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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 23/07/2007 @ 10:10:51, in musica e parole, visitato 2093 volte)

Vincoli Sonori ogni anno riprende il suo itinerario nelle sonorità del mondo musicale klezmer e gypsy. Il Festival è un viaggio che conduce nell'esplorazione delle diverse anime della musica dell'Europa orientale e balcanica, palcoscenico naturale dove si tramandano di padre in figlio i suoni provenienti dalle radici. I profondi legami sviluppati nella tradizione tra musicisti ebrei e zingari è anche un richiamo ad un'Europa dove etnie e religioni si incontrano per dare vita ad espressioni musicali che oltrepassano le differenze. Vincoli Sonori offre una qualità della programmazione che non attira solo gli amanti della world music, ma un pubblico sempre più vasto. Ecco quindi, per appassionati, intenditori e curiosi, una nuova edizione, tutta con concerti gratuiti.

continua

 
Di Fabrizio (del 05/08/2007 @ 09:54:22, in musica e parole, visitato 2335 volte)

Da Czech_Roma

2. 8. 2007 Il cantante della popolare Rom band Gipsy.cz,che interpreta un'esplosiva mistura di hip-hop e musica Romanì tradizionale, ha un nuovo - e per i suoi fans sorprendente - ruolo. Questa settimana Dzamila Stehlikova, ministra in carica per i diritti umani, ha "promosso" Radoslav "Gipsy" Banga al ruolo di ambasciatore delle minoranze nell'ambito dell'Anno Europeo per le Pari Opportunità.

In questo periodo i Gipsy.cz sono al culmine della loro fama. Dopo il lancio del loro album di debutto Romano Hip Hop l'anno scorso, il gruppo è stato votato miglior nuova band dell'anno nella Repubblica Ceca. Sono anche stati il primo gruppo ceco a suonare quest'estate al popolare Festival di Glastonbury e la loro canzone Romano Hip Hop ha ottenuto successo all'estero, arrivando nella top ten del World Music Charts. Ho chiesto a Radoslav Banga cosa significhi per lui il nuovo ruolo di ambasciatore per le minoranze:

"Per me è una grande responsabilità, naturalmente, perché voglio dire che non sono un politico, sono solo un cantante e solo un uomo. Ma per me è davvero un piacere rappresentare le minoranze nella Repubblica Ceca, perché penso che la questione non sia mai stata presa sul serio. Prima di tutto, naturalmente, lo scopo di questa azione dell'Unione Europea è dare rappresentanza a tutto le minoranze, ad esempio minoranze di genere o religiose, quindi tenterò di rappresentarle tutte"

Come musicista pensa che la musica abbia il potere di cambiare le cose?

"Penso che nel pratico non posso veramente aiutare qualcuno. Ciò che so è che posso farmi ascoltare dalla maggioranza. Quindi vorrei davvero dire qualcosa alla maggioranza che le gente ascolti. E so di esserne capace. Quindi questo è quello che farò. Dirò che le minoranze sono qui nella Repubblica Ceca e non sono prese sul serio. Penso che la musica sia un linguaggio universale, molto più della politica, quindi se devo dire qualcosa come Dzamila Stehlikova, lo posso dire in maniera totalmente differente. Dire le stesse cose, ma che arrivino alla gente in maniera differente."

Dopo i recenti successi, Radoslav Banga non manca certo di fiducia in se stesso, ed è cosciente che molti giovani, soprattutto Rom, guardano a lui. C'è qualche dubbio sul fatto che le minoranze nella Repubblica Ceca abbiano raggiunto una voce abbastanza forte per parlare di loro stesse:

"Ovviamente, posso essere un buon esempio davvero per i giovani Rom. Quanto a me, so che posso aiutare la mia nazione a fare meglio. Non solo quello, naturalmente. I giovani ascoltano la nostra musica. Oggi i Gipsy.cz sono uno dei gruppi più popolari nella Repubblica Ceca e questo è per forza un punto di forza."

Ruth Frankova; Radio Praha

 
Di Fabrizio (del 18/09/2007 @ 09:57:26, in musica e parole, visitato 1620 volte)
 
Di Fabrizio (del 29/09/2007 @ 19:02:27, in musica e parole, visitato 2922 volte)

Goran Bregovic, autore delle musiche dei film di Emir Kusturica, come Underground e Il Tempo dei Gitani, ha annunciato che la partitura della sua opera "Carmen a lieto fine" sarà disponibile nella sua pagina Internet. "Il mio sito web conterrà gratuitamente la partitura perché chi lo vuole possa interpretarla. Desidero che le piccole orchestre dei gitani possano suonarla se lo vogliono", ha detto nella città messicana di Monterrey.

