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L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.

Wim Wenders
-

\\ Mahalla : VAI : Europa (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 15/05/2006 @ 09:41:08, in Europa, visitato 2764 volte)

Alla fine ce l'hanno fatta!

Bernd Neumann, attuale ministro per la cultura e i media ha approvato la costruzione del monumento dell'olocausto di Sinti e Rom, con il testo richiesto da Romani Rose, presidente del Consiglio Centrale dei Sinti e dei Rom di Germania.

Non solo è stato cancellato l'odioso termine "Zigeuner", ma è stato aggiunto un ulteriore testo riferito ai soli Rom ed una cronologia sulle loro persecuzioni e genocidio

L'artista Dani Karavan (op. cit.) concordacon queste aggiunte. Il suo monumento di "specifica struttura che si sviluppa su larga scala" diviene ancora più impressionante.

RADOC/9-v-06

Da: Roma_und_Sinti

 
Di Daniele (del 16/05/2006 @ 10:39:04, in Europa, visitato 2729 volte)

6 maggio 2005, di Otto Pohl - riassunto

Gli zigani ottengono uno strumento legale nella lotta per i diritti.

Miskolc, Ungheria – Per i zigani dell'est Europa, come Agnes Krappai, la vita sembra non migliorare mai. Lei vive in una zona povera di questa città ungherese, in una casa senza acqua corrente.

Il suo vicino lava un tappeto in strada, riuscendo a fare uscire acqua da un pozzo con la pompa a mano. "È una crisi costante, se c'è una cosa simile", dice la signora Krappai.

Ma adesso alcuni leader dei zigani, o rom, stanno pensando ad un nuovo modo per cercare di ottenere l'uguaglianza: la lotta per i diritti civili dei neri americani. Sempre più, i rom stanno sollecitando di garantire i loro diritti, e fanno ciò dove pensano che avranno la migliore possibilità di riuscita – tra i nuovi membri est europei dell'U.E. e quelli che stanno cercando di influenzare l'Europa occidentale con interpretazioni rigide delle loro nuove leggi antidiscriminatorie.

La strategia dei rom è stata ricompensata in ottobre, quando una corte bulgara per il distretto di Sofia si pronunciò a loro favore in un caso di segregazione a scuola. "Questa è Brown contro il Ministero dell'educazione in Europa", ha detto Dimitrina Petrova, direttore esecutivo dell'European Roma Rights Center, ricordando la delibera del 1954 della Suprema corte secondo la quale il sistema ufficiale del "separato ma uguale" della segregazione razziale nella scuola era incostituzionale.

"Questo è un puro modello americano", ha detto la signora Petrova, il cui gruppo ha proposto l'azione legale. "Non è un diritto se non puoi difenderlo in una corte di giustizia".

Un appello è in corso, ma il governo bulgaro ha già iniziato ad emanare cambiamenti nella politica statale dell'educazione, e la fondazione Romani Baht, il gruppo bulgaro per i diritti che ha discusso il caso, ha detto che sono stati programmati altri 50 casi di segregazione scolastica in autunno.

Nel 2002, la fondazione ha proposto un'azione legale contro un bar di Stara Zagora, Bulgaria, per aver rifiutato di servire un rom.

La fondazione ha vinto, e da allora ha intentato azioni legali contro i proprietari di night club, ospedali e altre società, accusandoli di rifiutare riassumere o di servire i rom.

I casi citati di leggi antidiscriminazione emanate per preparare la Bulgaria ad entrare nell'U.E., che spera di fare l'anno prossimo.

Alcuni di quelli che lavorano in nome dei rom dicono che questi sforzi offrono un modello per aiutare altri gruppi che combattono la discriminazione.

Gorge Soros, il miliardario che è uno dei più grandi benefattori dei gruppi per i diritti dei rom, promette che "tale sforzo sarà fatto con le minoranze musulmane" d'Europa una volta che le conquiste dei rom siano state garantite.

