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Di Fabrizio (del 31/03/2012 @ 09:18:08, in lavoro, visitato 1999 volte)

Da British_Roma

The Guardian 26 marzo 2012: Il viaggio di una Romnì da venditrice di The Big Issue in the North al pranzo con la regina - Ramona Constantin ottiene il Diamond Jubilee bunfight dal municipio di Manchester, meno di un anno fa vendeva la rivista per strada - di Ciara Leeming *

Ramona Constantin - ora occupata come interprete di comunità, assistente giovanile e familiare ed assistente scolastica. Photograph: Ciara Leeming

Vendeva The Big Issue in the North per le strade della Manchester metropolitana meno di un anno fa, ma ora ha cenato con i reali.

L'ex venditrice di strada Ramona Constantin, 27 anni, era nel gruppo selezionato di ospiti invitati settimana scorsa al pranzo di gala nel municipio di Manchester, alla presenza della regina e del principe Filippo. La sua inclusione è stata un riconoscimento per quanto da lei conseguito dopo il suo arrivo in città dalla nativa Romania due anni fa.

Constantin, che è Rom, non ha ricevuto nessuna educazione formale e parlava un po' di inglese prima di arrivare in GB. Per 18 mesi ha venduto The Big Issue in the North di fronte alla biblioteca centrale di Manchester - a pochi metri dal municipio - e quando l'edificio chiuse per restauri, [andò] al centro di Rochdale.  In tutto quel periodò migliorò il suo inglese e fu invitata a prender parte ad un  progetto pilota per giovani adulti rom, gestito dall'associazione che dirige il giornale, il consiglio comunale ed agenzie partner. Ora lavora come interprete di comunità, assistente giovanile, familiare e scolastica.

L'invito al pranzo da parte del sindaco - assieme ad altri operatori sociali, figure comunitarie e volontari - è stato un grande riconoscimento. Dice:

    Essere invitata è stata una cosa incredibile - è stata anche l'unica volta che mia mamma e la mia famiglia - che sono ancora in Romania, han detto di essere orgogliosi di me. Tutti hanno sentito parlare della regina d'Inghilterra, e la mia famiglia e la comunità possono vedere che devo fare buone cose per essere invitata ad un evento tanto importante. Sono anche molto fiera di me stessa che la regina, o chi lavora con lei, mi abbiano voluto parte di questa celebrazione.

    Mi è piaciuto l'edificio, ed è stato fantastico essere nella stessa stanza con gente così importante. Là c'era gente di diverse culture, ma ero l'unica Rom, e questo mi ha fatto sentire molto speciale. Mi ha motivato a continuare nel mio lavoro e cercare di ispirare la gante della mia comunità a coltivare le proprie aspirazioni.

    E' buffo pensare che meno di un anno fa vendevo The Big Issue in the North per strada fuori da quell'edificio, ma dimostra che chiunque può ottenere ciò che ha in mente.

I Rom sono la più grande e marginalizzata minoranza etnica in Europa. Cospicue comunità dei paesi dell'Europa Orientale vivono ora nel nord.


Ciara Leeming è una giornalista freelance di Manchester e questa settimana scrive per l'edizione settentrionale del Guardian.

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Di Fabrizio (del 30/03/2012 @ 09:46:06, in casa, visitato 1870 volte)

The International Christian Network

PERCHE' E COS' E' LA MICROAREA!

Come moltissimi anni fa ancora oggi ci sono intere famiglie di sinti, rom senza nessuna abitazione decente dove poter vivere con i propri famigliari, trovare un lavoro definitivo e frequentare tutte le scuole necessari per ottenere un diploma. Tantissimi sono ancora alle porte delle città (aree di fortuna, tante volte nelle discariche cittadine abusive), vicino ai fiumi, autostrade e nelle peggiori sistemazioni senza i necessari servizi di sopravvivenza come l'acqua, l'energia elettrica e i servizi igienici. Tantissime famiglie sono rinchiuse ormai da anni in enormi campi costruiti solo per concentrare tutti sinti e rom in un unico posto, per tenerli sotto controllo a tempo indeterminato, sorvegliati speciali solo per colpa di essere un etnia di un ceto debole.

L'habitat per i Sinti deve essere di libera scelta, senza nessun obbligo di dover vivere dove gli si impone di vivere.

Non bisogna pensare ad una sola soluzione, ma bisogna pensare e favorire le soluzioni diversificate quali: le microaree, l'accesso semplificato all'appartamento o all'acquisto di terreni agricoli su cui poter edificare anche in autocostruzione.


