimo anno è esplosa, in Italia, una vera e propria "questione Rom". Nel
passato ha riguardato prevalentemente aspetti socio-culturali, a volte causa di
conflitto con le popolazioni indigene che non gradiscono la vicinanza degli
insediamenti di Rom e Sinti.
A partire dal 2008, il fenomeno ha assunto particolari caratteri, per
l'approvazione di una vera e propria legislazione speciale per questa categoria
di persone, spesso cittadini italiani, ai quali, in luogo del diritto comune, si
applicano norme del tutto peculiari in materia di residenza e di controlli, con
la possibilità di sottoporre anche i minori a forme di identificazione mediante
il rilascio di impronte digitali. Diverse amministrazioni, infine, negano ai Rom
l'accesso ai servizi e ai benefici previsti per tutti i cittadini.
Il volume traccia un quadro d'insieme del fenomeno, a partire dai presupposti
culturali, e approfondisce, sul piano dei diritti, la posizione di Rom e Sinti
in riferimento alla Costituizone italiana e alla copiosa normativa comunitaria
volta a proteggere questa etnia.
Gli autori sono in prevalenza ricercatori che collaborano con università
italiane, alcuni di etnia rom, a dimostrazione che anche in Italia questo popolo
incomincia a riflettere sulla propria storia e sulle proprie condizioni di vita.
L'appuntamento su Facebook
Di Fabrizio (del 30/10/2009 @ 09:11:58, in Europa, visitato 1986 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Il Centro Arte Rom riunisce artisti per promuovere la cultura e l'arte rom.
Tutti gli interessati possono spedire il loro CV, segnalare le loro pagine web o
mandare cataloghi con le loro opere.
E' un invito a tutti i pittori rom di tutto il mondo e specialmente ai Rom di
Europa. Unitevi al nostro progetto e mostrate il lato positivo dei Rom.
Grazie,
Roma Art Center
Mr. Kasum Cana
10000 Zagreb, Avenija.Marina Drzica 4.
Republic of Croatia
Tel/Fax: 00385 1 6008 612
Mob: 00385 91 253 71 54
E-mail: romacana@yahoo.com
Di Fabrizio (del 31/10/2009 @ 09:46:59, in Italia, visitato 2562 volte)
Invitiamo tutti a partecipare a questi interessanti incontri con il poeta
Paul Polansky, in particolare domenica 1 novembre alle ore 16.00 alla Scola
Jungla in Via Cupa Perillo, campo rom, sede della nostra associazione.
Vi aspettiamo
Programma:
Domenica 1 novembre
ore 12.00
Il poeta Polansky incontra la comunità rom di Scampia
Pranzo conviviale al "bar " di Nino in Via Cupa Perillo - Scampia, Napoli
ore 16.00
Incontro pubblico alla Scola Jungla, sede dell'associazione chi rom e...chi no
in Via Cupa Perillo
Scampia, Napoli.
Reading di poesie
a seguire proiezioni video che raccontano l'esperienza dell'ass. sul quartiere:
A metà - Dal cemento - Quarto Piano
Degustazione di torte e pasticcini
L'incontro è organizzato dal Comitato con i rom
Lunedì 2 novembre
ore 16,30
Biblioteca Nazionale di Napoli
Sala di lettura sezione Venezuelana
Incontro con Paul Polansky
con l'autore
Mauro Giancaspro
(Direttore Biblioteca Nazionale di Napoli)
Sergio Iagulli
(Direttore Casa della poesia)
Gordon Poole
(Docente di Letteratura americana all'Università L'Orientale di Napoli)
Collaborano:
Lucia Marinelli e Maria Massimo
ore 21,30
Canto Libre
Via S. Giovanni Maggiore Pignatelli, 35
Napoli
Reading di Paul Polansky
con i musicisti.
Massimo Mollo, Ferdinando Gandolfi, Gianluca Mercurio, Andrea Sensale
http://chiromechino.blogspot.com/
Di Fabrizio (del 31/10/2009 @ 09:54:17, in media, visitato 2559 volte)
Firenze: una madre denuncia un tentativo di rapimento del figlio di tre anni.