Comunque, la legge europea è basata sulla legge civile, il che significa che una decisione della corte non diventa automaticamente legge dello stato – e che le vittorie in tribunale ottenute nelle campagne di vertenze strategiche, non hanno necessariamente effetti di ampia portata.

Ancora, Panayote Dimitras, direttore esecutivo del settore Grecia dell'Helsinki Monitor, un gruppo per i diritti umani che opera anche nei balcani, ha detto di aver citato sentenze della corte dall'Europa orientale nei casi rom in Grecia.

La sig.ra Petrova ha detto di sperare che le conquiste fatte nell'Europa dell'est si diffondano anche nell'Europa occidentale, dove i rom combattono per i loro diritti.

Gli sforzi dei rom vanno oltre le sfide legali. A dicembre, Gyorgy Macula, un giovane ufficiale della polizia di Budapest, ha fondato l'Associazione della polizia rom a Budapest. Egli l'ha modellata sulla Associazione della polizia nazionale nera, un'associazione fondata in Illinois nel 1972 per aiutare gli ufficiali neri negli Stati Uniti a combattere le pratiche di imposizione della legge razzista e creare una relazione più positiva con le comunità minoritarie.

Per la prima vota, c'è anche una rappresentanza rom a Bruxelles. Dopo l'ingresso dell'Ungheria nell'U.E. nel 2004, ha eletto due rom nel parlamento europeo.

Ancora non c'è un movimento unitario rom e non c'è un leader come il Rev. Dr. Martin Luther King Jr. ad aiutare a crearne uno, né figure galvanizzanti come Malcolm X o Rosa Parks.

E non tutte le cause legali hanno successo. La Corte europea per i diritti umani a Strasburgo ha bocciato la causa di 18 bambini rom cechi non handicappati.

Le stime sono che più del 75% di bambini rom nella Repubblica ceca sono messi in scuole speciali. L'azione legale è stata ripresentata.

Si dice che i rom siano emigrati dall'India in Europa più di 1000 anni fa, portando modi nomadi, pelle scura, cultura insulare e strani costumi che hanno spianato la strada per una marginalizzazione permanente.

I nazisti consideravano i rom una razza inferiore, raggruppandoli con ebrei e i disabili, e ne uccisero mezzo milione nei campi di concentramento nella II guerra mondiale.

Anche oggi, molto resta oscuro a proposito dei rom. Non c'è accordo neanche sul loro numero in Europa. Stime li collocano fra i 7 e i 15 milioni, e dal 5 al 10% della popolazione in molti Paesi dell'Europa orientale.

In Ungheria, la lotta per abolire la segregazione razziale nelle scuole è arrivata qui a Miskolc, una delle regioni più povere dell'U.E.

Andras Ujlaky, presidente della fondazione per le opportunità per i bambini, un'associazione ungherese che si interessa della scolarità dei rom, recentemente ha visitato qui i leader della comunità rom per discutere l'integrazione di una scuola nelle vicinanze di una gran quantità di squallidi edifici dove vive la sig.ra Krappai. Il sig. Ujlaky ha bevuto il caffé mentre mentre si sedeva su un divano consunto nella piccola, pulita casa di un leader della comunità e ha parlato dei progetti per i bambini per rifiutare di essere messi nella scuola di tutti i rom.

Se i bambini hanno difficoltà per il trasporto, ha detto, pensa di intentare un'azione legale per discriminazione, sperando di sollecitare un riesame procedurale che chiuderebbe la scuola per soli rom.

"Ora che la legge è fatta dovremmo usarla", ha detto il sig. Ujlaky.

