Dal forum su
Le Monde
Il trattamento politico e umano della questione ha suscitato nei nostri
lettori pareri divisi. Pezzi scelti:
Una storia antica.
Patrice Chevy, Garches (Hauts-de-Seine)
Nell'anno 64, Nerone presunto colpevole del grande incendio di Roma, sceglie una
piccola comunità che disturba e inquieta, i cristiani, per offrirla alla
vendetta popolare. Nel 2010, un presidente francese, piromane suo malgrado (le
mani piene di affari, risultato magnetico della politica della sicurezza,
politica sociale distruttiva, politica economica disastrosa) riprende la stessa
ricetta. Chi ha detto che non bisognava più insegnare la storia? Eppure, è
così utile…
Parere.
Jean- François de Montvalon, Paris
Odiamoci gli uni gli altri. Il potere politico malgrado il suo coraggio, le
sue competenze e la sua determinazione, non pervenendo evidentemente a
padroneggiare i problemi relativi all'economia, il lavoro, la sicurezza,
l'ambiente, la gestione dei flussi migratori… ha dunque intrapreso di ricercare
i responsabili di certi fallimenti. La massoneria rileva dall'archeologia
dell'odio ordinario. Gli arabi sono suscettibili: ricchi, rischiano di
trascurare la Costa Azzurra e le nostre industrie di lusso, poveri rischiano di
lasciarsi andare a eccessi di violenza riprovevole suscettibile. Quindi mirare
ai Rom non è in sé una cattiva idea, ma si può temere che si consumi rapidamente
e non permetta di raggiungere il 2012. Così, a ogni utile scopo, ho intrapreso
di stilare una lista dei commercianti del mio quartiere, i quali nonostante
un'apparenza ingannatrice, non sono probabilmente così innocenti di quanto
sembrano.
Arbitrario.
Pierre Saba, Grenoble
In Francia, in conformità alla raccomandazione del presidente della
Repubblica, il governo procede con quello che definisce "riconduzioni
volontarie" assortite di retribuzione economica, di gruppi di persone Rom verso
la Bulgaria e la Romania.
Sul piano del diritto europeo, queste espulsioni non impediranno affatto a
questi cittadini europei quali sono i bulgari e i rumeni di ritornare
ulteriormente e a loro piacimento, sul territorio francese. Dal punto di vista
dell'esecutivo francese, queste misure appartengono di conseguenza a una
efficacia politica temporanea. In quanto al piano del diritto universale,
conviene giudicare gli individui e non gruppi di persone. Ogni misura
giudiziaria o amministrativa a carattere collettivo, appare come appartenente
all'ingiustizia e all'arbitrarietà.
Politica del disprezzo.
Claude Petitbon, Rueil-Malmaison (Hauts-de-Seine)
In «Le Monde » del 19 agosto, Eric Besson (ministro francese
all'immigrazione) spiega che le persone espulse dal nostro paese, membri
dell'Unione Europea, « potranno ritornare in Francia ». L'articolo precisa che,
secondo la legislazione europea, i cittadini rumeni e bulgari possono entrare in
Francia senza alcuna particolare formalità, e restarvi per tre mesi senza dovere
giustificare nessuna attività. A queste condizioni, a cosa serve ricondurre nei
loro paesi d'origine, i Rom che si trovano in Francia in una situazione
irregolare, accordando loro una sovvenzione di 300 euro (+ 100 per ogni figlio a
carico) a titolo di aiuto umanitario (ARH)? Questo illustra chiaramente
l'assurdità della politica attuale della Francia, di rigonfiamento in materia di
sicurezza. Nicolas Sarkozy e il suo governo regolamentano nei confronti di una
comunità delle misure dispendiose e inefficaci, che vogliono solo essere
spettacolari, ai fini elettorali. Questo stigmatizzare sistematicamente le
comunità (in quanto quella dei Rom non è l'unica!) residenti sul nostro
territorio, non può fare altro che condurre all'esasperazione delle persone
implicate e a gravi turbamenti. Il disprezzo del presidente della Repubblica
riguardo ai valori del nostro paese e delle istituzioni nazionali ed europee è
inaccettabile.
Memoria
Bertrand Dreyfus-Alain, Gif-sur-Yvette (Essonne)
E' perché sono figlio di deportati che mi faccio un dovere de testimoniare
in memoria dei Rom, dei comunisti, e di un migliaio di israeliti francesi, tutti
decorati con la legione d'onore, internati nell'autunno 1941 nel campo di
Royallieu, vicino Compiègne. Voglio quindi testimoniare oggi, in ricordo di mio
padre internato in questo campo, e uscitone miracolosamente. E' grazie a
relazioni fraterne con i zigani che lui e la maggior parte degli internati
israeliti e comunisti sono potuti sopravvivere. Purtroppo, pochissimi tra di
loro hanno avuto la grande fortuna, come mio padre, di essere liberati. Quindi
lo dico molto fermamente al nostro presidente della Repubblica: "Non toccare ai
miei fratelli zigani, se no disonorerai la Francia".
