Bulgaria - Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

ASSETTO VARIABILE

E' sospeso sino a data da destinarsi.

Le puntate precedenti sono disponibili QUI


Volete collaborare ad ASSETTO VARIABILE?
Inviate una
mail
Sostieni il progetto MAHALLA
 
  
L'associazione
Home WikiMAHALLA Gli autori Il network Gli inizi Pirori La newsletter Calendario
La Tienda Il gruppo di discussione Rassegna internazionale La libreria Mediateca Documenti Mahalla EU Assetto Variabile
Inoltre: Scuola Fumetti Racconti Ristorante Ricette   Cont@tti
Siamo su:  
Gli Zingari fanno ancora paura?

La redazione
-

\\ Mahalla : Articolo
Bulgaria
Di Fabrizio (del 27/12/2009 @ 09:31:41, in casa, visitato 2382 volte)

Da Bulgarian_Roma (lunghetto, magari leggetelo a puntate se avete qualche giorno di pausa. Un bigino su case e sgomberi)

TOLblog.org 18 dicembre 2009

I bulldozer di Burgas

Mentre state leggendo queste righe, si sa già che le case rom nel quartiere "Gorno Ezerovo", dove era programmata la demolizione, sono già state abbattute. Nello stesso giorno i media hanno dato fiato a materiale sensazionalista sulla rivolta rom, catene umane e pietre lanciate ai bulldozer ed ai poliziotti. Sono circolate voci su foto di Rom arrabbiati e che svenivano. E poi basta. La sensazione è rientrata. Non è stato scritto o sentito niente sui giorni seguenti e su dove la gente, che aveva perso la casa, passasse la notte e su cosa succederà a loro nel futuro.

Qualche giorno prima che i bulldozer entrassero nel quartiere di Burgas, gli ultimi giorni soleggiati dell'estate, parlavamo col capo dell'unica OnG rom funzionante nella città costiera - Mitko Dokov.

"Stiamo organizzando i cittadini di Gorno Ezerovo in comitato. Vogliamo spedire una lettera aperta al sindaco, al governatore ed al Primo Ministro. Questo atto avventato, se non fermato, dev'essere differito. A causa di ciò molta gente è nel panico" - sono state le parole con cui il capo del locale consiglio rom ci ha salutato.

Nel quartiere Gorno Ezerovo vivono circa 2.000 persone. La maggior parte di loro sono locali e non migranti, contrariamente a quanto dicono le autorità. Abbiamo appreso da Dokov che non più di dieci famiglie provengono da altri posti e si sono poi installate qui. La maggior parte del terreno è di proprietà municipale, il resto appartiene a privati. Nessuno dei residenti sa su quale tipo di proprietà hanno costruito la loro casa.

Il quartiere rom fu abbandonato dallo stato e dalle autorità municipali dopo il 1989. Ce se ne ricorda solo prima delle elezioni. E subito dopo ce se ne dimentica. Cosa vi succede all'interno, se viene fatta rispettare la legge, come vive la gente, come sono le infrastrutture, non importa a nessuno. La portata delle autorità di solito finisce quando inizia un quartiere rom. Possono fare quel che vogliono, fintanto che dura il loro mandato, sembra essere la filosofia del governo in questo caso. E così attraverso gli anni, lasciati a loro stessi, i Rom si sono presi cura da sé dei loro problemi. Quando in una famiglia, che vive in una casa di una stanza, un figlio si sposa, aggiunge alla casa una o due stanze. Non c'è nessuno a dire di no, lui conosce tutti i suoi vicini, e lo stato è assente. E' così in quasi tutti i quartieri rom nel paese. E così i Rom vivono alla loro maniera, fino a ché qualcuno ha un problema con ciò. Allora ritorna la legge con tutta la sua forza sulla testa delle persone, che per decenni hanno vissuto nelle loro case costruite illegalmente.

