Di Fabrizio (del 23/04/2006 @ 10:55:17, in Europa, visitato 2020 volte)
Aleksandra mi inoltra questa comunicazione: Cari amici della rete RomEco, volevamo informarVi che si è concluso il primo anno del Progetto di Ricerca Europeo sull'inserimento formativo e lavorativo dei Rom e Sinti, intitolato "RomEco". Siamo nel secondo anno del Progetto, alla fine del quale ci aspettiamo un rapporto, nonché una pubblicazione dei dati da diffondere. Si tratta, come molti di voi sanno, di un progetto internazionale tra l'Italia, la Germania, la Bulgaria e la Slovacchia.
Intanto Vi mandiamo il rapporto finale di un altro Progetto di Ricerca Europeo (il rapporto in inglese, è scaricabile QUI - sono 3 files formato .doc ndr.), intitolato "RomWom", sull'inserimento socio-economico delle donne Rom e Sinte, che ha visto coinvolti più di dieci paesi europei e che aveva una durata di sei mesi. Quindi, si trattava di produrre rapporti nazionali piuttosto generali (overviews), ma indicativi, con eventuali raccomandazioni, statistiche, ecc..
Alla prossima, Zoran Lapov, Alessandra Novelli, Demir Mustafa EUROFOR / Università di Firenze / ARCI-Toscana
Di Fabrizio (del 24/04/2006 @ 09:52:42, in Europa, visitato 2028 volte)
A:
Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa
Assemblea Parlamentare Consiglio d'Europa
Parlamento Europeo
Comitato Integrazione Parlamento Danese
Il Primo Ministro Danese, durante una conferenza stampa di martedì 18 aprile, ha definitivamente rifiutato le accuse di violazione
della
Convenzione ONU sull'infanzia
Convenzione ONU sulla tortura
Convenzione ONU sui diritti economici, sociali e culturali
Dichiarazione ONU sui Diritti Umani
Convenzione UNESCO contro la discriminazione nell'istruzione
in relazione ai bambini rom rifugiati dal Kosovo, esclusi da una scuola degna
di questo nome e rinchiusi nei centri di Avnstrup e Sandhom.
Durante la Pasqua, membri della coalizione di governo hanno ripetutamente
richiesto condizioni migliori per i richiedenti asilo, tra cui c'è anche un
piccolo numero di Rom del Kosovo. Richieste rifiutate per le istruzioni del
Ministero degli Interni, che assicurano che il Kosovo è una nazione sicura e che
le richieste d'asilo dei Rom del Kosovo sono quindi "manifestamente infondate"
[...]
Questo significa, per esempio, che se una donna testimonia che gli uomini
della KLA (Armata di Liberazione del Kosovo) arrivarono alle 21.45 e suo marito
dice alle 22.15, durante gli interrogatori (condotti separatamente) dalle
autorità immigratorie danesi, la loro richiesta viene etichettata come
"incongruente".
Secondo "Romano" la
Danimarca viola apertamente le Convenzioni ONU sui Diritti dei Rifugiati, quella
sulla tortura e quella europea sui diritti umani, per come vengono gestite le
richieste di asilo politico dei Rom..
Il Primo Ministro non ha voluto commentare il Rapporto Finale del Consiglio
d'Europa sui Diritti Umani dei Rom - Sinti - Viaggianti, presentato il 15
febbraio da Alvaro Gil-Robles, Commissario per i Diritti Umani, prima che lo
stesso lasciasse l'incarico.
Il rapporto rimprovera alle nazioni europee di aver impostato politiche
d'asilo particolarmente restrittive, allo scopo preciso di stoppare la fuga dei
Rom dai Balcani dopo il 1999.
Sempre "Romano" ha anche espresso riprovazione perché Søren Krarup, membro
della Commissione Parlamentare per l'Integrazione e del Partito Popolare, ha
commentato con i suoi colleghi di partito le prassi adottate con i richiedenti
asilo, indicati come "trafficanti di minori". Prassi confermata anche durante il
dibattito su TV2 news "Go'Morgen Danmark" da Henriette Kjær, portavoce dei
conservatori e dal parlamentare liberale Eyvind Vesselbo. Krarup, che è ministro
della chiesa luterana
"Folkekirke", è dell'opinione che sono i genitori, che abuserebbero dei
figli, ad opporsi al ritorno in patria.