 
Di Fabrizio (del 25/06/2006 @ 10:56:49, in Europa, visitato 2979 volte)

- 23 giugno 2006 - da Czech_Roma

Nonostante un rapporto confermi che continua l'uso della sterilizzazione forzata presso le donne Rom, i gruppi di appoggio legale rimproverano al governo ceco di non prendere azioni in merito. Nel dicembre 2005, l'omnbudsman (difensore civico) Otakar Motejl, ha elencato dozzine di casi di sterilizzazioni forzate avvenute tra il 1979 e il 2001 "senza che vi fosse stato consenso formale ed esplicito", recita l'Associated Press. Motejl richiede che il governo ceco fornisca i dati sul consenso esplicito, informazioni accurate alle donne Rom e un piano per compensare le vittime di questa pratica.

Il rapporto di Motejl è di sei mesi fa, ma nulla sembra cambiare nella pratica e nel silenzio-assenso del governo ceco. Le indicazioni fornite dal ministero della Sanità sono disattese, e sempre secondo l'Associated Press e il sito Newsdesk.org non c'è volontà di rifondere le vittime, gli ospedali rifiutano di riconoscere questa pratica come illegale. Gli avvocati delle vittime dicono che le vera ragione è il razzismo.

Per tutta risposta, molte romnì hanno portato i loro casi in tribunale. Nel 2005, Helena Ferencikova è stata  la rima a denunciare l'ospedale per sterilizzazione forzata. Il Tribunale distrettuale di Ostrava ha condannato l'ospedale per pratica illegale e ha richiesto una scusa formale. L'ospedale a sua volta ha ignorato la richiesta e richiesto una revisione del caso in appello.

 
Di Fabrizio (del 30/06/2006 @ 19:01:39, in Europa, visitato 3110 volte)

Rromani Baxt Albania - Address: Rruga "Halit Bega", Nr. 28, Tirane - Tel/Fax: 00 355 4 368 324, E-mail afurtuna@albaniaonline.net

SOS! Salviamo i bambini Rrom albanesi!

La realtà albanese con la sua dura transizione, con i noti problemi economici, la disoccupazione, la violenza, ha scosso l'opinione locale e straniera con i nuovi tragici avvenimenti che coinvolgono i bambini, come merce di scambio.

Il traffico di minori si svolge principalmente verso la Grecia e l'Italia. Su 5000 bambini sono 510 quelli scomparsi senza alcun segnale.

Gran parte dei bambini Rrom, quelli cosiddetti "di strada" sono spariti dai centri di rieducazione e si teme si siano trasformati in bambini cavie o schiavi sperimentali del sesso. Passano in cliniche private, dove sono sottoposti a trapianti d'organi gestite da reti criminali.

C'è stato lo scandalo di 200 bambini Rrom fotografati nudi, il cosiddetto "scandalo pedofilo". Secondo le informazioni a disposizione, è maturato nel centro "His children", dove vivevano abbandonati diversi bambini Rrom in condizioni critiche socio economiche. Cresce il dolore e l'indignazione per le condizioni in cui erano tenuti  questi bambini. [...]

Oltre alla comunità Rrom albanese, sono coinvolte altre minoranze (greca, macedone, Vlah, bosniaca, ecc) ma in nessuno di questi casi estremi viene accennato alla loro origine. L'organizzazione "Romani Baxt Albania" ha denunciato parecchie volte questo fatto, alle istituzioni responsabili controllo albanese, alle organizzazioni internazionali, alle organizzazioni locali numerose della società civile specializzate nel controllo e nella difesa dei diritti dei Rrom.

 Abbiamo informato, denunciato e fatto appello sopra:

a) violenza estrema realizzata sui bambini Rrom dai segmenti criminali differenti della società;

b) abuso di bambini effettuato tramite i cosiddetti addestramenti di carità e gli aiuti alimentari;

c) rimozione dei bambini dalla scuola obbligatoria iniziale e dal presentarli al donatore come bambini di strada e illiterati.

