Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 02/05/2005 @ 02:05:54, in media, visitato 4567 volte)
E' il titolo di un libro di Claudio Fracassi, che ho riletto da poco. Descrive come una cosa siano le notizie e un'altra i fatti.
La recente vicenda del bambino Rom rapito da un centro dell'infanzia, è un esempio di come giornali e tv (gli stessi blog) costruiscono le notizie, lasciando a "noi consumatori" appena un vago sentore di realtà virtuale. Lo affermo polemicamente, ma con tutta l'innocenza di cui dispongo: ho letto, ho visto la tv, aggiungiamoci Internet, non saprei raccontare effettivamente cosa è successo e soprattutto il come e perché.
Ci provo lo stesso, come milanese, a ricostruire una parte di cosa sta succedendo. In questa realtà, purtroppo il caso di quel bambino è soltanto il piccolo pezzo di una storia più grande, più complicata, più noiosa (almeno, siete avvisati).
Dove nasce questa storia: Attorno a Cimitero Maggiore e Quarto Oggiaro i primi Rom (Harvati) appaiono a metà anni '60. Lo sviluppo successivo dei campi sosta, dove si spostano i primi gruppi, trasformano quella zona in centro di arrivo, per i Khorakhané 15 anni fa e oggi per i Rumeni. Le strutture comunali assicurano una capienza di 100 persone, ma attualmente le presenze girano stabilmente tra i 500 e i 2000. Per non dilungarmi troppo, [QUI] in risposta a un primo "tentativo d'inchiesta" giornalistico.
Scandali, miseria e giornali: Non bastassero questi problemi, anzi forse proprio per questi, a fine luglio 2004 iniziano a girare voci di un'indagine su traffico minori e prostituzione infantile tra i Rom rumeni di un campo "satellite" clandestino. Ne scrive anche il Corriere, è agosto, periodo morto per i giornali.
Indiscrezioni, pareri personali e indagini - Da una parte, la mia personale opinione è che non esista un popolo di solo angeli o demoni, e che se ci fossero Rom o gajè implicati in storie simili, nessuno li vorrebbe in un campo, ma dovrebbero nascondersi in una qualche baraccopoli sotto i piloni dell'autostrada. - Dall'altra, il sospetto, sempre personale, che il Corriere abbia cercato il solito scoop, perché tempo due giorni la notizia sparisce. Non so, può anche essere dovuto al fatto che indagini così delicate siano "secretate".
Per chi si fosse perso la notizia, le indiscrezioni dell'estate scorsa riguardavano un giornalista rumeno che per un'inchiesta si era spacciato per pedofilo, e aveva fatto richieste in questo senso ad alcuni Rom in quella zona. Da lì, sembra iniziare l'indagine poliziesca. Quasi contemporaneamente (leggendo i giornali del mese scorso), una pattuglia trova da quelle parti un piccolo in stato di apparente abbandono (non ne farò il nome, dopo spiego perché), lo accompagna in un Centro per l'Infanzia e denuncia i "presunti" genitori. Se le due cose sono collegate alla medesima indagine, o siano due fatti separati, non lo sapremo.
Mentre forse prosegue l'indagine Provo a tenermi informato. Scrivendo sui Rom e sapendo quanto l'argomento sia insidioso, io per primo devo verificare quanto scrivo. Conosco qualcuno che risiede in quei campi, sia comunali che "clandestini" e qualche operatore. Però la situazione tra il Cimitero Maggiore sino ai margini della tangenziale, è quella di una bomba sempre pronta ad esplodere. Alcuni "informatori" li ho persi da un anno. A febbraio (proprio a cavallo del + famoso caso di Lecco), riporto la notizia (ripresa anche dai giornali) della ritirata di Opera Nomadi dalla gestione di quell'area. Una polemica che covava dallo scorso autunno: [QUI] e [QUI] le due campane. Polemica che contrappone Comune, Opera Nomadi e volontari vari (tra cui un agguerrito centro sociale) e che in parole povere sancisce la "cantonalizzazione" (o balcanizzazione?) di quegli insediamenti (e i Rom stessi) tra chi si appoggia a un gruppo piuttosto che all'altro. Con spiacevoli effetti collaterali per l'informazione: l'interesse dei vari contendenti diviene difendere il proprio orticello, enfatizzando i lati negativi del proprio "impegno". Nessuno o quasi presta più attenzione a quelle realtà che anche in quella Stalingrado operano nello sport, nell'associazionismo, nel mondo del lavoro, perché la situazione sia meno infernale e la parola "integrazione" non diventi una sigla vuota.
