Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Sucar Drom (del 01/11/2007 @ 09:40:23, in blog, visitato 1621 volte)
Cassazione, la giustizia è uguale per tutti ma per i Rom immigrati...
Linea dura della Cassazione nei confronti dei Rom immigrati che forniscono false
generalità e hanno precedenti penali. La Suprema Corte ha deciso che non possono
patteggiare la pena ottenendo, così, la sospensione condizionale della condanna
in forza della scelta d...
Biennale di Venezia, ultimi giorni per visitare il padiglione rom "paradise
lost"
Ultimi giorni per visitare Paradise Lost, il padiglione d’arte contemporanea rom
allestito alla 52° Edizione della Biennale di Venezia. Fino al 21 novembre
potrete visitare il padiglione, presso il Palazzo Pisani, dove troverete
dipinti, video e installazioni realizzati da quindi...
Prato, non siamo razzisti ma...
Le ragioni addotte dall'assessore ai servizi sociali sulla opportunità di
trasformare il campo nomadi di via Pollative in un villaggio nomadi spiegano
all'opinione pubblica soltanto una parte del problema e cioè quella di garantire
servizi essenziali e dignità a perso...
La via italiana per una scuola interculturale
Presentate le linee guida del ministero della Pubblica Istruzione. Corsi di
italiano come seconda lingua, formazione per insegnanti e dirigenti, accordi sul
territorio per evitare scuole-ghetto. Con oltre mezzo milione di bambini e
ragazzi stranieri tra i banchi, la scuola italiana si attrezza per accoglierli
al meglio, con una "via italiana all'intercultura", come si chiama il documento
preparato da...
Lamezia Terme (CZ), regolarizzare la raccolta dei materiali ferrosi
È una delle poche attività dei Rom: raccogliere ferro vecchio e rivenderlo a
peso. Un'opera di riciclaggio che aiuta l'ambiente. Loro però hanno un problema
e ieri l'hanno esternato al vicesindaco Elvira Falvo che ha anche la delega per
i problemi dei Rom: le "Apine" a tre ruote (in foto) con cui raccolgono i
rifiuti ferrosi non hanno l'autori...
Riforme, serve un clima politico di forte responsabilità
"Per affrontare una stagione di riforme occorre un clima politico di grande e
forte responsabilità, trasversale agli schieramenti politici". Lo ha evidenziato
il deputato Roberto Nicco (gruppo Minoranze linguistiche), intervenendo oggi in
aula sulla riforma costituzionale. Nel suo intervento il deputato valdostano,
dopo aver sottolineato "come da ormai troppi anni si discuta in Italia di
riforme co...
Emilia Romagna, la legge 47/1988 determina le politiche
"Le politiche della Regione Emilia-Romagna sui nomadi sono volte all'inclusione
sociale di una minoranza di persone legalmente residenti nei Comuni della nostra
Regione". Così l'assessore alle Politiche sociali e immigrazione della Regione,
Annamaria Dapporto, risp...
Bologna, romancero gitano
Proprio a Bologna dove è partita due anni fa la caccia al Rom rumeno è stato
presentato, in prima nazionale, ''Romancero gitano'', l'ultimo lavoro della
danzatrice-coreografa Cristina Hoyos, alla direzione del Ballet Flamenco de
Andalusia, ad inaugurare il 25 ottobre, la stagione teatrale 2007/2008
dell'Arena del Sole - Teatro Stabile di ...
Padova, i Sinti chiedono di non essere cacciati
Dovevano essere sgomberati alcuni giorni fa ma i servizi sociali hanno concesso
loro una proroga di altri dieci giorni. Si tratta delle famiglie di sinti
veneti, Basso e Udorovich, che da un paio di mesi stazionano con quattro
roulotte vicino al campo nomadi di via Tassinari laterale di corso Australia.
«Nella nostra famiglia - ha affermato Gaetana Basso - abbiamo tre bambini e un
altro nascerà a dicembre. Il Comune vuole che andiamo via, ma noi non sappiamo
dove. Di cer...
Di Fabrizio (del 02/11/2007 @ 09:03:45, in casa, visitato 2132 volte)
L'ANTIZIGANISMO IN EUROPA.
L'AZIONE DELLE ISTITUZIONI EUROPEE A TUTELA DELLE MINORANZE ROM E SINTE.
Interviene: Eva Rizzin
Introduce e coordina: Tommaso Vitale
Partecipano alla discussione: Giorgio Bezzecchi (Opera Nomadi Milano), Massimo Bricocoli (Politecnico di Milano), Laura
Centemeri (Università di Milano), Simone Tosi (Università di Milano Bicocca).
Giovedì 8 novembre, h 10:00
dipartimento di sociologia e ricerca sociale
Aula Pagani
III piano, edificio U7
via bicocca degli arcimboldi 8
MIlano
Seminario mensile di studio e riflessione sulle politiche per le minoranze rom e
sinte
Accesso: il seminario è liibero e ad accesso gratuito, rivolto a studenti,
studiosi ed attivisti
Si prega di dare conferma della presenza per posta elettronica
E-mail: laura.boschetti@yahoo.it
Eva Rizzin:
- si è laureata in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Trieste con
una tesi sulla cultura della comunità dei Sinti Gackane Eftawagaria;
- ha conseguito un Dottorato di ricerca in Geopolitica e Geostrategia presso
l’Università degli Studi di Trieste sul f enomeno dell’Antiziganismo nell’Europa
allargata;
- appartiene alla comunità dei Sinti; collabora con OsservAzione, centro di
ricerca-azione contro la discriminazione di rom e sinti;
- è membro del comitato Rom e Sinti Insieme, il primo coordinamento nazionale di
Sinti e Rom, che intende riunire intorno a sé tutte le comunità presenti in
Italia.
