The Guardian 26 marzo 2012: Il viaggio di una Romnì da venditrice di The Big Issue
in the North al pranzo con la regina - Ramona Constantin
ottiene il Diamond Jubilee bunfight dal municipio di Manchester, meno di un anno
fa vendeva la rivista per strada - di
Ciara
Leeming *
Ramona Constantin - ora occupata come interprete di comunità, assistente
giovanile e familiare ed assistente scolastica. Photograph: Ciara Leeming
Vendeva The Big Issue
in the North per le strade della Manchester metropolitana meno di un
anno fa, ma ora ha cenato con i reali.
L'ex venditrice di strada Ramona Constantin, 27 anni, era nel gruppo
selezionato di ospiti invitati settimana scorsa al pranzo di gala nel municipio
di Manchester, alla presenza della regina e del principe Filippo. La sua
inclusione è stata un riconoscimento per quanto da lei conseguito dopo il suo
arrivo in città dalla nativa Romania due anni fa.
Constantin, che è Rom, non ha ricevuto nessuna educazione formale e parlava
un po' di inglese prima di arrivare in GB. Per 18 mesi ha venduto The Big Issue
in the North di fronte alla biblioteca centrale di Manchester - a pochi metri
dal municipio - e quando l'edificio chiuse per restauri, [andò] al centro di
Rochdale. In tutto quel periodò migliorò il suo inglese e fu invitata a
prender parte ad un progetto pilota per giovani adulti rom, gestito
dall'associazione che dirige il giornale, il consiglio comunale ed agenzie
partner. Ora lavora come interprete di comunità, assistente giovanile, familiare
e scolastica.
L'invito al pranzo da parte del sindaco - assieme ad altri operatori sociali,
figure comunitarie e volontari - è stato un grande riconoscimento. Dice:
Essere invitata è stata una cosa incredibile - è stata anche l'unica volta
che mia mamma e la mia famiglia - che sono ancora in Romania, han detto di
essere orgogliosi di me. Tutti hanno sentito parlare della regina d'Inghilterra,
e la mia famiglia e la comunità possono vedere che devo fare buone cose per
essere invitata ad un evento tanto importante. Sono anche molto fiera di me
stessa che la regina, o chi lavora con lei, mi abbiano voluto parte di questa
celebrazione.
Mi è piaciuto l'edificio, ed è stato fantastico essere nella stessa stanza
con gente così importante. Là c'era gente di diverse culture, ma ero l'unica
Rom, e questo mi ha fatto sentire molto speciale. Mi ha motivato a continuare
nel mio lavoro e cercare di ispirare la gante della mia comunità a coltivare le
proprie aspirazioni.
E' buffo pensare che meno di un anno fa vendevo The Big Issue in the North
per strada fuori da quell'edificio, ma dimostra che chiunque può ottenere ciò
che ha in mente.
I Rom sono la più grande e marginalizzata minoranza etnica in Europa.
Cospicue comunità dei paesi dell'Europa Orientale vivono ora nel nord.
Come moltissimi anni fa ancora oggi ci sono intere famiglie di sinti, rom senza
nessuna abitazione decente dove poter vivere con i propri famigliari, trovare un
lavoro definitivo e frequentare tutte le scuole necessari per ottenere un
diploma. Tantissimi sono ancora alle porte delle città (aree di fortuna,
tante volte nelle discariche cittadine abusive), vicino ai fiumi, autostrade e
nelle peggiori sistemazioni senza i necessari servizi di sopravvivenza come
l'acqua, l'energia elettrica e i servizi igienici. Tantissime famiglie sono
rinchiuse ormai da anni in enormi campi costruiti solo per concentrare tutti
sinti e rom in un unico posto, per tenerli sotto controllo a tempo
indeterminato, sorvegliati speciali solo per colpa di essere un etnia di un ceto
debole.
L'habitat per i Sinti deve essere di libera scelta, senza nessun obbligo
di dover vivere dove gli si impone di vivere.
Non bisogna pensare ad una sola soluzione, ma bisogna pensare e favorire le
soluzioni diversificate quali: le microaree, l'accesso semplificato
all'appartamento o all'acquisto di terreni agricoli su cui poter edificare anche
in autocostruzione.
Dì perché le microaree e della loro realizzazione c'è ne sono molti, i
principali da mettere al primo posto è il superamento dei enormi campi nomadi
sovraffollati fino ad essere compresse da una moltitudine di famiglie Sinte. Per
dare un abitazione decente a tutte le famiglie che abitano nelle aree di
fortuna, (baraccopoli, roulotte, container ecc.) in un modo incivile senza
nessun servizio indispensabile per ogni forma umana. Per la maggior parte della
popolazione maggioritaria che non accetta di buon grado a vivere e avere come
vicini di casa una famiglia Sinta.
