Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Vincoli Sonori ogni anno riprende il suo itinerario nelle sonorità del
mondo musicale klezmer e gypsy. Il Festival è un viaggio che
conduce nell'esplorazione delle diverse anime della musica dell'Europa orientale
e balcanica, palcoscenico naturale dove si tramandano di padre in figlio i suoni
provenienti dalle radici. I profondi legami sviluppati nella tradizione tra
musicisti ebrei e zingari è anche un richiamo ad un'Europa dove etnie e
religioni si incontrano per dare vita ad espressioni musicali che
oltrepassano le differenze. Vincoli Sonori offre una qualità della
programmazione che non attira solo gli amanti della world music, ma un
pubblico sempre più vasto. Ecco quindi, per appassionati, intenditori e curiosi,
una nuova edizione, tutta con concerti gratuiti.
continua
Da
Czech_Roma
2. 8. 2007 Il cantante della popolare Rom band Gipsy.cz,che interpreta
un'esplosiva mistura di hip-hop e musica Romanì tradizionale, ha un nuovo - e
per i suoi fans sorprendente - ruolo. Questa settimana Dzamila Stehlikova,
ministra in carica per i diritti umani, ha "promosso" Radoslav "Gipsy" Banga al
ruolo di ambasciatore delle minoranze nell'ambito dell'Anno Europeo per le Pari
Opportunità.
In questo periodo i Gipsy.cz sono al culmine della loro fama. Dopo il lancio
del loro album di debutto Romano Hip Hop l'anno scorso, il gruppo è stato votato
miglior nuova band dell'anno nella Repubblica Ceca. Sono anche stati il primo
gruppo ceco a suonare quest'estate al popolare Festival di Glastonbury e la loro
canzone Romano Hip Hop ha ottenuto successo all'estero, arrivando nella top ten
del World Music Charts. Ho chiesto a Radoslav Banga cosa significhi per lui il
nuovo ruolo di ambasciatore per le minoranze:
"Per me è una grande responsabilità, naturalmente, perché voglio dire che
non sono un politico, sono solo un cantante e solo un uomo. Ma per me è
davvero un piacere rappresentare le minoranze nella Repubblica Ceca, perché
penso che la questione non sia mai stata presa sul serio. Prima di tutto,
naturalmente, lo scopo di questa azione dell'Unione Europea è dare
rappresentanza a tutto le minoranze, ad esempio minoranze di genere o
religiose, quindi tenterò di rappresentarle tutte"
Come musicista pensa che la musica abbia il potere di cambiare le cose?
"Penso che nel pratico non posso veramente aiutare qualcuno. Ciò che so è
che posso farmi ascoltare dalla maggioranza. Quindi vorrei davvero dire
qualcosa alla maggioranza che le gente ascolti. E so di esserne capace.
Quindi questo è quello che farò. Dirò che le minoranze sono qui nella
Repubblica Ceca e non sono prese sul serio. Penso che la musica sia un
linguaggio universale, molto più della politica, quindi se devo dire
qualcosa come Dzamila Stehlikova, lo posso dire in maniera totalmente
differente. Dire le stesse cose, ma che arrivino alla gente in maniera
differente."
Dopo i recenti successi, Radoslav Banga non manca certo di fiducia in se
stesso, ed è cosciente che molti giovani, soprattutto Rom, guardano a lui. C'è
qualche dubbio sul fatto che le minoranze nella Repubblica Ceca abbiano
raggiunto una voce abbastanza forte per parlare di loro stesse:
"Ovviamente, posso essere un buon esempio davvero per i giovani Rom.
Quanto a me, so che posso aiutare la mia nazione a fare meglio. Non solo
quello, naturalmente. I giovani ascoltano la nostra musica. Oggi i Gipsy.cz
sono uno dei gruppi più popolari nella Repubblica Ceca e questo è per forza
un punto di forza."
Ruth Frankova; Radio
Praha
Goran Bregovic, autore delle musiche dei film di Emir Kusturica, come
Underground e Il Tempo dei Gitani, ha annunciato che la partitura della sua
opera "Carmen a lieto fine" sarà disponibile nella sua pagina Internet. "Il
mio sito web conterrà gratuitamente la partitura perché chi lo vuole possa
interpretarla. Desidero che le piccole orchestre dei gitani possano suonarla se
lo vogliono", ha detto nella città messicana di Monterrey.