I carabinieri arrestano due rom nel parcheggio di un supermercato. Nelle pagine
locali dei quotidiani non compare l’arte del dubbio né la minima menzione della
leggenda dei "rom che rapiscono i bambini".
Siamo costretti, ogni volta, a ricominciare da zero. Due successivi lanci
d’agenzia Ansa del 28 ottobre riportano quanto segue:
ROM AFFERRA BIMBO PERCHÉ MADRE NEGA SOLDI, TEMUTO SEQUESTRO
(ANSA) – FIRENZE, 28 OTT – Ha negato più volte l’elemosina a due rom nel
posteggio di un supermercato, finché uno di loro ha afferrato per un braccio il
suo bambino di tre anni seduto nel carrello della spesa: sono queste le
circostanze in cui una donna ha temuto il sequestro del figlioletto oggi, all’Ipercoop
di Lastra a Signa (Firenze), denunciando il fatto ai carabinieri.
Terrorizzata, la madre ha allontanato con decisione il rom per liberare il
bambino e, presa con sé anche l’altra bimba di un anno che al momento era dentro
l’auto, è scappata dentro il centro commerciale. Qui ha chiesto aiuto a una
guardia giurata, dicendo che le volevano rapire il figlio. L’episodio, molto
concitato, è avvenuto verso mezzogiorno.
I due rom hanno 16 e 33 anni e sono stati arrestati dai carabinieri per
tentativo di sequestro di persona. Sembra che da tempo avvicinassero i clienti
del supermercato per chiedere elemosina e anche oggi hanno fatto lo stesso. I
due hanno agito mentre la donna si affaccendava tra l’auto e il carrello per
sistemare i bambini. L’hanno circondata, le hanno chiesto insistentemente denaro
e la donna glielo ha negato più volte. Poi, ad un certo punto, il rom più
giovane avrebbe preso per un braccio il bimbo, forse per tirarlo giù dal
seggiolino. Per la madre glielo voleva portare via. (ANSA).
ROM AFFERRA BIMBO PERCHÉ MADRE NEGA SOLDI, TEMUTO SEQUESTRO (2)
(ANSA) – FIRENZE, 28 OTT – Secondo quanto appreso successivamente, la madre,
molto spaventata, è rimasta a lungo dentro il supermercato accanto alla guardia
giurata, dicendo che non sarebbe uscita se qualcuno degli addetti non avesse
scortato lei e i bambini fino all’auto. La donna temeva tantissimo di incontrare
ancora i due Rom.
Intanto, una pattuglia dei carabinieri ha rintracciato i due nel piazzale dell’Ipercoop
e li ha fermati per l’identificazione. Successivamente alla denuncia della madre
sono scattati gli arresti. La posizione del sedicenne è al vaglio della procura
presso il tribunale dei minorenni. Inoltre risulta che il rom di 33 anni era già
stato denunciato dai carabinieri per aver disturbato altre volte i clienti del
supermercato nel posteggio. (ANSA).
In termini simili riprendono la notizia i giornali locali. Ad esempio, Il
Corriere fiorentino la ripete quasi alla lettera, intitolando Rom afferra il
braccio del bambino La madre teme il sequestro: arrestato. La Nazione sceglie
"Due zingari nel parcheggio volevano rapire mio figlio" e mette la notizia sia
nella prima pagina nazionale sia nelle locandine all’esterno delle edicole. Il
Nuovo Corriere titola: Rifiuta l’elemosina a due rom nel parcheggio Coop –
Afferrano il bimbo di tre anni sul carrello, arrestati. L’Unità mette solo una
breve con questo titolo: Rom afferra bimbo – La madre denuncia – "Voleva
rapirlo" – Finisce in manette
La Repubblica, edizione di Firenze, non si accontenta, e titola:
La madre nega i soldi cercano di rubare il bimbo
http://firenze.repubblica.it/dettaglio/Nega-elemosina-a-rom-cercano-di-rubarle-il-bimbo/1763325
Il resto dell’articolo dipende in tutto dal testo dell’agenzia, e il titolo
rimane del tutto ingiustificato.