 
Di Fabrizio (del 11/11/2007 @ 09:27:13, in musica e parole, visitato 2052 volte)

08.11.2007 -http://www.polskieradio.pl/zagranica/gb/dokument.aspx?iid=68950

Un monumento alla poetessa Bronisława Wajs, conosciuta come "Papusza" (la Bambola) è stato inaugurato nel parco favorito della poetessa nella città di Gorzów , nella Polonia sud occidentale. Il monumento è stato inaugurato da Alfreda Markowska, anziana della comunità Rom di Gorzów, famosa per aver salvato numerosi bambini Rom, Polacchi ed Ebrei durante la II guerra mondiale. "Papusza" nata attorno al 1908 dalle parti di Lublino, è considerata la più eminente poetessa Rom. Ha scritto in romanes ed i suoi lavori sono stati tradotti in polacco da Jerzy Ficowski, più tardi pubblicati nella collezione "Le canzoni di Papusza". La sua poesia è stata ispirata dalla natura e dal vagare degli Zingari. Morì nel 1987.

 
Di Fabrizio (del 16/11/2007 @ 08:37:10, in musica e parole, visitato 2078 volte)

ATTENZIONE!

Grande novità per tutto il popolo turbo balcanico

amanti di sonorità orientali

danzatrici e danzatori

appassionati e incuriositi

Venerdì 16 Novembre 2007 ore 21:30
Le Pecore Pub

MUZIKANTI in concerto

Milano: Musica rom balcanica

Jovica Jovic - fisarmonica
Marta Pistocchi - violino
Davide Marzagalli - sax soprano e darbouka

Dal 16 novembre, un nuovo appuntamento al pub Le Pecore: ogni venerdì sera, i Muzikanti accoglieranno il pubblico con la loro travolgente musica.
Per ballare, cantare e divertirsi insieme, accostando culture e tradizioni differenti.


Ingresso libero.

Le Pecore
via fiori chiari 21 Milano
tel. 02875386
www.lepecore.com

 
Di Fabrizio (del 21/11/2007 @ 09:14:09, in musica e parole, visitato 2830 volte)

Da Macedonian_Roma

Nina Stoffers - Skopje - 14.11.2007 Sono le 5 del mattino. Un imam chiama alla preghiera. La sua voce attraverso gli altoparlanti. I cani iniziano a vagabondare ed il sole dorato si arrampica da dietro le colline di Shuto Orizari. Un anziano fuma e tossisce. Ci sono poche persone in giro a quest'ora. Le otto, Abraham si stropiccia gli occhi mentre sua sorella si alza per andare a lavoro. E' fortunata. Ha 19 anni e lavora come donna delle pulizie per una famiglia macedone.

A Shuto Orizari circa il 90% dei Rom sono disoccupati. Molti trovano lavoro nel settore informale, nel commercio e nell'industria delle costruzioni. Ma sono in pochi di fronte all'alto numero di disoccupati e a quanti lavorano nel mercato nero che caratterizza Shuto Orizari. Shutka,come è conosciuto questo sobborgo della capitale macedone Skopje, è il più grande insediamento Rom con 70.000 abitanti. Ci sono un sindaco Rom, due stazioni TV, scuole e due parlamentari Rom che siedono in Parlamento. Per una volta, i Rom qui non sono una minoranza.

Rom gangsta rap

Abraham e sua sorella vivono con i genitori e tre fratelli minori in due piccole stanze. Alle 11 Abraham si alza.Di fronte allo specchio si pettina e si mette le sue lenti a contatto blu.  Quindi va al computer e visto che è festa può dedicarsi al suo hobby: la musica. E' insolito a Shutka che qualcuno ascolti il "rap". Abraham  si autodefinisce un "gangsta rapper". Ha scritto e mixato da cinque anni. Non adopera i tipici strumenti rom come il clarinetto e il violino, ma il computer. Canta solo in inglese - non in romanes, così da poter essere ascoltato fuori da Shutka.

Nel centro, nella "strada della nuova vita", i commercianti ambulanti hanno esposto i loro banchi. Accanto ai pomodori, melanzane e meloni ci sono prodotti di imitazione in vendita a basso costo. Su banchi di vendita improvvisati, copie pirata di musica araba, bulgara e persino indiana. Ci sono macchine Daimler con targa straniera e rachitiche Lada. Ci sono 39° e l'aria luccica dal caldo e dalla polvere. Si sente il forte odore di carne bruciata e dei gas di scarico delle macchine.

