Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 01/12/2006 @ 10:27:56, in scuola, visitato 1952 volte)
Da: Mundo_Gitano
Si dice che la gente è ostile a ciò che non capisce, o in certi casi semplicemente a ciò che ignora.
Per molti questa è l'origine del "razzialismo" e forse questa può essere la ragione per cui negli anni gli Zingari siano stati marginalizzati in Spagna.
Per questo ogni iniziativa volta ad aiutare ad aprire i misteri della comunità Calé in Spagna deve essere la benvenuta. A volta le aperture avvengono dall'interno della comunità stessa.
All'inizio degli anni novanta un gruppo di donne zingare da Granada si sono unite in un'associazione chiamata Romi. Una delle mete era fondare un museo per spiegare la cultura delle Romnià, e adesso questo obiettivo è stato raggiunto.
Tre grotte nell'area Sacromonte di Granada ospitano il primo museo "La Gitana". Il governo regionale ha contribuito con 350.000 € ed il sindaco di Granada, José Torres Hurtado, ha espresso la speranza che il centro divenga un'attrazione turistica cittadina.
La prima grotta illustra la storia di come gli zingari lasciarono l'India e furono soggetti a leggi particolari sotto i regni cattolici di Spagna, come la condanna alla schiavitù del 1492. Nel XIX secolo fu proibito di parlare il Caló e persino di indossare gli abiti tradizionali.
La seconda grotta si concentra sulle attività dei gruppi femminili e presenta gli zingari famosi nella storia. Sarete sorpresi di trovare Charlie Chaplin e Elvis Presley.
La terza grotta illustra tradizionali rimedi medici zingari, trasmessi di generazione in generazione.
Le nostre congratulazioni a Loli Fernandez, Direttrice dell'Associazione Romi delle donne Rom a Granada.
Asociacion De Mujeres Gitanas Romi Pl. Rey Badis, S/N 18013 Granada 958 161 278 © typicallyspanish. com
Di Sucar Drom (del 01/12/2006 @ 16:38:52, in blog, visitato 1718 volte)
Mantova,
incontro con il Ministro Ferrero
A Mantova, sabato 25 novembre 2006, Yuri Del Bar e Carlo Berini hanno incontrato
il Ministro del Welfare, Paolo Ferrero. All'incontro è stato presentato il
lavoro svolto nel Nord e nel Centro Italia dall'Associazione Sucar Drom,
dall'Istituto di Cultura Sinta e dall'Ente Morale Opera Nomadi Sezione di
Mantova.
Durante l'incontro sono state consegnate al Ministro le ultime pubblicazioni
dell...
Mantova,
presentato il progetto "nevo drom"
Presentato questa mattina in Provincia il progetto Nevo Drom contro le
discriminazioni razziali subite dalle popolazioni Sinte e Rom nel territorio
mantovano. Alla conferenza stampa erano presenti l’assessore provinciale alle
politiche sociali Fausto Banzi, Carlo Berini e Yuri Del Bar dell’Associazione
Sucar Drom e Barbara Nardi dell’Istituto di Cultura Sinta.
“Negli ultimi anni – spiegano...
Unione
Europea, Joaquin Cortes chiede un Commissario per le Minoranze
La richiesta è stata avanzata dall'artista spagnolo di origine Kalò al
Presidente del Parlamento Europeo Borrel nell'incontro a Bruxelles, nell'ambito
di una campagna di sensibilizzazione sui Rom e sui Sinti in Europa.
"Politicamente parlando sono abbastanza un neofita perchè la politica l'ho
sempre lasciata al margine ma credo che nell'Unione Europea ci vorrebbe un
consigliere, un co...
L'Europa
è razzista, ma non lo sa
La discriminazione c´è ma non fa statistica, e quindi non si vede. Si potrebbe
sintetizzare così l´ultimo rapporto dell'European
Monitoring Center on Racism and Xenophobia che nel suo dossier per il 2005
assegna voti davvero bassi ai governi dell'Unione Europea non solo perché i
Venticinque sono ancora lontani da...
