Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 18/05/2008 @ 09:47:42, in sport, visitato 1777 volte)
(14/05/2008) - Il pregiudizio che colpisce il popolo Rom in Italia rischia di
degenerare in un'indiscriminata caccia all'uomo. A Napoli si verificano continue
aggressioni nei confronti di Rom. Una baracca di via Malibran è stata data alle
fiamme da una banda di razzisti e i 13 occupanti, sei adulti e sette bambini,
fra cui due neonati, hanno riportato ustioni e rischiato di morire bruciati. A
Ponticelli giovani armati di spranghe hanno aggredito alcuni Rom romeni. In via
Argine, inseguimento di bambini Rom da parte di razzisti che nascondevano il
volto dietro sciarpe. L'ultimo episodio ha visto un bambino Rom di circa sei
anni aggredito da una ronda in piazzetta San Domenico, schiaffeggiato, insultato
e messo a forza sotto il getto di una fontana pubblica. Ma in tutta Italia, da
nord a sud, gli episodi di antiziganismo e violenza si susseguono, quasi sempre
ignorati dai media. "La Commissione europea deve intervenire con urgenza,"
affermano preoccupati i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo
Pegoraro e Dario Picciau "perché l'incitazione all'odio razziale a mezzo stampa
e le politiche razziali sono proibite espressamente da Direttive, Risoluzioni
europee e Carte dei Diritti degli individui e dei popoli. Abbiamo elementi
sufficienti per affermare che il caso della ragazzina Rom che avrebbe tentato di
rapire un bambino a Napoli è una messinscena, ma prima ancora del verdetto della
magistratura, politici e media hanno espresso un giudizio di condanna non solo
nei suoi confronti, ma in quelli di tutto il popolo zingaro. Da tempo il Gruppo
EveryOne mette in guardia l'opinione pubblica, la stampa e i politici onesti
contro il rischio di casi montati ad arte per seminare odio contro gli zingari e
aprire la strada a leggi razziali come il prossimo decreto sicurezza e le
famigerate 'commissioni Rom' che ricordano analoghe istituzioni naziste. Sono
provvedimenti illegittimi” continuano “che in sede Ue saranno stracciati in
mille pezzi”. Ma gli attivisti del Gruppo EveryOne lanciano l'allarme anche
riguardo ai rischi che in questo clima potrebbero riguardare anche i Rom e i
Sinti più famosi: "In questi giorni di follia xenofoba la rabbia degli italiani,
fomentata dalla propaganda, non risparmia nessuno. Abbiamo sentito un gruppo di
tifosi, probabilmente dell'area di estrema destra, lanciare proclami e minacce
di estrema gravità contro il fuoriclasse del Milan Andrea Pirlo, che è uno
zingaro Sinti, e nei confronti dei Rom dell'Inter Zlatan Ibrahimovic e Sinisa
Mihajlovic. 'Non vogliamo uno zingaro nel Milan. Non vogliamo zingari a Milano,'
dicevano, ma usando parole più volgari e pesanti. Abbiamo allertato le società
di calcio milanesi e le autorità di Milano e Parma, dove Milan e Inter
giocheranno l'ultima giornata di campionato, ma per evitare il diffondersi
dell'intolleranza razziale è necessario che i media comincino ad attenersi alle
norme internazionali che combattono il pregiudizio e l'incitazione all'odio
razziale".
Gruppo EveryOne
Di Fabrizio (del 19/05/2008 @ 09:31:07, in media, visitato 1887 volte)
Da
PoliticaBlog
16-05-08 Immediata dimostrazione che i fatti seguono le promesse. Ieri sera,
infatti, a Roma, i vigili urbani (?) hanno compiuto alle due di notte una
perquisizione al campo nomadi di via di salone, sulla via Collatina. C'era il
consueto armamentario già visto in tutti i films americani di genere. Torce
puntate in faccia, volti assonnati, lampeggianti sul tetto delle macchine e,
dulcis in fundo, uno straordinario spiegamento di operatori tv di quasi tutti i
tg esistenti oltre, naturalmente, a fotografi e giovani giornalisti elettrizzati
dal seguire una perquisizione in così grande stile.
Una cosa siamo in grado di rivelarvi, che la grande stampa non vi ha detto, Il
campo nomadi in questione è regolarmente autorizzato, è controllato una o due
volte a settimana, ha l'assistenza sanitaria e quella sociale.
Ecco allora spiegata la dimostrazione "muscolare" avvenuta in serata: era tutta
ad uso della tv.
Grande spreco di mezzi ma nessun rischio per chi eseguiva il controllo.
