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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 13/10/2012 @ 09:18:07, in Italia, visitato 1527 volte)

Di Davide Zaccheo

Foto fatta a giugno durante la festa IO NON SGOMBERO durante la quale ragazzi italiani del quartiere e ragazzi rom del campo hanno realizzato quel bellissimo murales fatto sulla parete posteriore di un container. Murales che è stato distrutto da Roma Capitale insieme al container. (cliccare sull'immagine per scaricarla a grandezza naturale)

Tra i giorni di lunedì 8 e martedi 9, i circa 170 rom di Tor de Cenci che da 10 giorni il comune aveva parcheggiato nell'ignobile e disumano centro di accoglienza del Comune di Roma all'ex fiera di Roma, sono stati trasferiti in via definitiva nel campo di Castel Romano. Sono stati trasferiti dopo quattro giorni di sciopero della fame, costretti dalle vergognose condizioni in cui sostavano nel centro di accoglienza nel quale dormivano ammassati in mezzo a pidocchi pulci e topi.

La visita del sindaco Alemanno e la promessa che il nuovo campo sarebbe stato pronto per lunedì li ha convinti ad interrompere lo sciopero della fame tra sabato e domenica. Il lunedì stesso si è proceduto alle prime assegnazioni delle casette e al trasferimento dei primi nuclei nel nuovo campo. Già martedì 9 tutta la comunità si trovava a Castel Romano. Le famiglie sono state sistemate in 44 casette. Ci si è accorti però che non tutte le casette erano agibili (in alcune mancava ancora la corrente elettrica, in altre l'acqua etc.) e quindi alcuni nuclei familiari in attesa dell'"agibilità" della loro casa, hanno dormito ammassati in casette di parenti e dintorni.

Il nuovo campo si trova limitrofo all'altro campo che ospita già 900 persone. La maggioranza è bosniaca e una altra buona parte è serba. Come è noto Castel Romano si trova su una strada a scorrimento veloce che è la via Pontina con intorno solo prati e boschi. Da anni i Rom di questa comunità combattono insieme alle associazioni presenti al campo per l'istituzione di una fermata dell'autobus che li porti al più vicino punto di contatto con la civiltà che è il capolinea della metro b di Roma "Eur Fermi". Circa 300 minori del campo percorrono ogni giorno 30 km all'andata e 30 km al ritorno per raggiungere tutte le scuole di ogni ordine e grado in cui sono iscritti, e solo questo dovrebbe far riflettere sulle politiche di integrazione che il comune di Roma ha attuato negli ultimi dieci anni.

Insieme ai bambini di Castel Romano ci sono da oggi anche i bambini di Tor de Cenci, quelli che fino a ieri impiegavano dieci minuti per raggiungere la scuola, quelli che potevano restare fino alle 16.00 insieme con tutti gli altri bambini italiani e stranieri, quelli che infine incontravano i loro compagni di classe in giro per il quartiere anche quando non c'era la scuola. Ora non lo possono fare più. Non lo possono fare più neanche i loro ex vicini di casa macedoni e bosniaci che sono stati trasferiti nel nuovo campo attrezzato de La Barbuta, un campo costruito al confine con la pista di atterraggio del secondo aeroporto di Roma che si chiama Ciampino. Anche per loro, i tempi e le distanze sono raddoppiati.

Quello che è stato appena detto è anche il continuo di questa storia che è realmente la storia di una volontà di integrazione. La comunità di Tor de Cenci è stata per cinque anni letteralmente assediata dalle istituzioni con il preciso fine di sgretolarne il vissuto, e soprattutto la parte buona di quel vissuto.

Ma la battaglia continua, continua con le proposte alternative dell'autorecupero, del sostegno economico all'alloggio, del cambiamento delle politiche sugli sfratti. Continua sempre e senza scoraggiarsi con la scolarizzazione dei minori. I Rom di Tor de Cenci continuano a combattere ed è proprio per questo che ovunque si trovano per me sono e saranno sempre i "I Rom di Tor de Cenci".

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Di Sucar Drom (del 12/10/2012 @ 09:18:36, in scuola, visitato 1212 volte)
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Di Fabrizio (del 11/10/2012 @ 09:08:42, in casa, visitato 1308 volte)

La Gazzetta di Parma - Luca Pelagatti

Mercoledì hanno rovesciato i cassonetti e minacciato di bloccare via del Cornocchio. Ieri mattina, meglio organizzati, si sono presentati con cartelli e iniziato lo «sciopero dei bambini». Nel senso che i piccoli non sono stati mandati a seguire le lezioni come tutte le altre mattine.