Era dal maggio 2008, ai tempi del rogo di Ponticelli, che non leggevamo un
titolo così irresponsabile. In quel mese ci furono tre presunti casi di
rapimento: oltre a quello campano, uno a Catania e uno a Serradifalco. Tutti
tipologicamente affini ai casi smontati nella preziosa ricerca di Sabrina Tosi
Cambini "La zingara rapitrice. Racconti, denunce, sentenze (1986-2007), CISU
editore, 2008. Da allora, su "La Repubblica" si è parlato del presunto rapimento
di bambini da parte di rom, soprattutto negli editoriali del grande storico
Adriano Prosperi, volti a denunciare prima il caso di pogrom avvenuto a
Ponticelli, e poi il clima crescente di intolleranza, favorito da comportamenti
e titoli di questo genere. Eppure non mancavano, secondo gli esperti, i segnali
per evitare di cadere in questi comportamenti. Su un sito molto frequentato da
giornalisti, uno di loro scriveva in quei giorni:
"Se doveste sequestrare un bimbo per i vostri turpi scopi, andreste a prelevarlo
tra la folla di un centro commerciale cercando di sfilarlo alla mamma che fa la
spesa? Certo che no.
A maggior ragione se foste veri professionisti del rapimento di bambini come la
maligna tradizione popolare considera gli zingari.
Eppure, senza un battito di ciglia, senza il minimo dubbio, nei circuiti
dell’informazione è in pieno fermento la notizia di due Rom arrestati a Catania
per aver tentato di rapire una bambina dal carrello della spesa.
(…). Un normale esempio di come l’informazione possa reagire a determinati
stimoli con riflessi di trionfante emotività e ignoranza. Una sorta di schiavitù
(e non certo di rispetto) nei confronti del lettore.
Cosa infatti preferireste sentirvi dire? Che gli zingari rapiscono i bambini o
che questa è una volgare credenza popolare senza fondamento? La versione della
credenza popolare dura a morire è più faticosa da digerire, esige una qualche
riflessione, impone domande critiche e dubbi, è, insomma terribilmente più
fastidiosa. Meglio crederci" (Luigi Irdi, Con un buon aspirapolvere conquisterai
il Paese, in
http://www.ilbarbieredellasera.com , maggio 2008).
E pochi mesi più tardi un giornalista spagnolo così descriveva il clima in cui
era maturata la frottola del ratto di Ponticelli: "Angelica V. (…) ha avuto la
sfortuna di trovarsi a Napoli quando il governo Berlusconi ha inaugurato al sua
politica del pugno di ferro. Il presidente del consiglio aveva appena nominato
come Ministro dell’Interno Roberto Maroni, della Lega Nord, il cui obiettivo
dichiarato era restituire le strade agli italiani e ristabilire un senso di
sicurezza. Maroni aveva le idee chiare e un solo nemico in mente. Non la
camorra, la ‘ndrangheta o Cosa nostra. Ma i rom" (Miguel Mora, Reportaje:
xenofobia en Italia. Condenada a ser condenada, in «El País», 1 febbraio 2009).
Non è la prima volta che "Repubblica" parla un doppio linguaggio, quello in
prima pagina di e per persone intelligenti, e quello, nelle pagine di cronaca
soprattutto locale (ma non solo: ci sono gli spazi di Corrado Augias e qualche
incursione dello spiritoso Michele Serra), in cui le più improbabili leggende
metropolitane vengono riusate come titoli per un lettore, evidentemente ritenuto
disponibile a ogni infamia. E anche in altre occasioni la mancanza di
professionalità ha avuto la meglio su qualsiasi deontologia. Ricordiamo bene
come, nelle prime ore successive al delitto di Novi Ligure, mentre alcuni
cronisti meno stupidi esprimevabo cautela, l’inviato de "LA REPUBBLICA" si
inventava che " …. altri testimoni avrebbero confermato che si tratta di banditi
di origine slava" (M.Preve, La Repubblica , giovedì 22 febbraio 2001).
