Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 05/09/2005 @ 20:17:43, in media, visitato 2225 volte)
Kotar / From / De: Saimir Mile
Rromani Baxt
Centre AVER de recherche et d'action sur toutes les formes de racisme
La Voix des Rroms
Ternikano Berno
Association des Femmes Rroms, Sinté et Kalé
Cari Amici,
Il Consiglio Superiore Audiovisuale ha pubblicato sul proprio sito la
decisione riguardo al programma razzista "Délinquance: la route des Roms -
Delinquency: the route of the Rroms" http://www.csa.fr/actualite/decisions/decisions_detail.php?id=29702
Vogliamo ringraziare tutti quanti per l'appoggio che ci avete mostrato,
in particolare a quanti hanno firmato la petizione contro quel
programma.
Phrala!len, Pheja!len
O Uprutno Sombes vas o Audiovizualo and-i Frànca dias avri p-o pesqo kùjbo internet i décizia lini pe racistikani emisia
"Délinquance: la route des Roms - Kriminalitèta: o drom e
Rromenqo". http://www.csa.fr/actualite/decisions/decisions_detail.php?id=29702
Naisaras Tumenqe savorrenqe vas Tumaro sumnakuno azutipen, kaj dinen tumari semnatùra pe amari peticia mamuj akaja
emisia.
Dear Friends,
The Superior Audiovisual Board in France published on its website the decision concerning the racist programme
"Délinquance: la route des Roms - Delinquency: the route of the
Rroms" http://www.csa.fr/actualite/decisions/decisions_detail.php?id=29702
We would like to thank all of you for your support, especially those who signed our petition against this
programme.
Chers amis,
Le Conseil Supérieur de l'Audiovisuel vient de publier sur son site la décision concernant l'émission raciste
"Délinquance: la route des Roms" http://www.csa.fr/actualite/decisions/decisions_detail.php?id=29702
Nous tenons à vous remercier tous de votre soutien, spécialement les signataires de notre pétition contre cette émission |
Il
caso |
Émission C dans l'air : France 5 mise en garde
Date de publication sur le site : 1 septembre 2005
Assemblée plénière du 11 juillet 2005
Il Consiglio ha ammonito il canale [televisivo] France 5 a seguito della
trasmissione "C dans l'air" dell'11 febbraio 2005 intitolata
"Délinquance : la route des Roms". Diverse associazioni parte
della Union Rromani International si sono rivolte a noi su questo tema,
ritenendo che il programma costituisse un'incitazione all'odio razziale.
Dopo esami, il Consiglio ha ritenuto che questa
trasmissione pone in effetti diversi problemi. Il primo risiede
nell'amalgama, operato nel titolo e nell'introduzione, tra una data
comunità e una forma di crimine organizzato. Questa presentazione
dell'argomento è suscettibile, agli occhi del Consiglio, di rinforzare i
pregiudizi razzisti e, di conseguenza, di essere contraria all'articolo 15
della legge 30 settembre 1986 e successive modifiche: "i programmi
dei servizi radio-televisivi non devono contenere alcun incitamento
all'odio o alla violenza per motivi di razza, sesso, costumi, religione o
nazionalità."
Inoltre, il Consiglio biasima che la trasmissione
non abbia permesso un contraddittorio per un'espressione più equilibrata
delle opinioni in merito. |
Di Fabrizio (del 06/09/2005 @ 00:23:28, in casa, visitato 1858 volte)
Dalla mailing list Roma_Francais
Le Monde
Mis à jour le 27.08.05 | 13h27
Venerdì 19 agosto. Si leva l'alba sulle cinquanta carovane che da diverse
settimane sono sistemate ai bordi della A5, a Réau, nella città satellite di Sénart
(Seine-et-Marne). Si tratta di una bidonville di famiglie rom in corso di
sedentarizzazione. Molti di loro hanno ottenuto alloggio e lavoro.
Una squadra della CRS, richiamata dalla prefettura su decisione del tribunale
amministrativo, circonda le roulottes e comincia a battere sugli oblò: "In
piedi! Tutti fuori!" Circa un centinaio di persone, per la maggior
parte donne e anziani, malati di tubercolosi e un centinaio di bambini, sono
raggruppati sotto la pioggia battente. Alcuni rifiutano di uscire.
All'ordine di un commissario, nel fango fa l'apparizione un convoglio di camion
coperti. Nel contempo, arriva anche il comitato a sostegno delle famiglie rom,
guidato da Yves Douchin, consigliere municipale a Cesson, un comune vicino.