"Romano" risponde che sono le autorità ad abusare dei bambini, obbligandoli a
vivere in campi di ghettizzazione e senza adeguata istruzione scolastica per 4-6
e anche 8 anni. La scuola per loro praticamente non esiste, non comprende la
madrelingua, non da preparazione alla vita fuori dal campo e nessuna possibilità
di continuare gli studi.
"Romano" accusa il governo di discriminare usualmente i Rom, quali che siano
gli argomenti formali adoperati. Sfortunatamente questo non si limita ai soli
Rom richiedenti asilo.
L'abuso su minori è una violazione del Codice Penale Danese.
Un rapporto della polizia dello scorso 2 aprile, afferma che la prolungata
detenzione nei campi è inefficace nel convincere i rifugiati a far ritorno senza
terrore nel proprio paese d'origine. L'Ufficio Immigrazione è stato portato in
tribunale, per aver rimpatriato a forza un ragazzo richiedente asilo dall'Iran,
dove è stato torturato e da dove è nuovamente fuggito.
Di Fabrizio (del 24/04/2006 @ 10:23:48, in Italia, visitato 2111 volte)
Per iniziare, il comunicato di Aven Amentza:
61° anniversario della Liberazione d’Italia
noi Rom e Sinti, italiani e immigrati, aspettiamo la democrazia
cioè la liberazione dalla guerra dell’oppressione e del pregiudizio
che già portò alle persecuzioni e stragi nazifasciste (ben oltre 600.000 morti)
e che oggi ci costringe a nascondere la nostra identità nazionale per poter vivere e lavorare in pace
se questo è un paese libero
lo deve alle lotte e al sacrificio di chi si è opposto alla dittatura fascista e all’occupazione nazista, che molti, interessati o confusi, cercano oggi di dimenticare, così come si cerca di cancellare la Storia, delle violenze e delle stragi, delle deportazioni, dei campi di concentramento e di sterminio.
In tutta Europa, dovunque si è organizzato un movimento di Resistenza, Rom e Sinti ne hanno fatto parte; spesso talmente numerosi da costituire intere formazioni, con propri comandanti (come in Jugoslavia, in Francia, in Slovacchia); spesso compiendo imprese e atti di valore personale e d’importanza storica; talvolta persino ottenendo il riconoscimento di una decorazione, in cambio d’una vita sacrificata.
Ma di ogni cosa positiva che viene dal nostro piccolo popolo pacifico (violenze, guerre, stragi, distruzioni le abbiamo solo subite, mai compiute) volutamente si perde notizia. I nostri grandi –uomini e donne- sono nascosti e dimenticati o ne viene taciuta l’appartenenza.
Rivendichiamo, così come facciamo per le centinaia di migliaia di nostri (e vostri!) fratelli, sterminati dagli oppressori, che queste persone stiano col loro nome nella schiera di coloro che hanno contribuito a liberare questo ed altri paesi e a porre le basi di una nuova Europa. Senza confini, proprio com’è nella nostra antica cultura. Ecco i nomi degli ignoti partigiani rom e sinti italiani:
il rom istrianoGiuseppe Levakovich, detto Tzigari, che militò nella Brigata “Osoppo”, in Friuli, agli ordini del comandante Lupo
Rubino Bonora, partigiano nella Divisione “Nannetti” in Friuli
Walter Catter, eroe partigiano, uno dei Martiri di Vicenza, fucilato l’11 novembre 1944
suo cuginoGiuseppe Catter, fucilato ventenne nell’Imperiese da brigatisti. Il suo distaccamento ne prese il nome. Decorato al valore.
il sinto piemonteseAmilcare Debar, l’unico ancora vivente, staffetta e poi partigiano combattente nella 48^ Bgt. Garibaldi “Dante Di Nanni”, comandata da Colajanni. Dopo la guerra fu rappresentante del suo popolo alle Nazioni Unite.
Il 25 Aprile è arrivato anche grazie a loro, ma per la loro gente non è arrivata la liberazione dal pregiudizio che, a causa di una profonda diversità culturale, ha segnato tutta la loro storia.