Ma che cos' è una microarea
La microarea e un'area con una metratura adeguata alla
necessità d'allargamento futuro, dove ogni singola famiglia
formata da genitori e figli dispone di uno spazio privato con
delle abitazioni doc (anche auto costruite) attrezzate con tutti
i servizi adeguati.
Le microaree non sono custodite, ma affidate alla
responsabilità delle persone che la occupano, cosi come un
qualsiasi appartamento concesso in affitto.
Le microaree per molti Sinti sono la soluzione abitative
migliori perché non obbligano a rifiutare le proprie usanze,
culture, tradizioni e lingue.
La microarea porta al miglioramento la vita del popolo Sinto
senza denigrarla.
La microarea è il primo passo per aiutare il popolo Sinto a
uscire dalla povertà ecc.
La Microarea è un area predisposta soltanto per una famiglia allargata,
composta di genitori, figli e nipoti, dove nessun altra famiglia Sinta può
introdursi, se non ché abbia un permesso speciale dalla famiglia stessa o dal
sindaco, ma anche un area di sicurezza, e non solo per i Sinti ma anche per i
vicini e gli enti locali, ma soprattutto è una area dove si può salvaguardare la
propria Tradizione, la propria Cultura, l'Usanza e la propria Lingua madre, un
area dove i diretti gestori sono proprio gli affittuari stessi pagando un
normale equo canone d'affitto con spese di gestione ecc. senza che il comune
abbia la necessità a dare in gestione ad enti, associazioni o cooperative
private come un normale campo nomadi spendendo moltissimi soldi ogni anno, un
area definitiva adeguata per il prossimo futuro (includendo le nascite e le
perdite della famiglia ) attrezzata di fabbricati ( legno o muratura) con tutti
gli servizi necessari a offrire un adeguato sistema abitativo, accessibile a
tutti gli servizi come autobus, scuola, negozi ecc. sita in località lontana da
fiumi, autostrade, depositi immondizie e dalla periferia delle città ecc. Nella
fase di ricerca dei terreni e della progettazione delle microaree è fondamentale
che siano coinvolte le famiglie Sinte interessate.
Da sottolineare che anche se attrezzate di servizi adeguati dove vivere a tempo
indeterminato, la microarea non è una soluzione definitiva per tutte le famiglie
Sinte, tante famiglie Sinte già da anni hanno deciso di acquistare delle aree di
propria proprietà scegliendo dei terreni agricoli i cui costi sono più
accessibili rispetto ai terreni edificabili per poter vivere con la propria
famiglia allargata in un area di propria proprietà.
Queste tipo di abitazioni, la microarea è il terreno agricolo di proprietà,
nasce soprattutto per far uscire dai enormi campi nomadi tutte quelle famiglie
che non si conoscono fra di loro, famiglie sconosciute con origini, culture,
tradizioni e lingue totalmente diverse, che varie volte porta il caos quasi
totale tra i bambini, vivere tutti insieme, in un grande campo comporta ad avere
amici di varie etnie, con dialetti e lingue completamente diverse dalle proprie,
i bambini giocando fra di loro tutti i giorni, solo per capirsi e tante volte
senza rendersene conto sono obbligati ad insegnare all'amico la propria lingua
madre, arrivando in un punto dove non capiscono più quale e la loro vera madre
lingua, ma il problema non colpisce solo i bambini, ma anche i stessi genitori
che non riescono più a capire i propri figli, sentendo parole nuove devono farsi
spiegare il significato della parola detta, perciò si sentono smarriti e
traditi, perché consapevoli del pericolo che si sta creando, la loro madre
lingua originale sta scomparendo e con essa la tradizione, la cultura, l'usanza
e il loro modo di fare.
Grazie al vivere in un campo nomadi interculturale si sta perdendo tutti i
principi fondamentali della propria famiglia.
Ma soprattutto la microarea e il terreno agricolo di proprietà e la prima
opportunità abitativa per tutte quelle persone Sinte che stanno vivendo in una
realtà incivile, che abitano con i propri famigliari, bambini, donne e anziani,
in accampamenti di fortuna nati al momento senza nessun servizio come acqua,
luce e servizi igienici, ma circondati da topi che scorrazzano a destra e a
sinistra, rospi e insetti di ogni genere, aree siti in ogni appezzamento di
terreno trovato libero, sui marciapiedi delle strade, vicinissimi ai fiumi,
nelle campagne e boschi fitti, o in case diroccate e abbandonate, sotto i ponti
e tante altre realtà che hanno già causato parecchie disgrazie.
