Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 01/07/2005 @ 20:48:30, in Regole, visitato 1701 volte)

Sempre dall'archivio di Pirori

Stavolta sarò + breve...

art. 9 La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio storico e artistico della Nazione.

I primi zingari che ho conosciuto ero bambino. Vivevano ai margini di quello che poi è diventato il Parco della Martesana. Un parco dove ogni tanto si potevano incontrare caprette e persino cavalli, in città. Erano Harvati, allevatori di cavalli. Nel 1989 la giunta comunale decide di intervenire e fornire un campo attrezzato a questa comunità, ma non nel parco, bensì fuori dai confini cittadini, alla confluenza tra due fiumi. Gli zingari, erano diventati incompatibili con un parco urbano, i loro cavalli e le capre erano da cancellare. Oggi, il parco c'è ancora, ma in quell'angolo dove vivevano gli Harvati è cresciuto un grattacielo (quello sì, compatibile con un parco urbano!)

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Di Fabrizio (del 02/07/2005 @ 19:07:57, in Italia, visitato 2073 volte)

Ricevo e porto a conoscenza:

Cari/e tutti/e

giovedì scorso si è tenuta la riunione dei firmatari dell'Appello alla città per preparare l'incontro con il Prefetto, dentro il Cpt di Via Corelli, che avrà luogo martedì 5 luglio, alle ore 16.30.

E' stato ribadito che l'obiettivo non è quello di contribuire ad un migliore funzionamento del centro di detenzione, bensì di garantire un lavoro di monitoraggio che si inserisca nella campagna più generale per la chiusura dei Cpt. In questo senso l'attività che intendiamo definire al tavolo con il Prefetto ha due caratteristiche fondamentali: di ispezione e di capacità di assistenza indipendente sul piano sanitario e legale.

Concretamente, la delegazione che incontrerà il Prefetto lavorerà per ottenere:

  • visite periodiche dentro il centro, la cui cadenza deve essere portato a conoscenza dei detenuti. Avranno un carattere sia ispettivo, che di "sportello" per i detenuti
  • possibilità di visite anche al di fuori della cadenza concordata
  • riconoscimento del diritto per parlamentari e consiglieri regionali di potersi far accompagnare da collaboratori nelle loro visite
  • possibilità di accesso dei detenuti a medici esterni, indipendenti dalla Croce Rossa, qualora lo chiedano.

Inoltre, è stato definito di dotarci di una denominazione, necessaria per offrire alla Prefettura un interlocutore riconoscibile: Consulta Cittadina Corelli

La delegazione che incontrerà il Prefetto sarà composta in base ad un criterio di pluralità e competenza, poiché si tratta essenzialmente di un tavolo di "trattativa". In questo senso è stata ribadita anche la necessità di continuità con l'ultimo incontro. La riunione ha pertanto definito la seguente composizione di massima: un rappresentante (qualificato) per Naga, Arci, SinCobas, Fiom, CS Leoncavallo, Rifondazione, Verdi, Partito Umanista.

Dopo l'incontro sarà convocata una nuova riunione, in orario più accessibile, al fine di definire operativamente il nostro funzionamento, in base a quanto emerso dal tavolo di confronto di martedì.

Infine, è stata condivisa la proposta che i firmatari dell'Appello alla città facciano pervenire la loro adesione al Forum contro i Cpt, convocato per l'11 luglio a Bari, da Nichi Vendola e altri presidenti di Regione, che vedrà inoltre iniziative di movimento nel giorno precedente, sempre a Bari, sullo stesso argomento.

un abbraccio

Luciano Muhlbauer

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Di Fabrizio (del 02/07/2005 @ 19:07:57, in Europa, visitato 2063 volte)

Da: The Scotsman

Thu 30 Jun 2005 - 9:06am (UK)

By Brian Farmer, PA

Richard Howitt, parlamentare laburista britannico e incaricato del parlamento europeo per le regioni orientali, ha espresso il proprio disappunto per la decisione del Ministero degli Interni di rimpatriare Elton Ismaili, 19 anni, richiedente asilo dl Kossovo e arrivato in Gran Bretagna cinque anni fa. 

