Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 06/11/2007 @ 08:46:59, in casa, visitato 2568 volte)
By Grattan Puxon
Richard Sheridan, portavoce di
Dale Farm, questa settimana sarà a Bruxelles per ottenere supporto alla
campagna per fermare le ruspe di Basildon contro la più grande comunità
Viaggiante nel Regno Unito.
In compagnia di Joseph Jones, rappresentante dei Viaggianti, chiederà una
moratoria di tutti gli sgomberi finché non siano disponibili aree di sosta in
Gran Bretagna e nel resto d'Europa.
Ci si aspetta che il Parlamento Europeo adotti linee guida per l'inclusione
sociale dei circa 10 milioni di Rom e Viaggianti che vivono nei 27 stati
dell'Unione Europea.
"Siamo stati esclusi per secoli" ha detto Sheridan prima di partire. "Questa
è la nostra chance di indicare un modello per un futuro migliore."
Ma aggiunge che il primo obiettivo è di portare l'attenzione su ciò che
descrive come la politica di pulizia etnica del consiglio di Basildon. Il
consiglio ha votato la spesa di circa 5 milioni di euro per ripulire il
distretto da 150 cosiddette famiglie Viaggianti non autorizzate.
Il
mese scorso, il consiglio ha partecipato nel perseguitare 25 famiglie
Viaggianti che diverse volte tentarono di accamparsi nel territorio
distrettuale. Furono sgomberati grazie alla notoria Sezione 61 del Criminal
Justice Act, che effettivamente proibisce il modo di vita dei Viaggianti.
"La polizia ci ha sgomberato cinque volte in tre giorni," dice Patrick
Gammell. "Dove possiamo vivere? L'anno scorso siamo stati cacciati dalla nostra
terra e sinora siamo stati cacciati ovunque."
Dozzine di piazzole e terreni privati sono stati distrutti negli ultimi
cinque anni dalle autorità locali. Molti hanno impiegato i servizi di
Constant & Co, una compagnia nota per usare mano pesante.
Constant ha raso al suolo la comunità modello di Woodside nel Bedfordshire,
cacciato i Viaggianti e dato alle fiamme le loro proprietà, su incarico del
consiglio di Chelmsford. Il conto per questo lavoro è di oltre 25 milioni di
euro all'anno.
La conferenza di Bruxelles è l'apice di un programma di cinque anni per
incoraggiare la cooperazione tra gli stati membri nella lotta all'esclusione
sociale dei Rom, come previsto nel trattato di Amsterdam del 2002.
Segue una dichiarazione del Commissario per i Diritti Umani del Consiglio
d'Europa ed il rapporto speciale ONU di ottobre che deplora gli sgomberi forzati
e la marginalizzazione di Rom e Viaggianti, compreso la Bretagna.
Appoggiano la dichiarazione, un gruppo di importanti OnG, incluso European
Roma Rights Centre e Greek Helsinki Watch, che portano l'attenzione sulla
minaccia di sgombero a Dale Farm. Viene scritto che Basildon ha nuovamente
rigettato l'appello per ottenere i permessi di sosta, e hanno già distrutto una
dozzina di case nella vicina Hovefields.
Nel frattempo, i Viaggianti di Dale Farm rifiutano di fornire ogni ulteriore
informazione personale sulle loro famiglie. Dicono che il consiglio di Basildon
ha già infranto la legge britannica sulla protezione dei dati, mettendo alcuni
dettagli sanitari e sociali personali in un sito web.
Attualmente, tre famiglie hanno citato il consiglio per danni. Se la loro
azione avesse successo, altre famiglie seguirebbero il loro esempio, la tal cosa
potrebbe costare ai contribuenti di Basildon un milione di euro.
I funzionari comunali sono in difficoltà per il boicottaggio delle
informazioni, dato che hanno bisogno di nuovi dati per la riunione consigliare
del mese prossimo, quando si dovrà rispondere al tribunale sul piano di sgombero
ed essere ascoltai l'11 febbraio.
I procuratori legali hanno consigliato ai Viaggianti di non cooperare con lo
staff consigliare. Puntualizzano che mentre l'ordine di applicazione contro le
86 case di Dale Farm sussiste tuttora, la raccolta dei dati sul welfare non
porterebbe loro benefici.