Quei bambini sono curati dalle organizzazioni criminali come oggetti di un commercio sicuro. La maggior parte di quelle organizzazioni, hanno realizzato i loro profitti a nuocimento della Comunità Rrom per più di dieci anni. Parecchie volte è presentata questa situazione amara ai donatori stranieri.

Purtroppo, tutto è rimasto sotto silenzio, a causa della loro fede cieca ai verso i cosiddetti soci di maggioranza nei programmi che collegano la Comunità di Rrom. Hanno classificato la nostra reazione come di gelosia, mantenendo questa associazione "nociva e corruttiva" assieme con le organizzazioni fantasma che hanno usato con l'impunità, la Comunità di Rrom per gli obiettivi corruttivi.

Pellumb Furtuna (Gimi)

 
Di Fabrizio (del 07/07/2006 @ 10:35:43, in Europa, visitato 1881 volte)

European Roma Rights Centre (ERRC) ha espresso la propria preoccupazione per la svolta politica nella Repubblica Slovacca.

Nel nuovo governo sono compresi tre partiti:

  • Direzione-Socialdemocratica (Smer),
  • Partito Popolare-Movimento per la Slovacchia Democratica (HZDS),
  • Partito Nazionale Slovacco (SNS)

i cui membri in passato hanno più volte espresso posizioni contro i Rom.

Le preoccupazioni riguardano soprattutto il Partito Nazionale Slovacco (SNS), i cui componenti hanno ripetutamente e regolarmente istigato all'ostilità contro le minoranze etniche e sessuali in Slovacchia, con particolar veemenza contro i Rom. Il ruolo del SNS è stato sempre improntato a degradare le relazioni tra Rom e no, con discorsi particolarmente infiammati. Nel nuovo governo, l'SNS controlla i Ministeri dell'Educazione, delle Costruzioni e e dello Sviluppo Regionale.

Il testo in inglese della lettera, è consultabile su http://www.errc.org/cikk.php?cikk=2609

 
Di Fabrizio (del 08/07/2006 @ 10:52:08, in Europa, visitato 1658 volte)

Da: Judit Solymosi - Ufficio per le Minoranze Nazionali ed Etniche - Budapest

Competenze del Ministro del Lavoro e degli Affari Sociali riguardo le minoranze: L'inclusione sociale dei Rom verrà monitorata da un dipartimento apposito del ministero, sotto la guida del segretario di stato Edit Rauh, che precedentemente si era occupata di pari opportunità col ministero della Gioventù, Famiglia, Affari Sociali e Pari Opportunità.

Inaugurazione della Libreria e Archivi Nazionale Rom: E' stata aperta il 5 maggio presso la sede dell'autogoverno dei Rom a Budapest. Contiene 50.000 volumi, principalmente rilasciati dal governo e da altre librerie pubbliche, (attualmente sono circa 1.000 i volumi scritti da Rom). E' diretta da Imre Vajda che si occuperà di continuare a raccogliere documenti sociologici, storici, politici ed etnografici.

Verso le elezioni di autunno dei governi delle minoranze: A maggio, tutti i cittadini ungheresi con diritto di voto (circa 8.000.000 elettori) hanno ottenuto la scheda elettorale per esprimere il proprio voto su base etnica. Ma al voto potranno partecipare solo gli appartenenti a minoranze nazionali. Il censimento avverrà entro il 15 luglio. Attualmente, ci sono circa 80.000 registrati, tra cui 41.608 Rom e 18.858 Tedeschi; i gruppi meno numerosi (453 e 412) sono gli Ucraini e i Ruteni. I dati saranno adoperati solo per scopi elettorali, non saranno assolutamente usati per determinare la minoranza d'origine o viceversa il diritto ad usufruire di sovvenzioni. I nomi degli elettori non saranno resi pubblici ed i registri saranno distrutti dopo le elezioni. Per illustrare gli scopi e le regole della votazione, il governo ha pianificato una campagna sulle radio e televisioni pubbliche.