Razzismo, rispondiamo insieme alla lettera arrivata a sucardrom
Nei giorni scorsi abbiamo ricevuto la seguente lettera, dopo
la
fiaccolata di Piovene Rocchette. La lettera fa esplicitamente riferimento
alla
denuncia per discriminazione razziale che abbiamo presentato contro il
Sindaco Maurizio Colman. Le argomentazioni po
Da Nickolai Kalinin
Recentemente i fascisti in Bielorussia sono diventati più
attivi. L'organizzazione nazionalista "Potere Bianco" mostra estrema
aggressività contro i rappresentanti del popolo Rom. I suoi attivisti diffondono
volantini con cui chiamano alla violenza contro i Rom in Bielorussia [...].
"Potere Bianco" chiede di espellere i Rom dalla Bielorussia con ogni mezzo.
Il Gruppo dei Legali dei Rom hanno indirizzato una
protesta ufficiale al Comitato per gli Affari Religiosi e le Nazionalità, che la
girato al Procuratore Pubblico. La risposta è arrivata subito: il Procuratore
rifiuta di agire legalmente contro gli attivisti di "Potere Bianco". In realtà,
l'attività di "Potere Bianco" si svolge apertamente e alla luce del sole e col
tacito consenso delle autorità. I nomi degli attivisti potrebbero essere trovati
facilmente. Ma il Procuratore Pubblico ha semplicemente ignorato la nostra
protesta.
Ciò riflette l'attitudine delle autorità verso i Rom. Le
manifestazioni di antiziganismo sono impunite e le autorità non rispettano i
diritti delle minoranze nazionali. Il fascismo può essere distrutto con un ampio
movimento civile Rom nella società, sulle basi dei principi di eguaglianza,
libertà e giustizia sociale, dove non ci sia posto per la xenofobia. Chiediamo a
tutti quanti non vogliono vedere neonazisti nelle strade delle nostre città, che
non vogliono osservare in silenzio il comportamento dei fascisti, che non sono
d'accordo con le violazioni di massa dei diritti umani, a scrivere al Presidente
di Bielorussia, chiedendo attenzione ai Rom e il bando dei movimenti fascisti.
Chiediamo a tutte le organizzazioni Romani e no di protestare
contro l'antiziganismo in Bielorussia, spedendo una lettera a:
The President of Belarus
Lukashenko Alexander
Marx's street 38
220016 Minsk
Belarus
Assieme siamo forti!
Un raccontino offerto da
Les
Rroms acteurs. Buona domenica a tutti!
Un vecchio viveva tutto solo in un villaggio. Poco lontano, viveva Ramo, un
rrom, con sua moglie e cinque figli. Ramo aveva una kakavi (marmitta), troppo
piccola per cucinare per tutta la famiglia. Un giorno si reca dal vicino che
viveva tutto solo, chiedendogli: "Sto aspettando ospiti, ma la mia padella è
troppo piccola per cucinare per tutti. Me ne puoi prestare una più grande?" Con
un po' di esitazione, il vecchio gli presta la sua padella. Due giorni dopo,
Ramo torna dal vecchio per ridargliela. Bussa alla porta e quando il vecchio
apre, gli dice: "Però, non mi avevi detto che la tua marmitta era incinta. Te la
rendo, assieme alla piccola che ha messo al mondo" tendendogli la sua piccola
marmitta.
Il vecchio pensa tra sé che il Rrom fosse pazzo, ma gli risponde: "Ah sì, mi
ero dimenticato di dirti che era incinta. Grazie per avermela riportata".
Passato qualche giorno, Ramo ritorna dal vicino e gli dice: "Sono desolato di
recarti disturbo ogni volta, ma ho di nuovo degli ospiti. Puoi ancora prestarmi
la tua padella?" Stavolta, il vecchio non è più esitante, sperando di recuperare
un'altra padella. "Ma certamente - gli dice - te la presto volentieri" e gliela
porge.
Passano due giorni, tre, e al quarto giorno Ramo torna dal suo vicino. Bussa
ala porta. Il vecchio esce tutto contento, ma vede il viso triste di Ramo, che
gli dice: Oh amico mio... come faccio a dirtelo, non mi avevi detto che la
tua padella era malata...". "Cosa?" dice il vecchio con gli occhi spalancati.
"Capisco la tua pena, ma la tua padella era gravemente ammalata. E' morta da
noi." "Smetti di mentire! - grida il vecchio - una padella non muore, non è un
essere umano". "Ah sì? - dice Ramo - è vero. Ma tu mi hai creduto quando ti ho
detto che aveva avuto una figlia, perché adesso metti in dubbio le mie parole?