[...] Dice Kathleen McCarthy, portavoce della Dale Farm Housing Association.
"La richiesta di dati personali è un abuso della nostra privacy. Non è per il
nostro bene."
Dale Farm è stata sotto assedio per sette anni. 500 Viaggianti a cui era stato
garantito il permesso di sosta sul loro terreno, se lo son visti ritirare perché
le loro case si trovano nella cintura verde.
Ma questo secondo Kathleen McCarthy è la ricerca di un capro espiatorio
contro i Viaggianti che hanno comprato i terreni.
L'ex vice primo ministro John Prescot ha suggerito una soluzione attraverso
l'individuazione di un'area alternativo nella vicina Pitsea. Ma il consiglio di
Basildon ha rigettato un piano in questo senso, proposto dalle associazioni dei
Viaggianti.
"Abbiamo fatto un centinaio di richieste di sosta e siamo passati attraverso
cinque inchieste pubbliche," dice Richard Sheridan. "Dicono che siamo illegali,
ma boicottano ogni nostro tentativo di ottenere i permessi."
Di Fabrizio (del 05/11/2007 @ 23:34:31, in Regole, visitato 1661 volte)
Un appello pubblicato in inglese (e qui sotto tradotto in
italiano) con possibilità di aderire online.
http://www.romanetwork.org/protest2.htm
Onorevoli Primi Ministri e Rappresentanti delle Agenzie Intergovernative
Vi scrivo per unire la mia preoccupazione a quella espressa da altri sui
recenti avvenimenti in Italia.
Prima di tutto sono preoccupato che, a seguito di una campagna portata avanti
da prominenti media sin dai mesi estivi, incitando il panico sui crimini
commessi presumibilmente da Rumeni - ed in particolare da Rom Rumeni - il
governo italiano ha votato un decreto d'emergenza che facilita l'espulsione di
cittadini rumeni, con solo una protezione procedurale limitata.
Il sentimento anti-Rom è stato una caratteristica dei media italiani e romeni
almeno dalla fine degli anni '90 e non è mai stato adeguatamente controllato
da nessuna autorità pubblica. Un'intensa campagna - apparentemente con lo scopo
di mobilitare presupposti razzisti sugli "Zingari" nel pubblico italiano in odio
attivo, al fine di spingere a diminuire l'immigrazione - è stata portata avanti
dai media italiani dai mesi estivi del 2007, particolarmente seguendo le morti
di diversi bambini Rom della Romania in un accampamento a Livorno. Le
caratteristiche di questa campagna hanno incluso racconti altamente
sensazionalizzati dei crimini in Italia, come pure l'imputazione della colpa ai
"Rumeni" o "nomadi" per tutti i piccoli crimini violenti e non chiarificati in
Italia.
Settimana scorsa, a seguito di un brutale omicidio a Roma, nel quale il primo
sospettato è un Rom della Romania, il governo ha capitalizzato l'onda di odio
adottando un decreto d'emergenza che dovrebbe permettere l'espulsione dei
cittadini rumeni con solo una protezione procedurale limitata. Dichiarazioni dei
rappresentanti del governo indicano che questo decreto è rivolto primariamente
ai "delinquenti Rumeni". Il decreto sembra permettere violazioni sistematiche
dello spirito e dello scritto della Convenzione Europea sui Dritti Umani che
proibisce le espulsioni collettive degli stranieri.
A seguito della pubblicazione di questo decreto d'emergenza durante la settimana
tra il 29 ottobre e il 2 novembre, è apparso chiaramente che, come è avvenuto
nei comuni di Roma, Milano e altrove, questo decreto è interamente e
predominatamente anti-Rom; interi accampamenti sono stati smantellati, e persone
con aspetto simile a Rom sono stati soggetti a rigorosi controlli di documenti -
apparentemente allo scopo di determinare se dovessero essere espulsi
dall'Italia. Profilazioni razziali di questo tipo violano un numero di norme
delle leggi italiane ed europee. Nei giorni recenti, non c'è stato tuttavia
alcuno sforzo apparente delle autorità italiane per applicare le disposizioni
relative all'anti-discriminazione verso la polizia alla ricerca di "zingari da
espellere".