Allora vorrei fare mia una domanda che mi ha rivolto uno degli abitanti: " ma
che bisogno c'era di venire alle due di notte spaventando i bambini? Tanto
tutti sanno chi siamo." Già, che bisogno c'era? Santa ingenuità. Ma come farà il
nuovo sindaco a farvi vedere come vigila sulla vostra sicurezza? Usando la tv,
no? In quale altro modo pensavate?
Di Fabrizio (del 19/05/2008 @ 17:17:39, in Italia, visitato 1982 volte)
Ricevo da Maria Grazia Dicati
Da
RomSinti@Politica
Sabato 17 maggio e domenica 18 maggio a Mantova si sono riunite le
associazione aderenti al Comitato Rom e Sinti Insieme per la definizione dello
statuto e la elezione degli organi sociali. Hanno partecipato all'iniziativa n.
19 associazioni Rom e Sinte che hanno condiviso e sottoscritto la costituzione
giuridica di una federazione di associazioni denominata FEDERAZIONE ROM E
SINTI INSIEME con sede legale a Roma in Via Fanfulla da Lodi n.5,
deliberato l'approvazione dello statuto della federazione ed eletto gli organi
dirigenti della FEDERAZIONE ROM E SINTI INSIEME:
Presidente e legale rappresentante: Nazzareno Guarnieri
Vice Presidente: Radames Gabrielli
Vice Presidente: Demir Mustafa
Segretario: Graziano Halilovic
Tesoriere: Stojanovic Vojslav
Consiglieri: Casadio Davide, Torre Vladimiro, Eva Rizzin, Dijana Pavlovic
coordinatore del consiglio nazionale: Yuri Del Bar
Inoltre sono stati eletti gli organi di controllo e di garanzia:
il Collegio dei probiviri presieduto dal Prof. Marco Brazzoduro
il Collegio dei Sindaci Revisori presieduto dal Prof. Zoran Lapov
La FEDERAZIONE ROM E SINTI INSIEME e' la prima federazione di associazioni
Rom e Sinte in Italia, e le 19 associazioni aderenti (altre hanno gia' richiesto
di aderire) da otto regioni Italiane evidenzia una significativa partecipazione
attiva e rappresentativita' delle minoranze Rom e Sinte in Italia che il Governo
e le Istituzioni non possono continuare ad ignorare
Di Fabrizio (del 20/05/2008 @ 09:10:45, in media, visitato 2061 volte)
Su www.RomNews.com
(solo in inglese, tedesco e romanes, purtroppo) articoli e video sulla situazione
rom in Italia, mappe e informazioni dei campi di Roma (in formato PDF), contatti con i Rom nei campi in Italia
Ricevo da Luciano Muhlbauer
E' stato appena pubblicato il libro "Rom, un popolo – diritto a esistere e
deriva securitaria", edizioni Punto Rosso, che raccoglie numerosi interventi
e documenti relativi alla “questione rom” e al securitarismo imperante.
Considerata l’aria che tira, un libro da leggere e da far leggere e un'occasione
per discutere e organizzare iniziative. Insomma, ve lo consiglio. Se non lo
trovate nelle librerie, potere rivolgervi direttamente alle edizioni Punto
Rosso, in via G. Pepe, 14 a Milano (tel. 02.874324, edizioni@puntorosso.it,
www.puntorosso.it).
Sul blog
www.lucianomuhlbauer.it potete intanto leggere il mio intervento "La
politica della paura", che fa parte del libro.
un abbraccio
Luciano Muhlbauer
Di Fabrizio (del 20/05/2008 @ 13:26:01, in Europa, visitato 1405 volte)
Ricevo da Valery Novoselsky
OGGI il Parlamento Europeo sta discutendo la situazione Rom in Italia. E'
possibile seguire la diretta del dibattito in Internet:
COLLEGAMENTO
Di Fabrizio (del 21/05/2008 @ 08:50:45, in Italia, visitato 2615 volte)
CON PREGHIERA DI PUBBLICAZIONE SUL TUO BLOG
Carissimo,
ti mando il documento che abbiamo preparato per poter organizzare il
corteo di protesta a Roma in data 1 giugno 2008.
L'idea è realizzare un corteo pacifico con striscioni e musica perché
finalmente anche la voce della popolazione Romanì venga ascoltata.
Sono bene accetti tutti coloro i quali sono solidali con il popolo
Rom.
Per ora posso solo dire che ci raduneremo la mattina del 01 giugno a Roma
alla Stazione Termini e da li partirà il corteo che dovrebbe arrivare fino al
Quirinale e passare di fronte a tutti i più importanti "Luoghi del Potere".
Il percorso esatto verrà comunicato a breve, così come i dettagli. Noi
stiamo organizzando un pullman da Lanciano, voi potete organizzarlo dalla vostra
città.
