Karin Faistnauer, Presidente dell'Associazione "Donne e Futuro", scrive alla
cittadinanza lametina
Vivo da tanti anni a Lamezia Terme e sono stata accolta subito in modo
speciale dalla popolazione calabrese. Perciò quando ho capito che tra la
popolazione Zigara e non-zigara c'è un difetto di comunicazione mi sono sentita
in dovere di mettermi in prima persona a vedere come si poteva risolvere il
problema. Sapevo che non sarebbe stato facile, poiché tanti altri avevano già
provato a "civilizzare" gli Zingari. Ma io avevo un vantaggio in più, straniera,
venivo da Innsbruck, non avevo mai avuto contatto con gli Zingari e così non
avevo nessun pregiudizio verso di loro come popolo. Lì vedevo come singole
persone che si comportano più o meno bene e che non conoscono il "nostro" mondo
postmoderno.
Spesso mi chiedono perché mi occupo soltanto delle donne Zingare e io
rispondo sempre che, in effetto, mi occupo di tutti, perché se noi riuscissimo a
risolvere "il problema zingaro" tutti potremmo vivere bene a Lamezia Terme,
perché ci sarebbe finalmente la Pace (guerra non è soltanto quando ci si spara).
Per questo scrivo questa lettera con la preghiera di pubblicarla. Per far
notare che c'è una guerra in atto alimentata anche da un'informazione sbagliata
che aumenta l'astio verso questo popolo misconosciuto: circolano su Facebook
delle foto, dove degli zingari, due donne e un ragazzo, "bruciano" provocando
una grossa nuvola di fumo bianco.
Dopo un'assemblea aperta con il Prefetto dove ha partecipato anche una
delegazione Zingara alla quale è stata rivolta la richiesta formale di non
bruciare più copertoni e rame, gli abitanti "italiani" vicini al campo nomade
sono, giustamente, all'erta per controllare se la promessa da parte degli
zingari, verrà mantenuta. Dopo anni di convivenza difficile anche il fumo bianco
dei rami bagnati dell'albero di olivo accesi per riscaldare i container gelidi o
per cucinare quando non ci sono i soldi per comprare la bombola di gas, viene
visto come una presa in giro, pensando che si vuole nascondere con la sterpaglia
i copertoni o il rame da bruciare. Non è così. Le foto che circolano su Facebook
fanno vedere una famiglia Zingara che non ha mai bruciato ne copertoni, ne rame.
Questa famiglia vive con la vendita di frutta ma si riscalda al caminetto con il
fuoco acceso nell'oliveto.
Adesso, ogni volta che vado al campo nomade, gli zingari che cercano di
sopravvivere in un mondo alieno al loro modo di vivere, mi dicono orgogliosi
"hai visto non bruciamo più", non sapendo che per gli "italiani" anche il fumo
dei rami di olivo bagnati è una minaccia e io spero che chi legge queste righe
mi dirà come posso spiegare a loro che non devono più riscaldarsi o cucinare
perché il fumo è sempre fumo !
Karin Faistnauer