Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 16/04/2009 @ 09:01:53, in scuola, visitato 1773 volte)
Da
Czech_Roma
Prague Daily Monitor 10 Aprile 2009 - di Veronika Rodriguez
Un quarto delle scuole eliminano i bambini rom quando li trovano
difficili
Piuttosto che lottare con i giovani rom, gli insegnanti li trasferiscono in
scuole speciali.
Questa è la situazione in un quarto delle scuole ceche. I maestri spesso
resistono a lavorare con bambini problematici, siano bambini con handicap o
bambini romanì. I bambini nelle scuole sono ancora divisi in categorie: "bianchi
e sani" e gli "altri".
Classe ideale - solo bambini bianchi
Questo è quanto mostra un'estesa ricerca dell'agenzia GAC e di "Persone in
difficoltà". La ricerca condotta da "Persone in difficoltà" si basa su oltre 500
ore di interviste in 104 scuole in otto regioni del paese. Si focalizza su aree
con un'alta [percentuale di] popolazione rom. "Persone in difficoltà" ha
parlato con bambini, genitori, insegnanti e assistenti.
"Le scuole e i loro insegnanti ancora non si avvicinano in maniera paritaria
ai bambini con certi svantaggi," ha detto Zdeněk Svoboda di "Persone in
difficoltà".
La ricerca mostra che anche se alcune scuole stanno provando a lavorare con i
bambini romanì, altre tentano ancora di limitare il numero di bambini che
potrebbero richiedere attenzioni e cure maggiori. Bambini con handicap fisici o
mentali, stranieri e la soprattutto Rom cercano con difficoltà un posto nelle
scuole normali.
Inoltre l'alto numero di studenti nelle classi obbliga le scuole ad
introdurre limitazioni. A causa di ciò è impossibile offrire sufficiente
attenzione a quei bambini che ne hanno bisogno.
"Circa un terzo delle scuole è adatta ad accettare un'ampia gamma di
studenti con speciali esigenze educative. Abbiamo registrato una tendenza ad
eliminare i bambini che richiedono assistenza speciale o quelli che sono
difficili da gestire," ha detto Svoboda.
Un terzo dei bambini rom non frequenta la scuola normale
Più grandi d'età e di livello, meno bambini rom nelle classi. "La
possibilità di un bambino rom di rimanere nella classe che ha iniziato a
frequentare è del 50%" riporta lo studio della GAC.
I giovani rom lasciano i loro compagni di scuola soprattutto nel terzo e nel
quinto grado. Perciò molti genitori scelgono di iscrivere i loro figli
immediatamente in una scuola speciale. Su di un campione di 10, due ragazze e
tre ragazzi rom lasciano le scuole normali. Così un terzo di loro frequenta
altro delle scuole normali.
Superiori alla media ma vogliono essere cuochi
"Un quinto dei bambini romanì che hanno preso parte alla ricerca sono stati
ritenuti sopra la media dai loro insegnanti," ha notato il sociologo Ivan Gabal.
Sono spesso bambini che provengono da famiglie che parlano il ceco con uno
standard sopra la media.
Tuttavia, quasi nessuno di loro vuole essere dottore o avvocato. Quando il
sociologo ha chiesto ai bambini sui loro piani futuri, molti volevano diventare
cuoco. "Quella è la professione a cui la maggior parte è esposta nel suo
ambiente," ha detto Gabal.
Soltanto il 20% dei bambini rom nominano una professione che richiede
un'alta istruzione scolastica, e solo l'8% vorrebbe studiare all'università.
Il Ministero: è una corsa a lunga distanza
Le scuole non sono molto preparate ad accettare questi studenti. Solo il 35%
delle scuole assumono almeno un pedagogo speciale. Se c'è qualche problema, le
scuole tendono a rivolgersi alla polizia piuttosto che tentare di cooperare con
la famiglia.
"I Rom sono spesso percepiti come senza interesse nell'istruzione, che non
meritano fiducia e incapace di mantenere l'impegno. Gli intervistati vedono
queste caratteristiche come innate," ha detto Zdeněk Svoboda.
Nonostante tutto ciò, non rimprovera solamente gli insegnanti. "C'è bisogno
di interconnessione tra un numero di settori. I Ministeri dell'Istruzione, del
Lavoro e degli Affari Sociali dovrebbero lavorare assieme al cambiamento. Si
dovrebbero stabilire condizioni differenti," ha detto.
Il Ministro dell'Istruzione Ondřej Liška, vuole cambiare la situazione.
"Intendo creare le condizioni che potrebbero permettere di costruire una buona
scuola per tutti. Significa una scuola, in cui agli insegnanti siano offerte
buone condizioni per il loro lavoro e dove i bambini abbiano una buona
istruzione senza differenza di origine etnica," ha detto.
Translated with permission by the Prague Daily Monitor.
Di Fabrizio (del 16/04/2009 @ 09:39:08, in casa, visitato 1899 volte)
Ricevo da Tommaso Vitale
23 Aprile 2009
via Ampère, 2 Milano - MM2 fermata PIOLA, tram 23
EMERGENZA ROM?
