DOMENICA 16 MAGGIO DALLE 18,00:
PRESSO LA SALA CIVICA COMUNALE A GARBATOLA DI NERVIANO (MI)
Proiezione del film-documentario Opera Gagia (del regista Antonio Bocola)
Intervento di Maurizio Pagani (Opera Nomadi Milano, associazione promotrice
della partecipazione diretta di Rom e Sinti nel confronto con le istituzioni per
la tutela dei loro diritti )
A seguire Aperitivo con Buffet e concerto di musiche balcaniche.
Iniziativa organizzata dal Collettivo Oltre il Ponte in collaborazione con
Convergenza delle Culture Milano.
Cosa sappiamo noi "gagè", di questo popolo dopo cinque secoli di convivenza?
L’ 8 Aprile era la Giornata Mondiale del popolo Rom qualcuno se n’è accorto?
Il primo passo verso un "Integrazione senza assimilazione" è la conoscenza
reciproca, per combattere stereotipi e pregiudizi, che scopriremo essere
clamorosamente falsi.
Diffidiamo dai media che contribuiscono a creare, con un’informazione distorta,
la convinzione che la maggior parte dei rom in Italia siano rumeni e vivano nei
campi, troppo spesso l'errore di un singolo porta alla condanna di un popolo
intero.
Vogliamo ricordare a chi urla "…mandiamoli a casa loro" che il 60% di Rom e
Sinti presenti sul nostro territorio hanno la cittadinanza italiana e quindi
sono già a casa loro!
Condanniamo la politica degli sgomberi e dei campi che non fa altro che creare
emarginazione e clandestinità.
"Una Zingara della città di Skopje", come si definisce, Esma Redzepova ha
dietro di sé oltre 40 anni di canzoni e di azioni umanitarie.
Nata nel 1943, Esma Redzepova ha eseguito oltre 8.000 concerti in 30 paesi
per raccogliere denaro per le sue cause. Ha inciso 108 single, 20 album e sei
film. Ha raccolto sotto il suo tetto cinque bambini, e ne ha adottati altri 47,
che la chiamano la loro mamma e papà. Esma ha parlato col Southeast European Times
sui suoi punti di vista e sugli sforzi umanitari, le sue canzoni e la vita in
generale.
SETimes: Quali sono le principali cause che appoggi e perché?
Esma Redzepova: Aiutare i bambini con esigenze particolari è la mia
causa umanitaria più importante. Li vedo come il gruppo con la più alta
priorità. Credo che tutti dovrebbero aiutarli,
nell'ambito delle loro possibilità e capacità, naturalmente.
SETimes: Il presidente macedone Gjorge Ivanov recentemente ti ha
premiata con l'Ordine di Merito della Macedonia (vedi
QUI ndr). Questo riconoscimento cosa rappresenta per te?
Redzepova: Significa molto. Dopo tutto, ci si sente felici quando ti
apprezzano in patria, quando è rispettato il proprio lavoro e contributo. Ho
ricevuto moltissimipremi e riconoscimenti, ma quest'ultimo e quello che mi diede
il presidente Tito sono i miei favoriti.
SETimes: Il mese scorso hai partecipato con le leader donne d'affari
macedoni alla sessione della Commissione ONU sullo Status delle Donne. Qual è il
clima per lo sviluppo degli attività delle donne in Macedonia?
Redzepova: Il clima degli affari in Macedonia ha iniziato lentamente
a cambiare, ci sonopiù donne in posizione di comando. Anche il numero delle
donne legislatore sta crescendo. Nelle ultime elezioni presidenziali [marzo]
abbiamo avuto uno donna candidata [Miruse Hoxha]. Credo ce sia stato un evento
ancora più importante perché era di etnia albanese. Così non avevo più senso lo
stereotipo che le donne albanesi sono casalinghe il cui unico scopo è di
crescere i figli. Sono molto orgogliosa di Hoxha, e spero che un giorno una
donna prenderà le redini della Macedonia.