Sono i nomadi di origine macedone ospiti del campo comunale, cinque famiglie per un totale di una trentina di persone, che da qualche giorno hanno dichiarato una sorta di stato di agitazione. Per colpa delle bollette.

«Noi siamo qui nel campo da anni e abbiamo sempre cercato di lavorare, senza creare troppi problemi - hanno raccontato i capofamiglia reclamando un intervento delle autorità. - Ma da qualche tempo tutti noi abbiamo perso il lavoro e ora non ci sono più i soldi per pagare l'acqua e la luce. E abbiamo paura che ci taglino le utenze».

Un rischio in realtà non troppo concreto che si lega tuttavia ad una altra lunga serie di lamentele. Queste, almeno in parte, giustificate.

Gli ospiti del campo infatti dal 2008 vivono nella struttura senza un regolare contratto di locazione da parte del Comune e questo fatto impedisce che venga loro concesso il certificato di idoneità alloggiativa. Un documento senza il quale trovare lavoro è pressoché impossibile.

«Purtroppo si tratta di un problema reale», ammette l'assessore ai servizi sociali Laura Rossi che ieri alle 14 ha incontrato i nomadi insieme al sindaco Pizzarotti. «La situazione del campo risente di una storica inerzia e di una mancanza di accorta gestione da parte delle precedenti gestioni». Uno scomodo retaggio che ora l'amministrazione si trova a dovere fronteggiare: anche se le risorse, come è noto, sono molto scarse. «Per parte loro anche i nomadi hanno delle forti responsabilità: il degrado della struttura è in buona parte attribuibile a loro che hanno sempre comunque potuto contare su un'assistenza economica. Le bollette non le hanno mai pagate e ad intervalli l'amministrazione si è fatta carico di coprire il pregresso. Ora però il problema è più serio».

Si, perchè il campo sarebbe da da bonificare e rimettere in sicurezza con investimenti pesanti mentre il Comune non può certo mantenere all'interno di una propria struttura persone senza un contratto che è fondamentale per il loro permesso di soggiorno e il lavoro. «Nell'incontro di ieri ho chiesto espressamente che gli ospiti si impegnino per iscritto a offrire la loro collaborazione per la gestione delle struttura. E' altresì vero che le condizioni minime di sicurezza sono a rischio». E forse proprio qui è la chiave per capire il motivo di questa lunga assenza di un contratto: per perfezionarlo si sarebbe dovuto investire e si è preferito non farlo. Non riuscendo però neppure a prendere la decisione di sgomberare un'area che ormai appare fatiscente e devastata. E gli ospiti? Loro dopo l'incontro di ieri sembrano dichiarare una certa disponibilità anche se le bollette, che ormai superano i mille euro l'una, dovranno essere pagate. E su chi debba mettere la mano al portafoglio le ipotesi sono diverse.

«In Emilia è stato stanziato un milione di euro per i campi nomadi- hanno ripetuto più volte gli ospiti. - Ma i soldi dove sono?».

«Il finanziamento riguarda l'intera regione e per Parma sono disponibili circa 30mila euro - ribatte l'assessore. - E noi di recente abbiamo partecipato al bando per ottenere la somma». Ma 30mila euro certo non bastano. Tra poco arriverà l'inverno. E il clima potrebbe surriscaldarsi.

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Di Fabrizio (del 10/10/2012 @ 09:09:06, in Regole, visitato 1248 volte)

Dopo Multe ai senzatetto e altre norme controverse, ancora da Angela Iannone un interessante articolo, pubblicato lo scorso 2 ottobre

A Roma, il sindaco Alemanno - evidentemente alla caccia di consensi elettorali dalla sua parte politica, o con le necessità di far cassa per il comune, chi può dirlo - ha emanato un'ordinanza (non è una novità, per Roma) anti-bivacco. Cosa significa? Significa che nelle aree «di particolare pregio storico, artistico, architettonico e culturale ricomprese nel perimetro della Città Storica di Roma è fatto divieto di bivaccare, sistemare giacigli e sostare per consumare cibi o bevande».