Esperienze di ricerca su alcune baraccopoli italiane ed europee
Mentre nel campo della ricerca sociale si affinano e si diffondono
esperienze e metodi per indagare i complessi fenomeni associati al disagio
abitativo delle popolazioni Rom, il dibattito sulle politiche, in Italia e in
particolar modo a Milano, segnala lo scarto tra le misure securitarie e
repressive promosse dalle istituzioni e le istanze per un intervento ispirato ai
principi dell’integrazione sostenuto insieme da studiosi, ricercatori e
operatori del sociale. A partire dalla presentazione di alcune esperienze di
ricerca, il seminario intende offrire uno spazio di riflessione su questi temi
per stimolare un approccio diverso da quello dettato dalle logiche
dell'emergenza
Prima Parte - AULA U.2 Le condizioni abitative dei Rom nella ricerca
sociale
ore 9.30 introduzione
Anna Nufrio, Politecnico di Milano
Antonio Tosi, Politecnico di Milano
ore 10.00 presentazione
Il progetto EU - ROMA Una ricerca europea sulle condizioni abitative
dei Rom in Italia, Grecia, Romania e Regno Unito
Pietro Nunziante, Istituto Superiore di Design di Napoli
Alexander Valentino, Laboratorio Architettura Nomade
ore 11.30 dibattito Fare ricerca nelle baraccopoli: esperienze e metodi
a confronto coordina: Federica Verona
Antonio Tosi, Politecnico di Milano
Paolo Cottino, Politecnico di Milano
Pietro Nunziante, Istituto Superiore di Design di Napoli
Alexander Valentino, Laboratorio Architettura Nomade
Anna Rita Calabrò, Università di Pavia
Giovanni Semi, Università degli Studi di Milano
Giovanni La Varra, Politecnico di Milano
Seconda Parte - AULA GAMMA Dalla ricerca alle politiche per gli
insediamenti Rom
ore 14.30 presentazione "Favelas di Lombardia: la seconda indagine sugli
insediamenti Rom e Sinti" Una ricerca dell’Osservatorio regionale per
l’integrazione e la multietnicità
Maurizio Ambrosini, Università degli Studi di Milano
Antonio Tosi, Politecnico di Milano
Paolo Cottino, Politecnico di Milano
ore 16.00 dibattito L’intervento nei campi a Milano: discriminazione o
politiche dell’abitare? coordina: Gloria Pessina
Livio Neri, referente Lombardia ASGI - Associazione Studi Giuridici
sull’Immigrazione
Tommaso Vitale, Università Statale Milano Bicocca
Maurizio Pagani, Opera Nomadi Milano
Massimo Mapelli, Casa della Carità, Milano
Marco Trezzi, Caritas Ambrosiana
ore 17.00 proiezione Il film: "Via San Dionigi, 93: storia di un campo
rom" (2007)
Introduzione a cura dei registi
Tonino Curagi e Anna Gorio
a cura di
Anna Nufrio
Antonio Tosi e Paolo Cottino
con la collaborazione di
Giovanni La Varra
Valentina Gurgo
coordinamento
Gloria Pessina gloria.pessina@gmail.com
DiAP
Dipartimento di Architettura e Pianificazione
Politecnico di Milano
via Bonardi 3
20133 Milano - Italia
Laboratorio di Cooperazione allo Sviluppo
Il volume "Favelas di Lombardia"
è scaricabile dal sito: www.ismu.org/orim
Di Fabrizio (del 16/04/2009 @ 09:51:58, in Italia, visitato 1619 volte)
Segnalazione di Tom
Welschen
Tor Sapienza, "No allo sgombero etnico"
Un gruppo di cittadini di Tor Sapienza sta protestando contro lo sgombero di
un piccolo insediamento di rom rumeni in via Massimo Campigli nel VII municipio.
I cittadini, in tutto una decina, per la maggior parte donne e operai del
quartiere, sono fermi davanti al piccolo insediamento con cartelli che dicono
"No allo sgombero etnico".
"Queste persone, in tutto 13-14 persone con bambini piccoli, non ci hanno mai
dato fastidio - dice Irma Vari una delle cittadine scese in piazza contro lo
sgombero - non è possibile che vengano sgomberati senza una soluzione
alternativa".
Il piccolo campo doveva essere sgomberato il 7 aprile scorso ma, spiegano i
manifestanti, sono state raccolte una ventina di firme nel quartiere ("comprese
quelle della farmacia e del tabaccaio", specifica la signora Vari) e una lettera
è stata inviata al sindaco Alemanno contro il provvedimento.
"Sabato scorso sono venute le forze dell'ordine e i militari con i cani per lo
sgombero - continua la donna - ci siamo opposti perché non è giusto. Gli
abitanti del campo sono brave persone, mai un furto subito dal quartiere, né
fuochi anzi, loro mandano i loro bambini a scuola e qui nessuno subisce fastidi
da loro".