Le virtù delle chiacchiere.
Christian de Maussion, Paris
Il ministro dell'interno s'interroga sull'"oltre le chiacchiere". Pensa
probabilmente al dolce sermone del papa invitando "all'accoglienza legittima
delle diversità umane". Certo, il vicario di Dio, fine conoscitore dell'aldilà,
non dispone di altro che delle chiacchiere per esercitare il suo magistero.
Invece, l'uomo di ministero esorta – con grandi rinforzi di paroloni – al
passaggio all'atto, alle espulsioni militarizzate. Al di là delle chiacchiere,
inizia il regno della violenza fisica. Prima di picchiare alla cieca, non è
inutile riflettere sulle virtù delle chiacchiere.
Libera circolazione.
Jean Haas, Schiltigheim (Bas-Rhin)
Al primo posto delle turpitudini giustamente e all'unanimità, rimproverate
al sistema sovietico, figurava l'ostacolo alla libera circolazione, la chiusura
dei cittadini all'interno delle frontiere del proprio paese. A quell'epoca, ogni
individuo che riusciva a passare a ovest era accolto e pure festeggiato per
avere scelto la libertà.
Non sarebbe stato necessario aspettare molto dopo la caduta della cortina di
ferro, perché la libertà di circolazione nuovamente acquisita diventi un
problema. Possiamo legittimamente dedurre che certi uomini politici, sempre
pronti a sbandierare il "buon senso" che hanno come pensiero, ignorino che non
basta uscire da uno stato per viaggiare liberamente: ancora bisogna riuscire a
entrare in un altro!
Il ruolo della Romania.
Sylvio Le Blanc, Montréal (Québec)
La Romania mi fa sorridere. Mette la Francia in guardia contro lo
stigmatizzare i Rom e le espulsioni collettive, ma ciò che la disturba, in
verità, è che i Rom ritornano al paese a ingrossare il numero dei disoccupati e
dei senzatetto. Se trattasse lei stessa meglio la sua minoranza etnica, questa
non cercherebbe un "altrove migliore". Detto ciò, i paesi ricchi come la Francia
e la Germania, avrebbero magari interesse ad aiutare i loro partner più poveri,
come la Romania e la Bulgaria, giustamente a meglio integrare le loro minoranze
etniche. Se il problema fosse risolto alla fonte, "i viaggianti" brontolerebbero
e viaggerebbero molto meno.
In ricordo di Django.
Pierre Kamlo Barré, Saint-Ouen (Seine-Saint-Denis)
Quello che più mi da noia in questo stigmatizzare i viaggianti, è la serie
di "dimenticanze" storiche che l'accompagnano, come la deportazione di numerose
famiglie manush in campi di internamento francesi, come quello di
Montreuil-Bellay (Maine-et-Loire). Dimentichiamo anche che numerosi sono gli
zigani, gitani o manush (zigani o rom essendo la denominazione primaria di
questa comunità) a essersi battuti durante le guerre del XX secolo.
Inoltre, in quest'anno in cui si celebrano i cento anni della nascita di Django
Reihnardt, sarebbe buono ricordarsi che questo geniale manush francese fu il
primo jazzman europeo a recarsi negli USA, su invito di Duke Ellington. Fa oggi
parte integrante della cultura francese con un C maiuscolo. Quindi,
cortesemente, non dimentichiamo che ogni comunità è portatrice di storia,
cultura, ricchezze infinite, e non solo generatrice di delinquenza e turbamenti
vari, come alcuni propositi potrebbero lasciare credere.
Politica non realistica.
Michel Crubellier, Cysoing (Nord)
A proposito dei Rom, non c'è discorso maggiormente tagliato fuori dalla
realtà, e maggiormente sprovvisto di futuro che quello di coloro i quali dicono
che "bisogna" applicare le regole dello stato di diritto, smantellare i campi ed
espellere i loro abitanti fuori dalla Francia. Che la Bulgaria, la Romania e
l'Europa "non hanno che" caricarsi del problema della loro integrazione nei loro
paesi d'origine. La Francia e gli altri paesi d'Europa occidentale, devono
prepararsi a conoscere un lungo periodo, durante il quale i Rom risiederanno in
modo più o meno permanente in questi paesi. Bisogna prepararsi a questo con
delle misure positive, la più urgente delle quali e la messa in opera di aree di
stazionamento, dotate di infrastrutture decenti, aspettando di riflettere a
soluzioni istituzionali e economiche le quali permetteranno di gestire un po'
meglio il difficile problema delle relazioni tra sedentari e nomadi – problema
plurisecolare il quale non è stato risolto in modo soddisfacente da nessuna
parte, e che qui in Francia, non riguarda solo i Rom rumeni e bulgari.
Naturalmente possiamo sempre moltiplicare le espulsioni e allineare numeri
prendendo pose vantaggiose. Ma questa politica di persecuzione, ottusa e
meschina, non farà altro che ritardare la messa in conto dei veri problemi. Non
è necessario essere un angelo per capire questo. Basta essere realisti.