E chi dovesse violare l'ordinanza? Multa. Da 25 a 500 euro. E deve trattarsi veramente di un'emergenza, perché l'ordinanza del sindaco si intitola "Disposizioni urgenti per garantire la tutela delle aree di pregio del centro storico".
Un'ordinanza che ne va a sostituire un altra, in vigore fino allo scorso 30 settembre: Disposizioni urgenti per garantire la tutela, la valorizzazione e la fruizione pubblica del patrimonio artistico e monumentale della città, dove in pratica cambia qualche parola ma la sostanza rimane la stessa. Guardare ma non mangiare.

Roma non è l'unica ad aver messo in atto severe disposizioni a riguardo. A Vicenza, il sindaco Achille Variati durante il periodo estivo ha severamente vietato la sosta prolungata e il bivacco a roulotte e camper nelle zone adiacenti ai parchi giochi e nei parcheggi. Ai malcapitati, soprattutto turisti e nomadi, è toccato pagare una multa di 350 euro.
Restando in Veneto, a Venezia la lista delle cose da non fare per non far "indispettire" i tutori dell'ordine sono molte di più: dal divieto di dar da mangiare ai piccioni a quello di fare pic nic in giro per la città, oltre a sanzioni per chi gira a torso nudo per calli e campi.

C'è chi ha addirittura ingaggiato dei vigilantes anti-bivacco: succede a Firenze, dove il sindaco Renzi, per mantenere il "decoro" intorno a Santa Maria del Fiore, ha fatto posizionare un cordone per persuadere i turisti a non sedersi sulla gradinata centrale del duomo, mentre nelle ore di punta arrivano proprio dei vigilantes dell'Opera del Duomo a sorvegliare la gradinata.
Quando la norma poi è troppo generica, si può incorrere in multe senza neanche accorgersene: a Lecce, ad esempio, basta sedersi sul parapetto dell’anfiteatro o sui gradini di una chiesa o di un altro monumento pubblico per trovarsi in una condizione illecita. L'ordinanza, infatti, dichiara che "è vietato occupare i monumenti ed i luoghi destinati al culto come luogo di intrattenimento e/o bivacco o fare qualunque altra attività incompatibile con la loro conservazione”. L'intoppo sta proprio in quel "qualunque", che garantisce alla polizia municipale di multare anche chi si ferma a sorseggiare una bottiglia d'acqua.

La difficile convivenza tra turisti e cittadini, indispettiti dall'aumento di popolazione durante i mesi estivi, ha portato i sindaci di alcune città della Costiera Amalfitana a correre ai ripari dall'invasione turistica. Qui, oltre al classico divieto di bivacco anche sulle spiagge - per la gioia dei ristoratori - vigono provvedimenti che fanno sorridere, come quello che vieta di girare con zoccoli troppo rumorosi per le stradine di Positano durante le ore di "siesta".
Un ridimensionamento e un ritorno al "buon gusto" talvolta è necessario. Eppure basterebbe soltanto un maggiore senso civico e di rispetto per evitare di vietare il piacere.

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Di Fabrizio (del 09/10/2012 @ 09:22:33, in Italia, visitato 1219 volte)

Martedì 16 ottobre 2012 dalle 16.30
Roma, Teatro Palladium - piazza B. Romano 8 (metro Garbatella)

di Associazione 21 luglio

Il 16 ottobre 2012, giornata che ricorda la deportazione degli ebrei della città di Roma avvenuta nel 1943, l'Associazione 21 luglio organizza una serata di approfondimento, dibattito, cultura e musica per riflettere su quali siano le migliori politiche da promuovere per un superamento definitivo dei "mega campi monoetnici" all'interno dei quali negli ultimi decenni sono state concentrate in Italia le popolazioni rom e sinte.

Parteciperanno tra gli altri: Dezideriu Gergely (direttore del Centro Europeo per i Diritti dei Rom); Emma Bonino (vice presidente del Senato); Nando Sigona (ricercatore presso il Centro Studi sui Rifugiati dell'Università di Oxford); Pietro Marcenaro (presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani del Senato) e tanti altri. Concerto dei Musikanti di Balval, del maestro Jovica Jovic e del sassofonista Gabriele Coen.

La serata sarà allietata inoltre da piatti della cucina rom.