Durante la notte dopo il nostro incontro con Dokov la pioggia si è intensificata ed è continuata il giorno seguente. La mattina dopo abbiamo visitato il quartiere. Per strada non c'era nessuno. In un caffè abbiamo trovato quanti avevano ricevuto una notifica di demolire volontariamente le loro case o di aspettare che provvedessero i bulldozer l'indomani, 7 settembre.

Tra la gente radunata nel caffè, c'erano il vacillante Isako di 84 anni, che ha vissuto nel quartiere per oltre 50 anni, Guesa, 64 anni, Anguel, che ha quattro figli ed ha promesso di darsi fuoco, Mirka, madre di dieci figli, Galabina, che vuole comperarsi il terreno e installarvi casa sua. "Il terreno costa molto e vogliono mandare via i Rom. Dicono che siamo migranti da Sliven o da Kotel, ma non è vero. Ho vissuto qui per 46 anni" - strabuzza gli occhi un anziano. Un giovane dice di avere 26 anni e che è nato nella casa che sta per essere demolita. Mirka stropiccia la notifica che ha ricevuto un paio di giorni fa e chiede dove potrà andare a vivere quando le sue due stanze saranno rase al suolo. Il termine di sgombero è vicino, che significa che lei ed i suoi bambini stanno per diventare senza casa. Le donne anziane piangono. Anche i giovani sono alterati.

Nella prima fase le famiglie ricevono lettere dal Direttorato Regionale per il regolamento edilizio (RDNSK) con indicato il termine per la demolizione volontaria. Se questa non avviene a tempo, segue la demolizione forzata. Le case che devono essere abbattute sono 54. In ogni casa abitano almeno cinque persone, il che significa che oltre 250 uomini, donne, bambini ed anziani non avranno un riparo per l'inverno.

"Venite a vedere se le case sono insicure come dicono le lettere. Fotografatele!" ci richiama un giovane sotto la pioggia. Per le strade fangose abbiamo camminato sino ai margini del lago. Come in qualsiasi quartiere rom ci sono sia grandi case solide che baracche, costruite in uno  due giorni. "Questa sarà abbattuta. Quella dopo, no. Anche quella a due piani. Guarda qui, hanno cambiato gli infissi di legno con quelli in alluminio... Entra in questa casa... Non c'è bisogno di togliersi le scarpe... Vedi come l'hanno arredata? Guarda com'è pulita, anche questa casa sarà buttata giù... Le baracche resteranno intatte, e le case belle verranno demolite. Ed ora dimmi come hanno deciso quali case abbattere e quali rimanere in piedi!" - puntualizza la nostra guida chiedendoci con enfasi.

Secondo le lettere ricevute dai residenti, tutte le case che verranno demolite sono classificate come strutturalmente insicure. Tra le case che la nostra guida ci indicava, ce n'erano di pericolanti come edifici solidi a due piani. Siamo anche passati davanti ad una casa, che era stata parzialmente demolita dai suoi abitanti: "avevano paura che se l'avessero fatto i bulldozer, avrebbero dovuto pagare le spese. E' per questo che hanno buttato giù la causa loro stessi" - ci spiega il giovane.

Torniamo al caffè. Hanno già deciso che quattro rappresentanti del quartiere, guidati da Mitko Dokov e Rumen Cholakov, leader della sezione di Burgas del movimento politico Euroroma, chiederanno un incontro col governo regionale e un deferimento delle demolizioni. E' risultato complicato entrare nella sede dell'amministrazione regionale. Dopo che Mitko Dokov parlò per telefono con l'esperto regionale di etnie e demografia, soltanto a Dokov e Cholakov fu permesso di incontrare il vice governatore regionale. Il deputato Zlatko Dimitrov non è stato informato del caso, perché occupava il posto solo da un paio di mesi. Ha però promesso di portare l'attenzione del governatore sul problema, di esaminare completamente la situazione, vedere quali azioni siano possibili ed informare i leader rom, entro la fine della giornata, se le case sarebbero state demolite o meno la mattina successiva.