Ti dico che è morta".
E'così che Ramo ha scambiato la sua piccola kakavi con quella più grande del
suo vicino. Finalmente, a ciascuno secondo i suoi bisogni...
o paramisi odothe, o sastipen akate
Di Fabrizio (del 04/12/2006 @ 10:02:17, in media, visitato 1887 volte)
L'unica radio rom di Belgrado, RTV Khrlo E Romengo, la Voce dei Rom, ha
ricevuto il 27 novembre la decisione dell'Agenzia Trasmissioni Radio (RBA) di
dover chiudere entro 8 giorni.
Questo significa che 105.000 Rom potrebbero perdere l'unica risorsa
informativa su loro stessi. La Repubblica Serba non ha finanziato questo media
ed ora le autoritò intendono chiuderla.
Aiutateci a risolvere questo problema con la RBA, a neutralizzare questa
decisione e a continuare il nostro lavoro. Se volete supportarci, scrivete una
mail all'indirizzo rra @ eunet.yu dandola
vostra opinione su questo problema.
In fede
RTV Khrlo E Romengo, Voice of Roma.
Di Sucar Drom (del 04/12/2006 @ 11:14:11, in blog, visitato 1483 volte)
Roma, un altro incendio ed è tragedia nella Comunità Rom Rudara Tragedia a Roma nel “campo nomadi” di via dei Gordiani, in zona Casilino. Due giovani sposi Rom Rudara, Lijuba Mikic di 17 anni e Sasha Traikovic di 18, sono morti tra le fiamme del container dove vivevano. Non si ha ancora la certezza delle cause della tragedia, un corto circuito o una stufetta a legna, che si è consumata questa mattina all’alba. I due ragazzi neosposi vivevano insieme ad ...
Borgaro Torinese (TO), qualcosa di sinistra... Ricordate il "D'Alema, dì qualcosa di sinistra" di Nanni Moretti? Oggi voglio prendere in parola il consiglio del regista romano, e, sebbene non sia nemmeno lontanamente paragonabile a Massimo D'Alema, farò qualcosa di sinistra. Prima però vi racconto una storia... Qualche giorno fa nel mio paese (Borgaro Torinese) è scoppiato un incendio in un campo nomadi abusivo, ed il Comune...
Legnago (VR), il mitico Diego "El Cigala" in concerto Martedì 16 gennaio 2007 alle 20.30 al Teatro Salieri di Legnago (VR), il cantante kalò Diego "El Cigala", star spagnola, con la grande canzone romantica ispanoamericana, i boleros. Con lui, nella serata intitolata Lagrimas Negras, (come il CD che ha vinto il Latin Grammy Award 2004 e ha venduto 800.000 copie), El Morao (chitarra), Sabu (percussioni), Jumitus (piano) e Yelsy (c ...
Di Fabrizio (del 05/12/2006 @ 10:10:53, in Europa, visitato 2100 volte)
Rom e cancellati: amnesia europea
30.11.2006 scrive Franco Juri
Una marcia europea dei "cancellati" contro l'indifferenza del governo e parlamento sloveni. Per ribadire il loro diritto alla cittadinanza. Intanto in Slovenia dilaga la rivolta razzista anti-rom. Scenari inquietanti per un Paese che nella prima metà del 2008 presiderà l'UE
La lunga marcia dei cancellati è cominciata lunedì scorso a Lubiana. E' passata per Trieste, dove 48 vittime della cancellazione che non si vogliono arrendere o rassegnare di fronte all'indifferenza del governo e del parlamento di Lubiana che continuano a glissare sul problema, sono state accolte in Consiglio regionale dall'assessore alla cultura e alle politiche della pace Roberto Antonaz e da alcuni consiglieri di diversi partiti della sinistra (Rifondazione, PdCI, DS e Verdi).
