A nome della ragazza, autrice di questa protesta rivolta
alla Direzione CPT di Pisa. Ciao, Agostino Rota Martir
Sono una ragazza Rom del campo nomadi di Coltano, sono nata in Italia e vivo
da molti anni con la mia famiglia a Coltano, di origine Bosniaca. Da quando ho
raggiunto la maturità sto facendo di tutto per ottenere la cittadinanza
italiana, benché i miei genitori siano Bosniaci io mi sento Italiana in tutto,
non solo perché questo è il paese in cui sono nata, ma mi sento parte di esso,
penso di rispettare le sue Leggi (mai alcun precedente in fatto di
giustizia), perché sono anche le mie, ma soprattutto perché sento di appartenere
anche alla gente italiana, anche come Rom.
Scrivo per raccontare quello che mi è successo due giorni fà a Pisa all’interno
di un autobus del CPT, un fatto che decido di raccontare, perché non è l’unico
che mi è successo ultimamente e credo sia importante farlo conoscere, perché
ferisce non solo il mio animo, ma anche quello del popolo italiano al quale
sento di appartenere, anche se ancora non ufficialmente.
Ebbene mi è successo questo: l’altro giorno (21 Luglio) sono salita sull’autobus
delle ore 16.40 diretto all’ospedale di Santa Chiara per visitare la mia zia
ricoverata, ero munita di regolare biglietto che ho timbrato nella apposita
macchinetta. Il controllore ad un certo punto si è rivolto a noi, ero in
compagnia di una mia cugina, con un atteggiamento di accusatore, dicendoci:
“ragazze, comportatevi a modo” ad alta voce, davanti a tutta la gente, prima da
lontano, poi anche vicino a noi. Ovviamente per me questo atteggiamento
prevenuto verso di noi era offensivo: primo, perché lui non poteva permettersi
di giudicarci senza conoscerci. Io allora, gli ho fatto presente che avevo il
biglietto timbrato e che suo compito era di verificare se il biglietto fosse in
regola, prima di accusarci di qualcosa.
Lui mi ha risposto, senza nemmeno guardare il biglietto, dicendomi sempre
davanti la gente presente in autobus, che senz’altro era già stato utilizzato
due o tre volte. Io gli ho mostrato il biglietto, che lui non si è degnato di
verificare ma ha continuato a sottintendere che noi stavamo facendo delle
“scenate per niente”.
A noi, ha anche detto che lui neanche voleva vedere il biglietto, ma allora mi
chiedo quale è il suo compito? Quello di giudicare le persone che non conosce?
Mi piacerebbe sapere sulla base di che cosa? Io gli ho risposto che lui non
poteva permettersi di giudicare le persone in quel modo, offensivo e maleducato,
semplicemente per le nostre sembianze e per la nostra apparenza Rom.
Io lo so che diverse persone, (Rom , ma anche Italiani e immigrati) utilizzano
l’autobus per scopi non sempre chiari, esempio per furti e borseggi, ma il
controllore non può fare di ogni erba un fascio, sentendosi autorizzato ad
offendermi davanti a tutti e pretendere che io mi comporti a modo, dopo averci
fatte passare per ladre davanti a tutti.
Con questa lettera voglio augurarmi e sperare che l’atteggiamento dei
controllori del CPT nei confronti delle ragazze e donne Rom, non sia dettato da
pregiudizi o da ignoranza, semplicemente chiedo che sia uguale a tutti gli
altri, e di smetterla di giudicarci a priori, perché questo offende non
solamente noi ma colpisce anche la cittadinanza di Pisa. Lo stesso vale anche
per quegli autisti, che quando vedono dei Rom in attesa alla fermata, decidono
di passare oltre senza fermarsi, non vorrei che diventasse una abitudine
consolidata, sia per gli autobus cittadini e sia quelli extra-urbani.
Se sbagliamo è giusto che i controllori ci riprendano e procedano nel darci ciò
che meritiamo (multa, richiamo, allontanamento dal mezzo, o denuncia), è il loro
compito, ma se il nostro comportamento è corretto e civile esigiamo altrettanto
dai controllori e dagli autisti dei mezzi del CPT di Pisa verso noi Rom, come
verso qualsiasi cittadino italiano o immigrato che sia.
Grazie dell’attenzione e spero che tutto questo non si ripeta mai più.
Una ragazza Rom del campo nomadi di Coltano. 23 Luglio 2010