Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 30/04/2007 @ 10:16:05, in media, visitato 2575 volte)
Da
Roma_Rights
Ho girato un documentario su una famiglia Rom che vive in una baraccopoli
nella parte più urbanizzata di Belgrado. Chi volesse il film, che mostra le
condizioni di vita ed i problemi educazionali dei bambini Rom, può
richiedermelo.
Saluti,
Ivana Todorovic
Belgrade, Serbia
skarabej5@yahoo.com
Da
British_Roma (riassunto)
Le comunità Domari nella Turchia Orientale, sono tra le meno conosciute delle
comunità zingare nel mondo. Largamente assenti dalle ricerche, sono rimaste
"nascoste" alla vista di studenti ed accademici occidentali, sino a ché una
lettera di missionari americani alla fine del XIX secolo descrisse con pochi
dettagli la loro presenza in queste terre. Da allora poco altro è stato
redatto, nei tempi recenti uno studio di Ana Oprisan del 2006, ed ancora la
comunità non solo persiste, ma esibisce una forte auto-identità, mantenendo il
proprio linguaggio e cultura, come pure la propria identità confessionale.
Questa comunità rimane per l'esterno un'entità confusa, oggetto dei medesimi
pregiudizi che circolano sugli Zingari. Etichettati come bugiardi, venali,
ignoranti, i loro quartieri sono visti come posti pericolosi dove avventurarsi,
e questi pregiudizi persistono nell'isolare, marginalizzare ed escludere la gran
maggioranza dei Dom, che rimangono limitati economicamente e socialmente in una
maniera simile a quella delle fasce povere della popolazione o dei migranti. I
Dom nella Turchia Orientale sono il gruppo più marginalizzato ed escluso, quello
verso cui si può agire con impunità. E' frequente la mancanza dei servizi
basici, come l'accesso alla scolarizzazione, sanità ed impiego, e sono comuni
casi di trattamento arbitrario da parte delle autorità statali. Le autorità
locali semplicemente negano la loro esistenza nella diffusa convinzione che i
Dom più che un gruppo etnico siano una sottoclasse criminale nella società turca
nella regione.
La posizione marginalizzata che occupano i Dom è anche quella che inibisce i
rapporti con la crescente consapevolezza Romani, atomizzando i diversi elementi
della società Domari in gruppi disparati, spesso in competizione tra loro per le
risorse limitate o le opportunità di lavoro (nel campo dell'agricoltura, o
fornendo musica per le altre comunità come i Kurdi). Non esistono festival
musicali o versioni audio delle loro musiche e canti e si può dire che i Dom
della Turchia Orientale siano tra i gruppi più invisibili.
Nella città vecchia di Diyarbakir ce ne sono almeno 14.000, molti dei quali
parlano ancora la loro lingua originale. Ci sono altre comunità più piccole in
altre città e villaggi, la maggior parte vive in cattive condizioni. Nella
regione c'è un significativo livello di persecuzioni, abusi e perfino omicidi;
come nel caso dei bambini pastori uccisi nei giorni precedenti a quando i
villici dovevano pagarli, o alle donne Dom sposate a Kurdi, uccise quando è
stata scoperta la loro identità. Particolarmente virulenti i pregiudizi della
comunità kurda nella regione ed inoltre i cambiamenti nelle occupazioni
tradizionali significano che molti dei Dom musicisti non hanno più lavoro di
fronte al rinforzamento della cultura kurda. La zurna (un oboe orientale) e il
davut (il tamburo usato dagli Zingari in Turchia) nelle cerimonie matrimoniali
vengono sostituiti dal sax e dalle canzoni di Ahmed
Kaya, i musicisti Dom ai matrimoni diventano così una memoria del passato.
Impoveriti e senza educazione scolastica, i Dom hanno appena iniziato ad avere
contatti con le altre comunità zingare in Turchia. Molti Rom neanche sanno
dell'esistenza dei Dom, della loro vita di paura e miseria, della loro lingua
che mantiene molti imprestiti con l'tigine Hindu e del loro arrivo in Turchia
200 anni prima dei Rom.
Adrian Marsh, MA -
Researcher in Romani Studies -
University of Greenwich
Originally published in Swedish in 'É Romani Glinda', February 2007.