Questa mattina doveva avvenire lo sgombero ma ancora non si è visto nessuno,
dicono i manifestanti. Tra gli abitanti dell'insediamento c'è anche un anziano
italiano che riceve la "minima" di pensione
(15 aprile 2009)
Il 18 Aprile l'Alexian group si esibirà in concerto a Roma presso Piazza
Dei Tribuni a partire dalle ore 21.00
Il concerto si svolge nell’ambito della manifestazione "Q44" (per commemorare le
44 vittime del rastrellamento nazifascista al Quadraro, avvenuto il 17 aprile
del 1944) organizzato dal 10° Municipio di Roma in collaborazione con
l’Associazione Culturale Romà Onlus.
Nel programma dell’evento è previsto il concerto degli Avion Travel che si
svolgerà venerdì 17 aprile a partire dalle ore 22.
E la settima edizione di un evento che si sviluppa intorno a iniziative
culturali e spettacoli, che il Municipio organizza in occasione
dell’anniversario del rastrellamento.
In occasione del concerto il gruppo presenterà in anteprima nazionale il nuovo
Cd dal titolo "Me pase ko Murdevèle – Io ac-Canto a Dio" prodotto e
distribuito a livello internazionale dalla Compagnia Nuove Indie. Il Cd contiene
undici brani religiosi in cui si evidenzia la spiritualità delle diverse
comunità Romanes che professano religioni diverse fra loro ma uniti dalla stessa
cultura e dalla stessa filosofia di vita .
Il cd è presentato da Monsignor Carlo Ghidelli Arcivescovo di Lanciano-Ortona.
Il gruppo composto da Alexian Santino Spinelli (fisarmonica), Luciano Pannese (contrabasso),
Andrea Castelfranato (chitarra), Gennaro Spinelli percussioni), da anni ricerca
e valorizza la cultura musicale romaní. Il concerto non é altro che un percorso
musicale e canoro (in lingua romaní) attraverso gli stili musicali romanès, per
un viaggio ideale attraverso l'intimità della storia e della cultura Romanì
interpretata in maniera assolutamente originale.
Il leader del Gruppo Alexian Santino Spinelli, fisarmonicista e cantautore
conosciuto a livello internazionale per le sue numerosissime attività culturali,
ha già pubblicato cinque Compact Disc distribuiti a livello internazionale.
Per maggiori informazioni
http://www.alexian.it
tel 392 3577386
email giuliadirocco@fastwebnet.it
Da
Romanian_Roma
Associazione Donne Rom Rumene
Sos Colentina nr. 43, Bl.R-13, Sc.B,apt.83, sector 2 Bucuresti
Phone& fax : 021 688 53 85 ; 021 242 97 85
E-mail: dvioleta26@yahoo.com ;
officeromawomen@yahoo.com
www.romawomen.ro
Dichiarazione d'adesione
Oggi, 19 marzo 2009, le donne rom che hanno partecipato all'incontro
"Iniziative donne Rom", hanno concordato sulla fondazione del Club Donne Rom di
Bucarest, avendo come obiettivo lo scambio di opinioni, informazioni,
esperienze e conoscenze, allo scopo di migliorare lo status sociale delle donne
rom a Bucarest ed in Romania.
Come obiettivi specifici, le componenti del club vogliono indirizzarsi alle
seguenti questioni:
- Accesso ad istruzione di qualità
- Accesso ai servizi sociali e sanitari
- Accesso all'alloggio ed al mercato del lavoro
- Il ruolo delle donne rom nella famiglia e nella società
- Multipla identità delle donne
- Riconciliazione vita privata-lavoro
Il club si incontrerà mensilmente ogni giorno 25 del mese, alle 17.00 presso
il Clubul Florarilor – pasaj Obor,
Sector 2, Bucharest .
Il Club Donne Rom di Bucarest è aperto a tutte le donne rom interessate nello
sviluppo degli obiettivi sopra menzionati.
Per ulteriori informazioni, prego contattare Mrs. Violeta Dumitru - Coordonator AFRR
dvioleta26@yahoo.com ; phone: 0722640591.
Le fondatrici:
- Busuioc Florina
- Petre Floarea
- Bogatu Claudia
- Dobre Violeta
- Petre Ionela
- Dumitru Ioana Camelia
- Ioana Dorneanu
- Stan Simona
- Olteanu Catalina
- Scripcaru Nicoleta
- Dumitru Alexandra Alina
- Caruta Bianca
- Violeta Dumitru
- Isabela Mihalache
- Gergescu Maria
- Porojan Mariana
La lista rimane aperta a tutte le persone interessate.
Da
Hungarian_Roma
7/4/2009 Autore: DPA
Budapest – La casa di un politico rom ungherese è stata data alle fiamme
all’alba di Martedì, in quello che la polizia ritiene essere stato un attacco
mirato. Il fatto ha avuto luogo a Tatarszentgyorgy, un villaggio a circa 40
kilometri dalla capitale, già teatro lo scorso Febbraio di un brutale omicidio.
I vigili del fuoco hanno riferito che una stanza della casa di Lodia Horvath,
vice capo del Consiglio Rom locale, è stata completamente bruciata.
Al momento dell’incendio la casa era vuota: la Horvath stava prestando servizio
presso una postazione di sorveglianza della comunità rom locale, istituita dopo
l’omicidio di Febbraio.
La Horvath ha riferito all’agenzia nazionale per le notizie MTI che la comunità
rom nel suo villaggio vive in un clima di paura costante.
