Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 04/06/2008 @ 09:00:18, in Regole, visitato 1648 volte)
http://www.forez-info.com"Vietato alla gens du voyage". E'
quanto indica un cartello all'ingresso del comune di St Martin la Plaine.
Denunciando fatti di "discriminazione riguardo la comunità della gens du
voyage", l'associazione SOS Racisme ha indirizzato una lettera alla
Prefettura. Raggiunto al telefono, il sindaco del comune ci ha indicato che
un decreto comunale datato 14 settembre 2007 proibiva definitivamente il
parcheggio dei caravan sull' insieme del comune. "Un decreto comunale
completamente legale", precisa Christian Fayolle, che riconosce d'altra
parte "la inidoneità" di questo pannello che riguarda la libera
circolazione della gens du voyage. "I cartelli saranno smontati questo
pomeriggio (30 maggio ndr) ed al suo posto verrà messa un'altra segnaletica a
norma e senza ambiguità," ha aggiunto il sindaco del piccolo comune.
Questo cartello vigeva dal dicembre 2007 o dal gennaio 2008.
Écrit par Hervé
Di Fabrizio (del 03/06/2008 @ 12:39:35, in Italia, visitato 1667 volte)
Ricevo da Agostino Rota Martir
La
notizia apparsa su “Il Tirreno” giorni fa e confermata anche ieri, mostra
che la deriva del razzismo rischia di diventare ormai incontrollabile, sempre
più esplicito e giustificato, anche in base a dei nostri capricci.
Il razzismo sembra dilagare senza trovare resistenze, rischiando di diventare
ormai un dato di fatto, come fosse una normalità, un mostro con cui imparare
convivere.
In un certo senso lo confermano anche i medici del reparto: “accade spessissimo
e dunque non è una novità!”
Le giustificazioni del personale ospedaliero sono preoccupanti, anche perché
sanno bene che il comportamento di qualcuno (non certo della maggioranza) nei
confronti dei Rom ricoverati, a volte è stato di pregiudizio e di intolleranza
verso quest’ultimi…questa mancanza di umanità colpisce e ferisce indistintamente
tutti, ma verso i Rom spesso, anche nell’ospedale di Santa Chiara sembra trovare
con troppa superficialità la sua giustificazione.
Il fatto che i Rom non hanno reagito all’intolleranza subita, sembra dare
legittimità ad un atto discriminatorio: anzi ci si meraviglia della reazione di
condanna e di sdegno.
Appare normale che un bimbo Rom già al suo primo giorno di vita, debba vivere
separato dagli altri, messo a parte perché guardato come minaccia alla sicurezza
di qualche isterica “mamma” o per soddisfare i loro capricci: salvo poi accusare
i Rom della la loro incapacità o innata volontà di non integrarsi…non tocca a
quelle “mamme” invece, dover intraprendere da subito un lungo ed efficace
cammino di integrazione ?
Il fatto che sia avvenuto nel reparto di maternità, e come autrici
dell’intolleranza siano state delle neo “mamme” deve far riflettere ancora di
più la nostra società!
Dove stiamo andando?
Che vita stanno trasmettendo queste “mamme” ai loro figli appena generati?
Il virus del razzismo rischia proprio di contaminare anche il latte materno che
donano ai loro figli!
Il momento della nascita è un evento gioioso e santo, che segna la vita di ogni
famiglia, di ogni persona di qualsiasi nazionalità e religione di appartenenza,
è inscritto nel cuore di ogni essere umano; per i credenti la nascita di un
figlio è la benedizione di Dio sull’intera umanità!
Permettere che questo “santuario” venga sporcato con atteggiamenti così meschini
e disumanizzanti, anche se commesso da “ neo mamme” o in attesa di diventarlo,
significa smarrire il senso della vita.
Perché la nascita di un essere umano come la morte sono momenti unici, sono il
passaggio verso qualcosa di nuovo, meritano il dovuto rispetto e considerazione,
da parte di tutti.