Dì perché le microaree e della loro realizzazione c'è ne sono molti, i principali da mettere al primo posto è il superamento dei enormi campi nomadi sovraffollati fino ad essere compresse da una moltitudine di famiglie Sinte. Per dare un abitazione decente a tutte le famiglie che abitano nelle aree di fortuna, (baraccopoli, roulotte, container ecc.) in un modo incivile senza nessun servizio indispensabile per ogni forma umana. Per la maggior parte della popolazione maggioritaria che non accetta di buon grado a vivere e avere come vicini di casa una famiglia Sinta.

Ma che cos' è una microarea

  • La microarea e un'area con una metratura adeguata alla necessità d'allargamento futuro, dove ogni singola famiglia formata da genitori e figli dispone di uno spazio privato con delle abitazioni doc (anche auto costruite) attrezzate con tutti i servizi adeguati.
  • Le microaree non sono custodite, ma affidate alla responsabilità delle persone che la occupano, cosi come un qualsiasi appartamento concesso in affitto.
  • Le microaree per molti Sinti sono la soluzione abitative migliori perché non obbligano a rifiutare le proprie usanze, culture, tradizioni e lingue.
  • La microarea porta al miglioramento la vita del popolo Sinto senza denigrarla.
  • La microarea è il primo passo per aiutare il popolo Sinto a uscire dalla povertà ecc.

La Microarea è un area predisposta soltanto per una famiglia allargata, composta di genitori, figli e nipoti, dove nessun altra famiglia Sinta può introdursi, se non ché abbia un permesso speciale dalla famiglia stessa o dal sindaco, ma anche un area di sicurezza, e non solo per i Sinti ma anche per i vicini e gli enti locali, ma soprattutto è una area dove si può salvaguardare la propria Tradizione, la propria Cultura, l'Usanza e la propria Lingua madre, un area dove i diretti gestori sono proprio gli affittuari stessi pagando un normale equo canone d'affitto con spese di gestione ecc. senza che il comune abbia la necessità a dare in gestione ad enti, associazioni o cooperative private come un normale campo nomadi spendendo moltissimi soldi ogni anno, un area definitiva adeguata per il prossimo futuro (includendo le nascite e le perdite della famiglia ) attrezzata di fabbricati ( legno o muratura) con tutti gli servizi necessari a offrire un adeguato sistema abitativo, accessibile a tutti gli servizi come autobus, scuola, negozi ecc. sita in località lontana da fiumi, autostrade, depositi immondizie e dalla periferia delle città ecc. Nella fase di ricerca dei terreni e della progettazione delle microaree è fondamentale che siano coinvolte le famiglie Sinte interessate.

Da sottolineare che anche se attrezzate di servizi adeguati dove vivere a tempo indeterminato, la microarea non è una soluzione definitiva per tutte le famiglie Sinte, tante famiglie Sinte già da anni hanno deciso di acquistare delle aree di propria proprietà scegliendo dei terreni agricoli i cui costi sono più accessibili rispetto ai terreni edificabili per poter vivere con la propria famiglia allargata in un area di propria proprietà.

Queste tipo di abitazioni, la microarea è il terreno agricolo di proprietà, nasce soprattutto per far uscire dai enormi campi nomadi tutte quelle famiglie che non si conoscono fra di loro, famiglie sconosciute con origini, culture, tradizioni e lingue totalmente diverse, che varie volte porta il caos quasi totale tra i bambini, vivere tutti insieme, in un grande campo comporta ad avere amici di varie etnie, con dialetti e lingue completamente diverse dalle proprie, i bambini giocando fra di loro tutti i giorni, solo per capirsi e tante volte senza rendersene conto sono obbligati ad insegnare all'amico la propria lingua madre, arrivando in un punto dove non capiscono più quale e la loro vera madre lingua, ma il problema non colpisce solo i bambini, ma anche i stessi genitori che non riescono più a capire i propri figli, sentendo parole nuove devono farsi spiegare il significato della parola detta, perciò si sentono smarriti e traditi, perché consapevoli del pericolo che si sta creando, la loro madre lingua originale sta scomparendo e con essa la tradizione, la cultura, l'usanza e il loro modo di fare.

Grazie al vivere in un campo nomadi interculturale si sta perdendo tutti i principi fondamentali della propria famiglia.

Ma soprattutto la microarea e il terreno agricolo di proprietà e la prima opportunità abitativa per tutte quelle persone Sinte che stanno vivendo in una realtà incivile, che abitano con i propri famigliari, bambini, donne e anziani, in accampamenti di fortuna nati al momento senza nessun servizio come acqua, luce e servizi igienici, ma circondati da topi che scorrazzano a destra e a sinistra, rospi e insetti di ogni genere, aree siti in ogni appezzamento di terreno trovato libero, sui marciapiedi delle strade, vicinissimi ai fiumi, nelle campagne e boschi fitti, o in case diroccate e abbandonate, sotto i ponti e tante altre realtà che hanno già causato parecchie disgrazie.