Poi è stata la volta di Monfalcone, dove ad esprimere la propria solidarietà ai cancellati della Slovenia (ma anche a qualche cancellato italiano che si è unito alla carovana, come il giovane rom nato a Roma da genitori ex-jugoslavi Zvonko Đurđević) sono stati gli operai della Fincantieri, quelli del sindacato FIOM, con alle spalle una lunga tradizione di lotte operaie e di solidarietà interetnica. Ad applaudire il gruppo accompagnato nel loro viaggio verso Bruxelles dagli attivisti sloveni e italiani di "Karavla mir" e "Dostje" c'erano pure alcuni lavoratori del Bangladesh e del Pakistan, alcuni dei tanti che nella Monfalcone progressista e cosmopolita hanno ottenuto un diritto di domicilio esemplare rispetto ad altre realtà industrializzate. Da Monfalcone a Parigi, al parlamento francese insieme ai "sans papier" e poi a Bruxelles dal commissario Franco Frattini, accompagnati da due deputati della sinistra europea, Giusto Catania e Roberto Musacchio che avvertono: la Slovenia risolva questo problema prima di prendere in mano le redini dell'UE. Viaggio imbarazzante per il governo sloveno, che sulla marcia europea dei diseredati ex-jugoslavi preferisce per ora mordersi la lingua. Solo due i messaggi pervenuti dal mondo politico ai cancellati in procinto di partire; quello solidale del deputato socialdemocratico Aurelio Juri, e quello critico e stigmatizzante dell'eurodeputato del Partito democratico sloveno Miha Brejc. Molti cancellati, nonostante due delibere a loro favore della corte costituzionale slovena, continuano a rimanere tali, a non godere cioé di quegli elementari diritti di cittadinanza o di residenza che furono cancellati amministrativamente in una notte del 1992 e più tardi solo parzialmente riconosciuti a coloro che risucirono a mettere insieme tutta la documentazione richiesta, perlopiù andata in fiamme lì dove infuriava la guerra. La rivolta razzista Ma il problema dei cancellati è solo uno dei problemi che la Slovenia dovrà o dovrebbe risolvere prima di assumere la presidenza dell'Unione Europea nella prima metà del 2008. L'altro inquietante scenario che sembra purtroppo dilagare ed essere sfuggito di mano allo stesso governo Janša, che fin'ora lo ha ispirato e sostenuto tramite i propri commissari politici, è la rivolta anti-rom in tutta la Slovenia. Ad Ambrus c'è stato sabato scorso il primo caso di violenza, con in prima fila la testa insanguinata di un contestatario locale che assieme ad altre centinaia di compaesani bloccava le strade impedendo alla polizia l'accesso all'insediamento rom della famiglia Strojan. La polizia ha caricato ed ha colpito la testa di un locale militante del partito di governo. Negli scontri sono stati leggermente feriti anche altri paesani. Il giorno dopo ne ha fatto le spese il direttore della polizia di Lubiana, mentre Janša ed il ministro degli Interni Mate hanno chiesto scusa alla popolazione di Ambrus, dove quasi tutti votano tradizionalmente per il loro partito. I disordini erano cominciati in seguito alla notizia che la famiglia rom, ospitata nel centro di permanenza per stranieri di Postumia (25 persone di cui 21 tra donne, bambini ed un'anziana) per sfuggire al linciaggio della folla di Ambrus, si era decisa a tornare a casa propria dopo che le tante promesse del governo di trovare una sistemazione alternativa erano finite in una sommossa nazionale;da Ambrus a Mala huda, da Grosuplje a Ig, da Kocevje a Ribnica e Lubiana. Barricate, blocchi stradali persino con la partecipazione dei locali vigili del fuoco e dei loro mezzi antincendio, uomini minacciosi armati di pali e seghe a motore, pronti ad affrontare anche le unità speciali di polizia, gli skin head e le "viole", gli ultras del Maribor, pronti ad aiutare gli insorti, e una polizia tollerante e intimidita con l'eccezione dei disordini ad Ambrus di sabato, finiti con una testa rotta e le dimissioni immediate del direttore di polizia. Immagini da klu klux klan ma con dimensioni di massa da far rabbrividire anche il regista cinematografico più azzardato. Ogni ipotesi di insediamento dei rom, in qualsiasi parte del paese, persino a Lubiana, porta in strada le cosiddette "vaške straže" la cui simbologia politica rievoca direttamente il collaborazionismo filonazista nella seconda guerra mondiale. Una revansce in chiave attuale e xenofoba, su cui - salvo rare eccezioni - il mondo politico tace o balbetta, mentre la chiesa cattolica e un buona fetta dell'intellighenzia glissano pavidamente. A fare le