Il bimbo rapito: Non mi sono potuto fare un'opinione se la storia riguardi un bambino sottratto ai genitori, o siano disattenti/colpevoli i genitori, o se effettivamente ci sia dietro un racket. Per chi come me ha provato a tenersi estraneo ai giochi politici o di bande di cui scrivevo prima, è impossibe ricostruire i fatti al di sopra delle parti: uno smentisce l'altro (Rom o organizzazioni, non fa differenza) e recarsi da quelle parti, di questi periodi, è altamente sconsigliato se non c'è chi garantisce la tua presenza. Il Corriere, a notizia calda, spara un'intervista a un sedicente rappresentante della comunità. In pratica, questo rappresentante dice che il bambino non era maltrattato, ma è stato sottratto a forza dalla famiglia, quindi i suoi genitori l'hanno rivoluto con loro. Per terminare, visto il trattamento subito, quei genitori non si fidano della giustizia italiana, e si appoggiano alla giustizia e all'omertà degli altri Rom.
Non mi interessa giudicare quelle affermazioni, anche se possono avere una loro logica, come è notato QUI.
Noto solo che il Corriere ha fatto quello che dovrebbe fare qualsiasi organo di informazione: ascoltare tutte le parti in causa, tenere separatii giudizi dalle cronache. Ma quello che nell'articolo è solo accennato, cioè la contrapposizione nasce "anche" dalla miseria, nasconde un altro fatto: su questa situazione di miseria stanno litigando quanti offrono assistenza. Creando di fatto una situazione di "tutti contro tutti": la persona citata nell'intervista, che rappresenterebbe la comunità, se va bene rappresenta se stesso e i suoi interessi.
Il bambino torna in istituto: E'la fine di questa storia. Se la polizia ci sia arrivata da sola, se avesse già dei sospetti sul mediatore del caso, o se l'omertà tra i Rom non abbia funzionato - insomma, come è stato risolto, sembra non interessare più. E chissà se è mai interessato a qualcuno, primi fra tutti gli organi di informazione che ne hanno scritto: da una parte giocando sull'orrore per un bambino rapito da genitori e schiavisti (l'orrore è dato dal mettere assieme quei due termini che la nostra logica rifiuta di accomunare), dall'altra, con le foto di quel minore, di sua sorellina, dei genitori, "dimenticandosi" di aver sottoscritto un accordo, la Carta di Treviso, che proibisce, nell'interesse del minore, questi comportamenti lesivi della sua privacy, passata, presente o futura.
Allora, per lo stesso rispetto, il nome di quel minore non me lo ricordo, ma tra i mezzi d'informazione poco seri elenco: Corriere, Giorno, Panorama, Ansa, TGCOM, Repubblica
Rimane da scoprire cosa cambierà in quel Far West che TUTTI hanno contribuito a creare. Ma di questo ne scriverò un'altra volta.
PS: Comunque, il libro di Fracassi, può servire anche a capire, meglio di 500 commenti, qualcosa sulla vicenda Calipari, se poi può interessare, date anche un'occhiata [QUI]
Immagine: Maternità (di Paolo Calvino)
Di Fabrizio (del 04/05/2005 @ 13:39:52, in media, visitato 3269 volte)
da Adrian Marsh
Cari amici e colleghi,
Nel link indicato qui sotto, trovate un'eccellente selezione di film della durata di un minuto, realizzati da giovani Rom durante un laboratorio di settembre 2004.
Proscenia
Adrian Marsh, MA
International Romani Studies Network
romanistudies@mac.com
Riferimenti: Gruppo Romani_Cinema
Di Fabrizio (del 15/05/2005 @ 21:45:48, in media, visitato 1743 volte)
Il gruppo 'Stranieri in Italia', con l'omonimo sito, lancia il primo notiziario radiofonico di informazione dedicato agli immigrati. Il notiziario, di 15 minuti a cadenza settimanale, è in onda da fine aprile su 10 radio: Radio Base, Radio Meneghina, Radio Lodi, Radio Torino Popolare, Radio Flash, Radio Tau, Radio Città Futura, Contatto Radio, Punto Radio, Novaradio. I contenuti riprendono la formula del sito www.stranieriinitalia.it: notizie sull'immigrazione e sulle norme che la regolano, sulle procedure burocratiche, sui grandi eventi che coinvolgono le comunità.
Di Fabrizio (del 21/05/2005 @ 10:06:44, in media, visitato 1815 volte)
da: Cep Jan Roma Film Productions è un'organizzazione creata da Lubomir Zubak:
- Per permettere a Rom e Sinti di produrre film nella propria lingua, descrivendo la loro storia e cultura. - Non solo in lingua originale, ma anche attenzione alla musica, all'arte di questo popolo di grande talento. - Per evidenziare i limiti educativi in cui sono tenuti i Rom e i Sinti e offrire supporto alle future generazioni. - Per sradicare il razzismo e il pregiudizio che perdurano a tutt'oggi. - Per incoraggiare una società multiculturale dove la gente Rom e Sinta sia accettata dovunque viva nel mondo, come parte della cittadinanza. - Le pellicole includono tutte le culture... ceca, ebrea, tedesca, francese, italiana, ognuna in lingua originale e sottotitolata in inglese. - La produzione può essere no-profit o commerciale. Film di tipo indipendente dall'Europa.
