Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

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\\ Mahalla : VAI : musica e parole (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 09/05/2010 @ 09:51:24, in musica e parole, visitato 1605 volte)

DOMENICA 16 MAGGIO DALLE 18,00:
PRESSO LA SALA CIVICA COMUNALE A GARBATOLA DI NERVIANO (MI)

Proiezione del film-documentario Opera Gagia (del regista Antonio Bocola)

Intervento di Maurizio Pagani (Opera Nomadi Milano, associazione promotrice della partecipazione diretta di Rom e Sinti nel confronto con le istituzioni per la tutela dei loro diritti )

A seguire Aperitivo con Buffet e concerto di musiche balcaniche.

Iniziativa organizzata dal Collettivo Oltre il Ponte in collaborazione con
Convergenza delle Culture Milano.

Cosa sappiamo noi "gagè", di questo popolo dopo cinque secoli di convivenza?
L’ 8 Aprile era la Giornata Mondiale del popolo Rom qualcuno se n’è accorto?

Il primo passo verso un "Integrazione senza assimilazione" è la conoscenza reciproca, per combattere stereotipi e pregiudizi, che scopriremo essere clamorosamente falsi.
Diffidiamo dai media che contribuiscono a creare, con un’informazione distorta, la convinzione che la maggior parte dei rom in Italia siano rumeni e vivano nei campi, troppo spesso l'errore di un singolo porta alla condanna di un popolo intero.
Vogliamo ricordare a chi urla "…mandiamoli a casa loro" che il 60% di Rom e Sinti presenti sul nostro territorio hanno la cittadinanza italiana e quindi sono già a casa loro!
Condanniamo la politica degli sgomberi e dei campi che non fa altro che creare emarginazione e clandestinità.

 
Di Fabrizio (del 13/05/2010 @ 09:12:48, in musica e parole, visitato 2009 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

[Tomislav Georgiev/SETimes] SETimes.com 03/05/2010

"Una Zingara della città di Skopje", come si definisce, Esma Redzepova ha dietro di sé oltre 40 anni di canzoni e di azioni umanitarie.

Nata nel 1943, Esma Redzepova ha eseguito oltre 8.000 concerti in 30 paesi per raccogliere denaro per le sue cause. Ha inciso 108 single, 20 album e sei film. Ha raccolto sotto il suo tetto cinque bambini, e ne ha adottati altri 47, che la chiamano la loro mamma e papà. Esma ha parlato col Southeast European Times sui suoi punti di vista e sugli sforzi umanitari, le sue canzoni e la vita in generale.

SETimes: Quali sono le principali cause che appoggi e perché?

Esma Redzepova: Aiutare i bambini con esigenze particolari è la mia causa umanitaria più importante. Li vedo come il gruppo con la più alta priorità. Credo che tutti dovrebbero aiutarli, nell'ambito delle loro possibilità e capacità, naturalmente.

SETimes: Il presidente macedone Gjorge Ivanov recentemente ti ha premiata con l'Ordine di Merito della Macedonia (vedi QUI ndr). Questo riconoscimento cosa rappresenta per te?

Redzepova: Significa molto. Dopo tutto, ci si sente felici quando ti apprezzano in patria, quando è rispettato il proprio lavoro e contributo. Ho ricevuto moltissimipremi e riconoscimenti, ma quest'ultimo e quello che mi diede il presidente Tito sono i miei favoriti.

SETimes: Il mese scorso hai partecipato con le leader donne d'affari macedoni alla sessione della Commissione ONU sullo Status delle Donne. Qual è il clima per lo sviluppo degli attività delle donne in Macedonia?

Redzepova: Il clima degli affari in Macedonia ha iniziato lentamente a cambiare, ci sonopiù donne in posizione di comando. Anche il numero delle donne legislatore sta crescendo. Nelle ultime elezioni presidenziali [marzo] abbiamo avuto uno donna candidata [Miruse Hoxha]. Credo ce sia stato un evento ancora più importante perché era di etnia albanese. Così non avevo più senso lo stereotipo che le donne albanesi sono casalinghe il cui unico scopo è di crescere i figli. Sono molto orgogliosa di Hoxha, e spero che un giorno una donna prenderà le redini della Macedonia.