Bus verso un altro mondo

Nel frattempo Abraham ha remixato le sue canzoni e predo l'autobus che di solito prende per andare a scuola. La strada collega due moschee che distano l'un l'altra meno di 300 metri. Le moschee sono quasi terminate e all'interno hanno i tappeti, mentre all'esterno i minareti sono quasi conclusi e gli altoparlanti chiamano i fedeli alla preghiera cinque volte al giorno. I richiamo sono in albanese ed in arabo, non in romanes. La situazione tra Rom e Albanesi è tesa. Abraham non vuole scendere da solo dall'autobus.

Nel contempo sta percorrendo un pacifico sobborgo ad est della città. Molti Albanesi vivono qui, non sono tanti come i Rom. Abraham sta per incontrare la coppia rom Ljatif e Fatime Demir, per chiedere loro quando potrà usare il loro studio musicale per registrare le sue canzoni. Nel 1998 hanno creato l'associazione culturale "Darhia" (Radici), che fornisce uno spazio creativo ai giovani rom. Una donna energica di circa 50 anni apre la porta con gesti di benvenuto. Fatime Demir spiega che c'è un'orchestra di mandolini molto popolare che attrae i bambini macedoni. Fatime sente che il suo lavoro aiuta a rafforzare i legami inter-etnici.

Stupido zingaro

I diritti delle minoranze e la discriminazione nella vita di ogni giorno sono i temi che Abraham rappa nelle sue canzoni. Particolarmente sul suo primo anno di scuola quando con altri ragazzi rom sedeva per lo più in fondo alla classe Quando faceva errori in macedone era rimproverato come "stupido zingaro". Se parlava bene il macedone, invece veniva chiamato gagio da Rom, la parola che loro usano per non-Rom. Attraverso la musica Abraham chiede riconoscimento e rispetto, ma lui è un'eccezione. La maggior parte dei gruppi etnici resta isolata nei propri spazi.

Funded by the 'Erinnerung, Verantwortung und Zukunft' foundation

This article was first published in the German journalist network N-ost

 
Di Fabrizio (del 26/11/2007 @ 08:52:45, in musica e parole, visitato 2594 volte)

Makfax, Strasburgo, 21.11.2007 08:40 - E' stato presentato mercoledì un compact disc con la versione romanes dell'inno europeo, iniziativa promossa dalla folk singer Esma Redzepova.

L'edizione musicale è parte della campagna di sensibilizzazione "Dosta!"(Basta) organizzata dal Consiglio d'Europa. La parola rom "Dosta!" intende porre fine ai pregiudizi portando più vicini i cittadini europei Rom e non-Rom.

Si stimano in 10 milioni i Rom in Europa, sparsi in quasi tutti gli stati. In alcune aree dell'Europa centrale ed orientale rappresentano oltre il 5% della popolazione.

Co-finanziato dalla Commissione Europea, il progetto include programmi formativi per Rom e governi a sostegno dei diritti dei Rom, e la campagna di testimonianza "Dosta!" che promuove un'immagine positiva dei cittadini rom contro gli stereotipi ed i pregiudizi comuni. Il programma Uguali Diritti e Trattamento per i Rom nell'Europa del Sud Est, lanciato nel 2006, si rivolge a Macedonia, Albania, Bosnia Herzegovina, Montenegro e Serbia.

 

da Stradanove

COLUM MCCANN È NATO A DUBLINO NEL 1965 MA VIVE DA ANNI A NEW York. E’ autore de “I figli del buio”. “La legge del fiume”, “La sua danza” (sul grande ballerino Nureyev). Abbiamo parlato con lui del suo ultimo libro, “Zoli”, e della vita e della cultura dei rom.

La prima riflessione che facciamo, dopo aver letto il suo libro, è che l’ignoranza genera il pregiudizio- sappiamo molto poco del mondo dei rom. E tuttavia che cosa c’è in comune tra il mondo che Lei rappresenta e gli zingari che vediamo chiedere l’elemosina sui treni della metropolitana, che ci infastidiscono finché non diamo loro dei soldi?