More information from domaristudies@mac.com.
sui
Dom in Medio Oriente
Di Fabrizio (del 29/04/2007 @ 10:53:25, in Europa, visitato 2422 volte)
E' uscito l'aggiornamento di aprile 2007 di PICUM.org con le notizie e l'evoluzione politica riguardanti i diritti sociali fondamentali degli immigranti non documentati in Europa. Disponibile nel formato Word nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese.
Di Sucar Drom (del 29/04/2007 @ 10:06:49, in blog, visitato 2742 volte)
Vicenza, restituire il 25 aprile ai Sinti e ai Rom!
Non è bastato al popolo Rom/Sinto lo sterminio di oltre 500.000 persone per
poter entrare nella memoria storica europea e nazionale. Non sono bastate le
migliaia di internati nei campi del Duce e deportati nei lager dell’Est per
restituire loro il diritto a una qualunque forma di risarcimento sociale e
culturale, a cominciare dal riconoscimento del loro status di persone, come di
una tutela legisl...
Roma,
eletti i rappresentanti italiani all'ERTF
Si sono svolti ieri a Roma sotto la supervisione internazionale di Rudko
Kawczynski e Istvan Forgas dell' European Roma and Traveller Forum (ERTF) le
elezioni dei due rappresentanti italiani e i loro sei sostituti che mancavano
nell'organismo che rappresenta la popolazioni Rom e Sinte al Consiglio d'...
Chianciano (CH), dichiarazione di Santino Spinelli
Santino Spinelli, Presidente dell'Associazione Them Romano, a poche ore
dall'elezione dei rappresentanti italiani all'Ertf ha inviato il seguente
comunicato che riportiamo integralmente.
A tutte le associazioni di Rom e Sinti e non e a tutti coloro che operano nel
settore rivolgo come neoeletto rappresentante italiano del European Roma and
Traveller Forum, l'organismo che rappresenta la po...
Firenze, al via la 36ª Giornata Internazionale del popolo Rom
Un giorno dedicato ai diritti e al rispetto della diversità culturale di Rom e
di Sinti. Arci Toscana e Arci Firenze, Associazione Amalipe Romano, Telefono
Azzurrorosa e Assessorato all’Accoglienza e all’integrazione del Comune di
Firenze in occasione della 36ª giornata internazionale dei Rom e dei Sinti
organizzano: immaginare il f...
Città
del Vaticano, a settembre l'incontro mondiale dei consacrati rom e sinti
Il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha
convocato per il prossimo settembre il Primo Convegno Mondiale dei Sacerdoti,
Diaconi e Religiosi/Religiose Rom e Sinti.
A rivelarlo è stato l’Arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario di questo
Pontificio Consiglio, intervenendo al Seminario Regionale del CELAM (per i Paesi
del Sud-America) sulla pastorale dell’it...
Roma,
presentata la cooperativa Baxtalo Drom
Giovedì 19 aprile in Campidoglio, nella Sala degli Arazzi a Roma, si è tenuta la
Conferenza Stampa di Raffaela Milano Assessore alle Politiche Sociali Comune di
Roma e Franco Alvaro Direttore V° Dipartimento Comune di Roma per la
presentazione del primo contratto di lavoro per le donne rom e Sinte di Roma nel
laboratorio di lavanderia, stireria e piccole riparazioni sartoriali.
Si chiama B...
Trento,
il comune cerca delle soluzioni per i rom senza casa
Il Comune si avvicina ai rom accampati in via Vittime delle Foibe, in un’area
privata adiacente all’ex Sloi. Una “baraccopoli”, composta da un’ottantina di
emarginati, che presenta problemi sanitari, sociali e di ordine pubblico.
L'undici aprile, il sindaco Alberto Pacher (in foto) ha convocato un tavolo
tecnico, a Palazzo Geremia, per individuare la soluzione adeguata sia per i
residenti ...
Mestre,
il "campo nomadi" di via Vallenari
Sono circa 140 persone, di cui circa 70 sono bambini. Tanti "circa" perchè è
difficile calcolare il numero di residenti in un "campo nomadi" come quello di
via Vallenari, a Mestre, l'unico ufficializzato di tutta la provincia.
I primi arrivarono negli anni '60 e ormai da generazioni vivono lì, sono
veneziani e italiani a tutti gli effetti. La Curia allora cedette quel te...