Per finanziare il progetto, le sceneggiature commentate sono disponibili sotto forma di libro, ordinabile dal nostro sito, o anche scaricabili in formato PDF
Di Fabrizio (del 26/05/2005 @ 22:04:57, in media, visitato 2209 volte)
Di: Blendi Kajsiu
Odio dai media albanesi - Occhi puntati alla Grecia, negazione dei Rom - guerre intestine - testo completo su: Mediaonline.ba
[...] C'è una grande differenza tra l'attenzione che i media albanesi dedicano alla minoranza greca e la sostanziale dimenticanza riservata alla comunità rom. Pochissimi gli articoli su di loro: nonostante siano la minoranza etnica più numerosa, sono gli ultimi in termine di interesse. [...] Occorre anche tener presente che l'argomento minoranze etniche è generalmente ben presente nei media. Sono principalmente due i problemi legati alla rappresentazione dei Rom:
- Sono cancellati tanto dalle statistiche che dalle cronache. In molti articoli dedicati alle minoranze in Albania, i Rom sono citati all'inizio per sparire al secondo o al terzo paragrafo.
- Inoltre, sono rappresentati attraverso una serie di stereotipi, che perpetrano la loro marginalizzazione socioeconomica, che finisce per diventare un loro tratto specifico, dovuto a cultura, carattere o razza.
Per capire meglio cosa è una rappresentazione su basi razzistiche, " più manifesto e più intenso è l'odio, maggiore è il diniego dell'esistenza di un ALTRO reale, che convive nello stesso territorio, in condizioni particolari: questa è l'essenza della negazione dell'esistere come minoranza, sia essa religiosa, etnica o culturale." [...]
Il contesto in cui se ne parla può essere correlato a un progetto della Banca Mondiale, che ha origini con qualche avvenimento drammatico occorso alla comunità: quasi sempre storie di senza fissa dimora, accattonaggio o traffici illegali. Non c'è nessuno sforzo da parte dei media per presentare aspetti positivi delle comunità, anche partendo dal retrotera ci cultura, tradizioni, linguaggio o costumi. Ci si focalizza quasi esclusivamente sulle condizioni di abiezione, veicolando il concetto che Rom sia sinonimo di miseria, economica o culturale.
[...] Un esempio di questa rappresentazione è data dall'articolo che segue:
"L'Albania, come molte altre nazioni nel mondo poste in una posizione dove le civiltà si incontrano e si sovrappongono,non ha una composizione etnica e culturale omogenea. Ci sono diverse minoranze nel suo territorio. Le più numerose sono quella Greca, ma ci sono anche Macedoni, Montenegrini, Vlach e Rom."
Nel paragrafo successivo, dopo che l'autore ha analizzato la situazione delle minoranze dal 1989, segue un nuovo elenco delle minoranze, che riportiamo:
"Sono due le minoranze riconosciute come nazionali: quella greca e quella macedone, ma come avevamo già menzionato, ci sono anche Montenegrini, Vlach, ecc."
Si potrebbe immaginare una dimenticanza non-intenzionale. Ma non è l'unico caso. In un altro articolodel giornale Koha Jone, dopo essere menzionati come minoranza nel primo paragrafo, ai Rom vengono dedicate due rapide citazioni, mentre l'autore si dilunga sulle altre minoranze. Viene menzionato ogni singolo villaggio abitato da Greci o Macedoni, e così vengono "liquidati" i Rom: "Anche loro costituiscono una minoranza, ma il loro numero non è noto, dato che sono una popolazione mobile. Vivono a Tirana, Elbasan e Korca." Dietro l'imprecisione di affermazioni simili (i dati non ci sono perché il censimento del 2001 non avvenne su base etnica), l'ironia risiede tutta nel titolo:"Quali sono le minoranze in Albania".
Alla stessa maniera, i Rom scompaiono nel secondo paragrafo di Shekulli, che è il giornale più letto nel paese. [...] L'artciolo termina con una lista statistica delle minoranze presenti sul territorio. [...] L'articolo ha pretese di obiettività, presentando lo studio del National Statistics Institute (INSTAT). Inizia così:
"In Albania l'1,4% della popolazione è parte delleminoranze etniche, tra cui la più estesa è sicuramente quella greca. Questo è quanto emerge da uno studio [...] Secondo Milva Ekinomi, direttore di INSTANT... le minoranze etniche comprendono Greci, Macedoni e Montenegrini, tra e minoranze linguistiche ci sono i Rom e i Vlach..."