Di Fabrizio (del 03/11/2007 @ 00:38:56, in Italia, visitato 1937 volte)
Ricevo da Dijana Pavlovic
Mercoledì 31 ottobre, al terzo giorno di digiuno, al presidio davanti a
palazzo marino hanno portato la loro solidarietà Dario Fo e Franca Rame, i
presidenti della Caritas, delle ACLI e dell'ARCI, la Camera del lavoro di
Milano, su proposta della quale si terrà il 14 novembre una conferenza unitaria
per una strategia comune. Alle 14, dopo nostra richiesta,la dottoressa Lucarelli,
funzionario dell'assessorato alle politiche sociali, ci ha comunicato che
l'assessore Moioli era disponibile a un incontro con una delegazione dei
digiunanti. Abbiamo deciso quindi di far partecipare alla delegazione le mamme e
i bambini espulsi da viale Ortles insieme con alcuni rappresentanti del campo di
S. Dionigi. Al momento dell'incontro l'assessore, smentendo clamorosamente
l'accordo fatto con il suo funzionario, ha dichiarato che avrebbe parlato solo
con i rom presenti. A questo atteggiamento arrogante e pretestuoso anche i rom
hanno risposto rifiutando di partecipare all'incontro e insieme abbiamo
presidiato l'assessorato, mentre l'assessore se ne andava precipitosamente, fino
all'arrivo della senatrice Franca Rame che messasi in collegamento con il
sindaco Moratti otteneva il rientro dell'assessore per affrontare e risolvere il
problema da noi posto. L'incontro, con la partecipazione dei rom, si concludeva
con la dichiarazione della Moioli che le due donne espulse con i loro figli
rientravano immediatamente in viale Ortles e con l'impegno a dare
una sistemazione definitiva agli sgomberati da S. Dionigi.
Alla luce di tutto ciò il presidio è stato sospeso mentre il digiuno di protesta
prosegue a staffetta tra quanti vi hanno aderito per verificare il rispetto
degli impegni presi.
Di Fabrizio (del 04/11/2007 @ 09:32:08, in Italia, visitato 2517 volte)
Ricevo da Maria Grazia Dicati
Sono tanti i rumeni che vivono in Italia, le cifre parlano da sole, più di
640.000 : é la comunità più numerosa che vive in Italia. Quello che è
successo a Roma e’ veramente orribile.
Siamo sconvolti, sono il primo a dirlo come rumeno che vive in Italia da più di
dieci anni.
Come rifugiato politico e in nome della LEGA PER LA PROTEZIONE DEI DIRITTI
DELLE PERSONE COMUNITARIE EXTRACOMUNITARIE E DEI RIFUGIATI POLITICI sono vicino
alla famiglia, vicino alla loro sofferenza.
Sono anni che stiamo cercando di tutelare le persone più deboli, sono anni che
lavoriamo perchè i diritti e la legge siano rispettati, ci stiamo domandando
perchè si è arrivati fin a questo punto di odio.
Quello che io posso dire, in base alla realtà che ho conosciuto, è che i rom
rumeni in questi ultimi 60 anni hanno subito, nel loro Paese di provenienza, una
situazione di emarginazione e di non inserimento dovuto in gran parte dalla
volontà delle stesse autorità rumene, all'incapacità con cui queste autorità
hanno affrontato il problema della minoranza rom, pur essendo i rom una
minoranza rappresenta anche nel loro Parlamento.
C'è poi una questione sociale che spesso viene dimenticata:lo stipendio di un
operaio rumeno è di circa 150 euro, a fronte di prezzi al consumo superano
addirittura quelli italiani. Il governo chiede quindi enormi sacrifici al popolo
rumeno, ma nel frattempo la maggior parte dei parlamentari rumeni sono
ricchissimi e la corruzione è alle stelle,e se per un rumeno è difficile
sopravvivere,ancora più difficile è la condizione per i rom di fronte ad una
situazione di esclusione sociale (e parliamo di una minoranza di quasi due
milioni di persone).
Un altro fatto molto importante è che, vigendo in Romania un codice penale che
prevede pene mostruose per qualsiasi tipo di reato, i rom, che per la maggior
parte non hanno una istruzione scolastica che permetta loro di accedere ad un
lavoro scappano via e i reati li commettono in Europa.
Il governo rumeno deve allora ammettere le sue colpe,la superficialità con cui
fino ad ora ha affrontato il problema rom. Quello che servirebbe è un
cambiamento totale dell'atteggiamento nei loro confronti. Ma qui non si parla
solo del governo rumeno, perché ora il problema riguarda anche quello italiano.
In un Paese civile come l'Italia non è possibile accettare una politica di
pulizia etnica, e non è giusto che si torni agli anni trentotto quando Mussolini
ha espulso gli ebrei.
Lo Stato deve garantire la sicurezza del cittadino ma non emanare delle leggi
che mettono a rischio intere comunità. Per questi motivi chiediamo un incontro
con i rappresentanti del governo rumeno, affinché si attivi velocemente un
tavolo interistituzionale coinvolgendo tute le categorie che possano contribuire
a risolvere al più presto questa problema.
Serve veramente un investimento umano da parte delle autorità rumene, per
avviare programmi di inserimento, incentivi statali per l'inserimento lavorativo
dei rom
Con il contributo di tutti noi possiamo superare e risolvere questo tipo di
problemi che noi stessi abbiamo creati.
BASTA CON LA CACCIA AI ROM, AI RUMENI, AI MIGRANTI che sono una ricchezza
per il paese. Respingiamo tutte le politiche di xenofobia e di odio razziale che
hanno prodotto un decreto legge varato sull'onda dell'emotività e delle
pressioni della destra, un decreto che non risolve i problemi della sicurezza.
Pensare che demolendo le baracche dove vivono i disperati si risolve il problema
della criminalità è sbagliato.
Le leggi servono per tutelare la cittadinanza e non per creare odio.
Per questo riteniamo sbagliatissimo l'intervento di Veltroni alla TV rumena e
ancora più sbagliate le risposte del premier rumeno che nella sua ignoranza
della situazione non ha fatto altro che consentire alla colpevolizzazione di un
intero popolo
La stragrande maggioranza del popolo rumeno è un popolo di lavoratori, umili e
rispettosi, ed è il caso di ricordare che è stata proprio una donna rumena a
denunciare il rom ,ma tutto questo è
passato in secondo piano.
Quanti rumeni sono morti nei cantieri dove lavoravano,nell'indifferenza e nel
silenzio di uomini politici e mass media?
