Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 06/09/2008 @ 09:22:58, in blog, visitato 1936 volte)

Da qualche tempo leggo NO(b)BLOGO. Questo vi da l'esempio di cosa potete trovarci:

E' di nove persone controllate il bilancio del blitz che i carabinieri hanno eseguito su una costruzione abusiva di via Milano a Santo Stefano Ticino.

All'operazione hanno preso parte 24 militari della compagnia di Abbiategrasso e della stazione di Corbetta, oltre a rinforzi provenienti dal terzo battaglione Lombardia.

Tutto è risultato in regola.

A Santo Stefano la situazione non è diversa da quella presente negli altri comuni.

Una famiglia ha acquistato tempo fa un appezzamento di terreno agricolo e vi ha costruito un prefabbricato.

Il Comune ha emesso un'ordinanza di abbattimento che la famiglia ha impugnato davanti al Tar.

I giudici amministrativi hanno dato ragione al Comune, ma ora siamo in attesa della sentenza del Consiglio di Stato e la questione rischia di trascinarsi nel tempo.

Fermi ! Non preoccupatevi, il mondo non è impazzito
e Berlusconi non tradirà le promesse della sua base elettorale.

Niente esercito contro quelli che hanno fatto un piccolo abuso pressati dall'emergenza abitativa e soprattutto completa impunità per quelli che l'abuso l'hanno fatto per pura speculazione in alloggi di lusso o capannoni industriali aggiunti alla fabbrichetta.

Abbiate fede ... prima o poi arriverà un bel condono ed anche una medaglia per l'Italico spirito di iniziativa.
Sicuramente nessuno vi abbatterà la lussuosa veranda con idromassaggio e vista.

Solo che la notizia è vera ... ma trattasi di "zingari"
... per cui tutti contenti.


La pubblica una testatina online spesso troppo solerte nel pubblicare le veline degli sceriffi lombardi.

Eccola :
Blitz al campo rom di Santo Stefano: nove persone identificate SANTO STEFANO TICINO 05/09/2008 -

E' di nove rom controllati il bilancio del blitz che i carabinieri hanno eseguito nell'insediamento abusivo di via Milano a Santo Stefano Ticino. All'operazione, rientrante nel patto "Milano sicura", hanno preso parte 24 militari della compagnia di Abbiategrasso e della stazione di Corbetta, oltre a rinforzi provenienti dal terzo battaglione Lombardia.Tutto è risultato in regola. A Santo Stefano la situazione non è diversa da quella presente negli altri comuni. I rom di origini slave hanno acquistato tempo fa un appezzamento di terreno agricolo e vi hanno costruito un prefabbricato. Il Comune ha emesso un'ordinanza di abbattimento che i rom hanno impugnato davanti al Tar. I giudici amministrativi hanno dato ragione al Comune, ma ora siamo in attesa della sentenza del Consiglio di Stato e la questione rischia di trascinarsi nel tempo.

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Di Fabrizio (del 06/09/2008 @ 09:05:19, in Regole, visitato 1831 volte)

Cari amici:
Questa è una cattiva notizia. Berlusconi vince, noi gitani perdiamo.
La Commissione permanente dell'Unión Romaní si è riunita con carattere d'urgenza per analizzare la notizia che abbiamo letto stamattina
(5 settembre ndr) sui giornali: "L'Unione Europea approva la legge per controllare i gitani". Nel documento che segue riassumiamo il pensiero unanime della nostra organizzazione a riguardo di ciò.

Dobbiamo riconoscere che la notizia appena conosciuta, secondo cui la Commissione Europea ha dato via libera e ora benedice il censimento dei bambini gitani che il Governo italiano sta realizzando, è stata come un secchio di acqua fredda gettato sulle nostre teste. Come dura poco, Signore, l'allegria nella casa dei poveri!

Eravamo così contenti a sapere che il Parlamento Europeo e la sua Commissione si erano manifestati contrari alla forma con cui le autorità italiane volevano "timbrare" i gitani! E poi è arrivata la chiesa cattolica che si è messa al nostro lato, ed all'unisono le associazioni dei migranti, ed anche i sindacati, e la lobby ebraica con tutta la sua forza. E noi, i gitani, abbiamo manifestato a Roma, Madrid, Vienna e Bruxelles per denunciare delle misure che ci ricordavano tempi passati di lacrime, campi di concentramento e forni fumanti. Ed a cosa è servito? A ben poco, viste le dichiarazioni di Michele Cercone, portavoce della Giustizia, Libertà e Sicurezza della Commissione Europea, che ha manifestato che "dall'analisi delle informazioni fornite dalle autorità italiane, non ci sono  indizi per cui né le ordinanze né le direttive autorizzino alla raccolta di dati relativi all'origine etnica o alla religione delle persone censite". Quanto cinismo. A ragione, dice il Vangelo che "i figli delle tenebre sono più saggi dei figli della luce".