La cosa divertente è che probabilmente fra qualche mese, confidando nella scarsa
memoria dei lettori, il redattore di "Repubblica" ci spiegherà che loro, non ci
hanno mai creduto nella storia della zingara rapitrice. L’ha fatto, a proposito
della presunta rapitrice di Ponticelli, un giornalista del "Corriere", Marco
Imarisio, sostenendo tre cose verosimili e attendibili ma in contrasto con il
comportamento dei suoi colleghi della "grande stampa": (a) "da subito gli
abitanti del quartiere che conoscono la famiglia della bambina" sostengono che
quella del tentato rapimento è "una bugia"; (b) i giornalisti accorsi sul posto
si rendono conto che "il ratto non è mai stato tale"; (c) passi per i
giornalisti, che "si sa", "esercitano il dubbio", "ma del fatto che nulla torni
in questa storia è convinta anche la polizia". Imarisio tace del tutto sul fatto
che tante testimonianze e convinzioni sono state accuratamente rimosse nella
quasi totalità dei quotidiani di quel 12 maggio 2008 e dei giorni successivi.
Quanto all’esercizio del dubbio, pare che in quell’occasione sia stato azzerato.
Cfr. M. Imarisio, I giorni della vergogna, L’Ancora del Mediterraneo, Napoli
2008, p.114. Del resto, Imarisio è lo stesso cronista che, sul delitto di Erba,
aveva scritto :"Castagna sa tutto, sa che l’unica spiegazione possibile per
quest’oscenità passa dalle compagnie e dai traffici di Azouz e dei suoi
fratelli" ( L’ ultimo regalo del padre: difendere l’ uomo di Raffaella, in
Corriere della Sera, 13 dicembre 2006.)
Giuseppe Faso
[Fonte: Giornalisti contro il razzismo]
http://www.giornalismi.info/mediarom/
Di Fabrizio (del 01/11/2009 @ 09:35:34, in Europa, visitato 1746 volte)
Da
Slovak_Roma (Continuo la traduzione della "saga" di Kristína Magdolenová.
Puntata precedente
QUI)
The Slovak Spectator 12 ottobre 2009 - by Kristína Magdalenová e Jarmila
Vaňová
DENISA Gáborová, assistente comunitaria per l'educazione medica, ha 35
anni e quattro bambini. Si è sposata a 17 [...]; ma dopo la nascita
dell'ultimo figlio è tornata a scuola, dove ha studiato e si è poi impiegata
come assistente medico.
Come ti sei sposata? Quando hai incontrato tuo marito?
Tra i Rom accade così: una famiglia arriva; chiedono se loro figlio può
uscire con me. I miei genitori erano d'accordo e io pure. Per un po' siamo
usciti assieme e poi ci siamo sposati.
L'avevi mai visto prima o era la prima volta che vi incontravate?
No, non l'avevo mai visto prima in vita mia. Ma con lui sono felice. Mi
ascolta e con lui ho tutto ciò che ho bisogno. E' istruito, lavora ed i nostri
bambini sono cresciuti bene.
E dov'era l'amore?
Al principio non c'era, mi piaceva soltanto. Più tardi ho iniziato ad amarlo.
Siete usciti assieme per molto tempo?
Sei mesi. Ero incinta di un mese e lui mi faceva ancora frequentare la
scuola. Così sono riuscita a terminarla, perché anche lui era istruito. Non mi
ha proibito di terminare gli studi. Lo ammiro per questo. Perché, sai, nella
nostra comunità se una Romnì lavora, tra gli altri Rom ci sono dei dubbi. E non
solo mio marito non mi ha fermato, ma mi ha supportato. E lo fa tuttora.