Questi fatti indicano una preoccupate china del ruolo della legge in Italia.
Pure un certo numero di risposte delle autorità fuori Italia meritano un
commento.
In Romania, anche se alcuni rappresentanti pubblici hanno condannato il
decreto, ci sono state anche espressioni di odio verso i Rom ad un livello
veramente alto. Per esempio Cioroianu, Ministro degli Esteri ha dichiarato in
un'intervista del 4 novembre 2007 riguardo alla crisi attuale: "Mi domandavo se
non potremmo comperare un pezzo di terra nel deserto egiziano, dove spedire
queste persone, che ci rendono noi (Rumeni) una macchietta. E' chiaro che se
vanno in Italia, lì stanno bene, il clima è dolce, sentono intorno a loro una
lingua latina che in qualche modo comprendono in qualche mese..."
C'è una profonda preoccupazione che gli eventi delle recenti settimane
portino a un drammatico collasso delle già fragili relazioni etniche tra Rom e
non-Rom in Romania. Alla luce del fatto che pogroms mortali anti-Rom sono un
passato molto recente, queste preoccupazioni non sono da prendere alla leggera.
Anche le risposte a livello europeo sono state estremamente inadeguate. Il 3
novembre 2007, il Commissario per la Giustizia e le Libertà Civili, Franco
Frattini, lui stesso italiano e strettamente collegato ai partiti politici
italiani, ha dichiarato: "Ciò che c'è da fare è semplice. Entrare in un campo
nomadi a Roma per esempio, e chiedere loro: 'Sapete dirmi dove vivete?' Se
rispondono che non lo sanno, prendeteli e rimandateli in Romania. E' così che
lavorano le direttive europee. E' semplice e sicuro. La Romania non può non
riprenderli, perché questo fa parte dei suoi obblighi come stato membro della
EU." Ha poi chiesto all'Italia di smobilitare i campi per prevenire il rientro
dei Rumeni.
Le dichiarazioni di Frattini seguono a meno di due settimane dopo che Thomas
Hammarberg, Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, notava,
"Purtroppo le azioni di diverse autorità pubbliche... sono state acquiscenti in
questa intensificazione dell'odio anti-Rom" e richiedeva con urgenza che "Gli
standards europei legali e la legislazione anti-discriminazione devono essere
rigorosamente rinforzate per assicurare una fine al trattamento arbitrario
basato su un animo razziale contro i Rom".
Sono estremamente preoccupato dalla tollerante, persino compiacente
attitudine dei governi italiano e rumeno e dell'Unione Europea (EU) in generale
quando si tratta di anti-ziganismo, così come dell'assenza di una reazione EU
alle dichiarazioni di alcuni politici rumeni ed italiani. E' inaccettabile che
le autorità statli contribuiscano a colpevolizzare collettivamente cittadini
rumeni ed abbiano un approccio docile mascherato da diplomazia verso le
osservazioni xenofobe di alti funzionari.
Infine, come riportato da Le Monde il 4-5 novembre 2007, sono
preoccupato perché appare possibile l'adozione di una nuova Direttiva
dell'Unione Europea che limiterebbe il diritto della libertà di movimento dei
cittadini europei tra gli Stati Membri. Come osservato da Le Monde, l'attuale
livello di protezione europeo tutela gli individui dalla minaccia di espulsioni
forzate verso i paesi di origine, quando erompono episodi di razzismo di massa,
come quelli visti nei giorni recenti in Italia. L'erosione di questi standards -
ancora, come risultato dell'isteria anti-zigana - sarebbe, in poche parole, un
evento sconvolgente.
La mobilitazione di uno stato per scopi esplicitamente razzisti è qualcosa,
avevamo inteso, apparteneva al passato in Europa.