spese della furia popolare anti-rom è stato pure il nuovo sindaco di Lubiana Zoran Janković che ha tentato di offrire una sistemazione alla famiglia Strojan nel proprio comune. E' stato fischiato e contestato aspramente dalla folla della comunità locale interessata ed ha fatto, vistosamente preoccupato, un realistico dietro front. Martedì per il solo sospetto (infondato) che nei veicoli della polizia dell'accademia di Gotenica presso Kočevje ci potesse essere uno Strojan è insorta la cittadina di Ribnica; al post odi blocco le »straže« hanno fermato persino i poliziotti e li hanno perquisiti, umiliando nuovamente lo stato di diritto. Cinquanta intellettuali di area liberal-progressista hanno richiesto intanto, in un appello a favore dei diritti dei Rom, le dimissioni del ministro degli interni Dragutin Mate cui addebitano la responsabilità diretta del caos razzista nel paese. Gli Strojan intanto aspettano nel CPT di Postumia, il governo mantiene un atteggiamento ambiguo, esibendo la propria impotenza ed umanitaria benevolenza ma senza perdere occasione di puntare l'indice su presunte divisioni in seno alla stessa famiglia e sulla "poca affidabilità" di questa al momento di trovare un accordo. La stessa sindrome dell'antisemitismo Cosa sta succedendo nella Slovenia del 2006, nel paese che tra meno di due anni dovrebbe presiedere l'Unione Europea? E' forse in preda alla sindrome di angoscia collettiva che sembra pervadere una buona fetta dei paesi dell'est europeo e che ricorda quella dell'antisemitismo nella Germania di Weimar? Dalla Polonia all'Ungheria, alla Slovenia. Com'è possibile che un paese con il reddito più alto tra quelli dei nuovi membri UE e noto per la sua tradizionale moderazione e per una proverbiale (apparente) stabilità politica, diventi ora poligono di lotte razziali e di un crescente culto del linciaggio e delle "vaške straže"?. La risposta va probabilmente cercata nella dilagante insicurezza, nel disagio che accompagna la gente in una fase di transizione particolarmente incerta, dove diventa tangibile e dolente ma anche redatto a tavolino, in nome delle leggi del libero mercato, il ridimensionamento dello stato sociale, dell'assistenza pubblica, di quella pensionistica, dei pari diritti alla scuola ed alla sanità. E poi è in arrivo l' Euro e con lui la grande paura dei rincari e dell' ulteriore perdita del potere d'acquisto. E poi Schengen e la libera circolazione all'interno dell' area, e l'arrivo della Romania e della Bulgaria e di tanti immigrati più giovani e più fertili. Insomma la percezione è quella di un sommovimento tettonico epocale che sta angosciando il piccolo individuo, sempre più insicuro e che cerca nella propria rassicurante comunità tradizionale un rifugio, da difendere ad ogni costo, anche con le seghe a motore. La classe politica al potere è impegnata ormai da alcuni anni a spiegare alla gente che l'assistenzialismo sociale va ridotto al minimo, cominciando dai settori più "parassitari". E l'idea del "parassita sociale", responsabile del malessere generalizzato, s'insinua nell' immaginario collettivo della gente che cerca e trova il capro espiatorio nei più deboli. Emira è bosniaca e lavora alla TV pubblica come donna delle pulizie con un contratto precario; entra nello studio tutta imbronciata e borbotta: "Maledetti Zingari, loro non lavorano e incassano l'assistenza sociale.Ed io qui a sgobbare! Maledetti!".
Di Fabrizio (del 06/12/2006 @ 09:34:18, in lavoro, visitato 1721 volte)
Di Fabrizio (del 06/12/2006 @ 10:17:50, in Europa, visitato 1983 volte)
Da IDEA international debate education association
Strasburgo, 28.11.2006 - Il Consiglio di Europa addestrerà i funzionari a Sarajevo [...] per controllare e valutare leggi che assicurino pari trattamento ai Rom in Bosnia Erzegovina - questo è parte di un prossimo progetto a più largo respiro che coinvolgerà altri quattro paesi balcanici: Albania, Macedonia, Montenegro e Serbia.
Cittadini europei storicamente bersaglio di razzismo ed esclusione, Rom hanno anche patito i recenti conflitti nei Balcani. Per questa ragione, gli esperti del Consiglio d'Europa - Divisione Rom e Viaggianti, attraverso il finanziamento della Commissione Europea, aiuteranno le azioni e gli sforzi governativi per i Rom in Bosnia Erzegovina. Con lo slogan "Pari Diritti e Trattamento per i Rom nel Sud Est d'Europa" il programma ha già raggiunto il suo primo ciclo di formazione in Macedonia e Albania, con un simile piano di formazione in Serbia.