SETimes: Sul tuo sito si dice che speri che qualcosa cambierà nel paese. Quali cambiamenti vorresti vedere? Come sarebbe secondo te una Macedonia cambiata?

Redzepova: Vorrei che cambiasse il mondo, non solo la Macedonia. Un giorno, mi piacerebbe vedere il mondo funzionare in base ad eguaglianza e tolleranza, eliminare le frontiere, così da potersi muovere liberamente e vivere dove si vuole o dove si consideri buono un posto.

Penso che questi siano i diritti dell'umanità, ed è perciò che ho detto molte volte che gli animali sono avanti agli umani perché possono andare dove vogliono, e nessuno chiede loro un passaporto. Non dipendono dalla benevolenza di qualcuno. Persino il serpente più velenoso va dove gli pare.

SETimes: Sei membro del Consiglio della Città di Skopje. Il tuo lavoro civico come aiuta i Rom in Macedonia?

Redzepova: Sono membro di VMRO-DPMNE, il principale partito del paese, e come membro, sono consulente del Consiglio della Città di Skopje. Col mio impegno politico, volevo soprattutto [mostrare] che una donna rom può essere socialmente attiva - e che questo non un privilegio delle sole donne macedoni. Penso che parzialmente ho avuto successo, dato che vedo un numero crescente di ragazze che frequentano la scuola. Se fossi riuscita, col mio esempio, ad aiutare l'emancipazione delle donne rom almeno un poco, sarei molto felice.

SETimes: Pensi che i tuoi figli continueranno le tue attività e la tua eredità umanitaria, per aiutare più gente a fare una differenza tangibile?

Redzepova: Chiaro, mi piacerebbe che i miei figli raccogliessero la mia eredità. Penso che con l'educazione che gli ho dato, ho installato in loro l'amore per la gente. I miei figli sanno come dare, o come organizzare un concerto umanitario. Spero che continuino da dove mi fermerò.

SETimes: Pensi che la cultura possa servire come forza unificante per l'Europa del Sud Est?

Redzepova: La cultura è sempre stata, e sempre sarà, il ponte che collega i popoli di credo e nazionalità differenti, perché non tiene conto dei confini nazionali. Non importa chi tu sia,, ognuno canta e danza alla sua maniera. Non penso che le canzoni siano una forza unificante solo per la gente del'Europa del Sud Est, ma per il mondo.

SETimes: Sei stata influenzata da altre cantanti, come Billie Holliday o Bessie Smith?

Redzepova: Riguardo alla musica, non ho mai seguito un esempio specifico, ne sono stata influenzata da cantanti maschi o femmine. Il mio mentore e marito, Stevo Teodosievski, ha voluto trasformarmi in un capolavoro. Non ho mai seguito l'esempio di nessuno. Ho lavorato duro per diventare quella che sono ora, ma ha sempre insistito perché fossi "me stessa" e nessun'altra. Penso che, insieme, ce l'abbiamo fatta.

SETimes: Qualcuna delle tue canzoni parla del pregiudizio contro i Rom? Sei mai stata criticata per aver usato la parola "zingaro" in un titolo?

Redzepova: No, le mie canzoni sono sulla tradizione e cultura rom, non su come gli altri ci vedono. Riguardo alle critiche, rifiuto di riceverle. Non importa cosa dicono gli altri, l'ho superato da tempo. Quando iniziai ad andare a scuola, mi accorsi che per gli altri ero differente. Da quando i bambini mi soprannominarono "zingara", e non volevano sedersi accanto a me. Tornai a casa piangendo, ed una delle mie zie mi spiegò che siamo differenti perché veniamo da un paese chiamato India, dove splende sempre il sole, ed è per questo che abbiamo la pelle bruna.