Peter Papp, capo dell’unità di polizia criminale investigativa della contea, ha
detto che i responsabili avrebbero utilizzato un qualche tipo di sostanza
infiammabile per appiccare l’incendio.
Le fiamme sono divampate a poche centinaia di metri dalla casa dove un padre rom
e suo figlio erano stati uccisi a colpi d’arma da fuoco in Febbraio, mentre
fuggivano dalla loro casa presumibilmente data alle fiamme dagli assassini
stessi.
Negli ultimi anni ci sono state oltre una dozzina di aggressioni con armi da
fuoco, bottiglie molotov ed altre armi di vario tipo in Ungheria contro case di
proprietà di Rom.
Di Sucar Drom (del 17/04/2009 @ 10:45:03, in blog, visitato 1725 volte)
Abruzzo, EveryOne: i Rom sono discriminati
Un’agenzia stampa, diffusa da IMGpress, riporta una grave accusa fatta dal
Gruppo EveryOne contro le autorità che stanno coadiuvando gli aiuti ...
Slovacchia, i poliziotti seviziano sei giovani rom, è polemica
La 38° Giornata internazionale dei Rom e dei Sinti è stata segnata in Slovacchia
dalla rivelazione sconvolgente delle sevizie imposte da alcuni poliziotti a sei
giovani rom, due dei quali appena 13enni. La triste vicenda è accaduta nel
commissariato di Kosice nell'est del ...
Ddl sicurezza, Governo battuto
Il governo è stato battuto stamani alla Camera sul decreto legge in materia di
sicurezza, quando è passato un emendamento dell'opposizione, grazie ad
alcuni voti della maggioranza, che sopprime una norma sugli immigrati fortemente
voluta dalla Lega Nord...
Rom e Sinti, nuova ordinanza di Berlusconi
Il 1 aprile 2009 il Presidente Berlusconi ha emesso l’ordinanza n. 3751
“ulteriori disposizioni urgenti di protezione civile dirette a fronteggiare lo
stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nel
territorio delle regioni Campania, Lazio e Lombardia”...
Rom e Sinti, superiamo i campi ghetto
Ieri era la Giornata mondiale di Rom e Sinti per ricordare che l'8 aprile del
1971 a Londra i Rom e i Sinti di tutto il mondo si sono riuniti in un congresso
mondiale ed è stato l'inizio di tante iniziative e di altri ...
8 aprile 2009, dichiarazione del Segretario generale del Consiglio d’Europa
“In ragione delle loro vicissitudini e del loro perpetuo sradicamento, i rom
costituiscono una minoranza svantaggiata e vulnerabile […] e pertanto
necessitano di una protezione particolare”...
Hillary Clinton: Europa, basta discriminazioni contro i Rom
Parole di impegno e un appello alla tolleranza sono stati pronunciati da Hillary
Clinton in difesa dei diritti delle popolazioni rom in Europa. Con un messaggio
video il segretario di stato american...
Grande Fratello 9, Ferdi è usato da Francesca?
Parole avvelenate, le pronuncia l'ex compagno di Francesca Fioretti sulla
relazione nata al «Grande Fratello 9» tra la bella napoletana e il giovane cuoco
di etnia rom, Ferdi. Per Gianni Sepe, fidanzato con la Fioretti...
Kosovo, accuse della BBC contro l'esercito di liberazione
''Anche l'esercito di liberazione del Kosovo è stato responsabile di gravi abusi
dei diritti umani'': è la conclusione di una inchiesta della Bbc di cui
riferisce il sito dell'emittente, nel quale vengono rivelate atrocità commesse
dall'Uck...
Reggio Emilia, denunciati i piromani razzisti
Hanno tra i 19 e i 21 anni, sono ragazzi normali e provenienti da famiglie senza
apparenti difficoltà. Hanno un lavoro stabile e vivono a Cella. Tre giovani con
un unico problema: come sconfiggere la noia di un martedì sera qualsiasi, magari
alla vigilia dell...
Il peso delle parole
Utilizzando un titolo di sicuro effetto, Il Padano oggi racconta gli episodi di
sciacallaggio e furto compiuti nei paesi e nei campi allestiti per i
terremotati, in Abruzzo....
Sono Niente
"The making of Sono Niente was a necessity. Fair documentation of the plight of
the Roma community in Italy was required to bring their urgent needs to the
greater world community, hopefully eliciting a swift and effective humanitarian
response...
Grande Fratello 9, questa sera la semifinale
Questa sera alle 21.10 su Canale 5 Alessia Marcuzzi darà il via alla semifinale
della nona edizione del Grande Fratello: come sempre la puntata sarà ricca di
sorprese, ma soprattutto vedremo chi, tr...
Pasqua di sangue, di dolore e di attacchi alla libertà di informazione
Fini definisce "indecente" la trasmissione di Anno Zero dedicata al terremoto e
Berlusconi afferma che la Rai ha sbagliato a permetterla. Prima di loro un folto
branco di pennivendoli ha azzannato ripetutamente Santoro accusandolo di licenza
di libertà, di stravolgimento della verità ...