L'abitazione migliore e veramente definitiva per i Sinti in Italia!!

l'abitazione migliore, concreta, definitiva per i sinti principalmente non l'appartamento in centro città come tante persone credono, anche se sembrerebbe di sì, non lo è, i motivi sono di varie nature, questo tipo di abitazione per i Sinti va benissimo ed e stabile fino a che i figli non crescono e si sposano avendo poi i propri figli, infatti tanti genitori che hanno scelto l'appartamento come abitazione, dopo la crescita dei propri figli e alla nascita dei nipoti, vorrebbero uscire per andare a vivere e invecchiare con i propri famigliari in una microarea.

Parecchie famiglie sono state obbligate a fare questa grandissima scelta, solo per poter avere un lavoro e una casa per la propria famiglia allargata, hanno scelto di nascondere, di ripudiare la propria etnia d'appartenenza, non per scelta, ma per sopravvivenza ben consapevoli di dover perdere la propria Tradizione, Cultura, Usanza e la propria Lingua madre, oggi i loro figli non capiscono e non parlano più la propria lingua, grazie al doversi integrare completamente ed essere obbligati a nascondere la propria etnia d'appartenenza, hanno completamente dimenticato i propri valori e principi tenuti in vita dai loro avi per millenni.

Ma mentre queste famiglie, obbligatoriamente hanno scelto di integrarsi completamente, altre famiglie che sono entrate spontaneamente nei appartamenti, hanno voluto perdere questi valori solo perché si vergognavano della propria etnia d'appartenenza, senza capire che era molto più vergognoso perdere e negare la propria etnia d'appartenenza.

Altre famiglie che vivono in appartamenti da moltissimi anni, sono riusciti a tenere e salvaguardare le proprie Tradizioni, Culture, Usanze e la propria lingua madre, si sono adeguate a vivere nei appartamenti, senza dover mai perdere le propri origini, sono riusciti a salvare principi e valori, grazie a dei vicini Gage che hanno capito la loro diversità di culture, tradizioni, usanze e modi di vivere e li hanno accettati rispettando i loro valori convivendoci e lasciandogli le origini.

Ma il come e dove vivere con la propria famiglia allargata o singola, deve essere una scelta propria e condivisa dalla propria famiglia, nessuna famiglia composta da esseri umani deve essere obbligato a dover scegliere di ripudiare la propria famiglia, le proprie tradizioni, culture, lingue e l'etnia d'appartenenza per ottenere un diritto che e di diritto di ogni persona umana e civile di questo mondo.

Perciò l'accesso all'appartamento, al terreno agricolo e alla microarea, deve essere una scelta libera senza essere condizionata, obbligata a accettare delle condizioni speciali.


Dopo avere valutato questi e altri problemi, abbiamo constatato che l'abitazione concreta, sicura e migliore per i Sinti, e quella dei terreni di propria proprietà. Questa soluzione è soprattutto per le famiglie Sinte perché il terreno di proprietà viene sentito come punto di riferimento stabile che si contrappone alla precarietà continua dei campi nomadi.

Nel terreno privato si può vivere con la propria famiglia allargata, potendo scegliere i propri vicini.

Fin ad ora per molte famiglie Sinte che hanno deciso di acquistare dei terreni come realtà di scelta abitativa, ha avuto molto successo, soprattutto perché ha dato la possibilità ad uscire completamente dalla realtà dei campi nomadi, di non essere più succube da altre persone e di dare una possibilità ai propri figli di avere un futuro migliore, dove potere permettere di frequentare tutte le scuole per quello che vorrà fare in futuro, senza doverle cambiare perché scacciati da varie città.

Per questo e altri motivi, tante famiglie Sinti ne stanno seguendo le orme, perché hanno capito che un terreno agricolo di propria proprietà e un futuro certo per i propri figli e nipoti.

Il terreno agricolo di propria proprietà e le microaree famigliari hanno la possibilità di salvaguardare i principi, i valori dei sinti togliendo tantissime famiglie dalla strada dandogli un tetto per coprire i propri figli, perciò bisogna coinvolgere e convincere il governo, la regione, la provincia e il comune ad abbandonare l'idea dei grandi campi nomadi ad adottare il concetto delle microaree e dei terreni privati, inserendo delle modifiche sulla legge dell'edilizia agevolata del Testo unico n. 380/2001, Solo così potremo finalmente arrivare alla fuoriuscita dalle situazioni di precarietà abitativa e eliminare gli accampamenti "obbligatoriamente" abusivi.

