In dieci si erano rivolti al tribunale di Milano per chiedere al Comune di
rispettare l'intesa sull'assegnazione di 25 alloggi popolari. Il provvedimento è
rivolto anche al ministro Maroni e al prefetto Lombardi
Il giudice Roberto Bichi, della prima sezione civile del tribunale di
Milano, ha accolto il ricorso promosso da dieci rom del campo nomadi di via
Triboniano contro la mancata assegnazione delle 25 case popolari e ha ordinato
al sindaco Letizia Moratti, al prefetto Gian Valerio Lombardi e al ministro
dell'Interno, di adempiere agli accordi firmati lo scorso settembre con la Casa
della carità, Ceas e Consorzio Farsi prossimo.
Nel ricorso i legali dei rom, Alberto Guariso e Livio Neri, elencavano tutti
i passi compiuti dalle amministrazioni citate: si va dalla dichiarazione dello
stato di emergenza rom in Lombardia, del 21 maggio 2008, fino alla
sottoscrizione dei progetti tra il 5 e il 20 settembre scorso da parte dei
ricorrenti, "del dottor Francesco Russo per conto del commissario emergenza rom
e dall'amministrazione comunale, in persona del direttore di settore dottoressa
Paola Suriano". Progetti che non solo prevedevano l'assegnazione in locazione
dei 25 alloggi ancora da ristrutturare ai tre enti sociali e l'individuazione
delle famiglie a cui assegnarli, ma che anche, rimarcavano, "recano a carico di
ciascun ricorrente-firmatario il seguente formale impegno: 'Rinuncio
all'autorizzazione alla permanenza nel campo di via Barzaghi che lascerò entro
il giorno 15 ottobre (2010), consapevole che la mancata realizzazione del
progetto per responsabilità mia o dei componenti del mio nucleo familiare
comporterà comunque la perdita del diritto a risiedere nel campo".
Poi, però, si ricordava come il 27 settembre, a una settimana dall'ultima firma
dei progetti, in una conferenza stampa convocata in prefettura il ministro
Maroni avesse "affermato che i ricorrenti (come gli altri destinatari dei 25
alloggi) non avrebbero potuto acquisire gli alloggi indicati nei rispettivi
progetti, bensì altri, che sarebbero stati reperiti facendo leva 'sul gran cuore
di Milano'". Di qui la decisione di ricorrere al giudice, che ha depositato la
decisione favorevole ai ricorrenti.