Ricevo da Agostino Rota Martir (non ho trovato in rete copia dell'articolo citato
della Nazione, ma solo interventi datati questa primavera)
Dissento totalmente dall'intervento dell'Assessore politiche sociali Sig.na
Valentina Settimelli pubblicato ieri sul vostro quotidiano, La Nazione.
Quello che più mi rammarica è la superficialità e le approssimazioni di tante
sue affermazioni in merito sia al progetto Città sottili e del suo dichiarato
successo che sull'operato dell'Amministrazione in merito a sgomberi
effettuati e censimenti fatti in questi anni.
Ci si vanta degli sgomberi di accampamenti abusivi, l'ultimo è di ieri, definiti
con eufemismo "chiusura di quattro insediamenti non autorizzati" e nello
stesso tempo la Sig.ra Valentina vuol far credere di essere più tollerante di
altre amministrazioni per il semplice fatto che qui non si è arrivati a prendere
le impronte digitali ai Rom, come a voler dire che provvedimenti xenofobi
appartengono ad altri. Suvvia Assessore non si nasconda dietro il dito dell'on.
Maroni!
Sgomberi e impronte appartengono alla stessa cultura e logica, sono espressioni
diverse ma entrambe hanno la stessa radice: quella dell'annientamento,
dell'espulsione, della guerra contro i poveri. E' la logica dello sgombero
(fatto ovviamente sempre per il bene dei Rom e quello dei minori!!) che ha
alimentato la tragedia a Pian di Rota a Livorno dell'anno scorso, non lo
dimentichi carissimo Assessore! Perché la guerra ai poveri sta diventando un
esercizio ormai "normale" in tante Amministrazioni. Provi, se ci riesce a
mettersi nella pelle di chi subisce due, tre volte la demolizione delle proprie
baracche, roulotte e delle poche cose, cosa significhi dover ricominciare tutto
dall'inizio anche a solo qualche centinaio di metri più in là, a veder persi in
poche manciate di minuti gli "investimenti" di due o tre anni di vita.
Provi lei insieme a qualche suo zelante collaboratore se vi riesce ancora
chiamarla :"chiusura pacifica". Quello che lei definisce come "risultati
significativi" io li chiamo invece il disprezzo della vita dei poveri, che
tante volte anche qui a Pisa la Politica ha sacrificato sull'altare solo per
qualche manciata di voti e con la complicità silenziosa di Associazioni, anche
di comunità cristiane e laiche: sono i miracoli della sicurezza!
"Tutti"(??) i bambini del progetto "Città sottili" frequentano le scuole del
territorio, (con quale risultato?) mentre i loro genitori continuano a vivere
nella paura e nell'insicurezza del domani, esattamente come 5 o 10 anni fa. Anzi
oggi la situazione è ben peggiore, perché la disperazione è molto più vera e
palpabile (espulsioni, arresti) anche senza le impronte.
Ma questo non la preoccupa per niente, anzi lei si è mostrata incurante anche di
fronte alla richiesta di un incontro con lei da parte delle famiglie impaurite
del campo Rom, che le avevano chiesto due settimane fa. Da 14 anni che vivo tra
i Rom qui a Pisa non mi è mai capitato di notare così tanta disperazione e
smarrimento: nemmeno quando stavamo nel vecchio campo abusivo in via dei
Falaschi, lei se lo ricorda? In gran parte si tratta delle stesse famiglie che
in questi giorni vivono angosciate, deluse e amareggiate perché si sentono
abbandonate e prese in giro anche dal progetto che lei continua a incensare e
sbandierare ai 4 venti.
"Chi ha violato il patto di cittadinanza è stato escluso dal progetto"
lei e il sindaco non fate altro che ripetere alla noia questo ritornello,come
fosse un trofeo di vittoria da esibire al pubblico, dando per scontato che sono
sempre i Rom a tradire, ma se siamo così sicuri? Gli impegni disattesi in tutti
questi anni, le promesse come fumo negli occhi, i raggiri che non poche volte
avete utilizzato con spavalda disinvoltura..subito lesti invece a puntare il
dito contro i Rom, fingendo di non vedere i tradimenti dentro casa vostra e a
giustificarli in nome di altre imprecisate priorità.