08.11.2007 -http://www.polskieradio.pl/zagranica/gb/dokument.aspx?iid=68950
Un monumento alla poetessa Bronisława Wajs, conosciuta come "Papusza" (la
Bambola) è stato inaugurato nel parco favorito della poetessa nella città di
Gorzów , nella Polonia sud occidentale. Il monumento è stato inaugurato da
Alfreda Markowska, anziana della comunità Rom di Gorzów, famosa per aver salvato
numerosi bambini Rom, Polacchi ed Ebrei durante la II guerra mondiale. "Papusza"
nata attorno al 1908 dalle parti di Lublino, è considerata la più eminente
poetessa Rom. Ha scritto in romanes ed i suoi lavori sono stati tradotti in
polacco da Jerzy Ficowski, più tardi pubblicati nella collezione "Le canzoni di
Papusza". La sua poesia è stata ispirata dalla natura e dal vagare degli
Zingari. Morì nel 1987.
ATTENZIONE!
Grande novità per tutto il popolo turbo balcanico
amanti di sonorità orientali
danzatrici e danzatori
appassionati e incuriositi
Venerdì 16 Novembre 2007 ore 21:30 Le Pecore Pub MUZIKANTI in concerto
Milano: Musica rom balcanica Jovica Jovic - fisarmonica Marta Pistocchi - violino Davide Marzagalli - sax soprano e darbouka Dal 16 novembre, un nuovo appuntamento al pub Le Pecore: ogni venerdì sera, i Muzikanti accoglieranno il pubblico con la loro travolgente musica. Per ballare, cantare e divertirsi insieme, accostando culture e tradizioni differenti.
Ingresso libero. Le Pecore via fiori chiari 21 Milano tel. 02875386 www.lepecore.com
Da
Macedonian_Roma
Nina Stoffers - Skopje - 14.11.2007 Sono le 5 del mattino. Un imam
chiama alla preghiera. La sua voce attraverso gli altoparlanti. I cani iniziano
a vagabondare ed il sole dorato si arrampica da dietro le colline di Shuto
Orizari. Un anziano fuma e tossisce. Ci sono poche persone in giro a quest'ora.
Le otto, Abraham si stropiccia gli occhi mentre sua sorella si alza per andare a
lavoro. E' fortunata. Ha 19 anni e lavora come donna delle pulizie per una
famiglia macedone.
A Shuto Orizari circa il 90% dei Rom sono disoccupati. Molti trovano lavoro
nel settore informale, nel commercio e nell'industria delle costruzioni. Ma sono
in pochi di fronte all'alto numero di disoccupati e a quanti lavorano nel
mercato nero che caratterizza Shuto Orizari. Shutka,come è conosciuto questo
sobborgo della capitale macedone Skopje, è il più grande insediamento Rom con
70.000 abitanti. Ci sono un sindaco Rom, due stazioni TV, scuole e due
parlamentari Rom che siedono in Parlamento. Per una volta, i Rom qui non sono
una minoranza.
Rom gangsta rap
Abraham e sua sorella vivono con i genitori e tre fratelli minori in due
piccole stanze. Alle 11 Abraham si alza.Di fronte allo specchio si pettina e si
mette le sue lenti a contatto blu. Quindi va al computer e visto che è
festa può dedicarsi al suo hobby: la musica. E' insolito a Shutka che qualcuno
ascolti il "rap". Abraham si autodefinisce un "gangsta rapper". Ha scritto
e mixato da cinque anni. Non adopera i tipici strumenti rom come il clarinetto e
il violino, ma il computer. Canta solo in inglese - non in romanes, così da
poter essere ascoltato fuori da Shutka.
Nel centro, nella "strada della nuova vita", i commercianti ambulanti hanno
esposto i loro banchi. Accanto ai pomodori, melanzane e meloni ci sono prodotti
di imitazione in vendita a basso costo. Su banchi di vendita improvvisati, copie
pirata di musica araba, bulgara e persino indiana. Ci sono macchine Daimler con
targa straniera e rachitiche Lada. Ci sono 39° e l'aria luccica dal caldo e
dalla polvere. Si sente il forte odore di carne bruciata e dei gas di scarico
delle macchine.
Bus verso un altro mondo
Nel frattempo Abraham ha remixato le sue canzoni e predo l'autobus che di
solito prende per andare a scuola. La strada collega due moschee che distano
l'un l'altra meno di 300 metri. Le moschee sono quasi terminate e all'interno
hanno i tappeti, mentre all'esterno i minareti sono quasi conclusi e gli
altoparlanti chiamano i fedeli alla preghiera cinque volte al giorno. I richiamo
sono in albanese ed in arabo, non in romanes. La situazione tra Rom e Albanesi è
tesa. Abraham non vuole scendere da solo dall'autobus.