Come nei casi precedenti, l'articolo descrive accuratamente ogni villaggio abitato da Greci, Serbo-Montenegrini, Macedoni e Vlach, con le loro comunità in Albania. Vengono forniti particolari sui diversi trend migratori, le percentali relative ad ogni gruppo. Stavolta i Rom sono spariti anche dalle statistiche:
Totale appartenenti alle minoranze: 42.892
- 35.829 Greci
- 4.148 Macedoni
- 992 Vlach
- 678 Montenegrini
E' notevole l'attenzione data ai 678 Montenegrini, confrontata con la perdita del dato sui Rom, che sono almeno 200 volte più numerosi.
La sparizione dei Rom è sistematica in ogni articolo che affronti le tematiche delle minoranze in Albania. [...] Gli artcoli citati sono la regola, piuttosto che l'eccezione. La tendenza da parte degli autori è di sottolineare il ruolo e la presenza dei Greci d'Al bania. Così nell'articolo precedente, si enfatizza che a fronte del dato dell'1,4% di minoranze straniere sulla popolazione totale, "i Greci siano senza dubbio la maggioranza". Il compito del giornalista è facilitato dalla mancanza del dato sui Rom nellestatistiche presentate dall'INSTAT. Il motivo di questa assenza, sembra non preoccupare l'autore dello scritto [...]
Questo non significa che i Rom siano assenti dalle cronache. Pochissima l'attenzione prestata alla loro storia e cultura. Ma anche quando non vengono presentati come esempio di miseria e asocialità, il panorama è desolante [...]:
"Non hanno nessun incoraggiamento dai genitori a proseguire gli studi. I loro bambini sembrano generati per mendicare nelle strade della capitale. Sono i genitori ad obbligarli..."
Questo "incipit" è l'esempio di come la percezione venga adoperata per veicolare pregiudizi in maniera crescente per tutta la durata dell'articolo. L'impressione che ne ricava il lettore, è di genitori diabolici e di una torma di mendicanti tutti di etnia Rom. La dose è rincarata assumendo questa presentazione iniziale come "destino", confondendo la marginalizzazione socioeconomica con le cause di questo stato di cose. "Se solo raggiungessero una sufficiente emancipazione..." sottintende che questa meta sia difficile da raggiungere e come restino un gruppo primitivo e non civilizzato. Il gioco diviene scoperto, quando proseguendo l'articolo, l'autore passa al termine "popolo nero" che assume qui una connotazione negativa.
Gli stereotipi travalicano gli articoli che si riferiscono direttamente ai Rom:
"bambini albanesi tra 2 e 16 anni di età preda dei trafficanti di persone. Nella maggior parte dei casi, di origine Rom" (corsivo dell'autore NdR)
"Sono centinaia i bambini che lavorano nelle principali cittàdella Grecia e dell'Albania vendendo fiori, lavando macchine, cantando e ballando (corsivo dell'autore NdR), mendicando o borseggiando"
Questo articolo parte dal problema del traffico di minori tra i Rom, per accomunare tutti i bambini in questa situazione con l'etichetta di Rom, ma senza fornire statistiche o dati. A causa di questo tipo di informazione, sono molti i genitori Rom che non vogliono mandare i figli a scuola, per timore che siano rapiti. Avendo messo l'etnicità all'inizio dell'articolo, il resto del ragionamento segue da sé. Il senso che se ne ricava è che se sono Rom, cosa possono fare, oltre che essere criminali in erba, se non danzare e ballare? Ma questa autentica forma di espressione artistica, viene svilita presentata come il più trito stereotipo. E accomunando danza e ballo ad altre forme meno artistiche come il furto e l'elemosina.
E' una maniera gentile per diffondere stereotipi e menzogne (o mezze verità). E' possibile perché non sono resi visibili come comunità, [...] ma come un "fenomeno" strano e non mediabile.
Quando questa comunità sarà maggiormente visibile in futuro, dovremo tener contodei risultati portati da questa comunicazione: il razzismo è un fenomeno dalle tante facce, latente anche in questi tempi dove si vuole ricercare l'obiettività.
Qualche notizia in più:
Di Fabrizio (del 27/05/2005 @ 14:01:13, in media, visitato 3220 volte)
"Zingari in carrozza" verrà proiettato a Pieve Emanuele - Sala Consiliare, sabato 28 maggio alle 21.30
MAPPAMi fate sapere se ci siete??