L'abitazione migliore e veramente definitiva per i Sinti in Italia!!
l'abitazione migliore, concreta, definitiva per i sinti principalmente non
l'appartamento in centro città come tante persone credono, anche se sembrerebbe
di sì, non lo è, i motivi sono di varie nature, questo tipo di abitazione per i
Sinti va benissimo ed e stabile fino a che i figli non crescono e si sposano
avendo poi i propri figli, infatti tanti genitori che hanno scelto
l'appartamento come abitazione, dopo la crescita dei propri figli e alla nascita
dei nipoti, vorrebbero uscire per andare a vivere e invecchiare con i propri
famigliari in una microarea.
Parecchie famiglie sono state obbligate a fare questa grandissima scelta, solo
per poter avere un lavoro e una casa per la propria famiglia allargata, hanno
scelto di nascondere, di ripudiare la propria etnia d'appartenenza, non per
scelta, ma per sopravvivenza ben consapevoli di dover perdere la propria
Tradizione, Cultura, Usanza e la propria Lingua madre, oggi i loro figli non
capiscono e non parlano più la propria lingua, grazie al doversi integrare
completamente ed essere obbligati a nascondere la propria etnia d'appartenenza,
hanno completamente dimenticato i propri valori e principi tenuti in vita dai
loro avi per millenni.
Ma mentre queste famiglie, obbligatoriamente hanno scelto di integrarsi
completamente, altre famiglie che sono entrate spontaneamente nei appartamenti,
hanno voluto perdere questi valori solo perché si vergognavano della propria
etnia d'appartenenza, senza capire che era molto più vergognoso perdere e negare
la propria etnia d'appartenenza.
Altre famiglie che vivono in appartamenti da moltissimi anni, sono riusciti a
tenere e salvaguardare le proprie Tradizioni, Culture, Usanze e la propria
lingua madre, si sono adeguate a vivere nei appartamenti, senza dover mai
perdere le propri origini, sono riusciti a salvare principi e valori, grazie a
dei vicini Gage che hanno capito la loro diversità di culture, tradizioni,
usanze e modi di vivere e li hanno accettati rispettando i loro valori
convivendoci e lasciandogli le origini.
Ma il come e dove vivere con la propria famiglia allargata o singola,
deve essere una scelta propria e condivisa dalla propria famiglia, nessuna
famiglia composta da esseri umani deve essere obbligato a dover scegliere di
ripudiare la propria famiglia, le proprie tradizioni, culture, lingue e l'etnia
d'appartenenza per ottenere un diritto che e di diritto di ogni persona umana e
civile di questo mondo.
Perciò l'accesso all'appartamento, al terreno agricolo e alla microarea, deve
essere una scelta libera senza essere condizionata, obbligata a accettare delle
condizioni speciali.
Dopo avere valutato questi e altri problemi, abbiamo constatato che l'abitazione
concreta, sicura e migliore per i Sinti, e quella dei terreni di propria
proprietà. Questa soluzione è soprattutto per le famiglie Sinte perché il
terreno di proprietà viene sentito come punto di riferimento stabile che si
contrappone alla precarietà continua dei campi nomadi.
Nel terreno privato si può vivere con la propria famiglia allargata, potendo
scegliere i propri vicini.
Fin ad ora per molte famiglie Sinte che hanno deciso di acquistare dei terreni
come realtà di scelta abitativa, ha avuto molto successo, soprattutto perché ha
dato la possibilità ad uscire completamente dalla realtà dei campi nomadi, di
non essere più succube da altre persone e di dare una possibilità ai propri
figli di avere un futuro migliore, dove potere permettere di frequentare tutte
le scuole per quello che vorrà fare in futuro, senza doverle cambiare perché
scacciati da varie città.
Per questo e altri motivi, tante famiglie Sinti ne stanno seguendo le orme,
perché hanno capito che un terreno agricolo di propria proprietà e un futuro
certo per i propri figli e nipoti.
