Midi Libre La Roulotte, per creare dei legami con gli tzigani.
Sébastien Guerdner sa anche mostrare fermezza con gli tzigani. (D.R)
Sébastien Guerdner, proveniente da una famiglia di viaggianti, ha fondato
sette mesi fa, l'associazione "La Roulotte della solidarietà tzigana", la quale
è un legame tra viaggianti e amministrazioni, associazioni, assistenti sociali,
imprese, agenzie di credito...
Già "casco blu" in Bosnia, e una fedina penale pulita, a 37 anni, Sébastien
Guerdner non risponde all'immagine di "ladro di galline" incollata alla
comunità tzigana. Eppure, suo cugino altro non è che un uomo abbattuto da un
gendarme nel 2008, a Draguignan.
Sébastien Guerdner non nega la criminalità esistente tra gli tzigani. "E' il
caso in tutte le comunità, soprattutto quando le condizioni di vita diventano
difficili".
Vuole però fare arrivare alle collettività e alla popolazione, le parole di
coloro i quali tentano di vivere, a modo loro, ma nella legalità e nel rispetto
degli uomini e dei territori che attraversano.
A casa di Sébastien Guerdner, "nessun orgoglio malriposto dei Gitani"
Proveniente da viaggianti, da una famiglia rispettata, l'uomo suscita meno
diffidenza nei campi. Maggiormente abituato ad avere a che fare con le
amministrazioni, non si lascia trascinare dal "orgoglio mal riposto dei Gitani".
Sette mesi fa, ha quindi fondato a Béziers, l'associazione "La Roulotte della
solidarietà tzigana", in uno spirito di mediazione e tolleranza. Perché "il
timore è presente da tutti e due i lati", afferma Sébastien Guerdner.
Vuole essere un legame tra gli aiuti esistenti a traverso associazioni,
assistenti sociali, creazione d'imprese, persino l'accesso al credito.
In effetti, i due mondi non si costeggiano. "Eppure, la Francia è il paese che
offre maggiormente agli tzigani".
"Molti gitani vogliono votare, ma pensano che ciò è loro vietato"
Ultimamente, si è occupato di una signora anziana di 77 anni, in causa con il
comune di Pia. Ha venduto la sua roulotte per pagare il suo avocato, allorché
poteva accedere al gratuito patrocinio.
"Ex giostraia, è una vita intera di lavoro che ha perduto, perché non era in
grado di mettere insieme una serie di documenti amministrativi". In poche
parole, "molti zigani vogliono votare, ma spesso pensano che ciò è loro
vietato", afferma Sébastien Guerdner.
"Andare dall'assistente sociale, non fa parte della mentalità. Non credono di
averne diritto. E quando la famiglia ha fame, effettivamente, si farà di tutto
per mettere del latte nel frigo. Quindi rubare …"
Per esempio, se numerosi viaggianti guidano senza patente - suo cugino è stato
arrestato sette volte per questo motivo - è perché spesso, non sanno come
passare l'esame.
Questo può essere dovuto a un problema economico o difficoltà a leggere e
scrivere, il che non permette di avvicinarsi al codice della strada.
L'associazione incoraggia la scolarizzazione dei bambini
Queste lacune scolari preoccupano Sébastien Guerdner. Anche se lui preferisce
che i bambini siano educati nelle scuole pubbliche "per imparare a conoscersi",
l'associazione incoraggia la scolarizzazione permanente.
Perfino nei confronti della "tradizione del bambino re". Del resto, a Brignoles
nel Var, con il "Soccorso popolare di Béziers", la Roulotte ha offerto un
computer, libri e giochi per un campo d'accoglienza.
Hanno anche trovato dei professori volontari, i quali garantiranno delle lezioni
ai 40 alunni, troppo numerosi per essere ammessi a scuola.
L'associazione si occupa anche di prevenzione. "La pillola contraccettiva, le
malattie sessualmente trasmissibili o l'aiuto psicologico, sono tabù, quando
sappiamo che, secondo la tradizione, perfino un medico non può toccare una
donna". Del resto, è sua cugina che parla con le donne.
La Roulotte agisce anche con fermezza nei confronti dei tzigani. "Quando ci si
impegna presso delle collettività o dei proprietari, bisogna che i viaggianti
rispettino la parola data, i luoghi, e la gente".
Sébastien Guerdner porta avanti anche una lotta contro la discriminazione
nei confronti dei viaggianti.
"Non bisogna stigmatizzare le differenze tra rom, rumeni o altri. Non si può
pretendere di essere rispettati dalle persone all'esterno, se non ci rispettiamo
innanzitutto tra noi".