Di Fabrizio (del 29/05/2005 @ 00:04:14, in media, visitato 2951 volte)
Vedere attraverso
gli occhi degli altri
A Colonia settimana della cinematografia Rom 30 maggio - 7 giugno 2005 Filmhaus Koeln, Maybachstr. 111
Programma
Lunedì 30 maggio:
-
h. 11.00 - Conferenza stampa Presentazione della prima cineteca internazionale di "Film Zingari" comprendente oltre 2500 film di oltre 30 paesi, nel periodo dal 1987 al 2005, con Heiner Ross, Kinemathek Hamburg e Kurt Holl, Rom e.V. Cologne
Proiezione: La sofferenza dell'Oro Nero - Regista: Siniša Dragin, 11 min., Romania 1994
Documentario su un accampamento in Romania. I Rom del film vivono una miseria estrema accanto ad una raffineria. Nella loro ricerca dell'acqua, scavano nel suolo e dai buchi spesso sgorga il petrolio, che loro raccolgono per riscaldamento. Per questo, sono continuamente perseguiti dalle autorità. Sono in tanti, anche tra i non Rom, a cercare il petrolio. I Rom di volta in volta cambiano territorio, nella loro costante ricerca. (in originale - sottotitoli in inglese)
Martedì 31 maggio:
"Amaro Kher", Venloer Wall 19 - Spettacolo per bambini. Ingresso libero
- h. 14:00 - German premiere in cooperazione con Goethe-Institut Bonn / Sofia and the Projektbüro zur Förderung von Roma-Initiativen e.V., Heidelberg presentano
Angel - (vedi, NDR) Regista: Alexander Smolyanov, 30 min., Bulgaria 2004
Film girato con gli studenti Rom della scuola elementare di Berkovitsa, in Bulgaria. A un bambino viene chiesto per compito di fare un disegno e lui dipinge la storia dei suoi avi. La maestra gli strappa il foglio in pezzi. Una sua compagna lo consola. Il ragazzo riprende il suo lavoro, questa volta costrendo dei modellini dei carri usati durante le migrazioni dai suoi predecessori.
Due bambini, due mondi:
Max, figlio unico, passa l'estate da sua nonna, accanto a un campo zingaro e lì acquista una vecchia chitarra. Impara a suonarla dal virtuosista Miraldo. Quando torna a casa, scrive lettere e petizioni alle autorità per conto di Miraldo. Nel frattempo, ha fatto amicizia con Swing, una coetanea, il cui stile di vita indipendente e selvaggio è in netto contrasto con l'educazione di Max. I due non sintetizzano soltanto le rispettive differenze di carattere ed educazione, ma anche il divario delle rispettive culture. Ma la loro curiosità e la mancanza di pregiudizi superano le differenze. Inoltre, il film è un omaggio al jazz Manouche e al grande Django, ma assieme il canto del cigno a una cultura che muore.
Mercoledì
1 giugno:
Pretty
Dyana - Boris
Mitiæ, 45 min., Serbia 2004 (vedi)
La sofferenza dell'Oro Nero - Regista: Siniša
Dragin, 11 min., Romania 1994
"Black Word"
- Regista: Robert Kirchhoff, 40 min., Slovakia 2001
Un
pittore contemporaneo slovacco insegna arte ai bambini del villaggio di Hermanovice,
per solidarietà dopo che il villaggio è stato investito da una piena. Nel
film vengono mostrati i blocchi di appartamenti dove i Rom vanno a rifugiarsi
e dove non trovano prospettive future. Uno scrittore Rom di successo, ragiona
sui motivi della marginalizzazione sociale del suo popolo. (in originale - sottotitoli in inglese)
Giovedì
2 giugno
- h.
19:00
- Lettura: "The image of the Gypsies in silent movies" di Heiner
Ross, Hamburg
Film
muti:
Rescued by Rover.
- Regista: Fitzhamon Lewin GB 1905
Le
avventure di Dollie. - Regista: D. W. Griffith USA 1908
La
Villa solitaria. - Regista: D. W. Griffith USA 1909
La
ragazza senza patria. - Regista: Urban Gad Germany 1912
Già
dal 1987, uno dei primi film girati mostra scene da un accampamento zingaro.
Da allora, Zingari riappaiono nei film muti, fornendo pathos melodrammatico e
funzionando da specchio per le paure nascoste, visti in occidente come alieni
o intrattenitori da fiera. I film forniscono la testimonianza sui pregiudizi
più classici, come il rapimento dei bambini, uno dipinge la figura del
"bravo Zingaro" e l'ultimo, con Asta Nielsen, mostra una ragazza
zingara, una senza-patria, negli anni dei nazionalismi europei prima della
Grande Guerra.
Immagini
coloratissime di una comunità nomadica nella regione desertica di Thar, nella
provincia indiana del Rajastan. La videocamere segue gli incantatori di
serpenti, i cantastorie, i musici, i fabbri,
i raccoglitori del sale e i danzatori dall'aperto deserto sino ai loro campi.