Schio
(VI), "pringiarasmi" dialoghi di conoscenza con le minoranze sinte
Oggi a Schio (VI) si terrà la giornata "pringiarasmi, dialoghi di conoscenza con
le minoranze sinte", organizzata dal Circolo Operaio Di Magre', Comitato
Genitori Della Scuola Di Marano Vicentino Cooperativa Culturale Cinema Campana,
Consulta Dei Migranti Di Marano Vicentino, Giovani Comunisti Mararock, Sucar
Drom e Rifondazione Comuni...
Di Fabrizio (del 28/04/2007 @ 10:26:17, in Italia, visitato 2507 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi
(immagine da Facce del 25 aprile)
CON NOI NON SI PARLA credo sia il centro di questa nuova edizione 2007 del volantino che Aven Amentza ha distribuito al corteo milanese del 25 Aprile di quest’anno. Ma, purtroppo, anche di una più generale situazione dei rapporti che in Italia NON s’intrattengono con Rom e Sinti: con loro non si parla!. Specialmente da parte delle pubbliche autorità. Fanno eccezione, speriamo duratura, quanto coraggioso ne è stato l’inizio, la storica visita del ministro Amato, lo scorso ferragosto, in un campo rom (scusate l’inevitabile bisticcio di parole, che tanto nessuno lo capisce) di Roma: non per sgomberare o arrestare, che un ministro non si scomoderebbe, ma per "vedere", e –appunto- parlare. E l’inserimento di Bruno Morelli, colto, e laureato perfino, Rom abruzzese, nel Comitato nazionale contro il razzismo e l’antisemitismo (verrà poi, speriamo, anche l’antiziganismo). E il progetto di legge in costruzione per la tutela delle popolazioni rom e sinte, a recuperare la vergognosa esclusione per alzata di mano dalla legge (brutta e inefficace) di tutela delle minoranze (?) del 1999. A queste cose risponde la costituzione del Coordinamento Nazionale Rom e Sinti, che ha preso vita a Mantova nei mesi scorsi. Così gl’interlocutori, finalmente, ci sono: e si parlino, finalmente. Quest’anno la partecipazione di Rom e Sinti alla manifestazione è stata per la prima volta, verrebbe da dire, massiccia: cinquanta o sessanta i presenti –uomini, donne, giovani- provenienti da diversi ‘campi’, abruzzesi (Zama) e romeni (San Dionigi, Triboniano) e bosniaci (Triboniano): una festa nella festa. Con musicisti e balli improvvisati. È il frutto di un lungo lavoro di anni, di Opera Nomadi nel passato, di Aven Amentza nel periodo più recente, ma anche della nascita di una sorta di coordinamento, partito dalla Lista Dario Fo delle ultime elezioni municipali milanesi. Ma soprattutto dell’impegno di due donne, Dijana Pavlovic, romnì serba, attrice di teatro e rom cabaret, già candidata della stessa lista nelle stesse elezioni, e di Lavinia (faccio i cognomi solo se autorizzato), mediatrice culturale romena, che hanno saputo parlare e spiegare e convincere. Nulla di scontato: come far intendere a Rom e Sinti italiani, sempre da tutto esclusi, che il 25 Aprile li riguarda, e a romeni e bosniaci che il 25 Aprile è una festa di popolo in cui tutti possono parlare del passato e del presente? e presentarsi senza timore, anche se tra la sorpresa dei moltissimi che non sanno, ma sono indotti a giudicare dal pregiudizio. Si dice da noi ‘se son rose, fioriranno’. Nonostante la strana primavera di quest’anno, o proprio per questo, conviene sperare. 26 aprile 2007 Ernesto Rossi, per l’associazione Aven Amentza – Unione Rom e Sinti
Di Fabrizio (del 28/04/2007 @ 09:56:15, in scuola, visitato 2887 volte)
Da
Mundo_Gitano
Córdoba
Per la prima volta, le famiglie gitane ricevono educazione formale
Provengono da diversi quartieri della città ed hanno tra i 10 e i 65 anni.
Impareranno a leggere e scrivere attraverso un'iniziativa dell'OnG Amor por los
Marginados y Olvidados (AMO), e potranno anche insegnare il loro idioma
originario ai cordobesi che lo desiderano. Le classi si troveranno due volte la
settimana nel barrio Villa El Libertador, nella casa della famiglia Traico, una
delle più tradizionali di Córdoba.
Yanina Soria ysoria@lmcordoba. com.ar
La lavagna, i gessi, i quaderni, le matite e la maestra. E' tutto pronto.