SETimes: Sul tuo sito si dice
che speri che qualcosa cambierà nel paese. Quali cambiamenti vorresti vedere?
Come sarebbe secondo te una Macedonia cambiata?
Redzepova: Vorrei che cambiasse il mondo, non solo la Macedonia. Un
giorno, mi piacerebbe vedere il mondo funzionare in base ad eguaglianza e
tolleranza, eliminare le frontiere, così da potersi muovere liberamente e vivere
dove si vuole o dove si consideri buono un posto.
Penso che questi siano i diritti dell'umanità, ed è perciò che ho detto molte
volte che gli animali sono avanti agli umani perché possono andare dove
vogliono, e nessuno chiede loro un passaporto. Non dipendono dalla benevolenza
di qualcuno. Persino il serpente più velenoso va dove gli pare.
SETimes: Sei membro del Consiglio della Città di Skopje. Il tuo lavoro
civico come aiuta i Rom in Macedonia?
Redzepova: Sono membro di VMRO-DPMNE, il principale partito del paese, e
come membro, sono consulente del Consiglio della Città di Skopje. Col mio
impegno politico, volevo soprattutto [mostrare] che una donna rom può essere
socialmente attiva - e che questo non un privilegio delle sole donne macedoni.
Penso che parzialmente ho avuto successo, dato che vedo un numero crescente di
ragazze che frequentano la scuola. Se fossi riuscita, col mio esempio, ad
aiutare l'emancipazione delle donne rom almeno un poco, sarei molto felice.
SETimes:
Pensi che i tuoi figli continueranno le tue attività e la tua eredità
umanitaria, per aiutare più gente a fare una differenza tangibile?
Redzepova: Chiaro, mi piacerebbe che i miei figli raccogliessero la
mia eredità. Penso che con l'educazione che gli ho dato, ho installato in loro
l'amore per la gente. I miei figli sanno come dare, o come organizzare un
concerto umanitario. Spero che continuino da dove mi fermerò.
SETimes: Pensi che la cultura possa servire come forza unificante per
l'Europa del Sud Est?
Redzepova: La cultura è sempre stata, e sempre sarà, il ponte che
collega i popoli di credo e nazionalità differenti, perché non tiene conto dei
confini nazionali. Non importa chi tu sia,, ognuno canta e danza alla sua
maniera. Non penso che le canzoni siano una forza unificante solo per la gente
del'Europa del Sud Est, ma per il mondo.
SETimes: Sei stata influenzata da altre cantanti, come
Billie Holliday o Bessie Smith?
Redzepova: Riguardo alla musica, non ho mai seguito un esempio
specifico, ne sono stata influenzata da cantanti maschi o femmine. Il mio
mentore e marito, Stevo Teodosievski, ha voluto trasformarmi in un capolavoro.
Non ho mai seguito l'esempio di nessuno. Ho lavorato duro per diventare quella
che sono ora, ma ha sempre insistito perché fossi "me stessa" e nessun'altra.
Penso che, insieme, ce l'abbiamo fatta.
SETimes: Qualcuna delle tue canzoni parla del pregiudizio contro i
Rom? Sei mai stata criticata per aver usato la parola "zingaro" in un titolo?
Redzepova: No, le mie canzoni sono sulla tradizione e cultura rom, non
su come gli altri ci vedono. Riguardo alle critiche, rifiuto di riceverle. Non
importa cosa dicono gli altri, l'ho superato da tempo. Quando iniziai ad andare
a scuola, mi accorsi che per gli altri ero differente. Da quando i bambini mi
soprannominarono "zingara", e non volevano sedersi accanto a me. Tornai a casa
piangendo, ed una delle mie zie mi spiegò che siamo differenti perché veniamo da
un paese chiamato India, dove splende sempre il sole, ed è per questo che
abbiamo la pelle bruna.
SETimes: Nel documentario "Romani Soul", reincontri la
storia del popolo rom sino alle antiche origini. Senti una stretta parentela con
l'India e la sua cultura? Ha esercitato un'influenza diretta sulla tua musica e
lavoro creativo?