Aderite numerosi.
Sastipé ta baxt!!
Daniela
FERMIAMO IL GENOCIDIO CULTURALE
Dopo l’ultimo delitto crudele della mistificazione e della calcolata
disinformazione non si può più restare in silenzio, occorre agire, questo
silenzio è assordante e colpevole.
C’è un’oscura connivenza tra una parte del giornalismo italiano, una parte delle
forze dell’ordine, una parte della politica italiana per giustificare
un’incivile repressione.
Il 1° Giugno le Associazioni Rom Italiane e le associazioni di
volontariato, gli artisti, gli intellettuali e le persone di buon senso
organizzano a Roma un corteo di protesta civile.
Aderite e fate aderire prima che sia troppo tardi!!
Occorre ribadire alcuni concetti che vengono mistificati,
Tutti credono che Rom siano solo stranieri.
Non è vero!, infatti l’80% dei Rom e Sinti che vivono in Italia sono
cittadini italiani
Tutti credono che i Rom sono nomadi.
Non è vero!, Infatti la maggior parte di quelli presenti sul territorio
italiano sono sedentari
Il campo nomadi è la soluzione ideale.
Non è vero!, Infatti i rom arrivati in Italia nei loro paesi di origine
avevano le case, il campo non è un tratto culturale della popolazione romanì, ma
un’imposizione dovuta alla non conoscenza.
Tutti credono che zingaro sia il nome di questo popolo.
Non è vero!, infatti il termine corretto è Rom.
La mistificazione che serve a giustificare i pogrom, la repressione, se continua
così i Rom in Italia faranno la fine dei Rom dei Balani che hanno subito la
pulizia etnica e sono stati utilizzati come scudi umani, o come sotto il regime
Nazifascista che ne ha sterminati oltre cinquecentomila.
Occorre ripristinare le convenzioni internazionali nei confronti dei Rom, il 70%
degli italiani sono razzisti nei confronti dei Rom, la carta dei diritti
dell’uomo in Italia per i Rom non vale.
Non abbiamo nulla se non il nostro coraggio!!
Protesta anche tu!
Invia la tua protesta al
Presidente della Repubblica ON. Giorgio Napolitano (https://servizi.quirinale.it/webmail/)
Capo del Governo On Silvio Berlusconi Presidenza del Consiglio dei ministri
Palazzo Chigi Piazza Colonna 370
00187 Roma - Italy tel. (+39) 0667791
Ministro degli Interni On. Maroni (DipartimentoAffariInternieTerritoriali@interno.it)
Ministro per le Pari Opportunità On. Carfagna (serep@pariopportunita.gov.it)
Giornalisti
I tuoi conoscenti,
La tua mailing list,
Il tuo blog
EVITIAMO UN SILENZIO INCIVILE, FAI SENTIRE LA TUA VOCE E PASSA PAROLA!!!
Per info e contatti:
tel: 0872 660099
cell. 340 6278489
http://www.alexian.it
Di Sucar Drom (del 21/05/2008 @ 11:02:19, in blog, visitato 1898 volte)
Milano, Penati fa dichiarazioni razziste
Botta-e-risposta tra Gian Valerio Lombardi e Filippo Penati (in foto) sul fronte
sempre più incandescente della cosiddetta emergenza rom. Perché il presidente
della Provincia salisse sulla stessa barricata eretta dalla Lega, che,
attraverso il neodeputato Matteo Salvini ha, nel pomeriggio, consegnato nel
pomer...
Venezia, no a isterismi xenofobi
“Attacchi biecamente strumentali, che dimostrano un isterismo xenofobo”. Così il
sindaco di Venezia Massimo Cacciari definisce le reazioni suscitate dalla
decisione della Giunta comunale di confermare la volontà di realizzare il nuovo
insediamento p...
Napoli, l'altro Stato
La notizia è che a Ponticelli si aspetta un finanziamento pubblico di sette
milioni, euro più euro meno; le attese dei cittadini sono enormi, il
Palaponticelli, un ipermercato, edilizia popolare, giardini. Il "p...
Firenze, non esiste un'emergenza rom
"Non esiste una emergenza legata ai campi nomadi abusivi, così come accade
invece in altre città come Roma, Milano o Napoli; questo anche grazie alle
politiche di progressivo smantellamento e riqua...
L'Italia è razzista (ma non si può dire)...
“I cittadini hanno il coraggio di fare quello che i politici non fanno”. Parola
di Umberto Bossi. Anche questa è una bufala. I cittadini fanno quello cui per
anni li ha istigati il partito razzista di Bossi, Moroni e ...