Vi chiedo di intraprendere tutte le azioni possibili nei poteri derivati dai
vostri uffizi, per porre termine a questi atti esplicitamente razzisti, e
calmare gli infiammati pubblici di Italia e Romania.
http://www.romanetwork.org/protest2.htm
Di Fabrizio (del 05/11/2007 @ 09:32:53, in Europa, visitato 1753 volte)
Da
La
voix des Rroms
Circa 400 Rroms della Romania ha manifestato ieri, 31 ottobre a
Saint-Denis (93) per denunciare le recenti incursioni sul dipartimento ed il
diritto di lavorare regolarmente in Francia. Una delegazione è stata ricevuta
alla vice prefettura di Saint-Denis dal segretario generale, la signora Bartoli
ed il sig. Mathieu, capo d'ufficio, che hanno preso nota, ma non hanno potuto
rispondere alle rivendicazioni, cioè la sospensione delle espulsioni ed un
diritto al lavoro effettivo per questi nuovi cittadini europei.
Dal 1 gennaio 2002, i cittadini rumeni e bulgari hanno acquisito il diritto
di entrare e restare nello spazio Schengen, fra cui la Francia per meno di tre
mesi, senza visto. In estate 2003, cioè un anno dopo quest'apertura, il
ministero dell'interno riconosceva che c'erano in Francia circa 5000 Rroms della
Romania nelle bidonvilles, e questa cifra non è sensibilmente cambiata dopo.
Varie volte quest'estate, il sig. Brice de Hortefeux ha dichiarato che l'entrata
della Romania e della Bulgaria complicava il conseguimento dell'obiettivo
quantificato di 25.000 espulsioni di stranieri, poiché il 30% degli espulsi 2006
era costituito da rumeni o bulgari. Nei fatti, si tratta di Rroms di questi due
paesi con alcune eccezioni, cosa che vuole dire che 8.000 Rroms rumeni e bulgari
sarebbero stati espulsi nel 2006, mentre in tutto sono tra 5000 e 6000, e sempre
in Francia. Infatti, dei Rroms sono stati espulsi 2, o 3 volte nel corso
dell'anno, da cui la cifra di 8.000 espulsioni, che rappresenta così circa 80
milioni di euro per il contribuente francese se si prende in considerazione la
media di 10.000 euro con espulsione. E tutto ciò per rinviare persone di cui si
sa pertinentemente che ritorneranno alcuni giorni dopo, poiché hanno il diritto
di farlo.
Con l'entrata dei loro paesi rispettivo all'Ue, una nuova tecnica è realizzata:
il ritorno volontario forzato. La polizia arriva sul terreno, lo circonda
bloccando la circolazione e proibendo l'accesso ad ogni persona esterna.
Accompagnata dall'ANAEM, fa firmare gli obblighi di lasciare il territorio
francese e la domanda d'aiuto al ritorno, cioè 153 euro per adulto e 46 euro per
bambino, sotto la minaccia d'imprigionamento. Nel corso di una riunione giovedì
scorso, il prefetto di Seine-Saint-Denis ha dichiarato che non tollererà più
nessun "accampamento selvaggio" sul suo territorio.
È in questo contesto che i Rroms si sono mobilitati numerosi per dare l'allarme
all'opinione pubblica su questi metodi che distruggono i loro progetti,
sprecando il denaro pubblico, la totalità sacrificata all'altare dell'obiettivo
sacrosanto di misure di distanza dalla macchina infernale delle espulsioni
massicce. Obbligati ad ottenere un'autorizzazione preventiva per lavorare
regolarmente hanno chiesto anche l'alleggerimento delle procedure, che rendono
questo diritto inaccessibile: un contributo di 893 euro a carico del datore di
lavoro ed una procedura che dura in media 3 mesi. Le insufficienze di forze di
lavoro non giustificano tale procedura, nella misura in cui gli 80.000 euro
sprecati nel 2006 avrebbero potuto in gran parte coprire le spese per assumere
più personale che studierebbe le cartelle e che delibererebbe entro alcuni
giorni.
In seguito alla riunione con i rappresentanti della vice prefettura, hanno
comunicato che attendevano un seguito a questo scambio ed alla relazione che
sarebbe stata consegnata alle autorità aventi un potere di decisione. Nessun
termine è stato indicato per la risposta. Alla fine della riunione, la
delegazione ha segnalato che i Rroms attenderebbe una risposta entro un termine
ragionevole, e che manterrebbero e rafforzerebbero la loro mobilitazione.