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Di Fabrizio (del 08/10/2012 @ 09:17:21, in lavoro, visitato 1594 volte)

& DIVERSO PARERE

Genova, 5 ott. - (Adnkronos) - "Riscoprire gli antichi mestieri, in particolare l'artigianato artistico, tradizionale e tipico di qualita', puntando anche sull'innovazione, costituisce una misura importante contro la piaga della disoccupazione giovanile e aiuta produzioni di nicchia che hanno tutte le carte in regola per rimanere sul mercato". Lo ha dichiarato Luca Costi, segretario regionale di Confartigianato Liguria, a margine della presentazione, questa mattina in Regione, dei finanziamenti del Fondo sociale europeo 2007-2013 rivolto alla formazione professionale "in bottega".

Due milioni e 270mila euro sono stati stanziati per avvicinare giovani, disoccupati, inoccupati e appartenenti a minoranze etniche (rom e sinti) agli antichi mestieri. Le "botteghe" individuate come ambito di formazione e inserimento professionale riguardano i settori dell'artigianato artistico tradizionale e tipico di qualita', mentre le aziende artigiane in possesso del marchio "Artigiani In Liguria" possono formare anche personale gia' dipendente.

"Ma non solo - spiega Costi - e' previsto l'accompagnamento alla nascita di nuove micro e piccole imprese nei settori dell'artigianato individuati". I settori di intervento spaziano dall'agroalimentare tipico, alla moda, alla lavorazione del legno e metalli, con attenzione particolare, per quanto riguarda lo start up di nuove imprese, all'innovazione nei processi di lavorazione e produzione.


Certo, capisco che trovare un lancio come quello dell'Adnkronos sulle pagine di Libero, da uno strano senso di straniamento.
Ma le conferme al solito tran-tran arrivano puntuali il giorno dopo: come spinti da un riflesso pavloviano insorgono i leghisti, anzi, come si scrive sotto "tuonano" (che tanto lo sappiamo, a proposito di certezze, che ultimamente i leghisti tuonano ma di lampi sono incapaci di farne...)
E' molto bello ed educativo che ora questi omini col cervello verde si preoccupano di "tutte le altre comunità immigrate" e persino di una possibile "guerra tra poveri".
Continuo a non capire una cosa: se gli zingari non lavorano, non va bene; ma se lavorano non va bene comunque. Un tempo si diceva "non sono io il razzista, sono loro che sono rom!"

Genova24.it Bando artigianato, Rixi (Lega Nord): "Cosa c'entrano gli zingari con gli antichi mestieri?"

Regione. Intervento del capogruppo della Lega nord Edoardo Rixi sul bando di finanziamento – derivante da fondi europei – approvato dalla Regione Liguria sugli antichi mestieri, con una voce ad hoc dedicata alla formazione di sinti e rom. "Cosa c'entrano gli zingari con gli antichi mestieri della Liguria?" tuona Rixi che ricorda che la cifra complessiva messa a disposizione dal bando è di 2 milioni e 270 mila euro.

"Considerando che la disoccupazione in Liguria è in aumento specie tra i giovani e che le piccole imprese artigianali sono in grave crisi, a causa delle politiche montiane e della concorrenza sleale dei paesi in via di sviluppo, mi chiedo che senso abbia diluire un già magro stanziamento di fondi pubblici anche ad una comunità di immigrati spesso clandestini". dice il capogruppo della Lega.

"L'attuale maggioranza che governa la Liguria al danno aggiunge la beffa, anzi due beffe, perché – spiega Rixi – da un lato allargando i finanziamenti ai soli zingari esclude tutte le altre comunità immigrate, lanciando il messaggio implicito che sudamericani e nordafricani valgono di meno e rischiando così di scatenare una guerra tra poveri, dall'altro dando dei finanziamenti pubblici a sinti e rom si buttano i soldi in maniera irresponsabile, in quanto si tratta di popolazioni nomadi che a breve non stanzieranno più in Liguria e probabilmente neanche in Italia, col risultato che il denaro pubblico regalatogli non produrrà né tassazione per la società né posti di lavoro sul nostro territorio.

La Giunta Regionale" conclude Rixi "riesce ad attuare politiche ridicole e controproducenti anche quando s'impegna a fare qualcosa di sinistra".