Ue gela l'Italia
Ci voleva la festa della polizia perché il ministro dell’interno Roberto Maroni
si rendesse conto che la retorica anti-rom avrebbe svegliato mostri. Nel
discorso tenuto a Piazza del popolo, davanti agli agenti, Maroni ha detto che
«bisogna evitare c...
La Russa lancia i minicampi
Maggiore severità contro i recidivi che commettono reati e l'eliminazione dei
campi rom, consentendo solo mini-campi, di dieci persone massimo. Queste le
proposte che il ministro della Difesa Ignazio La Ru...
Gli italiani sono razzisti e xenofobi nei confronti dei rom?
Gli italiani — e il loro governo — sono, almeno in qualche misura, razzisti e
xenofobi nei confronti dei rom? Se si pone la domanda in questi termini, la
risposta non può che essere negativa, in quanto è sempre sb...
Viktoria Mohacsi: attenta Italia, c'è un brutto clima e la situazione è orribile
"Attenzione, c'è un bruttissimo clima. Ricordiamoci cosa è successo negli anni
trenta in Europa. La mia relazione al Parlamento europeo su quello che ho visto
in Italia racconterà di questo clima. E sarà molto dura". Trentatré anni,
minuta, faccia da "gitana" è proprio il caso di dire, sguardo intenso, anche un
po' triste. S...
Provate ad immaginare...
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè
rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano
antipatici. Poi vennero a prendere gli omosessuali e fui sollevato perché mi
erano fastidiosi. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente
perchè non ero comunista. Un giorno vennero a prendere me e non c'era rimasto
nessuno a protestare. Bertolt Brecht Provate ad immaginare. Una person...
ASGI, bisogna reagire al clima di intolleranza
L’ASGI esprime la propria profonda preoccupazione e il suo sdegno per i
gravissimi episodi di violenza contro la popolazione Rom avvenuti a Napoli ed in
altre città. Da troppo tempo nel nostro Paese i Rom sono divenuti, in quanto
gruppo etnico-culturale,...
Memoria e censure su Rom e Sinti in Italia
Un'Italia in evidente crisi economica tira fuori dal cassetto i rom, un capro
espiatorio semplice da costruire, non ci saranno ambasciate che interverranno né
stati che minacceranno la chiusura di rapporti internazionali. Ricordiamoli
questi giorni di metà maggio, sono i Giorni della Memoria , quelli c...
Ue, il Parlamento discuterà sulla situazione dei Rom e dei Sinti in Italia
Il Parlamento europeo ha approvato oggi la richiesta del Pse di inserire
all'ordine del giorno della seduta di domani un dibattito sulla situazione dei
rom in Italia e in Europa. "Con 106 voti favorevoli, 100 contrari e 2
astensioni, l'Aula ha accolto la richiesta del Pse di ins...
Palermo, organizziamo la difesa dei Rom, qui e subito
Sabato 17 maggio si è svolto a Palermo, presso la Facoltà di Giurisprudenza, il
convegno “Verso una nuova pulizia etnica? Sicurezza e diritti del popolo...
Mohacsi, la realtà dei Rom in Italia è tra le peggiori in Europa
Situazioni di illegalità diffuse, mancanza di servizi igienici e di acqua
potabile, condizioni di sicurezza pubblica totalmente assenti, retate notturne:
la realtà dei rom in Italia è tra “le peggiori in Euro...
Roma, Alemanno non è l'uomo nero
Il sindaco di Roma Gianni Alemanno ieri ha dichiarato: «vengo dal Casilino 900,
dove questa mattina ho dato una prima occhiata alla situazione: venendo qui al
Circolo Canottieri Aniene mi sembra di passare da una città all'altra. Non ci
sono paro...
Watson, in Italia una cultura dell'impunità per i razzisti
Il capogruppo dell'Alleanza dei Democratici e Liberali per l'Europa, Graham
Watson, ritiene che in Italia si sia raggiunto verso le comunità di immigrati
«un livello di violenza inusuale», dovuto anche alla natura della recente
campagna elettorale che «ha portato avanti una cultura dell'impunità» per coloro
che attac...
Guarnieri: vogliamo incontrare il ministro Maroni
In Italia è nata la prima federazione di associazioni rom e sinte. Raggruppa
oltre 15mila persone. Sono 19 invece le associazioni di otto regioni italiane
(fra queste Lombardia, Toscana, Abruzzo, Lazio, Emilia Romagna) che ne fanno
parte. Il neo presidente della "Federazione Rom e Sinti Insieme", Nazza...
Italia, la mamma del cretino è sempre incinta
Tra un'ora il Parlamento europeo discuterà la questione sinta e rom, dopo i
gravi fatti italiani. Un parlamentare europeo, Luca Romagnoli (segretario del
Movimento Sociale Fiamma Tricolore) ha proposto la creazione di uno stato rom,
all’in...