Inizia la discussione col commissario. Un poliziotto confida: "Fare
questo, non è il mio mestiere."
Si cominciano a caricare le carovane, due per ogni camion. Il convoglio si mette
in moto. La destinazione non viene fornita alle famiglie, che vedono
allontanarsi il loro unico bene. Non si conoscono gli ordini precisi della
prefettura, escluso il "liberare il terreno".
La teoria di camion si ferma sull'Essone, nel villaggio di Tigery, ai margini
di un campo falciato di fresco., dove sono già state depositate una ventina di
carovane dal primo viaggio. Messo già in allarme, il comune di Tigery reclama
il sostegno della Gendarmerie perché si interponga. Una vivace discussione
costringe il commissario a richiamare i camion.
Stavolta si ritorna nella Seine-et-Marne, a Sénart, per la precisione nel
comune di Moissy-Cramayel dove, senza ulteriori discussioni, si ricomincia a
scaricare le carovane. Qui i legittimi proprietarie delle stesse, accorsi con le
macchine del comitato di sostegno, scoprono il loro futuro: "un sito di
grande passaggio" destinato al soggiorno breve.
Qui non vogliono rimanerci a lungo e nuovamente riprende la parola il
comitato di sostegno, tramite un mediatore; obbligando la prefettura ad
improvvisare nuovamente. La decisione è presa: si ritorna al punto di partenza.
E ormai notte inoltrata quando i camion, tutti scortati, lasciano il loro carico
a Réau, su un nuovo appezzamento.
Le famiglie, che bene o male, hanno seguito tutto il percorso, sono spossate e
spaesate per la giornata. Mancano sei carovane all'appello, "disperse"
nel corso dell'operazione. I loro occupanti devono trovare accoglienza presso
quel che resta dell'accampamento.
Yves Douchin, che sta meditando di restituire la sua Legion d'Onore, parla di un
atto di "pirateria amministrativa". "La prefettura non ha mai
capito niente" si agita "E' sempre pronta nel ripetere i
tragici errori del passato. Sempre nel nome della legge e senza la minima
nozione di umanità".
La prefettura ritiene che l'obiettivo dell'operazione sia stato raggiunto: il
terreno occupato dalle famiglie è stato liberato.
Jean-François Caltot
© 2004 - 20
Minutes France |
Grand Lyon
I Rom condannati a vagabondare
Mardi 30 août 2005
Cambiano i luoghi, ma non la scena. Da diverse settimane, un centinaio di Rom
vivono in una nuova bidonville, questa volta a Vénissieux, su un terreno
agricolo di Puisoz, a due passi dal centro commerciale e dalla periferica.
Originari della Moldavia e della Bosnia, questi richiedenti asilo abitano in
carovane o in rifugi costruiti con materiali di recupero. Una trentina sono qui
da primavera, dopo lo sgombero di Chassieu. Il proprietario del terreno sinora
ha acconsentito. Il tribunale ha dato loro il termine del 30 novembre per
partire.
Altri richiedenti asilo, provenienti da altri accampamenti provvisori
sgomberati, si sono stabiliti qui durante l'estate. Di fronte alle condizioni
sanitarie del luogo, il sindaco di Vénissieux, André Gerin (PCF), ha scritto
al prefetto e al presidente della Grand Lyon perché non si crei una "nuova
Surville". Nel 2004, due ragazze erano morte per un incendio accidentale
delle loro roulottes nella bidonville di Surville a Gerland (7e), il campo fu
evacuato qualche mese più tardi per l'insorgere di emergenze sanitarie (rif.
http://www.20minutes.fr/journal/lyon/article.php?ida=19996
ndr). L'accampamento di Vénissieux dispone già di un attacco per
l'acqua."E sarà raccolta l'immondizia", assicura Emmanuel Mejias,
incaricato della prevenzione e sicurezza, che spera "una riflessione a
livello intermetropolitano e statale, per evitare che i Rom vaghino da un comune
all'altro nell'est lionese"."Ci sono aree apposite per i richiedenti
asilo, ma non nella regione del Rodano, che è già satura. Ma non intendono
lasciare Lione", risponde la prefettura.
Nonno Radu oggi è agitato anzi, lo sono anch'io. Dopo una vita che mi chiede soldi, finalmente potrà ridarmi i 5 euro che gli avevo prestato. Tutto merito di Internet: tramite una gentile mail ha scoperto di avere persino un conto corrente di cui ignorava l'esistenza. Certo, la lettera era scritta un po' con i piedi, ma Radu a queste cose non ci ha mai fatto caso.
