Richiediamo chiarezza. Di Rom si parla poco e male, anche quando il tema delle notizie non è "apertamente" razzista o pietista, le notizie sono piene di errori sui nomi e sulle località
Di Fabrizio (del 28/03/2009 @ 09:19:41, in Italia, visitato 1659 volte)
li, 20/3/2009 - Oggetto: invito a partecipare
La Federazione Rom e Sinti insieme, organismo politico delle minoranze
Rom e Sinte, promuove a Roma in Via Palestro n. 68, sala convegni UNICEF,
mercoledì 22 Aprile e giovedì 23 Aprile 2009 il primo congresso nazionale: "Rom
e Sinti, protagonisti del nostro futuro. Sentire, percepire, pensare"
Il congresso, organo di indirizzo della Federazione Rom e Sinti insieme,
si presenta come un momento di analisi e riflessione sullo stato dell’arte del
processo di riconoscimento e di interazione culturale con Rom e Sinti, una
occasione per stimolare i processi di formazione alla partecipazione (capacity
building) e condividere una collaborazione attiva di Rom e Sinti, "come un
fine", con il livello politico, istituzionale e della società civile.
Il congresso 2009 è un’opportunità ampia di confronto e riflessioni per
oltrepassare le divisioni e le frustrazioni del passato; di idee per superare le
politiche "differenziate" del passato; di proposte per una "normale"
programmazione politica e culturale per Rom e Sinti; di condivisione di
strategie e metodi; di stimoli per proiettarsi verso il futuro senza negare la
tradizione.
Il programma, in via di definizione, prevede per mercoledì 22 Aprile, a partire
dalle ore 15.00, la relazione introduttiva della Federazione ed il saluto delle
autorità istituzionali, politiche e della società civile; giovedì 23 Aprile a
partire dalle ore 9.00.
Al congresso, oltre agli aderenti alla federazione, possono iscriversi per
partecipare ed intervenire Rom e Sinti, organizzazioni, studiosi, politici ed
istituzioni, presentando richiesta di iscrizione alla segreteria della
Federazione entro il 15 Aprile 2009 inviando una e mail a:
federazioneromsinti@yahoo.it
segreteriafederazioneromesinti@yahoo.it
Tutti i partecipanti regolarmente iscritti hanno diritto di intervenire nel
dibattito congressuale e di presentare mozioni, come specificato nel
regolamento.
La mozione che otterrà una votazione maggioritaria dagli aderenti alla
federazione sarà parte integrante della linea politica della Federazione Rom
e Sinti insieme per il prossimo triennio.
Quando qualche migliaio di Rom ha iniziato ad insediarsi a Glasgow cinque
anni fa, c'era un limite da sfidare. I Rom cercavano una
vita migliore in GB, causa la persecuzione e la povertà affrontate
nell'Europa dell'Est. Avevano poco soldi ed un inglese scarso, non sapevano come
ottenere l'aiuto di cui avevano bisogno, erano sfruttati dai datori di lavoro ed
osteggiati da alcuni abitanti locali.
Nel 2006, Oxfam e la locale autorità sanitaria, decisero di impiegare due Rom
della comunità di Glasgow per fornire consulenza ed aiutare gli altri
nell'accesso ai servizi. Oltre ad appoggiare gli stessi Rom, volevamo aiutare a
contrastare le attitudini negative del quartiere e della comunità locale ed
essere sicuri che i servizi pubblici locali rispondessero ai bisogni della
comunità. Col passare del tempo, sempre più gente è stata coinvolta. E dopo
varie discussioni, è stato formato il Gruppo di Gestione di Vicinato di Govanhill, che riunisce il pubblico settore, le organizzazioni caritative
locali, Oxfam ed i membri della comunità
stessa.
[...]
E' così che settimana scorsa sono finito alla cerimonia di premiazione del
Consiglio Comunale di
Glasgow. Il Gruppo di Gestione di Vicinato di Govanhill ha vinto un premio
per il suo lavoro con la comunità rom.