E perché mai dovrebbero pagare intere famiglie le colpe di un loro parente?
Chi commette un reato ne è responsabile a livello personale, non la famiglia in
uno stato di diritto come il nostro. La perdita dell'abitazione, l'esilio o le
rappresaglie sui familiari di chi viola le leggi fino a poco tempo fa,
appartenevano ad epoche storiche lontane da noi o ai tempi feroci delle guerre,
stranamente oggi solo ai Rom si applica una procedura che pensavamo ormai del
tutto superata e sepolta nel passato, invece a quanto pare ritorna, come stiamo
assistendo anche a livello nazionale in queste ultime settimane, anche se a
molti questo può apparire "normale".
Sinceramente faccio fatica a comprendere, anzi mi rifiuto di accettare una
logica che mi sembra discriminatoria e alquanto razzista: quando un cittadino
italiano commette un reato a nessuno viene in mente di allontanare la sua
famiglia dal quartiere dove abita, invece per i Rom questo appare del tutto
"normale", anzi manco si ha la prudenza di aspettare la sentenza finale del
Tribunale, sembra che il Progetto abbia più voce in capitolo. Il sindaco ha già
emesso la sua sentenza. Constato amaramente che il progetto è più importante
delle persone!
"Stiamo lavorando al regolamento del nuovo villaggio.. dedicherà attenzione
al rispetto delle regole": come sempre, tutto sulla testa dei Rom, nessun
Rom coinvolto, ci penseranno invece le nostre quotate Associazioni, Cooperative,
gli esperti Rom a decidere come debbano vivere i Rom, quali espressioni buone da
preservare e quali da evitare della cultura Rom .. possibile che gli errori del
passato non servano a niente? Immagino invece, l'acquolina che verrà alle stesse
pronte a dimostrare di essere capaci a far rispettare le regole e a impegnarsi
in un'opera così importante e appetitosa ..tutto in nome dell' integrazione.
Cito a mo' di conclusione un passaggio dell'intervento di un Rom ad una
manifestazione a Brescia, mi sembra riassuma bene le ragioni dello sfogo di
tanti Rom:
"Quello che stanno facendo la politica in questo momento, con la scusa della
sicurezza, è tremendo per noi. Vuole che cambiamo di colpo un modo di vivere
costruito e cresciuto così in tanti anni.
La politica crede in questo modo di obbligarci a un progresso che non è nostro e
non abbiamo neanche la possibilità di farlo nostro. Distruggere il nomadismo,
distruggere i campi sosta, anche quelli privati, rendere difficili o inutili le
capacità semplici di guadagno come quelle di piccoli intrattenimenti nei luna
park, fare i raccoglitori di ferro, vendere piccole cose o elemosinare, equivale
tagliare le radici a delle piccole piante che cercano di crescere. Si perché
tutti gli uomini hanno la voglia di crescere e di progettare un futuro migliore
per i loro figli. Questo non può succedere se ogni volta che cambiano i
protagonisti della politica noi dobbiamo sempre cominciare di nuovo. Ognuno, e
sono sempre gli altri a decidere per noi, ha la sua ricetta che dovrebbe fare il
bene della nostra vita. La politica deve convincersi che anche noi, Sinti e Rom,
come tutti gli uomini e le donne della terra, desideriamo progredire e dare un
futuro migliore ai nostri figli. Due, però, sono le condizioni perché anche noi
possiamo essere autori noi stessi del nostro cammino: la libertà di scegliere
e lo spazio vitale. Tutti i cambiamenti imposti senza queste due condizioni
sono lavoro inutile, spreco di energie, sofferenze e delusioni. Finita
l'illusione politica bisognerà ricominciare da capo." (Migranti-Press Nr.40
del 27.09.2008)
Don Agostino Rota Martir – campo nomadi di Coltano – 11 Ottobre 2008