Redzepova: Certamente mi sento vicina all'India e al suo popolo,
specialmente con una provincia dell'India dove circa 28 milioni di persone
parlano la mia lingua, e posso capirli perfettamente. Ha rafforzato la mia
convinzione che i Rom siano originari dell'India.
SETimes: La musica è diventata troppo commerciale? La musica
tradizionale può essere presentata ad un pubblico di massa senza perdere
qualcosa di essenziale?
Redzepova: Se è creata sulla base della musica tradizionale,
sicuramente si possono ottenere buoni effetti. Però, quello che sempre più si
vende oggi è nudità sul palco, mentre la qualità e la buona voce si vendono di
meno.
SETimes: Tu hai fatto migliaia di concerti in una carriera lunga
decenni. Provi ancora la stessa energia ed entusiasmo quando sali sul palco?
Cosa ti fa continuare?
Redzepova: Sì, ci vado ancora con la stessa passione. Provo ancora una
positiva paura prima di un concerto, quando mi rendo conto che ci sono oltre
10.000 persone tra ilpubblico o, come a Sydney, 200.000 ad Hyde Park. Ciò che mi
motiva è il mio amore per le canzoni e la musica.
Questo contenuto è stato commissionato per SETimes.com
Presso il Circolo ARCI Martiri di Turro -
Via Rovetta 14 a Milano,
ingresso gratuito con tessera Arci
Paul Polansky è nato a Mason City, Iowa, nel 1942. Poeta, fotografo,
antropologo, operatore culturale e sociale, è diventato negli anni un
personaggio importantissimo per il suo impegno a favore delle popolazioni
Rom. Le sue poesie descrivono le atrocità commesse da cechi, slovacchi,
albanesi ed altri contro quelle popolazioni. Ha anche svolto studi accurati
sui campi di concentramento nazisti, in particolare quello ceco di
Lety, nei quali venivano trucidate, insieme a quelle ebraiche, intere
comunità Rom. E' stato il primo a presentare al mondo il dramma dei
rifugiati del Kosovo, lasciati morire nei campi di accoglienza avvelenati
dal
piombo. Ha pubblicato diversi libri, realizzato esposizioni fotografiche
e film video.
ALLA FINE
"Alla fine,
tutti
scapperanno dal
Kosovo", mi
disse la zingara
chiromante.
"Anche Dio"
Poesia di Paul Polansky innalzata sui cartelli di una manifestazione di Rom del
Kosovo in Germania
Desideriamo invitarvi a partecipare alla serata "MA GAVA PALAN LADI,
PALAN BURA OT CROIUTI - IO SEGUIRO' QUESTO MIGRARE, QUESTA CORRENTE DI
ALI", con cena con cibi da ricette popolari balcaniche e con I MUZIKANTI
DI BALVAL - JOVICA JOVIC E MARTA PISTOCCHI in concerto - musiche
tradizionali/popolari balcaniche e non solo, organizzata
dall'Associazione La Conta - ONLUS, che ci sarà venerdì 28 maggio
2010 alle ore 20,00 presso la CGIL - Salone Di Vittorio, in Piazza
Segesta 4 con ingresso da Via Albertinelli 14 a Milano.
Sarà una serata piacevole e conviviale con MUZIKANTI DI BALVAL con
Jovica Jovic - fisarmonica cromatica e Marta Pistocchi - violino in
concerto di musiche tradizionali/popolari balcaniche, rom e sinti,
festose, gioiose e capaci dare emozioni uniche. Si potranno inoltre
apprezzare i cibi da ricette popolari balcaniche, preparati con passione
e cura dai nostri cuochi e, se lo si desidera, associarsi all'
Associazione La Conta - ONLUS, per contribuire alla realizzazione del
progetto associativo di solidarietà sociale e di valorizzazione della
cultura popolare. Per la serata è richiesto a ciascuno un contributo
all'Associazione di 25,00 euro.