Ti sei sposata finendo in una famiglia che aveva valori differenti di
quelli di casa vostra. Per te, qual è stata la cosa più difficile?
Per me la parte più difficile era familiarizzare con i Rom dell'insediamento.
Non intendo la famiglia di mio marito, perché sono allo stesso livello; hanno
completato gli studi. Comunque, erano cresciuti tra i Rom, mentre io sin da
piccola sono cresciuta tra i non-Rom. Ho frequentato una scuola non-Rom, e mi ci
sono voluti dieci anni per prendere confidenza con la vita nell'insediamento.
Questo significa che tu venivi da un mondo differente e che tu, come donna
rom, dovevi prendere confidenza con i Rom?
Sì, nessun non-Rom aveva mai vissuto lì. Chiesi a mia madre: dove sono i
non-Rom? Dov'è il negozio? Dov'è la scuola? E lei rispose: non importa, ti
abituerai. Camminavi per un kilometro e trovavi il negozio e quando hai bambini,
andranno a scuola. Qui c'è una scuola rom, così i miei bambini vanno lì. Così
vivo la mia vita e sto crescendo i miei figli come i miei genitori mi hanno
cresciuta.
I Rom locali ti hanno ricevuto come una Romnì di tipo differente?
Mi ridevano dietro perché quando nacquero i miei figli gli insegnavo a
parlare come i non-Rom, e mi chiedevano cosa credevo di fare agendo come una
non-Rom. Ma col tempo si sono abituati a me. Il peggio è stato quando al termine
della maternità sono tornata a lavoro. Se la son presa con i miei bambini, li
hanno rimproverati che non mi prendevo cura di loro. E mio figlio mi ha detto:
"Mamma, sai cosa mi hanno detto? Che non ti prendi cura di me, che vai da
qualche altra parte." E' durato per circa due anni, finche i bambini non ci
hanno fatto il callo.
Nella comunità rom, la gente pensa che una moglie debba restare a casa,
cucinare, badare ai figli e al marito. Ed in una famiglia non-Rom, è l'opposto.
Se una donna non-Rom non lavora, è inferiore. Tra i Rom, la donna non può
lavorare, solo il marito.
Cosa dicevano di tutto ciò i tuoi suoceri?
Mio suocero era contento che lavorassi, ma mia suocera aveva dei dubbi.
Pensava dovessi stare a casa. Non ne era molta felice. Ma ora lo è.
Oggi vivete in una casa vostra e avete quattro bambini. Dove lavori?
Lavoro nell'ufficio regionale per la sanità pubblica, come assistente medica
comunitaria.
Come hai trovato questo lavoro?
Nel 2005 c'erano le assunzioni a Kecerovce. Sono andata lì e mi hanno
selezionato. Per un anno ho lavorato ad Europlus. Poi per quattro anni non
lavorai. Alla fine all'ufficio regionale hanno saputo di noi, che lavoravamo lì.
Ci siamo andati e ci hanno preso.
Hai preso parte a qualche tipo di corso, o anche se non avevi la
formazione adatta eri in grado di ottenere questo lavoro?
Avevo lavorato ad Europlus. Ho tre attestati da lì ed un corso di formazione
di tre mesi in servizi sanitari.
Come ti sei trovata durante il corso? Quando tu - Rom dell'insediamento -
eri tra tanta gente non-Rom ed istruita?
Quando ho sentito delle assunzioni, ho pensato:come dovrò vestirmi? Come
dovrò parlare? Ed ho detto: mi vestirò semplicemente. Quando mi chiederanno
qualcosa, risponderò loro. Questo mi diede forza: il fatto di essere passata e
che c'erano cinque di noi da un villaggio. Ed hanno scelto me.
Tu lavori come assistente sanitaria e vai negli insediamenti rom. Quello
che affronti è difficile da trattare?
E' abbastanza difficile. Recentemente siamo stati a Jasov a vaccinare i
bambini. Un sacco di bambini non erano vaccinati contro la tubercolosi.