Il problema è che per avere i suoi soldi deve digitare i suoi dati (combinazione Codice Utente, Password e PIN) personali, e lui non li ha mai avuti! E per giunta, nella lettera gli fanno anche fretta.
Ora, dopo che per tutta mattina digitiamo su questo http://www.finecobanca.net non siamo riusciti a capirci niente.
Kalderosh, che è il nostro esperto in politica e finanza, dice che dev'essere una banca bella grossa, se la società che ha registrato il sito è australiana (vedi register.it) e addirittura il dominio è della Corea.
Phishing, ha concluso, facendo la sua faccia da profeta di Mahalla. E visto che Radu era corso a prendere la sua fida canna da pèsca, ha aggiunto anche che in quei paesi la pesca va fatta con la canna rinforzata per i Marlin blu.
Mica sono attesi tifoni anche li?
Di Fabrizio (del 06/09/2005 @ 18:34:52, in Europa, visitato 3367 volte)
4. Settembre 2005
Campingverbot für Roma und Sinti in Strassen
Il cartello "Non c'è posto per gli
Zingari" è stato rimosso. Rimane il rifiuto di accogliere Sinti e Rom nel
campeggio.
Rom e Sinti non sono benvenuti nel campeggio Johann Wiesers sulle Dolomiti, Dopo
le proteste, è stato eliminato il cartello all'ingresso che recitava "Non
c'è posto per gli Zingari". "Non era più necessario" dice il
proprietario Wieser.
La portavoce sull'Integrazione della SPÖ (socialisti) Elisabeth Hlavac,
spiega in una nota: "Sono orripilata per una forma così aperta di razzismo
e discriminazione". Il cartello è stato rimosso a seguito delle vivaci
proteste di un operatore del campeggio, membro dell'associazione antirazzista
ZARA.
L'episodio è esemplare della discriminazione "reale" che tuttora
riguarda Rom e Sinti. La richiesta di di norme antidiscriminatorie si lega alla
necessità di iniziative politiche "La lotta contro il razzismo comincia
nella testa della gente" conclude Hlavac.
Rilancia la deputata regionale Elisabeth Blanik (sempre del SPÖ)
"Occorre ridefinire alla base le norme a tutela delle minoranze... Quel
cartello rappresenta un segno pubblico di discriminazione. La legge tirolese contro le discriminazioni e il regolamento dell'industria e dell'artigianato, proibiscono di vietare l'ingresso sulla base dell'appartenenza etnica."
Lodando l'iniziativa di protesta dell'operatore e dell'associazione ZARA, chiede
che le autorità distrettuali multino il proprietario del campeggio.
"Non ho niente contro gli zingari e i rapporti con loro sono sempre stati buoni" si spiega Wieser col Tiroler Tageszeitung. Si giustifica con le ragioni economiche: "Nel 2002, 28 altri campeggiatori hanno minacciato di andarsene se fossero rimasti gli zingari".
L'anno seguente, col permanere dei Rom e dei Sinti, le presenze dei turisti calarono visibilmente. Furono commessi dei furti nella zona. Nonostante le indagini della polizia, nessuna prova risultò contro Rom e
Sinti.
"Molti campeggiatori non gradiscono gli Zingari come vicini" spiega
Wieser. "Direi, il 99% di loro".
Autor: Von Josef Oblasser
Quelle: TT
Di Fabrizio (del 07/09/2005 @ 02:01:39, in scuola, visitato 3339 volte)
Approfitto della riapertura delle scuole, per riscrivere alcune tracce su istruzione e minori Rom. Saranno tre post nell’arco dei prossimi sette giorni.
- Il primo, tratterà in maniera schematica il rapporto con la scuola da un punto di vista storico. E’ un post tratto dall’archivio di Pirori dell’anno scorso.
- Il secondo post sarà un intervento di Giorgio Bezzecchi (segretario nazionale dell’Opera Nomadi) svolto ad un convegno sulla mediazione culturale e offre una serie di indicazioni ad insegnati e altri operatori che hanno in classe bambini Rom
- Infine, da un punto di pratico, utilizzare un gioco di animazione come strumento di educazione alla multicultura.