MUZIKANTI DI BALVAL - Jovica Jovic, fisarmonica - Marta Pistocchi,
violino
Due musicisti all'apparenza molto diversi tra loro che si incontrano
nelle sonorità della musica balcanica: Jovica Jovic è un maestro della
fisarmonica cromatica, musicista di lunga carriera e custode della
tradizione popolare del suo paese d'origine, la Serbia; Marta Pistocchi
violinista italiana appassionata di musica rom, ha raccolto e condivide
questa preziosa eredità in un passaggio di saperi che supera i confini
geografici e culturali.
I Muzikanti sono la realizzazione di un autentico incontro di culture,
che si esprime in un linguaggio musicale originale, fantasioso, libero,
vitale. Ritmi incalzanti, intervalli orientaleggianti e virtuosismi si
alternano a melodie struggenti dal potere evocativo, in una combinazione
di esotismo ed energia che emoziona ogni tipo di pubblico (www.myspace.com/imuzikanti)
Per ragioni organizzative vi saremo grati se confermate la vostra
presenza alla serata con cena prima possibile ma comunque entro e non
oltre mercoledì 26 maggio 2010 all'indirizzo
laconta@intrefree.it
Vi saremo altresì grati se vorrete dare diffusione elettronica
all'iniziativa di cui sopra e/o diffondere la stessa tra le persone che
ne possono esservi interessate. Vi ringraziamo in anticipo.
La Federazione romanì tra tanto altro si è posta l'obiettivo di promuovere una politica per la cultura romanì e di riconoscere e valorizzare le professionalità romanì con la finalità di diffondere la conoscenza della cultura e della lingua romanès o romanì chib.
Dal mese di settembre 2010 prenderà il via il primo corso di lingua romanès standard, oggi la Federazione romanì comunica l'avvio di un progetto editoriale“O romanò gi”(l'anima romanì), saggi di letteratura romanì, anche strumento pedagogico del corso di lingua.
Un’opera che vuole essere anche un’antologia letteraria e un valido strumento educativo e divulgativo.
Tanti hanno letto, commentato ed analizzato le opere di autori Rom, Sinti, Kale, Manouches e Romanichals viventi e non, e da questo lavoro di studio ed analisi sono nati dei saggi critici riguardanti la letteratura romaní.
Si tratta di un analisi sui testi in lingua romanì nei diversi dialetti in cui si ramifica la romanì chib, la lingua romanì o romanès, la lingua di tutte le comunità appartenenti alla popolazione romanì, una popolazione indo-ariana che treae origine dalle regioni a Nord-Ovest dell’India (Punjab, Rajasthan, Valle del Sindh, Pakisthan).
Il progetto editoriale “O romanò gi” porta all'attenzione del lettore i commenti, le analisi, le critiche delle opere di autori rom, sinti, kalè, manouches, romanichels viventi e non.
Un progetto editoriale ambizioso, originale ed innovativo per la diffusione della conoscenza della cultura e la lingua romanì.
Un progetto editoriale dal costo sostenibile per la sua realizzazione, avendo già raccolto e sistemato il materiale, e che vogliamo realizzare con il sostegno volontario di tutti coloro che credono nell'interculturalità.
I sostenitori di questo progetto editoriale saranno mensionati nell'operra, che riceveranno in omaggio. Contributi a sostegno di questa iniziativa possono essere inviati al codice IBAN: IT 20 O 05387 03204 000001892874intestato a Federazione romanì, causale: Progetto editoriale. Per informazioni inviare email a: federazioneromani@libero.it
La letteratura romanì
La letteratura romaní, in modo particolare la poesia, è piena di singolari bellezze primitive, di delicato calore umano, di rara fantasia selvaggia che non si può misurare in nessun altro metro se non nella lingua romaní stessa.
La letteratura romaní è lo specchio fedelissimo del sentimento di un popolo oppresso nell'anima la cui voce si eleva al cielo per chiedere giustizia.
