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Le persone sono più importanti del progetto
Di Fabrizio (del 14/10/2008 @ 08:52:42, in Italia, visitato 1802 volte)

Ricevo da Agostino Rota Martir (non ho trovato in rete copia dell'articolo citato della Nazione, ma solo interventi datati questa primavera)

Dissento totalmente dall'intervento dell'Assessore politiche sociali Sig.na Valentina Settimelli pubblicato ieri sul vostro quotidiano, La Nazione.

Quello che più mi rammarica è la superficialità e le approssimazioni di tante sue affermazioni in merito sia al progetto Città sottili e del suo dichiarato successo che sull'operato dell'Amministrazione in merito a sgomberi effettuati e censimenti fatti in questi anni.

Ci si vanta degli sgomberi di accampamenti abusivi, l'ultimo è di ieri, definiti con eufemismo "chiusura di quattro insediamenti non autorizzati" e nello stesso tempo la Sig.ra Valentina vuol far credere di essere più tollerante di altre amministrazioni per il semplice fatto che qui non si è arrivati a prendere le impronte digitali ai Rom, come a voler dire che provvedimenti xenofobi appartengono ad altri. Suvvia Assessore non si nasconda dietro il dito dell'on. Maroni!

Sgomberi e impronte appartengono alla stessa cultura e logica, sono espressioni diverse ma entrambe hanno la stessa radice: quella dell'annientamento, dell'espulsione, della guerra contro i poveri. E' la logica dello sgombero (fatto ovviamente sempre per il bene dei Rom e quello dei minori!!) che ha alimentato la tragedia a Pian di Rota a Livorno dell'anno scorso, non lo dimentichi carissimo Assessore! Perché la guerra ai poveri sta diventando un esercizio ormai "normale" in tante Amministrazioni. Provi, se ci riesce a mettersi nella pelle di chi subisce due, tre volte la demolizione delle proprie baracche, roulotte e delle poche cose, cosa significhi dover ricominciare tutto dall'inizio anche a solo qualche centinaio di metri più in là, a veder persi in poche manciate di minuti gli "investimenti" di due o tre anni di vita.

Provi lei insieme a qualche suo zelante collaboratore se vi riesce ancora chiamarla :"chiusura pacifica". Quello che lei definisce come "risultati significativi" io li chiamo invece il disprezzo della vita dei poveri, che tante volte anche qui a Pisa la Politica ha sacrificato sull'altare solo per qualche manciata di voti e con la complicità silenziosa di Associazioni, anche di comunità cristiane e laiche: sono i miracoli della sicurezza!

"Tutti"(??) i bambini del progetto "Città sottili" frequentano le scuole del territorio, (con quale risultato?) mentre i loro genitori continuano a vivere nella paura e nell'insicurezza del domani, esattamente come 5 o 10 anni fa. Anzi oggi la situazione è ben peggiore, perché la disperazione è molto più vera e palpabile (espulsioni, arresti) anche senza le impronte.

Ma questo non la preoccupa per niente, anzi lei si è mostrata incurante anche di fronte alla richiesta di un incontro con lei da parte delle famiglie impaurite del campo Rom, che le avevano chiesto due settimane fa. Da 14 anni che vivo tra i Rom qui a Pisa non mi è mai capitato di notare così tanta disperazione e smarrimento: nemmeno quando stavamo nel vecchio campo abusivo in via dei Falaschi, lei se lo ricorda? In gran parte si tratta delle stesse famiglie che in questi giorni vivono angosciate, deluse e amareggiate perché si sentono abbandonate e prese in giro anche dal progetto che lei continua a incensare e sbandierare ai 4 venti.

"Chi ha violato il patto di cittadinanza è stato escluso dal progetto" lei e il sindaco non fate altro che ripetere alla noia questo ritornello,come fosse un trofeo di vittoria da esibire al pubblico, dando per scontato che sono sempre i Rom a tradire, ma se siamo così sicuri? Gli impegni disattesi in tutti questi anni, le promesse come fumo negli occhi, i raggiri che non poche volte avete utilizzato con spavalda disinvoltura..subito lesti invece a puntare il dito contro i Rom, fingendo di non vedere i tradimenti dentro casa vostra e a giustificarli in nome di altre imprecisate priorità.