Nel frattempo s'è destato anche Il Giornale, solita foto decontestualizzata:
e titolo da cronaca nera:
Gli antichi mestieri nelle mani dei rom Il bando per salvare gli antichi mestieri della Liguria finisce con il finanziare le comunità sinti e rom. Protesta la Lega Nord
ma il testo dice "finanziando ANCHE i sinti e i rom" (il maiuscolo è mio, ndr)


In chiusura, Rixi spiega in prima persona il suo pensiero su Bordighera.net "Peccato che la Giunta di sinistra abbia stabilito, come si legge sul sito ufficiale della Regione, di allargare la distribuzione di tale denaro anche alle comunità sinti e rom, altrimenti dette zingare, residenti in Liguria." Trattasi quindi di un problema di "cittadinanza", se non ho capito male. D'altronde, anche il Sudafrica razzista era una nazione campione d i diritti democratici, solo che li riconosceva esclusivamente ai bianchi.
Resta da notare che per una notizia trovata su questo importante finanziamento, ce ne sono almeno 3 dedicate ad una polemica che più di parte non si può...

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Di Fabrizio (del 07/10/2012 @ 09:16:16, in scuola, visitato 1439 volte)

Da Slovak_Roma

ROMAREACT. org FLASHMOB, PER SVESTIRSI DEGLI STEREOTIPI, 30 settembre 2012

Un gruppo internazionale di 40 studenti ha lanciato romareact.org, una nuova piattaforma online per mobilitare le comunità rom con flashmob mozzafiato in cui ragazze e ragazzi pubblicamente si spogliano degli stereotipi.

Questa gioventù ne ha abbastanza di essere percepita come mendicanti, ladri, cartomanti, anche quando un numero crescente tra loro si sta laureando all'università.

"Make the Change" è il messaggio di appello all'azione del flash mob, che si riferisce ad un urgente bisogno di aiutare i Rom a sollevarsi dalla povertà e misurarsi con successo con i non-Rom.

Hanno perciò occupato il centro di Edirne in Turchia alle 13 di sabato 29 settembre, e messo in atto il primo flash mob nella storia del paese.

Anche la folla è rimasta attonita, era qualcosa di mai visto prima. Romnià danzatrici del ventre, cartomanti, mendicanti ed alcolizzati che attorniano un pubblico congelato. La musica li sblocca e si trasformano in avvocati, infermieri, ingegneri attraverso le loro storie personali che necessitano il cambiamento.

I "re-attori" - come la rete ERGO che si è occupata dell'iniziativa chiama i giovani agenti del cambiamento - vogliono anche mostrare la battaglia che i Rom istruiti conducono per essere differenti tanto nel mondo rom che in quello non-rom.

RomaReact.org intende celebrare il successo dei giovani rom istruiti, dando luogo ad eventi simili nelle loro stesse comunità e fornendo visibilità internazionale a loro. State all'erta!

ERGO Network ed i suoi membri in Albania, Bulgaria e Macedonia, hanno organizzato il flash mob per la campagna Roma Women Empowerment dal titolo Il Nostro Spazio, Il Nostro Spazio, Il Nostro caso. La campagna riguarda l'accrescimento delle donne rom. Ha anche una componente online nel sito Roma React, per visualizzare posti, spazi e casi delle donne rom nelle nostre società.

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Di Fabrizio (del 06/10/2012 @ 09:17:47, in Kumpanija, visitato 2638 volte)

Ancora si tratta di Tor de' Cenci, ma non vorrei annoiarvi con testimonianze strappalacrime, recriminazioni sui diritti negati... diciamocelo, almeno tra di noi tutto ciò è scontato. Fate conto che vi scriva un croupier, uno abituato a mescolare le carte, a cercare nuovi punti di vista.

Volevo riflettere sul rapporto virtuale (molto reale, come spiegherò in seguito) tra chi sopravvive con qualche sicurezza residua, interfacciandosi al mondo tramite rete, internet e magari convegni, e gli "insicuri", i "non-garantiti", che in questo piattume uniforme ritrovano forme di lotta dimenticate da chi le aveva inventate.