Nel frattempo in comune abbiamo parlato col vicesindaco Kostadin Markov, responsabile del regolamento su terreni, architettura e costruzioni. Gli abbiamo chiesto sulla sua posizione e se ci fosse un'alternativa per la gente che stava per essere lasciata in strada. Ci ha detto "La posizione del comune è che la legge dev'essere rispettata. Il contendere sono case, costruite due anni fa. Questa gente sa che laprocedura termina con l'eventuale demolizione. Sono soprattutto persone non residenti a Burgas, ma che arrivano da Yambol, Sliven e molti altri posti. Al momento non siamo in grado di offrire loro garanzie speciali. Il comune offre alloggi sociali, ma si deve seguire una procedura particolare ed un periodo d'attesa. Negli ultimi due anni avrebbero almeno dovuto fare richiesta. E' stato spiegato loro, più di una volta. Ora non esiste alcuna procedura straordinaria, o casa disponibile a tal scopo, che il municipio possa offrire loro. Specifico che il municipio di Burgas denuncia le costruzioni illegali, ma è il RDNSK che provvede ad eseguire le procedure di demolizione. Oggi o domani, a seconda delle condizioni atmosferiche, ritengo che le case saranno demolite."

In questo caso, l'unico obbligo dell'amministrazione municipale è di preservare le proprietà dalle case dopo la demolizione, per cui è stato impiantato un magazzino municipale. Il giorno stesso il Comitato Bulgaro di Helsinki ha inviato una lettera ai media, in cui dichiarava che se le case rom a Burgas fossero state demolite, la Bulgaria avrebbe  violato la Convenzione Europea sui Diritti Umani. Chiedeva inoltre un'azione immediata da parte del governo e del Primo Ministro Boyko Borissov, sia per fermare la programmata demolizione che per trovare un alloggio alternativo ai Rom.

Di ritorno al quartiere la gente ha aspettato sino a sera una telefonata dal vice governatore regionale, nella speranza che la casa non venisse demolita -invano. La telefonata arrivò, ma solo per confermare la demolizione.

La mattina dell'8 settembre è stata interrotta l'elettricità delle case selezionate. Bulldozer e poliziotti sono entrati nel quartiere. Disperatamente, la gente ha cercato di porre fine a questa pazzia. Ma sono stati lasciati senza casa.

Due settimane dopo, di nuovo a Burgas, altre 19 case rom sono state demolite nel quartiere Meden Rudnik.

Il bulldozer di Sofia

Il 15 ottobre, un mese ed otto giorni dopo la demolizione delle case rom nei quartieri di Burgas di Gorno Ezerovo e Meden Rudnik, il bulldozer della legge ed ordine si è riversato anche nella capitale. Quando arrivammo a Sofia nel quartiere di Nadezhda, trovammo il bulldozer al lavoro in uno spazio bloccato al traffico presidiato dalla polizia, in viale Rozhen vicino alla fermata del tram. Sul marciapiede erano ammonticchiati i bagagli e le proprietà degli ex abitanti. Letti smantellati, materassi, reti, tavoli, vestiti in buste di plastica, catini e qualsiasi altra cosa che potesse attirare l'attenzione dei primi pedoni e dei passeggeri del tram. Quelli che erano stati residenti sino alla notte antecedente, stavano in piedi ai margini della zona presidiata e osservavano tristemente la demolizione delle loro case. Causa l'ora mattutina, la mancanza di informazioni o qualche altra ragione sconosciuta, i media non erano presenti.