SETimes: Nel documentario "Romani Soul", reincontri la storia del popolo rom sino alle antiche origini. Senti una stretta parentela con l'India e la sua cultura? Ha esercitato un'influenza diretta sulla tua musica e lavoro creativo?

Redzepova: Certamente mi sento vicina all'India e al suo popolo, specialmente con una provincia dell'India dove circa 28 milioni di persone parlano la mia lingua, e posso capirli perfettamente. Ha rafforzato la mia convinzione che i Rom siano originari dell'India.

SETimes: La musica è diventata troppo commerciale? La musica tradizionale può essere presentata ad un pubblico di massa senza perdere qualcosa di essenziale?

Redzepova: Se è creata sulla base della musica tradizionale, sicuramente si possono ottenere buoni effetti. Però, quello che sempre più si vende oggi è nudità sul palco, mentre la qualità e la buona voce si vendono di meno.

SETimes: Tu hai fatto migliaia di concerti in una carriera lunga decenni. Provi ancora la stessa energia ed entusiasmo quando sali sul palco? Cosa ti fa continuare?

Redzepova: Sì, ci vado ancora con la stessa passione. Provo ancora una positiva paura prima di un concerto, quando mi rendo conto che ci sono oltre 10.000 persone tra ilpubblico o, come a Sydney, 200.000 ad Hyde Park. Ciò che mi motiva è il mio amore per le canzoni e la musica.

Questo contenuto è stato commissionato per SETimes.com

 
Di Fabrizio (del 20/05/2010 @ 09:35:32, in musica e parole, visitato 2656 volte)

finalmente dopo averlo promesso a lungo, ci siamo!

Giovedì 27 maggio alle ore 21.00

L'Associazione La Conta in collaborazione con Mahalla - Rom e Sinti in tutto il mondo, organizzano un incontro con

Paul Polansky

Presso il Circolo ARCI Martiri di Turro - Via Rovetta 14 a Milano, ingresso gratuito con tessera Arci

Paul Polansky è nato a Mason City, Iowa, nel 1942. Poeta, fotografo, antropologo, operatore culturale e sociale, è diventato negli anni un personaggio importantissimo per il suo impegno a favore delle popolazioni Rom. Le sue poesie descrivono le atrocità commesse da cechi, slovacchi, albanesi ed altri contro quelle popolazioni. Ha anche svolto studi accurati sui campi di concentramento nazisti, in particolare quello ceco di Lety, nei quali venivano trucidate, insieme a quelle ebraiche, intere comunità Rom. E' stato il primo a presentare al mondo il dramma dei rifugiati del Kosovo, lasciati morire nei campi di accoglienza avvelenati dal piombo. Ha pubblicato diversi libri, realizzato esposizioni fotografiche e film video.

ALLA FINE

"Alla fine,
tutti
scapperanno dal
Kosovo", mi
disse la zingara
chiromante.

"Anche Dio"

Poesia di Paul Polansky innalzata sui cartelli di una manifestazione di Rom del Kosovo in Germania

 
Di Fabrizio (del 21/05/2010 @ 09:10:26, in musica e parole, visitato 1867 volte)

Desideriamo invitarvi a partecipare alla serata "MA GAVA PALAN LADI, PALAN BURA OT CROIUTI - IO SEGUIRO' QUESTO MIGRARE, QUESTA CORRENTE DI ALI", con cena con cibi da ricette popolari balcaniche e con I MUZIKANTI DI BALVAL - JOVICA JOVIC E MARTA PISTOCCHI in concerto - musiche tradizionali/popolari balcaniche e non solo, organizzata dall'Associazione La Conta - ONLUS, che ci sarà venerdì 28 maggio 2010 alle ore 20,00 presso la CGIL - Salone Di Vittorio, in Piazza Segesta 4 con ingresso da Via Albertinelli 14 a Milano.