Come ha puntualizzato uno dei dirigenti comunali, la cosa migliore di
questo progetto è stata come ha riunito tutti per migliorare l'area locale ed
aiutare una nuova comunità. Quando tutti si sono seduti attorno ad un tavolo e
realmente impegnati per il gruppo, siamo stati capaci di assicurare che le
famiglie Rom possano accedere ai servizi sanitari ed aiutare la scuola a
supportare i bambini Rom. Abbiamo suscitato inquietudini sui cattivi impiegati
ed aiutato a costruire la comprensione tra persone differenti. Il coinvolgimento
comunitario ha creato una vera differenza per i Rom e la più vasta comunità di Govanhill.
Ripetutamente, le organizzazioni come Oxfam richiedono un maggior
coinvolgimento della comunità nel processo decisionale. Non va bene se i
politici (locali o nazionali) decidere come andranno ad "aiutare" un gruppo,
senza interrogare il gruppo stesso. E' sempre meglio se non si limitano a
chiedere, ma sviluppano assieme il progetto. La riforma del welfare è un
classico esempio - il governo raramente interroga le persone sui benefici e come
pensano di far funzionare meglio il sistema previdenziale, di sicuro non in
maniera esplicita. Così è positivo che ci siano esempi di governo locali
impegnati a lavorare assieme, e con le stesse comunità. C'è ancora un modo di
proseguire, ma Govanhill lo fa nella direzione giusta.
Protesta in odore di razzismo:Lo chef Filippo La Mantia, che
si era offerto di assumere il romeno, si è visto costretto a fare retromarcia
ROMA - Non impasterà il pane per Filippo La Mantia, non imparerà a fare cannoli
e cassate per i clienti dello chef palermitano. Il sogno di Karol Racz sfuma nel
giro di 48 ore: una protesta in odore di razzismo costringe il cuoco ad
abbandonare il progetto di assumere il romeno. L'annuncio della possibilità di
un contratto per l'ex «faccia da pugile» è di mercoledì, ieri La Mantia ha
dovuto fare retromarcia di fronte ai reclami: tre cameriere si sono
«licenziate» prima ancora di firmare, una ditta di facchinaggio ha sostenuto che
i colleghi italiani senza lavoro hanno più diritti di Racz a un contratto e
un'agenzia turistica (non italiana, ma il cuoco non vuole dire di quale Paese)
ha minacciato via fax di non mandare più clienti.
Fra le cameriere una, in particolare, non ha digerito la presenza del
romeno: «Ha telefonato - racconta lo chef - e ha spiegato che non le va di
lavorare con Racz perché è stato accusato di stupro. Era brava, ma non la
assumerò più: non mi piace questa mentalità». L'«incidente» ha turbato La Mantia.
«Sono avvilito - ammette -, depresso. Racz è stato già giudicato, per la gente è
e resterà "faccia da pugile". Non importa a nessuno che non abbia un letto. Il
mostro non è lui, siamo noi». Lo chef, che ha vissuto sulla sua pelle una
carcerazione ingiusta molti anni fa, racconta di aver ricevuto in due giorni
«centinaia» di mail a sostegno della sua iniziativa e una decina di protesta,
per lo più da parte di disoccupati: «Perché assume il romeno? Perché è andato in
tv?». «Ho risposto a tutti - dice il cuoco - e ho spiegato che è stato un gesto
istintivo. Qualcuno mi ha anche accusato di volermi fare pubblicità». Ora per
Racz inizia un periodo difficile.
Sembra che anche l'azienda agricola abruzzese abbia ritirato l'offerta di
lavoro: resta solo la cooperativa romana che si occupa di manutenzione del
verde. «Maledetta la sera in cui ho mandato a Porta a Porta il messaggio con cui
dicevo di essere disponibile. Doveva avvenire tutto in sordina»: La Mantia,
però, non è sicuro che il progetto si sia arenato per razzismo. «Forse ho
scoperto un mondo. Ma per me questa parola è fantascienza: a Palermo -
sottolinea - abbiamo sempre convissuto con altre nazionalità».