E perché mai dovrebbero pagare intere famiglie le colpe di un loro parente?

Chi commette un reato ne è responsabile a livello personale, non la famiglia in uno stato di diritto come il nostro. La perdita dell'abitazione, l'esilio o le rappresaglie sui familiari di chi viola le leggi fino a poco tempo fa, appartenevano ad epoche storiche lontane da noi o ai tempi feroci delle guerre, stranamente oggi solo ai Rom si applica una procedura che pensavamo ormai del tutto superata e sepolta nel passato, invece a quanto pare ritorna, come stiamo assistendo anche a livello nazionale in queste ultime settimane, anche se a molti questo può apparire "normale".

Sinceramente faccio fatica a comprendere, anzi mi rifiuto di accettare una logica che mi sembra discriminatoria e alquanto razzista: quando un cittadino italiano commette un reato a nessuno viene in mente di allontanare la sua famiglia dal quartiere dove abita, invece per i Rom questo appare del tutto "normale", anzi manco si ha la prudenza di aspettare la sentenza finale del Tribunale, sembra che il Progetto abbia più voce in capitolo. Il sindaco ha già emesso la sua sentenza. Constato amaramente che il progetto è più importante delle persone!

"Stiamo lavorando al regolamento del nuovo villaggio.. dedicherà attenzione al rispetto delle regole": come sempre, tutto sulla testa dei Rom, nessun Rom coinvolto, ci penseranno invece le nostre quotate Associazioni, Cooperative, gli esperti Rom a decidere come debbano vivere i Rom, quali espressioni buone da preservare e quali da evitare della cultura Rom .. possibile che gli errori del passato non servano a niente? Immagino invece, l'acquolina che verrà alle stesse pronte a dimostrare di essere capaci a far rispettare le regole e a impegnarsi in un'opera così importante e appetitosa ..tutto in nome dell' integrazione.

Cito a mo' di conclusione un passaggio dell'intervento di un Rom ad una manifestazione a Brescia, mi sembra riassuma bene le ragioni dello sfogo di tanti Rom:

"Quello che stanno facendo la politica in questo momento, con la scusa della sicurezza, è tremendo per noi. Vuole che cambiamo di colpo un modo di vivere costruito e cresciuto così in tanti anni.

La politica crede in questo modo di obbligarci a un progresso che non è nostro e non abbiamo neanche la possibilità di farlo nostro. Distruggere il nomadismo, distruggere i campi sosta, anche quelli privati, rendere difficili o inutili le capacità semplici di guadagno come quelle di piccoli intrattenimenti nei luna park, fare i raccoglitori di ferro, vendere piccole cose o elemosinare, equivale tagliare le radici a delle piccole piante che cercano di crescere. Si perché tutti gli uomini hanno la voglia di crescere e di progettare un futuro migliore per i loro figli. Questo non può succedere se ogni volta che cambiano i protagonisti della politica noi dobbiamo sempre cominciare di nuovo. Ognuno, e sono sempre gli altri a decidere per noi, ha la sua ricetta che dovrebbe fare il bene della nostra vita. La politica deve convincersi che anche noi, Sinti e Rom, come tutti gli uomini e le donne della terra, desideriamo progredire e dare un futuro migliore ai nostri figli. Due, però, sono le condizioni perché anche noi possiamo essere autori noi stessi del nostro cammino: la libertà di scegliere e lo spazio vitale. Tutti i cambiamenti imposti senza queste due condizioni sono lavoro inutile, spreco di energie, sofferenze e delusioni. Finita l'illusione politica bisognerà ricominciare da capo.
" (Migranti-Press Nr.40 del 27.09.2008)

Don Agostino Rota Martir – campo nomadi di Coltano – 11 Ottobre 2008