Sarà una serata piacevole e conviviale con MUZIKANTI DI BALVAL con Jovica Jovic - fisarmonica cromatica e Marta Pistocchi - violino in concerto di musiche tradizionali/popolari balcaniche, rom e sinti, festose, gioiose e capaci dare emozioni uniche. Si potranno inoltre apprezzare i cibi da ricette popolari balcaniche, preparati con passione e cura dai nostri cuochi e, se lo si desidera, associarsi all' Associazione La Conta - ONLUS, per contribuire alla realizzazione del progetto associativo di solidarietà sociale e di valorizzazione della cultura popolare. Per la serata è richiesto a ciascuno un contributo all'Associazione di 25,00 euro.

MUZIKANTI DI BALVAL - Jovica Jovic, fisarmonica - Marta Pistocchi, violino

Due musicisti all'apparenza molto diversi tra loro che si incontrano nelle sonorità della musica balcanica: Jovica Jovic è un maestro della fisarmonica cromatica, musicista di lunga carriera e custode della tradizione popolare del suo paese d'origine, la Serbia; Marta Pistocchi violinista italiana appassionata di musica rom, ha raccolto e condivide questa preziosa eredità in un passaggio di saperi che supera i confini geografici e culturali.

I Muzikanti sono la realizzazione di un autentico incontro di culture, che si esprime in un linguaggio musicale originale, fantasioso, libero, vitale. Ritmi incalzanti, intervalli orientaleggianti e virtuosismi si alternano a melodie struggenti dal potere evocativo, in una combinazione di esotismo ed energia che emoziona ogni tipo di pubblico
(www.myspace.com/imuzikanti)

Per ragioni organizzative vi saremo grati se confermate la vostra presenza alla serata con cena prima possibile ma comunque entro e non oltre mercoledì 26 maggio 2010 all'indirizzo laconta@intrefree.it 

Vi saremo altresì grati se vorrete dare diffusione elettronica all'iniziativa di cui sopra e/o diffondere la stessa tra le persone che ne possono esservi interessate. Vi ringraziamo in anticipo.

 
Di Fabrizio (del 24/05/2010 @ 09:46:48, in musica e parole, visitato 1822 volte)

La Federazione romanì tra tanto altro si è posta l'obiettivo di promuovere una politica per la cultura romanì e di riconoscere e valorizzare le professionalità romanì con la finalità di diffondere la conoscenza della cultura e della lingua romanès o romanì chib.

Dal mese di settembre 2010 prenderà il via il primo corso di lingua romanès standard, oggi la Federazione romanì comunica l'avvio di un progetto editoriale “O romanò gi” (l'anima romanì), saggi di letteratura romanì, anche strumento pedagogico del corso di lingua.

Un’opera che vuole essere anche un’antologia letteraria e un valido strumento educativo e divulgativo.

Tanti hanno letto, commentato ed analizzato le opere di autori Rom, Sinti, Kale, Manouches e Romanichals viventi e non, e da questo lavoro di studio ed analisi sono nati dei saggi critici riguardanti la letteratura romaní. 

Si tratta di un analisi sui testi in lingua romanì nei diversi dialetti in cui si ramifica la romanì chib, la lingua romanì o romanès, la lingua di tutte le comunità appartenenti alla popolazione romanì, una popolazione indo-ariana che treae origine dalle regioni a Nord-Ovest dell’India (Punjab, Rajasthan, Valle del Sindh, Pakisthan).

Il progetto editoriale “O romanò  gi” porta all'attenzione del lettore i commenti, le analisi, le critiche delle opere di autori rom, sinti, kalè, manouches, romanichels viventi e non.

Un progetto editoriale ambizioso, originale ed innovativo per la diffusione della conoscenza della cultura e la lingua romanì. 

Un progetto editoriale dal costo sostenibile per la sua realizzazione, avendo già  raccolto e sistemato il materiale, e che vogliamo realizzare con il sostegno volontario di tutti coloro che credono nell'interculturalità.

I sostenitori di questo progetto editoriale saranno mensionati nell'operra, che riceveranno in omaggio. Contributi a sostegno di questa iniziativa possono essere inviati al codice IBAN: IT 20 O 05387 03204 000001892874 intestato a Federazione romanì, causale: Progetto editoriale. Per informazioni inviare email a: federazioneromani@libero.it

La letteratura romanì

 

 
La letteratura romaní, in modo particolare la poesia, è piena di singolari bellezze primitive, di delicato calore umano, di rara fantasia selvaggia che non si può misurare in nessun altro metro se non nella lingua romaní stessa.