Nel contempo sta percorrendo un pacifico sobborgo ad est della città. Molti
Albanesi vivono qui, non sono tanti come i Rom. Abraham sta per incontrare la
coppia rom Ljatif e Fatime Demir, per chiedere loro quando potrà usare il loro
studio musicale per registrare le sue canzoni. Nel 1998 hanno creato
l'associazione culturale "Darhia" (Radici), che fornisce uno spazio creativo ai
giovani rom. Una donna energica di circa 50 anni apre la porta con gesti di
benvenuto. Fatime Demir spiega che c'è un'orchestra di mandolini molto popolare
che attrae i bambini macedoni. Fatime sente che il suo lavoro aiuta a rafforzare
i legami inter-etnici.
Stupido zingaro
I diritti delle minoranze e la discriminazione nella vita di ogni giorno sono
i temi che Abraham rappa nelle sue canzoni. Particolarmente sul suo primo anno
di scuola quando con altri ragazzi rom sedeva per lo più in fondo alla classe
Quando faceva errori in macedone era rimproverato come "stupido zingaro". Se
parlava bene il macedone, invece veniva chiamato gagio da Rom, la parola che
loro usano per non-Rom. Attraverso la musica Abraham chiede riconoscimento e
rispetto, ma lui è un'eccezione. La maggior parte dei gruppi etnici resta
isolata nei propri spazi.
Funded by the 'Erinnerung, Verantwortung und Zukunft' foundation
This article was first published in the German journalist network N-ost
Makfax, Strasburgo, 21.11.2007 08:40 - E' stato presentato mercoledì un compact disc con la versione
romanes dell'inno europeo, iniziativa promossa dalla folk singer
Esma Redzepova.
L'edizione musicale è parte della campagna di sensibilizzazione "Dosta!"(Basta)
organizzata dal Consiglio d'Europa. La parola rom "Dosta!" intende porre fine ai
pregiudizi portando più vicini i cittadini europei Rom e non-Rom.
Si stimano in 10 milioni i Rom in Europa, sparsi in quasi tutti gli stati. In
alcune aree dell'Europa centrale ed orientale rappresentano oltre il 5% della
popolazione.
Co-finanziato dalla Commissione Europea, il progetto include programmi
formativi per Rom e governi a sostegno dei diritti dei Rom, e la campagna di
testimonianza "Dosta!" che promuove un'immagine positiva dei cittadini rom
contro gli stereotipi ed i pregiudizi comuni. Il programma Uguali Diritti e
Trattamento per i Rom nell'Europa del Sud Est, lanciato nel 2006, si rivolge a
Macedonia, Albania, Bosnia Herzegovina, Montenegro e Serbia.
da
Stradanove
COLUM MCCANN È NATO A DUBLINO NEL 1965 MA VIVE DA ANNI A NEW York. E’
autore de “I figli del buio”. “La legge del fiume”, “La sua danza” (sul grande
ballerino Nureyev). Abbiamo parlato con lui del suo ultimo libro, “Zoli”, e
della vita e della cultura dei rom.
La prima riflessione che facciamo, dopo aver letto il suo libro, è che
l’ignoranza genera il pregiudizio- sappiamo molto poco del mondo dei rom. E
tuttavia che cosa c’è in comune tra il mondo che Lei rappresenta e gli zingari
che vediamo chiedere l’elemosina sui treni della metropolitana, che ci
infastidiscono finché non diamo loro dei soldi?
Osservazione fantastica - è vero, succede anche a me, sono stato nelle stazioni
della metropolitana, sui treni, e mi sono sentito innervosito da questi zingari
che ti assillano. Che rapporto c’è tra di loro e la storia di Zoli? C’è un salto
significativo da fare, ma dobbiamo capire che cosa c’è dietro quegli occhi, la
storia profonda che c’è dietro di loro. Ho iniziato a capire qualcosa di questo
dieci anni fa, quando sono sceso nelle gallerie della metropolitana di New York
per scrivere il romanzo “I figli del buio”. Pensavo che la gente senza tetto
fosse così per sempre. Pensavo che fossero nati senza casa, non mi ero mai fatto
tante domande. E invece non è vero, c’è una storia profonda dietro di loro.