Quando arrivi in un insediamento, parli con i Rom nella loro lingua?
Sì, in romanés. Non mi vergogno della mia lingua nativa.
I Rom ti danno fiducia?
Credono in me, ed è un bene che lì ci sia anche una non-Rom.
Perché?
Quando una donna non-Rom viene con me, il livello di rispetto è più alto. Ed
una non-Rom direbbe lo stesso: che è meglio quando una donna rom è con lei.
Tu studi nella stessa scuola di tua figlia...
Frequentiamo l'Accademia Privata Pedagogica e Sociale di Košice. Mia figlia
vuole fare la maestra d'asilo. Io sono al secondo anno e lei è al primo. Prima
studiava design, ma non le piaceva. E' coordinatrice nel progetto Stop.
Frequenta anche dei corsi di formazione e sono contenta che le piacciano.
Le altre ragazze rom cosa dicono di lei?
Dicono che non diventerà una brava ragazza, perché diventerà vecchia e non si
sposerà mai. Che non la prenderà nessuno, che va dietro agli uomini... In questo
insediamento ha sofferto abbastanza, ma io le dico sempre che basta ignorarle.
Una volta che inizierai a lavorare, allora vedranno. Così la appoggio.
A te come sta andando la scuola?
Sto cercando di fare quel che posso. Devo far convivere la casa, la scuola e
il lavoro.
Come ti va la vita? Ti sei sposata presto e hai avuto figli. Hai dovuto
arrangiare nuovi obblighi e vicini. Così, oggi a che punto sei? Sinora hai
ottenuto quel che volevi?
Sono successe alcune cose ed altre no. E' vero che mi sono sposata presto e
che sono andata a vivere con mia suocera. Erano cinque ragazzi in casa e lei era
l'unica donna. Nell'insediamento c'è un problema con l'acqua. E l'acqua è
importante. Noi eravamo quel tipo di Rom capaci di andare a prendere l'acqua,
così da potere pulire e lavarci. Mia suocera è severa, ma l'ammiro. Io per età
ero la seconda donna. Ci ha insegnato parecchio. Soprattutto: che dovevamo
prenderci cura dei nostri mariti.
Pensi che una donna non-Rom abbia una vita più facile di una donna rom?
No, è più dura. Perché deve studiare, lavorare e prendersi cura di tutto.
Ogni donna intervistata sinora ha detto che la vita di una donna rom è più
difficile di quella di una non-Rom. Perché tu pensi l'opposto?
Ho detto questo perché quando una donna non-Rom non lavora, è deficiente. Con
le donne rom, è all'opposto. Particolarmente negli insediamenti.
Qual è la situazione più bella in cui ti sei trovata che ricordi?
La prima volta che andai a Bidovce non avevo idea di come la gente vivesse
là. Parlammo col sindaco perché lì non avevano un pozzo. La prima visita, la
gente viveva tra mucchi di rifiuti, ma quando ritornammo la terza volta, ci fu
un grande cambiamento. Le case erano pulite, non c'erano più rifiuti.
Poi non ritornammo lì, per forse un sei mesi, ed ancora c'era una discarica a
cielo aperto. La gente ha bisogno di qualcuno che la controlli e la educhi.
Lo fanno soltanto se provano vergogna di fronte ad altri Rom?
Sì, anche questo. Solo che devono sentirsela dentro. Non per noi, ma per
loro. Continuando finché non capiscono.
Si è mai trovata in una situazione dove i tuoi parenti hanno tenuto in
molta considerazione quello che facevi? Erano orgogliosi di te?
Sì. Mio suocero ebbe un incidente. Cadde da alcuni gradini e si ruppe i
nervi. Andammo assieme al pronto soccorso. C'era una mia conoscente che lavorava
anche all'ufficio di sanità pubblica regionale. Mi disse ciao e mio marito e mio
suocero erano orgogliosi che quella gente mi conoscesse, mi salutasse e mi
stimasse.