 

La letteratura romaní è lo specchio fedelissimo del sentimento di un popolo oppresso nell'anima la cui voce si eleva al cielo per chiedere giustizia.

 

 
Le diverse varianti della stessa lingua rappresentano la ricchezza culturale di un popolo che ha saputo conservare, nel tempo e nello spazio, i suoi tratti essenziali traendo linfa dall’ambiente circostanze e dagli scambi artistici, culturali e linguistici con i popoli che via via ha incontrato lungo il viaggio dalle regioni indiane fino all’Occidente passando per la Persia, l’Armenia e l’Impero Bizantino e attraverso le disumane deportazioni con i popoli delle Americhe e dell’ Australia.

 

 
Questi saggi permettono di penetrare “O Romano Gi”, l’anima dei Rom, Sinti, Kale, Manouches e Romanichals, i cinque grandi gruppi che con le loro infinite comunità costituiscono di fatto la nazione romanì senza Stato e senza territorio dove i confini sono rappresentati proprio dall’estensione sui cinque Continenti della lingua romanì.

 

 
 La letteratura romaní nasce in Serbia grazie a Gina Ranij©i© (nata verso il 1830), le cui poesie furono raccolte nel libro Canti Zingari pubblicato in Svezia nel 1864. È una voce isolata.

 

Nell’Unione Sovietica nel 1925, nasce invece un vero e proprio movimento letterario romanò: si iniziò la pubblicazione del periodico Nevo Drom (nuovo cammino) in lingua romaní da parte di un gruppo di Rom russi che si erano riuniti in una associazione. Sempre in Unione Sovietica nel 1931 fu fondato a Mosca il celebre teatro Romen, tutt’ora esistente, grazie a Anatole Vasilievi© Luna©arskij, inaugurato con un’opera di Alexandr Vie©eslavovi© Germano (1893-1956), il precursore della letteratura romaní in Russia.

 

Bronislawa Wajs detta “Papùshka” è una figura mitica nel moderno panorama letterario romanó.

 

 
Nacque in Polonia nel 1910 in una famiglia girovaga.

 

Papùshka rappresenta per la letteratura romaní quello che il grande Django (Jean Baptiste Reinhardt) rappresenta per la musica: un’artista autodidatta straordinariamente geniale, capace di lasciare agli uomini un’enorme ricchezza umana e culturale, prima che artistica.

 

 
Papùshka fu una grande risorsa di forza e di speranza per i Rom durante la II° guerra Mondiale. Profondamente toccante è la poesia “Lacrime di Sangue” composta per le vittime del folle genocidio romanó ad opera dei nazi-fascisti.

 

Le sue opere, racchiuse in una trentina di collezioni, furono raccolte e pubblicate per la prima volta nel 1956 col titolo Canto di Papùshka dallo scrittore polacco Jerzy Ficowski in versione bilingue Romaní-Polacco.

 

 
 La sua produzione artistica è essenzialmente legata alla sua esistenza e al legame con la natura, alla sua romanipé.

 

Il suo pensiero fu originariamente interpolato e manipolato da Ficowski tanto che fu isolata dalla sua comunità. Delusa e amareggiata, Papùshka brucishk parte dei suoi componimenti letterari.

 

Visse gli ultimi anni di vita malata e sola, morì nel febbraio del 1987. Dalla sua storia personale lo scrittore Colum McCann ha tratto ispirazione per il romanzo Zoli edito in Italia dalla Rizzoli nel 2007.

 

John Bunyan (1618-1688) è autore del famoso The Pilgrim's Progress, un classico della letteratura inglese ed era un Romanichal.

