Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Gentile Candidata/o,
come Lei sa le Minoranze Nazionali Sinte e Rom, denominate “zingari” e “nomadi” in maniera dispregiativa ed etnocentrica, sono ancora oggetto di discriminazione, emarginazione e segregazione.
Le discriminazioni sono estese a tutti i campi, dal pubblico al privato, pertanto l’emarginazione e la segregazione economica e sociale dei Sinti e dei Rom si trasforma in discriminazione etnica.
In Italia le molteplici comunità rom e sinte, presenti in Italia da seicento anni, non sono ancora riconosciute come Minoranze Nazionali e pertanto non beneficiano dei diritti che questo status prevede.
Le politiche sociali rivolte alle popolazioni sinte e rom tendono apertamente all’inclusione sociale, all’integrazione, all’assimilazione.
Rare sono le realtà dove le comunità sinte e rom sono considerate protagoniste sociali e dove sono attuate politiche di interazione, di partecipazione diretta e di mediazione culturale, riconoscendo le loro società, le loro culture e le loro lingue sinte e romanés.
L’Italia nega ai Sinti e ai Rom l’applicazione della Convenzione Quadro per le Minoranze Nazionali e nega la Carta Europea sulle Minoranze Etnico Linguistiche che tutela le lingue minoritarie.
I novantamila Sinti e Rom Italiani vedono in molti casi negato il diritto alla residenza, il diritto alla sanità, il diritto alla scuola, il diritto al lavoro.
Inoltre, in Italia si costruiscono ancora i “campi nomadi”, luoghi di segregazione che concentrano gli individui contro la loro volontà.
La maggioranza dei Comuni ha emanato delle ordinanze di “divieto di sosta ai nomadi” che, in palese contrasto con il dettato costituzionale (articoli 3 e 16), negano il diritto di circolare e soggiornare liberamente sul territorio nazionale ai soli Cittadini Italiani riconosciuti come “nomadi”, “zingari” o “girovaghi”.
In questa situazione drammatica i Rom provenienti da Bosnia, Confederazione Yugoslava, Croazia, Bulgaria, Romania, Polonia, Ungheria subiscono oltremodo politiche discriminatorie, emarginanti e segreganti. Famiglie intere scappano dai loro paesi d’origine per i conflitti etnici e le guerre civili e l’Italia nega loro i più elementari diritti.
Segregati nei “campi nomadi” delle grandi città italiane, e non solo, i Rom Europei vivono situazioni inumane senz’acqua, luce e servizi igienici, costretti a mendicare per le strade il sostentamento giornaliero.
La situazione è talmente grave che anche la Chiesa Cattolica è “scesa in campo” pochi settimane fa, come avrà letto, denunciando il razzismo e la xenofobia di cui sono bersaglio queste popolazioni.
Ancora oggi in Italia non è riconosciuto il Porrajmos, la persecuzione razziale subita dai Sinti e dai Rom durante il fascismo e il nazismo che ha portato allo sterminio della metà dei Sinti e dei Rom in Europa.
Chiediamo che ai Sinti e ai Rom Italiani sia riconosciuto lo status di Minoranze Nazionali e che siano considerati protagonisti nelle scelte politiche e sociali del loro Paese. Chiediamo siano attuate e favorite politiche di interazione, di partecipazione diretta e di mediazione culturale.
Inoltre, chiediamo che siano attuate politiche di accoglienza a favore dei Rom Europei, presenti attualmente in Italia e si concerti una politica europea capace di rimuovere le cause che provocano la loro immigrazione nel nostro Paese.
Per queste ragioni chiediamo il Suo impegno, nella prossima legislatura, per promuovere leggi che facciano proprie le disposizioni della Raccomandazione n.1557/2002 del Consiglio d’Europa.
Istituto di Cultura Sinta - Associazione Sucar Drom - Ente Morale Opera Nomadi Sezione di Mantova
Rif:
Di Fabrizio (del 31/03/2006 @ 10:04:31, in blog, visitato 2822 volte)
Settimana convulsa, con il blog
che va
e viene. Avevo bisogno di qualche buona notizia e Aleksandra, dopo aver
traghettato i suoi lettori tra guerre, ospedali e discariche, dove il passato si
somma all'oggi, finalmente ha una notizia che vi riporto integralmente:
FATIMA...