Ismaili aveva abbandonato il proprio villaggio dopo che era stato bombardato e che i suoi genitori e fratelli erano stati uccisi. Caricato su un camion da uno zio, in Inghilterra era stato accolto da parenti ed era in grado di garantire la sua personale indipendenza. Ora è trattenuto presso il centro di immigrazione vicino a Heathrow per essere rimpatriato.

Gruppo Kosovo_Roma_News

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Di Fabrizio (del 03/07/2005 @ 12:19:38, in Europa, visitato 2215 volte)

Source:

  • European Court of Human Rights (press release), France - 30 Jun 2005 - 365 30.6.2005

La Corte Europea dei Diritti Umani (Strasburgo) si riunirà il 6 luglio alle 14.00 per esaminare un ricorso contro lo stato di Bulgaria.

Il caso riguarda l'uccisione di Kuncho Angelov  e di Kiril Petkov (entrambe di 21 anni) da parte della polizia militare durante un tentativo di arresto. Entrambe erano arruolati nell'esercito. Furono arrestati all'inizio del 1996 per ripetute assenze giustificate e adibiti alla costruzione di appartamenti e altri progetti civili.

Il 15 luglio 1996 evasero rifugiandosi a casa della nonna di Angelov. Entrambe erano disarmati. Il comando militare, identificato dove i due avrebbero potuto nascondersi, inviò una squadra per procedere al loro arresto. Avendo precedenti per furto, i militari furono istruiti di far uso delle armi se ci fossero stati tentativi di fuga.

Durante l'operazione, Angelov e Petkov furono colpiti da diversi colpi di arma da fuoco. Feriti e portati all'ospedale di Vrasta, vi arrivarono già morti. I colpi erano entrati alla schiena, durante il loro tentativo di fuga.

Testimoni oculari dicono che anche dei bambini hanno corso il rischio di essere colpiti. ma alle loro rimostranze, i genitori si sono trovati le armi puntate addosso.

Fonte: Roma_Rights

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Di Fabrizio (del 03/07/2005 @ 14:45:51, in Italia, visitato 2713 volte)

Segnalazione di Tommaso Vitale:

Testata "Alto Adige" di sabato 2 luglio 2005

Rom, un circolo per l'integrazione

/Oggi si inaugura Cuore zingaro: «Un luogo di musica e tradizione aperto a tutti»/


BOLZANO - Romano ilo -, cuore zingaro. Questo è il nome del primo circolo culturale multientico messo in piedi dalla comunità rom di Bolzano, che aprirà i battenti oggi con una festa di inaugurazione. La comunità rom altoatesina a Bolzano - conferma la responsabile Caritas del settore rom Silvia Golino— conta una presenza di circa 200 persone. di cui 120 nel campo nomadi di Castel Firmiano e le restanti nelle case popolari messe a disposizione dalla provincia. In tutto l'Alto Adige, nei diversi paesi, si contano invece altre 200 persone di etnia rom, che perlopiù vivono in appartamenti.

Un'iniziativa, quella del circolo culturale, resa possibile grazie al contributo della fondazione Cassa di Risparmio e della cooperativa Elios che si occupa di inserimento lavorativo di soggetti disadattati. Manifesto del circolo, che troverà la sua collocazione nella sede di "Romano ilo", un documento importante per i rom:

  • la circolare del 1973 del ministero dell'interno che invitava gli enti locali a favorire l'inserimento del e comunità nomade sul territorio nazionale. «Ci sono stati momenti in cui è stato davvero difficile essere rom, momenti in cui non avevo dignità e non ricevevo rispetto dalla gente". Sono le parole del presidente del circolo Mergian Hustric, padre di tre bambini, arrivato dai Balcani prima della guerra di Bosnia. Sfrattato più volte dai campi nomadi, Mergian ha voluto fondare questo circolo per dare un segnale importante di integrazione, e per offrire la possibilità anche alle altre culture locali di conoscere le tradizioni dei rom. "Per non fare vivere ai miei figli — sottolinea Mergian — l'incubo che ho vissuto io: quello di essere cacciato durante il sonno da una campo nomade".

L'arrivo della comunità rom risale agli anni '90, dopo la guerra scoppiata nei Balcani. A Bolzano si sono dislocati prima abusivamente all'ex Vives, in un insediamento non autorizzato, poi, dal 1996 hanno ottenuto il campo di Castel Firmiano. "La maggior parte di loro — sottolinea la responsabile della Caritas — lavora ed è in regola con il permesso di soggiorno,e poi c'è da dire che tutti i bambini rom frequentano la scuola, persino quella materna. (….)"