 

 
 La grande produzione letteraria romaní trova il suo pieno sviluppo soprattutto nella seconda metà del novecento e, in particolar modo, negli ultimi trent’anni grazie alla produzione letteraria di autori con una statura artistica internazionale come: Slobodan Berberski (1919-1989) autore di una decina di raccolte, Rajko Diuri© (di origine serba, oggi vive in Germania), Joseph Daroczy detto “Choli” (Ungheria), Nagy Gustav (Ungheria), Bari Karoly (Ungheria), Leksa Manushk, al secolo Alexandr Belugin (Russia, 1942-1997), Matéo Maximoff (Francia, 1917-1999), Veijo Baltzar (Finlandia), Alija Krasnici (Kossovo), Jorge F. Bernal detto “Lòlo” (Argentina), Jimmie Storey (Australia), Lumini†a Mihai Cioabæ (Romania), Margarita Reisnerovà (originaria della Repubblica Ceca, oggi vive in Belgio), Rostas-Farkas György (Ungheria).

 

In Italia ricordiamo Santino Spinelli, Olimpio Cari, Nada Braidich, Paola Schöps, Bruno Morelli, Spatzo Vittorio Mayer Pasquali, Giulia Di Rocco, Demir Mustafa e lo scomparso Rasim Sejdi© di origine serba (1943-1981), ecc.

 

 
L’uso scritto della lingua romaní, tramandato per dieci secoli e fino a pochi decenni fa solo oralmente, è un dato importante: la forte e sicura presa di coscienza porta gli scrittori Rom, Sinti, Manouches, Romanichals e Kalé a cercare il posto che gli compete nelle moderne società rifiutando lo storico e riduttivo ruolo di “liberi emarginati”, quale riflesso delle politiche di annientamento della cultura romaní.

 

 
Sono loro i pionieri eroici della possibilità di esistere senza dover essere né assimilati, né emarginati, ma soggetti attivi e liberi di esprimere le proprie specificità culturali in seno alle società  ospitanti.

 

Lo scrittore romanó si affaccia sulla pagina a specchiarsi ed è proprio il netto contrasto fra le immagini negative stereotipate esterne e la propria interiorità che provoca incertezza e sbalordimento, ma al tempo stesso determina una maggiore presa di coscienza della propria identità.

 

E l’ostinata ricerca d’identità è al tempo stesso ricerca di una mitologia romaní. 

 

 
 Allo specchio della pagina gli stessi letterati chiedono di più di un fedele riflesso.

 

Su di essa si affacciano desideri inespressi, preghiere, incantesimi, volontà di partecipazione che trovano realizzazione nella parola.

 

Ogni pagina, ogni poesia è un diario, una trascrizione di vita, un’epitome di esperienze vissute.

 

Pur nelle loro differenze stilistiche e contenutistiche nella letteratura romanì  si possono rimarcare delle caratteristiche costanti come:

 

  1. l’immediatezza, dovuta alla necessità di stabilire un punto di contatto con gli altri per comunicare;
  2. l’essenzialità del linguaggio, per essere sicuri di non essere fraintesi e per eliminare la frustrazione di non essere capiti;
  3. la spontaneità, per sottolineare le proprie buone intenzioni;
  4. la semplicità, in cui si riflette la desolazione della realtà circostante e il proprio sereno distacco;
  5. l’uso di ritmi e musicalità, dovuti all’esigenza di rilevare un’emozione direttamente.
 Le opere romanès paiono dar luogo ad una lunga ed ordinaria conversazione per rompere il mortale silenzio, per scacciare la solitudine causata dalla mancanza di comunicazione.

 

 
 Sono prodotti artistici vivi, genuini, spontanei con una profonda considerazione dei valori umani, soprattutto l’amore per la vita è grande nonostante le sofferenze e le incomprensioni.

 

 
 I temi sono quelli che riguardano l’uomo universalmente, come ad indicare che esiste un solo essere, quello umano, seppur con tante diverse culture.