Ue, nessuno vuole mettere sotto accusa il Governo Berlusconi
Nel Gruppo socialista, non c'è nessun intento “di fare del dibattito odierno a
Strasburgo sulla questione dei Rom un'occasione per mettere sotto accusa il
Governo Berlusconi”. Ad assicurarlo è il Presidente Martin Schulz...
Lettera aperta al Presidente Napolitano
Egregio Presidente, la nostra è una piccola associazione che offre il proprio
supporto, anche attraverso le metodologie della mediazione culturale, a circa
cinquemila famiglie sinte e rom (circa venticinquemila persone) nel Nord e nel
Centro Italia. Abbiamo ...
Ue, discussione parlamentare dopo i fatti di Napoli
Intervento durissimo di Viktoria Mohacsi sulla campagna elettorale condotta da
Silvio Berlusconi. La Mohacsi ha anche sottolineato l’inattività della Polizia
di Stato sui gravi fatti di Napoli. Richiamo duro al Minis...
Il Tg1 alimenta la xenofobia per oscurare il Parlamento europeo
L'ultima notizia di cronaca viene da Catania e il Tg1 di questa sera da ampio
spazio a un presunto tentativo di rapimento di una bambina da parte di due rom
ma la stessa Polizia è poco convinta dell’accusa. E’ grave il tentativo del Tg 1
di minimizzare le ...
L'Italia è persa... e l'Europa?
Oggi è chiaro, in Italia nei prossimi anni si attuerà una caccia al rom, al
sinto, al “nomade”, allo “zingaro”. Non vi possono essere più dubbi dopo che il
Parlamento europeo ha dibattuto sulla grave situazione italiana (pogrom,
violenze…) e i maggiori organi di informazione televisiva continuano
imperterriti a v...
Da
Info-Palestine
lundi 19 mai 2008
Marie Medina - BabelMed
I Gitani di Gerusalemme sono così poco numerosi che se ne conosce a
malapena l'esistenza. Di fronte all'analfabetismo ed alla discriminazione,
questa comunità ultra-minoritaria rischia a breve di perdere la propria cultura.
"Da qui a qualche anno, la cultura dom può sparire se non si fa niente per
proteggerla" si inquieta
Amoun Sleem, che dirige l'associazione Domaris: società dei gitani di
Gerusalemme.
Photo Zohar Mor
Settimana scorsa ha organizzato uno spettacolo di danze gitane: Ayameni
Goldeni (Quei belli occhi), a Gerusalemme e Tel Aviv. Qualche bambino zigano
vi ha fatto una breve apparizione ma nessuno degli artisti adulti in scena erano
dom: tre erano di origine americana, la quarta israeliana. "Non ci sono più
artisti professionisti nella comunità dom di Gerusalemme", ricorda Michaela
Harari, una delle quattro danzatrici.
Come la maggior parte della comunità, gli artisti sono emigrati in Giordania
al tempo della guerra dei Sei Giorni (1967). Restano oggi qualche musicista e
danzatore che vivono nella Striscia di Gaza e che, prima del blocco israeliano,
si produceva nei matrimoni in Egitto.
Secondo Amoun Sleem, si contano oggi 7.000 Dom in Israele e nei Territori
palestinesi , contro oltre 42.000 sull'altra riva del Giordano. Questa
immigrazione massiva s'è rivelata "dannosa per la cultura" di
Gerusalemme, rimarca.
"La danza ed il canto sono la nostra ricchezza" osserva Abdelhakim
Salim, mouktar (capo) della comunità dom di Gerusalemme, ricordando come il
divertimento è una delle maniere dei gitani per guadagnarsi il pane.
È del resto questo talento che sarebbe all'origine dell'emigrazione dei
gitani, secondo un resoconto che è fra le diverse - e contradittorie -
spiegazioni, teorie e leggende. Nel Libro dei Re (verso l'anno 1000), il poeta Firdousi narra che un sovrano persiano aveva invitato migliaia di artisti di una
tribù indiana a prodursi alla sua corte.
Abdelhakim Salim
Abdelhakim Salim racconta un'altra storia, quella di un ragazzo molto povero
che era cresciuto vicino ad un fiume ed aveva adottato un coccodrillo come
animale di compagnia. Un giorno, per mostrare ad un amico che aveva domato il
sauro, il giovane aveva messo la sua mano nella bocca dell'animale, che lo
divise. Morale: "la gente della nostra Comunità farebbe non importa cosa per
divertire la platea e guadagnarsi la vita", conclude il mouktar.