Arrivano poco a poco nella piccola scuola improvvisata in casa della
famiglia Traico a Villa El Libertador.
Anche se provengono da quartieri distinti della città di Córdoba e hanno tra
i 10 e i 65 anni, tutti perseguono lo stesso obiettivo: imparare a leggere e
scrivere in castigliano.
Qualcuno è agitato e ha molte aspettative, alle 15 in punto si siedono
davanti alla lavagna per iniziare la classe che durerà due ore.
Con volontà e pazienza la maestra inizia con le basi: l'abbecedario ed i
numeri. Pochi minuti dopo, dall'altro lato della sala, Claudia di 51 anni, non
può evitare di sentirsi emozionata di mostrare alla sua "signorina" - così viene
chiamata la docente - che riuscì a scrivere il suo nome da sola.
Si tratta di un'esperienza unica per la comunità gitana di Córdoba, per la
prima volta distinte generazioni hanno avuto accesso al sistema educativo.
Per anni le famiglie gitane tradizionaliste hanno considerato la scuola un
buono strumento, ma non imprescindibile per il futuro dei loro figli.
Storicamente, si intendeva la scuola come totalmente aliena dai valori gitani
tradizionali e, nel contempo, non trovava fiducia nella sua funzionalità.
Ora per iniziativa dell'OnG Amor por los Marginados y Olvidados (AMO) e di
fronte all'interesse manifestato dagli stessi membri della comunità, i gitani
potranno alfabetizzarsi, senza distinzione per l'età o il sesso. Il progetto
messo in moto giovedì scorso, è avallato da un programma del Ministero
dell'Educazione e si basa sullo scambio culturale, per cui oltre che imparare il
castigliano, potranno insegnare l'ungherese - la loro lingua d'origine - ai
cordobesi che lo desiderano.
"Per questa comunità, il fatto che i loro bambini apprendano e che le donne
possano uscire dalle loro case per assistere alle classi, è qualcosa di molto
importante perché rompe con la tradizione che le ha sempre relegate in casa. Il
non sapere leggere e scrivere è per loro un grande svantaggio, di fronte ad una
società che si basa sulla preminenza del linguaggio scritto", dice Lita Hobre,
titolare di AMO.
Un cambio per l'integrazione
Nella comunità gitana, da vari anni, si registrano dei cambiamenti come parte
di un processo di adattamento alla società cordobese attuale. L'educazione è una
delle aree dove maggiormente si sentono queste trasformazioni.
"Non sono mai a scuola, perché i miei genitori non ci credevano. I miei figli
hanno frequentato solo per pochi anni. Ora, sentiamo tutti la necessità di
imparare e mi sento felice che possiamo studiare assieme, accompagnati dai
gitani di altri punti della città. Così potrò leggere libri e soprattutto,
scrivere la mia storia", ha detto Mónica Traico, la padrona di casa.
Gli adulti non hanno mai frequentato la scuola, i bambini lo hanno fatto sino
ai 10/11 anni. Soprattutto per le donne questa è una vera sfida, un "passo verso
il progresso del popolo gitano".
Vestita nel costume tradizionale e col foulard che caratterizza le donne
sposate, la donna ha aggiunto che molti e diversi fattori incisero negli anni,
riguardo al cambio di mentalità sull'istruzione.
Alcuni degli aspetti che esemplificano l'accelerata trasformazione sono il
passare dalla vita nelle tende a quella nelle case, e con ciò l'accesso ai
servizi pubblici come l'acqua, il gas e l'energia elettrica, la convivenza
vicinale con chi non appartiene alla comunità, la stabilità nel quartiere e
l'accesso alla salute pubblica.
Un'altra meta raggiunta ottenuta da queste nuove strutture sociali è stato il
contatto con individui alieni al loro popolo, mentre prima era una cosa
considerata rischiosa per la possibile perdita di identità che ciò implicava.
Donne, lavoro e tradizione
Così come gli uomini della comunità si dedicano esclusivamente ad attività
come il commercio e la compravendita di veicoli, anche le donne hanno un ruolo
definito che le lega alla gestione della casa.
"Noi siamo incaricate di tutto ciò che ha a che vedere con la casa: il pasto,
la pulizia, e naturalmente i figli. Possiamo uscire per la spesa, però alle otto
(di sera) dobbiamo essere a casa", spiega Mónica Traico, membro di una delle
famiglie gitane di Córdoba più tradizionaliste.