Il circolo, che ha sede in via Macello 18 sarà aperto tutti i giorni da sabato prossimo. Al suo interno si avrà la possibilità di consultare libri, dilettarsi in giochi da tavolo e intrattenimenti vari. Ma la promessa degli organizzatori è di dare il via a serate musicali e di degustazione gastronomica. All'interno del circolo sarà possibile visitare anche una mostra intitolata "Amaro trajo". che in lingua rom significa la nostra vita: un viaggio attraverso le avventure della comunità rom attraverso l'Europa raccontate da un giornalista rom.

Stefania Angelini

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Di Fabrizio (del 03/07/2005 @ 14:45:52, in conflitti, visitato 2484 volte)


Bogotá, Junio 28 de 2005 Etnias de Colombia ©

 

Nella foto: Ian Reshetnickov (Sergunin) - Generale Rom della Federazione Russa (1954 - 2004)

Grazie a Boris Muntyanu

NDR: Sull'argomento, ricordo anche un articolo del 5 febbraio, sempre dalla Colombia.

Preciso che non mi interessa il merito se prestare il servizio militare per i Gitani sia legittimo o meno, visto che nelle varie comunità, anche in Italia, ci sono stati diversi esempi in questo senso.

Articolo interessante comunque per conoscere qualcosa sulla vita delle varie comunità nel mondo.

Por: PAULA CAMACHO

El Tiempo

 

I giovani sono riluttanti. Si nascondono dalla polizia, non hanno documenti e non si spostano più nei villaggi vicini per paura dell'esercito. E' il caso di Harold, gitano di 19 anni, che si nasconde da sei mesi. I suoi amici non lo portano più con loro nelle strade del  barrio Bella Vista, a Bogotà, dopo che una sera di aprile, mentre andava a trovare un amico, fu sorpreso da una ronda della polizia. Spaventato e con le mani grondanti sudore, si nascose dietro il banco di un negozio.

 

Vive nel timore del servizio militare, senza uscire di casa o di città, né frequenta più l'Università, perché gli manca il libretto militare. "Noi gitani non abbiamo paura, quello che chiediamo è il rispetto dei nostri costumi. Questo [servizio militare] è una cosa inventata dai gadjé [chi non è Rom NDR] - e noi non siamo abituati a quegli orari definiti, neanche a maneggiare le armi e tanto meno a lasciare le nostre famiglie per tutto questo tempo."

 

Per preservare la cultura

Una situazione simile è vissuta da circa 350 gitani, tra i 18 e i 20 anni, che rappresentano il 17% dei circa 2000 che vivono in Colombia e che considerano il servizio di leva un attentato contro la loro integrità etnica e culturale.

 

Il popolo Rom - come si autodefinisce - è considerato gruppo etnico dal 1998 (col governo di Andrés Pastrana). Migrati dall'India attorno all'anno 1000 si sono dispersi in differenti paesi, senza considerarsi appartenenti a nessuno di questi. Arrivarono in Colombia in epoca coloniale, per sfuggire alle persecuzioni [europee]. Entrarono nel paese dal porto di Barranquilla, e in molti conservano le loro radici linguistiche e abitano in zone geografiche delimitate, che loro chiamano Kumpanías, sparse a Bogotá, Girón, Cúcuta, Medellín e Duitama.

 

Nei secoli i Rom hanno continuato a mantenere distanti i loro figli dai gadjè per preservare la purezza del loro sangue e infine, della loro cultura.

Alexánder Gómez, di 20 anni, è uno di loro che a luglio dell'anno scorso è stato incorporato nel battaglione Plan Energético Vial, di Samoré (nord di Santader).

 

Gitani nell'esercito

Reclutato, racconta, contro la sua volontà a Cúcuta, quando fu trovato senza libretto militare: "Non mi sono abituato ancora al rispetto degli orari che mi impongono e ad obbedire agli ordini, perché i nostri genitori ci hanno educato alla libertà e dover obbedienza solo a loro e alle nostre leggi ed autorità."