A noi tutto ciò sembra uno sproposito. Crediamo, inoltre, che il Governo italiano non ha fatto altro che riprendere i sui testi iniziali, cancellando quelle espressioni che chiaramente ricordavano epoche del controllo nazista ed i numeri tatuati sulla pelle delle persone. L'affanno repressivo era così evidente che accecati dal trionfo elettorale non hanno cercato riparazioni, anche ai condannati a morte occorre dare alcune garanzie processuali per giustificare la loro condanna. Per questo la società civile ha alzato nel cielo il grido ed il Governo di Berlusconi ha sofferto i rimproveri più duri che mai un altro governo democratico aveva ricevuto dopo la II guerra mondiale.

Oggi abbiamo fatto un gravissimo passo indietro. A noi, gitani e gitane che formiamo la Unión Romaní, non servono le ragioni date dalla Commissione Europea. Specialmente quando la stessa portavoce della Giustizia riconosce che quanto ora si pretende fare in Italia non è di registrare tutti, ma che "si tratta di un ricorso molto ben limitato". Limitato? Limitato a chi? Ai più poveri, ai mendicanti, a quelli più scuri, alle bimbe che vestono gonne colorate? Dicono che ora non chiederanno ai genitori dei bambini se sono gitani. E' davvero necessario chiedere questo quando i "controllori" entrano in un accampamento di migranti, di rifugiati o semplicemente di poveri marginalizzati dal sistema?

La portavoce di Giustizia della Commissione ha utilizzato un termine raggelante per giustificare questo censimento infame di impronte digitali. Ha detto che il Governo italiano lo farà "come ultima soluzione". Cosa ci ricorda? Fu Adolf Eichmann che utilizzò questa stessa espressione per risolvere il problema ebreo e dare inizio all'olocausto. Il Governo italiano che si prenderanno le impronte digitali a quelle persone che "non potranno essere identificate in altro modo". Che barbarie! Siamo tornati al sistema del carnet di identità antropometrico già scartato da tutti i paesi democratici civili.

Noi reclamiamo coerenza alle autorità europee. Noi chiediamo che si sopprima radicalmente questa norma. Noi chiediamo che il Governo italiano dica pubblicamente che non registrerà negli archivi della polizia i bambini e le bambine gitani prendendone le impronte. Noi, i gitani spagnoli, chiediamo solamente che non si rispetti solamente la lettera della Legge -abbiamo già visto con quanta abilità le autorità italiane la ricompongono - ma anche lo spirito della Legge. Questa dice che tutti gli esseri umani sono uguali e che sono investiti del medesimo principio di dignità per il solo fatto di essere nati.

Juan de Dios Ramírez Heredia - Presidente de la Unión Romaní

Dirección Postal/Postal Address:
Apartado de Correos 202
E-08080 BARCELONA (Spain)

Tel. +34 934127745
Fax. +34 934127040
E-mail: u-romani@pangea.org
URL: http://www.unionromani.org/index_es

Barcellona, 5 settembre 2008


PS: leggi anche: Nomadi/ Eurodeputata rom: Dubbi su 'assoluzione' Ue per Italia
... e naturalmente se ne discute anche su Sucar Drom in diversi post

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Di Fabrizio (del 06/09/2008 @ 08:57:39, in Europa, visitato 2202 volte)

Un'intervista (tradotta dall'inglese) che non mi ha convinto del tutto. Mi sembra che emergano ancora i soliti stereotipi, oltre ad parecchie informazioni e considerazioni utili. Mi si dirà che in fondo sono le opinioni di un payo (se non sapete che cos'è leggetevi il post ; - ) ), ma io trovo che quest'intervista possa essere un buon passo iniziale per chi vuole avvicinarsi al mondo dei Rom.