Se vogliamo che il mondo sia un posto migliore in cui vivere, dobbiamo cercare
di capire la storia dei bambini che chiedono l’elemosina sul treno. La loro
storia è quella di Zoli. Anche io ero pieno di pregiudizi: quando sono andato a
fare ricerche in Slovacchia, ho nascosto passaporto e soldi, temevo di essere
derubato. Alla fin fine ero io che cercavo di derubarli, chiedendo loro della
loro storia. Certo, una sola vicenda, quella di Zoli, non rappresenta quella di
tutti. I rom sono dai 10 ai 12 milioni - ce ne sono 2 milioni in Romania,
300.000 in Francia. E’ un numero straordinario. Vengo da un paese, l’Irlanda,
dove ci sono 5 milioni di abitanti- gli zingari sono due volte tanto. Non ci
sono romanzi che rappresentino l’Irlanda nella sua interezza, forse l’”Ulisse”
ma, citando Stephen Dedalus, “me ne andrò da qui e foggerò nella fucina della
mia anima la consapevolezza non creata della mia gente.” Chiunque può pensare
che un romanzo rappresenti un paese, ma non è possibile. Dobbiamo essere aperti
a molte storie. Dobbiamo chiederci perché odiamo i rom. Io sono un romanziere,
il mio compito è quello di fare delle domande e forse con il mio romanzo i
lettori guarderanno i modo diverso gli accattoni sulla metropolitana. Almeno lo
spero.
Rom, zingari, gitani: qual è la parola giusta da usare? E sono divisi in
gruppi, hanno tradizioni diverse secondo il luogo di provenienza?
La parola giusta è “rom” e significa “una persona”, “roma” vuol dire “la
gente”, “romany” è l’aggettivo e indica anche la loro lingua. Sono le parole che
usano loro per riferirsi a se stessi. Le altre due parole, zingaro e gitano,
sono dei peggiorativi. Originariamente venivano tutti dall’India e hanno avuto
sorti diverse, alcuni sono diventati nomadi, altri no. I rom italiani risalgono
al secolo VI e non sono nomadi, vivono nelle case, sono italiani. All’interno
della comunità rom ci sono tante differenze quante ce ne sono negli altri
popoli, sono solo molto più poveri di altri. E sono moltissime le persone note
che avevano origini rom: Pablo Picasso e Charlie Chaplin, Yul Brynner e Rita
Hayworth.
Come ha iniziato ad interessarsi ai rom? E’ stato dapprima un interesse
generico e poi è venuto a sapere della poetessa polacca Papusza che è in parte
dietro il personaggio di Zoli?
No, non avevo alcun interesse per i rom, proprio nessuno. Ed ero ignorante per
quello che li riguardava. Avevo impiegato quattro anni a scrivere il romanzo su
Nureyev, avevo fatto molte ricerche, sulle guerre in Russia, sull’essere un
ballerino gay - per me era stato uno sforzo ginnico dell’immaginazione ed ero
stanco. Volevo andare a casa e scrivere un romanzo facile. Poi mi è venuta tra
le mani la foto della poetessa Papusza: era molto bella, la sua era una storia
interessante…Ero spaventato da quello che mi si prospettava eppure sentivo che
dovevo farlo. Solo dopo è diventata una faccenda di coscienza sociale.
Che cosa c’è di vero e che cosa c’è di fittizio nel personaggio di Zoli?
E’ vero l’essenziale, che fosse rom, che fosse una poetessa, che fosse
famosa e che fu esiliata dal suo popolo. Il resto naturalmente è fittizio.
A Zoli sembra inevitabile sia il donare la sua musica perché tutti la
conoscano, sia accettare la punizione della sua gente- perché?
Direi che si tratta dell’accettazione del destino, qualunque forma esso
prenda. I rom sono fatalisti. E lei fu bandita dalla sua gente perché era una
profetessa: aveva capito che la storia deve essere scritta.
E’ in parte Lei stesso il personaggio di Stephen Swann, metà irlandese e metà
slovacco, attratto dal mondo rom e innamorato di Zoli?
Sì, è in parte me stesso. Per quello è metà irlandese, volevo capirlo. Swann
non sa del tutto chi è- decisamente sì, Swann è in parte me stesso.
Che cosa c’era dietro la politica comunista di integrare gli zingari in una
società ordinata?
Dietro lo sforzo per l’integrazione c’è il profondo idealismo comunista.