 

Sono temi che vanno dal dolore del vivere all’amore, alla famiglia, dalla relazione con il Gagio (non Rom), alla condizione femminile, dall’emarginazione alla festa religiosa passando attraverso una ricca simbologia, come l’albero, il bosco, l’uccello, la pioggia, le stelle. L’albero è simbolo della vita, di fertilità. Il ©iriklò (l’uccello) è l’anima del poeta, la gioventù, il viaggio, la libertà. Il bosco rappresenta la sicurezza, la famiglia, la creatività.

 

 
La pioggia è simbolo di pensieri e di emozioni nascosti.

 

Le stelle rappresentano il subconscio, ma anche un barlume di luce in un mondo ottuso e oscuro.

 

La ricchezza della cultura romaní consiste proprio nella multipla capacità  di espressione e nelle varianti linguistiche maturate in differenti regioni del mondo che esprimono la medesima comune sensibilità in sfumature prismatiche.

 

 
La letteratura romaní, in modo particolare la poesia, è piena di singolari bellezze primitive, di delicato calore umano, di rara fantasia selvaggia che non si pushk misurare in nessun altro metro se non nella lingua romaní stessa.

 

L'anelito supremo ad armonizzarsi e ad identificarsi con la natura libera il poeta da qualsiasi asservilismo materialistico riportando così l'animo umano al candore primitivo.

 

 
Ogni membro appartenente alla comunità romaní è figlio del dolore e dell’incomprensione, ogni poeta è cantore della sofferenza, ogni canto è un intenso lamento però mai disgiunto dalla speranza.

 

Forte è  nel popolo romanó il senso del riscatto e della ribellione, dell'amore e della pace, della fratellanza e della libertà.

 

Neanche la morte è vista con orrore, ma piuttosto come un mezzo per esorcizzare gli eventi della vita.

 

La letteratura romaní è lo specchio fedelissimo del sentimento di un popolo oppresso nell'anima la cui voce si eleva al cielo per chiedere giustizia.

 

 
Federazione romani – il presidente Nazzareno Guarnieri

Federazione romanì
sede legale: Via Altavilla Irpina n. 34 – 00177 ROMA
codice fiscale 97322590585 - tel. E fax 0664829795
email: federazioneromani@libero.it
Web: http://federazioneromani.wordpress.com
Presidenza 3277393570 - Coordinamento 3331486005 - Segreteria 3483915709

 
Di Fabrizio (del 25/05/2010 @ 08:43:31, in musica e parole, visitato 1886 volte)

Segnalazione di Marco Brazzoduro

"Sala della Pace" Palazzo Valentini - Provincia di Roma
Via IV Novembre 119/A (Piazza Venezia)

25 maggio ore 17:00
PRESENTAZIONE DEL LIBRO
"ZINGARE SPERICOLATE" di Vania Mancini
Edito da Sensibili alle Foglie

Proiezione del video "Cheja Celen" diretto da P. Grassini

Con l’autrice ne discuteranno:
C. Guardiani: del Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici del Comune di Roma,
T. D’Amico: Fotografo,
Umiza H.: Portavoce del campo rom di MonteMario,
Fiorella: Tassista,
M. Brazzoduro: Docente Università La Sapienza,
P.Perrini: Mediatore Interculturale,
Docenti e studenti di alcune scuole di Monte Mario

Evento a sorpresa

Concluderà
M. SMERIGLIO
Assessore Formazione e Lavoro della Provincia di Roma

 
Di Fabrizio (del 26/05/2010 @ 08:55:55, in musica e parole, visitato 1824 volte)

Segnalazione di Marco Brazzoduro

SERATA ROM
Mercoledì 26 Maggio ore 19.30
Biblioteca Vaccheria Nardi
Via Grotta di Gregna 27 ROMA

Letture di favole e storie di vita dei Rom
a cura di Cristina Fazzi e Marisa Giampietro
Alla chitarra: Emanuele Maraschini

Intervengono:
prof. Marco Brazzoduro (Università "Sapienza" di Roma)
Roberta Zaccagnini (Amnesty International -Coordinamento DESC )
Valerio Tursi (Presidente "ARCI Solidarietà")
Carmen Rocco (Antica Sartoria Rom)