Da Roma_Daily_News

Divers.ro

Ha lavorato direttamente con i Rom di Spagna e Romania. Ne parla in tutta onestà, a volte brutalmente, di un mondo che conosce bene. Con un master in pedagogia, educatore di strada ed ora coordinatore di un centro per bambini abbandonati, Juan Carlos Sanz Miguel presenta una realtà che non sempre è conveniente.

Cosa pensano gli spagnoli dei Rom? La loro opinione differisce da quella sui rumeni?
Prima di tutto, gli spagnoli hanno un'impressione peggiore sui Rom, comparata a quella sui rumeni. In Spagna, abbiamo diversi stereotipi riguardo agli Zingari, e quelli che provengono dalla Romania hanno la peggior reputazione. Per la mia esperienza, gli Zingari spagnoli sono considerati come pigri, ladri, asociali nel senso che non osservano le norme, che non hanno certificati di nascita e i documenti personali che ha ogni persona regolare, che si attaccano rigorosamente alle loro tradizioni e violano i diritti delle donne. Sono disprezzati dagli altri perché non collaborano, perché non si assumono responsabilità. Sono molto chiusi e legano soltanto fra loro. Questo perché c'è un conflitto costante con le autorità. E gli Zingari rumeni hanno la peggior reputazione: sono ladri, i più pigri, più di quelli spagnoli. Come succede in Italia.

I Rom della Spagna e quelli di Romania hanno lo stesso stile di vita?
In molte cose si assomigliano. Vivono in ghetti ai margini delle città e si guadagnano da vivere allo stesso modo: lavorano in contesti che non sono al 100% legali, dove possono far affari tra loro. Commerciano fiori, rottami, macchine usate e molti altri materiali di riporto. E' chiaro che ne i Rom rumeni ne quelli spagnoli accetterebbero un piano di lavoro ben stabilito, di lavorare un certo numero di ore al giorno.

Per loro la cosa più importante è la famiglia, il significato della parola famiglia è molto chiaro, e la loro casa non è così importante. Non importa se non c'è abbastanza spazia per tutta la famiglia (la famiglia estesa). Ho notato che i Rom rumeni non hanno una coesione familiare così forte come quelli spagnoli. Comparato alla Romania, l'abbandono dei bambini è minore in Spagna. Quasi inesistente. D'altra parte, i Rom spagnoli non sono così bravi nel capitolo "scuola", un fatto provato dal basso numero di Rom che frequentano i programmi educativi. Di solito, hanno poche necessità e tentano di evitare il dottore, non avendo documenti personali, ma se succede che hanno bisogno di cure mediche, i giovani Rom spagnoli le richiedono ugualmente, proprio come quelli rumeni. Vogliono essere visitati subito. Non importa se ci sono altre persone in attesa. Devono essere i primi.

Ma le donne, in entrambe i casi, vengono per ultime, dopo i bambini. Non ricevono alcun rispetto. Sono sacrificate al benessere della famiglia.

Il mondo zingaro è molto chiuso, diviso in differenti clan - domatori di orsi, calderai ecc. - che non comunicano tra loro. Sono molto possessivi. Per mostrare agli altri la loro forza, i Rom spagnoli marcano il loro territorio con avvisi come: "Atención! Esta obra la vigila un gitano!" (Attenzione! Questa opera è sorvegliata da un gitano!). E' come una precauzione. Sono assieme a tutta la famiglia, con i membri del gruppo che si difendono l'un l'altro. Se c'è un conflitto, viene risolto secondo la legge Zingara. Per capire gli Zingari, devi essere come uno di loro.

Puoi darci esempi di posti in Spagna con grandi gruppi di Rom?
Gli Zingari si riuniscono in posti chiamati "tierra de nadie" (terra di nessuno). Ci sono aree dove nessun altro potrebbe vivere. Un esempio può essere Cańada Real, 14, 14 km. dal centro di Madrid. E' un posto accanto alla discarica cittadina. Le case sono povere e sporche, e molti dei Rom che vivono lì sono di origine rumena. Ci sono molti posti simili, ma questo è il più grande.

Pensi che i Rom incontrino difficoltà nel loro sforzo di integrarsi nella società?
I Rom soffrono di cattiva percezione e non penso neanche che abbiano la voglia di integrarsi. Danno sempre l'impressione di non aver bisogno di nessun altro eccetto che la loro famiglia. In Romania si parla di Rom e rumeni, mentre in Spagna parliamo di Gitanos e payos (termine peggiorativo che i Rom spagnoli usano per identificare chi non è come loro). Penso che non saranno mai totalmente integrati, ma non è soltanto colpa loro. La società è ugualmente responsabile.