Mercoledì 18 marzo, nel parco di viale Livezilor, è stato lanciato il
Centro per l'Assistenza Medico-Sociale "SASTIPEN". Il progetto è sviluppato
dal Centro Rom per le Politiche Sanitarie - Sastipen, in collaborazione col
Municipio settore 5, beneficiando supporto tecnico e finanziario di UNODC e
UNICEF, come da comunicato stampa.
Il progetto vuole contribuire a migliorare l'accesso ai servizi medici e
sociali per la popolazione a rischio. L'idea è partita dalla realtà quotidiana
di quanti vivono nel distretto "Livezilor-Valtoarei" di Ferentari (Bucarest).
Sastipen intende incontrare le esigenze dei gruppi vulnerabili con
rischio di infezioni HIV sviluppando un centro per l'assistenza medico-sociale.
Il centro è situato in un container modulare in Aleea Livezilor Park e
offrirà servizi gratuiti agli abitanti del settore 5. Nel settore opereranno: un
dottore, un'infermiera, un assistente sociale, tre educatori sanitari ed uno
psicologo. Il loro ruolo sarà di fornire, quotidianamente, servizi gratuiti
di assistenza medica (controllo della TBC), informazioni e consigli per
prevenire infezioni da HIV, epatite B e C ed altri rischi associati al consumo
di droghe.
Sastipen - Centro Rom per le Politiche Sanitarie è un'organizzazione
civica, non-profit che intende contribuire allo sviluppo di politiche di sanità
pubblica a beneficio della popolazione meno favorita. (DIVERS –
www.divers.ro)
PresseOcean.fr Nantes, martedì 24 marzo2009, Società Il dispositivo dei
terreni convenzionati comincia a dare i suoi frutti
Una casa per i Rom
Dumitru e Maria approfittano al massimo della loro piccola casa e
dell'orto che hanno sistemato
Una trentina di persone sono state rialloggiate. Esempio con una di queste
famiglie installata a Bellevue, Nantes.
Sorride e ringrazia il cielo. "Questa casa, è un sogno che si realizza", ripete
Dumitru, come per convincere se stesso. Da due mesi, questo padre di famiglia
rom è stato rialloggiato dai servizi della metropoli di Nantes. Con sua moglie e
gli otto figli, occupa il piano di un edificio nel quartiere Bellevue a
Nantes.
Sala da pranzo, soggiorno, cucina, bagno e tre camere. Non un gran lusso, "ma è
bella davvero" si rallegrano Dumitru e la sua sposa Maria. "Abbiamo la nostra
camera, i ragazzi ne condividono una, le ragazze un'altra", descrive il padre.
"Ci hanno donato dei mobili, abbiamo tutto il necessario". Un reale sollievo per
una famiglia che ha vissuto oltre cinque anni in roulotte.
Cinque anni nei campi
Dopo un passaggio in Italia, Dumitru era venuto in Francia per curare suo figlio
maggiore. "Gli avevano diagnosticato una grave malattia, in Romania non
aveva alcuna possibilità", racconta. Finalmente, l'adolescente si rimetterà. "Ma
ho deciso di restare. Mi son detto che qui c'erano più opportunità". Dumitru
prende rapidamente un tono più basso. Con la sua famiglia, ha assaggiato la
feccia dei campi selvaggi dell'agglomerato. "Siamo stati a lato di Beghin Say,
sul lungofiume Wilson, in una casa a Cheviré poi sul terreno della Meuse",
espone nei dettagli Dumitru che si rammarica di "questa logica di espulsione"
contro i Rom. Il padre di famiglia concatena piccoli lavori giornalieri, spesso
stagionali. "E' dura vivere così. Ci si preoccupa per i figli", prosegue. Poi,
arriva il 2007 e la messa in atto dei terreni sistemati dalla metropoli di
Nantes e dal Consiglio Generale. Dumitru e Maria sono integrati in questo
dispositivo che prevede un accompagnamento verso il lavoro e l'alloggio. Un
percorso che non è senza chiedere sacrifici.
