Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 20/06/2005 @ 20:17:45, in Europa, visitato 2353 volte)
COMUNICATO STAMPA
'ANCHE I RICHIEDENTI ASILO E I MIGRANTI HANNO DIRITTI': RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SUI CPTA IN ITALIA
L'Italia sottopone a detenzione un numero sempre crescente di richiedenti asilo, in violazione degli standard del diritto internazionale dei rifugiati. Nel suo ultimo rapporto, Presenza temporanea, diritti permanenti, presentato oggi a Roma, Amnesty International rivela una serie di violazioni dei diritti umani cui i cittadini stranieri vengono sottoposti durante la detenzione nei Centri di permanenza temporanea e assistenza (Cpta), ed esprime preoccupazione circa la possibilita' che problemi simili possano verificarsi anche nei centri di identificazione.
'La detenzione e' una sanzione estrema per le persone che non hanno commesso alcun illecito penale. I richiedenti asilo possono essere detenuti soltanto in circostanze eccezionali, come prescritto dagli standard internazionali', si legge nel rapporto. 'Similmente, la detenzione dei migranti entrati o presenti in Italia senza autorizzazione andrebbe applicata soltanto nelle circostanze previste dalla legge, e conformemente ai principi internazionali dei diritti umani'.
Ogni anno l'Italia espelle o rifiuta l'ingresso a migliaia di cittadini stranieri, alcuni dei quali richiedenti asilo, sulla base del loro tentato o effettivo ingresso illegale o soggiorno irregolare.
Nell'attesa dell'espulsione, molte di queste persone sono detenute nei Cpta, a volte anche fino a 60 giorni.
La legislazione entrata in vigore due mesi fa consente la detenzione della maggior parte dei richiedenti asilo in 'centri di identificazione' mentre le loro richieste di asilo vengono esaminate con una procedura accelerata.
Il rapporto contiene dettagliate denunce secondo cui persone detenute nei Cpta sono state sottoposte ad aggressioni fisiche da parte di agenti delle forze dell'ordine e del personale di sorveglianza e alla somministrazione eccessiva e abusiva di sedativi e tranquillanti. Molte persone incontrano difficolta' nell'accedere alla consulenza di esperti,
necessaria a contestare la legalita' della loro detenzione e del relativo ordine di espulsione. La tensione nei centri e' alta, con frequenti proteste, inclusi tentativi di fuga e alti livelli di autolesionismo. I centri sono spesso sovraffollati, con strutture inadeguate, condizioni di vita contrarie alle norme dell'igiene e cure mediche non soddisfacenti.
Gli Stati detengono la potesta' di controllare l'ingresso, il soggiorno e l'espulsione dei cittadini stranieri dal proprio territorio.
Essa, tuttavia, deve essere esercitata nel rispetto delle leggi e degli standard internazionali in materia di diritti umani e di diritti dei rifugiati. L'esercizio della sovranita' statale non puo' avvenire a scapito dei diritti umani fondamentali dei richiedenti asilo e dei migranti, qualunque sia il loro status giuridico.
Vi e' una crescente restrizione dell'accesso ai Cpta e le richieste avanzate da Amnesty International sono state sinora rifiutate.
Per quanto non sia possibile confermare la totale veridicita' di tutte le denunce concernenti i centri, queste sono rese credibili dal loro numero, coerenza e regolarita', e dalle conclusioni degli organismi intergovernativi e di serie organizzazioni non governative nazionali e internazionali.
Molte persone nei Cpta incontrano difficolta' nell'accedere alla procedura di asilo, con il conseguente rinvio in paesi dove sono a rischio di gravi violazioni dei diritti umani. Durante l'ultimo anno, piu' volte l'Italia ha espulso interi gruppi di persone detenute dopo essere giunte via mare, senza un'adeguata considerazione di ogni situazione individuale, in violazione degli standard internazionali dei diritti umani e del diritto dei rifugiati. Il modo in cui il governo affronta gli arrivi via mare sta seriamente compromettendo il diritto fondamentale di chiedere asilo e il principio di non-respingimento, che proibisce il rinvio forzato di chiunque verso un territorio in cui possa esservi un rischio di violazioni gravi dei diritti umani.
Amnesty International ha elaborato una serie di raccomandazioni, che chiede alle autorita' italiane di considerare in via prioritaria.
In tali raccomandazioni vengono sottolineati i principali standard internazionali gia' applicabili alle persone trattenute nei Cpta e nei centri di identificazione e sono evidenziate linee guida sulle procedure di 'rinvio forzato' di cittadini stranieri, adottate dal Consiglio dei Ministri del Consiglio d'Europa nel maggio 2005 e nelle quali si richiamano i diritti esistenti sulla base delle norme internazionali.