Il mondo accetta la cultura zingara, ma non le persone che l'hanno creata. Una scuola non potrà aiutare un bambino Rom finché non cambierà la maniera di relazionarsi con loro. Conosco la storia di un bambino che la maestra aveva spostato da un'altra collega, ma il bambino rifiutò di andarci perché non voleva stare accanto ad uno zingaro.

Com'è la situazione dei bambini Rom in Spagna? E' permesso loro di andare a scuola?
In Spagna è chiaro: molto spesso, le famiglie Rom non mandano i loro figli a scuola per due ragioni: l'educazione che ricevono è istituzionale e non li riguarda, la scuola è il posto dove loro imparano cose che non hanno a che fare con la cultura e la tradizione zingara; di solito, i Rom piazzano i loro campi alle periferie delle città, lontani dal centro e dal mondo moderno. E allora, un'unità educativa deve accettare i Rom per quello che sono: Rom. Così un bambino, quando va a scuola, va in un posto che è contro di lui.

In Romania, alle famiglie Rom sono stati dati dei soldi per mandare i loro bambini a scuola, ma non penso che questa sia la soluzione. Se qualcuno già li manda, gli altri li isolano perché quando la gente parla degli Zingari, parla di qualcosa di cattivo, di pericoloso. Dobbiamo accettare i Rom come popolo, e non come un gruppo di individui.

"I Rom possono abusare dei loro bambini, ma non li venderanno"
I bambini Rom sono più oggetto di abusi e traffici di persone?
Sì. Imparano in tenera età che devono aiutare la famiglia. La famiglia è qualcosa di sacro di cui tu non parli con nessuno. Non trattengono niente dei soldi che raccolgono dall'elemosinare, lavare i vetri o da altre attività, tutto va al capofamiglia. In Spagna ho incontrato casi dove i ragazzi sotto i 15 anni erano usati per spacciare droga

Sino al 2002, il quartiere La Celsa - chiamato anche El hipermercado de las drogas (l'ipermercato delle droghe) era un posto dove si vendevano un sacco di narcotici. Quando le forze dell'ordine circondarono La Celsa, questi minori erano quelli che portavano fuori la droga. La polizia non potè arrestarli per due ragioni: avevano tutti meno di 16 anni e non c'era un dipartimento specializzato per le infrazioni dei minori.

Ci sono associazioni che appoggiano la popolazione Rom in Spagna?
La più grande associazione che gode di un ampio riconoscimento è la Fundación Secretariado Gitano. Sviluppano molti programmi con e per i Rom, e sono presenti anche in Romania, dato il gran numero di Rom che vive lì.

Quanti lavorano nell'istruzione per i Rom devono lavorarci assieme per molto tempo. Nel primo anno, ti valutano da distante. Non ti permettono di stare troppo vicini. Quando vedono che veramente sei interessato e fai qualcosa di buono con loro, iniziano ad aprirsi. Allora diventi una delle persone più importanti nella loro vita. (Mihaela Dumitrascu – DIVERS – www.divers.ro)

Originario di Santa Cruz de la Salceda (Spagna) con un master in pedagogia, Juan Carlos Sanz Miguel, è stato per otto anni presidente esecutivo della Association Ciudad Joven di Madrid, dove ha lavorato anche come educatore di strada. E' interessato specialmente nella formazione e riabilitazione dei Rom nel quartiere Pozo del Tio Raimundo, che dovrebbero avvicinarsi al centro di cura diurno dell'associazione. E' arrivato in Romania cinque anni fa e ora è vice presidente dell'Associazione dei Fratelli di Marist delle Scuole in Romania (AFMSR) e coordinatore in una delle case del Centro Marcelin Champagnat di Bucarest, che ospita bambini abbandonati, molti dei quali di etnia Rom.

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Di Fabrizio (del 05/09/2008 @ 12:14:06, in scuola, visitato 1998 volte)

Da Il Giornale

di Maria Sorbi - La scuola si prepara ad accogliere la valanga di alunni stranieri: oltre 160 etnie. E, a sorpresa, si scopre che i problemi più grossi non sono causati dai bambini rom. Bensì da cinesi, arabi e magrebini. Non ci saranno le classi ghetto ma l’integrazione non sarà facile. Soprattutto perché gli scolari cinesi o arabi non spiccicano una parola di italiano. Ogni scuola si sta organizzando come può.