Devonospostarsi di villaggio in villaggio per guadagnarsi da vivere. Una breve
retrospettiva spiega la complessità del sistema Hindu delle caste e il
cerimoniale per i matrimoni - identico a quello dei Rom europei, che sono
etnicamente legati a nomadi del Rajastan. Inoltre: l'affascinante musica dei
nomadi. (in originale - sottotitoli in inglese)
Segue:
party per il pubblico Venerdì
3 giugno
Pretty
Dyana - Boris Mitiæ, 45 min., Serbia 2004 (vedi)
La
scuola secondaria Gandhi di Pecs, Ungheria - Regista: Eva Gerner, 10 min., Hungary 2000
Da
oltre 10 anni, questa scuola fornisce tutto il necessario ai bambini Rom per
prepararsi agli esami di stato. Lo scopo è di abilitare questi studenti alla
professione accademica, così da aiutare il proprio popolo a trovare un suo
posto nella società (in originale - sottotitoli in
tedesco)
"Schaworalle" Frankfurt
- Regista: Roma Media, 21 min., Berlin 2004
Il
progetto "Schaworalle" nasce 10 anni fa a Francoforte per iniziativa
della locale associazione Rom e.V. Oggi conta circa 100 studenti Rom, la
maggior parte di famiglie rifugiate dalla Romania. Il progetto è finanziato
dal Comune con l'appoggio dei partiti parlamentari. Il film si concentra
soprattutto sull'"Equal project" per la formazione professionale,
vengono anche documentate nel dettaglio le lezioni pratiche e teoriche.
"Amaro
Kher" - Regista: Besime Atasever, 30 min., Germany 2005
Amaro Kher
(Casa Nostra) è un progetto Schaworalle in Colonia, partito nel 2004. E'
dedicato ai ragazzi Rom senza scolarizzazione e/o con disagi scolastici. Sono
accuditi e preparati per un regolare corso di studio, in classi comuni e
alcuni degli insegnanti sono Rom loro stessi. Vengono anche organizzate
attività per il tempo libero, cosicché i ragazzi possano soddisfare le loro
curiosità, creatività ed entusiasmo.
Il
Risveglio - Regista: Peter Stefanov, 25 min., Bulgaria 2005
Questo
film documenta la formazione dei Rom come Mediatori Scolastici in
un'università bulgara, dal punto di vista della ventunenne Miglena. Prodotta
da Romany broadcaster
di Vidin, Bulgaria col supporto di CARE e del Goethe-Institut di Sofia.
Assenti:
i Rom nella scuola - Prod.
OSCE. 30 min., Bosnia and Herzegovina 2004
Nel
2004
ci sono ancora in Bosnia Herzegovina bambini che non frequentano la
scuola. Eno Alkiæ è uno di loro: Rom di tredici anni, ripreso assieme ai
suoi amici. Un film significativo non solo perché descrive la situazione di
questi ragazzi, ma anche perché mostra le contromisure adottate dai membri
della comunità Rom e dalle autorità scolastiche. (in originale - sottotitoli in inglese)
I
Roma fanno televisione - Prod. MTV. 10 min., Macedonia 2002
Il
film mostra lo staff editoriale della televisione dei Rom per il programma sulle
minoranze della televisione nazionale macedone.
Durante
le vacanze estive nella Slovacchia dell'Est, Peter e Jacob incontrano una
giovane Zingara che ha ucciso il suo amante infedele. Dovrà apparire in
tribunale, ma nel contempo anche rispondere della sua azione di fronte al
proprio popolo. Peter, studente in legge, e Jacob, che studia filosofia, si
trovano coinvolti in un'accesa discussione sugli aspetti morali di questo
crimine, su delitto e punizione, la nozione di giustizia e le differenze dei
sistemi di valori nelle differenti culture. Il film pone la questione
dell'esistenza d standrd oggettivi per la nostra vita e le azioni. (in originale - sottotitoli in inglese)
Sabato
4 giugno
Andrea
Pocsik, Budapest
Martin Holler, historian (M.A.), Humboldt University in Berlin
In
cooperazione con Institut Français de Cologne
Le temps des chevaux ou les cousins de Django
- Regista: Annie Kovacs-Bosch, 90 min., France 2002
L'autrice
ha passato un anno assieme a un clan Manouche dell' Auvergne. Il gruppo in questione
è la famiglia estesa di Cesar Reinhardt, conosciuto come Bambula, dei suoi
sette fratelli, che ancora vivono in carrozzoni coperti. Le tradizioni degli
antenati e le vecchie occupazioni sono ancora molto sentite; tramandate con
vecchie canzoni, racconti di fantasia, aforismi e storie umoristiche. La
medicina tradizionale dei Manouche, come anche l'atteggiamento verso la morte,
fornisce una migliore comprensione di questa cultura, che rischia di
scomparire. La regista e critica Annie Kovacs-Bosch ha mantenuto per anni
l'amicizia con i Manouche francesi (imparentati coi Sinti tedeschi) e ha
dedicato film e cortometraggi alla loro vita, arte e religione. (in originale - sottotitoli in
tedesco)
Domenica
5 giugno
Participano: Andrea Pocsik, Budapest; Annie Kovacs-Bosch, Paris; Melanie Spitta, Frankfurt; Želimir Žilnik, Belgrad; Prof. Wolf-Dietrich Bukow, Cologne; Prof. Wilhelm
Solms, Marburg.