"Genere e generazioni"...
L’"erranza" del pensiero nei luoghi delle diversità interetniche, di genere ed
intergenerazionali. Spazi e tempi di un processo storico “infinito”...
Sucar Drom si rinnova
L’associazione Sucar Drom, a conferma della sua strategia di rafforzare la
presenza sul web, ha chiesto all’Istituto di Cultura Sinta di presentare un
restyling completo di questo spazio web e degli altri due spazi web:
http://www.sucardrom.eu/, http://sucardrom.googlepages.com/home...
Pavia, abitare con i Rom e i Sinti
Abitare le città con i rom e i sinti si può. O meglio, si potrebbe: Tommaso
Vitale lo sostiene nel volume edito da Carocci “Politiche possibili. Abitare con
i rom e con i sinti”. Il libro sarà presentato oggi pomeriggio alle ore 14.00
alla Nave nella facoltà di Inge...
Milano, il documentario "via San Dionigi, 93"
È possibile parlare di «zingari» senza pregiudizi, evitando sia il pietismo sia
la condanna a priori? Sì. Lo dimostrano due registi milanesi, Tonino Curagi e
Anna Gorio, in «Via San Dionigi, 93». Prodotto d...
Belgrado, un posto al sole
Il 3 aprile, a Belgrado, è stato raso al suolo un insediamento rom nel quartiere
di Novi Beograd. Da allora la capitale serba ha conosciuto manifestazioni,
proteste ed eventi culturali che hanno segnato un momento particolare nel
rapporto tra la com...
Strasburgo, Commissario per i Diritti Umani perplesso sul decreto sicurezza
Oggi è stato reso pubblico il rapporto sull'Italia di Thomas Hammarberg,
Commissario per i diritti umani del Consiglio d'Europa.
Per Hammarberg "le autorità dovrebbero condannare in modo più fermo tutte le
manifestazioni di razzismo o di intolleranza e assicurare una applicazione
efficace delle legislazioni contro le discrim...
Hammarberg, si deve porre fine alla discriminazione e alla xenofobia
“Nonostante siano stati compiuti degli sforzi, permangono preoccupazioni per
quanto riguarda la situazione dei rom, le politiche e le pratiche in materia di
immigrazione e il mancato rispetto dei pr...
Treviso, la mostra fotografica “Zingari d'Italia”
Oggi sarà inaugurata la mostra fotografica "Zingari d'Italia" che rimarrà aperta
fino a sabato 23 maggio 2009, presso XYZ, spazio espositivo multidisciplinare
per le arti applicate, in via Inf...
Da
Roma_Daily_News
America.gov 7 Aprile 2009 I Rom in America di Carlos Aranaga Staff
Writer Diversi, una comunità di milioni valuta la sua identità culturale
John Nickels è un attivista rom di Wildwood, New Jersey,
che dice ciò che pensa sui pregiudizi contro gli Americani di origine rom
Washington - Nella Giornata Internazionale dei Rom, l'attenzione sarà
sull'Europa, dove il popolo rom è sopravvissuto a secoli di marginalizzazione e
persecuzione. Anche oggi i Rom europei chiedono parità sociale ed opportunità
economiche. Meno conosciuti sono i Rom USA, che l'Ufficio del Censimento
conta a poco più di un milione, dispersi negli USA, con gruppi presenti nel
Texas, in California e nel Midwest.
Il popolo rom traccia le sue origini nell'Europa orientale e centrale, ma è
stereotipato negativamente negli Stati Uniti ed in Europa, sempre più spesso dai
media popolari come "Zingari", con presunti comportamenti antisociali. I
preconcetti hanno portato al pregiudizio e alla profilatura etnica, incluso
leggi locali discriminatorie.
La Giornata Internazionale dei Rom celebra la cultura romanì ed aumenta la
consapevolezza delle tematiche affrontate dal popolo romanì. L'8 aprile è stato
scelto come ricorrenza annuale dal quarto Congresso Romani Mondiale, tenutosi in
Polonia nel 1990. Anche gli Stati Uniti in questo giorno chiamano al rispetto
dei diritti umani dei Rom.
Il professore Ian Hancock dell'Università del Texas ad Austin, preminente
studioso Rom americano, dice che nel nord America ci sono stati Rom dall'epoca
coloniale, quando piccoli numeri [di loro] vennero portati dalla Bretagna per
lavorare nelle piantagioni della Virginia, Barbados e Giamaica. Un numero più
grande di immigrati rom cominciò ad arrivare in America alla fine del XIX
secolo, spinti dalle guerre e dal tumulto sociale in Europa.
L'emigrazione continua a tutt'oggi, dice Hancock, lui stesso immigrato di
origine Romanichals, I Romanichals sono il ramo romanì che si trova nel Regno Unito.
Romanì è anche un termine usato per descrivere i dialetti usati da rami del
popolo rom. Il linguaggio è fortemente influenzato dalle lingue locali, cosa che
può rendere difficili per i Rom di differenti regioni comunicare tra di loro.
Per i Rom tradizionalisti, dice Hancock, preservare la propria distinta
identità culturale è una preoccupazione preminente, anche se forti correnti di
assimilazione spostano i giovani verso la più vasta corrente culturale, come per
altre minoranze etniche ed immigrati.