 

I  genitori hanno richiesto ufficialmente al Ministero della Difesa e al comandante del battaglione che sia dispensato dal servizio militare, perché hanno paura che così perda le sue credenze e la sua lingua. Ma sinora non hanno ottenuto alcuna risposta.

 

La risposta di Juan Guillermo Rojas, comandante del battaglione, è stata: "Nessuno, tanto meno lui, mi ha detto che fosse gitano. Se è parte di un gruppo etnico, posso anche congedarlo. La cosa è possibile, però necessito di stabilire i parametri che la legge esige. Non ho l'autorità per assumere una simile decisione."

 

La legge non esonera

I portavoce del Ministero della Difesa informano che dal 1999 i gitani sono considerati minoranza etnica, ma che non esiste una legge che dica che debbano essere esonerati dal servizio militare. Soltanto chi si dichiara indigeno tra i gruppi riconosciuti come minoranza etnica (gli altri sono i gitani e gli afrocolombiani),dal 1991 hanno il diritto di non prestare servizio militare "al fine di proteggere la diversità etnica e culturale della Nazione". Ora i leaders gitani, chiedono che anche a loro sia garantito il medesimo diritto.

 

Una legge che li escluda

Secondo la comunità, in tutta la storia dei gitani in Colombia, solo due sono stati arruolati nell'esercito. Il primo fu Yiyo Gómez, reclutato a Villeta e che prestò servizio per 18 mesi a Bogotá. Il secondo è Alexánder Gómez. Sul suo caso il Ministero non si pronuncia, dato che non esiste un registro etnico di quanti prestino servizio militare. Yiyo Gómez è dell'opinione che i membri della comunità dovrebbero prestare servizio: "Vorrei che lo facessero in tanti, è un'esperienza formativa e non interferisce con i gitani che potremo essere."

 

Altri gitani stanno elaborando un progetto che permetta loro di essere esonerati. Il coordinatore generale di Prorom (Proceso Organizativo del Pueblo Rom de Colombia) sta valutando se questo sia possibile. "Il processo è iniziato, stiamo consultandoci con degli avvocati. Non saremmo buoni soldati e poi siamo una minoranza di duemila persone. La leva obbligatoria non cambierebbe con la nostra presenza."

 

La legge dei gitani

I gitani in tutto il mondo sono organizzati secondo leggi proprie, basata sul rispetto e l'ordine famigliare, e il valore della persona si giudica dal mantenimento della parola data.

 

I Rom hanno proprie autorità tradizionali, chiamate "Sere Romengue", che amministrano la giustizia all'interno di una giurisdizione chiamata Kriss Romaní. "Hanno stabilito che ai Rom è vietato dalla loro cultura far parte delle forze armate" ha commentato Véncer Gómez.

In Colombia i gitani si dedicano a lavorare i metalli e sono commercianti nati. Le donne praticano l'arte della divinazione. Parlano una lingua propria chiamata romanés e vivono uniti in gruppi chiamati kumpanías, dove i gadjé non sono ben visti. Questa organizzazione sociale ha permesso loro di mantenersi uniti e poco visibili al resto della società, e per questo sappiamo così poco di loro.

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Di Fabrizio (del 04/07/2005 @ 18:19:10, in Europa, visitato 4392 volte)

Intervista alla radio tedesca su Deutschlandfunk - 29/06/05. Riportata su: Roma_Benelux

Rom mendicanti: "Famiglie poverissime che vogliono credere ai miracoli" (Bild: AP)

  • Il business della povertà
  • con false promesse i trafficanti attraggono in Occidente i bambini dall'Europa dell'Est

In Ungheria, Slovacchia, Romania e Bulgaria centinaia di migliaia di Rom vivono in situazione di povertà, senza assistenza medica, riscaldamento o acqua corrente. La vita di ogni giorno è segnata dall'aperta discriminazione, alti tassi di disoccupazione, mancanza di scolarizzazione e di possibilità di sviluppo. Le organizzazioni criminali approfittano del desiderio di una vita migliore. Il rapporto di Christiane Feller da Bruxelles.

Frida Uyttebrouck è nuovamente di pattuglia. Da anni assieme a due colleghi questa poliziotta controlla che tutto sia in ordine nelle strade del centro di Bruxelles. Una donna con accanto un bambino piccolo è seduta sul ciglio del marciapiedi.. Stendono la mano. Gentilmente i poliziotti chiedono i documenti. Quelli della donna sono a posto. Ma quel bambino di tre anni, le dice la poliziotta, dovrebbe essere al nido d'infanzia e non a mendicare per strada.