Premetto che saranno tre articoli abbastanza lunghi e che sarò ben lieto di tornare ulteriormente sul tema
Di seguito alcuni cenni storici, necessari a inquadrare la scuola come momento formativo della società, alla luce della storia dei Rom e dei Sinti in Italia. Il popolo Rom si spostò dall'India nordoccidentale verso ovest attorno all'anno 800 dc. - probabilmente per scappare da guerre o persecuzioni. Furono e sono tuttora nomadi, qualche volta per scelta, più spesso per necessità. Nei paesi incontrati durante la loro millenaria migrazione, vennero accettati raramente, questo li indusse a mantenere le loro tradizioni e costumi, come mezzo di difesa e autoidentificazione. La scuola come la intendiamo oggi, in Europa si è affermata nel Medio Evo, il rifiuto e l'emarginazione dei Rom nasce nello stesso periodo. Ciò significa che questa istituzione, al momento della comparsa dei Rom in Occidente, era ancora dedicata a pochi eletti, ed estranea alla cultura di massa e all’universalità attuale. Perciò la scuola non fa parte della cultura a cui i Rom sinora si sono attaccati, ma in questi ultimi decenni le cose hanno iniziato a cambiare.
Prima di vedere come e perché può cambiare l'atteggiamento dei Rom verso il nostro sistema educativo, vale la pena di spiegarsi come siano sopravvissuti (tralascio tutte le persecuzioni subite, argomento dove la scuola stessa ha giocato un ruolo primario):
- ad esempio buttandosi nel piccolo commercio, attività disprezzata dagli Europei nel Tardo MedioEvo (Domenico De Masi: Il futuro del lavoro - Rizzoli - cap. VI).
In quegli anni il piccolo commercio diventò la fonte di sostentamento delle minoranze escluse dalla cittadinanza (Rom ed Ebrei). I Rom sopravvissero con l'allevamento dei cavalli, l'impagliatura di cesti, il commercio e la lavorazione dei metalli. Sino all’inizio del secolo scorso, in diverse regioni d’Europa, i Rom detenevano quasi il monopolio di queste attività. Addirittura, questo rese possibile ai nazisti e agli ustascia una loro schedatura sulla semplice base di queste attività. Tanto che i decreti persecutori erano emanati “contro gli Zingari e chi conducesse vita zingaresca”.
Un discorso a parte merita il contributo che diedero come musicisti a tutte le grandi culture nazionali europee, che è molto ben descritto dal professor Santino Spinelli. In tutti i casi (commercianti, artigiani o musici) i ragazzi iniziavano prestissimo a vivere la vita lavorativa famigliare e a dare una mano, vivendo sì in un ambiente ristretto ed omogeneo, ma autosufficiente e con una famiglia allargata a nonni, nipoti, parenti vicini e lontani. Un'eccezione per l'Italia sono i Rom Abruzzesi (arrivati attorno al 1600), che pian piano assunsero uno stile di vita seminomade e furono i primi a mischiarsi con la popolazione locale, sull'esempio dei Gitani in Spagna, mantenendo però le attività tradizionali di cui sopra. Questo sistema economico entrò in crisi negli anni 50/60, con l'urbanizzazione e l'industrializzazione, che per i Rom significò la perdita d'importanza dei loro mestieri tradizionali. Per l'Italia invece significò l'arrivo di masse di immigrati dal Sud Italia, che (tra l'altro) allargarono a dismisura i vecchi confini cittadini alle campagne, dove i Rom vivevano, perché non era permesso loro di accamparsi nel territorio cittadino. Lo stato dovette (tra l'altro) affrontare il problema di attrezzare queste nuove periferie e mediare il rapporto che si creava tra Rom e immigrati del Sud, che per la prima volta (escludendo il caso dei Rom Abruzzesi) condividevano lo stesso territorio. La scolarizzazione dei Rom, o almeno di quelli sedentari o parzialmente sedentarizzati, nacque quindi come politica tra la fine degli anni '60 e l'inizio di '70. Per la prima volta i Rom videro riconosciuto loro un diritto da cittadini, ma sempre diversi dagli altri: erano le scuole LACIO DROM, una specie di scuole differenziali solo per loro. L'integrazione scolastica vera e propria partì con la fine degli anni '70. Tenete conto che la percentuale di popolazione Rom sul totale degli Italiani è sempre stata attorno all'uno per mille, solo recentemente è raddoppiata a seguito del dissolvimento del blocco dell'Europa Orientale; quindi un fenomeno marginale affrontato in ritardo per pure scelte politiche. E' con la scuola dell'obbligo che negli ultimi 20 anni ci sono stati i progressi più visibili: sia perché la