Il terreno agricolo di propria proprietà e le microaree famigliari hanno
la possibilità di salvaguardare i principi, i valori dei sinti togliendo
tantissime famiglie dalla strada dandogli un tetto per coprire i propri figli,
perciò bisogna coinvolgere e convincere il governo, la regione, la provincia e
il comune ad abbandonare l'idea dei grandi campi nomadi ad adottare il concetto
delle microaree e dei terreni privati, inserendo delle modifiche sulla legge
dell'edilizia agevolata del Testo unico n. 380/2001, Solo così potremo
finalmente arrivare alla fuoriuscita dalle situazioni di precarietà abitativa e
eliminare gli accampamenti "obbligatoriamente" abusivi.
Solo la cultura permette di gettare un ponte tra mondi distanti.
A Genova il regista Marco Di Gerlando ha iniziato le riprese del cortometraggio
"SEO" su un soggetto di Sergio Cizmic.
Sergio Cizmic è l'unico mediatore culturale rom presente in Liguria. Si è
formato presso il corso di formazione che abbiamo tenuto a Genova tre anni fa
con la collaborazione della Comunità di Sant'Egidio e della Regione Liguria.
Sergio oltre al lavoro di mediatore, svolge anche quello di istruttore di nuoto
presso una delle principali società sportive di Genova.
Incontro Sergio e Marco in una pausa del loro lavoro.
- Sergio, di cosa parla il cortometraggio?
- E' la mia storia. La storia di un bambino rom il cui unico sogno era quello di
nuotare. Da piccolo volevo andare in piscina, ma il cassiere non mi faceva mai
entrare. Andavo con il mio soldo per fare il biglietto e lui mi diceva sempre
che la piscina era occupata. Sentiva il mio accento, mi riconosceva rom e mi
mandava via. Un giorno, poi, grazie a un istruttore di nuoto riuscii ad entrare
e la mia vita cambiò.
- In piscina, ora che sei istruttore, sanno che sei rom?
- Si, insegno nuoto ai bambini e alcuni genitori lo sanno. Mai avuto problemi
con loro e, anzi, spesso mi chiedono di raccontargli del mio popolo. Anche con
il personale della piscina non ho problemi. Lavoriamo insieme senza pregiudizi.
- Qual è l'obbiettivo del cortometraggio?
- Far conoscere ciò che la piazza non sa. Quanti rom onesti subiscono
discriminazioni per essere assimilati a uno stereotipo. Quanti sogni di bambini
si infrangono sui pregiudizi. Io non nego l'esistenza di rom che rubano, dico
solo che esistono anche rom onesti. Purtroppo noi rom non scendiamo mai in
piazza per difendere il diritto ad essere rispettati. Per fortuna ci sta
pensando la Comunità Europea a bacchettare l'Italia per le discriminazioni nei
confronti delle minoranze rom e sinte. E' notizia di questi giorni la
pubblicazione delle Osservazioni Conclusive sull'Italia del Comitato per
l'Eliminazione della Discriminazione Razziale, in cui si dice che permangono
serie preoccupazioni per quanto accade nel nostro Paese a proposito delle
discriminazioni istituzionali subite da rom e sinti. Purtroppo queste notizie
non vanno mai sui giornali. Come sui giornali non è mai andata la notizia che
anche noi rom di Genova siamo andati a spalare il fango per ripulire la città
dopo l'alluvione. Speriamo che Marco Doria, se diverrà nuovo sindaco, si ricordi
anche di noi rom e sinti.
Mi rivolgo a Marco Di Gerlando.
- Eri mai entrato in un campo nomadi?
- Mai. Avevo letto la sceneggiatura di Sergio e mi aveva emozionato subito.
Quando sono entrato per la prima volta nel campo, non mi aspettavo di vedere
nulla di simile. Ho provato un'emozione fortissima. In quella situazione
soffocante, ho trovato però uno straordinario spirito di gruppo tra i rom. Non è
facile conservarlo in situazioni estreme come quelle di un campo nomadi.
E' stata un'esperienza indimenticabile. Non avevo mai conosciuto rom prima di
allora. Avevo come tutti dei pregiudizi, ma è bastato entrare lì dentro per
capire tante cose. Il pregiudizio frena il nostro arricchimento culturale e
limita il pensiero.
Il nostro cortometraggio, ad ogni modo, non fa la morale a nessuno, vuole solo
raccontare una storia che vale la pena di essere raccontata.