Secondo l'organizzazione per i diritti umani, 'e' giunto il momento che le autorita' italiane riconsiderino profondamente la loro attuale politica, legislazione e prassi circa la detenzione, le condizioni ed il trattamento dei migranti irregolari e dei richiedenti asilo, assicurandone un adeguamento agli standard internazionali dei diritti umani e del diritto dei rifugiati'.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 20 giugno 2005
Copia del rapporto completo, Italia: Presenza temporanea, diritti permanenti. Il trattamento dei cittadini stranieri detenuti nei 'centri di permanenza temporanea e assistenza' e' disponibile alla pagina:
http://www.amnesty.it/pressroom/documenti/italiacpta.html
Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it
da ilPASSAPORTO.it: Asilo politico, apre a Roma un nuovo centro per l'accoglienza e l'integrazione - di Tecla Biancolatte
ROMA - E’ una struttura "solare" - la definizione è del sindaco di Roma Walter Veltroni - quella che ospita il Centro Cittadino per le politiche dell’Asilo e delle Migrazioni. Due piani di 1100 metri quadri a via Assisi, nel quartiere Tuscolano della capitale, che accoglieranno 150 persone richiedenti diritto d’asilo e le associazioni che si occupano di loro. Il progetto, finanziato dal Fondo Sociale Europeo... [continua]
E poi, mi spammo da solo: http://www.sivola.net/download/kossovo.htm
(in 7 lingue, non avete scampo!)
Di Fabrizio (del 21/06/2005 @ 03:22:02, in casa, visitato 3770 volte)
Grazie alla collaborazione di Karin Waringo e di Valery Novoselsky, l'appello contro i rimpatri forzati in Kossovo è ora in 7 lingue:
- italiano
- inglese
- tedesco
- francese
- serbo
- albanese
- romanès
per firmare online basta collegarsi al link http://www.sivola.net/download/kossovo.htm La petizione è stata ripresa da tutto il network europeo.
Ora, si sa, una firma non si nega a nessuno. Poi (si sa anche questo) una firma non significa molto, a meno che non si riesca a raccoglierne tante. Il fatto che la petizione possa circolare in tutta Europa, è un vantaggio innegabile.
Quindi, pigrizia a parte, quale può essere l'impedimento a firmare? Dal "basso" della mia esperienza, penso che un grosso problema potrebbe essere la fama di bugiardi e di vittime che i Rom si portano appresso. Insomma: farebbero finta di essere scappati dal Kossovo, mentre in realtà la regione è un'isola di pace e progresso. Il fatto che solo un anno fa, il Kossovo per tre giorni sia stato scosso alle fondamenta di una colossale caccia all'uomo, che tuttora le forze UNMIK non assicurino la sicurezza degli abitanti, sarebbe una gran menzogna.
Cicciosax nel suo Burekeaters, azzarda l'ipotesi che si stia procedendo al rimpatrio forzato dei richiedenti asilo, per pura convenienza politica: dimostrare che il Kossovo è finalmente pacificato e che sono maturi i tempi per iniziare i negoziati sullo status della regione.
Ma, se davvero anche lui fosse vittima di un'allucinazione collettiva, e in realtà il Kossovo non avesse niente di meglio da fare che aspettare il ritorno dei suoi rifugiati?
Direi: dimentichiamo tutte le storie così zingare e strappalacrime sulle persecuzioni, gli incendi, le cacce all'uomo... proviamo un approccio razionale e per niente sentimentale. Ho cercato informazioni sulla mailing list Kosovo_Roma_News, una fonte documentata che spesso riporta articoli della stampa estera. I Rom della diaspora kossovara sono tra i 100 e i 120.000, e questo è il paese che sarebbe pronto a riprenderli:
- MITROVICA: E' una lunga storia: nella città che l'anno scorso s'è spaccata in due tra Serbi nella zona nord e Albanesi in quella sud, il quartiere Rom è stato il primo a farne le spese. Dato alle fiamme e poi sgomberato armi in pugno. Gli abitanti si sono rifugiati in un campo profughi nella zona nord. Il campo profughi sorge su una discarica di materiale tossico. Se va bene, i Rom che sopravvivono potranno lasciarlo tra settembre e inizio anno prossimo.
- NOVI PAZAR: un immondezzaio ospita da sei anni 22 famiglie di profughi Rom. Ogni tanto le baracche prendono fuoco. Ultimamente, le tubature che portano l'acqua al campo sono state sabotate da ignoti vandali. Le famiglie sopravvivono grazie agli aiuti della Croce Rossa. D'accordo con la giunta comunale e l'UNHCR, si sta progettando per trasferire le famiglie in un posto meno insano della discarica. A tale scopo sono già pronte 24 tende. In seguito, il governo svedese si è incaricato di fornire dei container come soluzione a medio termine.
- BERANE (Montenegro): il campo profughi ospita 200 Rom ed Egizi, rifugiati interni e dal Kossovo. Le autorità hanno comunicato che il campo sarà sgomberato e le famiglie dovranno trovare un'altra sistemazione. La situazione si era già presentata l'anno scorso, ma la Caritas era intervenuta coprendo le spese di gestione del campo. Ora non può più farlo, e il governo montenegrino, che già patisce l'embargo occidentale, ha problemi anche nel trovare una sistemazione per i propri profughi interni.