Per quanto tempo giornali e mass media si occuperanno dei quattro rumeni
massacrati a Tor bella monaca o di quelli costretti a fuggire per evitare
linciaggi?
E’ tutto sbagliato. Chiediamo collaborazione e nello stesso tempo buon senso.
Sevastian Zlotea Rifugiato politico.
Di Fabrizio (del 05/11/2007 @ 09:32:53, in Europa, visitato 1756 volte)
Da
La
voix des Rroms
Circa 400 Rroms della Romania ha manifestato ieri, 31 ottobre a
Saint-Denis (93) per denunciare le recenti incursioni sul dipartimento ed il
diritto di lavorare regolarmente in Francia. Una delegazione è stata ricevuta
alla vice prefettura di Saint-Denis dal segretario generale, la signora Bartoli
ed il sig. Mathieu, capo d'ufficio, che hanno preso nota, ma non hanno potuto
rispondere alle rivendicazioni, cioè la sospensione delle espulsioni ed un
diritto al lavoro effettivo per questi nuovi cittadini europei.
Dal 1 gennaio 2002, i cittadini rumeni e bulgari hanno acquisito il diritto
di entrare e restare nello spazio Schengen, fra cui la Francia per meno di tre
mesi, senza visto. In estate 2003, cioè un anno dopo quest'apertura, il
ministero dell'interno riconosceva che c'erano in Francia circa 5000 Rroms della
Romania nelle bidonvilles, e questa cifra non è sensibilmente cambiata dopo.
Varie volte quest'estate, il sig. Brice de Hortefeux ha dichiarato che l'entrata
della Romania e della Bulgaria complicava il conseguimento dell'obiettivo
quantificato di 25.000 espulsioni di stranieri, poiché il 30% degli espulsi 2006
era costituito da rumeni o bulgari. Nei fatti, si tratta di Rroms di questi due
paesi con alcune eccezioni, cosa che vuole dire che 8.000 Rroms rumeni e bulgari
sarebbero stati espulsi nel 2006, mentre in tutto sono tra 5000 e 6000, e sempre
in Francia. Infatti, dei Rroms sono stati espulsi 2, o 3 volte nel corso
dell'anno, da cui la cifra di 8.000 espulsioni, che rappresenta così circa 80
milioni di euro per il contribuente francese se si prende in considerazione la
media di 10.000 euro con espulsione. E tutto ciò per rinviare persone di cui si
sa pertinentemente che ritorneranno alcuni giorni dopo, poiché hanno il diritto
di farlo.
Con l'entrata dei loro paesi rispettivo all'Ue, una nuova tecnica è realizzata:
il ritorno volontario forzato. La polizia arriva sul terreno, lo circonda
bloccando la circolazione e proibendo l'accesso ad ogni persona esterna.
Accompagnata dall'ANAEM, fa firmare gli obblighi di lasciare il territorio
francese e la domanda d'aiuto al ritorno, cioè 153 euro per adulto e 46 euro per
bambino, sotto la minaccia d'imprigionamento. Nel corso di una riunione giovedì
scorso, il prefetto di Seine-Saint-Denis ha dichiarato che non tollererà più
nessun "accampamento selvaggio" sul suo territorio.
È in questo contesto che i Rroms si sono mobilitati numerosi per dare l'allarme
all'opinione pubblica su questi metodi che distruggono i loro progetti,
sprecando il denaro pubblico, la totalità sacrificata all'altare dell'obiettivo
sacrosanto di misure di distanza dalla macchina infernale delle espulsioni
massicce. Obbligati ad ottenere un'autorizzazione preventiva per lavorare
regolarmente hanno chiesto anche l'alleggerimento delle procedure, che rendono
questo diritto inaccessibile: un contributo di 893 euro a carico del datore di
lavoro ed una procedura che dura in media 3 mesi. Le insufficienze di forze di
lavoro non giustificano tale procedura, nella misura in cui gli 80.000 euro
sprecati nel 2006 avrebbero potuto in gran parte coprire le spese per assumere
più personale che studierebbe le cartelle e che delibererebbe entro alcuni
giorni.
In seguito alla riunione con i rappresentanti della vice prefettura, hanno
comunicato che attendevano un seguito a questo scambio ed alla relazione che
sarebbe stata consegnata alle autorità aventi un potere di decisione. Nessun
termine è stato indicato per la risposta. Alla fine della riunione, la
delegazione ha segnalato che i Rroms attenderebbe una risposta entro un termine
ragionevole, e che manterrebbero e rafforzerebbero la loro mobilitazione.
Di Fabrizio (del 05/11/2007 @ 23:34:31, in Regole, visitato 1664 volte)
Un appello pubblicato in inglese (e qui sotto tradotto in
italiano) con possibilità di aderire online.
http://www.romanetwork.org/protest2.htm
Onorevoli Primi Ministri e Rappresentanti delle Agenzie Intergovernative
Vi scrivo per unire la mia preoccupazione a quella espressa da altri sui
recenti avvenimenti in Italia.
Prima di tutto sono preoccupato che, a seguito di una campagna portata avanti
da prominenti media sin dai mesi estivi, incitando il panico sui crimini
commessi presumibilmente da Rumeni - ed in particolare da Rom Rumeni - il
governo italiano ha votato un decreto d'emergenza che facilita l'espulsione di
cittadini rumeni, con solo una protezione procedurale limitata.
Il sentimento anti-Rom è stato una caratteristica dei media italiani e romeni
almeno dalla fine degli anni '90 e non è mai stato adeguatamente controllato
da nessuna autorità pubblica. Un'intensa campagna - apparentemente con lo scopo
di mobilitare presupposti razzisti sugli "Zingari" nel pubblico italiano in odio
attivo, al fine di spingere a diminuire l'immigrazione - è stata portata avanti
dai media italiani dai mesi estivi del 2007, particolarmente seguendo le morti
di diversi bambini Rom della Romania in un accampamento a Livorno. Le
caratteristiche di questa campagna hanno incluso racconti altamente
sensazionalizzati dei crimini in Italia, come pure l'imputazione della colpa ai
"Rumeni" o "nomadi" per tutti i piccoli crimini violenti e non chiarificati in
Italia.