Madri mendicanti con i figli di dodici anni, arrivate nell'Unione Europea a guadagnarsi il pane pulendo i vetri delle macchine agli incroci di Bruxelles, sono comuni in tutte le grandi città. Ma quello che i guidatori vedono con disturbo, è una vera pena per Valeriu Nicolae, Rom:

"Molti bambini scappano da casa, da condizioni di povertà estrema che non sono in grado di sopportare. Qualcuno ha subito violenza, o i loro padri sono alcolizzati. Arrivano nelle grandi città della Romania, Slovacchia, Bulgaria e Moldavia (vedi NDR). Anche lì le loro condizioni sono misere. L'Occidente sembra loro il paradiso. I criminali lo sanno."

Europol, la polizia europea dell'Aia, preferisce mantenere il silenzio sulla natura di queste bande. Ma si da per certo negli uffici dell'Organizzazione dei Migranti (OIM) a Bruxelles: i Rom di solito non sono i colpevoli, ma le vittime di questi crimini.

Valeriu Nicolae, 35 anni, è lui stesso nato in una povera famiglia Rom della Romania. Ma ha avuto la fortuna di poter studiare grazie ad una borsa di studio: "Anch'io sono cresciuto accanto ad una discarica, ho frequentato le scuole differenziali e parlavo il rumeno a fatica. Poi mi fecero un test di intelligenza e scoprirono che non ero affatto stupido". Da circa due anni Valeriu Nicolae è a capo di ERIO, European Roma Information Office di Bruxelles. Il compito di questa organizzazione è di funzionare come lobby, bussando alle porte degli uffici dell'Unione, ai parlamentari e alle autorità del Belgio, e portare testimonianza sui problemi del suo popolo, in particolare dei bambini. Nicolae descrive così i metodi di lavoro delle bande criminali:

"Vanno dalle famiglie e dicono loro: Ci cureremo dei bambini e vi faremo avere tanto denaro. Comprano i bambini per 100 $. Poi dicono che i loro figli studieranno francese e vivranno in case bellissime. Mostrano delle fotografie e concludono dicendo che loro figlio sarà di ritorno tra un anno. Chi è alla miseria, vuole credere ai miracoli."

Chi si è occupata di questa situazione è Roeli Post. La Commissaria EU si è recata ben 43 volte in Romania negli ultimi sei anni. Nei ghetti rumeni, la donna olandese ha detto di aver trovato condizioni neanche da terzo, ma da quarto mondo. La povertà da un lato è un grave problema per i Rom, dice Roeli, e nel contempo un lucroso affare per le bande criminali di tutta Europa: "Direi che il Belgio è soprattutto un paese di transito, dove i bambini arrivano per essere smistati in altre nazioni, ad esempio, Francia, Italia o Austria. Mi sembra che sia un problema europeo e non specificamente belga."

Le radici della mendicità dei Rom, la loro povertà e mancanza di prospettive, sono analizzate in un rapporto della George Soros Foundation. Assieme alla Banca Mondiale ha lanciato "Il decennio dell'inclusione dei Rom, dal 2005 al 2015"., un percorso di inclusione per otto paesi dell'Europa centrale e orientale finanziato anche dalla Commissione Europea: Bruxelles intende investire 30 milioni di Euro per combattere la povertà nei ghetti, che Kósáne Kovács, ex ministra ungherese dell'Educazione, membro del Parlamento Europeo e Rom lei stessa, definisce peggiori di quelle dell'Africa.

Non sono solo le gang criminali a sfruttare la povertà. Racconta ancora Valeriu Nicolae che a volte nei ghetti si presenta qualcuno che offre tra 5.000 e 20.000 Euro per un fegato o un rene. Il peggio, termina Nicolae, è che spesso si trova qualcuno disposto a vendere il proprio rene.