L’istituto Cadorna di via Dolci, dove gli stranieri iscritti sono quasi la metà, si è inventato dei corsi di italiano per le mamme dei bimbi stranieri. «È importante che i bambini parlino italiano anche a casa di pomeriggio - spiega il dirigente scolastico Giovanni Del Bene - Per questo coinvolgiamo anche le mamme. I problemi minori li abbiamo proprio con i rom che già a sei anni conoscono l’italiano abbastanza bene».

Da quest’anno si prevedono meno assenze da parte degli alunni che abitano nei campi nomadi. «L’obbligo di mandare i figli a scuola - spiegano i volontari della Casa della Carità, che «gestiscono» il campo di via Triboniano - è proprio una delle condizioni del patto che i nomadi hanno firmato con il Comune per poter rimanere dove sono». Ogni mattina un bus accompagnerà gli scolari dalle baracche a scuola e ogni pomeriggio i volontari daranno una mano ai bambini a fare i compiti. In tutto sono più di cento gli scolari delle elementari e una cinquantina i ragazzi delle medie. Un meccanismo già collaudato che l’anno scorso ha pure dato i suoi risultati. Una bimba rom, Lavinia, è stata una delle alunne che a giugno ha ottenuto una delle migliori pagelle. I volontari daranno una mano al corpo insegnanti delle scuole dove si riversa il maggior numero di rom: dalle elementari di via Console Marcello, all’istituto Filzi, dalla scuola Bruno Munari a quella di via Cilea. Senza contare gli istituti di Baranzate e Rho. Per gli studenti meno diligenti, verrà applicata una misura particolare: tre giorni a scuola e due giorni nei laboratori di meccanica, falegnameria e informatica con gli educatori.

Nella scuola elementare Russo, vicino al campo rom di via Idro, le maestre si sono attrezzate per aiutare i bambini nomadi a mantenere condizioni igieniche dignitose. Hanno comprato una lavatrice e ogni settimana fanno il bucato con i vestiti sporchi degli alunni rom. Per loro diventa così anche più facile essere accettati dai compagni. Qualche altro istituto mette a disposizione le docce.

Il dirigente scolastico della scuola di via Dolci, dove circa l’8 per cento degli iscritti è rom, vede di buon occhio le classi miste: «Le scuole - commenta - sbagliano a rifiutare i bambini stranieri per paura di perdere iscritti italiani e la preoccupazione dei genitori è ingiustificata. Più volte ho visto bambini italiani imparare parole cinesi e favole arabe fuori dalle aule. C’è un travaso di culture molto proficuo, un valore aggiunto nella formazione scolastica».

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Di Fabrizio (del 05/09/2008 @ 08:53:13, in lavoro, visitato 1737 volte)

Da Czech_Roma

Agenzia trova lavoro per 40 Rom nella regione di Ostrava

By ČTK - 1 settembre 2008

Ostrava, Nord Moravia, 29 agosto (CTK) - L'agenzia per il reclutamento Rom ha trovato lavoro per 40 Rom dal 2006, nel quadro del progetto triennale Romcentrum, fondato dalla UE, ha detto venerdì a CTK il manager del progetto Lubomir Kuznik, dell'Associazione dei Romanì della Nord Moravia.

L'agenzia che è situata a Karvina, una cittadina vicino a Ostrava, registra ora circa 250 Romanì in cerca di lavoro, la maggior parte uomini.

"Cerchiamo lavoro su Internet, ma abbiamo anche contattato degli imprenditori regionali," ha detto Kuznik.

Ha detto che i datori di lavoro spesso considerano i i Romanì in cerca di impiego come un potenziale problema già prima di incontrarli.

D'altra parte, ha ammesso che anche molti Romanì sono da rimproverare. Alcuni di loro non sono interessati al lavoro e vanno in congedo per malattia dopo tre mesi.

Jan Rychly, capo dell'ufficio collocamento di Karvina, ha detto di apprezzare gli sforzi dell'agenzia.

Ha detto che il suo lavoro è difficile perché si trattava di persone mancanti di qualsiasi qualifica e poco abituata ad andare regolarmente a lavoro.

Rychly ha detto che è molto importante che persone della comunità Romany lavorino nell'agenzia.

Come parte del progetto Romcentrum, operatori sul campo hanno visitato le località Romanì nella regione di Ostrava, conosciuta per le miniere e l'industria pesante, ed hanno informato le persone su come comportarsi con un nuovo lavoro e come agire con i funzionari statali, ha detto Kuznik.