- BELGRADO: Nella repubblica Serba i problemi sono simili a quelli del Montenegro. Sono 200.000 i profughi dal Kossovo. Durante un'indagine svolta dallo stesso capo dell'UNMIK, Soren Jesen-Petersen, molti dei profughi kossovari di Gnjilane hanno mostrato foto e documenti delle loro proprietà. Nella sola capitale, ci sono oltre 100 accampamenti illegali. Il più grande consta di 250 baracche sulla riva sinistra della Sava, che ospita 2000 Rom. L'accampamento è in via di demolizione.
- ISTOK: 28 famiglie (60 componenti in totale) di Rom erano tornate in città, fidandosi delle "garanzie dell'UNMIK che le loro case sarebbero state ricostruite a breve. I fondi erano già stati stanziati. Ma a distanza di mesi, i lavori non sono iniziati e le famiglie sono ospitate in un campo profughi, senza libertà di movimento. Movimento o no, la Serbia ha già fatto sapere di non essere disposta a riprendersi quei rifugiati.
Questa è l'attualità impietosa del Kossovo. Sono solo gli ultimi aggiornamenti, l'elenco sarebbe più lungo. Come sia possibile un ritorno e chi siano i bugiardi, decidetelo voi. Nel caso leggete la petizione e firmate per non farvi prendere in giro.
Di Fabrizio (del 21/06/2005 @ 21:27:04, in sport, visitato 1459 volte)
Dalla mailing list: Romanian_Roma Leggo che il sindaco della città di Craiova è stato multato dal Consiglio Nazionale contro la Discriminazione (CNCD). Dopo un incontro di calcio si era lasciato andare a considerazioni pubbliche su alcuni giocatori africani della FC Universitatea Craiova.
Provvedimento eccessivo? ...giudicate voi!
Di Fabrizio (del 21/06/2005 @ 21:33:53, in lavoro, visitato 1841 volte)
presentazione del programma di inserimento lavorativo di persone Rom impegnate in un progetto per la raccolta dei rifiuti ingombranti
’Assessore alle Politiche Sociali Raffaela Milano, il presidente dell’Ama Massimo Tabacchiera, gli Assessori Comunali Paolo Carazza (Politiche del Lavoro) e Dario Esposito (Politiche dell’Ambiente), la vicepresidente della provincia di Roma Rosa Rinaldi e gli Assessori Provinciali Gloria Malaspina (Politiche del Lavoro), Claudio Cecchini (Politiche Sociali), presentano “Roma cistì”, progetto di inserimento socio-lavorativo per persone Rom finalizzato alla raccolta ed al riciclaggio dei rifiuti ingombranti, realizzato in collaborazione con l’Associazione Opera Nomadi e la cooperativa sociale Praliphé
Alla presentazione intervengono fra gli altri il direttore della Caritas Diocesana Monsignor Guerino di Tora ed i rappresentanti di Legambiente Lazio e di C.E.U. - Centro Ecologia Umana)
MERCOLEDI’ 22 GIUGNO – Ore 12.00
SALA DELL’ARAZZO - CAMPIDOGLIO
Di Fabrizio (del 21/06/2005 @ 22:40:47, in media, visitato 2075 volte)
Da David Altheer A febbraio 2006 si terrà il primo festival di Londra del cinema Rom. La programmazione dovrebbe durare due settimane e coinvolgere sei sale cinematografiche. Il comitato promotore include oltre al giornalista David Altheer, alcune donne Rom residenti a Londra, un programmatore e un coordinatore.. Il festival si propone di presentare la forza della ciltura rom nelle sue diverse forme. Chi volesse presentare propri lavori, contatti urgentemente David Altheer. Saranno ovviamente benvenuti i contributi dei registi di origine Rom. I film in lingua straniera, devono essere sottotitolati in inglese.
Di Fabrizio (del 22/06/2005 @ 02:50:09, in Europa, visitato 2138 volte)
Il concorso televisivo "Czech Idols" è terminato domenica scorsa, con la vittoria del rocker Vlastimil Horvath, un ex carpentiere di 27 anni. Il fatto che Horvath sia di origini Rom, ha agitato le acque dei sociologi, convinti che la società ceca abbia un vero e proprio rifiuto verso la minoranza Rom. Telespettatori di ogni età, abituati a collegare ai Rom ogni peggior difetto, hanno contribuito con il loro voto alla vittoria di Vlastimil Horvath. Commenta Roman Kristof, esperto di problematiche Rom: "E' la conferma di ciò che ripeto da anni. Ad eccezione degli skinheads, la maggioranza della popolazione non è razzista nel senso del colore della pelle. I problemi con i Rom, per quanto riguarda l'opinione pubblica, sono di natura sociale e non etnica"
Mentre le discussioni vertevano sulla possibile integrazione dei Rom e sul superamento del classico razzismo imputato alla società maggioritaria, DZENO pubblicava una storia di diverso tenore, che in quei giorni era quasi passata inosservata:
L'Istituto Oncologico Masaryk di Brno spesso ospita raccolte d'arte ed esposizioni, per rallegrare la degenza dei ricoverati. Una mostra inaugurata lo scorso 2 giugno, comprendeva quadri di valore, che però il proprietario non si era premurato di assicurare. In seguito al ricovero di una donna Rom, il gallerista e la direzione dell'ospedale hanno concordemente sospeso la mostra sino alla dimissione della paziente, perché: "L'andirivieni dei parenti della paziente, avrebbe potuto anche causare confusioni e turbative"
Tra le voci più critiche contro la decisione dell'ospedale, quella di Jana Hrovathova, direttrice del Museo per la Cultura Rom di Brno.