© 2005


Approfondimenti:

Luci e ombre sul decennio dei Rom:

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Di Fabrizio (del 05/07/2005 @ 03:00:00, in casa, visitato 5244 volte)

La campagna lanciata per evitare lo sgombero di Dale Farm continua, anche con sollecitazioni inviate al Consiglio Distrettuale. Di seguito una selezione di alcune lettere che stanno arrivando:

DALE FARM: CHIEDE A Mr BUCKLEY

PERCHE' VUOLE DISTRUGGERE LE NOSTRE CASE, VITE E SPERANZE

To: Mr Malcolm Buckley, leader of Basildon District Council
and all members of the council and officials

From: Grattan Puxon, secretary,
Trans-European Roma Federation
01206 523528

*************************************
ULTERIORI DOMANDE possono essere sottoposte a:

*************************************

Signore,

Notifichiamo al consiglio da Lei presieduto che le seguenti persone intendono porre le seguenti questioni durante l'incontro che si terrà al Basildon Centre, alle 19.30 del 14 luglio.

Copia delle seguenti sarà inviata ai media nazionali e internazionale, come pure alle organizzazioni: Amnesty International, UN Commission on Human Rights, COHRE, CRE, ERF, OPPM etc

1 Kathleem McCarthy, presidentessa del comitato Dale Farm: 07799332832 "Se saremo sgomberati, dovete volete mandarci?"

2 Michael Sheridan, comitato: 07747417711 "Quale sistemazione verrà data a quanti verranno privati della casa e che sono registrati come senza-casa nel vostro comune?"

3 Nora Egan, comitato: 07775527141 "Quale possibilità per i miei figli, e per tutti gli altri bambini, di poter continuare la scuola, se ci sgomberate?"

4 Anita Sheridan, residente: 07778800623 "Se verremo sgomberati, cosa accadrà a quei bambini, come mia sorella, che hanno bisogno di cure mediche specialistiche?" 

5 Kathleen Slattery, residente: 07931379640 "Ho denunciato in passato il consiglio distrettuale di Hertsmere per violazione dello Human Rights Act, e vorrei che foste a conoscenza che se sarò sgomberata intendo farlo anche col vostro comune"

6 Margaret Egan, residente: "Il Vostro consiglio è a conoscenza che mia madre, Ann Egan, ha già subito uno sgombero da Twin Oaks, vicino Borehamwood, è seriamente malata e avrebbe il diritto di trascorrere in pace il tempo che le resta da vivere?"

7 Bridget Quilligan, residente: "Il consiglio mi dica cosa intende fare del mio prefabbricato se voterà lo sgombero. Dove potrò sistemarlo e come farò ad riaverlo indietro?"

8 Nora Gore, residente: 07780512466 "Il consiglio mi dica se ha esaminato la mia richiesta di residenza e quando sia la scadenza, o se invece le diverse richieste verranno esaminate in blocco."

9 Jimmy Slattery, residente: 07796123201 "Ho partecipato recentemente a una conferenza con ufficiali della polizia. Voglio sapere chi di voi consiglieri sarà presente se deciderete di incaricare Constant & co. dello sgombero."

10 Nora Gammell, residente: 07931379640 "Ai tempi di Twin Oaks ero incinta di otto mesi e gli incaricati di Costant & co. mi sbatterono a terra durante lo sgombero. Voglio sapere se potete garantire che questi episodi non si ripetano e che i miei bambini non siano terrorizzati un'altra volta dalle persone che avete assoldato"

11 Cathleen Qulligan, residente: 07771557345 "I miei parenti hanno visto bruciare da Costant & co proprietà ed effetti personali, inclusi i vestiti dei bambini. Sarete in grado di controllare il loro comportamento e che queste cose non si ripetano a Dale Farm?"

12 Kathleen Buckley: 07796825614 "Il Vostro consiglio è a conoscenza che la mia mobilhome è stata bruciata a Chelmsford da Costant & co. e che per questo li ho denunciati? Se darete mandato a quella compagnia, rischiate di venir sommersi da centinaia di denunce simili, per l'ammontare di una cifra spropositata."

13 Lorraine Sheridan, residente: 07961941569 "Se il comune di Basildon è tenuto al rispetto dei diritti umani e dello Human Rights Act, perché avete votato lo sgombero?"

14 Ruth Barnett, sopravvissuta ebrea ai progrom in Germania negli anni '30: 0207 431 0837 "I membri del consiglio sono a conoscenza che questa azione è stata paragonata in Zimbabwe alle pulizie etniche in atto in quel paese?"