Anche se la cicatrice è ancora evidente, Fatima è guarita ed è tornata alla
vita di sempre, ma ora ha tanti nuovi amici: i bambini dell'asilo. Il tempo
qui è migliorato, presto potremo iniziare i lavori al tetto della baracca.
Ringraziamo tutti coloro che con il loro aiuto ci hanno permesso di
migliorare le condizioni di questa famiglia e di curare Fatima; in
particolare, la Comunità di S. Egidio di Roma tramite la Sig.ra Elena Sibani,
I professori e gli studenti del Corso di Laurea in Scienze per la Pace
dell'Università degli Studi di Pisa, Padre Agostino Rota Martir, Giovanni
Rota Martir, Gabriella Negrini e tutti coloro che hanno contribuito a
diffondere il nostro appello.
Tutto il resto (foto, notizie, ricordi e riflessioni) lo trovate sulla "prima
linea" di Prokuplje
(per i Per i Diritti Umani, lo Sviluppo e la Pace, è bene ricordarlo)
Di Fabrizio (del 31/03/2006 @ 10:25:21, in Italia, visitato 2882 volte)
Per chi s'è perso le lezioni di giornalismo di Tikla (agosto scorso), ecco un nuovo redattore:
Vi ricordate di Xavier, il nipote di zio Kalderosh? Bravo ragazzo, ma non sa rubare, non ha mai avuto un lavoro e non brilla certo per intelligenza, ha il curriculum perfetto per diventare giornalista. In questi giorni è a Roma per fare un po' di pratica. Ci scrive:
Ciao zio e ciao Kumpanja tutta!
Ho fatto tutto come mi avete detto, e adesso lavoro come addetto stampa per la campagna elettorale. Qua però ci sono due schieramenti, e non mi ricordavo bene chi mi avevate indicato, così ho scelto quello di destra (a leggere la cronaca giudiziaria, questi ci sanno fare di computer).
Vi parlerò della persona che in questi giorni è diventato il mio idolo: si chiama Gianni Alemanno. E' un fiero difensore delle nostre più antiche tradizioni: "cacciare i nomadi fuori dalla realtà metropolitana: se sono nomadi vengono e se ne vanno", sottolinea Alemanno, "non rimangono qui vent'anni". (19/3/06) e dopo aver detto così, potrebbe persino diventare sindaco. Credo che mi piacerebbe lavorare come sindaco...
Senti senti zio, cosa ho scoperto: Gianni Alemanno nasce a Bari nel 1958 ma già nel 1970 lascia la Puglia natia e arriva a Roma. Ha solo12 anni, così mi pare, ma già allora capisce che la politica ha bisogno di lui. Roma, negli anni '70 era una città difficile e Gianni si appoggia ad una banda originaria della città, dove i giovani più ricchi di iniziative sono Teodoro Bontempo e Francesco Storace. La banda si fa rispettare: quanto a teste spaccate non è seconda a nessuno, neanche ai nostri parenti a Roma arrivati sempre in quel periodo. Ci tengono alla reputazione: se (dicono) noi ci specializziamo nel riciclo delle autoradio, si dice che alcuni elementi della loro banda abbia pericolose vicinanze con quelli della Magliana. Insomma, gente che ci capisce.
Alemanno, basta guardarlo in faccia, si tiene lontano dalla violenza spicciola: un po' di giornalismo, la laurea in ingegneria, la politica, insomma, fa di tutto per non lavorare e ci riesce pure bene. Le teste calde vanno e vengono, qualcuno come Storace si ricicla dalle parti della TV, poi in regione, poi alla sanità, anche Alemanno, più discreto, è uno che non lo schiodi e anche se in posizioni di secondo piano riemerge sempre. Altro che vent'anni!
E Roma? Cambiano i sindaci, la città cambia molto più lentamente. Nella capitale è arrivato Veltroni il buono: quello che da giovane faceva il giovane comunista e da vecchio il giovane americano. Veltroni il buono incappa, come tutti, nei Rom. Parla di lavoro e solidarietà, ma sui campi fa un po' di confusione: i Rom li prende da una parte e li sposta dall'altra, come se giocasse a dama.
La periferia di Roma, se possibile, è ancora più dura di quando arrivò Alemanno. Rom ed estremismo di destra. Alemanno spera di guardarla dall'alto, lasciandola ad una banda sola, la sua, che non se va. I Rom, lontano dalla città: Tivoli e Vetralla sono avvertite!
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