"C'è un conflitto di cultura, una paura di perdere la propria -Romani-tà- e di
cambiare, che non è bene," dice Hancock.
Nathan Mick è un Americano di discendenza rom, che ha lavorato a Capitol Hill,
ha rappresentato gli USA in sedute diplomatiche, ed ora è un funzionario di
sviluppo economico a Garrard County, Kentucky. Mick parla degli elementi comuni
della cultura rom condivisi dai Rom americani.
"C'è un senso di comunità nella cultura rom che ci spinge a stare assieme
vicini, all'interno di rapporti di famiglia strettamente tessuti, per cui non
c'è molta interazione tra le differenti comunità rom, che isolano gli
stranieri," dice Mick.
"Crescendo, non ero cosciente del tutto delle mie origini," dice Mick. "Mio
padre non è Rom, mia madre Romanichal. Sono cresciuto nel Nebraska e giravo con
loro d'estate. Solo nel periodo della scuola superiore ho imparato la
distinzione. Poi ho saputo dell'Europa, soprattutto l'Olocausto."
Durante la II guerra mondiale oltre 700.000 Rom perirono nel genocidio nazista.
Un gruppo USA attivamente impegnato nel cambiare le vite dei Rom è The Voice of
Roma, a Sebastopoli, California, gruppo non-profit con un collegamento speciale
ai Rom che vivono come persone disperse in Kosovo. The Voice of Roma ha un
ufficio in Kosovo per implementare lo sviluppo economico, progetti umanitari ed
educativi. Negli Stati Uniti, il gruppo presenta arti e tradizioni culturali
romanì in una maniera che contrasta tanto gli stereotipi romantici che quelli
negativi.
Petra Gelbart, nata nell'odierna Repubblica Ceca, etnomusicologa ad Harvard e
volontaria presso Voice of Roma, che si focalizza sulle questioni femminili, ha
radici nei gruppi rom tedeschi, slovacchi, e ceco-moravi.
"Intendiamo aiutarli ad ottenere più voce e intervento riguardo l'attività
economica, istruzione e condizioni migliori nella comunità," dice Gelbart.
Il progetto del gruppo "Fili che Ci Connettono" aiuta i Rom a creare tessuti per
renderli più autosufficienti.
The Voice of Roma organizza tutto l'anno eventi culturali. "Canto e suono la
fisarmonica," dice Gelbart, che si esibirà a maggio. Per la Giornata
Internazionale dei Rom 2009, sono in programma concerti, laboratori di danza,
discussioni e festival del cibo rom, nelle sedi di Los Angeles, San Francisco ed
Arcata, in California settentrionale.
Secondo Sani Rifati, presidente di Voice of Roma, l'impatto della loro azione
culturale è stato "incredibile".
"Uscire nelle scuole di ogni grado e nei college vale realmente la pena. Gli
stereotipi culturali che sono lì di fuori stanno davvero paralizzandoci. Tutto
ciò aiuta."
Anche se alcune affermazioni possono non piacere (o sono di difficile
condivisione), l'articolo ha diversi spunti interessanti, nel tratteggiare
quella che può essere definita la "memoria nomade" collettiva. Che è anche il
limite dello scritto, date che ogni popolazione ha avuto un passato nomade e col
tempo si è evoluta con differenze notevoli.
Il portale dei giovani della pace giovedì 16 aprile 2009
Renato Rosso ama comunicare e condividere le sue esperienze, e, partendo
da esse, riflettere sul nostro quotidiano. Questa volta lo fa con "storie
parallele" di popoli zingari, quelli che abitano Paesi lontani, terre di antica
origine, e quelli insediati in Europa, in Italia.
Renato Rosso: 36 anni di missione itinerante (Bangladesh, India, Filippine,
Brasile, Italia…) al servizio di comunità diverse dell’universo zingaro. Un
inconsueto tipo di presenza, non sempre stabile, ma che ha costruito, con tempo
e fatica, una Chiesa in realtà che senza di lui forse non sarebbero mai state
raggiunte. Presenza di crescita umana e spirituale in comunità non cristiane;
soprattutto animando scuole - sovente itineranti su barche, o nei pascoli… -
disegnate sul modello di vita degli alunni. Suscitando energie, formando persone
che finora hanno assicurato non solo continuità ma anche crescita delle
iniziative, grazie alla loro testimonianza.
Ha senso guardare in parallelo le civiltà nomadi che tu incontri in Asia e
quelle dei Balcani, dell’Italia e di altri Paesi?
Io parlerei di nomadi nel mondo. Inclusi i nostri, qui in Italia, tutti
partono dall’India nord occidentale, 700-800 anni fa. In Grecia li troviamo già
nel 1300 e nel 1400-1420 in Italia; pochi anni dopo in Francia, in Spagna e in
breve in tutta Europa.
Ancora prima, nel 1700 a.c., nasceva la cultura nomade beduina in Arabia,
allargandosi poi nel Nord Africa e fino all’Afghanistan, all’India.