15 Sue Conlon, Peace and Progress: 07791991756 "Mr Buckley, consiglieri - se la vostra casa e tutto il vostro quartiere fosse per essere demolito, stareste a guardare o protestereste contro un'azione così estrema e devastante? E sei voi protestaste, rispettereste i residenti di Dale Farm per lo sforzo che stanno compiendo e tornereste a votare per lo sgombero?"

16 Grattan Puxon, segretario Dale Farm Housing Association: "I signori consiglieri sono stati avvertiti che con la demolizione di Dale Farm distruggete il futuro di 200 bambini innocenti e che questa macchia peserà sul nome di Basildon in tutto il Regno Unito ed in Europa?"

17 Joe Jones, Gypsy and Traveller Affairs: 07765174141 "Il consiglio è a conoscenza che per lo sgombero di Dale Farm dovranno operare veicoli e macchine pesanti in presenza di bambini piccoli, contravvenendo alla Health and Safety Regulations - e nel caso che precauzioni intende adottare e far adottare da Constant & co. e subcontractors?"

18 Bridie Jones, G&TA: 07765174141 "Sono preoccupata soprattutto per i 150 studenti. I consiglieri mi dicano come intendono agire perché continuino la frequenza scolastica durante e dopo lo sgombero, inoltre a) come credano sia possibile evitare loro dei traumi b) nel caso probabile che questo sgombero dovesse causare loro la non frequenza scolastica, se  il consiglio intende rivalersi sui loro genitori per non aver mandato i figli a scuola. [...]"

19 Hazel Sillitoe, media: 0794641725 "Nel corso dello sgombero di Twin Oaks, Costant & co. e la polizia tentarono di impedire la presenza dei mezzi di informazione. Ne seguì una formale protesta tramite Sky News.Mr Buckley può dirmi se alla luce di quanto accaduto i media avranno libero accesso a Dale Farm, o nel caso quale pretesto giuridico sarà adottato per impedirne la presenza."

20 Sylvia Dunn, G&TA: "Mi rivolgo a Voi come componente di Human Rights Monitors, per sapere se il consiglio può assicurare che la mia presenza a Dale Farm in caso di sgombero non venga impedita da Costant & co. o dalla polizia"

Fonte http://groups.yahoo.com/group/British_Roma

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Di Fabrizio (del 05/07/2005 @ 22:03:24, in casa, visitato 2099 volte)

Fonte http://groups.yahoo.com/group/Roma_Shqiperia

AMNESTY INTERNATIONAL
PRESS RELEASE

http://web.amnesty.org/library/print/ENGEUR250112005

AI Index: EUR 25/011/2005 (Public)
News Service No: 181
1 July 2005

Grecia: I Rom albanesi bersaglio di sgomberi ed attacchi

A Patrasso i Rom sono stati sgomberati e le loro case demolite dalle autorità greche. Si sono verificati anche attacchi a sfondo razzista, su cui le medesime autorità non hanno indagato. Bersaglio particolare sono quei Rom provenienti dall'Albania.

Amnesty International ha chiesto assicurazione alla Grecia perché non si verifichino ulteriori sgomberi o demolizioni senza la presenza delle organizzazioni coinvolte, perché siano salvaguardati i diritti umani dei Rom o delle altre nazionalità coinvolte.

In una lettera al Ministro degli Interni - Amministrazione Pubblica e Decentramento, Amnesty International esprime anche la sua preoccupazione per la mancanza di indagini sulle violenze compiute ai danni della comunità rom.

"Le autorità greche sono legalmente responsabili del diritto a un alloggio adeguato di quanti risiedano nel paese, indipendentemente dalla loro nazionalità o gruppo etnico.Solo circostanze eccezionali possono motivare la decisione di sgomberi di massa; che devono avvenire dopo aver consultato i diretti interessati e garantendo loro una sistemazione alternativa." dice Nicola Duckworth, Direttore del programma Amnesty International per l'Europa e l'Asia Centrale.

Il 23 e 24 giugno 2005, 11 ripari appartenenti a Rom albanesi legalmente residenti a Patrasso sono statti demoliti, mentre i loro occupanti erano assenti. La cosiddetta operazione di pulizia è stata condotta congiuntamente dal Comune e dalla Prefettura, motivandola come azione antiderattizzazione. Già nel 2004, più volte decine di Rom albanesi sono stati traslocati di forza, senza fornire loro indennizzo o sistemazioni alternative.