Dopo la Persia e la penisola arabica, dove sarebbero arrivati come anfitrioni
pubblici o valorosi guerrieri, secondo le diverse versioni, gli zigani hanno
proseguito la loro strada. Alla fine, alcuni hanno guadagnato la Palestina e
l'Africa del Nord (i Dom), altri hanno superato il Caucaso ed il Bosforo
per raggiungere l'Europa (i Rom). I primi sono diventati musulmani, i secondi
cristiani.
Le prime prove scritte della presenza dom a Gerusalemme risalgono al XIX
secolo. La Comunità si è resa sedentaria inizialmente fuori dalla Città Vecchia.
Ma oggi, vive principalmente dentro le mura, nella zona svantaggiata di Bab
Hutta. Secondo il centro sociale di Burj Al Luq Luq, 170 famiglie vi abitano,
composte da sette persone in media, con 700 dollari (450 euro) mensili per
focolare.
Molti adulti sono illetterati e numerosi allievi abbandonano la loro
scolarità in corso. "Molti nostri bambini sono per strada", deplora il
mouktar Abdelhakim Salim. Tre mattine alla settimana, Burj Al Luq Luq accoglie i
bambini da 7 a 15 anni che non vanno più a scuola; il 90% di loro è costituito
da Dom, indica Imad Jaouny, direttore esecutivo del centro sociale.
Quest'accoglienza, come pure le attività sportive (calcio, basket), tenta di
sottrarre i giovani "dalla cultura di strada", che li espone numerosi rischi,
fra cui la droga. La dipendenza è un problema che riguarda particolarmente la
Comunità dom, afferma Imad Jaouny.
Quando cercano lavoro, i membri della Comunità pagano il prezzo dei loro
studi accorciati, ma anche dei pregiudizi di cui sono oggetto. La parola araba
che designa un gitano, "nawar", è di solito utilizzata come un insulto.
La loro dignità ne non esce indenne. Rari sono coloro che rivendicano la loro
identità dom.
Tutti parlano l'arabo, pochi maneggiano il domari. La "nostra lingua non è
in buono stato ora", sottolinea Amoun Sleem. Gli oratori dom scivolano fino
a tre o quattro parole arabe per frase. La "nostra lingua può scomparire da
qui ad alcuni anni", si preoccupa il direttore della Società dei gitani di
Gerusalemme, che ha organizzato corsi di domari.
Anche le espressioni artistiche sono deprezzate. La musica, ad esempio.
"La gente la vede come musica al ribasso", rileva Amoun Sleem. "I dom
hanno vergogna a promuoverla".
"Stanno perdendo la loro cultura", nota la danzatrice Michaela Harari.
Per incoraggiare i bambini a riappropriarsi della loro cultura, la Società dei
gitani ha approntato dei corsi di danza. Sono frequentati da una mezza dozzina
di ragazze, dai 5 ai 12 anni. È questa piccola troupe che ha fatto una breve
comparsa in Ayameni Goldeni. Ha interpretato una danza chiamata El-Gazawi.
Come la maggior parte delle arti zigane, questa coreografia adotta un
elemento del folclore locale - in questo caso palestinese - e lo adatta
interamente instillandovi là uno stile proprio. Michaela Harari distingue due
particolarità della danza domari: schemi ritmici sofisticati, che sono forse
un'eredità indiana, e movimenti segnati delle anche, che si trova in tutte le
danze orientali.
Amoun Sleem auspica che i Dom trovino il loro orgoglio in questa cultura
della fusione, che sia con le arti o con l'artigianato. Poiché appaiono in
generale fra le comunità più povere, - infine, soprattutto le donne - hanno
sviluppato un certo talento per il riciclaggio. "Le donne hanno il regalo per
fabbricare qualcosa a partire da nulla", spiega senza scherzare il direttore
della Società dei gitani.
Le generazioni precedenti utilizzavano questo "savoir-faire" per decorare il
loro interno e fabbricare gioielli. Il centro domari situato a Shuafat, nel
sobborgo di Gerusalemme, incoraggia la nuova generazione a ricollegarsi a questa
tradizione. Le donne possono vendere le loro produzioni per migliorare i redditi
del loro focolare. Con pezzi di vecchi abiti, preparano ad esempio delle borse o
dei plaids in patchwork.
Un modo, ben modesto, di riparare una cultura che si sta perdendo.
Di Fabrizio (del 22/05/2008 @ 09:02:19, in Italia, visitato 1802 volte)
20 Maggio, 2008 Mi hanno raccontato di un giovane padre il cui bambino ha paura dell'uomo
nero. Il padre gli ha detto che non risulta a sua memoria un solo caso di uomo
nero, gli ha fatto vedere le statistiche: niente, il bambino ha ancora paura.
Chi non s'intenerirebbe a un bambino spaventato dall'uomo nero?