Dalla mailing list Czech_Roma
Di Fabrizio (del 22/06/2005 @ 04:17:17, in scuola, visitato 3512 volte)
Da: Sevdija Demirova-Abdulova (YA” Perpetuum”)
L'Ensemble di danze folcloristiche Rom RUSHIT SHAKIR di Kumanovo e l'Associazione Giovanile PERPETUUM di Skopje hanno gestito il Laboratorio Teatrale Rom che si è tenuto a Skopje e Kumanovo dal 9 al 15 giugno.
Il laboratorio ha riunito 30 giovani aspiranti attori di età compresa tra i 15 e i 35 anni, sotto la guida di Nedzo Osman, Rom e direttore del teatro TKO in Germania.
La prima parte del corso che si è tenuta nelle due città dal 9 al 12 giugno, comprendeva presentazione dei partecipanti, chi fossero, la loro relazione con l'arte teatrale, quali le loro esperienze precedenti e quali le loro aspettative. Poi ai partecipanti è stato chiesto di scegliere un testo da recitare. La maggior parte delle scelte si sono indirizzate verso drammi teatrali, ma anche altri racconti o poesie degli stessi aspiranti attori.
La parte finale a Skopje ha riunito una selezione dei due laboratori, tenendo conto del bilancio di generi, livello educativo e qualità dei partecipanti.
Qui hanno recitato alcune parti assegnate loro dal direttore del corso: brani da Nikolaj Koljada, dall'Edipo Re o altri scritti da loro stessi o da famosi poeti macedoni come Ante Popovski.
Da: http://groups.yahoo.com/group/Macedonian_Roma/
Di Fabrizio (del 23/06/2005 @ 15:05:54, in Europa, visitato 4424 volte)
Da Osservatorio sui Balcani
Bulgaria: un nazionalismo di sinistra? 23.06.2005
"Bulgari riconquistiamoci la Bulgaria". Lo slogan è di ATAKA, coalizione patriottico-nazionalista che i sondaggi danno al 2,4% alle imminenti elezioni politiche. Vogliono ripulire la Bulgaria dagli zingari, uscire dalla NATO, ritirarsi dall'Iraq e si dichiarano "contro" gli omosessuali, i turchi e l'imperialismo americano
Di Panajot Angarev – Dnevnik Selezionato e tradotto a cura di Bulgaria-Italia
13 giugno, quartiere "Krasna poljana", Sofia. La sala della biblioteca locale "Cirillo e Metodio" è gremita di persone anziane, che aspettano l'incontro con i leader della nuova coalizione "Ataka".
Il locale è tappezzato di manifesti con l'immagine del suo leader, il giornalista Volen Siderov, il quale, con uno sguardo severo, richiama: "Bulgari, riconquistiamoci la Bulgaria". La scelta del posto dell'incontro non deve essere casuale.
Solo ad un centinaio di metri dalla biblioteca inizia il quartiere rom "Fakulteta". Dall'altra parte nell'adiacente Zapaden park, invece, si trova il quartiere "Zaharna fabrika", diventato famoso per lo scontro tra bulgari e rom.
A cinque minuti dall'inizio, accompagnati da esclamazioni "Bravo", da applausi e baci virtuali, nella piccola sala entrano con passo deciso Siderov, l'ex presidente di SDS Petar Beron, l'ex deputato di NSDV Stela Bankova e il leader del Partito Nazional-patriottico Bulgaro (BNPP) Petar Manolov.
Questi sono i leader della coalizione, definita dai sociologi come la possibile sorpresa delle elezioni.
Secondo MBMD, a due settimane dalle elezioni, il 2,7% dei bulgari voterebbero per "Ataka". L'agenzia "Alfa Research" da un 1,6%, mentre NZIOM definisce la coalizione come una delle quattro al limite della barriera del 4%.
L'elettorato di "Ataka", secondo i sociologi, è caratterizzato da una cattiva condizione materiale e sociale, bassa istruzione, da una forte rabbia sociale e predisposizioni estremamente negative verso i partiti esistenti.
"Ataka" dichiara come obiettivi comuni la Bulgaria mononazionale, la lotta alla criminalità zingara e al narcotraffico, l'uscita dalla NATO, dall' Iraq, dal FMI e dalla Banca Mondiale; la rinegoziazione dei capitoli chiusi con la UE; l'annullamento del contratto di chiusura della centrale atomica AEZ "Kozludui"; la revisione dei contratti di privatizzazione; il passaggio della produzione, del commercio e delle banche in mani bulgare; la confisca dei patrimoni illegalmente acquisiti; un processo ai traditori della Patria.