scuola ha affrontato in contemporanea l'arrivo di immigrati stranieri, sia perché si è spesso sviluppato un processo di collaborazione tra insegnanti, famiglie, volontari nei campi, educatori carcerari e università. Teniamo anche conto che le famiglie Rom in Italia hanno affrontato questo cambiamento in una situazione di crisi lavorativa strutturale e di crisi politica (l'arrivo di nuovi gruppi Rom dall'Est per sfuggire guerre e discriminazioni), quindi spesso sono stati un soggetto passivo, bisognoso di vera e propria assistenza. Invece la scuola ha il compito di superare l'assistenza e insegnare agli individui come cavarsela con le proprie forze e con quelle del proprio gruppo (quindi, assumendo parte dl vecchio ruolo guida che i Rom hanno sempre assegnato alla famiglia allargata). Siamo così arrivati ai giorni nostri: di fronte a una percentuale di alfabetizzazione Rom a livello mondiale del 30%, nei campi sosta italiani le cifre variano tra il 70% e il 90%. Sino a 10 anni fa era la norma interrompere gli studi dopo la quinta elementare, adesso la maggior parte dei ragazzi frequenta le medie. Sono stati necessari per questo risultato impegni, stanziamenti e scuola a tempo pieno, ed è per questo che sono preoccupato per la ricaduta che può avere la riforma Moratti su quanto è stato fatto E VA MANTENUTO. Ma è anche possibile guardare avanti: se i mestieri tradizionali sono tutti andati in crisi, i giovani hanno necessità di imparare mestieri nuovi, o finiranno tra gli analfabeti di ritorno o peggio ancora tra le braccia di organizzazioni criminali vere e proprie. Ecco allora perché il prossimo passo sarà quello dell'accesso alla formazione professionale. Per terminare: ricordavo che i Rom sono prima di tutto un popolo, magari perseguitato ma sempre un popolo. A differenza degli altri scampati dal secondo conflitto mondiale (Ebrei, omosessuali, testimoni di Geova ecc.) per loro il dopoguerra non è mai iniziato. Sono politicamente fermi alla realtà di 50 anni fa, e mancano di quella "classe professionale" di politici, dottori, avvocati, che hanno contribuito all'emancipazione degli altri popoli o gruppi. La loro storia travagliata ha permesso però loro di mantenere un’identità di gruppo che altrimenti si sarebbe dispersa. e sono oggi, con la loro presenza in tutto il continente, anche il popolo più europeo e più aperto ad un patrimonio culturale comune. La scommessa che si prospetta alla scuola e al sistema educativo in generale, è allora quella di riuscire nel suo intento valorizzando la loro storia, le tradizioni, le radici che sono tanto comuni quanto multiculturali.
Fine. Un bacione a chi ha resistito sino qua.
Di Fabrizio (del 07/09/2005 @ 14:26:40, in Regole, visitato 2119 volte)
di Anita Laura (anitalaura02 @ yahoo.it)
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Spagna: Possibile ricorso alla Corte di Strasburgo 5. 9. 2005
Lo scorso gennaio, diversi abitanti della città di Cartagena (nella Spagna meridionale) organizzarono una spedizione punitiva contro un quartiere abitato da Rom. L'episodio avvenne a seguito di una manifestazione per la sicurezza, dopo che tre Rom avevano commesso un omicidio.
Sabato scorso, Diego Luis Fernandez, avvocato del gruppo di Rom assalito, ha annunciato che se il Tribunale spagnolo non emetterà una sentenza contro l'attacco razzista di gennaio, potrebbe sottoporre il caso alla Corte Europea dei Diritti Umani a Strasburgo. Ha anche aggiunto che lo staff di ERRC si è dichiarato disponibile ad offrire supporto legale In questo mese,saranno giudicati quattro degli otto sospetti assalitori. Secondo la legge spagnola, sono accusati di attacco all'ordine pubblico, ai diritti fondamentali e alla libertà. Il caso di Cartagena ricorda la Sentenza della Corte Europea dei Diritti Umani sull'assalto al villaggio rumeno di Hadareni. A luglio 2005 il Tribunale di Bucarest, dopo i violenti episodi lì avvenuti nel 1993, aveva condannato 10 Rumeni per l'assassinio di 3 Rom e l'incendio di diverse abitazioni. La sentenza era stata sollecitata dalla Corte di Strasburgo. Il tribunale aveva stabilito che i colpevoli avrebbero ricompensato 15 tra parenti delle vittime e danneggiati dall'assalto, con 1.880 Lei (circa 56.000 € ). (Dzeno Association)
Di Fabrizio (del 07/09/2005 @ 22:38:26, in scuola, visitato 2162 volte)
http://www.rombiblio.ru/
- http://www.rombiblio.ru/news_eng.php?type=100001
Carissimi!!