Federazione Rom e Sinti Insieme

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Di Fabrizio (del 30/03/2012 @ 09:06:20, in sport, visitato 1602 volte)

Il Fatto Quotidiano di Pino Petruzzelli | 29 marzo 2012

Solo la cultura permette di gettare un ponte tra mondi distanti.

A Genova il regista Marco Di Gerlando ha iniziato le riprese del cortometraggio "SEO" su un soggetto di Sergio Cizmic.

Sergio Cizmic è l'unico mediatore culturale rom presente in Liguria. Si è formato presso il corso di formazione che abbiamo tenuto a Genova tre anni fa con la collaborazione della Comunità di Sant'Egidio e della Regione Liguria. Sergio oltre al lavoro di mediatore, svolge anche quello di istruttore di nuoto presso una delle principali società sportive di Genova.

Incontro Sergio e Marco in una pausa del loro lavoro.

- Sergio, di cosa parla il cortometraggio?

- E' la mia storia. La storia di un bambino rom il cui unico sogno era quello di nuotare. Da piccolo volevo andare in piscina, ma il cassiere non mi faceva mai entrare. Andavo con il mio soldo per fare il biglietto e lui mi diceva sempre che la piscina era occupata. Sentiva il mio accento, mi riconosceva rom e mi mandava via. Un giorno, poi, grazie a un istruttore di nuoto riuscii ad entrare e la mia vita cambiò.

- In piscina, ora che sei istruttore, sanno che sei rom?

- Si, insegno nuoto ai bambini e alcuni genitori lo sanno. Mai avuto problemi con loro e, anzi, spesso mi chiedono di raccontargli del mio popolo. Anche con il personale della piscina non ho problemi. Lavoriamo insieme senza pregiudizi.

- Qual è l'obbiettivo del cortometraggio?

- Far conoscere ciò che la piazza non sa. Quanti rom onesti subiscono discriminazioni per essere assimilati a uno stereotipo. Quanti sogni di bambini si infrangono sui pregiudizi. Io non nego l'esistenza di rom che rubano, dico solo che esistono anche rom onesti. Purtroppo noi rom non scendiamo mai in piazza per difendere il diritto ad essere rispettati. Per fortuna ci sta pensando la Comunità Europea a bacchettare l'Italia per le discriminazioni nei confronti delle minoranze rom e sinte. E' notizia di questi giorni la pubblicazione delle Osservazioni Conclusive sull'Italia del Comitato per l'Eliminazione della Discriminazione Razziale, in cui si dice che permangono serie preoccupazioni per quanto accade nel nostro Paese a proposito delle discriminazioni istituzionali subite da rom e sinti. Purtroppo queste notizie non vanno mai sui giornali. Come sui giornali non è mai andata la notizia che anche noi rom di Genova siamo andati a spalare il fango per ripulire la città dopo l'alluvione. Speriamo che Marco Doria, se diverrà nuovo sindaco, si ricordi anche di noi rom e sinti.

Mi rivolgo a Marco Di Gerlando.

- Eri mai entrato in un campo nomadi?

- Mai. Avevo letto la sceneggiatura di Sergio e mi aveva emozionato subito. Quando sono entrato per la prima volta nel campo, non mi aspettavo di vedere nulla di simile. Ho provato un'emozione fortissima. In quella situazione soffocante, ho trovato però uno straordinario spirito di gruppo tra i rom. Non è facile conservarlo in situazioni estreme come quelle di un campo nomadi.

E' stata un'esperienza indimenticabile. Non avevo mai conosciuto rom prima di allora. Avevo come tutti dei pregiudizi, ma è bastato entrare lì dentro per capire tante cose. Il pregiudizio frena il nostro arricchimento culturale e limita il pensiero.

Il nostro cortometraggio, ad ogni modo, non fa la morale a nessuno, vuole solo raccontare una storia che vale la pena di essere raccontata.

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Di Fabrizio (del 29/03/2012 @ 09:42:21, in Europa, visitato 1931 volte)

Segnalazione e traduzione di Silvia Gobbo

25 marzo - 8 aprile

Apertura 25 marzo ore 18.00 L'Ambasciata Rom Norvegese con mostra "Dall'album di famiglia della gente rom", è uno spazio culturale temporaneo messo in scena a Tullinløkka ad Oslo. L'ambasciata funzionerà come allestimento culturale aperto nel periodo dal 25 marzo fino alla giornata internazionale dei rom dell'8 aprile. L'ambasciata rom norvegese punta i riflettori sul fatto che la gente rom non ha un luogo d'incontro ufficiale ad Oslo e in Norvegia. Il progetto è stato sviluppato dal gruppo di architetti del Progetto di Comunità Rendere Compatta la Città in collaborazione con Cultura Romanì, Associazione Norvegese dei Rom, Popolazione Rom Novegese, Sjuvlliano Kerr, rappresentante dell'unione internazionale dei rom in Norvegia, Misure per i rom, Anne-Stine Johnsbråten, Lowri Rees e radiOrakel. Il progetto è supportato da: Fondazione Parola Libera, Consiglio per gli Affari Culturali Norvegese e Museo di Storia della Cultura.