Nazionalismo, patriottismo, giusta vendetta - "L"Ataka" si pone l'obiettivo strategico di essere presente in Bulgaria. Tali partiti esistono in tutti i paesi europei. Noi siamo un'organizzazione patriottica e nazionalistica. Non dobbiamo temere una tale definizione", dichiara agli ascoltatori il leader Volen Siderov.
Secondo lui, il nazionalista è colui che ama estremamente la sua Patria. "Ataka è una formazione che disturba perché chiede vendetta, chiede revisione, chiede l'espropriazione dei beni del Re che non sono mai stati suoi", dichiara ancora Siderov.
"In Bulgaria la gente vive sotto il terrore degli zingari, in assenza di sanzioni. Il potere ha abdicato. Questa è una discriminazione contro i bulgari in Bulgaria alla quale va posto fine", continua il leader sotto le approvazioni dei presenti.
Dalle sue parole risulta chiaro che i colpevoli dell'attuale situazione in Bulgaria sono i partiti che governano dal 1997 ed i loro partner. Siderov non menziona BSP, il che lascia pensare che BSP faccia eccezione.
"Noi dobbiamo tenere lontani dal potere i partiti etnici e separatisti", dice ancora il leader. Secondo lui, l'ex commissario per l'allargamento dell'UE, Gunter Ferhoigen) è "quel buffone con la specifica faccia da pedofilo" – definizione approvata a risate dai presenti.
Secondo le parole di Petar Beron, invece, "Ataka", della quale è vice-presidente, non è contro gli zingari ma contro la "zigania" (termine dispregiativo usato in gergo per riferirsi alla miseria e al disordine, ndr). "Noi non siamo contro i turchi, siamo contro un ministro che chiama i suoi dipendenti "gjaur" (termine che deriva dal turco per indicare gli infedeli, ndr). Siamo contro i tentativi del Comitato mondiale ebreo di governare il Ministero degli Esteri bulgaro", aggiunge.
Lui ritiene che finora si è taciuto sulla coalizione perché i suoi oppositori cercavano di nasconderla, mentre ormai sono spaventati dalla probabilità che la nuova formazione possa entrare a far parte del Parlamento.
Petar Beron è categorico che alle elezioni "Ataka" prenderà tra 7 e 9 % dei voti. E' per questo che i media ci rappresentano come fascistoidi, spiega Beron.
Più moderata nelle dichiarazioni è Stela Bankova grazie alla sua esperienza politica, accumulata nel Parlamento. Lei fu tra i deputati che votarono contro la ratifica dei trattati con la NATO e con la UE e contro la decisione di mandare dei soldati in Iraq.
Secondo lei, la Bulgaria si deve ritirare subito dall'Iraq, non deve permettere la disposizione delle basi americane militari sul nostro territorio e deve rifiutare la chiusura dei blocchi 3 e 4 della centrale nucleare "AEZ Kozludui".
L'origine di "Ataka" - La coalizione è stata costituita nel mese di maggio dal nuovo partito "Ataka", dall'Unione delle forze patriottiche e dei militari di riserva "Zashtita" (difesa), dal partito "Movimento nazionale per la salvezza della Patria", dal BNPP e dal circolo politico " Zora" (aurora). Questo è successo un mese dopo che Volen Siderov aveva creato l'omonimo partito.
In quella occasione ha dichiarato: "La riunione costitutiva mette le basi ad un movimento organizzato pro-bulgaro. Che cercherà di realizzare tutte le idee che io predico da anni: patriottismo e nazionalismo."
Oltre a Siderov, Beron e Bankova, della direzione della coalizione fanno parte anche il deputato della quota civica della coalizione "Per la Bulgaria" Ognian Saparev, il presidente di "Zashtita" Jordan Velichkov, il leader del partito "Movimento nazionale per la salvezza della Patria" Ilia Kirov, il capo redattore del giornale " Nova zora" Mincho Minchev, Stanislav Stanilov e Rumen Vodenicharov, Mincho Hristov e Ivan Antonov. Una buona parte tra di loro fa anche il capolista della formazione.
Fonti del Ministero dell'Interno hanno raccontato a "Dnevnik" che poco prima che si costituisse la coalizione, a Sofia si sono trovati a più riprese i rappresentanti di organizzazioni nazionalistiche nel tentativo di unificarsi in vista delle elezioni. Non è stato concluso nulla per via delle divergenze sulla conduzione della linea politica .
Nello stesso tempo anche Siderov fa appelli all'unificazione di tutte le forze nazionaliste in una coalizione. In una sua dichiarazione del febbraio 2005, che si trova nel suo sito - atakabg.com - , lui insiste sulla consolidamento dei nazionalisti, perché "senza una formazione patriottica nessuno degli attuali partiti cambierà la faccia e il proprio modo di svendersi e inginocchiarsi di fronte agli interessi altrui".
Professori, poeti e ex impiegati dei servizi segreti - alla base della coalizione - Secondo alcuni ex militari, il circolo politico "Zora" sarebbe il nucleo ideologico alla base di "Ataka". Il circolo è stato formato nell'area del giornale "Nova Zora", il quale si è assunto il ruolo di organo di partito della coalizione. Vengono pubblicate tutte le notizie, dichiarazioni e appelli della formazione.