ROM E SINTI ASPETTANO IL LORO 25 APRILE
AVEN AMENTZA = VENITE CON NOI
Il tema dei Rom e Sinti non potrà non riguardare la nuova amministrazione: ESSA DOVRÀ DIALOGARE CON NOI. Sarà necessaria un’attenzione alle culture altre e alla volontà d’inserimento delle persone, che non sia continuamente penalizzata da una visione ostile e da ostacoli burocratici. La questione riguarda, a Milano, circa 3000 persone, metà delle quali cittadini italiani. Chiediamo di cessare gli sgomberi e di avviare il superamento della politica –solo italiana- dei campi: siamo ‘nomadi’ solo nel pregiudizio razzista degl’ignoranti.
ESSERE ROM E SINTI NON È UN DELITTO. SIAMO UOMINI E DONNE COME GLI ALTRI. LAVORIAMO, MA DOBBIAMO NASCONDERCI PER NON ESSERE LICENZIATI …PERCHÈ SIAMO ROM E SINTI.
Questo è il nostro 25 aprile nell’ Italia democratica?
In Italia Rom e Sinti sono circa 130.000, per metà cittadini italiani, sedentarizzati, o seminomadi per motivi di lavoro (giostre, circhi, piccolo commercio), o “nomadi” solo perché costretti dai continui sgomberi. Sono lo 0,2 per mille della popolazione: uno ogni mille abitanti. Il livello di scolarizzazione è bassissimo, la speranza di vita da Terzo Mondo, le occasioni d’inserimento poche. L’altra metà proviene dai paesi della Grande Jugoslavia e dalla Romania. Là e in altri paesi la loro condizione può essere anche diversa: vi sono ingegneri e domestiche, professori e giudici, artisti e vigili urbani, operai e impiegati, deputati ai parlamenti nazionali. Un gitano spagnolo è stato deputato al Parlamento europeo ed oggi vi sono due deputate ‘Zingare’ ungheresi.
L’Unione Europea è formata da 25 stati e una nazione: questa siamo noi.
L’ ASSOCIAZIONE “AVEN AMENTZA” – UNIONE ROM E SINTI –ONLUS
È nata due anni fa per combattere il pregiudizio, con l’incoraggiamento di CGIL Lombardia, Camera del Lavoro e Coop Lombardia. È un’associazione di Rom, Sinti e non rom (gagè).
La nostra impostazione: *avere voce come Rom e Sinti *difendere concretamente i nostri diritti, per poi consolidare anche l’esercizio dei doveri *usare l’associazione come percorso d’integrazione nell’esercizio della democrazia *difendere la legalità e la sicurezza di tutti.
Partecipiamo al progetto europeo di ricerca RomEco; in giugno siamo presenti alla Festa del quartiere in cui si trovano i campi di via Triboniano; abbiamo avviato una ricerca sulla partecipazione dei Rom e Sinti alla Resistenza; stiamo costituendo una cooperativa di donne rom (Progetto Equal); nella sede ottenuta dalla Provincia di Milano costituiremo un centro di documentazione su Rom e Sinti. Ma l’iniziativa di gran lunga più ‘scandalosa’ cui abbiamo dato vita, grazie al sostegno attivo di Camera del Lavoro di Milano e FILLEA Cgil, è stata l’apertura (giugno 2005) d’uno sportello sindacale,tuttora attivo,nei campi di via Triboniano, per il controllo delle buste paga e delle situazioni lavorative di numerosi Rom, soprattutto romeni e bosniaci.
VENITE A LAVORARE CON NOI! Chi è interessato ai nostri progetti e al nostro modo d’agire, può contattarci al telefono sotto indicato o agli indirizzi meg.rossi@tin.it, cipes.lomb@fastwebnet.it.
Per i Rom, clandestini sono i diritti
sede legale: Via Triboniano 212 – 20156 Milano (Italia). Tel. +39.(02).48409114
sede operativa: Provincia di Milano, via P. Pancrazi 10 – 20145 Milano. Tel. +39.(02).7740.4489 – fax 7740.4490
Costituita il 18 luglio 2004, registrata a Milano il 22 novembre 2004 , n° 104485 serie 3. Codice fiscale 97389270154
Stampato in proprio 25.4.2006
I Rom di Milano sfileranno al corteo di domani, in partenza alle 14.45 da Porta Venezia. Veniteci a salutare
(chi avesse altre segnalazioni da fare, può postarle nell'AGENDA)
Di Sucar Drom (del 25/04/2006 @ 10:31:56, in casa, visitato 1693 volte)
L’Italia nega sistematicamente il diritto di Rom e Sinti ad un alloggio adeguato.