Domenica 25.03 h.18.00
Apertura dell'Ambasciata dei Rom Norvegese con la mostra "Dall'album di famiglia della gente rom". (Anne-Stine Johnsbråten). Semplice rinfresco tradizionale, interventi, appelli e intrattenimento culturale.

Lunedì 25.03 h.13.00
Prima trasmissione della radioRomano (trasmissioni quotidiane tutti i giorni feriali) - prodotto da radiOrakel (FM: 99,3)

Mercoledì 28.03 h.20.00
Serata cinematografica: "Korkoro" di Tony Gatlif, con introduzione di Raya Bielenberg.

Venerdì 30.03 h.17.00
Incontro aperto da Sjuvlliano Kerr - Donne rom unite

Sabato 31.03 h.14.00
Storia dei rom norvegesi - Seminario aperto. Proiezione del video di Natalia Lund, intervento di Chalak Kaveh. Conduce: Maria Rosvoll (HL-senteret)

Domenica 01.04 h.16.00
Uno spazio per i rom - seminario aperto. Interventi di: Jan Jansen (Cultura Romanì), Andreas Müller (Associazione Rom Norvegesi), Lars Demetri (Centro di Cultura Rom Stoccolma), Erland Kaldaras (Centro di Cultura Rom Malmø). Conduce: Harald Nissen (Consigliere Comunale).

Lunedì 02.04 h.19.00
Romanes - simposio della lingua. Linda Gabrielsen e Hanne Ramsdal ( Dizionario fraseologico Norvegese - Romanes), Stefan Palison (dizionario Svedese - Romanes), Jamanda Zedra Jansen.
Corso di scrittura in romanes 4-5-6-7 aprile 14.00-15.30.

Martedì 03.04 h.18.00
Foto di Rom - serata di presentazione
Progetti fotografici: Harald Medbøe e Anne-Stine Johnsbråten
Proiezione dei film: "Samson på reise" (Sansone in viaggio) di Lowri Rees, "Arven" (L'eredità) di Svein Ove Hansli.

Giovedì 05.04 h.18.00
Serata grigliata rom. Grigliata di maiale intero e agnello, assaggi di diversi cibi tradizionali rom.

Domenica 08.04 h. 14.00
Celebrazione della giornata internazionale dei rom PARTE PRIMA
Festeggiamenti con discorsi, rinfreschi e dolci al Museo di Storia.

h.15.00
Celebrazione della giornata internazionale dei rom PARTE SECONDA
Musica, canzoni e ballo nell'Ambasciata Rom Norvegese a Tullinløkka.

h.16.30
Celebrazione della giornata internazionale dei rom PARTE TERZA + Pasqua rom.
Festa al Nordi Black Theatre con servizio e musica dal vivo.
Indirizzo: Hollendergata 8 (Grønland, di fronte alla caserma della polizia).

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Di Fabrizio (del 29/03/2012 @ 09:27:53, in Europa, visitato 1541 volte)

Da Roma_und_Sinti

fk, Czech Press Agency, translated by Gwendolyn Albert - Berlin, 23.3.2012 20:53, (ROMEA)

Nel suo discorso inaugurale [...], il presidente entrante della Repubblica Federale, Joachim Gauck, ha condannato in toto il neonazismo e le altre manifestazioni di estremismo e fanatismo in Germania. L'11° presidente è stato eletto [...] dalla stragrande maggioranza dei membri delcollegio elettorale composto da parlamentari e rappresentanti dei vari stati federali.

Rivolgendosi al Parlamento, Gauck ha invitato i tedeschi ad avere confidenza tanto in loro stessi che in quanti li stanno governando. Ha anche sottolineato l'importanza della libertà e della giustizia sociale.

"Il vostro odio è la nostra motivazione. Non lasceremo il nostro paese allo sbando. Appartenete al passato, la nostra democrazia vivrà," ha detto Gauck agli aderenti al neonazismo. In Germania è ripreso il dibattito, dopo che l'anno scorso si scoprì che membri dell'ultra destra avevano commesso una serie di delitti contro gli immigrati.