Una parte dei membri del consiglio editoriale del giornale fanno anche parte del comitato promotore e del quartier preelettorale di "Ataka". Si tratta del capo redattore Mincho Minchev, famoso come il poeta ferroviere con alcuni libri pubblicati, ex capo redattore del settimanale "Voce del trasporto", Stanislav Stanilov e Rumen Vodenicharov – uno dei fondatori di SDS nel 1989, il quale nel 1992, insieme a Velko Valkanov, si presentò alle elezioni presidenziali per conto di BSP.
Del consiglio editoriale fanno anche parte Boncho Asenov – un vecchio impiegato dei servizi segreti, autore di libri dopo 1989 sull'operato dei servizi e il docente Nako Stefanov. Il docente è anche presidente del consiglio di controllo dell'associazione "Consiglio nazionale bulgaro per la pace" che pretende di essere un'organizzazione pacifista, fondata per lottare contro ogni azione militare.
Il suo presidente è Velko Valkanov, ex deputato della sinistra, leader della Unione antifascista bulgara, nata dalla Unione dei combattenti contro il fascismo e il capitalismo. Nel sito dell'Unione - bas-bg.org - si leggono dichiarazioni contro le basi militari degli USA in Bulgaria, testi sul nazismo e su Hitler, testi in difesa di Slobodan Miloshevich, testi contro il governo degli USA.
Altri due membri del consiglio editoriale – Venzislav Nachev, un letterato con varie pubblicazioni, e Marin Beloev, figurano nel consiglio pubblico dell'Unione Nazionale Patriottica "Patria". Fondata nel 2001, partono proprio da lì i primi passi del circolo politico "Zora", uno dei promotori dell'Unione.
Alle ultime elezioni parlamentari L'Unione ha sostenuto la coalizione "Patria e sinistra" promossa dai Verdi di Bulgaria e dal Club Politico "Ekoglasnost", che ha raccolto lo 0,48% dei voti. Nella dichiarazione costitutiva della Unione Nazionale Patriottica "Patria" si trovano ugualmente i termini "stato mononazionale, indipendenza nazionale, non adesione ai blocchi politico–militari, revisione delle privatizzazioni e annullamento dei contratti illeciti e svantaggiosi".
L'Unione "Zashtita" avrebbe un ruolo in "Ataka", anche se secondo ex ufficiali sarebbe solo una struttura vuota. A causa di divergenze interne della formazione, tanti dei suoi membri sono passati all'Unione della Dignità Nazionale "Granit" - granite.hit.bg -, diretta dal poeta Rumen Leonidov.
Forte affinità con l'Unione Nazionale Bulgara - Anche solo in una lettura di sfuggita dei testi di programma s'impone l'affinità di "Ataka" con l'Unione Bulgara Nazionale (bgns.net) di Boian Rassate, anche se lui non fa parte della coalizione.
Nel sito di "Ataka" c'è un link con la home page dell'Unione nazionale di Rassate. L'Unione è fondata prevalentemente da giovani ed è membro del Fronte Nazionale Europeo che unisce le organizzazioni nazionaliste del Vecchio continente.
La formazione si dichiara per "l'indipendenza dell'Europa", contro l'allargamento della UE all'Israele e alla Turchia, in difesa di un "nuovo ordine mondiale" contro l'imperialismo degli USA e contro gli omosessuali. Rappresentanti proprio di questa organizzazione hanno protestato il mese scorso contro i rom nel quartiere "Zaharna fabrika".
Secondo fonti ufficiose, ci sarebbe una tacita intesa di aiuto da parte dei membri dell'Unione Nazionale Bulgara ad "Ataka" per le elezioni riguardo i manifesti e il volantinaggio. Proprio i giovani di Rassate sarebbero gli agitatori di "Ataka" nei forum di Internet.
Dalla rete loro i fanno instancabilmente appelli a votare per "Ataka". E puniscono con epiteti spietati chiunque osi ricordare che nel Codice Penale c'è una esplicita disposizione che prevede fino a tre anni di reclusione per "istigazione all'odio razziale".
Finanziamento – tema tabù - Ci autofinanziamo, ci finanziamo anche con le donazioni di simpatizzanti, chiediamo alla gente di copiare i ritratti del leader e dei candidati. Questo sarebbe, secondo Stela Bankova, il lato finanziario della formazione politica.
"Ataka" non ha diritto a sovvenzioni perché finora non ha mai partecipato alle elezioni. E' vero che non dispone di messaggi elettorali sui media come gli altri partiti ma sul canale via cavo "SKAT" dalla mattina alla sera girano filmati su incontri e discorsi preelettorali di Volen Siderov.
Dogan: Questo è un tumore normale - "E' normale che in un paese ci sia un voto filonazionalista. Gruppi del genere sono sempre "anti", non hanno un'identità ed un programma, cercano sempre il nemico e il colpevole, ed è probabile che possano raccogliere qualche voto proprio sulla base della campagna negativa." Così si è espresso domenica scorsa Ahmed Dogan al quale è stato chiesto se c'è una frattura nel modello etnico bulgaro.