Il Comitato Europeo per i Diritti Sociali identifica tre distinte violazioni della Carta Sociale Europea Revisionata.
La politica dei «campi nomadi» condannata dal principale soggetto europeo a tutela dei diritti sociali.
24 Aprile 2006, Roma, Strasburgo, Budapest
In una decisione resa pubblica oggi, il Comitato Europeo per i Diritti Sociali (CEDS) ha deciso che l’Italia sistematicamente viola, con politiche e prassi, il diritto di Rom e Sinti ad un alloggio adeguato. La decisione è basata su un Reclamo Collettivo presentato contro l’Italia dallo European Roma Rights Centre (ERRC), in collaborazione con osservAzione, secondo la modalità prevista dalla Carta Sociale Europea Revisionata.
Le politiche abitative per rom e sinti puntano a separare questi gruppi dal resto della società italiana e a tenerli artificialmente esclusi. Bloccano qualsiasi possibilità di integrazione e condannano i Rom a subire il peso della segregazione su base razziale. In numerosi insediamenti di Rom e Sinti si riscontrano condizioni abitative estremamente inadeguate, che sono una minaccia per la salute e per la stessa vita dei residenti nei campi.
Inoltre, le autorità italiane sistematicamente e con regolarità sottopongono Rom e Sinti a sgomberi forzati dalle loro dimore. Durante gli sgomberi, le autorità spesso distruggono arbitrariamente i beni di Rom e Sinti, adoperano un linguaggio denigratorio e offensivo e umiliano gli sfrattati in vari modi. In molti casi, le persone cacciate dalle loro residenze come risultato delle azioni della polizia e delle autorità locali sono rese senza casa. In alcune circostanze, nel corso di tali sgomberi, i rom stranieri sono stati espulsi collettivamente dall’Italia. Molti Rom e Sinti in Italia vivono sotto la continua minaccia di sgomberi forzati.
Il Reclamo Collettivo dell’ERRC paventava presunte violazioni dell’articolo 31 della Carta Sociale Europea, indipendentemente o letto congiuntamente al principio di non discriminazione previsto dall’articolo E.
L’articolo 31 della Carta stabilisce che:
«Per garantire l'effettivo esercizio del diritto all'abitazione, le Parti s'impegnano a prendere misure destinate:
1. a favorire l'accesso ad un'abitazione di livello sufficiente;
2. a prevenire e ridurre lo status di"senza tetto"in vista di eliminarlo gradualmente;
3. a rendere il costo dell'abitazione accessibile alle persone che non dispongono di risorse sufficienti"
Chiamata a rispondere sul Reclamo Collettivo presentato dall’ERRC, il CEDS ha deciso:
· unanimemente che l’inadeguatezza dei campi sosta per Rom e Sinti nomadi costituisce una violazione dell’articolo 31(1) della Carta, letto congiuntamente all’articolo E
· unanimamente che gli sgomberi forzati e le altre sanzioni ad essi associati costituiscono una violazione dell’articolo 31(2) letto congiuntamente all’articolo E
· unanimamente che la mancanza di soluzioni abitative stabili per Rom e Sinti costituisce una violazione dell’articolo 31(1) e dell’articolo 31(3) della Carta, letti congiuntamente all’articolo E.
Secondo Piero Colacicchi, presidente di osservAzione, “con questa decisione vediamo finalmente premiato il nostro lavoro di anni contro la segregazione abitativa di Rom e Sinti in Italia”.
Per Claude Cahn, Programmes Director dell'ERRC, “Ora tocca al governo italiano rendere pubblico quali misure intende intraprendere per porre fine ai danni causati da anni di politiche razziste”. Il Reclamo Collettivo, presentato nel giugno 2004 dall’ERRC insieme ad alcuni partner italiani, è il risultato di sei anni di documentazione raccolta dall’ERRC sul rispetto dei diritti umani di rom e sinti in Italia.
Il 9 maggio a Roma (MACRO, museo di arte contemporanea, via Reggio Emilia 54, 9.30-13.00 – conferenza stampa 13.00-13.30) nella tavola rotonda “Contrastare la segregazione abitativa e l’esclusione sociale di Rom e Sinti”, ERRC e OsservAzione discuteranno con CEDS, Ufficio Nazionale contro la Discriminazione Razziale (UNAR) e un rappresentante del governo italiano le strategie per superare l’attuale emarginazione e discriminazione di rom e sinti in Italia.