Le diverse varianti della stessa lingua rappresentano la ricchezza culturale di un popolo che ha saputo conservare, nel tempo e nello spazio, i suoi tratti essenziali traendo linfa dall’ambiente circostanze e dagli scambi artistici, culturali e linguistici con i popoli che via via ha incontrato lungo il viaggio dalle regioni indiane fino all’Occidente passando per la Persia, l’Armenia e l’Impero Bizantino e attraverso le disumane deportazioni con i popoli delle Americhe e dell’ Australia.
Questi saggi permettono di penetrare “O Romano Gi”, l’anima dei Rom, Sinti, Kale, Manouches e Romanichals, i cinque grandi gruppi che con le loro infinite comunità costituiscono di fatto la nazione romanì senza Stato e senza territorio dove i confini sono rappresentati proprio dall’estensione sui cinque Continenti della lingua romanì.
Bronislawa Wajs detta “Papùshka” è una figura mitica nel moderno panorama letterario romanó.
Nacque in Polonia nel 1910 in una famiglia girovaga.
Papùshka rappresenta per la letteratura romaní quello che il grande Django (Jean Baptiste Reinhardt) rappresenta per la musica: un’artista autodidatta straordinariamente geniale, capace di lasciare agli uomini un’enorme ricchezza umana e culturale, prima che artistica.
Papùshka fu una grande risorsa di forza e di speranza per i Rom durante la II° guerra Mondiale. Profondamente toccante è la poesia “Lacrime di Sangue” composta per le vittime del folle genocidio romanó ad opera dei nazi-fascisti.
Le sue opere, racchiuse in una trentina di collezioni, furono raccolte e pubblicate per la prima volta nel 1956 col titolo Canto diPapùshka dallo scrittore polacco Jerzy Ficowski in versione bilingue Romaní-Polacco.
La sua produzione artistica è essenzialmente legata alla sua esistenza e al legame con la natura, alla sua romanipé.
Il suo pensiero fu originariamente interpolato e manipolato da Ficowski tanto che fu isolata dalla sua comunità. Delusa e amareggiata, Papùshka brucishk parte dei suoi componimenti letterari.
Visse gli ultimi anni di vita malata e sola, morì nel febbraio del 1987. Dalla sua storia personale lo scrittore Colum McCann ha tratto ispirazione per il romanzo Zoli edito in Italia dalla Rizzoli nel 2007.
John Bunyan (1618-1688) è autore del famoso The Pilgrim's Progress, un classico della letteratura inglese ed era un Romanichal.
L’uso scritto della lingua romaní, tramandato per dieci secoli e fino a pochi decenni fa solo oralmente, è un dato importante: la forte e sicura presa di coscienza porta gli scrittori Rom, Sinti, Manouches, Romanichals e Kalé a cercare il posto che gli compete nelle moderne società rifiutando lo storico e riduttivo ruolo di “liberi emarginati”, quale riflesso delle politiche di annientamento della cultura romaní.
Sono loro i pionieri eroici della possibilità di esistere senza dover essere né assimilati, né emarginati, ma soggetti attivi e liberi di esprimere le proprie specificità culturali in seno alle società ospitanti.
Lo scrittore romanó si affaccia sulla pagina a specchiarsi ed è proprio il netto contrasto fra le immagini negative stereotipate esterne e la propria interiorità che provoca incertezza e sbalordimento, ma al tempo stesso determina una maggiore presa di coscienza della propria identità.
E l’ostinata ricerca d’identità è al tempo stesso ricerca di una mitologia romaní.
Allo specchio della pagina gli stessi letterati chiedono di più di un fedele riflesso.
Su di essa si affacciano desideri inespressi, preghiere, incantesimi, volontà di partecipazione che trovano realizzazione nella parola.
Ogni pagina, ogni poesia è un diario, una trascrizione di vita, un’epitome di esperienze vissute.