Settimana scorsa, a seguito di un brutale omicidio a Roma, nel quale il primo
sospettato è un Rom della Romania, il governo ha capitalizzato l'onda di odio
adottando un decreto d'emergenza che dovrebbe permettere l'espulsione dei
cittadini rumeni con solo una protezione procedurale limitata. Dichiarazioni dei
rappresentanti del governo indicano che questo decreto è rivolto primariamente
ai "delinquenti Rumeni". Il decreto sembra permettere violazioni sistematiche
dello spirito e dello scritto della Convenzione Europea sui Dritti Umani che
proibisce le espulsioni collettive degli stranieri.
A seguito della pubblicazione di questo decreto d'emergenza durante la settimana
tra il 29 ottobre e il 2 novembre, è apparso chiaramente che, come è avvenuto
nei comuni di Roma, Milano e altrove, questo decreto è interamente e
predominatamente anti-Rom; interi accampamenti sono stati smantellati, e persone
con aspetto simile a Rom sono stati soggetti a rigorosi controlli di documenti -
apparentemente allo scopo di determinare se dovessero essere espulsi
dall'Italia. Profilazioni razziali di questo tipo violano un numero di norme
delle leggi italiane ed europee. Nei giorni recenti, non c'è stato tuttavia
alcuno sforzo apparente delle autorità italiane per applicare le disposizioni
relative all'anti-discriminazione verso la polizia alla ricerca di "zingari da
espellere".
Questi fatti indicano una preoccupate china del ruolo della legge in Italia.
Pure un certo numero di risposte delle autorità fuori Italia meritano un
commento.
In Romania, anche se alcuni rappresentanti pubblici hanno condannato il
decreto, ci sono state anche espressioni di odio verso i Rom ad un livello
veramente alto. Per esempio Cioroianu, Ministro degli Esteri ha dichiarato in
un'intervista del 4 novembre 2007 riguardo alla crisi attuale: "Mi domandavo se
non potremmo comperare un pezzo di terra nel deserto egiziano, dove spedire
queste persone, che ci rendono noi (Rumeni) una macchietta. E' chiaro che se
vanno in Italia, lì stanno bene, il clima è dolce, sentono intorno a loro una
lingua latina che in qualche modo comprendono in qualche mese..."
C'è una profonda preoccupazione che gli eventi delle recenti settimane
portino a un drammatico collasso delle già fragili relazioni etniche tra Rom e
non-Rom in Romania. Alla luce del fatto che pogroms mortali anti-Rom sono un
passato molto recente, queste preoccupazioni non sono da prendere alla leggera.
Anche le risposte a livello europeo sono state estremamente inadeguate. Il 3
novembre 2007, il Commissario per la Giustizia e le Libertà Civili, Franco
Frattini, lui stesso italiano e strettamente collegato ai partiti politici
italiani, ha dichiarato: "Ciò che c'è da fare è semplice. Entrare in un campo
nomadi a Roma per esempio, e chiedere loro: 'Sapete dirmi dove vivete?' Se
rispondono che non lo sanno, prendeteli e rimandateli in Romania. E' così che
lavorano le direttive europee. E' semplice e sicuro. La Romania non può non
riprenderli, perché questo fa parte dei suoi obblighi come stato membro della
EU." Ha poi chiesto all'Italia di smobilitare i campi per prevenire il rientro
dei Rumeni.
Le dichiarazioni di Frattini seguono a meno di due settimane dopo che Thomas
Hammarberg, Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, notava,
"Purtroppo le azioni di diverse autorità pubbliche... sono state acquiscenti in
questa intensificazione dell'odio anti-Rom" e richiedeva con urgenza che "Gli
standards europei legali e la legislazione anti-discriminazione devono essere
rigorosamente rinforzate per assicurare una fine al trattamento arbitrario
basato su un animo razziale contro i Rom".
Sono estremamente preoccupato dalla tollerante, persino compiacente
attitudine dei governi italiano e rumeno e dell'Unione Europea (EU) in generale
quando si tratta di anti-ziganismo, così come dell'assenza di una reazione EU
alle dichiarazioni di alcuni politici rumeni ed italiani. E' inaccettabile che
le autorità statli contribuiscano a colpevolizzare collettivamente cittadini
rumeni ed abbiano un approccio docile mascherato da diplomazia verso le
osservazioni xenofobe di alti funzionari.
Infine, come riportato da Le Monde il 4-5 novembre 2007, sono
preoccupato perché appare possibile l'adozione di una nuova Direttiva
dell'Unione Europea che limiterebbe il diritto della libertà di movimento dei
cittadini europei tra gli Stati Membri. Come osservato da Le Monde, l'attuale
livello di protezione europeo tutela gli individui dalla minaccia di espulsioni
forzate verso i paesi di origine, quando erompono episodi di razzismo di massa,
come quelli visti nei giorni recenti in Italia. L'erosione di questi standards -
ancora, come risultato dell'isteria anti-zigana - sarebbe, in poche parole, un
evento sconvolgente.
La mobilitazione di uno stato per scopi esplicitamente razzisti è qualcosa,
avevamo inteso, apparteneva al passato in Europa.
Vi chiedo di intraprendere tutte le azioni possibili nei poteri derivati dai
vostri uffizi, per porre termine a questi atti esplicitamente razzisti, e
calmare gli infiammati pubblici di Italia e Romania.
http://www.romanetwork.org/protest2.htm
Di Fabrizio (del 06/11/2007 @ 08:46:59, in casa, visitato 2572 volte)
By Grattan Puxon
Richard Sheridan, portavoce di
Dale Farm, questa settimana sarà a Bruxelles per ottenere supporto alla
campagna per fermare le ruspe di Basildon contro la più grande comunità
Viaggiante nel Regno Unito.
In compagnia di Joseph Jones, rappresentante dei Viaggianti, chiederà una
moratoria di tutti gli sgomberi finché non siano disponibili aree di sosta in
Gran Bretagna e nel resto d'Europa.