La decisione del Comitato è disponibile contattando gli uffici dell’ERRC.
Ulteriori informazioni sul Reclamo Collettivo contro l’Italia sono disponibili dal Programmes Director dell’ERRC, Claude Cahn: (36 20) 98 36 445, claudecahn@compuserve.com
Ulteriori informazioni sulla situazione di rom e sinti in Italia, con particolare riferimento alla questione abitativa sono disponibili contattando:
Lorenzo Monasta, osservAzione, (+39) 3394993639, lmonasta@compuserve.comEuropean Roma Rights Center (ERRC) è un organizzazione internazionale di pubblico interesse impegnata in numerose attività dirette a contrastare le violazioni dei diritti umani dei rom e il razzismo, in particolare attraverso azioni legali strategiche, campagne di sensibilizzazione internazionali, ricerche e raccomandazioni alle autorità, formazione di attivisti rom. Per ulteriori informazioni sull’ERRC, visitare il sito www.errc.org.
OsservAzione - centro di ricerca azione contro la discriminazione di Rom e Sinti, è un’associazione di promozione sociale impegnata in attività dirette alla lotta all’anti-ziganismo e alla promozione dei diritti umani di Rom e Sinti in Italia. bb
Di Fabrizio (del 26/04/2006 @ 09:44:12, in Europa, visitato 2535 volte)
E' uscito l'aggiornamento di aprile 2006 di PICUM.org con le notizie e l'evoluzione politica riguardanti i diritti sociali fondamentali degli immigranti non documentati in Europa. Disponibile nel formato Word nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese.
Di Sucar Drom (del 26/04/2006 @ 11:39:28, in Italia, visitato 3076 volte)
Radames Gabrielli, Presidente dell'Associazione Nevo Drom invita giovedì 27 aprile 2006, alle ore 11,00 presso Casa Altmann di Piazza Gries n. 18 a Bolzano alla presentazione ufficiale dell'Associazione Nevo Drom (nuova strada).
Naturalmente saremo presenti a questo importante evento dove saranno annunciate le iniziative culturali e formative organizzate per i prossimi mesi. L'Associazione Nevo Drom è la prima organizzazione in Italia che ha nel proprio Statuto la finalità del riconoscimento ai Sinti e ai Rom dello status di Minoranze Etniche Linguistiche Nazionali. L'Associazione Nevo Drom è formata da Sinti, da Associazioni e da appartenenti alla cultura maggioritaria, in senso numerico. L'Associazione Sucar Drom è tra i Soci fondatori di Nevo Drom. Per informazioni e adesioni Radames Gabrielli 392 1651149
dal blog di Luigi Gallo: Nevo Drom è il nome della nuova associazione culturale di promozione sociale che è nata a Bolzano per volontà di un gruppo di sinti sostenuti da alcuni gage, da una cooperativa sociale, la CMG di Bolzano, e da un'associazione culturale di mantova, la Sucar Drom. Una nuova strada da percorrere insieme Sebbene in Alto Adige la qualità della vita sia più alta rispetto al resto d'Italia, i Sinti e i Rom sono ancora oggetto di discriminazione, emarginazione e di segregazione sociale, Esattamente come nel resto d'Italia. Spesso vengono loro negati diritti fondamentali, come il diritto alla residenza, all'istruzione, alla sanità, al lavoro. La discriminazione è estesa a tutti i campi, nel pubblico e nel privato, pertanto l'emarginazione e la segregazione economica e sociale dei Sinti e dei Rom si trasforma in discriminazione etnica. In Alto Adige, come nel resto d'Italia, le molteplici comunità sinte e rom non sono riconosciute quali minoranze etniche-linguistiche, mentre si costruiscono i "campi nomadi", luoghi di segregazione che concentrano gli individui contro la loro volontà. Günter Grass, premio Nobel per la letteratura, ebbe modo di dire "Lasciate che i Rom e i Sinti vivano fra noi. Ne abbiamo bisogno. Potrebbero aiutarci a scompigliare un po' il nostro ordine così rigido. Potrebbero insegnarci quanto prive di significato sono le frontiere: incuranti dei confini, i Sinti e i Rom sono di casa in tutta Europa. Sono ciò che noi proclamiamo di voler essere: cittadini d'Europa. Forse