Fallita la raccolta delle firme per il riconoscimento della minoranza ebraica: Per ottenere lo status di minoranza etnica, secondo la legge ungherese sono necessarie 1.000 firme. Emilia Rytko, a capo dell'Ufficio Nazionale Elettorale, ha comunicato che all'inizio di luglio sono circa 500 le firme raccolte per la minoranza ebraica. Secondo  ricerche e valutazioni sociologiche, in Ungheria dovrebbero essere circa 100.000 gli appartenenti alla minoranza ebraica.

 
Di Fabrizio (del 10/07/2006 @ 10:46:17, in Europa, visitato 1900 volte)

Durante il convegno, indetto dall'UDC, si è discusso anche della condizione delle Romni in Europa. Chi volesse leggere tutto l'articolo QUI

Discriminazione delle donne rom

Le donne rom sono discriminate in Europa e, pertanto, i deputati chiedono agli Stati membri di adottare misure volte a superare la loro “segregazione razziale” negli ospedali e nelle scuole, a migliorarne le condizioni abitative e a favorirne l’occupazione e l’inclusione sociale. Sono poi sollecitati interventi, anche finanziari, a favore dell’imprenditoria delle donne rom. La loro situazione deve costituire un criterio chiave in vista delle future adesioni all’UE.
Adottata dall’aula con 412 voti favorevoli, 21 contrari e 48 astensioni, la relazione esorta i poteri pubblici dell’Unione ad effettuare rapide indagini in merito alle accuse di gravi abusi dei diritti dell’uomo nei confronti delle donne Rom, a punire rapidamente i colpevoli e a fornire un adeguato indennizzo alle vittime. In tale contesto , invita gli Stati membri a inserire tra le loro «priorità principali» le misure intese a fornire una migliore protezione per la salute riproduttiva e sessuale delle donne, a prevenire e vietare la sterilizzazione forzata e a promuovere la pianificazione familiare, le soluzioni alternative ai matrimoni in giovane età e l’educazione sessuale. Ma anche a prendere misure proattive per debellare «la segregazione razziale nei reparti maternità», a garantire l’elaborazione di programmi destinati a fornire servizi alle vittime Rom di atti di violenza domestica, e ad essere particolarmente vigilanti per quanto riguarda il traffico di donne Rom.
Gli Stati membri, inoltre, dovrebbero elaborare una serie di misure volte a garantire che le donne e le ragazze abbiano accesso, a condizioni di parità , ad una istruzione di qualità, «anche approvando leggi positive che esigano la fine della segregazione nelle scuole e definiscono i dettagli di progetti destinati a porre fine all’istruzione distinta e di seconda classe destinata ai bambini Rom».
Dovrebbero anche migliorare le condizioni abitative dei Rom prevedendo il riconoscimento, da parte della legislazione nazionale, del diritto ad un alloggio decente, adottando progetti generali per finanziare il miglioramento delle condizioni di vita e di alloggio nei quartieri con una considerevole popolazione Rom e «ordinando ai poteri locali di garantire rapidamente l’approvvigionamento in acqua potabile ed elettricità, lo smaltimento dei rifiuti, i trasporti pubblici e le strade». Gli Stati membri sono anche invitati a mettere a disposizione campi per i Rom nomadi «affinché essi possano disporre di un livello di confort ed igiene soddisfacente».
Per il Parlamento gli Stati membri dovrebbero anche garantire l’acceso di tutte le donne Rom alle cure sanitarie di base, di urgenza e preventive, nonché la parità di trattamento e le pari opportunità nelle politiche in materia di occupazione e inclusione sociale. A quest’ultimo proposito, si tratterebbe di affrontare il problema dei tassi di disoccupazione molto elevati tra le donne Rom e, in particolare, di lottare contro i grandi ostacoli determinati dalla discriminazione diretta in fase di assunzione. La relazione chiede inoltre l’adozione del principio di “obbligo positivo”, in virtù del quale gli enti statali sono tenuti per legge a garantire una rappresentanza di donne Rom proporzionata alla loro presenza in seno alla popolazione locale.
I governi sono esortati ad esaminare gli ostacoli all’attività indipendente delle donne Rom, a definire programmi destinati a permettere una registrazione agevole, rapida e poco onerosa delle donne Rom imprenditrici e che esercitano un’attività indipendente, a favorire l’accesso al credito, compreso il microcredito, per il finanziamento di imprese da parte di donne Rom. Il Parlamento, poi, raccomanda agli Stati membri e alla Commissione di promuovere modelli d’imprenditorialità sociale, appositamente rivolti alle donne Rom. All’Esecutivo, inoltre, è chiesto di appoggiare, «mediante i suoi numerosi meccanismi finanziari», le attività destinate in particolare alle donne Rom e di riesaminare le norme per l’attribuzione di tutti i tipi di finanziamento «al fine di garantire disposizioni particolari volte ad includere le donne Rom».
I deputati, d’altra parte, invitano le istituzioni della UE a considerare la situazione delle donne Rom nei paesi candidati «un criterio chiave per valutare il livello di preparazione di detti paesi all’ingresso nell’Unione europea», compresa la situazione delle donne Rom nei paesi candidati non tradizionalmente o immediatamente associati alle questioni dei Rom. Nel chiedere poi alle istituzioni comunitarie di incitare i governi a raccogliere e a pubblicare dati sulla situazione degli uomini e delle donne Rom, il Parlamento invita l’Osservatorio europeo dei fenomeni di razzismo e xenofobia ad avviare una serie di studi sul ruolo dei media nel promuovere l’antinomadismo e, in particolare, sulla popolazione di stereotipi negativi sulle donne Rom.