Il programma include anche "Dosta!" - una parola romani che significa "abbastanza" - una campagna di sensibilizzazione per combattere contro pregiudizi e stereotipi che vanta testimonials come il tedesco premio Nobel Günter Grass, il regista francese Tony Gatlif e il musicista rom Saban Bajramovic.
[...]
Dal 1993, le tematiche di Rom e Viaggianti sono state al centro di tre priorità del Consiglio d'Europa: protezione delle minoranze, lotta al razzismo e all'intolleranza e lotta all'esclusione sociale. La difficile situazione fronteggiata dai circa 8-10 milioni di Rom in Europa rappresenta una minaccia alla coesione sociale negli stati membri. Inoltre, sempre più le associazioni dei Rom e Viaggianti si sono ripetutamente appellati al Consiglio d'Europa perché a questa minoranza siano assicurati i diritti fondamentali.
Press contacts: In Sarajevo: Radmila Stojadinovic of the Council of Europe office, Tel. +387 33 26 37 40 Frane Maroevic (Spokesperson, European Commission Delegation to Bosnia and Herzegovina) , Tel. +387 33 254 749 or Mobile +387 61 103 076 In Strasbourg: Ivana D'Alessandro (Roma and Travellers Division), Tel. +33 (0)3 90 21 51 51 Panos Kakaviatos (Council of Europe Press Service), Tel. +33 (0)3 90 21 47 06 Press Release Council of Europe Press Division Ref: 727a06 Tel: +33 (0)3 88 41 25 60 Fax:+33 (0)3 88 41 39 11 pressunit@coe.int internet: www.coe.int/ press To receive our press releases by e-mail, contact : Council.of.Europe. Press@coe.int A political organisation set up in 1949, the Council of Europe works to promote democracy and human rights continent-wide. It also develops common responses to social, cultural and legal challenges in its 46 member states.
Di Fabrizio (del 07/12/2006 @ 09:21:20, in Italia, visitato 1636 volte)
La Regione Lazio istituira' una borsa di studio intitolata a Sasha Traikovich,
il giovane rom morto insieme alla moglie Lijuba Mikic nel rogo del campo nomadi
di Via dei Gordiani.
L'iniziativa e' degli assessori agli Affari istituzionali, Regino Brachetti, e
all'Istruzione, Silvia Costa, che hanno deciso di concretizzare in questo
modo l'impegno delle istituzioni a riconoscere e rendere il giusto tributo nei
confronti sacrificio del ragazzo nomade che prima di morire ha salvato dalle
fiamme i genitori, due sorelle e una nipotina.
La borsa di studio sara' destinata a uno studente di etnia rom, anche e
soprattutto nella prospettiva di promuovere e sostenere la scolarizzazione dei
ragazzi dei campi nomadi, spesso protagonisti di massicci fenomeni di abbandono
scolastico.
"La morte di Sasha Traikovich e della giovane moglie - ha detto l'assessore
Brachetti - devono diventare il simbolo, per i ragazzi rom, di una voglia di
riscatto e di integrazione, che la scuola puo' concretizzare, anche attraverso
la diffusione dei valori della tolleranza e della solidarieta' che le sono
propri".
"La conoscenza e l'istruzione costituiscono un formidabile mezzo di autotutela,
- ha concluso Brachetti - pure nella prospettiva della ricerca di sicurezza,
propria e degli altri".
"Vogliamo che la memoria del gesto eroico di Sasha, che ha perso la vita con la
giovane moglie, - ha dichiarato l'assessore Costa - prosegua nel tempo e che
aiuti i giovani rom a proseguire negli studi, ad uscire da situazioni difficili
e ad allontanarsi dal pericolo di abbandono della scuola".
"E', questo, uno degli obiettivi prioritari del mio Assessorato: di recente
abbiamo istituito l'Osservatorio sulla dispersione e l'abbandono scolastico - ha
concluso la Costa - e a breve attiveremo un tavolo con le 24 Comunita' Rom della
capitale, per discutere dell'accompagnamento e dell inserimento scolastico e
formativo dei ragazzi rom dopo la scuola dell'obbligo".
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