La sedentarizzazione inizia più o meno 12.000 anni fa, ma nell’Asia poco tempo
fa. Alcune frange sono rimaste nomadi, e sono quelle che noi incontriamo oggi.
Personalmente, ho elencato 440 di questi gruppi, nomadi o seminomadi, nel
subcontinente indiano.
Esistono similitudini tra zingari europei e zingari del subcontinente indiano?
Sono molto simili. È il tipo di vita che crea il loro modo di essere: il vivere
sotto il cielo, il contatto con la natura. Cambiano il modo di vestire, le
lingue. Però il modo di pensare, di fare politica all’interno del gruppo, di
relazionarsi con gli altri sostanzialmente è simile.
Per esempio il gruppo - una quindicina di famiglie - si difende con un capo,
eletto e che ha l’ultima parola; hanno un tribunale loro, con avvocati e giudici
eletti. Non fanno riferimento alle autorità locali. È interessante il fatto che
nel loro vivere la politica presentano una democrazia diversa, non riferita ad
un’ideologia. Il segreto è considerare ogni membro del gruppo come uno della mia
famiglia.
Di questa cultura, conosciuta solo attraverso pregiudizi, quali sono secondo
te i valori importanti?
Il valore centrale è la famiglia, la loro ricchezza sono i figli. Non hanno
altro. In Europa come in Bangladesh, quando uno ha sbagliato viene giudicato ed
eventualmente punito, sempre però tenendo conto che potrebbe essere mio figlio,
mio fratello. Ci si relaziona con una persona e la sua storia, non con un
numero. Pensa quale rivoluzione!
Ci sono altri aspetti interessanti, come la possibilità di fare scelte meno
dipendenti da norme formali. Ovviamente l’istinto è anche un limite: promuovere
la scuola per loro è proprio lavorare su questo. Anche la religiosità è un
valore cui danno grande importanza. Con la nostra presenza cerchiamo proprio di
arricchire tutti questi elementi.
Che tipo di rapporto vive il nomade con la società che lo circonda?
Rimangono minoranze. Uno zingaro in Italia è visibilmente diverso da chi vive in
una casa.
Anche se, in tutto il mondo, la casa non è la roulotte, la carovana o la tenda:
la casa è l’accampamento. Dove tutti vivono e i bambini sono educati al ritmo
del gruppo, dal gruppo intero. La famiglia nucleare esiste, però è nel gruppo
che si decide, per esempio, di mandare i bambini a scuola; papà e mamma
potrebbero arrivarci un po’ prima, ma dovranno aspettare il gruppo. È sempre il
gruppo che deve essere motivato e non un singolo.
Sia qui che in India poi - benché in India la gente comune dei villaggi possa
essere più povera degli zingari - lo zingaro è una persona di cui si ha paura.
Perché è nomade, e non sai da dove viene e dove va.
Solo timore, non fascino?
Anche, le due cose si mescolano. Per esempio, gli zingari la sera si riuniscono
e cantano, danzano; questo crea un certo fascino, ma il timore e il disprezzo
restano.
Molte volte anche da parte di chi, zingaro, si è sedentarizzato. Uno dei motivi
è l’assenza del concetto di proprietà privata, che rende liberi nel rubare. Cosa
che in Asia è rarissima: c’è poco da rubare, i ricchi sono pochi e si difendono
molto bene; e normalmente i nomadi lavorano tutti. Qui in Europa la situazione è
diversa. In passato procurarsi il sostentamento non era difficile, incluso
razziare qualche gallina… Poi la società è cambiata, le esigenze anche e le
piccole delinquenze sono diventate organizzate; oggi abbiamo anche in mezzo a
loro una criminalità pesante.
Non c’è più uno spazio economico per un’attività tradizionale. Occorre avere
altre capacità…
Certo. È già accaduto in Asia, ma in Europa è stato appunto diverso. Nel
polverone riguardo al mondo zingaro in Italia, parte del problema è però
aggravato da una corruzione che ci riguarda. Ci sono avvocati che lucrano su di
loro. Se qualche anno fa con 5 milioni di lire si faceva un processo, oggi si
chiedono 100 o 150mila euro. In qualche modo si è detto loro: non è importante
essere onesti o disonesti, rubare o non rubare, ma avere tanti soldi per
risolvere i problemi. Se rubi poco, rimani in prigione.
Il rischio è che il resto della società pensi che gli zingari sono i nemici, e
che loro pensino che il resto della società è il nemico. È un cane che si morde
la coda. Gli zingari arrivano da noi con una certa ingenuità, con una
fisarmonica, un bicchiere di plastica, girando sotto le finestre, suonando. Però
poi lentamente sono assorbiti dalla criminalità organizzata, per la quale più
sono meglio è. A volte sento dire: "Io non voglio, ma cosa faccio? Mi
obbligano".
Moltissimi Sinti e Rom per fortuna lavorano: da trent’anni a questa parte sono
entrati nei Luna Park e nei circhi. Un lavoro pesante ma dignitoso. Ultimamente
hanno anche altre attività, come paninoteche ambulanti, bar… una Sinta era
entrata giovane al mattatoio di Torino: ora avrà trent’anni ed è capo reparto,
per la sua intelligenza, per la sua onestà, per la sua capacità.