Comunità
"La vita in comunità è molto importante nella nostra cultura. Alcuni hanno preso
male l'installarsi in casa, molti sono gelosi", spiega Dumitru che, senza
tagliare i contatti con i suoi, ha messo da parte certe tradizioni. "Occorre per
integrarsi. Per esempio, non mi rivolgo più al tribunale della comunità, ma
credo nella giustizia francese".
Evoluzione che gli ha aperto le porte di questo alloggio. Anche se resta
temporanea, si tratta di una casa precedentemente svuotata dalla metropoli di
Nantes, in attesa della sua distruzione. Oggi il padre moltiplica gli sforzi per
trovare un contratto a tempo indeterminato. Ed ha ritrovato il gusto di
accogliere: "Soprattutto, ritornate a prendere un caffè o a mangiare un
barbecue. Quando il nostro orto sarà pronto, sarò pieno di frutta e legumi da
assaggiare":
Di Fabrizio (del 30/03/2009 @ 09:01:49, in Italia, visitato 1962 volte)
Da Roma_Italia (in calce una piccola bibliografia in inglese e romanes - in formato PDF)
Il 2008-09 sarà ricordato dagli attivisti per i diritti umani e dei Rom per la situazione estremamente difficile delle comunità Romanì in Italia. Il montare del razzismo e dei sentimenti anti-Romanì è eruttato a Napoli e Milano nel maggio 2008. Non solo, diverse politiche e misure legali adottate dalle pubbliche autorità, come il "censimento" in corso della popolazione Romanì e il trasferimento dei Rom in campi speciali sempre più ontani dai centri cittadini per "sanificare" i centri urbani sono apertamente abusi dei diritti e delle libertà individuali. La paura crescente e l'odio verso i Rom tra la popolazione generale da un lato e l'approccio ostile del governo nazionale e di alcune amministrazioni locali dall'altro, hanno creato un'atmosfera da caccia alle streghe diretta contro Rom e Sinti italiani da lungo tempo lì stabilitisi come pure contro i migranti Romanì di nuovo arrivo.
E' vero che i problemi dei Rom non si limitano alla sola Italia. I Rom stanno lottando per tenere testa alle violenze fisiche, segregazione e altre forme di discriminazione in tutta Europa. L'unicità del caso italiano è che il governo ai suoi livelli più alti ha fatto propria una politica che promuove l'animosità razziale e la xenofobia.
Questa rassegna di Roma Rights cerca di analizzare le dinamiche delle politiche, pratiche e sentimenti anti-Romanì in Italia. Henry Scicluna presenta un panorama sulle politiche e pratiche anti-Romanì del governo italiano a partire dal 2001, e contempla il riflesso di questi approcci xenofobici e spaventosi nel pubblico generale e nei media. Nota anche che l'ostilità verso i Rom ha radici che affondano nel passato sino ai recenti eventi.
Secondariamente, Lorenzo Trucco fornisce una descrizione delle disposizioni legali in Italia riguardanti i migranti in generale e quelli romanì in particolare, come pure i cittadini italiani di origine romanì. L'articolo nota che, per la maggior parte, l'approccio italiano per controllare la migrazione ed indirizzare le tematiche rom è stato punitivo. Nell'articolo seguente, Piero Colacicchi racconta le origini delle politiche del governo italiano per incoraggiare la creazione di campi speciali per Rom e le sue conseguenze negative. Quarto, Erika Szyszczak, già nel Comitato di Presidenza di ERRC, scrive su una delle questioni più polemiche all'interno del problema rom in Italia ed altrove, la cittadinanza e il suo significato nell'Unione Europea.
Romanì Language Publication Internacionalno Konvencija vash e Hakjanegiri/ Chachipenengi/ Protekcija Sa e Bucharne Migrantongi thaj olengere Familijengere Manushengi/Membrong i/ View it (Acrobat pdf format)!
The European Roma Rights Centre is an international public interest law organisation which monitors the human rights situation of Roma and provides legal defence in cases of human rights abuse. For more information about the European Roma Rights Centre, visit the ERRC on the web at http://www.errc. org
To support the ERRC, please visit this link: http://www.errc. org/cikk. php?cikk= 2735 European Roma Rights Centre 1386 Budapest 62 P.O. Box 906/93 Hungary Tel: +36.1.413.2200 Fax: +36.1.413.2201
Un futuro per otto famiglie rom: da un'emergenza a un'esperienza pilota.