La nostra libreria online Rombiblio è lieta di annunciare tre nuovi articoli
sulla storia e letteratura dei Rom.Nella sezione in lingua inglese troverete:
- "Tzigani Russi - ieri e oggi" di Curtis Cate
- "Vita zingara nei libri per l'infanzia olandesi 1825
-1900" di Jean Kommers
- "Formarsi una nuova pelle: La vita e la poesia di Papusza"
di Gigii Thibodeau
Nella sezione "Letteratura moderna" sono disponibili gli estratti
degli scritti di Georgiy Cvetkov, che scrisse in russo e in lovara.
A breve saranno pubblicate traduzioni di A.Pushkin "Dubrovskij", P. Merime "Karmen", M. Gorky
" Strasti – Mordasti".
La libreria online Rombiblio è accessibile gratuitamente a tutti quanti
siano interessati.
Te javen baxtale
Edouard Chiline
Di Fabrizio (del 07/09/2005 @ 23:25:27, in casa, visitato 1834 volte)
Scrivevo il 27 luglio scorso:
Per una volta, buone notizie dalla stampa inglese:
Questa primavera il governo britannico si era impegnato a finanziare quei comuni che avessero individuato nuove aree di sosta per Nomadi e Viaggianti o avessero presentato progetti per rimodernare quelle esistenti.
...
continua
Troppo grazia! Ieri su Dzeno
è apparsa la seguente (parziale) rettifica:
I piani per installare sei siti autorizzati alla sosta dei Viaggianti a East Riding
nello Yorkshire sono stati scartati, in seguito alla tempesta di proteste che
hanno sollevato tra i cittadini e al loro rifiuto di avvantaggiarsi del
finanziamento di circa £100,000 stanziato per i primi dei due campi previsti.
Il comune di East Riding ha individuato diversi siti che potevano
servire allo scopo, ma non ha potuto prendere alcuna decisione, che doveva
essere accompagnata da consultazioni pubbliche e da un progetto. I residenti
delle diverse zone sono entrati in agitazione. Il presidente dell'assemblea
comunale, James Johnson, osserva: "Le reazioni variano dall'autentica
preoccupazione all'aperta ostilità. I residenti temono anche che installare
luoghi ufficiali di sosta diventi una calamita per i Viaggianti".
A questo punto, la mancata individuazione di un'area apposita, potrebbe
portare il Governo a considerare prematuro il finanziamento promesso. [...]
Ho sentito la voce del mare
Di uccelli e sirene
Le voci del bosco e del fiume
Tamburi e chitarre di Spagna
Le orchestre profane
E l’organo in chiesa
Ho sentito la voce dell’uomo
Anche quando è bugiarda
E tradisce il fratello
La voce dell’uomo
Quando parla gli rispondo
Ho sentito l’urlo di belve
In gabbia e in catena
E il passero in cerca di pane
Il silenzio della prigione
E il grido degli ospedali
Chi nasce e chi muore
Ho sentito la voce dell’uomo
Che canta per fame
Per rabbia ed amore
La voce dell’uomo
Quando canta io l’ascolto
Ho sentito fanfare di guerra
E passi in cadenza
Per le strade imbandierate
Le canzoni dei soldati
Di trionfo di dolore
Chi vince e chi perde
Ho sentito la voce dell’uomo
Anche quando è violenta
E uccide il fratello
La voce dell’uomo
Quando parlo mi risponde
È più forte della tortura
E dell’ingiustizia
Delle fabbriche e dei tribunali
Più forte del mare e del tuono
Più forte del terrore
Più forte del male
È più forte la voce dell’uomo
Più forte del vento
Della vita e del tempo
La voce dell’uomo
Quando chiama gli rispondo
Sergio Endrigo 1933-2005
(thanks to ONEMOREBLOG)
Di Fabrizio (del 08/09/2005 @ 16:13:11, in media, visitato 1682 volte)
Domani pomeriggio venerdì 9 settembre dalle 15.00
sarà in chat
Yuri Del Bar consigliere comunale Sinto eletto nel comune di Mantova
per rispondere alle vostre domande (finestra della colonna a destra di questa pagina)
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