Secondo Dogan, tali processi ci sono sia in Austria, che in Francia. " Ma questo è un tumore normale che può essere estirpato, se la società decide di farlo" - ha concluso il leader di DPS (Movimento dei diritti e libertà, il partito che raccoglie gran parte dei voti della minoranza turca di Bulgaria, ndr) |
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Altre notizie
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Dalla mailing list Bulgarian_Roma
Bruxelles, 21 giugno 2005
Elezioni in Bulgaria: La partecipazione dei Rom può battere la discriminazione
Parlando dei problemi che si prospettano in Bulgaria sul rispetto dei diritti dei Rom, a due mesi dalla sigla dell'accordo sull'accesso alla UE, la parlamentare olandese Els de Groen del gruppo dei Verdi, ha fatto appello ai Rom e al parlamento per aumentare la partecipazione dei Rom alle prossime elezione del 25 giugno. Riportiamo:
"La Bulgaria oggi affronta una seria sfida per confermare i suoi progressi democratici e di essere pronta a far parte della UE su un piano paritario. Le elezioni rappresentano il simbolo più importante di sviluppo democratico e di come i cittadini rispettino la democrazia e si impegnino nel processo democratico. La UE vuole che la Bulgaria si impegni seriamente nello sviluppo del processo e dei criteri democratici."
De Groen continua:
"La partecipazione delle minoranze etniche alle elezioni è importante e necessaria nelle società democratiche, ma i principali partiti in Bulgaria contano un numero insignificante di candidati di origine Rom nelle loro liste."
"I partiti politici dovrebbero smettere di manipolare i Rom. Ci sono accuse di voti che sarebbero comprati con soldi o con alimenti. E' anche inaccettabile il risorgere di sentimenti antirom tanto nei principali gruppi politici che in quelli più estremisti."
"Fatti simili non sono compatibili con le risoluzioni del Parlamento Europeo sui Rom, che invece richiedono di aumentare la loro rappresentazione politica nei paesi candidati..."
"Il mio semplicissimo messaggio ai Rom è: ANDATE e VOTATE il giorno 25 perché dal vostro VOTO dipende la CAPACITA' di combattere la DISCRIMINAZIONE."
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Di Fabrizio (del 24/06/2005 @ 15:03:29, in Regole, visitato 2708 volte)
Dall'archivio di Pirori riprendo una serie di post, ancora validi:
Premessa Uno spettacolo teatrale che mi sono perso e avrei voluto vedere è "Il signor Rossi e la Costituzione" per il semplice motivo che dimostra come le cose chiare e semplici siano le più difficili da attuare, ed anche perché il tema è di "scottante" attualità da quando al governo in Italia ci sono movimenti e partiti che sono successivi alla fase costituente, e che sempre + tendono a infischiarsene dei valori contenuti in quel testo. Sono stato troppo diretto? Non sono un avvocato... mi interessava (magari datemi una mano) fare un discorso a puntate sulla Legge e come sono trattati i Rom, discorso che può essere lunghissimo o estremamente sintetico. Provo a metterlo in pratica (consideratelo un utile ripasso):
Art. 16. Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità e sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche. Ogni cittadino è libero di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi, salvo gli obblighi di legge.
Mi interessava un punto di questo articolo: i Rom, che siano nomadi o stanziali, hanno in Italia campi sosta. I campi possono essere di transito o "lungodegenza". Ma se in un campo adibito ad ospitare solo case mobili, col tempo qualche famiglia costruisce un riparo? E' fuorilegge (abuso edilizio)?
Abusi edilizi "per necessità" Pretore assolve quattro zingare (L'Unità 7-11-96) Assolte per aver agito in stato di necessità. Quelle quattro baracche di mattoni e lamiere erano proprio l'unica via per non dormire all'addiaccio. Sono finiti con un provvidenziale "happy end" i guai giudiziari di quattro zingare salite sul banco degli imputati in Pretura per abusi edilizi. La vicenda risale agli inizi del '94, durante un sopralluogo dei vigili nel campo nomadi di via Idro. Gli agenti di polizia municipale trovano le quattro costruzioni e denunciano gli occupanti. Durante il processo si viene però a sapere che le quattro famiglie avevano edificato le loro "case"abusive cinque mesi prima, quando il Lambro era straripato e aveva trascinato via le loro roulotte. L'alternativa era quindi quella di dormire a cielo aperto, in un campo per di più infestato dai topi dopo quell'alluvione. Di qui l'assoluzione per le quattro donne decisa alcuni giorni fa dal pretore Francesca Vitale che ha respinto le richieste di condanna (da 5 a 6 mesi) avanzate dal pm Nicola di Piotti.
A presto con altre puntate
Di Fabrizio (del 24/06/2005 @ 20:52:37, in Italia, visitato 2942 volte)
Avviso: questo è un post accaldato e poco tollerante. Spero in Giovepluvio...