Osservazione fantastica - è vero, succede anche a me, sono stato nelle stazioni della metropolitana, sui treni, e mi sono sentito innervosito da questi zingari che ti assillano. Che rapporto c’è tra di loro e la storia di Zoli? C’è un salto significativo da fare, ma dobbiamo capire che cosa c’è dietro quegli occhi, la storia profonda che c’è dietro di loro. Ho iniziato a capire qualcosa di questo dieci anni fa, quando sono sceso nelle gallerie della metropolitana di New York per scrivere il romanzo “I figli del buio”. Pensavo che la gente senza tetto fosse così per sempre. Pensavo che fossero nati senza casa, non mi ero mai fatto tante domande. E invece non è vero, c’è una storia profonda dietro di loro. Se vogliamo che il mondo sia un posto migliore in cui vivere, dobbiamo cercare di capire la storia dei bambini che chiedono l’elemosina sul treno. La loro storia è quella di Zoli. Anche io ero pieno di pregiudizi: quando sono andato a fare ricerche in Slovacchia, ho nascosto passaporto e soldi, temevo di essere derubato. Alla fin fine ero io che cercavo di derubarli, chiedendo loro della loro storia. Certo, una sola vicenda, quella di Zoli, non rappresenta quella di tutti. I rom sono dai 10 ai 12 milioni - ce ne sono 2 milioni in Romania, 300.000 in Francia. E’ un numero straordinario. Vengo da un paese, l’Irlanda, dove ci sono 5 milioni di abitanti- gli zingari sono due volte tanto. Non ci sono romanzi che rappresentino l’Irlanda nella sua interezza, forse l’”Ulisse” ma, citando Stephen Dedalus, “me ne andrò da qui e foggerò nella fucina della mia anima la consapevolezza non creata della mia gente.” Chiunque può pensare che un romanzo rappresenti un paese, ma non è possibile. Dobbiamo essere aperti a molte storie. Dobbiamo chiederci perché odiamo i rom. Io sono un romanziere, il mio compito è quello di fare delle domande e forse con il mio romanzo i lettori guarderanno i modo diverso gli accattoni sulla metropolitana. Almeno lo spero.

Rom, zingari, gitani: qual è la parola giusta da usare? E sono divisi in gruppi, hanno tradizioni diverse secondo il luogo di provenienza?
La parola giusta è “rom” e significa “una persona”, “roma” vuol dire “la gente”, “romany” è l’aggettivo e indica anche la loro lingua. Sono le parole che usano loro per riferirsi a se stessi. Le altre due parole, zingaro e gitano, sono dei peggiorativi. Originariamente venivano tutti dall’India e hanno avuto sorti diverse, alcuni sono diventati nomadi, altri no. I rom italiani risalgono al secolo VI e non sono nomadi, vivono nelle case, sono italiani. All’interno della comunità rom ci sono tante differenze quante ce ne sono negli altri popoli, sono solo molto più poveri di altri. E sono moltissime le persone note che avevano origini rom: Pablo Picasso e Charlie Chaplin, Yul Brynner e Rita Hayworth.

Come ha iniziato ad interessarsi ai rom? E’ stato dapprima un interesse generico e poi è venuto a sapere della poetessa polacca Papusza che è in parte dietro il personaggio di Zoli?
No, non avevo alcun interesse per i rom, proprio nessuno. Ed ero ignorante per quello che li riguardava. Avevo impiegato quattro anni a scrivere il romanzo su Nureyev, avevo fatto molte ricerche, sulle guerre in Russia, sull’essere un ballerino gay - per me era stato uno sforzo ginnico dell’immaginazione ed ero stanco. Volevo andare a casa e scrivere un romanzo facile. Poi mi è venuta tra le mani la foto della poetessa Papusza: era molto bella, la sua era una storia interessante…Ero spaventato da quello che mi si prospettava eppure sentivo che dovevo farlo. Solo dopo è diventata una faccenda di coscienza sociale.

Che cosa c’è di vero e che cosa c’è di fittizio nel personaggio di Zoli?
E’ vero l’essenziale, che fosse rom, che fosse una poetessa, che fosse famosa e che fu esiliata dal suo popolo. Il resto naturalmente è fittizio.

A Zoli sembra inevitabile sia il donare la sua musica perché tutti la conoscano, sia accettare la punizione della sua gente- perché?
Direi che si tratta dell’accettazione del destino, qualunque forma esso prenda. I rom sono fatalisti. E lei fu bandita dalla sua gente perché era una profetessa: aveva capito che la storia deve essere scritta.

E’ in parte Lei stesso il personaggio di Stephen Swann, metà irlandese e metà slovacco, attratto dal mondo rom e innamorato di Zoli?
Sì, è in parte me stesso. Per quello è metà irlandese, volevo capirlo. Swann non sa del tutto chi è- decisamente sì, Swann è in parte me stesso.