Chi lavora si sedentarizza?
Vivono nel campo, nella roulotte con gli altri, ovviamente una vita sedentaria
perché chi ha un lavoro fisso non può spostarsi. Intanto i loro parenti e gli
altri svolgono altre attività, qualcuno non ne fa nessuna… c’è di tutto.
Uno dei problemi, oggi, é l’arrivo di nuovi gruppi dall’est. Secondo me l’unica
via d’uscita è che anche noi italiani decidiamo di diventare una nazione più
onesta. Una nazione davvero fondata sul lavoro, dove chi non lavora non mangia.
Dove chiunque, se ruba o delinque, è punito, in proporzione alla gravità del
fatto, senza scappatoie.
Tanti di noi sono consapevoli di vivere in una società dove esiste una cultura
mafiosa, ma scelgono la legalità.
Penso sia più alta nel mondo degli zingari la parte delle persone che dicono:
comincio io. Solo in Piemonte, sono alcune centinaia, negli ultimi due anni,
quelli che sono entrati nel mondo del lavoro, dopo le migliaia già assorbite dal
mondo dei luna park. Persone che si sono rifiutate di entrare nella criminalità.
Ricordo un papà con due figli a Milano, coinvolto nella criminalità, che ha
fatto di tutto perché i figli non facessero la sua stessa vita. Ha cercato di
dare un lavoro a entrambi. Con un figlio è riuscito, con il secondo no. A
Torino, due anni fa, c’è stata una catechesi all’interno dell’accampamento,
tenuta da una catechista Sinta: questo papà tutte le settimane veniva con un
figlio. Voleva salvarne almeno uno e ha cercato di offrirgli anche una fede che
lo potesse aiutare, dei valori. Persone così non sono una minoranza.
Che prospettive vedi per lo stile di vita nomade?
Non ho mai chiesto a uno zingaro nomade di sedentarizzarsi, né a uno che vuole
sedentarizzarsi di continuare ad essere nomade. Penso che il compito di un
operatore responsabile sia stare accanto a questi fratelli. Noi da tempo
forniamo la scuola come elemento aggiuntivo: saranno poi loro a decidere come
utilizzarlo. Ci sono bambini che quattordici anni fa hanno iniziato in
Bangladesh, in India con le nostre scuole mobili, nell’accampamento, sotto le
tende, sotto gli alberi, in maniera del tutto informale. Dopo un paio d’anni
sono andati da parenti, per continuare alla scuola pubblica. Sono diventati
insegnanti e adesso sono tornati nell’accampamento e fanno scuola agli altri
bambini, continuando ad essere nomadi.
Arricchiscono la comunità…
Certo, una grande ricchezza. Altri invece sono andati a scuola e non sono
tornati alla vita nomade. La scelta è loro. Noi offriamo mezzi di sviluppo per
poter fare qualche passo in più, se lo desiderano. Io penso che abbia un senso
la vita nomade, come ha un senso la vita sedentaria, salvo che si voglia fare
violenza su questa umanità e creare una cultura unica.
Cent’anni fa Francesco Predari, autore del primo testo italiano interamente
dedicato al tema, diceva: "Se qualcheduno volesse conoscere un poco la cultura
zingara, cerchi di farlo in fretta, perché entro pochi anni spariranno e fra
cento anni non ci sarà nemmeno più il ricordo di questo gruppo etnico". Cento
anni sono trascorsi, e gli zingari sono molti più di allora: in Italia si parla
di 80.000, oltre all’ultima ondata di rumeni. A Torino soltanto in questi ultimi
due anni ne sono arrivati 2.500.
Cos’è la speranza per il futuro di uno zingaro?
Il mondo zingaro non ha prospettive di lungo periodo, pensa a sistemare i suoi
figli oggi, adesso. Non c’è una percezione vera e propria del senso della
storia. È una scelta di vita che porta con sè una percezione completamente
diversa di molte cose.
intervista di Mauro Palombo
foto di Toni Gortz
da
Nuovo Progetto dicembre 2008
Vedi la scheda "Bangladesh, scuole itineranti" dedicata alla collaborazione
tra il Sermig e don Renato Rosso.
Di Fabrizio (del 19/04/2009 @ 08:55:01, in blog, visitato 1509 volte)
Sono su
Facebook dall'inizio di settembre scorso. Lo trovo un ottimo
strumento di supporto per questo blog.
Pian piano, sto ricreando lì la rete di contatti che hanno contribuito alla
crescita di Mahalla. Oppure trovo persone di cui non sospettavo l'esistenza che
invece conoscono bene questo sito o gli argomenti che tratto.
Tra i tanti, recentemente ho ritrovato Kristína Magdolenová, fondatrice della
Roma Press Agency e di
Rómovia,
che forniscono notizie (anche in inglese) sui
Rom di Slovacchia, politica,
diritti civili. E' anche animatrice del gruppo FB sul Roma Media Centre.
Una scoperta di qualche giorno fa: Giovanni De Cecco, un pianista italiano
che sa coniugare musica rumena, klezmer/rom e classica. E' anche su Myspace,
dove potete averne un
assaggio.
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