Pur nelle loro differenze stilistiche e contenutistiche nella letteratura romanì si possono rimarcare delle caratteristiche costanti come:
l’immediatezza, dovuta alla necessità di stabilire un punto di contatto con gli altri per comunicare;
l’essenzialità del linguaggio, per essere sicuri di non essere fraintesi e per eliminare la frustrazione di non essere capiti;
la spontaneità, per sottolineare le proprie buone intenzioni;
la semplicità, in cui si riflette la desolazione della realtà circostante e il proprio sereno distacco;
l’uso di ritmi e musicalità, dovuti all’esigenza di rilevare un’emozione direttamente.
Le opere romanès paiono dar luogo ad una lunga ed ordinaria conversazione per rompere il mortale silenzio, per scacciare la solitudine causata dalla mancanza di comunicazione.
Sono prodotti artistici vivi, genuini, spontanei con una profonda considerazione dei valori umani, soprattutto l’amore per la vita è grande nonostante le sofferenze e le incomprensioni.
I temi sono quelli che riguardano l’uomo universalmente, come ad indicare che esiste un solo essere, quello umano, seppur con tante diverse culture.
La pioggia è simbolo di pensieri e di emozioni nascosti.
Le stelle rappresentano il subconscio, ma anche un barlume di luce in un mondo ottuso e oscuro.
La ricchezza della cultura romaní consiste proprio nella multipla capacità di espressione e nelle varianti linguistiche maturate in differenti regioni del mondo che esprimono la medesima comune sensibilità in sfumature prismatiche.
La letteratura romaní, in modo particolare la poesia, è piena di singolari bellezze primitive, di delicato calore umano, di rara fantasia selvaggia che non si pushk misurare in nessun altro metro se non nella lingua romaní stessa.
L'anelito supremo ad armonizzarsi e ad identificarsi con la natura libera il poeta da qualsiasi asservilismo materialistico riportando così l'animo umano al candore primitivo.
Ogni membro appartenente alla comunità romaní è figlio del dolore e dell’incomprensione, ogni poeta è cantore della sofferenza, ogni canto è un intenso lamento però mai disgiunto dalla speranza.
Forte è nel popolo romanó il senso del riscatto e della ribellione, dell'amore e della pace, della fratellanza e della libertà.
Neanche la morte è vista con orrore, ma piuttosto come un mezzo per esorcizzare gli eventi della vita.
La letteratura romaní è lo specchio fedelissimo del sentimento di un popolo oppresso nell'anima la cui voce si eleva al cielo per chiedere giustizia.
Federazione romani – il presidente Nazzareno Guarnieri
Federazione romanì sede legale: Via Altavilla Irpina n. 34 – 00177 ROMA codice fiscale 97322590585 - tel. E fax 0664829795 email: federazioneromani@libero.it Web: http://federazioneromani.wordpress.com Presidenza 3277393570 - Coordinamento 3331486005 - Segreteria 3483915709
"Sala della Pace" Palazzo Valentini - Provincia di Roma Via IV Novembre 119/A (Piazza Venezia)
25 maggio ore 17:00 PRESENTAZIONE DEL LIBRO "ZINGARE SPERICOLATE" di Vania Mancini
Edito da Sensibili alle Foglie
Proiezione del video "Cheja Celen" diretto da P. Grassini
Con l’autrice ne discuteranno: C. Guardiani: del Dipartimento Servizi Educativi e Scolastici del Comune
di Roma, T. D’Amico: Fotografo, Umiza H.: Portavoce del campo rom di MonteMario, Fiorella: Tassista, M. Brazzoduro: Docente Università La Sapienza, P.Perrini: Mediatore Interculturale, Docenti e studenti di alcune scuole di Monte Mario
Evento a sorpresa
Concluderà M. SMERIGLIO
Assessore Formazione e Lavoro della Provincia di Roma
SERATA ROM
Mercoledì 26 Maggio ore 19.30
Biblioteca Vaccheria Nardi
Via Grotta di Gregna 27 ROMA
Letture di favole e storie di vita dei Rom
a cura di Cristina Fazzi e Marisa Giampietro
Alla chitarra: Emanuele Maraschini
Intervengono:
prof. Marco Brazzoduro (Università "Sapienza" di Roma) Roberta Zaccagnini (Amnesty International -Coordinamento DESC ) Valerio Tursi (Presidente "ARCI Solidarietà") Carmen Rocco (Antica Sartoria Rom)
Esposizione degli abiti della Sartoria Rom
Proiezione di Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen (50') Regia di Laura Halilovic
La manifestazione è realizzata con il sostegno dell'Assessorato alle Politiche
Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma.