Profanare questi momenti, come hanno fatto le “mamme” italiane verso la giovane
mamma Rom offende la vita, non solo quella dei loro piccoli ma di tutti, e
ostacola il faticoso e ricco cammino della convivenza e della civiltà.
Mi sarei aspettato dai responsabili del reparto e dal personale ospedaliero (che
lavorano in una struttura pubblica e non privata) una coraggiosa presa di
posizione e un chiaro rimprovero come segno di civiltà e di sana educazione, che
sempre dovrebbero essere di casa anche in un ospedale!
Alla giovane mamma Rom e alla sua famiglia faccio i miei più sentiti Auguri e
possa scendere la Benedizione di Dio, e attraverso voi raggiungere anche la vita
di quelle “povere mamme” che non hanno saputo accogliere e gioire insieme per il
dono della maternità.
“ Dio vi benedica e vi protegga,
Il Signore faccia brillare su di voi il suo volto e vi sia propizio.
Dio rivolga su di voi il suo volto e vi conceda la Pace…” (Num. 6, 24-26)
Don Agostino Rota Martir
Campo Rom di Coltano
2 Giugno 2008 Festa della Repubblica Italiana
Di Fabrizio (del 03/06/2008 @ 09:36:38, in Europa, visitato 1672 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
30 Maggio 2008 | 11:25 | Source: Beta - BELGRADO - Una svastica ed una serie
di insulti sono stati tracciati sulla sede centrale dell'Unione Rom, lo comunica
la stessa.
Il presidente di Unione Rom, Rajko Duric, ha detto che la svastica e gli
insulti [...] sono apparsi nottetempo sul muro e sulla porta degli uffici.
Ha aggiunto che l'incidente è stato comunicato alla polizia e che le indagini
erano in corso.
Duric ha detto che qualcosa di simile potrebbe essere previsto, da quando
l'Unione Rom è stata "eliminata come partito".
Ha aggiunto che lo scorso anno, particolarmente in coincidenza con la
campagna elettorale, aveva ricevuto messaggi minatori, anche se non aveva dato
molta importanza alla cosa.
L'Unione Rom di Serbia non ha raggiunto il
quorum alle elezioni tenutesi l'11 maggio.
Di Fabrizio (del 03/06/2008 @ 09:08:52, in Europa, visitato 1515 volte)
Da
Roma_Francais
LE MONDE | 31.05.08 | 14h46 - BUCAREST CORRESPONDANT Le autorità rumene e le
associazioni dei Rom di Romania condannano in blocco gli slittamenti razzisti
apparsi in Italia. L'indignazione è stata esacerbata da un messaggio apposto
all'ingresso di una falegnameria di Pieve di Soligo (Italia del nord-est) e
ripresa dalla stampa rumena, che annuncia "l'apertura della stagione, che dura
tutto l'anno, della caccia agli animali selvatici migratori come Rumeni,
Albanesi, Kosovari, Musulmani, talibani, Afghani, Zingari ed extracomunitari in
generale".
Questo non ha dato luogo ad alcuna denuncia ufficiale italiana, tranne quella
della CGIL, da cui è stata rivelata la scritta. L'ambasciata rumena a
Roma ha chiesto misure contro gli autori di "questo testo a carattere
pronunciatamente estremista e xenofobo".
L'associazione dei Rom d Romania Romani Criss, denuncia, a sua volta,
"l'estremismo" della nuova politica italiana sull'immigrazione. "E'
inconcepibile che, nell'Europa del 2008, si combatta la delinquenza secondo
criteri etnici, si tratta d'una politica d'ispirazione estremista," ha affermato
il suo dirigente, Marian Mandache, tramite i suoi avvocati. "Non resta che
obbligare i Rom a portare una stella o una banderuola per ritornare settanta
anni dietro, ad un'epoca di cui non si vuole più ricordare."
Le allusioni al nazismo si moltiplicano in Romania e rischiano di nuocere ai
positivi scambi economici tra i due paesi. 23.000 imprese italiane sono
impiantate in Romania e migliaia di rumeni lavorano in Italia. L'organizzazione
Caritas stima in 556.000 il numero di Rumeni nella Penisola ma, secondo altre
stime, il loro numero, fortemente aumentato dopo l'adesione della Romania
all'Unione Europea del2007, potrebbe raggiungere 1 milione di persone.