Modera: Ariane
Dettloff, Cologne.
I
bambini Sinti dell'orfanotrofio cattolico di St.
Josefspflege, Mulfingen, furono usati come cavie dall'infermiera Eva
Justin, a capo dell'"Istituto per l'Igiene Razziale" del
Dipartimento di Salute Pubblica del Reich. Scrisse le proprie tesi mediche su
queste "specie aliene". Continuarono a funzionare come cavie
per gli esperimenti, finché il Dipartimento della Sicurezza Pubblica non
dispose il loro internamento diretatmente dall'orfanotrofio al campo di
sterminio di Auschwitz,
a cui sopravvissero solo 4 bambini su 39. Questi sopravissuti, a distanza di
50 anni, sono stati finalmente intervistati, assieme ad altri testimoni
contemporanei.
Arrivavano
giorno e notte, bambino mio / Zingari (Sinti) in Auschwitz (Es ging Tag und Nacht liebes Kind / Zigeuner (Sinti) in
Auschwitz) - Regista: Melanie Spitta, Katrin Seybold. 75 min., Germany 1982
Per
molto tempo, è stato considerato praticamente impossibile farsi raccontare
dai Sinti le sofferenze patite sotto il nazismo. La regista Melanie Spitta
(lei stessa Sinti) e Katrin Seybold
hanno fatto in modo di ottenere la fiducia di quanti sopravvissero: per la
prima volta le donne Sinti parlano liberamente di quanto fu fatto loro.
Assieme alle autrici, per la prima volta dopo la guerra hanno visitato il
campo di concentramento di Auschwitz,
confrontandosi coi ricordi delle loro sofferenze e la memoria di quanti non
sopravvissero.
Il
matrimonio tra la pittrice Valeria e suo marito, che vivono in una anonima
città italiana. Loro figlio vive in un mondo proprio. Trova comprensione e
amicizia in una ragazza zingara, con cui spesso mangia e beve. I genitori
reagiscono con ostilità a questa amicizia. La ragazza chiede a lui di
"rapirla", quando scopre che suo padre l'ha offerta a uno zio per
saldare un debito di gioco. Ma il ragazzo non capisce cosa lei intenda.
Ciononostante, la andrà a cercare quando il padre la darà allo zio. E' il
quarto film di Tonino
Zangardi, l'unico regista Rom italiano. (in originale - sottotitoli in inglese)
Lunedì
6 giugno
Il
film mostra la situazione dei Rom rifugiati deporatti dalla Germania a Belgrado,
al loro arrivo all'aeroporto e nei campi per rifugiati della Serbia e del
Kossovo. I giovani ragionano sulla loro situazione e sulla completa mancanza di
prospettive in Serbia.
Gelem Gelem
- Regista: Monika Hielscher, Matthias Heeder. 85 min., Germany 1991
Un
gruppo di Rom senzacasa resiste alle deportazioni dalla Repubblica Federale.
Le riprese sono state effettuate tra l'autunno del 1989 e la primavera del
1991, per documentare la singolarità della "marcia dei mendicanti",
organizzata inizialmente dai Rom nella Northrhein-Westphalia
e poi in tutta la Germania sino al confine olandese, sperando - invano - di
essere accolti nei Paesi Bassi. Un impressionante omaggio a una fiera
minoranza che decide di prendere la fortuna nelle proprie mani, per poter
rompere il circolo vizioso di povertà, crimine, deportazioni, nuovamente
immigrazione illegale ed espulsione.