 
Di Fabrizio (del 11/07/2006 @ 10:57:49, in Europa, visitato 1772 volte)
Non è la prima volta che CaféBabel dedica interessanti articoli alla condizione dei Rom n Europa. Questa è la volta di un'intervista alla parlamentare europea Lívia Járóka.

Lívia Járóka, europarlamentare ungherese impegnata nella lotta per i diritti dei rom, non per questo ha dimenticato la propria casa.
 Ci siamo incontrati il giorno della visita a Budapest di Vladimir Putin. Mentre l’attenzione dei media era tutta sul leader russo, in un angolo tranquillo di Budapest avevano luogo dibattiti altrettanto importanti. Lívia Járóka, membro del Parlamento europeo, ha accettato di incontrarmi durante una pausa da questi dibattiti. Mentre i politici la aspettavano nell’altra stanza Járóka chiacchierava con passione in merito alla sua missione: porre fine al razzismo contro i rom e sostenerli nella ricerca di un loro posto in Europa.

La lunga storia della sofferenza
I rom sono uno delle minoranze etniche che più ha sofferto in Europa. Si crede siano migrati dall'India in Europa intorno all'anno Mille. Nel 1471, in Svizzera, fu approvata la prima legge contro gli zingari. E i cinque secoli a venire videro intensificarsi le ostilità nei loro confronti. Durante la Seconda Guerra Mondiale i nazisti sterminarono dai 200.000 agli 800.000 rom in un tentativo di genocidio, conosciuto come Porajmos. Questo vergognoso capitolo della storia europea continua nel 1999, con la pulizia etnica della comunità rom in Kosovo. Ancora oggi l’Errc – il Centro Europeo per i diritti dei rom – riscontra in tutta Europa un razzismo diffuso nei confronti di questo popolo. Gli attivisti rom, tra cui Lívia Járóka, stanno cercando di trovare una soluzione europea ad un problema che va oltre i confini del continente.
Sin dall’inizio della sua carriera Lívia Járóka ha richiamato l’attenzione degli ungheresi e degli europei sulla situazione della minoranza rom. La pacata e allo stesso tempo determinata attivista mi racconta riguardo agli esordi della sua carriera: «In quanto antropologa interessata per anni alla vita dei rom, il mio nome non era sconosciuto ai politici che si occupavano di diritti umani. Chiedevano costantemente la mia opinione e, se necessarie, non esitavo a muovere delle critiche».
Durante il suo corso di studi all’estero, Lívia Járóka ha iniziato a collaborare con le organizzazioni civili dei rom al di fuori dell’Ungheria. Nel 2004 è stata eletta membro del Parlamento Europeo all’interno del maggior partito ungherese di opposizione, il Fidesz, diventando così il primo deputato parlamentare rom. Trovò velocemente la sua strada diventando membro del Ppe, il Partito Popolare europeo, e vicepresidente dell’intergruppo europeo sul razzismo e la diversità.