Chiudersi in se stessi vivendo nella paura dell'altro rende impossibile
l'incontro e la condivisione. E' multisfaccettata, ben sintetizzando la sua
storia, la casa di Settimo torinese, periferia nord di Torino, ristrutturata da
otto famiglie Rom grazie al progetto "Dado" (vedi
QUI ndr), ideato dall'associazione Terra del Fuoco, sostenuta dalla
Compagnia di San Paolo e resa possibile grazie alla collaborazione della
Provincia di Torino, del Comune di Settimo e di una rete di soggetti pubblici e
privati, tra cui il Gruppo Abele e l'Ufficio pastorale migranti, che hanno
creduto in una modalità differente di affrontare un'emergenza per molti versi
scomoda: «Troppo spesso si fanno strada politiche che, con l'ansia di fare
ordine, producono esse stesse disordine - ha affermato Luigi Ciotti, presidente
del Gruppo Abele, intervenuto alle due giornate inaugurali del ristrutturato
"Dado" - vengono calpestati i diritti delle persone, a causa delle
generalizzazioni, delle semplificazioni e dei pregiudizi». Era il novembre del
2006 quando il campo rom di frazione Mappano (Borgaro) veniva distrutto da un
incendio. Per un centinaio di persone Rom, in maggioranza donne e bambini,
iniziava un'odissea alla ricerca di una sistemazione dignitosa, per ricominciare
a vivere. Il Comune di Borgaro ebbe molte resistenze a fronteggiare l'emergenza
e le associazioni Acmos e Terra del Fuoco, grazie al sostegno tenace del
comitato Provinciale della Croce Rossa Italiana, accolsero nelle loro strutture
le famiglie sfollate, in attesa di una soluzione definitiva, giunta solo nel
mese di giugno del 2008, dopo quasi un anno di spostamenti, prima in un campo
allestito in Strada del Francese, a Torino, poi a Borgaro, in frazione
Villaretto. Per circa 40 tra gli abitanti del campo di Borgaro, si profilò
allora la possibilità di alloggiare presso l'edificio per l'emergenza abitativa
che il Comune di Settimo ha concesso e che viene consegnato a settembre di
quell'anno. Da quel momento, viene attivata la collaborazione con la cooperativa
sociale "Architettura delle convivenze", che propone un piano di lavori per la
realizzare la ristrutturazione dell'edificio, a cura degli stessi abitanti della
casa: «Una delle facce del Dado - ha affermato Michele Curto, presidente
dell'associazione Terra del Fuoco durante la giornata di convegno internazionale
che ha seguito la grande festa inaugurale di domenica 22 marzo - è quella della
fatica e delle difficoltà con cui ci siamo scontrati per affermare i diritti
delle persone accolte. Quella fatica che ci portiamo addosso anche in questo
momento di gioia, in cui le persone che hanno scelto di condividere per noi un
percorso di costruzione attiva del proprio futuro, ristrutturando per sé e per i
prossimi abitanti una casa, si sentono dire ancora molti no,in particolare nella
ricerca di un posto di lavoro dove essere Rom non una fonte di
discriminazione».Sul tema Rom e lavoro è intervenuto l'europarlamentare Vittorio
Agnoletto, il quale ha presentato il lavoro portato avanti a Strasburgo per
l'ottenimento di una maggiore attenzione sulla situazione sociale dei Rom e per
un loro più agevole accesso al mercato del lavoro nell'Unione europea: «con la
risoluzione approvata dal Parlamento europeo lo scorso 11 marzo - ha spiegato
Agnoletto - si apre per il Dado e per esperienze che replicheranno questo
modello la possibilità di accedere a fondi europei che consentiranno di
proseguire sulla strada che oggi è stata tracciata da Terra del Fuoco e da
quanti hanno sostenuto il loro difficile lavoro». La paura nasce anche
attraverso la comunicazione mediatica, come ha spiegato Matteo Manzonetto,
rappresentante Erio (European Roma Information Office): «in Italia è necessaria
un'assunzione di responsabilità da parte del mondo della comunicazione.