Mostrata a dito come la prima responsabile della delinquenza, durante la
campagna delle elezioni legislative in aprile, che hanno visto il trionfo della
destra, questa comunità si sente oggi più fragile ed indebolita.
Mirel Bran - Article paru dans l'édition du 01.06.08
Di Fabrizio (del 02/06/2008 @ 11:52:01, in Italia, visitato 2643 volte)
CONTRO LE RONDE DEI VIGLIACCHI E IL SILENZIO DEI FARISEI
UNA CAMPAGNA PER UNA COMUNITÀ CIVILE E ACCOGLIENTE
Il rogo dei campi rom a Napoli, le molotov contro i campi di Pavia, i raid
contro attività commerciali di extracomunitari, le sprangate a un militante gay
di Roma, la sassaiola contro una madre e una bambina sinte di Brescia,
l’immigrato morto per mancanza di soccorso nel CPT di Torino, mentre le città
d’Italia sono percorse da ronde di tutti i colori, sono solo alcune delle tante
e diverse punte dello stesso mostruoso iceberg che avvelena il nostro Paese:
l’insofferenza diffusa contro il diverso, l’immigrato, lo zingaro ha assunto i
connotati espliciti della xenofobia e del razzismo.
Questo è il portato di campagne elettorali tutte all’insegna di una insicurezza
costruita gridando a un lupo senza denti, che scarica sul più debole il
malessere di una società percorsa da un disagio sociale e morale profondo,
grande responsabilità del quale tocca a una politica che rinuncia al compito di
educazione civile per seguire gli istinti peggiori in un perverso circuito
vizioso: la politica, con il coro condiscendente dei media, alimenta la paura
dei cittadini che premiano con il voto questa politica.
Questa nuova Italia che criminalizza per decreto la povertà, l’Italia della
violenza contro gli ultimi, del pregiudizio elevato a verità (gli zingari rubano
i bambini), della giustizia fai da te dovrebbe invece far riflettere sul lungo
decorso della malattia della nostra società e sulle preoccupanti prospettive del
suo futuro. Non si può non legare i Maso, le Eriche e gli Omar, che uccidono i
genitori per denaro, ai ragazzini che violentano e uccidono una coetanea, al
branco che uccide un diverso da loro a Verona, al bullismo nelle scuole, alla
violenza praticata nelle famiglie.
L’angoscia che ci prende di fronte a questo scenario e al clima che ci riporta
all’ancora recente passato della nascita, della vita e della morte apparente dei
regimi fascista e nazista è dovuta anche al silenzio farisaico di chi
sottovaluta questi processi o addirittura pensa che bisogna assecondarli per
recuperare un consenso politico perduto per ben altre ragioni. Ma soprattutto ci
pesa vedere il volto vile di un paese malato. Coloro che aizzano i cani,
lanciano molotov e sassi, percorrono in ronde minacciose le città, i sindaci che
annunciano nei cartelloni luminosi dei loro borghi che “i clandestini possono
stuprare i tuoi figli” sono il volto vigliacco di chi non è capace di guardare
al male che porta dentro di sé, di chi rifiuta di affrontare la camorra che a
Napoli controlla i rifiuti e organizza i roghi dei campi rom, la mafia che
controlla la vita e il voto dei siciliani, l’andrangheta che non solo è padrona
del territorio calabrese ma di interi quartieri di città come Milano.
Noi riteniamo decisivo che qui, il territorio che con il rogo di Opera ha
inaugurato la caccia al rom e la sua contropartita politica, ci sia una risposta
di mobilitazione contro questa degenerazione. Una risposta che avvii il lungo e
difficile lavoro per riportare nella città e nei quartieri il senso di una
comunità che considera la legge uguale per tutti e protegge chi cerca
accoglienza e dignità. Un percorso da costruire insieme con tutti coloro - forze
politiche e sociali, cittadini, senza pregiudizi di schieramento - che ritengono
necessario riportare il dialogo nelle realtà concrete del malessere, non
lasciare soli gli ultimi della terra, confrontarsi con le radici del disagio
sociale e insieme costruire le ragioni e i valori della cittadinanza per tutti.