Ha poi detto che è stata lanciata una cooperazione con due scuole con molti studenti Romanì.

Kuznik ha detto che la UE non rifinanzierà il progetto, ma che alcune delle attività continueranno, come l'agenzia di reclutamento e la cooperazione con le scuole.

This story is from the Czech News Agency (ČTK).

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Di Sucar Drom (del 04/09/2008 @ 12:03:29, in blog, visitato 1384 volte)

Freising (Germania), i giovani Rom e Sinti nella Chiesa e nella società
I giovani “zingari” e il loro ruolo nella Chiesa e nella società saranno al centro del VI Congresso Mondiale della Pastorale per gli Zingari, promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in collaborazione con la Conferenza Episcopale Tedesca. Sul programma si legge questa nota:...

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Card. Martino, i Sinti e i Rom sono vittime di discriminazione e d’indifferenza
“Di fronte alle situazioni di discriminazione e d’indifferenza” di cui sono vittime i Sinti e i Rom, “la Chiesa non può restare indifferente”. È questo il monito affidato oggi alla Radio Vaticana dal ca...

La Giornata Europea della Cultura Ebraica
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Legnaro (PD), morti carbonizzati due giovani
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«Le popolazioni sinte e rom sono gravemente sottorappresentate negli Enti locali, nelle assemblee nazionali e nelle amministrazioni di governo in tutta l’Europa. Si tratta di una grave lacuna nelle nos...

Figli di un Dio inferiore?
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L'ERRC candidata al premio Sakharov
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Desio (MI), l'effetto "creativo" della dottrina maroni
Tra pochi giorni cominciano le scuole ma per nove bambini Sinti, tra i 6 e i 13 anni, la campanella non suonerà. Colpa di due ordinanze "creative" firmate dal sindaco di Desio Giampiero Mariani, che vietano su tutto il territorio comunale la sosta alle roulotte e l'accattonaggio...

Reggio Emilia, via libera alla “campina”
La seconda circoscrizione cittadina ha approvato il progetto del Comune, voluto fortemente dal Sindaco Delrio (in foto). Entro fine mese una famiglia di Sinti dovrebbe trasferirsi da via Gramsci a via Felesino Via libera della sec...

Ue, primo vertice dedicato ai Rom
Sollecitata da un gruppo di associazioni, la Commissione europea organizza per il 16 settembre prossimo il primo vertice dedicato ai rom. Ovvero come mettere in moto una politica globale per migliorare la situazione della più grande minoranza etnica d’Europa...

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Di Fabrizio (del 04/09/2008 @ 09:14:17, in Europa, visitato 1741 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

The Associated Press - 1 settembre 2008

SARAJEVO, Bosnia-Herzegovina: Un'agenzia internazionale dei diritti umani dice che assisterà la polizia bosniaca nel combattere i crimini motivati razzialmente.

L'Ufficio OCSE per le Istituzioni Democratiche ed i Diritti Umani dice che i poliziotti bosniaci verranno formati nel riconoscere i crimini basati sull'odio e nel collaborare con le comunità che ne sono vittime.

Il vice Ministro Mijo Kresic dice che saranno introdotte punizioni più dure contro i crimini basati su nazionalità, orientamento religioso o politico.

L'ufficio OCSE, riferendosi all'ODIHR, ha detto nel 2006 di essere preoccupato sugli attacchi a persone ritornate dopo il conflitto etnico in Bosnia del 1992-95 e per le minoranze, inclusi i Rom.

L'ufficio ha raggiunto lunedì l'accordo col Ministero della Sicurezza.

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Di Fabrizio (del 03/09/2008 @ 08:48:27, in Europa, visitato 1957 volte)

Da Roma_Daily_News

Regno Unito / Finlandia / Lituania / Slovacchia

Convenzione sull'Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne

Estratto dalle osservazioni conclusive del Comitato ONU sulla "Convenzione per l'Eliminazione della Discriminazione contro le Donne" (CEDAW) [...] nella sua 41a sessione tenutasi dal 30 giugno al 18 luglio

Rapporto pubblicato venerdì 29 agosto 2008 (tutti i link sono in inglese ndr)