Di Fabrizio (del 04/11/2007 @ 09:32:08, in Italia, visitato 2515 volte)
Ricevo da Maria Grazia Dicati
Sono tanti i rumeni che vivono in Italia, le cifre parlano da sole, più di
640.000 : é la comunità più numerosa che vive in Italia. Quello che è
successo a Roma e’ veramente orribile.
Siamo sconvolti, sono il primo a dirlo come rumeno che vive in Italia da più di
dieci anni.
Come rifugiato politico e in nome della LEGA PER LA PROTEZIONE DEI DIRITTI
DELLE PERSONE COMUNITARIE EXTRACOMUNITARIE E DEI RIFUGIATI POLITICI sono vicino
alla famiglia, vicino alla loro sofferenza.
Sono anni che stiamo cercando di tutelare le persone più deboli, sono anni che
lavoriamo perchè i diritti e la legge siano rispettati, ci stiamo domandando
perchè si è arrivati fin a questo punto di odio.
Quello che io posso dire, in base alla realtà che ho conosciuto, è che i rom
rumeni in questi ultimi 60 anni hanno subito, nel loro Paese di provenienza, una
situazione di emarginazione e di non inserimento dovuto in gran parte dalla
volontà delle stesse autorità rumene, all'incapacità con cui queste autorità
hanno affrontato il problema della minoranza rom, pur essendo i rom una
minoranza rappresenta anche nel loro Parlamento.
C'è poi una questione sociale che spesso viene dimenticata:lo stipendio di un
operaio rumeno è di circa 150 euro, a fronte di prezzi al consumo superano
addirittura quelli italiani. Il governo chiede quindi enormi sacrifici al popolo
rumeno, ma nel frattempo la maggior parte dei parlamentari rumeni sono
ricchissimi e la corruzione è alle stelle,e se per un rumeno è difficile
sopravvivere,ancora più difficile è la condizione per i rom di fronte ad una
situazione di esclusione sociale (e parliamo di una minoranza di quasi due
milioni di persone).
Un altro fatto molto importante è che, vigendo in Romania un codice penale che
prevede pene mostruose per qualsiasi tipo di reato, i rom, che per la maggior
parte non hanno una istruzione scolastica che permetta loro di accedere ad un
lavoro scappano via e i reati li commettono in Europa.
Il governo rumeno deve allora ammettere le sue colpe,la superficialità con cui
fino ad ora ha affrontato il problema rom. Quello che servirebbe è un
cambiamento totale dell'atteggiamento nei loro confronti. Ma qui non si parla
solo del governo rumeno, perché ora il problema riguarda anche quello italiano.
In un Paese civile come l'Italia non è possibile accettare una politica di
pulizia etnica, e non è giusto che si torni agli anni trentotto quando Mussolini
ha espulso gli ebrei.
Lo Stato deve garantire la sicurezza del cittadino ma non emanare delle leggi
che mettono a rischio intere comunità. Per questi motivi chiediamo un incontro
con i rappresentanti del governo rumeno, affinché si attivi velocemente un
tavolo interistituzionale coinvolgendo tute le categorie che possano contribuire
a risolvere al più presto questa problema.
Serve veramente un investimento umano da parte delle autorità rumene, per
avviare programmi di inserimento, incentivi statali per l'inserimento lavorativo
dei rom
Con il contributo di tutti noi possiamo superare e risolvere questo tipo di
problemi che noi stessi abbiamo creati.
BASTA CON LA CACCIA AI ROM, AI RUMENI, AI MIGRANTI che sono una ricchezza
per il paese. Respingiamo tutte le politiche di xenofobia e di odio razziale che
hanno prodotto un decreto legge varato sull'onda dell'emotività e delle
pressioni della destra, un decreto che non risolve i problemi della sicurezza.
Pensare che demolendo le baracche dove vivono i disperati si risolve il problema
della criminalità è sbagliato.
Le leggi servono per tutelare la cittadinanza e non per creare odio.
Per questo riteniamo sbagliatissimo l'intervento di Veltroni alla TV rumena e
ancora più sbagliate le risposte del premier rumeno che nella sua ignoranza
della situazione non ha fatto altro che consentire alla colpevolizzazione di un
intero popolo
La stragrande maggioranza del popolo rumeno è un popolo di lavoratori, umili e
rispettosi, ed è il caso di ricordare che è stata proprio una donna rumena a
denunciare il rom ,ma tutto questo è
passato in secondo piano.
