Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 02/09/2011 @ 11:19:06, in media, visitato 1989 volte)
Da
British_Roma
National Union of Journalists
NUJ richiede l'accesso a Dale Farm per riferire in merito agli sgomberi
01/09/2011 - NUJ ha condannato la notizia che il Consiglio della Contea dell'Essex
intende limitare l'accesso dei media durante lo sgombero di massa dei Viaggianti
presso il sito di Dale Farm a Basildon, domani venerdì 2 settembre.
Lo sgombero può iniziare in ogni momento, ma il Consiglio non intende
spiegare e giustificare la propria intenzione di bloccare gli accessi stradali
verso il sito di Dale Farm.
Michelle Stanistreet, segretario generale NUJ, ha detto: "Il mondo ha
gli occhi puntati su Dale Farm. Osservatori delle Nazioni Unite e gente romanì
da tutta Europa hanno visitato il sito nell'Essex, dove molti residenti stanno
per affrontare uno sgombero. C'è un chiaro interesse pubblico nella storia ed il
consiglio non deve reprimere e limitare l'accesso dei media. Richiamiamo con
urgenza il consiglio a riconsiderare la propria decisione."
Jess Hurd, presidente della sezione fotografi londinesi del NUJ, ha
detto: "Questa è una grave violazione della libertà di stampa, il consiglio non
ha alcun interesse a limitare l'accesso dei media a Dale Farm. Ho coperto la
lunga campagna di lotta dei Viaggianti, la battaglia legale e la vita a Dale
Farm durante gli ultimi 5 anni. Le immagini di uno sgombero forzato di massa
potrebbero fornire una cattiva immagine del consiglio, ma questo non ha
l'autorità di ostacolare la stampa ed il controllo pubblico. La copertura dello
sgombero è una questione di diritti umani di importanza internazionale ed ai
giornalisti non deve essere impedito di compiere il loro lavoro."
NdR: la
testimonianza di chi c'era.
Di Fabrizio (del 02/09/2011 @ 09:04:54, in sport, visitato 1683 volte)
Da
Bulgarian_Roma
YAHOO! News - 23 agosto 2011
Bucarest, 23/08/2011 - Il Consiglio Rumeno di Lotta alla Discriminazione si è
rivolto alla UEFA dopo i commenti "razzisti" formulati dal presidente del club
bulgaro di calcio CSKA Sofia contro i giocatori rom.
"Il Consiglio Nazionale di Lotta alla Discriminazione (CNCD) apprende con
preoccupazione le dichiarazioni razziste di Dimitar Borisov, presidente del
CSKA Sofia, a proposito dell'etnia dei giocatori di calcio della squadra dello Steaua
Bucarest", ha detto Csaba Astzalos, presidente del CNCD, in una lettera inviata
a Michel Platini, presidente della UEFA.
I commenti risalgono a settimana scorsa dopo la partita di Europa League tra Steaua
Bucarest e CSKA Sofia, vinta dalla squadra rumena per 2-0.
"Il contesto in ci sono state usate le parole -spazzatura- e -sporco-
riferite alla squadra dello Steaua ed in particolare ai due giocatori di origine
rom, è critico tanto della comunità rumena che di quella rom, creando
un'atmosfera ostile, degradante, umiliante ed offensiva," dice Astzalos nella
lettera ottenuta da AFP.
Secondo il CNCD Borisov avrebbe detto: "I Rumeni chiamano star due sporchi
calciatori. Li impiegherei nella mia azienda a raccogliere la spazzatura. Si
inserirebbero perfettamente!"
Bulgaria e Romania contano importanti minoranze rom. Secondo l'Unione Europea
e diverse OnG, l'etnia rom in tutta Europa affronta numerose discriminazioni.
Il CNCD ha chiesto agli organi di governo del calcio europeo di "prendere
misure appropriate per prevenire e combattere la discriminazione" ed "eliminare
questo tipo di comportamenti".
Di Fabrizio (del 01/09/2011 @ 09:26:33, in casa, visitato 1590 volte)
Semplice notizia di cronaca. Ho messo in corsivo il secondo
e il terzo paragrafo, che descrivono l'assurdità della situazione che si sta
creando

Lamezia Terme - Tutto legittimo. L'assegnazione delle case popolari ai rom
sfollati da Scordovillo non fa una grinza per il Tribunale amministrativo
regionale di Catanzaro. A cui si sono rivolti dieci residenti di San Pietro
Lametino per arginare la calata degli zingari nel loro quartiere.
Era il 10 maggio scorso quando i residenti di San Pietro Lametino, la
frazione più a Sud della città, hanno protestato davanti ai cancelli delle case
popolari dove stavano per arrivare due famiglie rom, sei persone in tutto,
bambini inclusi. Erano gli assegnatari degli alloggi popolari colpiti dalla
sindrome "nimby": mandateli dove volete, ma non vicino casa nostra.
A mandarli era stato il Comune con decreti ad hoc firmati dalla dirigente
del settore politiche sociali Teresa Bambara. «Se li porti vicino casa sua la
dirigente», dicevano molte delle persone che hanno messo in scena un sit-in
durato qualche ora. Quando già i furgoni degli zingari, pochi mobili poveri
ammassati l'uno sull'altro, erano arrivati davanti al cancello trovandolo
chiuso. Anzi occupato dagli abitanti del posto.
L'iniziativa municipale è stata forzata. C'è un decreto di sgombero di
Scordovillo firmato dal procuratore della Repubblica Salvatore Vitello e dal
sostituto Domenico Galletta. Per i magistrati il campo rom è malsano, inquinato,
e ad alta densità criminale. Si trova nel cuore della città ed è una bomba
sociale innescata quotidianamente. Una situazione che conosce bene ogni
lametino, ma sulla quale finora era stato fatto ben poco. Tanto che da
quarant'anni Scordovillo è lì e cresce a dismisura. Fino a diventare una "città
proibita" di oltre 500 abitanti, tutti cittadini lametini registrati
all'anagrafe. Che votano.
Il Tar presieduto da Giuseppe Romeo, con relatore Daniele Burzichelli, è
stato chiarissimo. «I provvedimenti impugnati, a differenza di quanto sembra
riteere il ricorrente, non dispongono l'approvazione di un progetto per
villaggio nomadi, ma semplicemente l'assegnazione di quattro alloggi Aterp a
distinti nuclei familiari». Solo due di questi sono stati trasferiti. Sempre il
giudice amministrativo sottolinea che gli immobili sono stati resi abitabili dai
lavori eseguiti dall'Aterp. Da qui il rigetto del ricorso presentato da dieci
cittadini patrocinati dagli avvocati Bernardo e Lelio Marasco. A rappresentare
il Comune è stato l'avvocato Alessandra Belvedere, capo dell'ufficio legale
municipale.
(cliccare sull'immagine per la visione dell'anteprima.)
Documentario girato in undici Paesi europei, vincitore del Montreal World Film
Festival. Recensione su
Montrealgazzette.com (in inglese)
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