Un duro lavoro
Lívia Járóka non sembrava sorpresa quando le ho chiesto se, come giovane donna dell’est Europa, non fosse difficile riuscire a non essere considerata soltanto “esotica”, in un mondo di uomini di mezza età. «L’essere presa sul serio mi richiede un lavoro straordinario» risponde e continua dicendo: «I miei colleghi ed io conduciamo in modo serio e professionale il nostro lavoro nel portare l’attenzione dei politici europei sulla situazione delle popolazioni rom. Diversamente dal caso di altre minoranze, non è stata creata una rete di organizzazioni civili, è mio compito favorirne la nascita e ripulire la mentalità europea dalle errate concezioni sui rom». E aggiunge che «i politici europei dovrebbero venire a conoscenza della situazione di questa gente».
Mi chiedevo se fosse facile conservare i propri ideali occupandosi di politica europea. «Dopo aver lottato da attivista ho dovuto imparare a scendere a compromessi» risponde. «Non devi perder di vista i tuoi obiettivi, anche nella complessa rete di interessi europei, si possono raggiungere accordi utili. Ora i politici europei iniziano a rendersi conto che la situazione dei rom non può essere sottovalutata».

Speranze per il futuro
Dopo anni di lotte, nel 2005 si è approva la Risoluzione Europea sui diritti dei rom, ma più che di una risoluzione sostanziale si trattava di una valutazione dettagliata della situazione. Si evidenziava il fatto che «i 12-15 milioni di rom presenti in Europa, di cui dai 7 ai 9 milioni vivono nell’Ue, subiscono discriminazioni razziali e sono soggetti in molti casi a una severa discriminazione strutturale, che implica povertà ed esclusione sociale; questi sono vittime di un’ulteriore discriminazione in base al sesso, all’età, all’invalidità e all’orientazione sessuale». I recenti problemi con l’immigrazione in Europa, quali le rivolte del 2005 nelle banlieue francesi, hanno reso più difficile la lotta per i diritti dei rom, in quanto minoranza non privilegiata ed esclusa dalla società francese. Lívia Járóka ha l’impressione di essere sola, talvolta, nella propria lotta contro la burocrazia dell’Ue. Fortunatamente i deputati del Parlamento Europeo di tutti i partiti offrono il loro sostegno al caso. «Possiamo andare avanti solo se uniamo le forze» aggiunge.
Lívia Járóka è determinata a vincere nella sua lotta, a costo di ricorrere a metodi poco ortodossi. Impegnata nella campagna del Ppe finalizzata alla modernizzazione della propria immagine, la deputata afferma «stanno per realizzare un’autorizzata “Alleanza di valori” e io sarò il volto della campagna. Ero solita tenermi al di fuori del marketing politico e del branding, ma mi sono resa conto che l’immagine riveste un ruolo importante nell’attuale mondo dei media. Occupandomi di politica, devo cogliere questa opportunità come parte della mia lotta alla discriminazione».