ci servono proprio coloro che temiamo tanto." E' da queste parole che noi vogliamo partire per intraprendere questo nuovo cammino, per una strada che porti ad una maggiore conoscenza e un rispetto reciproci. L'Associazione non ha scopo di lucro e persegue le seguenti finalità: ¨favorire il riconoscimento delle società, delle culture, della storia e delle tradizioni delle popolazioni sinte e rom. ¨ promuovere il riconoscimento delle popolazioni di Sinti/Rom quale minoranza etnico-linguistica; ¨ favorire l'interazione tra le varie culture europee per sensibilizzare ad una cultura dell'accoglienza e della solidarietà, della giustizia sociale e della cooperazione, del rispetto e della valorizzazione delle minoranze; ¨promuovere la formazione per la crescita culturale e professionale dei Sinti/Rom sul territorio nazionale con particolare attenzione all'Alto Adige. Per gli scopi elencati l'Associazione promuove, allestisce, cura: attività e manifestazioni in ambito culturale, artistico, sociale, artigianale, socio-educativo, formativo,ludico, ricreativo; corsi di alfabetizzazione, corsi di recupero scolastico; seminari di studio, incontri e convegni; corsi di formazione, mostre ed esposizioni, rassegne e festival; interventi di mediazione culturale e consulenza; qualsiasi altra attività sia utile al perseguimento della finalità sociale. Fanno parte dell'Associazione la cooperativa CMG di Bolzano e l'associazione Sucar Drom di Mantova.
Di Fabrizio (del 27/04/2006 @ 10:17:02, in sport, visitato 2539 volte)
"Bande di zingari stanno progettando la trasferta a Bucarest il 20 aprile"
scriveva l'11 aprile il giornale inglese
Evening Gazette, in un articolo dal titolo "Attenzione a Bucarest".
L'articolo illustra i timori dei tifosi del Middlesbrough che dovevano
recarsi in Romania per la partita contro lo Steaua, per l'andata delle
semi-finali della coppa UEFA, in programma lo scorso 20 aprile. "Mia cognata
Carmen mi ha detto che ci sono un sacco di zingari in marcia verso Bucarest. Non
penso che ci siano problemi di disordini allo stadio - ma di borseggi".
Roma Center for Social Intervention and Studies - Romani CRISS ha
pubblicamente protestato contro questo articolo discriminatorio verso i Rom di
Romania.. Sono inammissibili articoli di questo tenore in un paese dalle
tradizioni democratiche così antiche.
Nonostante le iniziative europee per contrastare il razzismo, come nel caso
della UEFA (vedi),
l'articolo contribuisce a perpetuare e rafforzare gli stereotipi e i pregiudizi
contro i Rom.
L'associazione poco accurata e discriminatoria dei Rom con i borseggiatori
non è nuova nella stampa inglese. Oltre che inaccettabile, è illegale
generalizzare in questa maniera, affermando che i Rom che i recavano a tifare a
Bucarest a tifare per lo Steaua, o per qualsiasi altra ragione, fossero lì per
"borseggiare". Inoltre, secondo il censimento del 2002, ci sono 535.140 Rom in
Romania, tutti cittadini RUMENI, con gli stessi diritti di tutti gli altri,
incluso quello di recarsi allo stadio.
Consigliamo alla Ebvening Gazette, se proprio non se la sente di trasformarsi
in difensore dell'antirazzismo, almeno di non compromettersi con espressione che
rafforzano e intensificano il razzismo stesso.
Per questo, Romani CRISS contatterà tutte le istituzioni competenti sul caso,
tanto in Gran Bretagna che in Romania.
Di Fabrizio (del 28/04/2006 @ 09:50:07, in casa, visitato 2519 volte)
Per una bizzarra coincidenza, che non è sfuggita all'autore di quel blog, su
BalkanCities sono apparsi in sequenza due post:
nel
primo, si indica un articolo di
SEtimes.com, dove Belgrado viene descritta come una delle città più
appetibili per gli sviluppi edilizi nei prossimi anni;
nel
secondo, è riportato uno studio su Belgrado come città dove i Rom vivono
in bidonvilles di cartone (qui).
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
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