Paolo Cagna Ninchi, Dijana Pavlovic
Per adesioni: dijana.pavlovic@fastwebnet.it
Di Fabrizio (del 02/06/2008 @ 09:00:13, in Europa, visitato 2238 volte)
Da
Romano Them,
indagine sanitaria (lunghetta, vi avviso)
La crisi del piombo a Mitrovica:
Romano Them chiede un'informazione completa all'ONU
27 Maggio 2008 – Una ricerca, prodotta dall'Istituto di Salute Pubblica di Kosovska Mitrovica
su richiesta dei rappresentanti dei campi IDP (Dispersi Interni) nella Mitrovica
settentrionale, ha confermato i documenti precedenti, secondo cui il livello di
piombo nel sangue dei bambini rom che vivono in questi campi, rimane ad un
livello alto in maniera allarmante. Sui 104 bambini testati, di età tra gli 1 e
i 16 anni, 18 mostrano livelli di piombo eccedenti la soglia critica di 45
μg/dL, per i quali i dottori raccomandano terapia di
chelazione.
D'altra parte, se confermate le indicazioni "Hi" e "Hi Mnogo" contenute
nella ricerca, si riferiscono a livelli nel sangue eccedenti i 65
μg/dL, il numero di bambini con livelli criticamente alti di contaminazione
da piombo nel sangue sale a 38, il 36,5% del gruppo testato.
La contaminazione da piombo nel sangue dei bambini nei campi IDP a Mitrovica
nord è stato un argomento ricorrente dal 2000, quando i primi test casuali fatti
nell'area di Kosovska Mitrovica da un consulente ONU mostrò livelli di piombo
pericolosi solo nei campi. Nel 2004, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO)
compì un'altra serie di test. Questi test mostravano che il 40% dei bambini
nell'area avevano livelli di piombo nel sangue di 10 μg/dL e superiori, che è
considerato dalle moderne ricerche il limite massimo oltre il quale si
verificano danni sanitari irreversibili, incluso impatto alle capacità
cognitive.
Ma, fu proprio Gerry McWeeney, allora manager del Programma di Sviluppo
Sanitario, che notò nel suo rapporto che i bambini rom nei campi presentavano
costantemente i più alti livelli di piombo nel sangue dell'intera popolazione,
sottolineando che una fonte importante di esposizione ha provenuto dalla
contaminazione nel terreno, risultante nella prossimità delle miniere di Trepca.
Come conseguenza, raccomandava l'immediata evacuazione dei bambini da 0 a 6 anni
e delle donne in attesa, e la temporanea rilocazione dell'intero campo "in
attesa di una soluzione permanente e sostenibile".
Fu soltanto poco prima dell'estate del 2005 che un'azione venne
definitivamente presa, sull'onda di una pressione montante e della questione
fatta propria dai media internazionali. Con la fine dell'anno, l'UNMIK decise di
trasferire gli IDP nell'ex base militare francese, conosciuta come Osterode camp,
completamente ristrutturata e col suolo decontaminato. Dopo un'iniziale
resistenza, la maggior parte delle famiglie si mosse verso il nuovo campo, dove
apparentemente iniziò nel settembre 2006 un trattamento medico specialistico (see UNMIK
Press Release).
Ironia della sorte, test effettuati di recente sembrano suggerire che la
contaminazione da piombo nel rinnovato campo di Osterode sia persino superiore a
quella di Cesmin Lug, dove nell'ottobre 2004 la WHO aveva dichiarato che
la situazione era peggiore degli altri campi, con un livello di contaminazione
da piombo al suolo superiore di 359,5 volte il limite riconosciuto.