Di Fabrizio (del 29/03/2012 @ 09:42:21, in Europa, visitato 1931 volte)
Segnalazione e traduzione di Silvia Gobbo
25 marzo - 8 aprile
Apertura 25 marzo ore 18.00 L'Ambasciata Rom Norvegese con mostra "Dall'album di
famiglia della gente rom", è uno spazio culturale temporaneo messo in scena a
Tullinløkka ad Oslo. L'ambasciata funzionerà come allestimento culturale aperto
nel periodo dal 25 marzo fino alla giornata internazionale dei rom dell'8
aprile. L'ambasciata rom norvegese punta i riflettori sul fatto che la gente rom
non ha un luogo d'incontro ufficiale ad Oslo e in Norvegia. Il progetto è stato
sviluppato dal gruppo di architetti del Progetto di Comunità Rendere Compatta la
Città in collaborazione con Cultura Romanì, Associazione Norvegese dei Rom,
Popolazione Rom Novegese, Sjuvlliano Kerr, rappresentante dell'unione
internazionale dei rom in Norvegia, Misure per i rom, Anne-Stine Johnsbråten,
Lowri Rees e radiOrakel. Il progetto è supportato da: Fondazione Parola Libera,
Consiglio per gli Affari Culturali Norvegese e Museo di Storia della Cultura.
Domenica 25.03 h.18.00
Apertura dell'Ambasciata dei Rom Norvegese con la mostra "Dall'album di famiglia
della gente rom". (Anne-Stine Johnsbråten). Semplice rinfresco tradizionale,
interventi, appelli e intrattenimento culturale.
Lunedì 25.03 h.13.00
Prima trasmissione della radioRomano (trasmissioni quotidiane tutti i giorni
feriali) - prodotto da radiOrakel (FM: 99,3)
Mercoledì 28.03 h.20.00
Serata cinematografica: "Korkoro" di Tony Gatlif, con introduzione di Raya
Bielenberg.
Venerdì 30.03 h.17.00
Incontro aperto da Sjuvlliano Kerr - Donne rom unite
Sabato 31.03 h.14.00
Storia dei rom norvegesi - Seminario aperto. Proiezione del video di Natalia
Lund, intervento di Chalak Kaveh. Conduce: Maria Rosvoll (HL-senteret)
Domenica 01.04 h.16.00
Uno spazio per i rom - seminario aperto. Interventi di: Jan Jansen (Cultura
Romanì), Andreas Müller (Associazione Rom Norvegesi), Lars Demetri (Centro di
Cultura Rom Stoccolma), Erland Kaldaras (Centro di Cultura Rom Malmø). Conduce:
Harald Nissen (Consigliere Comunale).
Lunedì 02.04 h.19.00
Romanes - simposio della lingua. Linda Gabrielsen e Hanne Ramsdal ( Dizionario
fraseologico Norvegese - Romanes), Stefan Palison (dizionario Svedese - Romanes),
Jamanda Zedra Jansen.
Corso di scrittura in romanes 4-5-6-7 aprile 14.00-15.30.
Martedì 03.04 h.18.00
Foto di Rom - serata di presentazione
Progetti fotografici: Harald Medbøe e Anne-Stine Johnsbråten
Proiezione dei film: "Samson på reise" (Sansone in viaggio) di Lowri Rees, "Arven"
(L'eredità) di Svein Ove Hansli.
Giovedì 05.04 h.18.00
Serata grigliata rom. Grigliata di maiale intero e agnello, assaggi di diversi
cibi tradizionali rom.
Domenica 08.04 h. 14.00
Celebrazione della giornata internazionale dei rom PARTE PRIMA
Festeggiamenti con discorsi, rinfreschi e dolci al Museo di Storia.
h.15.00
Celebrazione della giornata internazionale dei rom PARTE SECONDA
Musica, canzoni e ballo nell'Ambasciata Rom Norvegese a Tullinløkka.
h.16.30
Celebrazione della giornata internazionale dei rom PARTE TERZA + Pasqua rom.
Festa al Nordi Black Theatre con servizio e musica dal vivo.
Indirizzo: Hollendergata 8 (Grønland, di fronte alla caserma della polizia).
fk, Czech Press Agency, translated by Gwendolyn Albert -
Berlin, 23.3.2012 20:53, (ROMEA)
Nel suo discorso inaugurale [...], il presidente entrante della Repubblica
Federale, Joachim Gauck, ha condannato in toto il neonazismo e le altre
manifestazioni di estremismo e fanatismo in Germania. L'11° presidente è stato
eletto [...] dalla stragrande maggioranza dei membri delcollegio elettorale
composto da parlamentari e rappresentanti dei vari stati federali.
Rivolgendosi al Parlamento, Gauck ha invitato i tedeschi ad avere confidenza
tanto in loro stessi che in quanti li stanno governando. Ha anche sottolineato
l'importanza della libertà e della giustizia sociale.