Restare in contatto
Lívia Járóka trascorre la maggior parte del suo tempo a Bruxelles e in giro per l’Europa. In un ambiente come questo, chiedo, come mantieni i contatti con le persone che tornano a casa? «Non c’è molta più differenza in Europa rispetto a quella tra l’area diplomatica di Bruxelles e i quartieri poveri dell’Europa dell’est. Ci sentiamo quotidianamente per telefono o attraverso internet e torniamo a casa quasi ogni settimana».

Nonostante tutto il suo lavoro, Lívia Járóka sta attenta a non perdere di vista le sue priorità. «Naturalmente la cosa più importante per me è la famiglia. Stiamo assieme il maggior tempo possibile. È necessario che loro si spostino sempre con me - la mia famiglia mi da tutto il supporto di cui ho bisogno per il mio lavoro. Questo è la mia famiglia». Non lascerà facilmente che l’Europa si dimentichi della condizione dei rom.
Gellért Rajcsányi - Budapest - 8.7.2006 | Traduzione: Linda Baldessari
 
Di Fabrizio (del 03/08/2006 @ 08:34:41, in Europa, visitato 1850 volte)

Strasburgo, 2 Agosto 2006: In occasione della commemorazione dell'Olocausto Romani, il Presidente dell'European Roma and Travellers Forum, Rudko Kawczynski, ha richiamato gli stati europei ad un'azione risoluta contro l'anti-ziganismo.

Dice Kawczynski: "Sono seriamente preoccupato che sessant'anni dopo il genocidio nazionalsocialista contro i Rom, l'anti-ziganismo continua ad espandersi e fa nuove vittime ogni giorno," riferendosi alla discriminazione e alla violenza contro i Rom in molti paesi e alla pervasività dei discorsi di odio nei media e nelle testimonianze pubbliche.

Il presidente ha poi puntato il dito sulla situazione in Kosovo dove i Rom sono diventati vittime di pulizia etnica. Ha chiesto agli stati membri EU di interrompere le deportazioni di Rom in Kosovo e di garantire ai rifugiati uno status di residenza permanente.

Ha poi chiesto al governo tedesco di includere un chiaro riferimento al carattere sistematico della persecuzione nazista dei Rom, nella targa commemorativa che sarà posta sul futuro monumento dedicato alle vittime romani dell'Olocausto. Ha anche appoggiato la proposta dell'ex presidente tedesco Roman Herzog, che sottolinea come la persecuzione di allora aveva gli stessi motivi di quella contro gli Ebrei.

"L'anti-ziganismo è parte integrante del patrimonio della cultura europea" dice Rudko Kawczynski. Ha enfatizzato l'importanza della creazione dell'European Roma and Travellers Forum che raccoglie i Rom di tutta Europa allo scopo di  porre fine a secoli di persecuzione ed alienazione.

Nella notte tra il 2 e il 3 agosto 1944, i superstiti del settore zingaro di Auschwitz Birkenau vennero messi nelle camere a gas. In totale furono uccisi tra 500.000 e un milione e mezzo di Rom nele regioni occupate dai Tedeschi, nel nome dell'ideologia razzista della purezza del sangue. Circa 21.000 Rom perirono soltanto ad Auschwitz, vittime di un trattamento crudele ed inumano e degli esperimenti di Josef Mengele, o semplicemente sterminati.

Per contatti ed informazioni:
European Roma and Travellers Forum
c/o Council of Europe DG III
67 075 Strasbourg

Tel.: + 33 3 90 21 53 50
Fax.: + 33 3 90 21 56 58
Email: ertf@coe.int o ertf@ertf.org

immagine di Rudko Kawczynski da coe.int

 
Di Fabrizio (del 04/08/2006 @ 10:37:04, in Europa, visitato 1731 volte)
Alcune immagini di Rom in Russia: si va dalle immagini "storiche"  coi cavalli alle foto di lavoratori attuali, assando per le solite gallerie familiare. Per chi mastica il cirillico, questa è l'home page.
 

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