Ci si aspetta che il Parlamento Europeo adotti linee guida per l'inclusione
sociale dei circa 10 milioni di Rom e Viaggianti che vivono nei 27 stati
dell'Unione Europea.
"Siamo stati esclusi per secoli" ha detto Sheridan prima di partire. "Questa
è la nostra chance di indicare un modello per un futuro migliore."
Ma aggiunge che il primo obiettivo è di portare l'attenzione su ciò che
descrive come la politica di pulizia etnica del consiglio di Basildon. Il
consiglio ha votato la spesa di circa 5 milioni di euro per ripulire il
distretto da 150 cosiddette famiglie Viaggianti non autorizzate.
Il
mese scorso, il consiglio ha partecipato nel perseguitare 25 famiglie
Viaggianti che diverse volte tentarono di accamparsi nel territorio
distrettuale. Furono sgomberati grazie alla notoria Sezione 61 del Criminal
Justice Act, che effettivamente proibisce il modo di vita dei Viaggianti.
"La polizia ci ha sgomberato cinque volte in tre giorni," dice Patrick
Gammell. "Dove possiamo vivere? L'anno scorso siamo stati cacciati dalla nostra
terra e sinora siamo stati cacciati ovunque."
Dozzine di piazzole e terreni privati sono stati distrutti negli ultimi
cinque anni dalle autorità locali. Molti hanno impiegato i servizi di
Constant & Co, una compagnia nota per usare mano pesante.
Constant ha raso al suolo la comunità modello di Woodside nel Bedfordshire,
cacciato i Viaggianti e dato alle fiamme le loro proprietà, su incarico del
consiglio di Chelmsford. Il conto per questo lavoro è di oltre 25 milioni di
euro all'anno.
La conferenza di Bruxelles è l'apice di un programma di cinque anni per
incoraggiare la cooperazione tra gli stati membri nella lotta all'esclusione
sociale dei Rom, come previsto nel trattato di Amsterdam del 2002.
Segue una dichiarazione del Commissario per i Diritti Umani del Consiglio
d'Europa ed il rapporto speciale ONU di ottobre che deplora gli sgomberi forzati
e la marginalizzazione di Rom e Viaggianti, compreso la Bretagna.
Appoggiano la dichiarazione, un gruppo di importanti OnG, incluso European
Roma Rights Centre e Greek Helsinki Watch, che portano l'attenzione sulla
minaccia di sgombero a Dale Farm. Viene scritto che Basildon ha nuovamente
rigettato l'appello per ottenere i permessi di sosta, e hanno già distrutto una
dozzina di case nella vicina Hovefields.
Nel frattempo, i Viaggianti di Dale Farm rifiutano di fornire ogni ulteriore
informazione personale sulle loro famiglie. Dicono che il consiglio di Basildon
ha già infranto la legge britannica sulla protezione dei dati, mettendo alcuni
dettagli sanitari e sociali personali in un sito web.
Attualmente, tre famiglie hanno citato il consiglio per danni. Se la loro
azione avesse successo, altre famiglie seguirebbero il loro esempio, la tal cosa
potrebbe costare ai contribuenti di Basildon un milione di euro.
I funzionari comunali sono in difficoltà per il boicottaggio delle
informazioni, dato che hanno bisogno di nuovi dati per la riunione consigliare
del mese prossimo, quando si dovrà rispondere al tribunale sul piano di sgombero
ed essere ascoltai l'11 febbraio.
I procuratori legali hanno consigliato ai Viaggianti di non cooperare con lo
staff consigliare. Puntualizzano che mentre l'ordine di applicazione contro le
86 case di Dale Farm sussiste tuttora, la raccolta dei dati sul welfare non
porterebbe loro benefici.
[...] Dice Kathleen McCarthy, portavoce della Dale Farm Housing Association.
"La richiesta di dati personali è un abuso della nostra privacy. Non è per il
nostro bene."
Dale Farm è stata sotto assedio per sette anni. 500 Viaggianti a cui era stato
garantito il permesso di sosta sul loro terreno, se lo son visti ritirare perché
le loro case si trovano nella cintura verde.
Ma questo secondo Kathleen McCarthy è la ricerca di un capro espiatorio
contro i Viaggianti che hanno comprato i terreni.
L'ex vice primo ministro John Prescot ha suggerito una soluzione attraverso
l'individuazione di un'area alternativo nella vicina Pitsea. Ma il consiglio di
Basildon ha rigettato un piano in questo senso, proposto dalle associazioni dei
Viaggianti.
"Abbiamo fatto un centinaio di richieste di sosta e siamo passati attraverso
cinque inchieste pubbliche," dice Richard Sheridan. "Dicono che siamo illegali,
ma boicottano ogni nostro tentativo di ottenere i permessi."
Di Fabrizio (del 07/11/2007 @ 09:26:48, in Europa, visitato 2062 volte)
Rapporto sulla Violazione dei diritti basici del popolo Rrom
Presentato al Commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa
Secondo la Costituzione Albanese, ogni membro della minoranza Rrom che viva
in Albania ha i medesimi diritti di qualsiasi altro cittadino albanese; questo è
previsto nelle altre Legislazioni supplementari.
Questa minoranza culturale ha pure il supporto delle disposizioni del
Consiglio d'Europa che tratta i diritti delle minoranze e la carta linguistica
sulle minoranze regionali, ciò significa che esiste l'intera struttura legale
che sanziona i diritti e la libertà fondamentali per quanto riguarda minoranza
dei Rrom.
A fianco dei forum europei che monitorano i diritti della minoranza Rrom
sono stati inviati rapporti, raccomandazioni e note, poste anche delle
condizioni, cercando di ottenere l'attenzione del Governo Albanese e far
presente che questi diritti non sono attualmente realtà. Tutte le volte che ai
differenti Governi è stato chiesto di fare reali questi diritti, questa cosa è
prevista come un termine per quanto riguarda l'applicazione della Repubblica di
Albania nel corso dell'associazione e della stabilizzazione, nel senso verso
Comunità Europea.