"Il vostro odio è la nostra motivazione. Non lasceremo il nostro paese allo
sbando. Appartenete al passato, la nostra democrazia vivrà," ha detto Gauck agli
aderenti al neonazismo. In Germania è ripreso il dibattito, dopo che l'anno
scorso si scoprì che membri dell'ultra destra avevano commesso una serie di
delitti contro gli immigrati.
Gauck ha respinto altre manifestazioni di estremismo e fanatismo nella società
democratica. "Potrete rallentare questo treno, ma non lo fermerete," ha detto
Gauck dell'estremismo in generale.
Ha anche accennato al suo argomento tradizionale, la libertà, e sottolineato che
la Germania dovrebbe essere uno stato socialmente giusto. "Uguaglianza e libertà
sono le basi dell'autorealizzazione," ha detto. Ha anche ripreso l'idea di
Europa e ricordato agli astanti l'eredità della storia tedesca, chiamando la
Germania il "paese del miracolo democratico."
Inoltre, Paul Polansky visiterà gli insediamenti rom di via Sacile
(domenica 1 aprile) e di via Idro 62 (lunedì 2 aprile). Si ringrazia il Gruppo Sostegno Forlanini per la
collaborazione. Ulteriori informazioni info@sivola.net
Milano, 24 marzo 2012 - Dejan Lazic è un rom nato in Italia ma per il giudice di
pace di Milano deve restare nel Cie di via Corelli.
Si tratta di una decisione opposta a quella presa ieri a Modena dove erano stati
liberati due fratelli bosniaci perchè nati nel nostro paese.
Lazic è nato a Moncallieri 24 anni fa. Ha sempre vissuto in Italia, ha
frequentato la scuola elementare (anche se non l'ha mai terminata). Non ha
chiesto la cittadinanza al compimento del 18 anno perché non sapeva di doverlo
fare. È uno zingaro che vive alla giornata, di espedienti. Ha anche dei
precedenti penali per piccoli furti. Nella stessa situazione sono anche i suoi
familiari. È stato portato a Corelli perché gli hanno notificato un
provvedimento di espulsione all'uscita del carcere (dove è stato detenuto 5 mesi
per scontare un vecchio procedimento definitivo).
Nel provvedimento prefettizio è stato scritto, su una sua presunta
dichiarazione, che si sarebbe sottratto ai controlli di frontiera facendo
ingresso in Italia nel 2005, senza poi richiedere il permesso di soggiorno.
Dejan Lazic è del tutto analfabeta. Davanti al giudice ha negato di aver fatto
tale dichiarazione.
Gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini affermano di avere i documenti
relativi alla sua storia e di voler preparare al più presto ricorso avverso
l'espulsione avanti al giudice di pace di Milano.
Di Fabrizio (del 27/03/2012 @ 09:18:09, in Italia, visitato 1671 volte)
Salia (a sinistra) e Vesna, due generazioni, entrambe madri di bambini che
frequentano la scuola a Mirafiori -
LA STAMPA di
MARIA TERESA MARTINENGO
Un pezzo di quartiere si mobilita per aiutarli
TORINO:
Alla domanda «Cosa vorresti fare da grande?» una bimba risponde «la poliziotta»,
un bambino «l'avvocato». In condizioni di normalità, i sogni sono uguali. I
bambini della «comunità» rom di Mirafiori Sud, una cinquantina di persone in
tutto, di cui 30 minori, una metà dei quali - i più piccoli - da settembre
frequentano la scuola. La normalità che li fa sognare.
Intorno a loro e alle loro famiglie, «parcheggiate» nei dintorni del Parco
Colonnetti, si è mobilitato un bel pezzo di quartiere. Ai figli dei rom bosniaci
più poveri della città, «invisibili» per i censimenti - due generazioni nate qui
ma prive di documenti -, Pia, alla Locanda nel Parco, offre colazione e merenda.
Beppe Melchionna, del vicino Circolo Arci, ospita il camper di una famiglia in
cortile; la Casa del Parco - che lavora per la coesione nel quartiere - fornisce
quaderni, acqua calda e ascolto; le suore di Madre Teresa e i volontari di San
Remigio offrono docce e aiuto nei compiti.
«Qui c'è il più alto tasso di frequenza scolastica della città e forse
d'Italia», spiega Vesna Vuletic, presidente di Idea Rom, associazione impegnata
per favorire l'inserimento sociale e l'autonomia dei rom. «I dati della
Prefettura parlano di meno del 50% di frequenza scolastica negli insediamenti
torinesi. A Mirafiori si sfiora il 100%, nei momenti più difficili si è arrivati
all'85%». Aggiunge Giulio Taurisano, volontario ed esperto: «È successo quando
le famiglie, nel gelo di questo inverno, sono state allontanate e si sono
stabilite vicino al Cimitero Parco. Per accompagnare i bambini a scuola,
dovevano prendere due pullman. La maggioranza lo ha fatto».