Quanti rumeni sono morti nei cantieri dove lavoravano,nell'indifferenza e nel
silenzio di uomini politici e mass media?
Per quanto tempo giornali e mass media si occuperanno dei quattro rumeni
massacrati a Tor bella monaca o di quelli costretti a fuggire per evitare
linciaggi?
E’ tutto sbagliato. Chiediamo collaborazione e nello stesso tempo buon senso.
Sevastian Zlotea Rifugiato politico.
Di Fabrizio (del 03/11/2007 @ 00:38:56, in Italia, visitato 1934 volte)
Ricevo da Dijana Pavlovic
Mercoledì 31 ottobre, al terzo giorno di digiuno, al presidio davanti a
palazzo marino hanno portato la loro solidarietà Dario Fo e Franca Rame, i
presidenti della Caritas, delle ACLI e dell'ARCI, la Camera del lavoro di
Milano, su proposta della quale si terrà il 14 novembre una conferenza unitaria
per una strategia comune. Alle 14, dopo nostra richiesta,la dottoressa Lucarelli,
funzionario dell'assessorato alle politiche sociali, ci ha comunicato che
l'assessore Moioli era disponibile a un incontro con una delegazione dei
digiunanti. Abbiamo deciso quindi di far partecipare alla delegazione le mamme e
i bambini espulsi da viale Ortles insieme con alcuni rappresentanti del campo di
S. Dionigi. Al momento dell'incontro l'assessore, smentendo clamorosamente
l'accordo fatto con il suo funzionario, ha dichiarato che avrebbe parlato solo
con i rom presenti. A questo atteggiamento arrogante e pretestuoso anche i rom
hanno risposto rifiutando di partecipare all'incontro e insieme abbiamo
presidiato l'assessorato, mentre l'assessore se ne andava precipitosamente, fino
all'arrivo della senatrice Franca Rame che messasi in collegamento con il
sindaco Moratti otteneva il rientro dell'assessore per affrontare e risolvere il
problema da noi posto. L'incontro, con la partecipazione dei rom, si concludeva
con la dichiarazione della Moioli che le due donne espulse con i loro figli
rientravano immediatamente in viale Ortles e con l'impegno a dare
una sistemazione definitiva agli sgomberati da S. Dionigi.
Alla luce di tutto ciò il presidio è stato sospeso mentre il digiuno di protesta
prosegue a staffetta tra quanti vi hanno aderito per verificare il rispetto
degli impegni presi.
Di Fabrizio (del 02/11/2007 @ 09:03:45, in casa, visitato 2129 volte)
L'ANTIZIGANISMO IN EUROPA.
L'AZIONE DELLE ISTITUZIONI EUROPEE A TUTELA DELLE MINORANZE ROM E SINTE.
Interviene: Eva Rizzin
Introduce e coordina: Tommaso Vitale
Partecipano alla discussione: Giorgio Bezzecchi (Opera Nomadi Milano), Massimo Bricocoli (Politecnico di Milano), Laura
Centemeri (Università di Milano), Simone Tosi (Università di Milano Bicocca).
Giovedì 8 novembre, h 10:00
dipartimento di sociologia e ricerca sociale
Aula Pagani
III piano, edificio U7
via bicocca degli arcimboldi 8
MIlano
Seminario mensile di studio e riflessione sulle politiche per le minoranze rom e
sinte
Accesso: il seminario è liibero e ad accesso gratuito, rivolto a studenti,
studiosi ed attivisti
Si prega di dare conferma della presenza per posta elettronica
E-mail: laura.boschetti@yahoo.it
Eva Rizzin:
- si è laureata in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Trieste con
una tesi sulla cultura della comunità dei Sinti Gackane Eftawagaria;
- ha conseguito un Dottorato di ricerca in Geopolitica e Geostrategia presso
l’Università degli Studi di Trieste sul f enomeno dell’Antiziganismo nell’Europa
allargata;
- appartiene alla comunità dei Sinti; collabora con OsservAzione, centro di
ricerca-azione contro la discriminazione di rom e sinti;
- è membro del comitato Rom e Sinti Insieme, il primo coordinamento nazionale di
Sinti e Rom, che intende riunire intorno a sé tutte le comunità presenti in
Italia.