Per prenotazioni e informazioni, telefonare al 064073474 o al 3336625293 oppure
inviare un'email all'indirizzo
giovannialfonso@fastwebnet.it
"ad Auschwitz dove sono rimasti gli zingari,
la lacrima è scesa, la mano ha preso la penna,
per scrivere parole qualunque" RasimSejdic
Associazione Spazio Tempo
Biblioteca Vaccheria Nardi per la Solidarietà
Il Paesaggio umano e la memoria
Laboratorio autobiografico
Quando l'altrove è qui. Storie di vita e di migrazione
sabato 12 giugno 2010 alle ore 22.00 Centro Sociale Sos Fornace
Via San Martino 20 Rho, Milano
Le melodie raminghe del maestro Jovica Jovic tornano a far ballare la Fornace.
Assieme a lui sul palco anche i Gypsy sound System da Ginevra, un progetto
musicale che da più di cinque anni seduce un pubblico universale, da New York a
Melbourne, con musica folk, popolare, tzigana, meticcia e multiculturale.
Succedono strane cose a Milano, a volte anche piacevoli.
Piccola premessa, ieri mi telefona Ernesto Rossi, dicendo che oggi
(praticamente mentre sto scrivendo) partirà una sorta di
maratona letteraria dedicata a Cent'anni di solitudine. A dare il via, sarà
il sindaco, e questo procurava qualche prurito al buon Ernesto, che ricordava la
figura (totalmente positiva) del quasi immortale zingaro Melquíades.
Qui termino, non prima di consigliarvi una
breve citazione
che scrissi 5 anni fa di quel romanzo.
Qualche settimana fa abbiamo comunicato un progetto editoriale promosso e
deliberato dall’assemblea dei soci della Federazione romanì.
Un progetto ambizioso che si propone di promuovere la costituzione di una
Editoria romanì che, attraverso la valorizzazione delle professionalità rom e
sinte e di un comitato scientifico, diffonda la conoscenza diretta della cultura
e dell’arte romanì con la produzione di saggi di letteratura, antologie
letterarie, libri, storie, racconti, arte e cultura, ecc. fino alla
produzione e distribuzione periodica di una rivista romanì.
Una editoria romanì quale strumento pedagogico, educativo e divulgativo della
cultura e dell’arte romanì.
Lo scorso 28 Maggio l’assemblea dei soci ha definito il logo della Editoria
romanì (allegato), in corso di registrazione.
Il primo lavoro dell’editoria romanì "O romanò gi" (L’anima romanì) è in fase
avanzata di programmazione. Si tratta di un saggio di letteratura romanì per
portare all’attenzione del lettore i commenti, le analisi, le critiche delle
opere di autori rom, sinti, kalè, manousches, romanichels viventi e non. Un
analisi sui testi in lingua romanì nei diversi dialetti in cui si ramifica la
romanì chib o romanès.
L’opera "O romanò gi" è anche una strumento pedagogico che sarà utilizzato per
il corso di lingua romanès che inizierà a settembre 2010.
L’opera sara un formato A5 composta di circa 160 pagine.
Chiediamo agli amici del popolo romanò di sostenere questa iniziativa con un
contributo. I sostenitori saranno menzionati nell’opera che riceveranno copia in
omaggio.
Contributi possono essere inviati al codice IBAN: IT 20 O 05387 03204
000001892874 intestato a Federazione romanì, causale: "O romanò gi"
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