Senza dubbio, col proposito di rompere con gli stereotipi ed ottenere
un'uscita lavorale, le gitane di Córdoba assieme alla AMO sviluppano un progetto
micro-imprenditoriale.
"Si tratta di un progetto verso l'inclusione sociale sostenibile [...]. E' un
passo verso l'ingresso formale della donna gitana nel mondo del lavoro" dice Carlos Camargo,
membro dell'associazione.
Tramite questa iniziativa, le gitane potranno disegnare e confezionare
vestiti ad un prezzo più basso di quello dei negozi di moda.
"Inizieremo con alcune macchine da cucina, che ci stanno insegnando ad
adoperare. Poi al posto di portare i modelli dalla modista, lo realizzeremo noi
stesse in casa. [...] Ci costeranno la metà", dice Rosa Traico, che condivide la
casa di Villa El Libertador con nuove persone, tra cui tutta la famiglia di suo
fratello.
Così il micro-impiego significa una forma degna di affrontare la
discriminazione.
Per Monica "Le donne che uscirono in strada a cercare lavoro, non trovarono
niente. Vedono come sei vestita e ti ricacciano. Questo progetto significa una
sfida e un buon veicolo di inserimento".
Ricevo da Antun Blazevic
Dall'incontro di un gruppo di Rom, appassionati di musica e teatro, nasce la necessità di mettere insieme questi interessi comuni, per dare vita ad un originale soggetto culturale, capace di proporre uno spettacolo teatrale, in cui gli unici protagonisti siano soltanto Rom. La cultura e le tradizioni del popolo Rom si esprimono per lo più attraverso la musica e i racconti orali. Non esiste praticamente niente di scritto, né musica, né letteratura, né altre espressioni artistiche, che quindi si tramandano tra le generazioni solo con le parole e l'insegnamento pratico. L'evolversi degli stili di vita, l'abbandono pressoché totale del nomadismo, la necessità di inserirsi nel tessuto sociale urbano soprattutto da parte dei giovani, rischiano di far disperdere un patrimonio culturale dalle radici antichissime, o di renderlo preda della modernizzazione, stravolgendone l'identità. Da tempo si assiste, nel mondo degli appassionati dello spettacolo, ad una tendenza (che si sta trasformando in moda) verso la musica e la cultura Rom, prevalentemente d'origine balcanica. A questo evidente entusiasmo non si accompagna però, da parte degli spettatori, un altrettanto evidente bisogno di conoscere da che cosa e da chi lo spettacolo trae le sue origini: molti "intenditori" si fermano alle musiche di Goran Bregovic o ai film di Emir Kusturica, e niente invece sanno delle vere radici della storia dei "gitani", né delle loro attuali condizioni di vita nelle aree cittadine. Lo spettacolo che intendiamo mettere in scena vuole proporre un nuovo approccio del pubblico verso la cultura Rom. Sul palco si alternano un unico attore e i musicisti, accompagnati, in alcune occasioni, da danzatrici. I brani recitati dall' attore Antun Blazevic (meglio noto come "Toni Zingaro", che ne è anche l'autore), raccontano storie di vita, in prosa e in poesia, del popolo Rom, con accenti che vanno dall'ironico al drammatico. I pezzi musicali, risalenti alle tradizioni balcaniche, sono rielaborati in modo originale dalla "band" Gipsy Balcan, e accompagnano la voce narrante, adattando la musica al racconto. Il nostro spettacolo si intitola "Ricordi". Sono i ricordi di un'epoca che pare tanto lontana, ma che invece è ieri, sono i ricordi dei vecchi, che non vogliono che i giovani dimentichino le loro origini, sono i ricordi di un mondo che appare all'esterno in modo troppo spesso negativo o solo folkloristico, mentre invece vive ancora oggi in uno stato di segregazione sociale, che di folkloristico ha molto poco. Probabilmente il nostro è finora l'unico tentativo, in Italia, di ideare e portare in scena uno spettacolo interamente progettato ed interpretato solo da Rom. Crediamo fortemente nel teatro come forma di diretto coinvolgimento del pubblico rispetto a ciò che viene rappresentato: questo tipo di comunicazione, a metà strada tra il messaggio sociale e il divertimento, può costituire una vera novità nel promuovere il dialogo e la comprensione tra diversi modelli di vita, tracciando un nuovo percorso verso una reciproca, reale conoscenza tra Rom e "gagè". I COMPONENTI DI "DROMOMANIA": - Antun Blazevic ("Toni Zingaro"), attore e autore del soggetto e dei testi, - Marian S. Cinbalo - Albert M. Fisarmonica - Mariano M. Violino - Petrica H. Contrabbasso - Sorian D. Clarinetto Sassofono Flauto Budget del gruppo € 1000.oo (comprese le spese di viaggio) Contatti: Antun Blazevic (Toni): 3400824785 (dopo le 20.30) Marian Serban 3283760571 (tutto giorno) tonizingaro@hotmail.it
Di Fabrizio (del 26/04/2007 @ 09:37:43, in scuola, visitato 2927 volte)
- progetto di attività didattica e animativa rivolta ai bambini del campo
rom di via Triboniano a Milano
- intervento volto a contrastare la dispersione scolastica
Il campo di via Triboniano:
Si trova nella zona 8 di Milano. Dal 1999 sono iniziati degli insediamenti di
Rom provenienti dalla Romania e a novembre del 2001 c'è stato il riconoscimento
come campo comunale. Oltre ai Rom rumeni si sono aggiunti Rom provenienti dalla
Bosnia Erzegovina.