Ci siamo avvicinati a Trajan e Magda. "Vi sistemeranno da qualche parte?" - chiediamo. "Da nessuna parte. Staremo per strada." - E' stata la lapidaria risposta di Magda. Trajan aveva più voglia di parlare. Hanno vissuto qui per 19 anni. 30 persone condividevano una casa con quattro stanza e due piccole unità aggiunte nel cortile. Tra loro ci sono donne in attesa e bambini malati, che sono ora nelle case vicine. Non sanno dove passare la notte. Nessuno ha un lavoro stabile. "Quest'uomo è il nostro sindaco. Lasciate che ci dica dove andare" - ha puntualizzato Magda. Ma il sindaco di Nadezhda - l'ingegnere Dimitar Dimov - quando ha visto il giornalista armato di registratore, è salito rapidamente in macchina e si è allontanato.

Un vecchio vacillante si è avvicinato a noi; per niente stupido o emozionato faceva lo stesso fatica a parlare. Ci ha spiegato che i suoi figli erano sul marciapiede opposto - sua moglie col bambino ed i giovani nipoti. Sono stati alzati tutta notte ed hanno portato tutto il possibile da parenti. "Una borsa qui, due borse la. Non c'è una stanza per il resto. Qui sul marciapiede." spiega Strahil, 58 anni e padre di sei figli. "Perché non indossi le calze?" - udiamo una voce femminile dietro di noi. Una poliziotta sta parlando con una ragazza a piedi nudi. Lei si chiama Gyula e ha dieci anni. Dice di non avere freddo, anche se si stringe nella sua giacca. Oggi non è andata a scuola, perché la sua casa è stata abbattuta. E' timida, non vuole essere fotografata. Altri bambini si avvicinano. La maggior parte hanno una brutta tosse. Diciamo a loro di andare al caldo. Sono imbarazzati.

Boncho ha tre bambini. Sta tenendo quello più giovane tra le sue braccia. Dice che la mattina non ha avuto problemi con la polizia. Sono usciti di casa quando è stato detto loro di lasciarla. Una donna era venuta la sera prima e aveva detto di prendere con loro tutto ciò che potevano prima che i bulldozer arrivassero alle 6.30 per distruggere la casa. Per cosa? "Non lo so. Qualcosa riguardo all'amministrazione..." - il 23enne scrolla le spalle e pensa a cosa fare con i bagagli e dove portare la famiglia.

Torniamo da Trajan e Magda, in piedi sul marciapiede accanto alle loro cose. Ora Magda sta piangendo. Apprendiamo da Trajan che 19 anni fa si spostarono nella casa, di proprietà municipale. Nessuna reazione da parte del comune. Volevano pagare l'affitto ma gli fu rifiutato perché non avevano un documento di residenza nella proprietà. Cinque anni fa gli abitanti vinsero una causa e continuarono a vivere lì. Ed ora all'improvviso la casa era in lista per la demolizione. "Dicono che qui sotto passerà la metropolitana. Ma è solo un pretesto. Se fosse così, perché non demoliscono le altre case nel quartiere?" chiede Trajan.

La donna che li aveva visitati la notte prima era dell'agenzia per la protezione dell'infanzia. Nessuna sa come si chiama. Arrivò per invitare Donka, che ha un bambino, a vivere con il bambino in un riparo temporaneo. Donka rifiutò. Preferiva stare con la sua famiglia. "Ora abbiamo timore che i servizi sociali portino via i nostri figli. E sono ancora dei bambini" - aggiunge la giovane madre.

Si mostrano altri abitanti delle case demolite. Alcuni portano dei teli di plastica per coprire le loro cose sui marciapiedi.  Altri si sono riuniti intorno a noi e vogliono parlare. Non hanno visto nessun mandato. La mattina è arrivata la polizia, svegliando tutti e dicendo che dovevano lasciare la casa. Hanno dato appena il tempo di prendere i propri effetti, prima che il bulldozer iniziasse la demolizione. E' stato detto loro che non erano residenti a Sofia e che dovevano tornare da dove provenivano. La figlia della 45enne Veska è incinta, sua nipote ha degli attacchi, e suo figlio è sordomuto. Dimitrina ha avvolto suo figlio in una coperta e guarda con gli occhi spalancati. Alcuni piangevano, altri davano la colpa al sindaco e al governo, e maledicevano il loro destino.