Gauck ha respinto altre manifestazioni di estremismo e fanatismo nella società democratica. "Potrete rallentare questo treno, ma non lo fermerete," ha detto Gauck dell'estremismo in generale.

Ha anche accennato al suo argomento tradizionale, la libertà, e sottolineato che la Germania dovrebbe essere uno stato socialmente giusto. "Uguaglianza e libertà sono le basi dell'autorealizzazione," ha detto. Ha anche ripreso l'idea di Europa e ricordato agli astanti l'eredità della storia tedesca, chiamando la Germania il "paese del miracolo democratico."

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Di Fabrizio (del 28/03/2012 @ 09:25:36, in musica e parole, visitato 2289 volte)

settembre 2011 - LE MEMORIE SI ABBRACCIANO: Paul Polansky con Cveto - via Idro 62

Continuano le tappe lombarde, organizzate dalla rivista FAREPOESIA, l'associazione LA CONTA e MAHALLA

Tocca a Milano, lunedì 2 aprile alle ore 21.00
CAM Ponte delle Gabelle, via san Marco 45

I lettori della Mahalla lo conoscono bene e qualcuno ha già potuto incontrarlo negli anni scorsi. Per i nuovi lettori, ecco un rapido ripasso.

Inoltre, Paul Polansky visiterà gli insediamenti rom di via Sacile (domenica 1 aprile) e di via Idro 62 (lunedì 2 aprile). Si ringrazia il Gruppo Sostegno Forlanini per la collaborazione. Ulteriori informazioni info@sivola.net

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Di Fabrizio (del 28/03/2012 @ 09:16:07, in Regole, visitato 1626 volte)

StranieriinItalia SABATO 24 MARZO 2012

Decisione opposta a quella presa a Modena

Milano, 24 marzo 2012 - Dejan Lazic è un rom nato in Italia ma per il giudice di pace di Milano deve restare nel Cie di via Corelli.

Si tratta di una decisione opposta a quella presa ieri a Modena dove erano stati liberati due fratelli bosniaci perchè nati nel nostro paese.

Lazic è nato a Moncallieri 24 anni fa. Ha sempre vissuto in Italia, ha frequentato la scuola elementare (anche se non l'ha mai terminata). Non ha chiesto la cittadinanza al compimento del 18 anno perché non sapeva di doverlo fare. È uno zingaro che vive alla giornata, di espedienti. Ha anche dei precedenti penali per piccoli furti. Nella stessa situazione sono anche i suoi familiari. È stato portato a Corelli perché gli hanno notificato un provvedimento di espulsione all'uscita del carcere (dove è stato detenuto 5 mesi per scontare un vecchio procedimento definitivo).

Nel provvedimento prefettizio è stato scritto, su una sua presunta dichiarazione, che si sarebbe sottratto ai controlli di frontiera facendo ingresso in Italia nel 2005, senza poi richiedere il permesso di soggiorno. Dejan Lazic è del tutto analfabeta. Davanti al giudice ha negato di aver fatto tale dichiarazione.

Gli avvocati Eugenio Losco e Mauro Straini affermano di avere i documenti relativi alla sua storia e di voler preparare al più presto ricorso avverso l'espulsione avanti al giudice di pace di Milano.

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Di Fabrizio (del 27/03/2012 @ 09:18:09, in Italia, visitato 1671 volte)

Salia (a sinistra) e Vesna, due generazioni, entrambe madri di bambini che frequentano la scuola a Mirafiori - LA STAMPA di MARIA TERESA MARTINENGO

Un pezzo di quartiere si mobilita per aiutarli

TORINO: Alla domanda «Cosa vorresti fare da grande?» una bimba risponde «la poliziotta», un bambino «l'avvocato». In condizioni di normalità, i sogni sono uguali. I bambini della «comunità» rom di Mirafiori Sud, una cinquantina di persone in tutto, di cui 30 minori, una metà dei quali - i più piccoli - da settembre frequentano la scuola. La normalità che li fa sognare.

Intorno a loro e alle loro famiglie, «parcheggiate» nei dintorni del Parco Colonnetti, si è mobilitato un bel pezzo di quartiere. Ai figli dei rom bosniaci più poveri della città, «invisibili» per i censimenti - due generazioni nate qui ma prive di documenti -, Pia, alla Locanda nel Parco, offre colazione e merenda. Beppe Melchionna, del vicino Circolo Arci, ospita il camper di una famiglia in cortile; la Casa del Parco - che lavora per la coesione nel quartiere - fornisce quaderni, acqua calda e ascolto; le suore di Madre Teresa e i volontari di San Remigio offrono docce e aiuto nei compiti.