Nel maggio 2007, una squadra di dottori diretta da Ms. Mary Jean Brown, Capo
del Ramo di Prevenzione all'Avvelenamento da Piombo del Centro USA per il
Controllo e la Prevenzione del Disagio di Atlanta, visitò le attrezzature su
richiesta del Dipartimento di Stato, USOP e USAID. In un rapporto redatto ad
ottobre, gli esperti medici notarono che 39 bambini erano riferitamente chelati.
Ma dissero anche che oltre 90 bambini avrebbero avuto bisogno di terapia,
aggiungendo che a quel periodo il numero esatto non poteva essere determinato.
Nella loro indagine, i dottori si riferirono ai risultati di tre serie di
test condotti dall'Istituto di Salute Pubblica di Mitrovica nord, tra la
fine del 2005 e l'inizio estate del 2007. Secondo questi test, 39 bambini nel
primo, 32 nel secondo e 29 nel terzo, su circa 100 bambini esaminati avevano
livelli capillari di piombo nel sangue superiori a 45 μg/dL. Se
l'assunzione riguardo il significato di "Hi" e "Hi mnogo" risultasse
veritiera, le condizioni sanitarie dei bambini nel campo sarebbero stazionarie,
la tal cosa confermerebbe i dubbi sull'adeguatezza del trattamento medico
fornito in un ambiente che rimane pesantemente contaminato dal piombo.
Le prime informazioni su una nuova e prossima crisi sanitaria nei campi di
Mitrovica nord apparvero settimana scorsa in un
articolo,
pubblicato sulla rivista in Internet New Kosovo Report.
L'autore, il leader del movimento pro-indipendenza Albin Kurti, riteneva che la
WHO aveva prove dagli esami effettuati sui bambini di Cesmin Lug e Osterode che
i loro livelli di piombo erano raddoppiati. Suggeriva anche che la WHO
nascondesse queste informazioni al pubblico.
Allarmati da queste notizie, come
Romano Them, abbiamo contattato l'ufficio WHO di Pristina e chiesto conferma
sulle dichiarazioni e circa eventuali conseguenze di detti risultati. A dispetto
dei chiari riferimenti all'articolo del New Kosovo Report,
accluso alla mail, il direttore locale della WHO, Dr. Dorit Nitzan, finse di
ignorare di quali test Romano Them stesse parlando. Affermando che i test
di laboratorio fossero da tempo condotti dalle istituzioni locali, promise
comunque di investigare e chiese a Romano Them pazienza sino al suo
ritorno in Kosovo. Ulteriori emails, relative ai risultati dei primi test
commissionati dalla WHO, rimasero senza risposta.
Con una reazione simile, il capo dell'ufficio UNICEF in Kosovo, Robert Fuderich,
pretendeva lui pure di non essere a conoscenza dei test, ma quando fu
confrontato con i risultati parziali, comunicati dai rappresentanti del campo in
una
dichiarazione pubblica, riconobbe che la sua organizzazione era stata messa
a conoscenza dei risultati di questi test, ma era in attesa di ottenere una
piena informazione per "notificare alle autorità preposte e cercare di ottenere
da tutti uno sforzo verso una soluzione giusta e finale."
Il rappresentante dell'area della Norwegian Church Aid, un'organizzazione
caritativa che si occupa del campo di Osterode, Ragnar Hansen, fu più esplicito
e disse che la sua organizzazione condivideva le preoccupazioni di Romano Them
riguardo il livello di piombo nel sangue dei bambini IDP. Purtroppo non era in
grado di commentare i risultati dei test, suggerendo che la WHO non avesse
comunicato i risultati dei test precedenti, né alla sua organizzazione né ai
genitori dei bambini.
Dalla sua email risulta che la WHO avesse visto (!!!) i risultati dei test
commissionati dai rappresentanti dei Rom ed era "preoccupata riguardo agli alti
livelli di piombo nei campioni di sangue raccolti".
Romano Them ha anche provato ad ottenere una reazione dall'UNMIK,
che attende tuttora al momento in cui scrive.