Tutte le informazioni sulla 41a sessione

Regno Unito
. . . . preoccupati che le donne di diverse comunità etniche e di minoranza, incluse le comunità viaggianti, continuano a soffrire di discriminazione multipla, particolarmente nell'accesso all'istruzione, impiego e servizi sanitari. Il Comitato nota che le donne [delle comunità] etniche e minoritarie sono sotto-rappresentate in tutte le aree del mercato lavorale, particolarmente nelle posizioni decisionali, hanno alti tassi di disoccupazione e pagano un notevole gap nella loro paga oraria confrontata a quella maschile. Le donne di differenti comunità etniche e di minoranza sono anche ampliamente sotto-rappresentate nella vita politica e pubblica. Il Comunicato nota che che le donne delle comunità viaggianti sperimentano alti numeri di aborti e feti nati morti, ed hanno il più alto tasso di mortalità infantile tra tutti i gruppi etnici. Si nota anche che le donne delle comunità etniche e minoritarie soffrono di alti tassi di depressione e malattie mentali, mentre le donne di discendenza asiatica hanno i più alti tassi di suicidio e di autolesionismo.
http://www2. ohchr.org/ tbru/cedaw/ United_Kingdom. pdf

Finlandia
31. Mentre notiamo che le misure prese dallo Stato per accrescere la consapevolezza delle donne Rom sui loro diritti e la loro integrazione nella società finnica, il Comitato rimane preoccupato perché queste donne continuano ad affrontare forme multiple di discriminazione basata sia sul sesso che sull'origine etnica, inclusi alto tasso di disoccupazione, difficoltà nell'accesso ai servizi e discriminazione all'interno delle loro stesse comunità.

32. Il Comitato richiama lo Stato ad implementare misure efficaci per eliminare la discriminazione contro le donne Rom ed aumentare il  loro godimento dei diritti umani. Incoraggia lo Stato ad essere proattivo nelle sue misure per prevenire la discriminazione contro le donne Rom, sia nelle loro comunità che nella società maggioritaria, a combattere la violenza contro di loro, ed aumentare la loro consapevolezza sulla disponibilità dei servizi sociali e sugli aiuti legali come pure a fare passi per familiarizzarle con i loro diritti di eguaglianza e non-discriminazione. Il Comitato richiede che lo Stato fornisca, nel suo prossimo rapporto, informazioni sulla situazione delle donne dei gruppi etnici di minoranza, incluso l'accesso all'istruzione, impiego e servizi sanitari, e sull'impatto delle misure prese per aumentare questi accessi e sui risultati ottenuti, come pure i progressi di tendenza.
http://www2. ohchr.org/ tbru/cedaw/ Finland.pdf

Lituania
28. Mentre notiamo varie misure prese dallo Stato, incluso il Programma per l'Integrazione dei Rom nella Società Lituana (2000-2004 and 2008-2010) ed il Programma di Sviluppo Rurale Lituano per il 2007-2013, il Comitato nota con preoccupazione che i gruppi vulnerabili delle donne - per esempio donne rurali, donne con disabilità, donne appartenenti alle minoranze etniche, incluso donne Rom, donne migranti ed anziane - continuano a soffrire di discriminazione nell'istruzione, nell'impiego, nella casa ed altre aree, sulla base del loro genere e sesso, ed in altri campi, essendo così esposte a forme multipli di discriminazione. A questo riguardo, il Comitato nota purtroppo che le informazioni presentate dai rapporti statali non erano sufficientemente specifici riguardo alle donne e non coprivano adeguatamente la situazione di tutti questi gruppi.
http://www2. ohchr.org/ tbru/cedaw/ Lithuania. pdf

Slovacchia
22. Mentre si riconoscono le misure prese dallo Stato per il Decennio dell'inclusione Rom 2005-2015, il Comitato è preoccupato perché le donne e le ragazze Rom rimangono in situazioni vulnerabili e marginalizzate, specialmente riguardo sanità, istruzione ed impiego.