«Qui c'è il più alto tasso di frequenza scolastica della città e forse d'Italia», spiega Vesna Vuletic, presidente di Idea Rom, associazione impegnata per favorire l'inserimento sociale e l'autonomia dei rom. «I dati della Prefettura parlano di meno del 50% di frequenza scolastica negli insediamenti torinesi. A Mirafiori si sfiora il 100%, nei momenti più difficili si è arrivati all'85%». Aggiunge Giulio Taurisano, volontario ed esperto: «È successo quando le famiglie, nel gelo di questo inverno, sono state allontanate e si sono stabilite vicino al Cimitero Parco. Per accompagnare i bambini a scuola, dovevano prendere due pullman. La maggioranza lo ha fatto».

Per capire, occorre fare un passo indietro. «Due anni fa, quando abbiamo aperto la “Casa nel Parco” - ricorda Isabella De Vecchi della Fondazione della Comunità di Mirafiori -, alcuni bambini di queste famiglie, che da vent'anni girano qui, sono venuti e ci hanno chiesto di imparare a scrivere. A partire da quella esigenza, con Idea Rom è nato un progetto».

Il progetto «Aerodrom» (aeroporto in bosniaco) vuole far «prendere il volo» alle famiglie che vivono stipate in vecchi camper. «L'obiettivo è supportare l'inserimento scolastico - dice Vesna Vuletic -, favorire l'emancipazione, facendo comprendere ai genitori l'importanza dell'istruzione perché i figli possano sperare in una vita migliore». Giulio Taurisano: «Sono state le madri ad andare a iscrivere i bambini, sono state le madri a portarli a vaccinare, nessuno si è sostituito a loro».

Idea Rom ha coinvolto i servizi sociali, la prefettura. «Queste famiglie sono cittadine di Mirafiori - dice il presidente della Circoscrizione 10, Marco Novelli -, presenti da anni sul territorio. Come amministrazione dobbiamo prendere atto della loro presenza e aiutarle. Però chiediamo collaborazione reciproca, chiediamo che si vada verso un'evoluzione. Ci sono nuclei che rispondono bene, altri meno. Sull'istruzione le cose procedono, su altri fronti si può fare meglio. La componente femminile è quella su cui puntare di più». Con i documenti, sarebbe possibile assegnare borse lavoro e iniziare a pensare alla casa. All'incontro con l'assessore Elide Tisi, Idea Rom ha chiesto che le famiglie possano collocarsi in postazioni singole (non in un campo) per non essere più oggetto di sgomberi.

Il preside della Cairoli, Ugo Mander, conferma il successo di quanto fatto fin qui: «Avremo un passaggio dalla quinta alla prima media, ci sono bambini iscritti alla materna per l'anno prossimo. Le mamme, nonostante la povertà estrema in cui vivono, si comportano come tutte le mamme». Enrico Perotti, presidente del consiglio d'istituto: «Dare normalità ai bambini serve anche ai genitori, lo vediamo alle feste della scuola». La maestra Domitilla: «Questi bambini ci ricordano che la scuola è un diritto di tutti e prima si comincia ad andarci, meglio è: la stabilità abitativa è un requisito per renderlo possibile».

La realtà dei rom di Mirafiori e le loro esigenze sono state riassunte, a partire da «Aerodrom», in una lettera destinata al prefetto Di Pace, al sindaco Fassino e all'arcivescovo, monsignor Nosiglia. «Nel 2001 - hanno scritto operatori e residenti - la nonna di una decina di bambini rom, gravemente malata, ha trascorso gli ultimi due mesi della sua vita ospite di un ortolano nella baracca di un orto abusivo sulle sponde del Sangone. Dieci anni dopo i suoi figli vivono in una condizione non dissimile». Poi le richieste: collocazione provvisoria delle famiglie distribuita in postazioni singole, perché non siano oggetto di continui sgomberi, sostenere l'ottenimento di documenti; concedere spazi per l'accoglienza abitativa in attesa dei requisiti per il successivo ingresso in casa. «Non crediamo - hanno spiegato - che la realizzazione di un nuovo campo possa sostenere l'integrazione di queste famiglie».

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Di Fabrizio (del 27/03/2012 @ 09:14:48, in musica e parole, visitato 2371 volte)

Da Aussie_Kiwi_Roma

I Rom greci: gli emarginati sociali e le star By Stella Tsolakidou, 19 marzo 2012, (storia originale di Iriri Papafilippaki)

Secondo informazioni del vicedirettore del dipartimento della polizia e dell'ufficio cause penali di Kalamata, si sono registrate recentemente 34 rapine o tentate rapine in appartamenti della più estesa regione di Messinia, effettuate da persone di etnia rom.