Che cosa c’era dietro la politica comunista di integrare gli zingari in una società ordinata?
Dietro lo sforzo per l’integrazione c’è il profondo idealismo comunista. Dimentichiamo spesso che, pur essendo un sistema che ha avuto un fallimento così spettacolare, pur avendo la responsabilità di così tante morti, alle sue origini aveva una spinta di forte idealismo. Così attraverso gli zingari, vittime da sempre, volevano mostrare il valore del socialismo. E’ stato un po’ come il movimento di rivalutazione orgogliosa “Nero è bello” negli anni ‘70 in America. Gli zingari, a loro volta, si sentivano valorizzati- anche oggi sono molti quelli che hanno nostalgia del comunismo: avevano un lavoro, assistenza medica, c’era un grosso tentativo di integrazione. Purtroppo poi finirono per distruggerli, come tutti gli altri sistemi. Ma all’inizio ai rom sembrava il meglio che potesse loro capitare.

Quello che nel libro non è chiaro è di che cosa vivessero.
La comunità di Zoli era formata da musicisti ambulanti e vivevano di quello, della loro musica. Gli altri facevano lavoretti qua e là, quello che capitava, dove capitava. Vivevano di quello che la gente dava loro.

Li descrive come una comunità molto chiusa: come è riuscito a farsi accettare e riuscire a parlare con loro?
Nella situazione moderna, in Slovacchia, sono abituati a parlare con estranei, poliziotti, assistenti sociali, medici. Dapprima pensavano fossi uno di loro. Ad un livello più semplice il fatto è che sono andato là e ho dormito con loro, nelle baracche: sono rimasti molto sorpresi che qualcuno volesse fermarsi a dormire con loro. Quanto tempo ho passato con loro? Un totale di circa due mesi, in genere circa quattro giorni con ogni gruppo, in Slovacchia e Ungheria.

E’ recente la notizia della sterilizzazione di donne rom che hanno dato l’autorizzazione sotto gli effetti dell’anestesia: dopo gli sforzi per l’integrazione come si considera questa violazione dei diritti umani?
Viviamo in un mondo complicato: in Svizzera portavano via i bambini ai genitori rom, in Slovacchia li inserivano nelle scuole per ritardati. Il processo di integrazione è fallito, per la loro ignoranza, per la nostra ignoranza, per incapacità di fare e rispondere a delle domande, per inabilità ad essere empatici. Accade in tutta l’Europa di oggi. La parola che i rom usano per l’Olocausto è porraimos. Loro dicono che porraimos prosegue ancora oggi per loro- ed è finito nel 1945!

Che cosa ha apprezzato di più nella comunità rom?
La loro socievolezza, la facilità con cui offrono amicizia, la loro curiosità che li porta a fare tante domande. Quello che è necessario è che imparino a dire la loro storia in una maniera che abbia rilievo.

Secondo Lei, qual è il futuro della lingua rom, delle loro tradizioni, della loro musica?
Penso che la loro cultura diventerà più forte con le nuove iniziative, con le università in cui si fanno ricerche e si insegna la lingua e la cultura rom: ce n’è una a Trieste, una nel Texas…La lingua è difficile, sarà un lavoro lungo, ma come si fa a dire? Negli anni ‘50 sembrava impossibile che si arrivasse ad accettare i gay. Forse tra venti o trent’anni saranno in molti a vantarsi di essere per tre quarti rom!

 
Di Fabrizio (del 07/01/2008 @ 09:32:53, in musica e parole, visitato 2300 volte)

Da Czech_Roma

Gipsy.cz è esploso nella scena musicale ceca ed i confini tra world music, musica zingara, pop e hip hop sono stati travalicati per la prima volta quest'anno. Radoslav Banga, detto Gipsy, è nato a Praga dove ha vissuto per strada dall''età di 13 anni, entrando in contatto con l'hip hop ed il rap. Dopo aver lavorato con bande locali come Syndrom Snopp, ha sviluppato uno stile personale di Romano hip-hop, combinando ritmi e linguaggi con la musica degli ottoni dei Balcani. Insieme al "primas" (violin maestro) Vojta Lavicka (ex: Alom, Deep Sweden..), e due giovani fratelli: Petr Surmaj (fisarmonica) & Jan Surmaj (bassi) è arrivato all'innovazione di Gipsy.cz. Ha collaborato e suonato con molti rinomati artisti. Ha suonato ospite della Boban Markovic Orkestar, diviso il palco con i GZA, suonato nei principali festival cechi, al Carnevale delle Culture di Berlino e in diversi concerti al Berlin's Kaffee Burger. Inoltre, è ospite regolare di Radio Multikulti/Funkhaus Europa.

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