23. Il Comitato preme perché lo Stato prenda misure efficaci, incluso misure speciali temporanee in accordo con l'articolo 4, paragrafo 1 della Convenzione e Raccomandazioni Generali dei 25 del Comitato, per eliminare le forme multiple di discriminazione contro le donne e le ragazze Rom ed aumentare il rispetto per i loro diritti umani. Richiama anche lo Stato ad accelerare l'ottenimento de facto per le donne Rom dell'eguaglianza, rafforzando il coordinamento tra tutte le agenzie che lavorano sui Rom, sulle tematiche della non discriminazione e dell'eguaglianza di genere, particolarmente nelle aree della salute, istruzione e partecipazione nella vita pubblica. Il Comitato preme perché lo Stato implementi misure mirate per eliminare la discriminazione contro le donne Rom in tutte le aree con un'agenda specifica, che controlli lo sviluppo e il raggiungimento degli obiettivi dichiarati, inclusi quelli compresi nel Decennio dell'Inclusione Rom 2005-2015, e prenda se necessario azioni correttive. Il Comitato preme perché lo Stato prenda misure concrete per cambiare la tradizionale percezione dei Rom da parte della popolazione maggioritaria, incluso programmi mirati alla consapevolezza e alla sensibilizzazione, in particolare in quei settori della società dove queste attitudini sono evidenti. Richiama lo Stato a fornire nel prossimo rapporto periodico una fotografia completa della situazione delle donne e delle ragazze Rom, inclusi i dati disaggregati per sesso riguardo le opportunità ed i successi nell'istruzione, nell'accesso all'impiego ed ai servizi sanitari e la partecipazione alla vita pubblica ed al processo decisionale.

30. Mentre si riconoscono le spiegazioni date dalla delegazione sui presunti casi di sterilizzazioni forzate di donne Rom, e prendendo nota della legislazione sulla sterilizzazione recentemente adottata, il Comitato rimane preoccupato per le informazioni ricevute rispetto alle donne Rom che testimoniano di essere state sterilizzate senza previo ed informato consenso.

Inoltre il Comitato raccomanda che lo Stato prenda tutte le misure necessarie per assicurare che le recriminazioni espresse dalle donne Rom riguardo la sterilizzazione forzata siano debitamente riconosciute e che alle vittime di tali pratiche sia garantita effettiva compensazione.
http://www2. ohchr.org/ tbru/cedaw/ Slovakia. pdf

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Di Fabrizio (del 03/09/2008 @ 08:47:34, in media, visitato 2245 volte)

Mi segnala Ivana:

MITO SettembreMusica e Milano Film Festival presentano una rassegna dedicata al cinema gitano: 8 appuntamenti con produzioni - tra le altre - da Bulgaria, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, che raccontano storie di un mondo in realtà poco conosciuto.

Il cinema gitano non esiste. O meglio, è un cinema nomade, che cambia nazionalità, produzione, personaggi. Esiste un'immagine cinematografica dei gitani, che è differente a seconda dell'occhio che la raffigura; esiste un'immagine solare e vitale, fracassona e rumorosa (Kusturica, su tutti), come esiste un'immagine dolente e malinconica (Tony Gatlif).

Una selezione dei migliori film che vengono dal mondo gitano e che parlano dei gitani. Film mal distribuiti o mai distribuiti, occasione di incontro e dibattito su un'identità cinematografica nomade e sfuggente.

Il programma completo:

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Di Fabrizio (del 02/09/2008 @ 16:06:47, in blog, visitato 1553 volte)

Troppo gustoso: dal Blog di Giuseppe Civati

I turisti si chiedono: qual era la città in cui non si può mangiare la pizza sulle scalinate? E quale quella dove non ci si può trovare in tre in un parco? E, ancora, quale quella dove non si può riposare sulle panchine? Quale, infine, la regione da cui è complicato telefonare a casa dai centri di telefonia fissa? E' necessaria una guida, si sono detti. In continuo aggiornamento. Michelin ha bruciato tutti sul tempo, offrendo la guida Ordinanze. Città per città, un'iniziativa editoriale di forte impatto e di sicuro successo. Una sorta di rough guide per rough mayors, per quei sindaci muscolari che tanto piacciono nel Paese medievale in cui tutti abitiamo. P.S.: ovviamente è uno scherzo, ma la realtà supera la fantasia e la guida è davvero necessaria. Paese che vai, ordinanza che trovi. Prima di essere multati... P.S./2: ovviamente la guida è a disposizione di tutti, democratici e non. Pubblicatela sul vostro blog. Così, per offrire un servizio a chi - come Gurb - viene da fuori. Magari segnalando questo link, anche perché, è notizia recente, a Montecatini parlare con una prostituta costa 400 euro, ad Alcamo prendono due fave con un'ordinanza e a Cavi di Lavagna si comminano sanzioni salatissime a chi passeggia in stato di ebbrezza. In quelle condizioni si rischia, in effetti, di investire un Suv.

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