Finalmente il bulldozer ha finito ed è andato via. I poliziotti sono risaliti sulle loro macchine verso un'altra operazione. Anche noi siamo andati via. Jordanka Bekirska, avvocato del Bulgarian Helsinki Committee ha fatto ricorso a nome di 14 ex abitanti. Prima che le case fossero demolite aveva parlato con degli incaricati comunali e aveva detto loro che buttare la gente per strada è una violazione delle leggi europee. La risposta fu che le autorità stavano osservando le leggi bulgare, e che quelle europee non importavano. Decidemmo che parlare con le autorità municipali era inutile. La risposta sarebbe stata identica a quella ricevuta il mese precedente a Burgas - che la legge deve essere seguita e rinforzata, che l'amministrazione non può offrire un'alternativa, che esiste una procedura da seguire per gli alloggi sociali ecc.

Lo stesso giorno si teneva in un albergo una conferenza dal titolo "Realtà e prospettive nelle politiche d'integrazione per i Rom". Alla conferenza si dibatteva sulle priorità e sulle misure politiche da introdurre nel programma governativo quadriennale per l''integrazione dei Rom. Era presieduto dal vice Primo Ministro e Ministro degli Interni, Tsvetan Tsvetanov, che è anche leader del principale partito di centro-destra, il GERB. Abbiamo chiesto a Tsvetanov quante altre demolizioni di case rom erano previste. Menzionammo la demolizione della mattina stessa ed aggiungemmo che ci sarebbe stato un ricorso che avrebbe probabilmente la Corte Europea, cosa non buona per il paese. Rispose che era un problema delle autorità municipali, che hanno l'obbligo di rafforzare la legge. E la legge è la stessa per ognuno nel paese.

Uno degli argomenti della conferenza era le condizioni di vita dei Rom. Comprendeva questi suggerimenti per il governo: "unire, dirigere e coordinare gli sforzi delle agenzie statali, le autorità locali, i comitati cittadini, la comunità rom ed ogni istituzione del paese coinvolta nel miglioramento delle condizioni di vita dei Rom e nella modernizzazione dei quartieri che abitano." Quindi, mentre si discute e si dibatte sulle condizioni di vita dei Rom, i bulldozer di legge ed ordine stanno continuando ad andare ad abbattere solo quelle case abitate dai Rom. Arrivano lamentele perché la legge è uguale per tutti e tutti sono uguali davanti alla legge. Sembra che in molti si stiano stancando, ed i forum su internet contengono commenti come "meglio smettere di giocare con le baracche dei Rom, ed iniziare a regolare i palazzi costruiti illegalmente dai nuovi ricchi." O sono forse più uguali del resto di fronte ai bulldozer di legge ed ordine?

Ancora nessun bulldozer a Montana

Nella città di Montana ci sono due quartieri rom - Ogosta, con circa 1.800 abitanti, e Kosharnik con circa 2.500 abitanti. Sono ai due lati opposti del centro regionale. All'inizio degli anni '50 la popolazione rom si concentrò ad Ogosta, accanto alle sponde del fiume omonimo. Le inondazioni distrussero a suo tempo molte case e ripari. Una buona parte della popolazione fu evacuata e piazzati in strutture temporanee fuori dalla città.

Nel 1972 un progetto municipale getta le basi del nuovo quartiere di Kosharnik, fuori dalla città. Attualmente è abitato da molta gente che si è trasferita da altre città negli ultimi due anni. Nei terreni comunali di pascolo attorno al quartiere hanno costruito case familiari senza mattoni, piani di costruzione e permessi edilizi. Le autorità municipali non reagirono alle costruzioni illegali, anche se ci furono proteste dei residenti lì attorno. In queste case sono nati bambini e le famiglie sono cresciute, da cui si sviluppa il bisogno di nuovi terreni. Crescono sempre più le case e le baracche illegali, abitate da nuove famiglie.