Purché una popolazione di milioni di adulti non pretenda di fare tenerezza anche
lei. La xenofobia, si dice, è la paura del diverso, dunque è qualcosa di
naturale. Chi non prova un'apprensione, una diffidenza, un' angoscia nei
confronti dello sconosciuto? Mah: non ci si crogioli troppo con le
etimologie. La xenofobia è anche l'invenzione del diverso, e il disprezzo,
l'avversione e la persecuzione del diverso. È a un passo dal razzismo, e spesso
quel passo l'ha fatto. Gli italiani non sono xenofobi, non sono razzisti? Ah,
Padre, non metterci alla prova, non indurci in tentazione. Nel dizionario dei
nostri luoghi correnti gli zingari sono associati da sempre al fuoco, al
lanciafiamme, ai forni. Figurarsi quando incenerire rifiuti urbani non si può,
rifiuti umani magari sì. Tutto in ordine: un commissario speciale ai rifiuti
urbani, uno agli umani. Speriamo che qualcuno segua la vicenda della ragazza
accusata di voler rubare una bambina a Ponticelli, fino a venirne a capo. Come
spiega il padre sull'uomo nero, abbiamo statistiche inesorabili che non
contemplano bambini rapiti da zingari: da altri italiani sì.
I sondaggi freschi danno i "musulmani" retrocessi al quarto posto, dopo zingari,
albanesi e romeni (è già tanto che distinguano fra rom e romeni). Ah, popolo
fanciullescamente volubile: abbiamo già declassato, per il momento, lo scontro
di civiltà. Davvero, dobbiamo preoccuparci di evocare a vanvera l'antisemitismo
dell'infanticidio rituale, la memoria dei pogrom? Mah: direi che sono altre le
parole che andrebbero risciacquate: sicurezza, per esempio, sinistra, per
esempio. O intere locuzioni, che non si ascoltano più senza ridere: radicarsi
nel territorio, per esempio. La Lega ha messo tutti in soggezione grazie alla
sua prova di Radicamento nel Territorio. Ma in una classifica neutrale della
materia c'erano, sia detto senza offesa, modelli più rigogliosi, non so, Hamas,
radicata nella striscia di Gaza, la camorra, la mafia, la `ndrangheta. Perfino
la democrazia, obbligata a ratificare gli esiti elettorali del radicamento nel
territorio, conosce le sue eccezioni, come negli scioglimenti prefettizi di
amministrazioni comunali dove si esagera col radicamento. Ci sono posti nei
quali viene da augurarsi un certo sradicamento dal territorio: guardate Roberto
Saviano, che ha scavato così a fondo alla ricerca delle radici da dover vivere
altrove, invidiato, minacciato e braccato. La Lega, quando si proclamò padana,
dichiarò stranieri tutti gli altri.
Non è piacevole dirlo, ma il succo delle elezioni sta in un'espulsione, un
rigetto della classe politica di centrosinistra dalla pancia del paese. Un caso
di rocambolesca xenofobia. Del resto la posta ultima della lotta politica fu
dall'antico questa: l'esilio degli altri. Bisogna pensarci, quando si pronuncia
la frase celebre: «Io me ne vado all'estero». Non lo prendete troppo per un
paradosso. Un segnale lo dava il linguaggio, che trattava all'ingrosso da
clandestini migranti stranieri e politica di centrosinistra: «Rimandiamoli a
casa» e vaffanculo. Nel caso di Veltroni, più precisamente: «Rimandiamolo in
Africa». Così disse Berlusconi, e questo fa somigliare la sbandierata cordialità
del suo dialogo attuale a una pratica di diplomazia estera. Lo ridico: non
prendetelo per uno scherzo. Il centrodestra non ha fatto granché, nel biennio
fra le due elezioni, per meritare il suo trionfo. Ha fatto tutto la coalizione
di governo, compresa la sua componente che fa le veci della destra, che si
trattasse, all'interno della maggioranza, di guidare una crociata sull'indulto
(sicché il centrodestra beneficiò doppiamente dell'indulto, per le modalità
convenienti che aveva dettato, e per il ripudio popolare del governo) o che si
tratti, all'interno dell'opposizione, di rivendicare la trasformazione
dell'immigrazione "clandestina"in reato penale, come vuole Di Pietro, forte di
quaranta parlamentari graziosamente regalati da un Pd sulla cui groppa piantare
banderillas quotidiane. Quel che resta del centrosinistra deve chiedersi come
mai sia stato solo lui il bersaglio colpito dal giustizialismo allevato in seno,
dalla cosiddetta antipolitica, dalla stessa travolgente denuncia della Casta. Il
rigetto pressoché viscerale, esistenziale, della classe dirigente di sinistra si
è manifestato con la stessa insofferenza animalesca che prorompe contro gli
"stranieri". Quella classe politica, alla maggioranza degli italiani, ha finito
per apparire come un corpo estraneo, da espellere, sul quale sfogarsi e trarre
vendetta. Come è potuto succedere? Rispondere, farebbe fare un passo avanti. Ci
sono due ordini di questioni. Uno fornisce una piccola consolazione alla
disfatta della sinistra, ed è l'argomento della moneta cattiva che scacciala
buona. L'altro condanna la sinistra (tutte le sinistre, dal centro all'estrema)
a riconoscersi in un'immagine sfigurata. La questione, realissima e poi
metaforica, della xenofobia è per ambedue quella dirimente.