Vi sto leggendo, aspettando che la temperatura rinfreschi. Ho voglia di uscire, di lasciarmi prendere da qualche vizio, da qualche peccato veniale che non mi metta nei casini con la legge. Non ci credo, che siate tutti tolleranti, che siate tutti "bisogna capire, bisogna essere buoni". La maggior parte di noi, è un Kalderoli mancato. Si sfoga con le parole, perché anche a farlo ministro, non sa ciò che vuole. Ora, Kalderoli nella sua tragica figura è una persona reale (forse). Chi scrive su Internet, che usi un nome o sia anonimo, non lo è.
Non venite a dirmi cosa è la morale, cosa è giusto, tanto non vi credo. Un moralista (a conoscerlo!) forse lo sopporterei dal vivo, ma non sul computer.
Da parte mia, sappiatelo: sono un poco di buono (qualsiasi significato abbiano per voi queste parole) e visto che non ci conosciamo, vi giudico alla mia stregua.
Però, visto che ogni tanto imbratto questo blog, mi giudicate uno di voi. Bugiardo e rispettabile come voi.
Ogni tanto, scrivo di persone reali, come voi del resto. Gente bugiarda come me e come voi, la cui massima aspirazione non è rubarvi i bambini, ma avere una birra fresca per accompagnare i suoi peccati veniali.
Prima che vi addormentiate, date uno sguardo ai moralisti che non sopporto:
Riassumo per chi si è addormentato leggendo:
A Milano esiste un campo dignitoso. "...casette simili a quelle tirolesi, statue fuori dall’ingresso, anche delle piscinette, aria condizionata all’interno e parcheggiate all’esterno auto di grossa cilindrata. Personalmente credo che, se c’è questo benessere - prosegue - sarebbe giusto che contribuiscano a mantenere il campo, pagando l’affitto e la tassa rifiuti, come tutti gli altri cittadini. Penso ad esempio a come diversamente si preparano ad affrontare l’estate tanti anziani milanesi".
E' in via Chiesa Rossa, dove sono arrivati un paio di anni fa, i Rom sfrattati dalla storica area di Palizzi Fattori.
Ora, i campi sosta non piacciono neanche a me, ma visto che ci sono e sono pure abitati, vorrei capire:
- il campo sosta "classico" (roulotte e baracche improvvisate assediate dall'immondizia) non piace a nessuno, tantomeno a chi ne respira la puzza;
- se gli abitanti, come in via Chiesa Rossa, di tasca loro si sistemano meglio, è abusivismo edilizio e devono anche pagare affitti e tassa rifiuti;
- se le spese per vivere dignitosamente in un campo le paga il Comune, ecco rispuntare il discorso dei NOSTRI soldi sprecati per chi non vuole contribuire.
Mettetevi nei panni di chi abita nel campo di via Chiesa Rossa, di via Idro, di via Bonfadini, non vi chiedereste: "ma cosa vogliono da me?"
Eccolo che è tornato IL COMPLESSO DI ESSERE ROM, cittadino italiano, per giunta! E per italiano intendo quello che vedo sulle coste di Calabria, come a Villa Certosa o nella Brianza.
C'è da stupirsi, se quando ci parliamo assieme, se va bene ci si guarda come se si fosse imbecilli e se va male, si rimedia un giro tra i campi sosta della periferia a calci nel didietro?
Preso da questi soavi pensieri, sto ripassandomi alcuni punti dellla legge Bossi-Fini (perché ci sono anche Rom stranieri). Una legge che funziona così bene, che da quando è in vigore si parla sempre più di quanto aumentino i clandestini! E mi viene il sospetto che se la legge fosse diversa, i problemi sarebbero simili, ma avremmo più gente che non dovrebbe fare i conti con quel termine CLANDESTINO, che da solo chiude tutte le porte.
A febbraio, visto che la legge non bastava, è entrato in vigore anche il CONTRATTO DI SOGGIORNO: in pratica il datore di lavoro deve assicurare per il lavoratore immigrato una casa dignitosa prioma di assumerlo. Inutile spiegarvi che le associazioni imprenditoriali abbiano detto al governo che era una cosa da matti.
Ma tornate a mettervi nei panni... di un Rom, straniero questa volta, accampato in quell'inferno che è via Barzaghi.
Vi assicuro che il lavoro non manca, per uno straniero che sappia muovere le braccia. Attorno al campo, è pieno di corrieri di trasporto, cantieri, cave. L'anno scorso, la CGIL ha denunciato che li vicino, piazza Lotto, la mattina alle 5 sembrava una piazza del Sud Italia, con i caporali che assoldavano manovali stranieri per i lavori nel vicino polo fieristico. Ma, se qualche imprenditore, volesse mettere in regola un Rom, che razza di CONTRATTO DI SOGGIORNO potrà mai stipulare? Mi sto quasi dimenticando: qual'è la percentuale del lavoro sommerso in Italia?
Lo so, visto dallo schermo il CONTRATTO DI SOGGIORNO non significa niente. Neanche la denuncia della CGIL. Eppure, dovreste capire che a volte rubare diventa il male minore.
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