L'utilizzo di termini come "clandestino", già bandita da alcune agenzie
giornalistiche, la modalità con cui al pubblico viene proposta la cronaca di
episodi di violenza, di degrado, incidono profondamente sull'opinione pubblica».
Una posizione rafforzata dalle dichiarazioni di Laura Boldrini, portavoce dell'Unhcr
in Italia: «Nel nostro Paese ci scontriamo con una "procurata emergenza Rom" -
ha affermato Boldrini -. È forse oggettivamente possibile che una comunità che
non arriva a 150.000 componenti, composta in larga parte da donne e bambini,
stia "assediando" un Paese di circa 60 milioni di Italiani?». Ma il Dado è anche
un'opportunità, come ha ricordato Rosy Falsetta, Terra del Fuoco, e come hanno
sottolineato molti dei relatori intervenuti all'inaugurazione di domenica 22
marzo e al convegno del giorno seguente: «Il Dado è giallo - ha affemato
Ostalinda Maya Orvalle, rappresentante dell'ERRC (European Roma Rights Centre di
Budapest) - come un raggio di sole che dà speranza nella realizzazione di un
modello di politiche sociali differente, di accoglienza anziché emarginazione,
di inclusione contro l'esclusione». Dalla Romania è arrivato l'interessante
confronto con casi di social housing sperimentati con successo in Romania:
«Dall'auto-costruzione o ristrutturazione di case da parte dei gruppi Rom in
Romania, abbiamo constatato come i progetti di auto-recupero debbano essere
affiancati da interventi di inclusione sociale e dalla creazione di un
sistema-comunità. Abbiamo compreso in questo modo l'importanza di spezzare il
circolo della povertà e del disagio sociale che emargina i Rom che vivono in
Romania. È bello vedere che anche in Italia si sta lavorando in questa direzione
e auspichiamo una più stretta collaborazione tra i due Paesi su questi
fronti».La necessità di "aprirsi agli altri, aprendo ai diritti" è stata
sottolineata da Andrea Olivero, presidente delle Acli e portavoce del Forum del
terzo settore. Da Roma, il 18 marzo appena trascorso, è partita una campagna
nazionale contro il razzismo, che ha un cuore torinese: proprio nel Dado,
infatti, è nato il simbolo di questa campagna: lo "spauracchio", un piccolo
fantasmino giallo riprodotto su spillette, adesivi, poster e cartoncini, col
significato di tramutare in sorriso e disponibilità all'incontro le paure che
impediscono la comunicazione e la comprensione. Il sorriso è anche la chiave
dello spot sociale firmato da Mimmo Calopresti, interpretato da Francesca
Reggiani, Lello Arena, Salvatore Marino, Cumbo Sall e dal piccolo Viorel Samuel
Cirpaciu, uno dei bimbi che abitano al Dado. L'invito per tutti è quello di
uscire dalla rete di pregiudizi, accettando il confronto come strumento per
sconfiggere la paura.«Speriamo che ci siano molti "Dadi" in futuro - ha
affermato Romina, mediatrice culturale del Dado - e che questo modello di social
housing sia una modalità progettuale replicabile non solo per le persone Rom, ma
per chiunque voglia sperimentare una forte esperienza di convivenza e
partecipazione». Per Fredo Olivero, direttore generale dell'Ufficio pastorale
migranti: «È il modello dell'inclusione sociale quello vincente. I campi Rom non
solo creano emarginazione, ma hanno costi di gestione più elevati per la
collettività».Il Dado è dedicato alla memoria di Adriana e Adina Tanase, madre
di 33 anni e figlia di solo 20 mesi, che nella notte del 4 marzo 2005, alla
periferia di Torino, rimasero uccise nel crollo della palazzina uffici di quelle
che una volta erano le fonderie Ferrero. Arrivate in Italia da pochi giorni in
cerca di un futuro migliore, si sono trovate sole e sarebbero rimaste senza
nome, giustizia, lontane da casa. Le salme di Adriana e Adina sono state
riaccompagnate da Terra del Fuoco a Bacau, nel loro paese di origine. Ora la
loro storia vive tra le mura del Dado.