Esistono e perdurano differenti progetti, sostenuti finanziariamente. Tentano
di materializzare in realtà i diritti e le libertà fondamentali riguardo la
minoranza Rrom in Albania. Possiamo menzionare qui il Patto di Stabilità o il
Decennio dei Rrom. Il Governo Albanese è spinto dal Consiglio d'Europa nel
disegnare ed approvare la strategia nazionale riguardo la minoranza Rrom. Quel
documento riflette le attività per raggiungere le priorità in differenti campi
dove basicamente è motivato il rispetto dei diritti della minoranza Rrom.
Nonostante la realtà non sia cambiata, la vita ed il lavoro di quelle persone
a volte è peggiorata a causa dei gravi problemi sollevati. Tuttora i Rrom
rappresentano lo strato meno favorito della società che ancora rifiuta i diritti
in campi come:
Il diritto all'educazione
Anche ora dopo 15 anni di democrazia scontiamo la mancanza di "un'intelligenzia"
Rrom e di persone diplomate. La percentuale di analfabetismo nella minoranza
Rrom è superiore all'80%.
Solo 7 Rrom frequentano l'università, ce ne sono 11 che frequentano la scuola
secondaria, su di una popolazione che si stima approssimatamente in 120.000
persone.
Soffriamo la mancanza di insegnanti Rrom nelle scuole pubbliche costruite
nelle aree di residenza dei Rrom.
Una grave situazione è rappresentata dalla selezione che frequentemente
dipende da diversi insegnanti nei 9 anni di scuola primaria che non vogliono
scolari Rrom nelle loro classi. Frequentemente la loro comunicazione con gli
studenti Rrom è manchevole ed insultante, non in linea con i metodi pedagogici.
Il mancato coinvolgimento degli studenti Rrom nelle lezioni, la loro
sistemazione nei banchi in fondo alla classe è una mancanza di attenzione che
sfocia nella discriminazione.
E' evidente la mancanza di asili d'infanzia nelle aree con popolazione Rrom,
come è evidente la mancanza di supporto per gli asili che hanno bambini Rrom.
Il diritto ad essere registrati come cittadini della Repubblica
d'Albania
La non registrazione dei bambini Rrom nei registri di base degli Uffici delle
Risorse Vitali è frequentemente conseguenza delle barriere burocratiche e delle
pratiche e delle procedure di registrazione, tenendo conto delle abilità e dello
status economico e sociale della popolazione Rrom.
Il diritto al lavoro
La percentuale di disoccupazione tra i Rrom è molto più alta di quella di
altre comunità.
Sono frequenti la non accettazione o i rifiuti cammuffati delle aziende
quando la richiesta d'impiego viene dalla minoranza Rrom.
E' pure evidente la mancanza di supporto alle attività i cui soggetti sono
Rrom.
Il diritto di Rappresentazione
La mancanza di rappresentazione dei membri della comunità Rrom è evidente non
solo in Parlamento, ma anche a livello locale. Ovunque, nelle municipalità, nei
comuni, in prefettura, nei distretti, nelle istituzioni del Sistema Giuridico,
nella polizia, nelle forze armate, nelle istituzioni sanitarie come pure nelle
istituzioni artistiche, scientifiche e culturali non si trovano Rrom.
La mancanza di un Codice Elettorale a base proporzionale lavora contro la
possibilità di avere eletto un membro della minoranza Rrom, secondo cifre,
percentuali e una reale rappresentazioni delle differenti comunità. Abbiamo lo
stesso supporto legale che hanno i Rrom in altri paesi. Loro hanno
rappresentanti nei parlamenti e nei governi locali e centrali.
Il diritto alla lingua Rrom
La caratterizzazione della minoranza Rrom come minoranza linguistica non è
rispettata come sancito dalla Carta delle Minoranze Linguistiche Regionali. Un
ruolo negativo è stato giocato dalla non inclusione del diritto di imparare la
lingua rrom nella Strategia nazionale per la minoranza Rrom. La mancanza di
insegnanti Rrom, capaci di insegnare la lingua, ha creato come un altro effetto
negativo, moltiplicato dalla mancanza di appoggio per la progettazione e
l'emissione di manuali in lingua rrom. Come pure l'assenza di programmi in
lingua rrom nella televisione nazionale ha giocato un effetto negativo.
Il diritto all'informazione
I media, guidati dalla maggioranza, non hanno mai creato accesso alle
problematiche e alla realtà rrom. Non si è mai offerto al pubblico la struttura
della Strategia Nazionale per la minoranza Rrom. L'assenza di una presenza nei
media, scritta o via radio, dei membri della comunità rrom ha portato a
conseguenze negative. Il Consiglio Nazionale della Radio e della Televisione non
ha mai fornito le licenze richieste, ha negato il diritto di questa minoranza,
valutando la richiesta come non d'accordo con la legge attuale.
Pellumb Furtuna (Gimi)
Executive Director
Rromani Baxt Albania
Address: Rruga "Halit Bega", Nr. 28, Tirane
Telefon: 00 355 4 368 324
Fax: 00 355 4 368 324
E-mail: afurtuna@albaniaonline.net
-
Website:
www.rromani. net
Di Sucar Drom (del 08/11/2007 @ 09:06:43, in blog, visitato 2084 volte)
Sicurezza, è aperta la caccia
C’è voluta la brutale aggressione di una donna a Roma ad opera di un
delinquente, forse la più crudele degli ultimi tempi, per far alzare al governo
il piede dal freno e varare un decreto che rendesse immediatamente operative
misure sul fronte della lotta alla criminalità. Che il ...
La furia cieca è arrivata...
Vendetta e razzismo sono state infatti le due principali pulsioni che hanno
guidato la ''spedizione punitiva'' portata a termine ieri sera da una decina
di persone con il volto coperto da caschi da motociclista ai danni di quattro
rom rumeni nel parcheggio di un centro comme...
Mercedes Frias, perchè inseguire una deriva razzista e xenofoba?
Caro Ministro Giuliano Amato, se usi la polizia come braccio armato per la
vendetta di Stato; non puoi che aspettarti che, con le stesse motivazioni, altri
si sentano legittimati a usare la forza per difendersi dal “nemico invasore
criminale”. Trovi grande differenza fra entrare con l'aggressività della divisa,
armati, con le ruspe, ...