Nelle sue raccomandazioni, la dottoressa Brown, del cui Centro è stata
richiesta l'assistenza in questo caso dall'UNICEF e dalla
WHO, scrisse nell'ottobre 2007: "Ci è stata data assicurazione che i livelli nel
sangue stanno decrescendo, e i dati ricevuti dal CDC [Centro per il Controllo
del Disagio] lo confermano. Comunque, i dati completi devono essere resi
disponibili. Agenzia Responsabile: WHO."
Sette mesi dopo, la "confusione da parte dei leader rom e di altri, come la
serietà del problema e l'estensione della contaminazione ambientale" cui la
dottoressa Brown si riferisce nel suo rapporto, è quasi completa. Nelle loro
dichiarazioni sui recenti test sanguigni, i rappresentanti dei campi, Skender Gusani
e Dai Mustafa, scrivono: "WHO ha effettuato dei test sui livelli di piombo nel
sangue dei bambini ed i risultati mostrano che il campo di Osterode è libero dal
piombo, ma i risultati di questi test non sono mai stati mostrati al pubblico e
nemmeno ai genitori dei bambini esaminati."
Romano Them è profondamente preoccupata, non soltanto
dell'inquinamento da piombo stesso, quanto dalla mancanza di informazione e
dalla cattiva comunicazione da parte delle agenzie internazionali coinvolte nel
processo. Chiede alla Missione delle Nazioni Unite in Kosovo di fornire
informazioni immediate e complete circa la contaminazione da piombo nei due
campi IDP di Cesmin Lug e Osterode e sprona la WHO affinché sviluppi le
raccomandazioni contenute nel memorandum, preparato dal Manager del Programma di
Sviluppo, Gerry McWeeney che, nell'ottobre 2004, raccomandava che tutti i
bambini con livelli nel sangue superiori a 10 μg/dL siano ricontrollati ogni
settimana.
Condividiamo le preoccupazioni circa l'adeguatezza di una terapia di chelazione
in un ambiente, che è tuttora pesantemente contaminato dal piombo, come
confermato dai test recenti. Romano Them suggerisce
definitivamente di dare seria considerazione all'evacuazione dei residenti in un
posto sicuro. Le consultazioni dovrebbero aprirsi immediatamente.
For further information
please write to:
kosovoroma@gmail.com
Related news items and
press releases:
UNMIK:
SRSG visits Cesmin Lug, urges Roma to take advantage of Camp Osterode
Facilities, UNMIK/PR/1476, 11
January 2006
UNMIK:
SRSG welcomes start of lead-toxicity treatment for IDPs in Camp Osterode,
UNMIK/PR/1577, 1 September 2006
UNICEF:
Roma
families need rehousing to save children from lead poisoning, 10 February
2006
Reports:
World Health Organisation
(WHO):
Preliminary Report on Blood Lead Levels in North Mitrovica and Zvecan, July
2004
WHO:
Memorandum, 22 October 2004
WHO: Regional Committee for
Europe, Fifty-sixth session Copenhagen, 11–14 September 2006, Provisional agenda
item 7(d):
Enhancing health security: the challenges in the WHO European Region and the
health sector response, 19 June 2006
Gesellschaft für bedrohte Völker (GfBV):
Flüchtlingslager Osterode, 18 September 2006
European Roma Rights Center:
Romani Return to the Mitrovica Mahalla Marred
with Problems
Brown, Mary Jean/Brooks, Barry:
Recommendations for Preventing Lead Poisoning among the Internally Displaced Roma Population in Kosovo
from the Centers for Disease Control and Prevention,
US Centers for Disease Control and Prevention, Atlanta/GA, 27 October 2007
Roma and Ashkali
Documentation Centre (RADC):
Security review of the RAE communities in the divided town of Kosovska Mitrovica,
Pristina, September 2007
Di Fabrizio (del 01/06/2008 @ 08:57:26, in Europa, visitato 1539 volte)
Da
Romanian_Roma
Sabato 16 maggio, all'evento "Notte dei Musei" il Centro Rom "Amare
Rromentza" ha iniziato una raccolta di firme a favore della creazione di un
museo di storia e cultura rom.