Il quartiere di Ogosta si trova di fronte a problemi simili. Da un lato confina con la ferrovia, il fiume dall'altro e la strada E-79. La popolazione cresce ogni anno, ma l'espansione territoriale del quartiere è impossibile. In pochi cercano di comperare casa fuori da quel territorio, in città o nei villaggi vicini. La maggioranza della popolazione rimane nelle loro vecchie case. Aggiungono un piano o costruiscono unità adiacenti, che raggiungono la strada ed i marciapiedi e violano i regolamenti. Alcuni degli abitanti hanno solo documenti di proprietà per la terra dove ci sono le vecchie case; altri non hanno del tutto documenti. Ma tutti vivono con la convinzione che queste sono le loro case, da ormai quattro generazioni.

Lo stato è impotente nel fermare questi processi. La città non ha disponibilità di abbastanza edifici sociali per rispondere ai bisogno delle famiglie che crescono. Non è chiaro quanto durerà questa situazione. Cosa succederà agli abitanti delle case illegalmente costruite, quando le autorità decideranno di seguire l'esempio di Burgas ed i bulldozer di legge ed ordine entreranno nei quartieri rom di Montana?

Gli sforzi delle OnG rom nel risolvere i problemi regolando i quartieri rom e trovando soluzioni abitative alternative, hanno sinora ottenuto soltanto di includere la questione nel "programma quadro per l'integrazione rom nella società bulgara". La medesima questione era stata inclusa nel trattato che la Bulgaria aveva firmato come parte del Decennio dell'inclusione Rom.

Sono state adottate strategie locali sull'iniziativa del Movimento Civico Rom, ma le discriminazioni istituzionali esistenti a livello nazionale e locale causano che queste politiche rimangano solo sulla carta. I detentori del potere non hanno interesse che quei programmi diventino parte del budget. Ignorare la rappresentazione rom porta al conflitto etnico, locale, sociale e religioso. Il fragile contratto sociale tra i cittadini bulgari di origine rom e lo stato con le sue istituzioni, porta a regolari problemi nei quartieri e nelle infrastrutture. Per queste ragioni non ci sono condizioni chiare fra i consumatori ed i fornitori dei servizi quali energia elettrica, l'acqua e le fognature. I quartieri rom sono di solito nelle aree suburbane, che li rende strategici per installare grandi depositi, stazioni di servizio, fabbriche, ecc. Questo porta a nuovi problemi tra i Rom ed il mondo degli affari, dove lo stato improvvisamente si muove per regolare lo status di questi quartieri, assicurando nel contempo la terra per grossi affari a basso prezzo.

I rappresentanti dei partiti nazionalisti nei consigli comunali adoperano il processo decisionale a favore di alcuni cittadini e di solito a detrimento dei Rom. Forse sinora l'obiettivo dei governi è stato di mantenere la popolazione in uno stato di incertezza e sotto-rappresentazione e di aprirsi alla manipolazione in occasione delle elezioni.

Per misurare tutto ciò, si adoperano soprattutto i misuratori di consumo elettrico domestico, ma la misurazione del consumo energetico non è diventata più precisa, di solito a svantaggio dei Rom. La sfiducia dei Rom si è di conseguenza mutata in protesta silenziosa. La protesta si muta nell'essere indifeso passivo, tendente sull'irresponsabilità per il loro proprio futuro e quello dei propri figli.

Varna aspetta i bulldozer

Nella capitale marinara della Bulgaria, i bulldozer non hanno ancora fatto nessuna vittima. Il quartiere rom si trova subito a sinistra dell'ingresso della città. Per la maggior parte le dimore del  quartiere Maksuda sono state costruite senza permesso, cosa che le rende automaticamente illegali. Nella nostra conversazione con Nikolay, che lavora nel settore OnG che tratta di Varna e della regione, condivide le voci che quel pezzo di terra dove sono costruite case illegali sia stato comprato da due fratelli affaristi. In effetti, la posizione del quartiere rom è eccezionalmente conveniente: vicino alla costa, dove ogni uomo d'affari cercherebbe terreni appetibili. "Abbiamo sentito che in due, forse tre anni, inizieranno a buttare giù le case. Scorrerà il sangue. Lì la gente ha belle case a due piani e vive lì da tempo. Combatteranno per quello che considerano loro. Ci sarà fermento," dice Nikolay amareggiato.