Dimentichiamo spesso che, pur essendo un sistema che ha avuto un fallimento così
spettacolare, pur avendo la responsabilità di così tante morti, alle sue origini
aveva una spinta di forte idealismo. Così attraverso gli zingari, vittime da
sempre, volevano mostrare il valore del socialismo. E’ stato un po’ come il
movimento di rivalutazione orgogliosa “Nero è bello” negli anni ‘70 in America.
Gli zingari, a loro volta, si sentivano valorizzati- anche oggi sono molti
quelli che hanno nostalgia del comunismo: avevano un lavoro, assistenza medica,
c’era un grosso tentativo di integrazione. Purtroppo poi finirono per
distruggerli, come tutti gli altri sistemi. Ma all’inizio ai rom sembrava il
meglio che potesse loro capitare.
Quello che nel libro non è chiaro è di che cosa vivessero.
La comunità di Zoli era formata da musicisti ambulanti e vivevano di quello,
della loro musica. Gli altri facevano lavoretti qua e là, quello che capitava,
dove capitava. Vivevano di quello che la gente dava loro.
Li descrive come una comunità molto chiusa: come è riuscito a farsi accettare
e riuscire a parlare con loro?
Nella situazione moderna, in Slovacchia, sono abituati a parlare con
estranei, poliziotti, assistenti sociali, medici. Dapprima pensavano fossi uno
di loro. Ad un livello più semplice il fatto è che sono andato là e ho dormito
con loro, nelle baracche: sono rimasti molto sorpresi che qualcuno volesse
fermarsi a dormire con loro. Quanto tempo ho passato con loro? Un totale di
circa due mesi, in genere circa quattro giorni con ogni gruppo, in Slovacchia e
Ungheria.
E’ recente la notizia della sterilizzazione di donne rom che hanno dato
l’autorizzazione sotto gli effetti dell’anestesia: dopo gli sforzi per
l’integrazione come si considera questa violazione dei diritti umani?
Viviamo in un mondo complicato: in Svizzera portavano via i bambini ai genitori
rom, in Slovacchia li inserivano nelle scuole per ritardati. Il processo di
integrazione è fallito, per la loro ignoranza, per la nostra ignoranza, per
incapacità di fare e rispondere a delle domande, per inabilità ad essere
empatici. Accade in tutta l’Europa di oggi. La parola che i rom usano per
l’Olocausto è porraimos. Loro dicono che porraimos prosegue ancora oggi per
loro- ed è finito nel 1945!
Che cosa ha apprezzato di più nella comunità rom?
La loro socievolezza, la facilità con cui offrono amicizia, la loro
curiosità che li porta a fare tante domande. Quello che è necessario è che
imparino a dire la loro storia in una maniera che abbia rilievo.
Secondo Lei, qual è il futuro della lingua rom, delle loro tradizioni, della
loro musica?
Penso che la loro cultura diventerà più forte con le nuove iniziative, con
le università in cui si fanno ricerche e si insegna la lingua e la cultura rom:
ce n’è una a Trieste, una nel Texas…La lingua è difficile, sarà un lavoro lungo,
ma come si fa a dire? Negli anni ‘50 sembrava impossibile che si arrivasse ad
accettare i gay. Forse tra venti o trent’anni saranno in molti a vantarsi di
essere per tre quarti rom!
Da
Czech_Roma
Gipsy.cz è esploso nella
scena musicale ceca ed i confini tra world music, musica zingara, pop e hip hop
sono stati travalicati per la prima volta quest'anno.
Radoslav Banga, detto Gipsy, è nato a Praga dove ha vissuto per strada
dall''età di 13 anni, entrando in contatto con l'hip hop ed il rap. Dopo
aver lavorato con bande locali come Syndrom Snopp, ha sviluppato uno stile
personale di Romano hip-hop, combinando ritmi e linguaggi con la musica degli
ottoni dei Balcani. Insieme al "primas" (violin maestro) Vojta Lavicka (ex: Alom,
Deep Sweden..), e due giovani fratelli: Petr Surmaj (fisarmonica) & Jan Surmaj
(bassi) è arrivato all'innovazione di Gipsy.cz. Ha collaborato e suonato con
molti rinomati artisti. Ha suonato ospite della Boban Markovic Orkestar, diviso
il palco con i GZA, suonato nei principali festival cechi, al Carnevale delle
Culture di Berlino e in diversi concerti al Berlin's Kaffee Burger. Inoltre, è
ospite regolare di Radio Multikulti/Funkhaus Europa.
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Oikotime
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