Da
Roma_Daily_News
Unicef.org by Olga Grebennikova
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Tagikistan UNICEF / 2010 - Mobilitazione sociale della comunità rom nelle
zone rurali del Tagikistan
Dopo un ora di viaggio da Dushanbe attraverso campi e giardini ben curati,
arriviamo nel centro distrettuale di Gissar. Scendendo nel Centro Immunizzazioni
del distretto prendiamo il direttore e il vice capo pediatra e ci avviamo verso
quei villaggi dove vivono le persone "più difficili da raggiungere".
Ci stiamo dirigendo verso i villaggi di Sokhtmonchien e Afgonobad. Si trovano
a soli pochi km. dal centro distrettuale, e quindi non possono essere chiamati
"remoti ed isolati". Ma quando ci arriviamo, ci sentiamo come se fossimo
tornati indietro di un secolo.
Qui, dietro graticci e muri di fango, la vita continua come uno o due secoli
fa. Naturalmente, ogni casa ha la televisione e le antenne satellitari adornano
diversi tetti, ma questi sono gli unici segni del XXI secolo.
Siamo in un insediamento che ospita uno dei più importanti gruppi oggetto
della campagna di vaccinazione antipolio - i Rom. Qui sono chiamati anche Lyuli.
Questa gente è nomade, e quasi tutte le famiglie sono costantemente in
movimento. Nonostante ciò, di solito ci sono un mucchio di bambini nelle
famiglie, anche se questo non le ferma dal girare in tutto il paese. Uno dei
risultati di questo stile di vita è che alcuni bambini non siano mai stati
vaccinati.
Un'altra ragione è che i Rom di solitosi sentono marginalizzati e così
preferiscono non mostrarsi nei punti di vaccinazioni ufficiali. E' per questa
ragione che il governo tagico, l'OMS e l'UNICEF hanno deciso di raggiungerli a
casa loro.
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Tagikistan UNICEF / 2010 - Vaccinazione domiciliare dei bambini rom
"Abbiamo lavorato qui ogni giorno dall'inizio della campagna," dice
Salim Mirkhoev, direttore del Centro Immunizzazioni distrettuale. "La campagna
si è svolta in un punto vaccinazione in una scuola del posto, ed alcune famiglie
hanno portato con sé i bambini per l'immunizzazione. Ma abbiamo deciso di venire
in questi villaggi per una vaccinazione domiciliare, perché ancora ieri nuove
persone si sono presentate nel villaggio, come pure il giorno precedente.
Abbiamo già immunizzato altri 39 bambini, e sembra che dovremo continuare."
Nasiba ha 24 anni - e tre bambini che sono tutti nel nostro gruppo di
interesse. Il più grande ha 5 anni, il secondo 3 ed il terzo è tra le sue
braccia - ha solo 8 mesi. "Quando ieri ho deciso di venire," dice avvolta nello
scialle la donna, che è analfabeta, "era tardi, e la nostra casa molto lontana.
Per questo sono rimasta al centro del villaggio con dei parenti, per fare la
vaccinazione. Mi hanno detto che è una malattia molto contagiosa, e non voglio
che i miei bambini si ammalino," dice. La giovane non sa leggere, ma le abbiamo
dato lo stesso il libretto UNICEF con i richiami per la seconda e la terza
vaccinazione.
"Se anche un solo bambino non fosse immunizzato, sarebbe come una bomba per
tutti gli altri bambini nel villaggio e nell'area, perché ognuno dovrebbe essere
vaccinato senza eccezione. Siamo responsabili per loro," dice Umeda
Sadykova, assistente UNICEF per il programma Salute e Nutrizione.
Nel distretto di Gissar ci sono poco più di 38.000 bambini sotto i 6 anni di
età, e oltre il 90% di loro è già stato vaccinato. Per lo più la popolazione del
Tagikistan è disciplinata, e crede ai dottori ed ai mezzi di informazione.
"Il problema è solo con quelle comunità dove neanche i residenti sanno quante
famiglie sono via dal villaggio e quando ritorneranno," dice Salim Mirzoev.
Ilkhom tra poco compirà 5 anni e scoppia in lacrime alla vista degli
estranei, ma il dottore gli agita teneramente la testa, calmandolo con le parole
e stupito il bimbo ingoia il vaccino, non facendo nemmeno caso al gusto. Era
stato sui pascoli con suo padre, dice la madre, ed è tornato soltanto
stamattina. E' un bene che siate venuti oggi.
Khidoyat ha 35 anni, ha tre bambini piccoli e sinora nessuno di loro era mai
stato vaccinato. "Siamo tornati apposta da Rudaki," dice. "I miei bambini non
sanno cosa sono i vaccini."
E' da notare che quasi tutti gli adulti con cui abbiamo parlato volevano
sapere delle vaccinazione ed erano ben disposti, nonostante il fatto che
comunità simili di solito sono chiuse e maldisposte verso gli estranei.
Ma vedendo, o meglio intuendo, la tiepida apertura da parte nostra, la
contraccambiano. Si mettono volentieri in posa di fronte alle macchine
fotografiche e chiedono persino di essere ritratti. Ci seguono per il villaggio,
sorridendo e cercando di attirare la nostra attenzione.
"Che Dio benedica voi e la vostra iniziativa," dice un'anziana, quando
salutiamo una famiglia dopo che il dottore ha immunizzato due bambini che erano
a letto dopo la circoncisione. "Siete venuti nelle nostre case per salvare i
nostri bambini da questa terribile malattia. Non lo dimenticheremo mai," ci
dice, alzando le braccia al cielo.
Quante sorprendenti scoperte si possono fare in un giorno! E' necessario fare
un passo indietro dai propri pregiudizi e tentare di capire un altro mondo,
un'altra cultura ed altri valori.
In Tagikistan la vaccinazione è in corso...