Le agenzie di stampa newsbomb.gr e eleftheriaonline.gr segnalano anche casi di furti nelle regioni di Corfu e Kalamata sin dal gennaio 2012.

La questione greca dei Rom, chiamati anche Tsigkanoi, rimane tuttora controversa ed il governo deve prestare loro ulteriore attenzione, a causa della difficile situazione economica che il paese sta attraversando. Ciò che manca ai Rom sono gli incentivi. L'ultima iniziativa statale per migliorare la loro qualità di vita è del 2010, con l'emissione bancaria di capitale che avrebbe dovuto aiutare i Rom a combattere l'alienazione sociale. Tuttavia, gli ultimi due anni sono stati un ostacolo allo sforzo generale.

Oggi vivono in Grecia circa 250.000 Rom, la metà dei quali sono membri attivi della società greca. Difatti, alcuni di loro hanno posizioni di lavoro permanente, ma la maggioranza non frequentano la scuola primaria. I Rom in Grecia vivono sparsi su tutto il territorio in circa 70 insediamenti, soprattutto nelle operazioni. Centri di rilievo in Grecia sono Agia Varvara, Atene, con una importante comunità rom, e Ano Liosia, dove le condizioni non sono buone.

I Rom sono comunemente conosciuti come "zingari" in molti altri paesi. Questo termine abbastanza dispregiativo venne dato loro inizialmente dai Greci, che li ritenevano originari dell'Egitto. Il termine "Rom" è universalmente da loro adoperato, e nella loro lingua significa "uomo" o "uomo sposato". La storia dei Rom in Grecia data dal XV secolo.

Famosi artisti rom greci

Anche se molti Rom vengono accusati di attività illegali, come contrabbando d'armi e traffico di droga, ci sono diversi esempi di Rom che hanno eccelso o eccellono attualmente nello scenario greco. Ecco alcuni dei più importanti artisti rom:

Manolis Angelopoulos - (1939-1989) Leggendario cantante greco, che ha guadagnato l'amore ed il rispetto dei suoi colleghi. Nato a Kavala da genitori rom, Angelopoulos incise la sua prima canzone nel 1957. Sempre fiero delle sue origini, ottenne popolarità negli anni '60 cantando canzoni d'amore, ma anche su temi come i rifugiati greci ed i luoghi esotici.

Kostas Hatzis, famoso cantante e chitarrista, riconosciuto come uno dei principali artisti ed innovativo creatore della canzone "sociale". Lanciò in Grecia il modello "guitar-voice", come le ballate che portavano messaggi sociali.

Makis Christodoulopoulos, famoso cantante di laika. Nato nel 1948 ad Amaliada da una povera famiglia rom, Christodoulopoulos ha percorso la sua strada sino a diventare un cantante ed interprete di successo.

Vassilis Paiteris, musicista e cantante di Drapetsona. Nato nel 1950, Paiteris iniziò la sua carriera professionale di cantante alla giovane età di 13 anni.

Helen (Lavida) Vitali, considerata una delle voci femminili più importanti degli ultimi 20 anni. E' nata ad Atene, in una famiglia dalla vocazione musicale, ed è cresciuta girovagando con i suoi genitori.

Irene Merkouri, cantante pop, la madre è di origine rom. Nata ad Atene nel 1981, Merkouri ha perseguito una carriera professionale dal 2002.

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Di Fabrizio (del 26/03/2012 @ 09:47:21, in Regole, visitato 1671 volte)

22 marzo 2012 - L'azienda pubblica Atac e l'Unar hanno sottoscritto un accordo contro razzismo sui bus.

Autisti e personale di bordo dei mezzi pubblici romani si formeranno per prevenire e contrastare fenomeni di discriminazione etniche e razziali.

È quanto prevede l'accordo sottoscritto a Roma, in occasione della Giornata contro il razzismo, dall'azienda Atac e dall'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali.

Il protocollo è stato firmato dal direttore dell'Unar, Massimiliano Monnanni, dall'assessore alla Mobilità di Roma Capitale, Antonello Aurigemma, e dall'Ad di Atac, Carlo Tosti. L'accordo, in particolare, è destinato al personale dei mezzi e mira a formare autisti e dipendenti alla prevenzione ed al contrasto delle discriminazioni etniche e razziali che si potrebbero verificare sui mezzi dell'Atac.

"Questo protocollo – ha spiegato Monnanni – impone le parti a forme di coordinamento operativo sul tema delle discriminazioni, promuove attività formative per gli operatori di front line dell'azienda, come gli autisti di tram ed autobus o gli addetti dei capolinea, e spinge all'organizzazione di convegni e seminari comuni sull'argomento".

(Red.)

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