I soggetti proponenti:
Associazione Oltre il campo, in collaborazione con l'associazione Aven
Amentza - Unione Rom e Sinti
Motivazioni:
Tra i portatori di diverse culture, i meno integrati nella società italiana
sono senza dubbio gli appartenenti al popolo Rom. Una delle cause che
maggiormente contribuisce all'esclusione dei Rom dalla società maggioritaria è
la scarsa scolarizzazione e l'alta percentuale di abbandono scolastico, tanto
che essi spesso non possono ottenere permessi e licenze necessari all'avvio di
attività commerciali a causa della mancanza dei titoli di studio obbligatori.
Se ciò è vero per i Rom italiani, la situazione si complica ulteriormente per
i Rom provenienti da altri stati, perché alle difficoltà già riscontrate si
aggiungono le barriere linguistiche.
La situazione di disagio ed emarginazione si riflette in primo luogo sui
bambini, costantemente esclusi dal mondo col quale entrano in contatto, tramite
la televisione e i racconti dei compagni a scuola, ma che nella realtà è loro
negato, obbligandoli a restare ai margini..
Il disagio più grande cui i bambini sono sottoposti è legato all'istruzione.
Ci siamo interrogati sul loro rapporto con la scuola, sull'attrazione che questa
riesce ad esercitare, sulle prospettive che offre e sulle reali capacità che
essa ha di accogliere.
Troppo spesso le strutture scolastiche sono inadeguate per comprendere i
bisogni di bambini abituati a confrontarsi quotidianamente con l'emarginazione,
la povertà, la violenza. A causa della mancanza di strumenti necessari per
rapportarsi a bambini provenienti da culture diverse dalla nostra. Vorremmo
quindi sopperire in parte a questa mancanza procurando noi per gli insegnanti
bibliografie, dispense e libri scolastici usati in Romania e in Bosnia. Questo
per sopperire in parte anche alla perdita della cultura d'origine dei bambini,
che vivono la condizione dell'emigrante, nell'incertezza della loro permanenza
in Italia.
Obiettivo generale:
Interazione con la cultura maggioritaria ed espressività.
Strategia di intervento:
Considerando la diversità come un arricchimento e questo progetto come una
possibilità di scambio e di avvicinamento reciproco vogliamo coinvolgere altre
persone integrando una diversità che la nostra società, così diversa dalla loro,
fatica ad accettare e non vive come una ricchezza ma come una minaccia ai propri
valori e stili di vita.
Doposcuola: risulta indispensabile intervenire sui bambini del campo
di via Triboniano, tutti stranieri, che in massima parte frequentano le scuole
pubbliche presenti sul territorio, fornendo un supporto didattico per
l'apprendimento della lingua italiana, lo svolgimento dei compiti assegnati a
scuola ed il ripasso degli argomenti che presentano maggiori difficoltà.
Per realizzare questo riteniamo utile strutturare un luogo di incontro e di
attività che li stimoli ad esprimersi e a sfogare tutta la loro creatività,
esternare i loro sogni, desideri, problemi, mettersi in gioco in prima persona
attraverso laboratori ed attività espressive. Presupposto fondamentale è proprio
quello di coinvolgere i bambini rendendoli protagonisti assoluti.