"Emerge una PRASSI nel demolire i ripari dei Rom albanesi. Le autorità greche devono estendere le misure di rilocazione a quei Rom che non sono di nazionalità greca, soprattutto per quanti siano residenti legalmente nel paese. La mancanza [di una simile politica] contravviene agli impegni assunti per eliminare tutte le forme di discriminazione razziale." continua Nicola Duckworth.

Come si accennava, si sono verificati anche attacchi fisici contro la comunità, tre volte di seguito dal 22 giugno - attacchi confermati dalle autorità, che però non hanno ritenuto opportuno investigare in merito. Secondo gli stessi Rom, nessun ufficiale di polizia si è fatto vivo sulle scene del crimine.

"Rifiutandosi di investigare, le autorità di fatto incoraggiano queste violenze e la discriminazione verso i Rom, in particolare contro quelli di origine albanese"

[...]

Public Document
****************************************

  • For more information please call Amnesty International's press office in London, UK, on +44 20 7413 5566
    Amnesty International, 1 Easton St., London WC1X 0DW. web: http://www.amnesty.org

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Causa contro la Grecia

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Di Fabrizio (del 05/07/2005 @ 23:59:00, in Europa, visitato 5408 volte)

In un post recente è saltato fuori il nome di Soros... personaggio che ogni tanto emerge in queste cronache. Rispolverato dall'archivio di Pirori:

George Soros è conosciuto nel mondo occidentale come un finanziere americano d'assalto, che verso la metà degli anni '90 diede origine a un memorabile crack borsistico.
Negli ultimi 10 anni, ha finanziato direttamente o tramite fondazioni, tutta una serie di iniziative rivolte all'Europa dell'Est, al Medio Oriente e all'America Centrale e Meridionale. Tra l'altro, anche radio, corsi scolastici, siti internet gestiti da OnG Romani. Qualcuno, dice anche partiti...
Capitalista selvaggio o filantropo?

Un circostanziato atto di accusa lo reperite qui:
George Soros: Mago imperiale e agente doppio?

Sta di fatto che buona parte del materiale estero che traduco, mi arriva da organismi Rom che sono finanziati dalla fondazione Soros.
Per capire qualcosa di +, potete vedere il video preparato da Radio Rota, dove Soros e i suoi collaboratori illustrano la propria attività (english only)

Video 256:
http://medorek.ecn.cz:8080/ramgen/radiorota/2003/decadeofroma/roma1.rm
Video ISDN:
http://medorek.ecn.cz:8080/ramgen/radiorota/2003/decadeofroma/romauuisdn.rm
(necessita di RealPlayer - scaricabile gratuitamente da
http://italy.real.com/freeplayer_r1p.html)

Direte, troppo comodo trincerarsi dietro i giudizi altrui. Metti caso che a qualcuno interessasse come la penso:

- se fossero veri metà dei pregiudizi che la gente ha sugli zingari, non ci vedrei niente di male che qualcuno insegnasse finalmente loro come si ruba senza finire al gabbio. Anzi: MAX RESPECT
- a ogni Rom che si rispetta è capitato nella sua vita di incontrare il classico idealista di sinistra (o magari cattolico), invece dell'amministratore pubblico scandalizzati che nella ricchezza occidentale ci fosse chi viveva ancora con standard medievali... INACCETTABILE! Qualche volta si è collaborato perché la situazione cambiasse, spesso (senza dare la colpa a nessuno) ci si è persi di vista quando le eccessive differenze spaventavano.
Soros però ha portato 2 novità: i soldi e sbocchi professionali qualificati, a chi i soldi li rispetta ma (quando va bene) il massimo del lavoro è la bassa manovalanza.
- Abituati da secoli ad essere chiamati in causa e poi abbandonati, i Rom lo sanno di essere parte in gioco nella partita che nell'Est Europa stanno giocando Europa e Stati Uniti. Ormai alla disperazione, cacciati in Occidente da un nuovo olocausto (e in Occidente costretti all'illegalità o rinchiusi nei campi di raccolta per clandestini), prendono quel che possono (anche dal diavolo in persona) e in silenzio, mostrano che si può progredire se qualcuno offre loro l'opportunità.

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