La moneta buona. Tanti anni fa, facendo tesoro di una complicazione come quella
sudtirolese-alto atesina (luogo di frontiera, crogiolo di nazionalità e
minoranze e lingue, deposito storico di contese acerrime) Alex Langer e i suoi
perseguirono per primi un programma federalista, europeista, nonviolento,
premuroso verso le piccole patrie e l'orizzonte planetario. Le tappe di quell'impegno
furono scandite dal primo "ecopacifismo", dal rifiuto coraggioso del censimento
etnico, dall'apertura internazionale ai diritti umani. La paziente e delicata
anticipazione federalista, locale e globale - i nomi non c'erano ancora - di
Langer si volse nel giro di pochi anni (gli anni della Jugoslavia, e di un
arrivo così rapido e ingente di migranti in Italia da mutarne la fisionomia
demografica e storcerne lo stato d'animo, come una sinistra imbambolata non
volle vedere) nella versione leghista degli stessi temi, con la differenza che
separa, e anzi oppone, una porta che si apre da una che si chiude. Federalismo,
secessione, macroregione, xenofobia e, non di rado, razzismo furono la nuova
moneta- anche il colore verde ne fu confiscato. La sinistra tradizionale in
tutte le sue componenti, travolta da vicende internazionali e interne sempre
subite e mai anticipate, dall'89 a Mani Pulite, non fece altro, lungo tutto
questo tumultuoso volgere di tempi, che provare a galleggiare, spesso ai danni
del vicino di naufragio, e rincorrere di volta in volta le occasioni con un
cambio di ragione sociale. La nascita del Pd è ancora in bilico: fra l'ennesimo
mutamento di ragione sociale, e una svolta vera, comunque di lunga lena. Ora, la
domanda è se in tempi di precipitosa mutazione degli equilibri mondiali, di
crisi di modi di produzione e di pensieri, di terremoti di vecchie identità, la
moneta cattiva sia inevitabilmente destinata a scacciare la buona.
La storia del Novecento sembra indurre alla risposta pessimista. Naturalmente,
ci si guarderà dal concluderne che le responsabilità delle persone e dei gruppi
siano irrilevanti. Perché in ogni caso perdere si può, e può perfino essere la
sorte più onorevole: ma finire invisi a una larga maggioranza di propri
concittadini come stranieri in patria - come gli incolpevoli zingari italiani di
cittadinanza, cui la brava gente, anche quella che si contenta di non dar loro
fuoco, intima di tornarsene a casa loro... -questo ha bisogno di una speciale
spiegazione. Agli eredi di centrosinistra della Prima Repubblica era rimasta,
passato l'inganno della diversità antropologica, un'aura residuale di miglior
professionalità, e anche di un più retto cinismo, per così dire. Le avventure
della coalizione hanno distrutto anche questo resto. In cambio, hanno instillato
nella maggioranza degli italiani la sensazione da bava alla bocca di un modo di
essere di vivere e di esibirsi che ne faceva desiderare la cacciata ben più che
la vittoria degli altri. Ne vedremo, ne vediamo già delle belle. Berlusconi
promette tante libertà, e tante se ne prende, e intanto un suo avvocato
difensore vuole intestarsi il reato di immigrazione clandestina e l'espulsione
di qualche centinaio di migliaia di badanti. Troppa grazia. Ma tutto questo non
ha impedito che la famosa Casta designasse pressoché solo la consorteria umana
del centrosinistra e della sinistra, che la testa di Pecoraro Scanio venisse
portata -metaforicamente, grazie a Dio - sulle picche dai sanculotti, e che
l'estromissione di un ceto politico apparisse come una pulizia etnica. Quando il
mercato premia la moneta cattiva, si può fare a gara con i cattivi coniatori,
battendo monete appena un po' meno fasulle; oppure fare altro, se si è capaci.
Se non se ne sia capaci, almeno dissociare la propria responsabilità dal fuoco
alle baracche, così, perché un giorno i propri nipoti...
Fonte repubblica.it
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