Martedì
7 giugno
Il
regista Rom Azir
Jašari mostra la distruzione dei quartieri Rom di Priština, Mitrovica,
e di altre città del Kossovo, dati alle fiamme durante i pogrom organizzati
dall'UÇK
sotto gli occhi della KFOR (anche della Germania). La disstruzione di una
comunità durata 600 anni. Qanti hanno potuto salvare le loro vite, sono ora
in campi rifugiati sovraffollati. (in originale - sottotitoli in inglese)
Pretty
Dyana - Boris Mitiæ, 45 min., Serbia 2004 (vedi)
Abbonamenti
e biglietti:
:Single movies or sets of movie
shorts: 4.- (reduced: 2.50.-)
All events / general ticket: 18.-
(reduced: 10.00.-)
Advance sale: Rom e.V., Bobstr. 6-8, 50676 Cologne (to the South of
Neumarkt)
Tel. 0221/2786075 * Fax. 2401715 * E-mail: rom.ev@netcologne.de
Di Fabrizio (del 31/05/2005 @ 00:17:35, in media, visitato 4387 volte)
Diffondiamo una nota a proposito di un articolo comparso a pagina 7 su «La Stampa» di lunedì 30 maggio, a firma Guido Ruotolo, dal titolo «L'ospedale di Gino Strada è pronto per la liberazione»:
1. Non esiste in Afganistan nessun ospedale di Gino Strada; ne esistono tre costruiti e gestiti dall'associazione Emergency grazie alle risorse dei suoi sostenitori. 2. Nessuno, tra il personale di Emergency ha comunicato né confermato il coinvolgimento dell'associazione in azioni in qualche modo connesse ai tentativi di liberazione di Clementina Cantoni. 3. L'azzardata diffusione di voci sull'argomento, vere o false, è irresponsabilmente idonea a ostacolare gli sforzi veri che eventualmente fossero in atto da parte di chicchessia.
URL: Disinformazione nociva
Di Fabrizio (del 31/05/2005 @ 11:44:03, in media, visitato 4133 volte)
Da: Janette Grönfors
Cari amici in Europa!
Durante il festival Khamoro 2005 a Praga ho avuto il piacere di incontrare il fotografo olandese Rogier Fokke e la sua esposizione.
Potete visitare il suo sito, che contiene 28 grandi ritratti di Rom e Sinti del suo paese
Potete anche contattarlo a:
Rogier Fokke Fotografie
Nieuwe Hoogstraat 21
1011 HD Amsterdam
NETHERLANDS
Best wishes!
Janette Grönfors
International Roma Women Network (IRWN)
Di Fabrizio (del 16/06/2005 @ 11:34:25, in media, visitato 1789 volte)
Riprendo sempre da Sergio Franzese:
Autore: Giada Valdannini Titolo: CAROVANE TRA LE PAGINE pagg. 104 Formato 14x21, brossura, colori. Codice ISBN 88-87803-53-6 Uscita: maggio 2005
La storia del popolo rom è una storia millenaria. Nonostante ciò, sono molti a pensare che quella romaní sia una società senza tradizione e senza passato. Entrare in contatto con le comunità che la compongono, i Rom, Sinti, Kalé, Romnichals è sfatare una serie di preconcetti sedimentati nella nostra cultura. La cultura dei gagé, i non rom.
In poco meno di cento pagine Giada Valdannini ci parla dei Rom e dei Sinti ed in particolare della loro letteratura fatta di poesia di narrativa e di fiabe senza trascurare altri aspetti meno conosciuti come il teatro, diffuso soprattutto nei paesi dell'est Europa.
Il libro, Carovane tra le pagine, pubblicato nel mese di maggio dalla piccola casa editrice romana Alberto Gaffi (collana Ingegni) si snoda lungo un percorso che conduce il lettore alla scoperta della popolazione romaní attraverso notizie di carattere storico ed attraverso la descrizione delle principali comunità presenti in Italia. La classificazione dei gruppi che ci viene presentata risulta però un po' sommaria ed a tratti imprecisa.
Nelle venticinque pagine che costituiscono la parte conclusiva del libro trovano posto scritti di "Mauso" Olimpio Cari, di "Hexo" Luciano Cari, di "Spatzo" Vittorio Mayer Pasquale (che recentemente ci ha lasciati), oltre ad "Alexian" Santino Spinelli, a Guerino Spada, Bruno Morelli ed altri ancora. Un breve capitolo è dedicato ai poeti ed agli scrittori emergenti le cui opere sono state pubblicate nelle antologie delle diverse edizioni del Concorso Internazionale Amico Rom . Tutti gli autori citati sono Rom e Sinti italiani o che vivono in Italia.
Qualche spazio di troppo - a mio avviso - è stato concesso agli eccessivi risentimenti del Prof. Spinelli, Rom abruzzese, nei confronti del "becero paternalismo di certi preti, [del]le organizzazioni pro-Rom sfruttatrici e manipolatrici, [del]le teorie stupide di certi "scienziati degli Zingari" ecc. ecc.", osservazioni che sebbene in parte fondate potrebbero forse essere espresse in modo più pacato. Certe affermazioni - benché si tratti di citazioni non attribuibili all'autrice - appaiono un tantino stonate nel contesto di un prodotto culturale quale intende essere il libro di Giada Valdannini.
Detto questo si tratta comunque nel complesso di un buon lavoro, utile ad avvicinare il lettore ad un aspetto senz'altro trascurato del mondo romanó. Consiglio quindi vivamente di acquistare e di leggere questo libro.
Sergio Franzese
Per ordinare on-line (Prezzo: € 9.00)
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