ASGI, no al decreto "sicurezza"
L’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione (ASGI) esprime la più
ferma contrarietà al decreto legge sulla “sicurezza” emanato dal governo, nel
merito e nella forma. I disegni di legge elaborati su questo tema, nel prevedere
nuove ipotesi di reat...
L'avvocatura penale contro il pacchetto "sicurezza"
La giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane, presieduta dall’avvocato
Oreste Dominioni si è riunita d’urgenza dopo la decisione del governo di
trasformare in decreto uno dei cinque ddl del "pacchetto sicurezza" a seguito
delle sevizie subite dalla donna ...
L'Europa e il tabù dei Rom
La risposta delle autorità pubbliche al massacro di Giovanna Reggiani è stata
ferma, netta: non c’è spazio in Italia per chi vive derubando, violando,
uccidendo. C’è qualcosa di sacro nel bisogno di sicurezza sempre più acutamente
sentito dagli italiani, così come c’è qualcosa di sacro nell’ospitalità,
nell’apertura al div...
L’Italia si è persa, la bestia è scatenata
L’Italia si è persa, la bestia è scatenata. Dopo i fatti della fine dell’anno
scorso a Opera (MI), qualcuno si era illuso che la politica e la società civile
potessero aprire gli occhi sulla situazione dei Rom e dei Sinti in Italia ma si
sbagliavano! Abbiamo assistito inermi ad un continuo di interventi che ricordano
in maniera speculare la Germania degli anni Trenta. Politici, preti,
intellettuali: tutti a ...
Fini: impossibile integrare i rom
Fini: impossibile integrare i rom. Sono le dichiarazioni rilasciate da Fini a
generare malumori con la sinistra. Secondo il leader di An “solo a Roma
andrebbero fatte subito 20 mila espulsioni”. E, riguardo all’integrazione dei
rom nel nostro Paese, esclude senza mezzi termini og...
Pescara, cappio ai Rom
«Cappio ai rom» è la scritta comparsa ieri mattina su un muro della sede del
Municipio di Pescara; accanto, sulla destra, è stata tracciata una Croce
Celtica. Il muro in questione si affaccia su un parcheggio interno. Altra
scritta xenofoba è stata lasciata, sempre a Pescara, sulla recinzione del parco
dell'ex caserma Cocco. Sull'episodio sono in corso indagini da parte ...
ARCI, non servono misure d'emergenza per la sicurezza
«Non servono misure d'emergenza per la sicurezza». Lo affermano in una nota
congiunta Paolo Beni, presidente nazionale Arci e Filippo Miraglia, responsabile
immmigrazione Arci. «La violenza dei giorni scorsi a Roma colpisce tutti noi per
l'efferatezza e la crudeltà. Tut...
Roma, fiaccolata contro il razzismo
Venerdì alle 19, di fronte al Colosseo, si terrà una fiaccolata contro il
razzismo e le manifestazioni di xenofobia che si sono verificate negli ultimi
giorni in città, organizzata da Prc, Pdci, Verdi e Sinistra Democratica. Lo
hanno annunciato Fabio Nobile, Massimiliano Smeriglio, Massimo Cervellini e Ri...
Rutelli forse si sveglia...
«Mi chiedo: c'è stata una violazione dei diritti umani in Romania? C'è stato un
intervento coattivo nei confronti di comunità rom, che sono state indotte a
espatriare avendo perso alcune prerogative sociali come la casa?». I due
inquietanti interrogativi sono stati sollevati dal vicepresidente del Consiglio
Francesco Rutelli nel corso della puntata di ieri sera di Matrix dedicata ai
temi della si...
Roma, il gioco dell’oca non si ferma
«I cittadini di S. Cornelia hanno segnalato che nelle ultime ore numerosi nomadi
rumeni, allontanati dalla zona di Tor di Quinto, si sono installati lungo le
scarpate di via di S. Cornelia all'altezza del primo Km e nei pressi di un
elettrodotto all'interno del parco di Veio. S. Cornelia è un quartiere
dell'estrema periferia del Comun...
Decreto “sicurezza”, iniziano le espulsioni e il balletto politico
E’ entrato in vigore il decreto legge che permette ai prefetti di emanare
provvedimenti di urgenza per l’allontanamento dal territorio nazionale di
cittadini comunitari per esigenze di pubblica sicurezza.
Dopo la firma apposta il 1 novembre dal Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, il decreto è stato pubblicato il giorno dopo nella Gazzetta
Ufficiale...
Leone Paserman, condanno duramente il decreto sulle espulsioni
«Condanno duramente il decreto sulle espulsioni emesso in modo troppo
frettoloso. Sono figlo di immigrati, presidente di una comunità di migranti e
appartengo a un popolo errante che ha subito depo...
Roma, cronaca di uno sgombero
Lunedì l’ennesimo sgombero, quasi non ci facciamo più caso ormai, uno sgombero
di qua uno di la! Ogni figlio è tanto figlio dei genitori quanto della società a
cui appartiene!!!
Devo dichiarare la mia profonda indignazione per lo sgombero di Tor di Quinto,
nessun premio per la rom che ha denunciato l’accaduto. Mi chiedo come sarebbe
andata se la donna non avesse parlato…
Un clima pericoloso
L'aggressione di ieri sera [ndr, 2 novembre 2007] contro un gruppo di romeni
dimostra che è avvenuto qualcosa che i pessimisti sentivano nell'aria. Quando
sono tanto forti le emozioni, e nessuno le raffredda e troppi le sfruttano, non
soltanto diventa difficile trovare le risposte giuste, ma si esasperano i
conflitt...
Tutto il Mondo si indigna
Da alcuni giorni riceviamo moltissimi interventi di innumerevoli organizzazioni,
non solo rom e sinte, da tutto il mondo. Pubblichiamo l'intervento dell'Union
Romanì spagnola, inviato al Governo italiano, con cui coll...