Se tu ora potessi, cosa vorresti cambiare nella tua vita? Cosa avresti
fatto in modo differente?
Completare la scuola e andare all'università. Il mio sogno. Sto pensando di
scrivere un libro sulla mia vita. Vorrei aiutare i Rom se potessi. Se ne avessi
l'opportunità. Così non vorrei ci fossero scuole per soli-Rom. Perché questo
crea differenze tra i bambini sin da piccoli.
Ma qui ci sono molte donne come te, che sanno cosa vogliono dalla vita?
Sì. Tre su una comunità di 700 membri.
Pensi che se le donne rom fossero più attive, cambierebbe qualcosa
nella comunità rom?
Sì. E questo è qualcosa che vorrei cambiare.
Se qualcuno ti chiedesse di entrare in politica... cosa diresti?
Lo farei.
A livello regionale o più grande?
Nella grande politica. Non vorrei essere un sindaco, [...] Qui c'è moltissima
invidia.
Se le donne rom si avvicinassero alla politica, cosa avrebbero da dire ai
nostri rappresentanti politici o membri del Parlamento Europeo?
Negli insediamenti bisogna fare qualcosa riguardo la disoccupazione.
Pensi che dipenda da loro o dai Rom? Cosa di dovrebbe fare?
Beh, come si faceva sotto il totalitarismo. Allora le cose erano migliori per
i Rom. Un Rom che non lavorava era punito. Ed ora quando un Rom va a cercare
lavoro, non lo prendono. Conosco anche dei Rom che vogliono lavorare e che hanno
studiato, e quando la gente li vede, non vogliono impiegarli. Questo dovrebbe
cambiare.
Come va, ad esempio, con la modernità della comunità? A casa vivete una vita
moderna?
Sì.
Come ti vesti a casa?
Mi piacevano un paio di pantaloni, per esempio, e mia mamma mi comprò il
materiale per cucirli. I vestiti li faccio da me. O mia mamma va ad Ostrava a
comperarli.
E a casa di tua suocera?
Non potevo indossare niente di corto o di elasticizzato.
E' ancora così?
Sì.
Significa che qui una donna non può esporsi?
No, non può. Nemmeno un costume da bagno è considerato appropriato qui.
E invece le ragazze? Almeno d'estate si scoprono?
Mia figlia lo fa. E' giovane. Esce vestita leggera. Le donne anziane buttano
sempre un occhio a come sono vestite le giovani, ma loro non ci badano.
Quindi si mantiene il vestirsi come fatto culturale?
Sì.
Quali tradizioni culturali o tradizioni rom si mantengono nella tua famiglia?
Che una ragazza deve essere onorata se non è sposata.
E la lingua rom?
Parliamo sia lo slovacco che il romanés.
Avete qualche tradizione per Natale?
Io resto a casa, ma altri membri della famiglia vengono in visita. Dico a mio
marito: andrà come voglio io. Tutti saranno a casa per la cena della vigilia e
nessuno uscirà da casa. Questa è la mia tradizione.
Tuo marito ha mai fatto storie?
All'inizio l'ha fatto. Andava dai suoi genitori e mi lasciava sola a casa. Non
mi arrabbiavo mai con lui. Poi ha capito che non era giusto.
Così le donne hanno ottenuto dei diritti nella vostra famiglia?
Siamo donne terribilmente orgogliose. E siamo grandi martiri; possiamo sostenere
qualsiasi cosa. Tutti hanno sofferto di qualcosa nella vita. Ma noi siamo anche
capaci di dimenticare.
Questo significa che le donne nella tua famiglia soffrono perché corrono
dietro agli obiettivi della loro vita?
Sì. Sanno cosa vogliono dalla vita.
Le interviste con le donne rom sono parte di un progetto della Roma Press Agency
e saranno pubblicate in un prossimo libro.
Di Fabrizio (del 02/11/2009 @ 08:54:48, in Italia, visitato 1621 volte)
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