Queste idee sono finalizzate alla crescita della motivazione nello studio, al
piacere di costruire qualcosa insieme agli altri, al sostegno delle proprie
capacità relazionali, all'abbattimento delle inibizioni e all'abitudine
progressiva allo studio impegnativo.
L'attività espressiva, nel momento stesso in cui riesce a "far star bene"
l'individuo, è fonte di benessere, sia a livello individuale che collettivo.
Risulta pertanto essere la migliore prevenzione del disagio.
Animazione: gioco come mezzo per imparare a rapportarsi, a creare
qualcosa insieme, sottostando a regole uguali per tutti, deve per vincere è
necessario lo sforzo e la collaborazione di ogni singolo individuo, dove ognuno
abbia un proprio ruolo.
Le "regole del gioco" implicano consapevolezza non solo delle regole a cui
sottostare ma anche dei diritti che ci competono.
Potenziare la dimensione del gruppo inteso come risorsa per la crescita
personale, per il sostegno reciproco e per la valorizzazione delle capacità
individuali, nella realizzazione di un risultato comune.
Conclusione:
Per far prendere coscienza anche ad altri di questi nostri scomodi "vicini di
casa" verrà allestita una mostra fotografica sulle attività al campo, dove
saranno esposti anche lavori dai bambini, notizie ed informazioni sulla cultura
rom.
Inoltre si prevede la distribuzione di materiale informativo e
l'organizzazione di incontri di conoscenza.
www.iorom.altervista.org
AAA Cercasi:
animatori, giocolieri, clown
e chiunque abbia voglia di aiutarci ad organizzare dei
pomeriggi di gioco con i bambini del campo rom di via Triboniano a Milano
iorom@libero.it
Di Fabrizio (del 25/04/2007 @ 10:10:58, in media, visitato 3130 volte)
La prima notizia riportata sul corriere della sera online
di oggi. Naturalmente prima di ogni altra cosa, viene detto che l'ubriaco al
volante è un Rom. Come se fosse quella la causa dell'incidente...
Claudia
La strage su una strada di Appignano, in provincia di Ascoli Piceno
Rom ubriaco falcia con un furgone 4 giovani I ragazzi, investiti, tutti
minorenni, sono morti. L'investitore è stato arrestato ed è piantonato in
ospedale dalla polizia
APPIGNANO (Ascoli Piceno) - Un giovane Rom, di 22 anni, di cui non è stato reso
noto il nome, alla guida di un furgone ha falciato la notte scorsa cinque
ragazzi in motorino: quattro sono morti mentre uno è stato operato e si trova in
ospedale in gravi condizioni. L'incidente è avvenuto intorno a mezzanotte su una
strada nei pressi di Appignano (Ascoli Piceno). L'investitore, completamente
ubriaco, è stato arrestato. I ragazzi,tutti tra i 16 e i 18 anni, erano andati
insieme a prendere un gelato, quando il furgone è piombato su di loro. È stata
una strage.
ARRESTATO E PIANTONATO IN OSPEDALE - Il Rom si trova ora piantonato in ospedale
a Ascoli Piceno, dove è stato ricoverato per le lesioni riportate a sua volta
nell'incidente. Vive in un accampamento da sempre al centro di polemiche nella
cittadina perché considerato incompatibile con la comunità locale. Sulla vicenda
indagano i carabinieri, coordinati dal sostituto procuratore di Ascoli Piceno
Carmine Pirozzoli.
24 aprile 2007
Di Fabrizio (del 24/04/2007 @ 09:53:33, in Europa, visitato 2373 volte)
Da
Baltic_Roma
Lo scorso marzo è stato lanciato un sito web del Centro Sviluppo della
Cultura Rom. Il sito www.Romi.lv,
il primo nei paesi baltici, riporta notizie sulla comunità Rom, ed informazioni
sulla storia, le tradizioni ed informazioni sui Rom in Lettonia, una
popolazione di 8.152 all'inizio del 2006, secondo l'Istituto Centrale di
Statistica. Le notizie sono disponibili in lettone, russo ed inglese. Il sito è
stato finanziato dall'Ambasciata Britannica e dal Segretariato Assegnazioni
Speciali del Ministero per l'Integrazione Sociale.
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