Veniamo al pratico; da mercoledì scorso è apparsa su Facebook questa notizia:

    Da stamattina alle 9.00 i rom sgomberati di Tor de Cenci protestano attraverso lo sciopero della fame contro la disumana collocazione che è stata loro riservata nel centro di accoglienza del comune di Roma sito presso un padiglione dell'ex fiera di Roma in via dell'Arcadia. In questo centro dormono tutti ammucchiati in due enormi stanzoni in condizioni igieniche pessime. La protesta continuerà ad oltranza fino a quando il comune di Roma non troverà loro una sistemazione dignitosa per qualsiasi essere umano.

La scrive Davide Zaccheo, da cui sono arrivate in passato molte segnalazioni su Tor de Cenci. E lui sta facendo di tutto per tenerci informati e soprattutto attenti. Ce la sta mettendo tutta ma, spiace dirlo, è solo lui.

Ora, chi frequenta l'ambiente di Facebook, sa quanto sia facile, addirittura compulsivo per qualcuno, usare la funzione "Condividi": è facile, per niente dispendiosa e di solito ci si fa belli coi pensieri o le immagini prese da altri. COME MAI COSI' POCHE CONDIVISIONI, STAVOLTA?

No, non mi preoccupano quei Rom prima sgomberati e poi ammassati come scatolette... sarò cinico, ma ci sono abituati a vivere in condizioni inumane.

Mi preoccupate voi, tipici utenti massa da Facebook: se si fosse trattato di denunciare uno sgombero, la malapolitica di una giunta, l'ennesimo morto, ci sarebbero state schiere di anime belle a diffondere la notizia, anche (soprattutto) senza avere capito di che cosa si trattasse. Perché una notizia simile avrebbe riportato allo stereotipo del povero rom, che se non è un delinquente, dev'essere per forza una vittima (e via di compatimento).

Ma se sono i Rom stessi a stancarsi delle "condizioni inumane" a cui sono da anni sottoposti, per noi utenti telematici parlarne, scriverne, condividere, significherebbe riconoscere che allora anche LORO sono davvero simili a noi.

Se LORO, gli estranei, gli esclusi... chiamateli come volete, sono arrivati ad un atto estremo come lo sciopero della fame, non è per qualche ricatto sentimentale in cui noi BUONISTI A PRESCINDERE dovremmo cadere; è invece per mostrare che sono disposti, una volta tanto dopo anni a chinare la testa, a mettersi in gioco.

Guardate, per favore, la home page di qualsiasi giornale. Guardate l'attenzione riservata a cento notizie inutili. Confrontatele con questa tragica e dolorosa presa di coscienza.

LORO stanno facendo di tutto, non solo per la casa o per le famiglie, ma per la loro dignità. NESSUNO vorrà riconoscerlo e saranno sconfitti, ancora una volta, non dalle ruspe ma da chi li osservava senza vederli (e senza vedersi). Consoliamoci: saremo sconfitti anche noi, perché questo tipo di proteste una volta le facevamo noi, ma ORA non siamo neanche più in grado di riconoscerle, quando è qualcun altro a farlo.

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Di Sucar Drom (del 06/10/2012 @ 09:10:51, in scuola, visitato 1356 volte)
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Di Fabrizio (del 05/10/2012 @ 09:10:12, in casa, visitato 2240 volte)

L'area è stata suddivisa in due zone: la prima potrà ospitare 46 carovane, mentre la seconda comprende 51 posti destinati ai gestori di giostre (foto Keystone) Corriere del Ticino 27 SET 2012 18:20

A Versoix predisposto un terreno di stazionamento di 53 mila metri quadrati

GINEVRA - Una nuova area di stazionamento destinata alle popolazioni nomadi è stata inaugurata oggi a Versoix (Canton Ginevra). Il terreno di oltre 53 mila metri quadrati accoglierà le carovane di zingari, nonché le famiglie proprietarie di giostre e baracconi, insediate dal 1966 in riva al fiume Versoix.

Il terreno, di proprietà del Cantone, è stato dotato d'infrastrutture collettive, in particolare un padiglione di 120 mq comprendente due lavanderie e una sala di riunione. L'investimento, sopportato interamente dal Cantone, rappresenta oltre 12 milioni di franchi.

L'area è stata suddivisa in due zone: la prima potrà ospitare 46 carovane, mentre la seconda comprende 51 posti destinati ai gestori di giostre, che disporranno peraltro di un parcheggio per le loro infrastrutture. "La Bécassière" sarà l'unica area di stazionamento ufficiale di Ginevra per i nomadi.

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