Esposizione degli abiti della Sartoria Rom

Proiezione di
Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen (50') Regia di Laura Halilovic

La manifestazione è realizzata con il sostegno dell'Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma.
Per prenotazioni e informazioni, telefonare al 064073474 o al 3336625293 oppure inviare un'email all'indirizzo giovannialfonso@fastwebnet.it

"ad Auschwitz dove sono rimasti gli zingari,
la lacrima è scesa, la mano ha preso la penna,
per scrivere parole qualunque"
RasimSejdic

Associazione Spazio Tempo
Biblioteca Vaccheria Nardi per la Solidarietà
Il Paesaggio umano e la memoria
Laboratorio autobiografico
Quando l'altrove è qui. Storie di vita e di migrazione

 
Di Fabrizio (del 09/06/2010 @ 09:25:27, in musica e parole, visitato 1949 volte)

sabato 12 giugno 2010 alle ore 22.00
Centro Sociale Sos Fornace Via San Martino 20 Rho, Milano
Le melodie raminghe del maestro Jovica Jovic tornano a far ballare la Fornace. Assieme a lui sul palco anche i Gypsy sound System da Ginevra, un progetto musicale che da più di cinque anni seduce un pubblico universale, da New York a Melbourne, con musica folk, popolare, tzigana, meticcia e multiculturale.

 Un video dei Gypsy sound System da Youtube

L'appuntamento su Facebook

 
Di Fabrizio (del 09/06/2010 @ 14:30:00, in musica e parole, visitato 1552 volte)

Succedono strane cose a Milano, a volte anche piacevoli.

Piccola premessa, ieri mi telefona Ernesto Rossi, dicendo che oggi (praticamente mentre sto scrivendo) partirà una sorta di maratona letteraria dedicata a Cent'anni di solitudine. A dare il via, sarà il sindaco, e questo procurava qualche prurito al buon Ernesto, che ricordava la figura (totalmente positiva) del quasi immortale zingaro Melquíades.

Qui termino, non prima di consigliarvi una breve citazione che scrissi 5 anni fa di quel romanzo.

 
Di Fabrizio (del 10/06/2010 @ 09:50:05, in musica e parole, visitato 1538 volte)

Da federazioneromani.wordpress.com

Qualche settimana fa abbiamo comunicato un progetto editoriale promosso e deliberato dall’assemblea dei soci della Federazione romanì.

Un progetto ambizioso che si propone di promuovere la costituzione di una Editoria romanì che, attraverso la valorizzazione delle professionalità rom e sinte e di un comitato scientifico, diffonda la conoscenza diretta della cultura e dell’arte romanì con la produzione di saggi di letteratura, antologie letterarie, libri, storie, racconti, arte e cultura, ecc. fino alla produzione e distribuzione periodica di una rivista romanì.

Una editoria romanì quale strumento pedagogico, educativo e divulgativo della cultura e dell’arte romanì.

Lo scorso 28 Maggio l’assemblea dei soci ha definito il logo della Editoria romanì (allegato), in corso di registrazione.

Il primo lavoro dell’editoria romanì "O romanò gi" (L’anima romanì) è in fase avanzata di programmazione. Si tratta di un saggio di letteratura romanì per portare all’attenzione del lettore i commenti, le analisi, le critiche delle opere di autori rom, sinti, kalè, manousches, romanichels viventi e non. Un analisi sui testi in lingua romanì nei diversi dialetti in cui si ramifica la romanì chib o romanès.

L’opera "O romanò gi" è anche una strumento pedagogico che sarà utilizzato per il corso di lingua romanès che inizierà a settembre 2010.

L’opera sara un formato A5 composta di circa 160 pagine.

Chiediamo agli amici del popolo romanò di sostenere questa iniziativa con un contributo. I sostenitori saranno menzionati nell’opera che riceveranno copia in omaggio.

Contributi possono essere inviati al codice IBAN: IT 20 O 05387 03204 000001892874 intestato a Federazione romanì, causale: "O romanò gi"

Informazioni: federazioneromani@libero.it

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