In effetti le voci sui due fratelli affaristi di Varna è esemplare dell'attuale impasse sui problemi residenziali dei Rom. Sfortunatamente, lo stato di fronte alle autorità municipali non riesce a trovare il giusto approccio alla soluzione di questi problemi. Per lavarsene le mani e realizzare profitto, lo stato vende i problematici quartieri rom alla grande finanza, che da parte sua tenta con tutti i mezzi possibili, bulldozer inclusi, di spianare i terreni acquisiti e prepararli per lo sviluppo e gli investimenti. Così lo stato si sottrae alle proprie responsabilità ed i Rom si scontrano con la grande finanza nel salvare o perdere le proprie case, com'è accaduto a Burgas e Sofia.

By
Ognyan Isaev
Valery Lekov
Tosen Ramar
Dimitar Georgiev

Articolo Articolo Commenti Oppure (0) Storico >> Stampa Stampa

Titolo
Quest'anno ci saranno le elezioni europee. Ti senti coinvolto:

 Per niente
 Poco
 Normalmente
 Abbastanza
 Molto

 

Titolo
La Newsletter della Mahalla
Indica per favore nome ed email:
Nome:
Email:
Subscribe Unsubscribe

 

********************

WIKI

Le produzioni di Mahalla:

Dicono di noi:

Bollettino dei naviganti:

********************


Disclaimer - agg. 17/8/04
Potete riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo il link:
www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione.
Ulteriori informazioni sono disponibili QUI

La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net

Filo diretto
sivola59
per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype


Outsourcing
Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare.
Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti:

Il gruppo di discussione

Area approfondimenti e documenti da scaricare.

Appuntamenti segnalati da voi (e anche da me)

La Tienda con i vostri annunci

Il baule con i libri Support independent publishing: Buy this e-book on Lulu.


Informazioni e agenzie:

MAHALLA international

Romea.cz

European Roma Information Office

Union Romani'

European Roma Rights Center

Naga Rom

Osservazione


Titolo
blog (2)
Europa (7)
Italia (6)
Kumpanija (2)
media (2)
musica e parole (4)

Le fotografie più cliccate


03/12/2024 @ 18:22:25
script eseguito in 48 ms

 

Immagine
 Manifestazione a Sofia (BG) contro la discriminazione... di Fabrizio



Cerca per parola chiave
 

 
 

Circa 973 persone collegate


InChat: per non essere solo un numero scrivete /n  e poi il vostro nome/nick

< dicembre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
      
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
         
Titolo
blog (506)
casa (438)
conflitti (226)
Europa (986)
Italia (1410)
Kumpanija (377)
lavoro (204)
media (491)
musica e parole (445)
Regole (348)
scuola (335)
sport (97)

Catalogati per mese:
Maggio 2005
Giugno 2005
Luglio 2005
Agosto 2005
Settembre 2005
Ottobre 2005
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024
Novembre 2024
Dicembre 2024

Gli interventi più cliccati

Ultimi commenti:
BuongiornoE-mail: giovannidinatale1954@gmail.comOf...
28/12/2021 @ 11:20:35
Di giovannidinatale
Hi we are all time best when it come to Binary Opt...
27/11/2021 @ 12:21:23
Di Clear Hinton
 

Locations of visitors to this page

Contatore precedente 160.457 visite eliminato il 16/08/08 per i dialer di Specialstat

 Home page © Copyright 2003 - 2024 Tutti i diritti riservati.

powered by dBlog CMS ® Open Source