Per capire, occorre fare un passo indietro. «Due anni fa, quando abbiamo aperto
la “Casa nel Parco” - ricorda Isabella De Vecchi della Fondazione della Comunità
di Mirafiori -, alcuni bambini di queste famiglie, che da vent'anni girano qui,
sono venuti e ci hanno chiesto di imparare a scrivere. A partire da quella
esigenza, con Idea Rom è nato un progetto».
Il progetto «Aerodrom» (aeroporto in bosniaco) vuole far «prendere il volo» alle
famiglie che vivono stipate in vecchi camper. «L'obiettivo è supportare
l'inserimento scolastico - dice Vesna Vuletic -, favorire l'emancipazione,
facendo comprendere ai genitori l'importanza dell'istruzione perché i figli
possano sperare in una vita migliore». Giulio Taurisano: «Sono state le madri ad
andare a iscrivere i bambini, sono state le madri a portarli a vaccinare,
nessuno si è sostituito a loro».
Idea Rom ha coinvolto i servizi sociali, la prefettura. «Queste famiglie sono
cittadine di Mirafiori - dice il presidente della Circoscrizione 10, Marco
Novelli -, presenti da anni sul territorio. Come amministrazione dobbiamo
prendere atto della loro presenza e aiutarle. Però chiediamo collaborazione
reciproca, chiediamo che si vada verso un'evoluzione. Ci sono nuclei che
rispondono bene, altri meno. Sull'istruzione le cose procedono, su altri fronti
si può fare meglio. La componente femminile è quella su cui puntare di più». Con
i documenti, sarebbe possibile assegnare borse lavoro e iniziare a pensare alla
casa. All'incontro con l'assessore Elide Tisi, Idea Rom ha chiesto che le
famiglie possano collocarsi in postazioni singole (non in un campo) per non
essere più oggetto di sgomberi.
Il preside della Cairoli, Ugo Mander, conferma il successo di quanto fatto fin
qui: «Avremo un passaggio dalla quinta alla prima media, ci sono bambini
iscritti alla materna per l'anno prossimo. Le mamme, nonostante la povertà
estrema in cui vivono, si comportano come tutte le mamme». Enrico Perotti,
presidente del consiglio d'istituto: «Dare normalità ai bambini serve anche ai
genitori, lo vediamo alle feste della scuola». La maestra Domitilla: «Questi
bambini ci ricordano che la scuola è un diritto di tutti e prima si comincia ad
andarci, meglio è: la stabilità abitativa è un requisito per renderlo
possibile».
La realtà dei rom di Mirafiori e le loro esigenze sono state riassunte, a
partire da «Aerodrom», in una lettera destinata al prefetto Di Pace, al sindaco
Fassino e all'arcivescovo, monsignor Nosiglia. «Nel 2001 - hanno scritto
operatori e residenti - la nonna di una decina di bambini rom, gravemente
malata, ha trascorso gli ultimi due mesi della sua vita ospite di un ortolano
nella baracca di un orto abusivo sulle sponde del Sangone. Dieci anni dopo i
suoi figli vivono in una condizione non dissimile». Poi le richieste:
collocazione provvisoria delle famiglie distribuita in postazioni singole,
perché non siano oggetto di continui sgomberi, sostenere l'ottenimento di
documenti; concedere spazi per l'accoglienza abitativa in attesa dei requisiti
per il successivo ingresso in casa. «Non crediamo - hanno spiegato - che la
realizzazione di un nuovo campo possa sostenere l'integrazione di queste
famiglie».
I Rom greci: gli emarginati sociali e le starBy Stella Tsolakidou,
19 marzo 2012, (storia originale di Iriri Papafilippaki)
Secondo informazioni del vicedirettore del dipartimento della polizia e
dell'ufficio cause penali di Kalamata, si sono registrate recentemente 34 rapine
o tentate rapine in appartamenti della più estesa regione di Messinia,
effettuate da persone di etnia rom.
Le agenzie di stampa newsbomb.gr e eleftheriaonline.gr segnalano anche
casi di furti nelle regioni di Corfu e Kalamata sin dal gennaio 2012.