Di Sucar Drom (del 01/11/2007 @ 09:40:23, in blog, visitato 1620 volte)
Cassazione, la giustizia è uguale per tutti ma per i Rom immigrati...
Linea dura della Cassazione nei confronti dei Rom immigrati che forniscono false
generalità e hanno precedenti penali. La Suprema Corte ha deciso che non possono
patteggiare la pena ottenendo, così, la sospensione condizionale della condanna
in forza della scelta d...
Biennale di Venezia, ultimi giorni per visitare il padiglione rom "paradise
lost"
Ultimi giorni per visitare Paradise Lost, il padiglione d’arte contemporanea rom
allestito alla 52° Edizione della Biennale di Venezia. Fino al 21 novembre
potrete visitare il padiglione, presso il Palazzo Pisani, dove troverete
dipinti, video e installazioni realizzati da quindi...
Prato, non siamo razzisti ma...
Le ragioni addotte dall'assessore ai servizi sociali sulla opportunità di
trasformare il campo nomadi di via Pollative in un villaggio nomadi spiegano
all'opinione pubblica soltanto una parte del problema e cioè quella di garantire
servizi essenziali e dignità a perso...
La via italiana per una scuola interculturale
Presentate le linee guida del ministero della Pubblica Istruzione. Corsi di
italiano come seconda lingua, formazione per insegnanti e dirigenti, accordi sul
territorio per evitare scuole-ghetto. Con oltre mezzo milione di bambini e
ragazzi stranieri tra i banchi, la scuola italiana si attrezza per accoglierli
al meglio, con una "via italiana all'intercultura", come si chiama il documento
preparato da...
Lamezia Terme (CZ), regolarizzare la raccolta dei materiali ferrosi
È una delle poche attività dei Rom: raccogliere ferro vecchio e rivenderlo a
peso. Un'opera di riciclaggio che aiuta l'ambiente. Loro però hanno un problema
e ieri l'hanno esternato al vicesindaco Elvira Falvo che ha anche la delega per
i problemi dei Rom: le "Apine" a tre ruote (in foto) con cui raccolgono i
rifiuti ferrosi non hanno l'autori...
Riforme, serve un clima politico di forte responsabilità
"Per affrontare una stagione di riforme occorre un clima politico di grande e
forte responsabilità, trasversale agli schieramenti politici". Lo ha evidenziato
il deputato Roberto Nicco (gruppo Minoranze linguistiche), intervenendo oggi in
aula sulla riforma costituzionale. Nel suo intervento il deputato valdostano,
dopo aver sottolineato "come da ormai troppi anni si discuta in Italia di
riforme co...
Emilia Romagna, la legge 47/1988 determina le politiche
"Le politiche della Regione Emilia-Romagna sui nomadi sono volte all'inclusione
sociale di una minoranza di persone legalmente residenti nei Comuni della nostra
Regione". Così l'assessore alle Politiche sociali e immigrazione della Regione,
Annamaria Dapporto, risp...
Bologna, romancero gitano
Proprio a Bologna dove è partita due anni fa la caccia al Rom rumeno è stato
presentato, in prima nazionale, ''Romancero gitano'', l'ultimo lavoro della
danzatrice-coreografa Cristina Hoyos, alla direzione del Ballet Flamenco de
Andalusia, ad inaugurare il 25 ottobre, la stagione teatrale 2007/2008
dell'Arena del Sole - Teatro Stabile di ...
Padova, i Sinti chiedono di non essere cacciati
Dovevano essere sgomberati alcuni giorni fa ma i servizi sociali hanno concesso
loro una proroga di altri dieci giorni. Si tratta delle famiglie di sinti
veneti, Basso e Udorovich, che da un paio di mesi stazionano con quattro
roulotte vicino al campo nomadi di via Tassinari laterale di corso Australia.
«Nella nostra famiglia - ha affermato Gaetana Basso - abbiamo tre bambini e un
altro nascerà a dicembre. Il Comune vuole che andiamo via, ma noi non sappiamo
dove. Di cer...
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