Roma, la comunità rom rumena chiede solidarietà
«Come comunità rom romena siamo profondamente indignati per il barbaro episodio
che ha portato alla morte di Giovanna Reggiani. Come cittadini neocomunitari che
tentano di vivere in questo paese nel rispetto delle regole chiediamo fermezza
da parte della giustizia giacchè atti così efferati e brutali non ammettono
esitazioni e v...
Decreto “sicurezza”, una proposta di modifica
Pubblichiamo l’intervento di Sergio Briguglio, inviato al Consiglio dei
Ministri, che mette in evidenza gli errori contenuti nel decreto legge
"sicurezza" e propone alcune modifiche per non disattendere ...
Rom e Sinti, chiediamo spazio
Pubblichiamo la lettera invita dall’associazione Rom Sinti @ Politica al
Presidente della Repubblica Italiana, al Presidente della Rai, al Presidente
della commissione di vigilanza della Rai, all'On. Gianfranco Fini e alla...
Reggio Emilia, bocciato il referendum contro le micro aree per le famiglie sinte
“Campo nomadi” e micro aree: il referendum sostenuto anche dalla Lega Nord di
Reggio per impedire - tramite variante - il cambio della destinazione d’uso di
alcune aree demaniali ha incassato la bocciatura. Sedici i voti contrari (Pd,
Margherita e Prc), 11 i favorevoli (Lega N...
Brescia si prepara a cacciare i Sinti italiani
Trasformare i “campi nomadi” in centri di emergenza abitativa. L'assessore ai
Servizi sociali di Brescia Fabio Capra ha presentato ai colleghi di giunta una
proposta che, se trasformata in delibera e approvata dal consiglio comunale,
potrebbe gradualmente modificare l'utilizzo delle aree cittadine attualmente
abitate d...
Liberarsi degli stranieri: l'unica idea "nuova" della casta
Come è possibile che l'unica speranza odierna di cambiamento, Walter Veltroni,
seguendo l'esempio di Sergio Cofferati, si svegli improvvisamente con la camicia
nera per "deportare" quei nomadi che ha visto quotidianamente moltiplicarsi
sotto le sue finestre in quelle capanne da megalopoli del Terzo Mondo, cioè in
quei Rancitos o Favelas o Cimitero del Cairo che, come sanno anche ...
Prima di tutti vennero a prendere gli zingari...
“Prima di tutti vennero a prendere gli zingari e fui contento perchè
rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli ebrei e stetti zitto perchè mi stavano
antipatici. Poi vennero a prendere i comunisti ed io non dissi niente perchè non
ero comunista. Un giorno vennero a prendermi e non c'era rimasto nessuno a
protestare” (Bertold Brecht). Cosi' con questi versi Brecht descriveva la
nascita del nazismo. Dilagano f...
Il Governo italiano racconta bugie all'Europa?
Visita a Roma ieri del vicesegretario generale del Consiglio d'Europa, Maud de
Boer-Buquicchio, che ha incontrato al Viminale il sottosegretario all'Interno
Marcella Lucidi (in foto) e altri rappresentanti delle istituzioni italiane.
Tema degli incontri la situazione della popolazione rom presente in Italia che,
intervistato dall’Ansa, l’esponente del Consiglio ha definito complessa
“indipendentemente dall'emergenza di questi giorni e che vede coinvolti ...
Di Fabrizio (del 09/11/2007 @ 08:56:59, in Italia, visitato 1623 volte)
COMUNICATO STAMPA CS127-2007 UCCISIONE DI GIOVANNA REGGIANI E ATTACCHI XENOFOBI: AMNESTY INTERNATIONAL ITALIA RICHIAMA LE ISTITUZIONI E I MEZZI D'INFORMAZIONE A DARE IL BUON ESEMPIO TENENDO UN ATTEGGIAMENTO RESPONSABILE Facendo proprio il richiamo all'importanza della giustizia e all'insensatezza della violenza e della vendetta, rivolto dai familiari di Giovanna Reggiani, aggredita e uccisa a Roma il 31 ottobre 2007, la Sezione Italiana di Amnesty International ha sottolineato la necessita' che i rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali, gli esponenti politici e gli operatori dei mezzi di informazione adottino un atteggiamento responsabile e obiettivo che stigmatizzi le responsabilita' individuali e prevenga gli attacchi xenofobi. 'Esortiamo i rappresentanti del Governo, del Parlamento e degli enti locali cosi' come gli operatori dell'informazione a non indulgere a generalizzazioni, a non alludere a responsabilita' collettive di un determinato gruppo di migranti e a non utilizzare un'inaccettabile identificazione tra poverta' e propensione al crimine. Le istituzioni i media hanno il compito di 'dare il buon esempio' e di garantire la sicurezza anche attraverso un atteggiamento chiaro e inequivocabile di rifiuto di ogni forma di violenza e di pregiudizio' - ha detto Paolo Pobbiati, presidente della Sezione Italiana di Amnesty International. 'In questo momento siamo vicini alla famiglia di Giovanna Reggiani, come a tutte le vittime di crimini e di violenza commessi nei confronti delle donne. La sua uccisione ci ricorda la necessita' che i governi adottino azioni positive per fermare la violenza degli uomini contro le donne che, in Italia, secondo i dati ufficiali colpisce, a diversi livelli, una donna su tre. Approfittarne per esacerbare il dibattito sulle politiche migratorie significa dimenticare che tale violenza ha portata trasversale a elementi quali la cultura, la nazionalita' e la condizione sociale e che non vi sono popoli o gruppi che possano considerarsi immuni' - ha proseguito Pobbiati. La Sezione Italiana di Amnesty International si e' detta sorpresa per il modo affrettato e reattivo con cui sono stati adottati provvedimenti di portata generale che modificano le norme relative alla permanenza sul territorio italiano e alle espulsioni dei cittadini dell'Unione europea. L'organizzazione ha ricordato alle istituzioni che, secondo gli standard dei diritti umani stabiliti a livello internazionale e regionale, ogni espulsione deve essere adottata su base individuale e su presupposti chiaramente predefiniti e prevedere il vaglio da parte di un'autorita' indipendente. FINE DEL COMUNICATO Roma, 7 novembre 2007 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: Amnesty International Italia - Ufficio stampa Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it
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