La questione greca dei Rom, chiamati anche Tsigkanoi, rimane tuttora
controversa ed il governo deve prestare loro ulteriore attenzione, a causa della
difficile situazione economica che il paese sta attraversando. Ciò che manca ai
Rom sono gli incentivi. L'ultima iniziativa statale per migliorare la loro
qualità di vita è del 2010, con l'emissione bancaria di capitale che avrebbe
dovuto aiutare i Rom a combattere l'alienazione sociale. Tuttavia, gli ultimi
due anni sono stati un ostacolo allo sforzo generale.
Oggi vivono in Grecia circa 250.000 Rom, la metà dei quali sono membri attivi
della società greca. Difatti, alcuni di loro hanno posizioni di lavoro
permanente, ma la maggioranza non frequentano la scuola primaria. I Rom in
Grecia vivono sparsi su tutto il territorio in circa 70 insediamenti,
soprattutto nelle operazioni. Centri di rilievo in Grecia sono Agia Varvara,
Atene, con una importante comunità rom, e Ano Liosia, dove le condizioni non
sono buone.
I Rom sono comunemente conosciuti come "zingari" in molti altri paesi. Questo
termine abbastanza dispregiativo venne dato loro inizialmente dai Greci, che li
ritenevano originari dell'Egitto. Il termine "Rom" è universalmente da loro
adoperato, e nella loro lingua significa "uomo" o "uomo sposato". La storia dei
Rom in Grecia data dal XV secolo.
Famosi artisti rom greci
Anche se molti Rom vengono accusati di attività illegali, come contrabbando
d'armi e traffico di droga, ci sono diversi esempi di Rom che hanno eccelso o
eccellono attualmente nello scenario greco. Ecco alcuni dei più importanti
artisti rom:
Manolis Angelopoulos - (1939-1989) Leggendario cantante greco,
che ha guadagnato l'amore ed il rispetto dei suoi colleghi. Nato a Kavala da
genitori rom, Angelopoulos incise la sua prima canzone nel 1957. Sempre fiero
delle sue origini, ottenne popolarità negli anni '60 cantando canzoni d'amore,
ma anche su temi come i rifugiati greci ed i luoghi esotici.
Kostas Hatzis, famoso cantante e chitarrista, riconosciuto come
uno dei principali artisti ed innovativo creatore della canzone "sociale".
Lanciò in Grecia il modello "guitar-voice", come le ballate che portavano
messaggi sociali.
Makis Christodoulopoulos, famoso cantante di laika. Nato nel
1948 ad Amaliada da una povera famiglia rom, Christodoulopoulos ha percorso la
sua strada sino a diventare un cantante ed interprete di successo.
Vassilis Paiteris, musicista e cantante di Drapetsona.
Nato nel 1950, Paiteris iniziò la sua carriera professionale di cantante alla
giovane età di 13 anni.
Helen (Lavida) Vitali, considerata una delle voci femminili
più importanti degli ultimi 20 anni. E' nata ad Atene, in una famiglia dalla
vocazione musicale, ed è cresciuta girovagando con i suoi genitori.
Irene Merkouri,
cantante pop, la madre è di origine rom. Nata ad Atene nel 1981, Merkouri ha
perseguito una carriera professionale dal 2002.
Di Fabrizio (del 26/03/2012 @ 09:47:21, in Regole, visitato 1671 volte)
22 marzo 2012 - L'azienda pubblica Atac e l'Unar hanno sottoscritto un
accordo contro razzismo sui bus.
Autisti e personale di bordo dei mezzi pubblici romani si formeranno per
prevenire e contrastare fenomeni di discriminazione etniche e razziali.
È quanto prevede l'accordo sottoscritto a Roma, in occasione della Giornata
contro il razzismo, dall'azienda Atac e dall'Unar, l'Ufficio nazionale
antidiscriminazioni razziali.
Il protocollo è stato firmato dal direttore dell'Unar, Massimiliano Monnanni,
dall'assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Antonello Aurigemma, e dall'Ad di
Atac, Carlo Tosti. L'accordo, in particolare, è destinato al personale dei mezzi
e mira a formare autisti e dipendenti alla prevenzione ed al contrasto delle
discriminazioni etniche e razziali che si potrebbero verificare sui mezzi dell'Atac.
"Questo protocollo – ha spiegato Monnanni – impone le parti a forme di
coordinamento operativo sul tema delle discriminazioni, promuove attività
formative per gli operatori di front line dell'azienda, come gli autisti di tram
ed autobus o gli addetti dei capolinea, e spinge all'organizzazione di convegni
e seminari comuni sull'argomento".
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