La campagna, denominata "Dateci un museo!", secondo un comunicato stampa,
è iniziata durante gli eventi che hanno avuto luogo nella "Notte dei Musei".
"Mentre molti musei organizzano la Notte delle Porte Aperte, i Rom non hanno
un museo da aprire. Noi pensiamo che un museo per i Rom, un'istituzione per
condividere e rappresentare l'etno-cultura rom, è un bisogno fondamentale per
ricostruire la nostra memoria identitaria e riguadagnare la nostra identità
etnica, un'immediata soluzione all'auto-alienazione e un diritto culturale
innegabile, come statuito e garantito dalle norme europee ed internazionali,"
recita il comunicato.
La campagna aperta dalla carovana chiamata "Il museo itinerante per i Rom",
dove giovani Rom, accompagnati da violini, visitavano diversi musei da Bucarest,
un'esposizione di fotografi ed articoli simbolici per la storia e la cultura
rom, terminando le visite in ogni museo raccogliendo firme.
Istituita nel 2005 dal Ministero Francese della Cultura e Comunicazione, la
Notte dei Musei ha riunito nel 2007 un numero di 1,3 milioni di visitatori in
956 musei francesi e risultati similari in 960 musei di 41 paesi europei che
hanno preso parte a questo evento.
L'iniziativa ha lo scopo di costruire e rafforzare una rete di musei europei
attorno ad un evento condiviso. Si intende incoraggiare il pubblico medio,
soprattutto i giovani, a scoprire le collezioni dei musei. L'evento è
organizzato sotto l'egida del Consiglio Internazionale dei Musei e del Consiglio
d'Europa.
DIVERS – www.divers.ro
Di Fabrizio (del 01/06/2008 @ 08:42:24, in Italia, visitato 1585 volte)
Protocollo n. 06/08/pn - li 31/5/2008 Comunicato Stampa
Il sottosegretario, Alfredo Mantovano, di Alleanza
Nazionale, in una
intervista al quotidiano Il Tempo ha dichiarato: "Come
dimostrano i numeri e la realtà sociologica i rom sono una etnia connessa con un
certo tipo di reati. Furti, rapine, per arrivare, come nel caso di Ponticelli,
anche al sequestro di persona".
Il sottosegretario Alfredo Mantovano, in
particolare per la sua funzione nel Governo dello Stato Italiano, dovrebbe
conoscere che la responsabile penale è individuale e non collettiva o di
etnia?
Le dichiarazioni del sottosegretario all’Interno
Alfredo Mantovano sono gravissime e violano la legge, norme e principi
fondanti della legalità e dei diritti.
Sono un Rom e non ha mai rubato, né rapinato
qualcuno, ne sequestrato alcuna cosa o persona, e come me moltissime persone
Rom e Sinte non hanno mai commesso nessuno di tali reati, pertanto le
dichiarazioni generalizzate all’etnia rom del sottosegretario SONO FALSE.
A nome personale quale appartenente alla minoranza
Rom, e quale legale rappresentante della Federazione Rom e Sinti insieme,
contesto con indignazione le dichiarazioni, impregnate di
discriminazione razziale verso le minoranze Rom e Sinte, del sottosegretario
dell’Interno Alfredo Mantovano al quotidiano Il Tempo.
A nome personale quale appartenente alla minoranza
Rom, e quale legale rappresentante della Federazione Rom e Sinti insieme
chiederò alle Istituzioni preposte la tutela delle minoranze Rom e Sinte nel
rispetto delle leggi per le dichiarazioni del sottosegretario Alfredo Mantovano
al quotidiano Il Tempo.
Nazzareno Guarnieri - Presidente federazione
rom e sinti insieme
Federazione Rom e Sinti Insieme
Sede legale: Via
Fanfulla da Lodi, n. 5 - 00167 Roma – C.F.
97510400589
Cellulare:
3277393570 - email:
federazioneromsinti@yahoo.it
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