Circa 50 teenager a
Dale Farm,
la comunità dei Viaggianti sotto assedio del consiglio di Basildon, che
attualmente non stanno frequentando la scuola, chiedono dei volontari che li
possano aiutare.
Dicono che stanno abbandonando le scuole locali a causa del crescente
razzismo anti-Zingari, aumento del bullismo, minacce anche con coltelli e
droghe.
I ragazzi dicono che l'istruzione primaria funziona bene, grazie agli sforzi
extra della Scuola Primaria Crays Hill. La frequentano oltre 80 bambini
Viaggianti e generalmente hanno un buon rendimento.
Il Servizio Istruzione per i Viaggianti dell'Essex per diversi anni ha
tentato di inserire i teenager nella scuola secondaria, con poco o nessun
successo. In particolare, i genitori delle ragazze hanno timore di affidare
le loro figlie alle scuole locali. Molti hanno firmato per l'istruzione a
domicilio, che significa che in pratica non riceveranno ulteriore assistenza
statale per l'istruzione.
"Siamo partiti con il
Club Giovanile Chaveys l'anno scorso," ha detto Jim. "Ed abbiamo avuto
alcune cose buone, come fotografia e pittura. Ma abbiamo bisogno di aiuto per
l'apprendimento. Giusto per continuare a leggere e scrivere come abbiamo
imparato a Crays Hill."
Questa settimana presso il centro comunitario san Cristoforo si è tenuta una
riunione di giovani, genitori e simpatizzanti e si è formato un gruppo per
mettere in piedi immediatamente uno schema educativo.
Un anziano residente, indicando le foto sui muri, ha parlato di mezzo secolo
di lotta per i diritti civili e sull'apertura delle due precedenti scuole
costruite a san Cristoforo. Ha detto che la cosa migliore che i genitori possono
fare oggi è di seguire quegli esempi.
"Stiamo partendo piano e ci espanderemo tanto più i volontari si
aggiungeranno," ha detto in seguito un portavoce. "Avremo bisogno di molto aiuto
per incontrare le richieste dei giovani di qui. Sono più che intelligenti."
SAN CRISTOFORO HA BISOGNO DI:
Volontari (almeno mezza giornata)
Materiale scolastico per i ragazzi
Donazioni
Cheques to Dale Farm Housing Association, 1 John Harper St., Colchester C01 1RP,
UK.
Di Fabrizio (del 31/03/2009 @ 09:20:52, in Italia, visitato 2159 volte)
Roma 07 Aprile 2008 -Sala della Protomoteca in Campidoglio dalle 9 alle 13
"STRATEGIE PER COMBATTERE IL RAZZISMO E LE DISCRIMINAZIONI"
Il Coordinamento si riunisce per discutere i seguenti punti all'ordine del
giorno:
1) Denuncia degli episodi di razzismo e di discriminazione contro Rom e Sinti;
2) Strategie per combattere il razzismo e le discriminazioni;
3) Celebrazione della Giornata Mondiale della popolazione romanì;
4) Accoglienza nuove associazioni nel Coordinamento;
5) Denuncia dei siti internet anti-Rom e Sinti che incitano all'odio razziale;
6) Varie ed eventuali;
Si accettano proposte e consigli per l'ordine del giorno e per il luogo dove
organizzare l'evento a Roma.
Saranno invitati Deputati, Senatori, Europarlamentari ed artisti amici con
diritto di parola (10 min.).
Ad ogni associazione del coordinamento, attraverso il suo legale rappresentante,
saranno dati 15 minuti per esporre la propria relazione. Gli interventi devono
essere prenotati prima del convegno.
Ciascuna associazione metterà a disposizione un volontario per l'organizzazione
pratica del Convegno.
BISOGNA ESSERE IN TANTI PER FAR ASCOLTARE MEGLIO LA NOSTRA VOCE!
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